Analisi delle Relazioni Internazionali Una introduzione
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Analisi delle Relazioni Internazionali Una introduzione
Analisi delle Relazioni Internazionali Una introduzione L’Analisi nelle Relazioni Internazionali L'Analisi nelle Relazioni Internazionali si basa essenzialmente su 3 livelli di attività progressivi ma anche, a seconda dei casi, tra essi indipendenti: •descrizione della realtà (resoconto dettagliato dei fatti, individuazione/circoscrizione dell'ambito d'analisi, presentazione degli attori); •spiegazione/interpretazione della realtà (presentazione delle principali tematiche/dinamiche in atto; determinazione e ponderazione degli interessi degli attori, fornitura delle “chiavi di lettura”); •previsione della realtà futura (realizzazione degli scenari, indicazione dei principali trend). L’Analisi nelle Relazioni Internazionali: finalità e obiettivi Scopo dell'attività di analisi nelle relazioni internazionali è: “....la produzione di valutazioni in grado di orientare scelte e decisioni di un determinato Committente in un qualsiasi contesto delle relazioni internazionali.” L’Analista in Relazioni Internazionali: caratteristiche e segni distintivi Secondo questa definizione quindi, l’analisi delle relazioni internazionali presenta quattro elementi caratteristici: Argomento (generale o particolare; singolo o multidisciplinare); Scopo (descrizione, spiegazione, previsione, etc…); Committente (pubblico o privato; politico, economico o sociale, etc…); Prodotto (cartaceo, video, audio, etc…). L’Analista in Relazioni Internazionali: le compentenze Al fine di descrivere, spiegare, interpretare la realtà attuale e produrre valutazioni previsionali, l'Analista in Relazioni Internazionali necessita di: Competenze specifiche in settore/argomento (“l'esperto”) un determinato Background pluridimensionale: conoscenze storiche, geografiche, politologiche e tecniche (economiche, giuridiche, scientifiche, linguistiche, etc...) L'oggetto dell'analisi Oggetto dell'analisi, e quindi dell'attività di ricerca, sono i seguenti elementi: - L'ambiente in cui operano gli attori e il sistema esterno - Gli attori (principali/secondari; interni ed esterni all'ambiente) - Gli interessi degli attori che sono alla base degli obiettivi delle loro azioni - Le risorse disponibili per gli attori nell'ambiente considerato La Piramide dell'Analisi Le attività dell'analista Il COMMITTENTE Analisi previsionale Scenari Previsioni Implicazioni Azioni Spiegazione/ Interpretazione Il Cerchio Interessi Risorse delle Informazioni Descrizione Attori La descrizione differenze tra l'analista e l'operatore dell'informazione (es. Giornalista) “Fotografia” vs. “Rappresentazione tridimensionale” Il giornalista non ha l’obbligo di operatività nel fornire una notizia, la cui rilevanza dipende dall’interesse dell’audience. Quindi, dell’evento può scegliere l’aspetto che più interessa e descrivere solo quello per dare la notizia. L’analista ha l’obbligo di operatività: la sua descrizione è vincolata alla descrizione di molti aspetti ai fine di soddisfare quanto più possibile le esigenze del committente (decisore) La ricerca: differenze tra l'analista e il ricercatore Il ricercatore è interessato a trovare fonti ed informazioni per realizzare un’opera che spieghi le cause/origini di un evento o fenomeno. Generalmente parlando, si occupa della «verità» e dei suoi fondamenti e giustificazioni. La sua attività (la ricerca) difficilmente ha un valore operativo in sé ma serve piuttosto da supporto (di fondamentale importanza!) per l'attività di elaborazione ed interpretazione delle informazioni che svolge l’analista. L’attività di ricerca è uno dei pilastri dell’analista, che spesso si deve basare sull’opera svolta da altri ed affidarsi ad essa non disponendo di tempo e risorse sufficienti a condurre una ricerca autonoma. La ricerca La ricerca (intesa come il documento prodotto dal ricercatore) è quindi una delle principali fonti dell’analista, che vi trova informazioni già organizzate e verificate. Nonostante l’analista debba tipicamente redigere rapporti sintetici, non può prescindere da elementi di approfondimento soprattutto al fine di meglio comprendere l'oggetto della sua analisi. La questione delle fonti Solitamente si usa distinguere tra due categorie di fonti, classificate sulla base della possibilità di accesso: - le fonti aperte (c.d. “Open Source”), per definizione potenzialmente accessibili a tutti; - le fonti chiuse o “confidenziali” (o anche “classificate”), il cui accesso è determinato dall'appartenenza o