Epoca Moderna La scoperta dell`America segna l`inizio dell`età

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Epoca Moderna La scoperta dell`America segna l`inizio dell`età
Epoca Moderna
La scoperta dell’America segna l’inizio dell’età moderna. Questa scoperta influenza tutti gli aspetti
della vita umana e con questi anche il mondo della cosmesi.
La cura dell’aspetto fisico acquista nuovo vigore. Le donne dell’epoca, soprattutto nobili e
borghesi, erano solite dedicare una stanza della loro casa per la preparazione dei cosmetici. Non
era inusuale tenere sacchetti di seta colorata o lino appesi alla cintura, con dentro petali di rosa
mescolati a muschio, laudano, benzoino e calamo.
Le regine poi adoravano attorniarsi di profumieri, alchimisti e mercanti per avere sempre a portata
di mano ciò che gli era più utile. Si racconta che quando Caterina de Medici sposò Enrico II di
Francia nel 1533, portò con se dall'Italia, il suo astrologo e alchimista e il suo profumiere. La regina
Mary di Scozia, trascorrendo nella stessa corte francese la sua adolescenza, introdusse nel suo
paese, molte delle abitudini e tendenze francesi del tempo. I suoi trattamenti preferiti erano il
lavaggio del viso in acqua bollente e vino per renderlo maggiormente colorito e il bagno nel latte
per avere una pelle maggiormente morbida.
Neanche l’Italia rimane esclusa da queste tendenze. Si sviluppa infatti una grossissima produzione
di profumi. I nostri artigiani dimostrano una grande abilità nella creazione di essenze e nuove
fragranze. Una vera mania di profumi si diffonde tra le classi più ricche di tutta l’Europa.
L'interesse per i profumi raggiunse anche l'Inghilterra durante il regno della Regina Elisabetta I, che
incoraggiò fra le donne inglesi l'uso di fiori ed erbe per profumare le case e l'uso di lozioni e
pomate per profumare il corpo.
Ma se da un verso esplode la mania di profumi, unguenti e cosmetici, dall’altro si sviluppa una
vera e propria avversione per la pulizia! Le donne rifuggono dall’uso di acqua per evitare di essere
contaminate e prendere così il colera. Il trucco viene proprio introdotto per camuffare la loro
sporcizia: il consumo di carbonato di piombo, utilizzato come fondo tinta e di un composto a base
di ossido di ferro e solfuro di mercurio, per realizzare il fard, è talmente eccessivo che si pensò
anche ad un imposta su questi prodotti.
L'ammirazione per il bello si trasforma nel cinquecento in adorazione della perfezione e
dell’armonia, riprendendo i canoni estetici classici romani e greci. La bellezza rispondeva ai canoni
della pittura rinascimentale: mani curatissime, capelli chiari, sopracciglia sottili, incarnato roseo e
pelle bianca. Per queste ragioni, spesso le donne utilizzavano biacca di piombo (pigmento tossico
ormai proibito), impacchi di fettine di vitella bagnate nel latte e maschere di farine e albumi per
schiarirsi la pelle, preparati di latte di mandorle, limone e miele per proteggere e sbiancare le
mani, lozioni di olio di rosmarino, camomilla, saggina, timo, southerwood e chiodi di garofano per
aiutare i capelli a crescere grossi e luminosi, inoltre trattamenti per sbiancare i denti e per curare o
mimetizzare i brufoli.
Se la pelle e la sua cura erano alla base della bellezza, particolare attenzione era dedicata al viso.
Truccare gli occhi era considerato di cattivo gusto per i tempi, quindi tutta l’attenzione era rivolta
all’incarnato: gote rosee e colorite appena così come la bocca e nient’altro. Il vero must del tempo
erano però le acconciature. Ingarbugliate, complesse, ornate da perle, diademi e pettini preziosi.
Nel ‘500 il culto della bellezza risultava dalla somma di portamento elegante, abiti di prestigio,
acconciature elaborate e gli immancabili gioielli di manifattura eccezionale.
Il periodo Barocco e Illuminista segnò un momento in cui la beauty routine divenne
importantissima, poiché apparire curati secondo i dettami del tempo significava massima
espressione di mondanità.
La Francia era la nazione che maggiormente commerciava e utilizzava prodotti cosmetici, tanto
che molto spesso fu da esempio per altre nazioni, che iniziarono a copiare le abitudini francesi.
