Prospettive settimanali #27

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Prospettive settimanali #27
Zurigo, 1. luglio 2016
Economic Research
Prospettive settimanali #27
Data
05/07
Ora
10:00
Paese Evento/Indicatore
EZ
Composite PMI, versione finale
Giu
Val.pre.
52.8
06/07
16:00
USA Indice ISM non manifatturiero
Giu
52.9
06/07
20:00
USA Verbale della seduta del FOMC
Giu
07/07
09:00
CH
Riserve valutarie della BNS, mld. CHF
Giu
602.1
07/07
09:15
CH
Prezzi al consumo, yoy
Giu
-0.4%
07/07
13:30
EZ
08/07
07:45
08/07
14:30
Verbale della seduta della BCE
Tasso di disoccupazione,
CH
destagionalizzato
USA Nuovi impieghi creati (ex agricolt.)
53.4
-0.5%
Giu
Commento
Rischio evoluzione negativa causa “Brexit”
Anche i servizi ultimamente meno dinamici
La Fed rimanda ulteriormente la normalizzazione dei tassi di
interesse
BNS conferma acquisti di valute
Ulteriore trend laterale dopo salto ad aprile
Attualmente nessun provvedimento in vista
Giu
3.5%
3.5%
Il tasso di disoccupazione aumenta ancora moderatamente
Giu
38k
180k
Dopo trend negativo del mese precedente nel focus del mercato
 Banche centrali preoccupate dopo la Brexit
 Le aspettative sui tassi di interesse e inflazionistiche
diminuiscono
 Focus: “Brexit” - il “si” aumenta le incertezze
Dopo lo choc iniziale dovuto al referendum sulla Brexit i mercati
azionari hanno guadagnato un po’ di terreno. Il mercato
svizzero, che grazie alle sue qualità difensive ha segnato in
confronto delle perdite sui cambi minime, si trova ora quasi agli
stessi livelli prima del referendum. Ma bisogna ancora rimanere
in allerta. I mercati finanziari rimangono comunque soggetti a
fluttuazioni poiché dopo la Brexit le incertezze rimangono tante
(vedi focus). Non vi è una rotta concreta da seguire per l’uscita
della Gran Bretagna dall’UE. Ma soprattutto è ancora incerto il
significato della Brexit per la congiuntura economica europea e
principalmente per quella britannica così come per l’unione
politica nell’UE.
Alcuni gruppi di imprese nazionali e internazionali hanno già
annunciato di voler annullare alcuni progetti di investimento.
Anche l’umore dei consumatori britannici non rimarrà immune
date le insicurezze causate dalla Brexit. Inoltre, la svalutazione
improvvisa della Sterlina rincara le importazioni. Le previsioni di
crescita della Gran Bretagna dopo l’uscita variano fortemente.
Alcuni osservatori di mercato si aspettano una recessione
mentre altri pronosticano solo un leggero raffreddamento
congiunturale. Secondo il nostro parere non ci saranno eventi
apocalittici. In base a quanto sarà grande la decrescita verrà
implicata anche l’economia dell’Europa continentale poiché la
Gran Bretagna rappresenta un importante partner commerciale
di moltissimi paesi europei. Secondo il presidente della BCE
Mario Draghi nei prossimi tre anni la Brexit potrebbe costare
all’economia europea circa lo 0,5% del PIL. Quanto saranno
forti le conseguenze sulla situazione economica britannica ed
europea si scoprirà solo nelle settimane a venire. Le
preoccupazioni inerenti alla crescita dei mercati sono però
aumentate sensibilmente. Questo si riflette p.es. nelle
aspettative inflazionistiche a lungo termine che sono scese a un
minimo record e ciò senza nessuna oscillazione del prezzo del
petrolio il quale è rimasto pressoché invariato. Anche le
aspettative sui tassi di interesse sono state regressive. Le
aspettative del mercato secondo le quali la BCE dovrebbe
Economic Research
Cons.
52.8
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allentare la politica monetaria nel corso del prossimo anno sono
aumentate.