partecipazione ad un determinato “ambiente” (personale, lavorativo, sociale...). L'Intelligence Open Source (OSINT) Il processo di raccolta, selezione, distillazione e diffusione di informazioni non classificate, rivolto ad una comunità o ambiente ristretto di soggetti in relazione a specifiche tematiche viene definita Open Source Intelligence (OSINT/OSI). L'OSINT è un processo concepito non per acquisire o generare conoscenza in quanto tale, bensì, per permettere all'analista di svolgere al meglio il proprio lavoro attraverso la predisposizione delle sole informazioni necessarie. L'analisi su fonti aperte L'analisi di fonti aperte avviene utilizzando diverse fonti fra cui: mezzi di comunicazione di massa (giornali, riviste, televisione, radio e siti web); portali di informazione o analisi specialistici; materiale scientifico/culturale di varia fonte e formato (es. tesi di laurea/dottorato; pubblicazioni scientifiche; registrazioni di convegni, brevetti...); consultazione di “esperti”; dati pubblici (rapporti dei governi, dati demografici, dibattiti legislativi, conferenze stampa, discorsi, avvisi di varia natura); dati provenienti da banche dati contenenti informazioni istituzionali (visure, documenti anagrafici, dati catastali, documenti di bilancio, etc.); o da database a pagamento con informazioni di provenienza editoriale (rassegne stampa, archivi dei giornali, portali multitestata, etc.). Il “formato” può essere di vario tipo: testo, video, audio, fotografie, mappe… Open Source Data + Open Source Information = Open Source Intelligence Classificazione del “NATO OSINT Reader Open Source Data (OSD): dati grezzi, generici, generati da una fonte primaria (dichiarazioni e corrispondenza personale, registrazioni, fotografie, immagini satellitari di pubblico accesso...). Open Source of Information (OSIF): informazione generica che ha subito un processo editoriale di “filtro” e validazione (giornali e lanci d'agenzia, trasmissioni, libri,...); Il “circuito” dell'Intelligence Committente Bisogno Disseminazione 4 Ds Discovery Discrimination Distillation Analisi Planning Dissemination Selezione Raccolta Info Analisi delle fonti Quando la fonte è una persona o un documento, essa, per quanto autorevole (e talvolta proprio perché autorevole) non ci restituisce l’integrità dell’evento ma ce ne mette a disposizione una versione. IMPORTANTE: la fonte spesso ci dà un’informazione parziale e limitata rispetto alla totalità e alla complessità dell’evento osservato. Sta all’analista incrociare più fonti per ottenere il maggiore dettaglio sugli aspetti che ritiene importanti per comprendere meglio eventi e dinamiche e realizzare la propria analisi. La gerarchizzazione delle fonti Fondamentale importanza: riuscire ad organizzare le fonti in modo gerarchico, in modo da individuarne la provenienza e valutarne l'attendibilità, ossia l'aderenza alla realtà. Questo processo deve essere effettuato con particolare attenzione perché l’eliminazione di una fonte che invece era in grado di fornire informazioni non altrimenti disponibili rischia di limitare le informazioni a disposizione e di condurre alla formulazione di un’analisi errata. Importante: sensibilità ed esperienza ma anche fortuna! Le informazioni certe Le informazioni prodotte dalle fonti devono anch'esse essere organizzate gerarchicamente. Uno strumento utile è quello di dividerle in certe e attendibili. Le informazioni certe: sono quelle sulle quali esistono prove inequivocabili circa la loro fondatezza. Queste informazioni costituiscono i punti fissi sui quali basare la propria analisi. Es. Il Ministro degli Esteri del Paese X ha annunciato la decisione ufficiale del proprio Paese in merito ad una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU. In questo caso l'informazione fornita dal Ministro è certa, in quanto egli è il soggetto autorizzato ufficialmente ad esprimersi ed agire nel contesto indicato (la politica estera). Attenzione tuttavia a non confondere certo (dato 0\1) con autorevole (dato “scalare”). Es.: Se il Ministro degli Esteri è uscito di senno e il suo governo prenderà le distanze dalle sue dichiarazioni ciò inciderà sull’autorevolezza della fonte ma non sulla certezza dell'informazione (ciò che ha detto il ministro è un informazione certa e rimane tale!) … e le informazioni attendibili Successivamente devono essere prese in considerazione le attendibili. informazioni Le informazioni attendibili sono quelle di autori o pubblicazioni considerate come affidabili o autorevoli. Es. L’agenzia di stampa X fornisce l’informazione che Il Ministro degli Esteri del Paese Y ha