Anche nel ‘600, la moda prevedeva che le donne curassero la loro pelle, ne correggessero
eventuali imperfezioni (cicatrici del vaiolo, arrossamenti cutanei, lentiggini) e la mantenessero
molto chiara. Alla corte francese, le donne non solo usavano incipriarsi viso, collo e décolleté, ma
anche braccia e mani con sfumature delicatissime. Molto spesso usavano il cerone, una pittura
color carne o rosa pallido, a base di piombo bianco, in abbondante spessore sulla pelle per coprire
le rughe del viso e del collo. Per rendere lo sguardo più intrigante, al posto del mascara
applicavano atropina. Le sopracciglia venivano marcate con apposite matite di colore scuro per
creare un distacco maggiore con le parrucche o con i capelli naturali. Occasionalmente, venivano
anche inscurite e una crema blu, marrone o grigia era utilizzata per decorare le palpebre superiori.
Il vermiglio veniva adoperato come rossetto.
Gli uomini erano soliti truccarsi con moderazione almeno ad inizio secolo, ma nella seconda metà
divennero appariscenti ne più ne meno che le donne. In quel tempo, la moda maschile prevedeva
un viso in carne con doppio mento, labbra e guance rosse, occhi prominenti, sopracciglia scure e
capelli scuri.
Le pratiche igieniche non era molto sviluppate, anzi la mancanza di pulizia contribuì ad un
massiccio sviluppo di epidemie di peste. La legge di Galanteria del 1640, raccomandava addirittura
di farsi il bagno solo occasionalmente e di lavarsi le mani ed il viso ogni giorno. Dopo i pasti,
seguendo le usanze Francesi ed Italiane, venivano spruzzati profumi per coprire i cattivi odori. I
cortigiani tenevano fazzoletti profumati sotto il naso e succhiavano gomme aromatiche per
correggere l'alito pesante. Durante la Grande Peste cannella, ginepro, lavanda e cardamomo
venivano bruciati per le strade e nelle case nella convinzione che la peste fosse portata dall'aria.
Il vero must di quest'epoca furono i nei finti. Disegnare dei nei era segno distintivo di eleganza.
Ogni punto del viso aveva un significato: vicino alla bocca era un neo tirabaci, vicino all'occhio
denotava passionalità, ai lati del naso esprimeva sfrontatezza, sulla guancia eleganza, nella piega
del mento discrezione. Poi c'era il neo cosiddetto ladro, ossia creato appositamente sui punti del
viso nei quali era necessario coprire un'imperfezione temporanea, come un brufolo, o
permanente, come una cicatrice.
In questi secoli la bellezza era considerata talmente importante che sin dalla tenera età si veniva
educati a prendersi cura del proprio aspetto esteriore. Guardando i ritratti del tempo non si vede
differenza tra l'abbigliamento e l'acconciatura di un bambino e quella di un adulto.
I medici erano presi in poca considerazione. Essi raccomandavano di non abusare con i prodotti
cosmetici per l’alto contenuto di sostanze tossiche, che procuravano svenimenti, perdita precoce
dei capelli o dei denti.
Per quanto riguarda i capelli, la parrucca cotonata rimase di moda per gli uomini fino ad inizio
secolo. Soprattutto quando i giovani cominciarono a schiarirsi i capelli, divenne esigenza l’uso di
brillantine ed oli per i capelli. La cera d'api e gli oli vegetali venivano utilizzati come unguenti,
mentre per renderli bianchi venivano successivamente cosparsi di farina. In Inghilterra nel 1795 la
penuria di farina divenne così drammatica che fu introdotta una tassa sul suo uso per i capelli.
Nonostante i farmacisti in tutta Europa vendessero le materie prime, oli vegetali e profumi, non
tutti i cosmetici venivano preparati in casa. Nascono le figure dei piazzisti ambulanti che
vendevano prodotti di bellezza di ogni genere e che vantavano proprietà spesso molto stravaganti.
La parola ciarlatano fu coniata proprio in questo periodo.
A Parigi ed in altre città d'Europa iniziarono ad aprire negozi per la vendita esclusiva di profumi e
cosmetici. Nel 1710 un italiano, un certo Fermini, mise a punto una formula con estratti di erbe ed
oli essenziali di agrumi, come rimedio farmaceutico contro tutti i mali ed elisir di lunga vita.
