Una regia pubblica per gestire i servizi
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Una regia pubblica per gestire i servizi
inFormazione Marzo 2016 Periodico della Fondazione Onlus Pia Opera Ciccarelli Anno XIV n. 1 • TRIMESTRALE • Poste Italiane S.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB • Verona Pasqua è misericordia La Pasqua è festa della vita. Di una vita che non rimane chiusa dentro un sepolcro, ma che passa e attraversa il dolore e il soffrire. Quest’anno la celebriamo con lo sfondo insistente di una parola che ci sta accompagnando: “misericordia”. Papa Francesco ci ha chiesto di vivere tutti i giorni di un Anno Santo lasciandoci provocare da questa parola. E ne stiamo scoprendo, via via, delle dimensioni che forse ignoravamo. Misericordia è perdono, ma prim’ancora è accoglienza, giustizia più grande della giustizia umana, è capacità di fraternità, è solidarietà che va oltre le differenze, oltre i giudizi, oltre le occasioni. La misericordia di Dio ci sorprende sempre del suo agire e ci provoca oltre ogni ragionamento. Sono tante le pagine bibliche che ci parlano del “volto misericordioso”. Senz’altro a quanti come noi sono chiamati a vivere problematiche sociali particolari e a cercare sempre nuovi segni di umanità e di servizio, una della pagine più suggestive e provocanti resta la pagina del Buon Samaritano. Da questa vorrei cogliere l’augurio pasquale. Quell’uomo assalito cui si rivolge l’attenzione del Samaritano è immagine di ogni vittima di violenza, di sopruso, anche, più semplicemente, della sopraffazione e dell’arroganza di altri. Il suo silenzio non solo fa intuire il dolore e lo star male, ma ci parla anche dell’impossibilità di tante persone di riuscire a dire l’angoscia della loro sofferenza, di esprimere l’ingiustizia subita, forse la vergogna di parlare del proprio male. A chi gli chiedeva “chi è il mio prossimo”, Gesù non risponde chi è il prossimo, ma come diventare prossimo, perché la sofferenza, basta guardare con occhi umani , sempre si può riconoscere. Guardare e non coinvolgersi…passare oltre, perché altri impegni ci chiamano; non fermarsi davanti al dolore, lasciarsi dominare dalla fretta sono peccati, ci dice il Vangelo. Chissà quanti, donne, uomini, bambini, vecchi attorno a noi, derubati dei propri averi o progetti, avviliti da giudizi, bastonati dalle esigenze della società, lasciati mezzi morti da vicende economiche o affettive, chissà quanti stanno al margine della nostra strada, ci vedono passare oltre, invidiano la nostra fretta e non trovano voce per dire.. ”aiutami”. Allora, l’augurio da farci in questo momento non è quello di essere capaci di diventare come il samaritano. Quel vino e quell’olio capaci di lenire le ferite forse non sono ancora maturati nel nostro cuore. Ma di essere almeno come l’albergatore della parabola. Anche lui silenzioso. Ha aperto la sua porta. Ha accolto una sofferenza forse più grande delle sue possibilità. Si è lasciato coinvolgere dal dolore di un uomo, ma anche dalla carità di un altro. E non ha paura di mettere a disposizione le sue forze e il suo lavoro, la sua attenzione e la sua cura, anche la sua casa, fidandosi di una parola “al mio ritorno”, fidandosi di una promessa “ti rifonderò”. Il domani nasce dalla risposta dell’oggi. Che la Pasqua ci aiuti a vedere il ferito e la sua angoscia, a stupirci del samaritano e della sua gratuità, ci aiuti a credere che ogni segno di misericordia è un sorriso di Dio. Monsignor Carlo Vinco Presidente della Fondazione In questo numero PAG. 2 •La nuova ala di Casa Ferrari a San Giovanni Lupatoto •La cura dell'acqua con gli arredi per l'igiene quotidiana PAG. 3 •"Tutto in un abbraccio" il video sulla Pia Opera •Il giro del mondo in 80 minuti PAG. 4 •Vivere In... Armonia! La musica continua •In libreria Una regia pubblica per gestire i servizi Sviluppare un ruolo di regia del servizio pubblico in alleanza con istituzioni ed enti, ma anche soggetti privati, del territorio. È questo, sul fronte