annunciato la decisione ufficiale del proprio Paese in merito ad una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU. In questo caso la fonte (l’agenzia di stampa) offre un'informazione attendibile in quanto informa su una azione/decisione realmente presa dal Ministro degli Esteri. Affidabilità e attendibilità devono essere sempre messe in relazione al soggetto in esame. Es. il sito di un partito è una fonte che dovrebbe produrre informazioni certe circa lo statuto di quel partito, i suoi membri e le cariche da essi assunte nel partito. Le informazioni divengono attendibile (salvo verifiche incrociate con altre fonti) per quanto riguarda questioni relative ai suoi membri (es. eventuali problemi giudiziari). Il controllo delle informazioni E' opportuno verificare le informazioni certe, utilizzando più fonti, se la provenienza delle informazioni è multipla (es. il valore del PIL di un Paese). Le informazioni attendibili devono invece essere sempre incrociate con quelle certe ed eventualmente scartate se in contrasto con queste ultime. Es. Il docente di Relazioni Internazionali o un giornalista esperto di esteri che riporta la decisione del Paese X in merito ad una Risoluzione dell'ONU (potrebbe essere che le informazioni da lui riportate non siano corrette). Le informazioni presunte e quelle dedotte Data la scarsità di risorse e tempo a disposizione dell'analista per recuperare le informazioni primarie, si deve spesso fare ricorso a informazioni “secondarie”, elaborate dallo stesso analista incrociando le informazioni in suo possesso. •Informazioni dedotte: informazioni tratte da due o più fonti ed elaborate sulla base delle informazioni parziali raccolte (Se il paese A possiede un missile a medio raggio (tre 1.000 e 3.500 km) e il paese B, che dista a 2.000 km di distanza da A viene colpito da un missile di quel tipo, ne deduco che il missile può essere partito dal paese A. •Informazioni presunte: elaborazione delle informazioni raccolte e delle conoscenze accumulate – le fonti mi danno delle informazioni che so con certezza non vere (grazie a mie conoscenze pregresse) e quindi presumo che... ATTENZIONE: la “presunzione” è spesso uno dei limiti principali dell'analista e può facilmente far commettere errori! L’Analista in Relazioni Internazionali: la ricerca L’Analista in Relazioni Internazionali ha scopo di ottenere il maggior numero di informazioni certe e attendibili, catalogarle, analizzarle e metterle in relazione con tutte le informazioni presunte e dedotte che solo in secondo momento o contesto potranno risultare di prezioso aiuto. Ogni mezzo e fonte di informazione è utile: internet, televisione, filmati, fotografie, mappe, immagini satellitari, giornali, agenzie stampa, interviste, guide turistiche, riviste specializzate, racconti di testimoni etc. Nessuna di queste fonti può essere scartata a priori o sottovalutata per qualsiasi motivo se non per il fatto di essere stata identificata come inattendibile. L’Analista in Relazioni Internazionali: la ricerca Ricerca Orizzontale utilizzando un vasto numero di fonti e di informazioni per evitare di “lasciar fuori” elementi utili Ricerca Verticale approfondendo le informazioni raccolte attraverso una ricerca più accurata e dettagliata degli elementi che sono stati selezionati come fondamentali (date, nomi, oggetti, luoghi, etc…) L’Analista in Relazioni Internazionali: gli strumenti per la ricerca Strumenti per effettuare la ricerca: Internet (Ricerca avanzata) Riviste specializzate (via Università ed Istituti di Ricerca e Biblioteche) Giornali ed Agenzie Stampa Intelligence “open source” Mappe fisiche e tematiche ... L’Analista in Relazioni Internazionali: gli strumenti per la ricerca La ricerca su internet: Internet non deve essere considerato la prima o, per alcuni, l’unica risorsa a disposizione nella ricerca. Limiti/ostacoli: Elevato numero di documenti Ripetizione dell'informazione (effetto “cut&paste” o a “ripetitore”) Valutazione dell’attendibilità delle fonti Informazioni generiche e prive di credibilità L’Analista in Relazioni Internazionali: prodotti e servizi Tipologia di “prodotti” e servizi: a)Analisi sintetica (8 h) a)Report o dossier (1 sett.) a)Vero e proprio studio/ricerca (1 mese) Modalità di presentazione: a)Scritta (analisi, dossier, brief, ricerca, presentazione...) a)Verbale (relazione, interrogazione, intervista...) L’Analista in Relazioni Internazionali: sbocchi professionali Tipologia di Committenti: a) Istituzioni pubbliche/amministrazioni locali b) Grandi aziende e PMI c) Banche e assicurazioni d) Fondazioni e) ONG f) Servizi di Intelligence