Rumoroso Silenzio, lo spettacolo sulle foibe debutta a Seriate il 12

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Rumoroso Silenzio, lo spettacolo sulle foibe debutta a Seriate il 12
PRIMA NAZIONALE
Rumoroso Silenzio, lo spettacolo
sulle foibe debutta a Seriate il 12
febbraio
Nell’aula Galeotti dell’Università di Bergamo è stato presentato lo spettacolo
Rumoroso Silenzio, del giovanissimo regista Luca Andreini, che debutterà al
Cineteatro Gavazzeni di Seriate il 12 febbraio: una prima nazionale sostenuta
dall'assessorato alla Cultura del Comune di Seriate e da Fondazione della
Comunità Bergamasca.
di Arnaldo Cobelli - 21 gennaio 2016 - 9:57
Una storia d’amore e di desiderio di riconquistare l’identità perduta. Un
Rumoroso Silenzio stralcia l’orrore delle foibe e dell’esodo istriano.
Ancora oggi è molto difficile, nel nostro paese – nonostante la Legge 30 del marzo
2004, n.92, che istituisce per il 10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle
foibe e dell’esodo giuliano dalmata – parlare di foibe e della diaspora di italiani
dalla Dalmazia e dall’Istria, senza provocare il disagio di coloro i quali vedono nella
celebrazione ufficiale dell’accaduto una sorta di fascismo di ritorno e di nostalgico
amor patrio dell’Italia che fu.
Non esente da questo tipo di attacchi è stato lo spettacolo Rumoroso Silenzio,
che Teatro nuovo di Bergamo, il più giovane gruppo teatrale professionistico
d’Italia, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di
Seriate e la Fondazione della Comunità Bergamasca, metterà in scena
(prima nazionale) il 12 febbraio presso il Cineteatro Gavazzeni di
Seriate.
Lo spettacolo – scritto e diretto dal regista diciottenne Luca Andreini –racconta
le vicissitudini di una coppia di amanti, Ferdinando e Norma, le cui vite,
intrecciandosi con l’inesorabile scorrere della storia, diventano il
simbolo del disperato tentativo di salvare il proprio amore, la propria
giovinezza e la propria identità di italiani.
La conferenza stampa di presentazione dello spettacolo – che si è tenuta nell’aula
Galeotti dell’Università di Bergamo alla presenza del regista (il quale ha letto un
messaggio dell’artista Simone Cristicchi, che nel 2013 aveva presentato uno
spettacolo sull’argomento, Magazzino 18), del cast, di un reduce dell’esodo istriano,
di alcuni rappresentanti del Comune di Bergamo, dell’Università e dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – è stata l’occasione per conoscere meglio che
cosa fu l’esodo giuliano-dalmata e capire quali sofferenze provocò alle famiglie che
ne furono colpite.
“Nello spettacolo – ha spiegato il regista Luca Andreini – l’orrore delle foibe e
dell’esodo giuliano-dalmata confluisce nella vita dei due protagonisti
sotto forma di perdita, di perdita della propria vita, della propria nazionalità,
della propria identità, delle proprie cose, delle proprie case”.
“Le nostre sofferenze non sono mai state messe in evidenza – ha
aggiunto Vincenzo Barca, esule fiumano, nel raccontare la sua storia e la storia
della sua famiglia – Ancora oggi ,in Italia, ci sono fratelli che non
conoscono le tragedie dei loro fratelli”.