dell’assistenza sanitaria e socio-assistenziale a persone anziane non autosufficienti, l’obiettivo primario emerso e individuato nel convegno dal titolo “Un futuro da ricostruire”, svoltosi giovedì 11 febbraio a San Giovanni Lupatoto, nella sala conferenze “Sergio Gambarotto” della sede della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus. L’incontro formativo, presenti amministratori pubblici, dirigenti e operatori della Pia Opera, muoveva da un assunto iniziale, tracciato nell’invito da Gianni Genga e Fabrizia Lattanzio. Secondo i quali in Italia, dove ben due milioni e mezzo di anziani hanno limitazioni funzionali di qualche tipo (in mobilità, autonomia, comunicazione) e sono parzialmente o totalmente non autosufficienti, la questione di come «lo Stato possa garantire un’appropriata assistenza continuativa – il Long-term Care, acronimo Ltc – deve rappresentare una priorità dell’agenda politica». Come ha rilevato uno dei relatori al convegno, Cristiano Gori, professore e ricercatore di Politiche sociali all’Università Cattolica di Milano e coordinatore del Network Non Autosufficienza e direttore di Welfare Oggi, c’è una maggiore richiesta di servizi per anziani, ma le risorse economiche pubbliche sono invece in calo, da prima della crisi economica. E forme di assicurazione privata non possono sopperire in toto a questa carenza. Considerando l’offerta multiforme: assistenza a domicilio (badanti) in crescita, quella nelle Residenze, altre forme di accompagnamento e sostegno, Gori ha ricordato anche che «i gruppi di pressione per gli anziani sono inferiori rispetto a quelli per altre categorie di persone bisognose di assistenza» e che, quindi, «c’è una competizione tra fragili, tra servizi». Che cosa fare, allora? Gori individua la strada della progettualità. «Serve un’innovazione dei e nei servizi», precisa, «quindi riarticolare la rete dell’offerta e allargare il perimetro degli interventi pubblici, mettendo a sistema risorse provenienti da fonti plurime. E le bancario e assicurativo, da integrare», ha rilevato Carbognin. «Tenendo conto poi anche della spesa privata in sanità, vanno sviluppate le forme di abitare leggero ed è necessario, inoltre, Al convegno “Un futuro da ricostruire”, introdotto dal presidente della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus Monsignor Carlo Vinco - presenti il direttore Elisabetta Elio, dirigenti e numerosi operatori della Fondazione - e alla giornata di festa della Fondazione, hanno partecipato fra gli altri l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Verona Anna Leso, il vicedirettore del Comune scaligero Daniela Maellare, gli assessori alle Politiche sociali del Comune di Bussolengo Stefania Ridolfi e di quello di Minerbe Giovanni Cortese, il vicesindaco di Valeggio sul Mincio Marco Dal Forno, il direttore generale dell’Ulss 20 Pietro Girardi – commissario delle Ulss 21 e 22 – e il direttore dei Servizi sociali dell’Ulss 22 Gaspare Crimi. forme di residenzialità leggera, per anziani, sono da percorrere. E va utilizzata meglio la spesa sanitaria nell’integrazione fra ospedale e territorio». Per mettere a sistema risorse e interventi, però, serve una regia che va svolta dal servizio pubblico in alleanza, appunto, con il territorio. Va rivisto il sistema di Welfare, tenendo conto del costante e inesorabile invecchiamento della popolazione – e in futuro di saranno sempre più anziani poveri - e anche dei flussi migratori. È la tesi del relatore Gianfranco Carbognin, sociologo, esperto di organizzazione, formazione e gestione delle risorse umane e di pianificazione strategica dei sistemi locali, dal 2003 al 2007 direttore generale del Comune di Verona. «Per i servizi agli anziani servono una maggiore funzione di governo, maggiore sostegno istituzionalizzare il volontariato». Alla radice di tutto, però, c’è anche un problema culturale. È quanto ha osservato, nelle riflessioni finali, Marco Trabucchi, professore nel dipartimento di Medicina dei sistemi all’Università di