Anche le altre banche di emissione, tra cui la Banca Nazionale
Svizzera, restano in allerta dopo il referendum sulla Brexit. La
BNS ha confermato l’acquisto di valute e preso in
considerazione altri interventi se la pressione sulla rivalutazione
del franco dovesse perdurare. L’acquisto di valute deve essere
stato considerevole poiché il franco svizzero in confronto alle
altre due classiche valute rifugio come lo yen giapponese e il
dollaro americano si è rivalutato molto meno. Uno sguardo su
quanto sono stati considerevoli gli interventi si potrà dare
settimana prossima osservando i dati della BNS relativi alle
riserve valutarie.
La Banca del Giappone invece, dal 2011, non ha effettuato più
nessun intervento sui mercati valutari. Lo yen giapponese ha un
ruolo più importante nelle operazioni di pagamento
internazionali rispetto al franco svizzero - soprattutto come
valuta rifugio nel continente asiatico. Dopo la Brexit lo yen si è
addirittura rivalutato di più rispetto al dollaro americano. Le
quotazioni USD/JPY sono praticamente di nuovo pari a quelle
del 2013, come prima dell’inizio della forte e straordinaria
crescita monetaria in Giappone. Le aspettative nei confronti
della Banca del Giappone di continuare a prendere delle misure
nella seduta di consiglio di fine luglio sono pertanto grandi.
La Brexit ha influito anche sulle aspettative nei confronti della
politica monetaria statunitense. I piccoli incrementi dei tassi di
interesse sui mercati a termine, comunque previsti nei prossimi
1-2 anni, sono ora completamente eliminati. Janet Yellen,
presidente della Federal Reserve, già prima del referendum
aveva fatto intendere che la Brexit avrebbe fatto protrarre
ulteriormente il prossimo incremento dei tassi. Alcuni banchieri
centrali lo hanno poi confermato nei giorni scorsi. Però non si
esclude che le aspettative sui tassi di interesse potrebbero
risalire, soprattutto se la settimana prossima il tasso di
occupazione nel mercato del lavoro dovesse continuare a salire
considerevolmente dopo la debole crescita del mese scorso.
Con la Brexit la lista alternante e globale dei fattori di insicurezza
si è sicuramente allungata. Perciò non si prevede nemmeno nel
secondo semestre un aumento dei tassi di riferimento negli
USA.
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Focus: “Brexit” - il “si” aumenta le incertezze
Una maggioranza di 51.9% ha votato per l’uscita della Gran
Bretagna dall’UE. Il distacco rispetto ai sostenitori del “remain”
è stato di più di un milione di voti. Un risultato sorprendente
dato che le quote dei bookmaker, solitamente molto affidabili,
prevedevano con molta probabilità una vittoria di questi ultimi.
E non solo per questo motivo il risultato del referendum ha
scatenato forti reazioni nei mercati finanziari. A farne le spese
prima di tutto la Sterlina così come le azioni bancarie. In fine, i
timori relativi a un incidente congiunturale in Europa e in
particolare in Gran Bretagna hanno scatenato forti cali dei corsi
nei mercati azionari. Dopo la forte reazione iniziale la situazione
dei mercati si è pressoché stabilizzata nel corso della settimana.
Le azioni bancarie sono le più colpite
Euro Stoxx Indice Azionario - Settori, indicizzato (24.6. = 100)
105
100
95
90
85
80
75
24.06.2016
27.06.2016
28.06.2016
29.06.2016
Totale
Banche
Alimentazione
Automobili
30.06.2016
Telecomunicazioni
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Secondo il nostro avviso, anche eventi apocalittici sulla
congiuntura economica sono perlopiù improbabili, poiché
attualmente non è cambiato nulla nei rapporti commerciali tra
la Gran Bretagna e gli altri membri dell’UE. La Gran Bretagna,
per intanto, rimane un membro a pieno titolo del mercato
interno europeo, con tutti i diritti e tutti i doveri.