Vendendo questo elisir in suoi negozi di Colonia, fu chiamata appunto Acqua di Colonia. Alla fine
divenne
popolare
solo
come
profumo
ed
è
ancora
utilizzata
oggi.
Nasce la pubblicità sui cosmetici, dapprima attraverso volantini distribuiti a mano, poi sui giornali,
man mano che questi venivano fondati.
In epoca romantica la pulizia e la naturalezza erano gli obiettivi delle donne: labbra naturali e ben
curate e pelle schiarita da ciprie compatte. Si pensava che la pulizia del corpo fosse legata a quello
dello spirito quindi le donne pulite erano considerate leali e incorruttibili.
Le tendenze riguardanti il make up cambiarono. Ogni giorno le donne dedicavano tre quarti d'ora
alla toletta. Le francesi furono le prime ad usare saponette solide anche perché ne furono proprio i
primi produttori. Le fragranze più in voga erano rosa e vaniglia, in base alle stagioni.
Una donna di classe non aveva il rossetto, ma labbra naturali ben curate. Venivano usate ciprie
compatte per ovviare alle lucidità e nulla più, per la troppa paura di essere additate come volgari.
La pelle chiarissima era segno di grande fascino e femminilità, in quanto si diceva che il pallore
fosse legato all'intensità dei sentimenti.
I capelli erano arricciati in delicati boccoli per donare raffinatezza ai volti femminili. Al massimo
venivano usate delle piccole fasce per capelli per acconciarli in modo particolare.
Le donne usavano girare con mazzetti di fiori di campo tra le mani, o ceste per le loro passeggiate.
L'ottocento fu un epoca nella quale le donne venivano apprezzate per la loro dolcezza, gentilezza e
discrezione.
Intorno al periodo Vittoriano, il trucco del viso truccato cominciò ad essere associato a prostitute
ed attrici. Le donne ricorrevano a misure estreme per apparire con una pelle diafana utilizzando
ingredienti come il piombo e l’arsenico. Neppure il sole era ben visto: la pelle per essere giovane e
sana doveva essere protetta da velette e ombrellini. Ingredienti naturali come fiocchi d’avena,
miele, tuorli d’uovo, e rose sostituivano i cosmetici. Le sopracciglia erano ridisegnate ed era
utilizzato il riso in polvere su viso e decolleté.
Il progresso industriale consente il nascere delle prime industrie cosmetiche e nel 1890 Madame
Lucas apre la prima Maison de Beautè a Parigi.
Epoca contemporanea
L'inizio del XX secolo si apre con scenari drammatici dovuti alla prima guerra mondiale che non
lascerà posto a disquisizioni sul bello.
Lo stesso accadrà durante la guerra mondiale successiva. Nonostante ciò incominciano a nascere
le prime case cosmetiche. La prima che apparve nel 1909 fu l'Oreal di Eugene Shueller che in un
primo momento venne denominata French Harmless Colouring Company.
Negli anni '20 , per la prima volta nella storia, le donne tagliano i capelli, abbandonano gli abiti
lunghi con relativi bustini stretti ed indossano abiti dalle linee morbide che permettano movimenti
naturali. L'orlo delle gonne si accorcia al ginocchio.
Le informazioni sul trucco di questa epoca sono raccolte dal cinema muto. In assenza del suono, le
emozioni venivano espresse interamente attraverso il linguaggio del corpo e del trucco.
Gli occhi erano scuriti. Anche le palpebre erano colorate in nero. Molto popolari erano le
sopracciglia sottili, lunghe e nere con direzione verso il basso, dipinte con eyeliner nero o marrone.
Le labbra dovevano essere presentate carnose e un po' increspate. I rossetti erano rosso scuro o
marrone – rosso. Nel dopoguerra sarà soprattutto il cinema americano a proporre i nuovi canoni
di donne bionde e platinate.
Negli anni ’30 il trucco utilizzato era utilizzato dalle donne di tutte le classi sociali. Modelli di
riferimento erano Greta Garbo e Marlene Dietrich. Il bianco della biacca è sostituito dalla polvere
di riso. Lo sguardo si scurisce, le occhiaie bluastre si ottengono dall'inchiostro blu: tutto questo su
una pelle bianchissima e delle labbra molto rosse. La bocca veniva colorata a forma di cuore
all’interno dei contorni naturali che andavano coperti col fondotinta. Le donne di quest'epoca
incarnano la bellezza malinconica.