Tor Vergata, di Roma, presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria. Trabucchi ha chiesto e si è chiesto che cosa voglia dire realmente assistere il “vecchio”, considerando la sua diversità, e come vadano meglio specificate le cure. In questo senso, ha detto, è necessario lavorare rifiutando il pessimismo attuale, riferito alle risorse economiche da cercare, ed è importante invece sviluppare la preparazione alla formazione di medici, operatori e assistenti, con un’attenzione forte al tema della demenza. Su questa, ha concluso, bisogna ragionare con molta preparazione e tolleranza, sviluppando capacità di attenzione. Periodico della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus SOCIETÀ Casa Ferrari in volo con una nuova... ala È stata inaugurata lo scorso 11 febbraio 2016, in occasione della Festa del Fondatore Monsignor Giuseppe Ciccarelli, la nuova struttura di Casa Ferrari, a San Giovanni Lupatoto, in vicolo Ospedale. La struttura nuova nasce e si completa per dare risposte “a un abitare leggero”, per andare incontro cioè ai bisogni di persone socialmente fragili sotto vari aspetti ma con una capacità di autonomia che deve essere valorizzata e non mortificata. La nuova ala di Casa Ferrari, adiacente all’edificio già esistente e alla scuola per l’infanzia “Mons. G. Ciccarelli”, è stata costruita anche grazie ai finanziamenti della Fondazione Cariverona e della Regione Veneto. Il progetto di ampliamento dell’area residenziale ha avuto inizio alla fine del 2012. Ogni anno, da allora, sono stati eseguiti alcuni lavori importanti anche alla struttura già esistente. Infatti tutto lo stabile è stato riqualificato anche da un rilevante intervento antisismico e di climatizzazione. Inoltre è stata ricavata un’area verde che trova continuità con il più ampio parco del Centro Mons. G. Ciccarelli. Ecco che nella nuova ristrutturazione, al piano terra, sono stati ricavati anche tre appartamenti protetti composti da una sala con angolo cottura domotico, una camera da letto ampia con due letti attrezzati e i servizi igienici. Gli arredi sono stati studiati e ricercati per garantire il massimo confort e soprattutto per agevolare la vita e il movimento anche di persone disabili fisiche che devono trovare in questo habitat la possibilità di poter vivere in piena autonomia di espressione. Altri aspetti importanti di tecnologia domotica che abbiamo considerato in questi spazi abitativi sono gli studi di un sistema di monitoraggio delle persone che possa rendere visibili eventi potenzialmente rischiosi, un sistema di telesoccorso integrato con dispositivi di allarme fisici in modo da consentire all’ospite di segnalare eventuali emergenze. Il messaggio verrà poi visualizzato all’interno di un pannello di controllo. Il progetto domotico, inoltre, sta L’idea della nuova struttura è partita nel 2009-2010 e dopo vari progetti e modifiche. Quell’idea si è sviluppata per concretizzare spazi che prevedono non solo una attenzione alle persone non autosufficienti, ma anche a una fascia di persone deboli, ma non ancora bisognose di una assistenza complessa e altamente protetta. mettendo a punto dispositivi antiallagamento e illuminazione di emergenza degli spazi e moduli per rilevare i parametri vitali dell’abitante. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Pia Opera Ciccarelli sente di dover ringraziare i progettisti e tutti i tecnici per l’opera generosa di attenzione nella ricerca delle migliori soluzioni LA STRUTTURA NUOVA NASCE PER DARE RISPOSTE “A UN ABITARE LEGGERO”, PER ANDARE INCONTRO AI BISOGNI DI PERSONE SOCIALMENTE FRAGILI da dedicare a tutte quelle persone che prossimamente potranno usufruire di questa nuovaarea abitativa. Inoltre un ringraziamento va ai collaboratori e ai residenti di Casa Ferrari, perché hanno saputo accompagnarsi nel delicato percorso della ristrutturazione ambientale. Il consueto taglio del nastro da parte del nuovo direttore generale dell’Ulss 20 e commissario delle Ulss 21 e 22 Pietro