Ma anche un recupero veloce e durevole delle perdite di cambio
non è allo stesso tempo realistico, dato che dopo il “si” alla
Brexit rimangono comunque tante le incertezze. E questo si
tramuta in veleno per la sicurezza nel pianificare degli
imprenditori. Soprattutto sulle Isole Britanniche molti piani di
investimento sono stati accantonati per il momento. Inoltre, la
prospettiva di altre uscite o addirittura di uno sfaldamento
dell’UE potrebbero ulteriormente turbare gli animi. Nonostante
l’avanzare negli ultimi anni di partiti anti-UE in numerosi paesi
membri e il loro addio all’UE dopo la Brexit nessun altro governo
persegue al momento l’uscita dall’unione - malgrado i malumori
dovuti alla politica sui rifugiati. Tendenzialmente positive sono
invece state le elezioni parlamentari anticipate in Spagna di
Azioni
attuale %, 5 giorni %, YTD
8037
2099
2853
9693
4238
Fonte: Bloomberg,
1)
Economic Research
Un vuoto a livello politico si è invece creato in Gran Bretagna
subito dopo il referendum. Il Primo Ministro David Cameron ha
annunciato le sue dimissioni per settembre non appena sarà
eletto il suo successore nel partito conservatore. Fino ad allora
non prevede di formulare nessuna richiesta formale di uscita
all’UE come previsto dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
L’UE allo stesso modo non ha intenzione di iniziare nessuna
trattativa informale. Boris Johnson, finora il successore favorito
e fautore della campagna a favore della “Brexit”, dopo una
forte resistenza non si candida più. Anche all’interno del partito
Laburista oppositore, sostenitore dell’Europa, vige una lotta per
la leadership. Tirando le somme si può dire che il popolo
britannico è profondamente spaccato. Al referendum una
buona maggioranza della popolazione giovane ha votato
contro la Brexit. Lo stesso vale a livello regionale per l’Irlanda
del Nord, la Scozia e Londra. Rispettivamente in Scozia ci si sta
dando da fare per intraprendere un referendum atto a separarsi
dalla Gran Bretagna. Inoltre hanno avuto inizio delle
deliberazioni con Bruxelles per rimanere nell’UE. Anche in
Inghilterra ci sono votazioni e petizioni a favore di un nuovo
referendum, il quale però non avrà luogo dato il risultato del
referendum precedente, ottenuto in modo pienamente
democratico. Anche se il referendum non è vincolante e il
Parlamento potrebbe ancore scegliere di non inoltrare alcuna
richiesta formale di uscita. Il compito degli elettori per il
governo futuro Britannico è quello di avviare velocemente le
trattative, ma arrivare ad un accordo in modo rapido sembra
però poco probabile visto i differenti punti di vista. La Gran
Bretagna vuole mantenere possibilmente più privilegi possibili
ma Bruxelles non ne vuole concedere e questo soprattutto per
intimidire eventuali emulatori.
I risultati di negoziazioni o una sospensione dei colloqui dopo
un periodo di 2 anni, come previsto dall’articolo 50,
riporterebbero gli scambi commerciali a quelli dell’OMC e ciò
potrebbe dare luogo a un nuovo referendum dove i Britannici
potrebbero scegliere se uscire a tali condizioni concrete. Anche
elezioni anticipate, nelle quali si deciderebbe indirettamente
sulla attuazione da fare sono probabili. Le conseguenze
definitive del “si” alla Brexit saranno pertanto ancora per molto
ignote e dipenderanno inoltre dalle riforme future all’interno
dell’UE. Pertanto le incertezze dovrebbero perdurare anche se
il primo fumo dopo il voto storico si è pressoché dileguato. E
questo può causare in ogni momento un aumento della
volatilità dei mercati finanziari.
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Valute/Materie prime
SMI
S&P 500
Euro Stoxx 50
DAX
CAC
01.07.2016 10:00
domenica scorsa. La situazione iniziale per la formazione del
governo con i partiti in disaccordo non è cambiata molto
rispetto alle elezioni di dicembre, tuttavia i partiti oppositori
all’UE hanno perso voti.
Brent
3.7
-0.7
2.8
1.4
3.2
-8.9
2.7
-12.7
-9.8
-8.6
Tassi
attuale %, 5 giorni
EURCHF
USDCHF
EURUSD
Oro
Greggio 1)
1.084
0.976
1.111
1336
49.9
0.4
0.3
-0.1
1.5
3.1
%, YTD
-0.4
-2.6
2.3
25.8
33.9
CHF
USD
EUR (DE)
GBP
JPY
3M
10YR
bp, YTD
-0.78
0.65
-0.29
0.56
-0.02
-0.59
1.41
-0.13
0.81
-0.25
-53
-86
-76
-116
-52
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