I prodotti per il maquillage sono meno tossici. Le grandi case cosmetiche come Max Factor,
Elizabeth Arden, Revlon, Lancôme fioriscono.
Alla fine della seconda guerra mondiale, per effetto di un rinnovato ottimismo, si ha una vera e
propria esplosione di colori. Avon inaugura la vendita porta a porta e il cinema propone icone
come Audrey Hepburn con i suoi inconfondibili cat-eyes.
Gli anni '60 sono caratterizzati da grosso innovazioni in tutti i campi: musica, architettura, design e
soprattutto la moda.
Occhi esagerati grazie all' uso eccessivo di mascara, di eyeliner, di ciglia finte. Inoltre, la matita
bianca entra nel make up per ridefinire i confini dell' occhio e per ridisegnarlo poi con ombre scure
ed eyeliner. Le labbra diventano pallide o brillanti e le sopracciglia molto naturali, lunghe e
voluminose.
Il make up negli anni ’70 diventa ancor più esasperato. L’accento resta sugli occhi. Le labbra sono
colorate con tinte perlescenti e pallide. Deodoranti, fissatori per capelli e schiume da barba
assunsero la forma tecnologicamente avanzata dello spray. Per la secchezza del viso nacquero
sistemi emollienti e per le vacanze al mare i primi oli solari. Tonici e latti detergenti già usati con
effetti trattanti, iniziarono a diffondersi con funzione di detergenti. Gli ingredienti usati per questi
primi cosmetici dell’era moderna sono vegetali: glicerina, olio di semi, lanolina, cera d’api, ma a
breve tempo, la crescente industria del petrolio fornisce a basso costo derivati minerali: olio di
vaselina, vaselina filante, paraffina.
Negli anni ‘80 il trucco che fa tendenza è pesante, accentuato, gli occhi scuri e drammatici, truccati
con l’aiuto di molti strati di eyeliner e ombretti brillanti nelle tonalità blu, verde e viola. Per le
labbra, le donne preferiscono colori forti, come il rosso. Una polvere metallica prodotta con un
minerale, la mica, diventa famosa per l’uso su palpebre e sul corpo per ottenere riflessi brillanti.
Inizia la diffusione di prodotti per combattere la cellulite, il vero boom si raggiungerà negli anni ’90
quando creme e unguenti e macchinari invaderanno il mercato della cosmesi.
Le donne iniziano ad indossare vestiti a colori brillanti e vivaci .
La chirurgia estetica prende sempre più piede in questi anni, labbra gonfiate, seni che raddoppiano
la taglia, visi tirati e tratti distesi che omologano la bellezza femminile. E’ l’era dell’esasperazione
della chirurgia estetica. Anche la storia della chirurgia estetica è molto antica. Gli impianti
moderni, a base di silicone, iniziarono nel 1963 ma già nel 1800 venivano effettuati i primi
interventi di rinoplastica. La liposuzione è invece più recente: la tecnica di aspirare il grasso con
una cannula fu inventata dall’italiano Arpad Fisher, e modificata nel 1987 dal dermatologo Jeffrey
Klein, con una nuova tecnica che consentiva di asportare un volume maggiore di grasso, ma con
meno perdita di sangue. A partire dai primi anni ’90 si è iniziato a studiare il botulino per l’utilizzo
in chirurgia estetica. Iniettata nei muscoli mimici del viso questa sostanza provoca una riduzione
dell’attività contrattile attenuando così le rughe d’espressione.
Il trucco diventa un arte vera e propria lasciando libera interpretazione sia ai professionisti sia alle
donne comuni. Di certo i tratti si sono un po' assottigliati e l'uso dell'eyeliner è marginale rispetto
all'uso degli anni precedenti.
Si punta maggiormente alla cura del viso, affidandosi a mani esperte di professioniste e a
cosmetici mirati. Il trucco spesso ha un effetto naturale con colori più pacati ed in armonia con il
viso stesso.
Vengono usate spesso tinte neutre alle quali aggiungere qualche tocco di colore. La donna in
questo momento storico cerca di conoscersi meglio e adattare il make up alla morfologia del suo
viso facendo appello al consulente d'immagine. I progressi e la ricerca cosmetologica hanno
portato a dei prodotti dei bellezza che permettono a tutte le donne di truccarsi senza alcun rischio
per la salute della pelle. Esistono linee di make up adatte anche per quelle pelli che hanno sovente
forme allergiche.