Girardi è stato preceduto dalla benedizione di monsignor Carlo Vinco, presidente della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus. Presenti all’evento i simpatizzanti, i volontari, il Comitato dei Familiari Ospiti, le Amministrazioni comunali di San La cura dell'acqua Uno dei momenti più delicati nella vita delle persone affette da demenza è l’igiene quotidiana. Mentre una persona ancora non compromessa nella sua cognitività condivide il bisogno dell’igiene come uno dei bisogni primari dell’essere umano e, proprio grazie a questa convinzione, può superare gli imbarazzi dovuti dalla presenza degli operatori, spesso nelle persone compromesse a livello cognitivo il momento dell’igiene personale alimenta stati di agitazione, confusione e aggressività verbale e fisica. Perciò la Residenza Arcobaleno, al Centro residenziale Monsignor Ciccarelli, a San Giovanni Lupatoto, ha attivato il progetto “Bagno assistito con supporto multisensoriale” , per favorire il rilassamento, ridurre la tensione muscolare, instaurare relazioni positive nella cura quotidiana, promuovere il benessere attraverso l’uso dell’acqua e di stimoli multisensoriali. La storia dell’idroterapia ha inizio con i medici egizi, ma sono i greci a concepire la cultura dell’acqua per scopi terapeutici. Gli antichi romani elevarono il valore dell’acqua mediante le terme e le installazioni balneari, ma bisogna aspettare l’Ottocento e gli studi di Sigmund e Johann Hahn e, successivamente, di Sebastian Kneipp, perché l’idroterapia ottenga maggiore considerazione in ambito scientifico. PAG. 2 Nelle tre foto gli arredi nei locali di Casa Ferrari, al Centro Mons. Ciccarelli Giovanni Lupatoto e di Verona, i fornitori, gli artigiani, i tecnici, gli architetti che hanno contribuito alla realizzazione delle opere murarie e degli arredamenti e, naturalmente, gli operatori della nostra Fondazione che puntualmente diventano protagonisti delle nuove progettualità dell’Ente. Domenico Marte Gli interventi attuati dall’équipe della Residenza si sono mossi in più direzioni: • Interventi volti a creare un ambiente protesico (posizionamento di una vasca idonea, fasci di luce a LED, stereo, asciugamani colorati, bagnoschiuma con estratti vegetali, cuscini, tappetino antiscivolo, termometro per la misurazione della temperatura dell’acqua). • Interventi formativi sul personale affinché prenda coscienza delle potenzialità di questa tipologia di intervento igienico-sanitario e dell’importanza di garantire continuità dei benefici non solo durante l’immersione in vasca ma anche nel momento successivo. È fondamentale il contesto relazionale creato dagli operatori che adottano un approccio globale e un coinvolgimento del soggetto con ascolto, fiducia, attenzione. • Incontri con i familiari dei residenti coinvolti: affinché l’intervento sia efficace è necessario che il bagno venga individualizzato in base alle caratteristiche della persona e non solo sulla patologia, sul livello di compromissione e sui disturbi comportamentali. Si utilizza una scheda di osservazione per ogni intervento, per rilevare i miglioramenti significativi sul benessere (umore, serenità, tristezza) e sui comportamenti (risposta alle domande, relazione con il personale, interazione con l’ambiente). Gli infermieri misurano i parametri prima e dopo ogni bagno. Periodico della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus STORIE DI VITA "Tutto in un abbraccio" Il film sulla Pia Opera Era una splendida giornata chi ci lavora». Detto, fatto. sarà di me? Gli anziani sono estiva del 2015. Come mio soli- Pochi giorni dopo, mi ritrovai persone vere, nel bene e nel to, stavo davanti ai due schermi sull’auto del dottor Marte diretti male. Sono io fra trent’anni. Gli della sala montaggio, lavoran- a Bosco Chiesanuova, la prima anziani non hanno niente da do su uno spot urgentissimo. A delle dodici tappe alla scoperta perdere nel mostrarsi per come un certo punto ha squillato il della Pia Opera. sono: con una vita alle spalle