10 Potiche - Sala Arena

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10 Potiche - Sala Arena
Potiche - La bella statuina
di François Ozon
Francia, 2010 --- commedia --- 1h e 43’
cast Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini
Una commedia perfetta e irresistibile sulla rivincita delle donne negli anni ’70.
Con la coppia Deneuve-Depardieu che si diverte come non mai.
Suzanne è la moglie borghese e casalinga di un facoltoso industriale, sgradevole in famiglia e impopolare
presso i suoi operai. Sequestrato durante uno sciopero dai suoi esacerbati dipendenti, Robert Pujol viene
rilasciato grazie all'intercessione della moglie e all'intervento di Babin, deputato comunista e vecchio amante di
Suzanne. Liberato ma infartato, Robert è costretto al ricovero e ad affidare l'azienda e la responsabilità di
negoziare coi sindacati alla sua svagata consorte. Dietro la scrivania e con sorpresa di tutti, Suzanne si rivela
capace di corrispondere le rivendicazioni operaie e di rilanciare l'attività aziendale. Le fanno corona i due figli e
Babin, che riprende a corteggiarla. Il rientro di Robert complicherà la vita ritrovata di Suzanne, decisa a non
cedere il passo e a procedere oltre.
Soltanto a François Ozon poteva riuscire l'impresa di ricongiungere in un film e dentro un medaglione la
coppia Deneuve-Depardieu che, dopo L'ultimo metrò di Truffaut, perso a un passo da Montmartre,
aspettava da tempo un'altra corsa e un'altra occasione. Ma non si limita a questo la commedia di Ozon, che
racconta una storia di emancipazione femminile e fa i conti con un personaggio che reclama il suo posto.
Catherine Deneuve, algida femme fatale e specchio del desiderio maschile ieri, diventa negli anni Settanta ricreati
da Ozon una donna che si fa carico del proprio destino e della propria storia.
Costretta in una gabbia dorata da un marito fedifrago, Suzanne da oggetto ornamentale (il termine potiche del
titolo è un vaso privo di valore che ha il solo scopo di arredare) diventa soggetto divorante, capace di muovere
i fili di una deflagrazione e “seppellire” (in casa) un marito incapace di arginarla. Fuori dalla dimensione
domestica, dove Ozon fa respirare la pièce di Barillet e Grédy, la Suzanne della Deneuve recupera l'aura della
droga che fu, aggirando questa volta il prezzo da pagare per chi infrange l'ordine che la recintava. Non più
soltanto luccicante bersaglio scopico del marito farabutto di Luchini o dell'amante fragile di Depardieu, ma
costruttrice di eventi narrativi e creatrice di svolte esistenziali.
È di nuovo una donna a incarnare il cinema discontinuo, singolare e inarrestabile di Ozon, vestito di oggetti
che contribuiscono a creare un paesaggio domestico seducente, fatto di divani, tavoli, scrivanie, sedie, telefoni,
soprammobili. E il piacere del suo cinema nasce ancora una volta dal riconoscimento del modello del cinema
classico, elaborato criticamente e nostalgicamente, traboccante di pulsioni anarchiche, siparietti musicali,
spettacolo della vita, teatro dello straniamento, set da melodramma e ancora poesie, canzoni, palpiti, applausi.
Applausi prolungati per un giro di danza che guarda in macchina e un abbraccio che abbraccia Gérard e
Catherine.
Marzia Gandolfi
The Social Network
di David Fincher, con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield
Usa 2010; drammatico - durata 2h
Mark Zuckerberg, il ragazzo che sarebbe diventato
il più giovane miliardario della storia creando il social network più usato al mondo, nel 2004 era uno studente di Harvard brillante
ma con poche doti sociali. Lasciato dalla ragazza, schifato dai club più elitari e con un complesso d'inferiorità malcelato nei
riguardi degli atleti, crea in una notte un software che preleva tutte le foto delle studentesse messe online dalle università e le
mette a disposizione di tutti in rete, lo scopo è votare le più belle. L'applicazione fa il giro dei computer di tutta l'area e
Zuckerberg viene multato per aver violato i sistemi di sicurezza. A quel punto però il suo nome è sulla bocca di tutti per l'impresa
compiuta e due atleti appartenenti al club più importante del college lo contattano per chiedergli di realizzare la loro idea. Non
solo Zuckerberg non lo farà ma prenderà i loro spunti per migliorarli e allargarli dando vita all'odierno Facebook.
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