da telefono: «Ciao Luca, ci sarebraccontare e una voglia incredibe un nuovo lavoro; dobbiamo Io avevo la mia reflex e l’unico bile di trovare qualcuno capace incontrarci prima possibile per refrigerio possibile era trovare di ascoltare. Io ero lì per questo definire il tutto». Era Sergio Po- la chiave per raccontare l’essen- e trovai questi due giorni, così letto. Dal tono di voce intuii al za e i criteri che oggi rendono come i cinque giorni successivi volo che si trattava di un video la Pia Opera un’eccellenza non di riprese, toccanti e illuminanti per un cliente importante. Avrei solo italiana, ma europea. Un al contempo. capito solo successivamente viaggio in dodici residenze per Avevo la chiave, ma non era solo quello che mi attendeva. Questo anziani, su tutta la provincia di quella del video "Tutto in un abvideo, infatti, avrebbe cambiato Verona. braccio": era una chiave per la il modo di vedere molte cose. Dedicammo ai sopralluoghi due mia vita. Le residenze erano belLa lavorazione di Tutto in un giornate intere. Dopo quei gior- lissime, luminose, circondate da abbraccio iniziò così. Incontrai ni, trovai la chiave del racconto splendidi parchi fioriti, tecnoloSergio nel suo studio, in centro affidatomi. La trovai guardan- giche e curate in ogni dettaglio, San Giovanni. In sala dal cibo servito alle riunioni c’erano Piepiante, ai quadri tro e un signore a me appesi nelle stanze. sconosciuto fino a quel «Vedi Luca - disse momento, il quale suDomenico leggenbito prese la parola con domi nel pensiero tono cordiale: «Ciao - questo è il senso Luca. Vogliamo racdi tutto quello che contare la Pia Opera facciamo, lo spiriCiccarelli in un nuoto della fondaziovo video istituzionale. ne di Monsignor In modo vero. Niente Ciccarelli: dare edulcorazioni, nessun dignità a ogni film. La verità. Vogliagiorno. La sofferenmo che tutti sappiano za di ogni persona quello che questa strut- Sergio Poletto, Domenico Marte e l'autore del video Luca Adami nell’ottica cristiana tura rappresenta per ha un senso fondachi ci lavora, per chi ci abita e do dentro gli occhi dei residenti: mentale. Quello di avvicinarci a per le famiglie che hanno qui un gli anziani. Gesù e al mistero della sua sofloro parente». La sensibilità ripescò gli ferenza. Per questo cerchiamo Il dottor Domenico Marte fu stessi sapori, le stesse sen- di curare moltissimo gli spazi chiarissimo. Io invece, rimasi sazioni calde che rendono e gli ambienti. Ti chiederai che confuso. La difficoltà del lavoro unica l’infanzia nel ricor- senso abbia; considera che molmi fu evidente: raccontare con do dei nonni. È lì che ti senti ti anziani sono malati di Sla, originalità e veridicità Pia Ope- toccato nel profondo. Di fronte Alzheimer, demenze degeneratira significava raccontare l’uomo avevo persone vere, con vissuti ve in diversi stadi eppure anche negli ultimi anni della sua vita, veri. Ho visto sì la sofferenza, la scienza ha evidenziato quantoccando temi tosti che la gente la malattia, l’oblio, ma ho visto to la cura degli ambienti e lo oggi non vuol sentire, né vedere: anche tanta cura e tanta tene- stile del servizio assumano un sofferenza, disagio, malattia, rezza in chi cerca di dare senso valore addirittura terapeutico vecchiaia, oblio e spaesamento. a tutto. Ho visto la mancanza di verso queste malattie incurabiOggi viviamo tutti in un lim- energia o il dramma della soli- li, rallentandone il progresso e bo di modernità e onnipoten- tudine, ma ho visto soprattutto dando sollievo all’anziano negli za in cui questi aspetti cru- tanta gioia nell’incontrarmi, ultimi anni della sua vita». di e difficili della vita sono tanta autenticità a cui forse non In me quel ragionamento suocancellati, omessi, nascosti, ero più abituato. nò come la chiave del video. come se non ci riguardasse- Nacque in me un pensiero che Dovevamo raccontare questo, ro oppure sono considerati alla lunga, in quelle giornate di ma non lo doveva fare una voce irreali o sfortune destinate lavoro e interviste mi fece rive- fuoricampo. Lo dovevano fare solo agli “altri”. dere tante posizioni personali. gli anziani stessi, il personale e Dovevamo trovare una via. Il pensiero rivoluzionario e con- i volti delle persone che operano Guardai Domenico e Sergio ne- traddittorio che la sofferenza è ogni giorno all’interno della regli occhi: «Per poter raccontare un’occasione. Il pensiero scomo- sidenza. Tutto in un abbraccio questo, devo vedere tutto.» dissi. do, ma reale, che quella stessa non è solo un video istituziona«Portami in ogni residenza, in sofferenza che tutti rifiutiamo, le: è il tentativo di raccontare ogni ambiente. Raccontami chi, in realtà elimina ogni cosa inu- fuori dalla Pia Opera quello che cosa e dove; dammi materia- tile e ci ripulisce dal superfluo oggi viene nascosto: il preziosisle per documentarmi, lavorare per riportare a galla in un silen- simo contributo che gli anziani, e capire da dove nasce la Pia zio assordante l’uomo vero e le con la loro storia e la loro espeOpera, come vive chi ci abita e sue eterne domande: chi sono rienza - potenziate dal mistero qual è il prezioso contributo di io? Perché sono qui? Cosa della malattia e della loro soffe- renza - sanno e possono dare a ognuno di noi. Il video Tutto in un abbraccio è nato da quest’esperienza. Spero di essere riuscito a dare a chi lo guarda anche solo un briciolo di quello che attraversò me, Sergio, Domenico e Simona assieme a tutto il mio staff durante le giornate di produzione. Ringrazio di quest’opportunità soprattutto loro, gli anziani. Perché il senso è davvero lì: Tutto in un abbraccio, quell’ abbraccio che Sergio fissò nel logo della Pia Opera Ciccarelli 18 anni fa e che rappresenta, anche visivamente, lo spirito del fondatore. Luca Adami Video visibile su www.piaoperaciccarelli.org Il giro del mondo in 80 minuti Giro del mondo in 80 minuti: è questa l’opportunità che hanno i residenti di Casa Serena, il Centro servizi della Pia Opera Ciccarelli a Verona, a San Michele Extra, il martedì mattina. Grazie alla nuova tecnologia installata nel salone polivalente, i partecipanti all’esperienza viaggiano in tutto il mondo con l’utilizzo di un computer e di un proiettore. Ogni volta, infatti, viene scelta dagli educatori e dagli anziani una destinazione da raggiungere. La prima parte del viaggio è dedicata al racconto della storia della città o del paese. La seconda parte propone la visione di documentari, video e foto relativi alla meta. Il viaggio virtuale si conclude con un momento dedicato alle curiosità legate al paese.Finora gli anziani del Centro servizi Casa Serena si sono recati in Spagna, Barcellona, visitando la città e approfondendo le opere di Gaudì. Sono stati inoltre in Inghilterra, a Londra, visitando la capitale, i suoi monumenti principali e dedicando un ampio spazio alla famiglia reale e alle curiosità che la riguardano. La prossima destinazione sarà la magnifica Vienna, la capitale dell’Austria, i suoi palazzi, la sua cucina, senza dimenticare una figura importante come quella della principessa Sissi, della quale verrà proposta la biografia romanzata attraverso il celebre film del 1955 con l’attrice Romy Schneider. Questo laboratorio sperimentale sta avendo molto successo. Gli anziani sono entusiasti di poter visitare luoghi mai visti e di conoscere nuove culture e popolazioni vicine e lontane. L’attività ha un’impronta fondamentalmente cognitiva, con sfumature sensoriali legate alle immagini e alle musiche proposte, ma anche socializzante grazie al momento di restituzione e confronto conclusivo. Paola Dal Moro Chiara Cappelletti PAG. 3 Periodico della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus IMPARA L'ARTE Vivere In... Armonia! La musica continua “Vivere In…Armonia! La musica continua…” Il progetto sonoro-musicale “VIA! Vivere In…Armonia! La musica continua…” nasce grazie alla generosa disponibilità dell’Associazione VIP ad assegnare una borsa di studio a due studenti del Conservatorio di Musica di Verona – Biennio di specializzazione in Musicoterapia, per sostenere un percorso musicale all’interno dell’Istituto “Pia Opera Ciccarelli” di San Giovanni Lupatoto. Al nome VIP – “Viviamo In Positivo Vip Verona Onlus” si ispira il titolo di questo percorso, prendendolo in prestito e coniugandolo con l’idea della musicalità e dell’armonia che l’hanno accompagnato nel corso di questa collaborazione. L’intento è stato quello di realizzare una forma diretta di esperienza musicale, indirizzata in maniera specifica alle singole persone nella loro individualità, offrendo occasioni di ascolto di musica eseguita dal vivo e stimoli sonori differenziati, oltre che momenti specifici dedicati alla proposta di stimoli vibrazionali e massaggio sonoro, favorendo un maggior grado di benessere e dando la possibilità anche agli anziani in situazione più grave di poter partecipare all’attività musicale. L’attenzione è stata rivolta anche all’identità sonora degli ospiti. La collaborazione con l’educatrice della struttura ha permesso di raccogliere indicazioni specifiche riguardo i Operatori e residenti durante le attività musicali di Vivere In... Armonia! Il progetto si è svolto in un arco di tempo di circa un mese e mezzo, a partire dalla metà di agosto fino a settembre 2015, all’interno della Residenza Roseto. Hanno condotto l’attività, in qualità di musicoterapisti, Elena Fasoli e Massimo Florio. Le attività, svoltesi con sedute individuali o in coppia sono state rivolte a sei ospiti, provenienti da diversi nuclei della struttura, con gravi compromissioni fisiche e cognitive,selezionati dall’educatrice Alessandra Bonato, in accordo con i familiari. I due terapisti hanno sempre lavorato in coppia, incontrando gli ospiti con cadenza bisettimanale. Il presupposto che ha guidato l’intervento dei due terapisti è che la musica e il suono consentono uno spazio di incontro e la possibilità di vivere un ambito di benessere anche in situazioni di grave regressione, in quanto stimoli sensoriali con valenze simboliche, mediatori tra mente e corpo, strumenti quindi di attivazione psico-corporea. singoli ospiti coinvolti, la loro storia musicale, le loro canzoni preferite, la loro “colonna sonora”, una sorta di traccia che ha condotto la scelta dei repertori LA MUSICA E IL SUONO CONSENTONO UNO SPAZIO DI INCONTRO E DI VIVERE UN AMBITO DI BENESSERE ANCHE IN SITUAZIONI DI REGRESSIONE musicali da proporre ai singoli ospiti. Oltre a questa attenzione, si è cercato di dedicare particolare cura alla qualità del suono, all’offerta di un tessuto sonoro ricco, all’utilizzo adeguato e opportuno dell’elemento sonoromusicale, senza iperstimolare né invadere, ma piuttosto “accompagnando” la relazione. Ci si è avvalsi dell’utilizzo di uno strumentario musicale ricco e variegato per sostenere l’espressione musicale, sonora e vocale, dei terapisti e, quando si è verificato, degli ospiti. In par- ticolare ampio spazio è stato dedicato all’improvvisazione. Per ciascun ospite si è riservato un momento iniziale di accoglienza, dedicando una Canzone di benvenuto improvvisata. Allo stesso modo, al termine dell’incontro, il saluto è stato sempre accompagnato da una breve Canzone di arrivederci. Non sono mancati, inoltre, momenti di improvvisazione esclusivamente strumentale, per offrire un’altra forma di esperienza di ascolto. In ciascun incontro, inoltre, parte del tempo, è stato dedicato all’esecuzione di brani di repertorio, generalmente della tradizione popolare, legati alla storia sonora degli ospiti stessi, nonché di pezzi strumentali dei principali ritmi tradizionali. Infine, in particolare agli ospiti maggiormente compromessi dal punto di vista della reazione diretta agli stimoli, si è proposta l’esperienza del massaggio sonoro, attraverso l’utilizzo dell’adeguato strumentario, con lo scopo di offrire un’esperienza pervasiva, una sorta di “bagno sonoro”, grazie alle vibrazioni prodotte dagli strumenti, accompagnati talvolta dall’armonizzazione delle voci dei terapisti. Il principio di base che conduce questo tipo di proposta è che il massaggio sonoro non “guarisce”, ma fa “ricevere un messaggio” di buon funzionamento all’organismo, di benessere. Oltre alla presenza dei due terapisti, il percorso ha previsto anche la partecipazione, per ciascun incontro, di due clown dell’associazione VIP. In musicoterapia il cosiddetto “setting” è costituito dall’ambiente fisico, dallo strumentario e da tutti gli elementi che intervengono nella relazione musicale, quindi anche da ciascuna presenza fisica, oltre naturalmente a quella dei terapisti stessi. Attraverso le proposte sonoromusicali, l’intento è stato quello di cercare di contattare e rivitalizzare il mondo interno degli ospiti, che sopravvive anche in condizione di malattia e di forte decadimento. La speranza è quella di averlo potuto almeno in parte realizzare, per quel pezzetto di strada che è stato possibile condividere grazie a questo progetto. Elena Fasoli In libreria CITTADINANZA GENERATIVA LA LOTTA ALLA POVERTÀ RAPPORTO 2015 Fondazione E. Zancan Il Mulino Il «welfare generativo» prefigura politiche capaci di andare oltre l’assistenzialismo e porre un freno alla dissipazione delle risorse disponibili. La «cittadinanza generativa», un cambio di paradigma verso nuovi modi di essere società, chiede ad ogni persona di contribuire alla lotta alla povertà e alla disuguaglianza mettendo in campo le proprie capacità a «corrispettivo sociale». In questo modo chi beneficia di aiuti di welfare può entrare in gioco attivamente e «aiutare ad aiutarsi», così da generare dividendo sociale. Il volume si divide in tre parti. Nella prima vengono presentati esempi di welfare generativo e degenerativo, evidenziando modi per riconvertire la spesa sociale da costo a investimento. Nella seconda si illustra come valorizzare al meglio le risorse e le capacità a disposizione, facendo della lotta alle disuguaglianze un’area di investimento e sviluppo sociale. La terza parte affronta il tema delle innovazioni giuridiche necessarie per facilitare pratiche di tipo generativo, a livello locale, regionale e nazionale. COMUNITÀ TERAPEUTICA E COMUNITÀ LOCALE di Natale Bottura, Sergio Bovi, e Giovanni Pieretti Franco Angeli Il volume esprime la specificità delle comunità terapeutiche italiane e cioè la gestione collettiva della crisi della presenza. Invece che essere confinati nelle riserve indiane della terapia uno a uno (anche laddove necessaria, mai da sola sufficiente) la vita di gruppo, lo specchiarsi negli altri ogni giorno consente alle soggettività, normalmente imprigionate da modelli esterni standard, di "fare il loro gioco", di venire in luce e di permettere alle persone, anche alle più ferite e lacerate, di ritrovare se stesse e l'attaccamento alla vita necessario a chiunque per andare avanti. Riportare la società a misura d'uomo, uscire dalla logica incrementale del successo e del consumo e ridare vita alla dimensione collettiva sono tra le cose migliori che le comunità tendono a fare, valendosi in realtà, cosa che non molti hanno compreso, di quel millenario patrimonio di cultura contadina di cui il nostro paese è dotato. Le radici delle comunità terapeutiche poggiano sulle radici più profonde della cultura rurale italiana. Prima che sia del tutto tardi, è ora di ritrovarle. PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PUBBLICAZIONI DOMENICO M ARTE: 045.8296149 ELISABETTA ELIO: 045.8296145 Anno XIV - numero 1 - MARZO 2016 Trimestrale di informazione della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus Reg. Trib. di Verona n° 1551 del 28/7/2003 EDITORE E PROPRIETARIO Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus REDAZIONE E A MMINISTRAZIONE Vicolo Ospedale, 1 - San Giovanni Lupatoto (VR) Tel. 045 8296149/45 - Fax 045 8751111 www.piaoperaciccarelli.org DIRETTORE RESPONSABILE Enrico Giardini GRAFICA E IMPAGINAZIONE StudioPoletto srl - San Giovanni Lupatoto (VR) www.studiopoletto.com STAMPA Tipolitografia Artigiana snc Via Monte Carega, 8 - San Giovanni Lupatoto (VR) PAG. 4