Operazione tuono!

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Operazione tuono!
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Operazione tuono!
P
are proprio essere un tuono.
Rieccheggia nella valle, è un
boato rotondo, lungo e cupo: è
la voce autorevole del .408 Chey Tac.
Nulla a che spartire con quello secco e
penetrante dei calibri più piccoli a cui
siamo meglio abituati. Questo sparo,
lungi dall’essere fastidioso, dà anzi una
certa qual soddisfazione al tiratore, come lo potrebbe dare il corposo sound
di un buon V8 al cultore delle quattro
ruote. Il Thunder in .408 CT è sorprendentemente morbido anche sulla
spalla, che si aspettava invece qualcosa
di più punitivo considerate le grandi
energie in gioco. Dall’altra parte della
vallata, da quasi un chilometro, dopo
un tempo indefinito in cui il cuore
pare esseresi fermato per l’attesa, una
nota chiara sembra risponderci come
il tocco di una campana lontanissima.
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La Grande Armeria
Camuna di Martino Baisotti
ha collaborato con le nostre
Forze Speciali per realizzare un
di David
fucile per il tiro di interdizione a
Dellasorte
lunga e lunghissima distanza. Da
questa sinergia di competenze tecniche
ed esperienze operative fuori dal comune
è nato il Thunder, un sistema d’arma
nel poderoso calibro .408 Chey Tac,
in sperimentazione anche dai nostri
Incursori del 9°
È quello della piastra metallica attinta
con precisione dalla palla da 420 grs
sparata dal Thunder a 880 m/s.
Hit!
“Hit!...”. Questa è invece l’esclamazione
soddisfatta del mio spotter, Davide Pi-
senti, che nello spotting scope ha visto
la fumata della palla frantumatasi sulla
piastra-bersaglio di acciaio balistico.
Mi sarebbe bastato solo questo tiro per
dichiarare chiusa con successo la prova.
In operazione, questo unico sparo sarebbe stato infatti decisivo e conclusivo per
la missione. È questo quello che ogni sniper sogna da sempre, cioè colpire il bersaglio al primo colpo. È quello che, in fin
dei conti, tutti i profani si aspettano da
un bravo cecchino. Chi ha invece cognizione di causa, sa che questo è qualcosa
di non scontato e veramente difficile da
ottenere. Le possibilità di farlo, inoltre,
diminuiscono in modo esponenziale
all’aumentare delle distanze d’ingaggio e
al peggiorare delle condizioni meteo. La
scusa per bruciare quell’altra cinquantina di colpi al seguito era invece quella
di saggiare da un lato le potenzialità di
precisione del fucile con altri caricamenti, dall’altro la velocità con cui il software
era capace di gestire munizioni con traiettorie balistiche diverse. Vedremo più
avanti come quest’arma veramente furi
dal comune se l’è cavata.
Genesi e sviluppo
del “Progetto Thunder”
Dopo oltre tre lustri di esperienza della
Grande Armeria Camuna, la G.A.C., nella produzione di carabine custom che si
sono distinte in diverse specialità di tiro
anche in ambito internazionale, il suo
patron, Martino Baisotti, è stato contattato da due forze speciali nazionali per la
collaborazione alla realizzazione di di un
fucile sniper in .408 Chey Tac. Da questa
sinergia nasce il “Progetto Thunder”, un
sistema d’arma sniper con capacità di tiro ultra long range. Il “Sistema Thunder”,
o più correttamente “G.A.C. Thunder
Sniper Weapon Sistem”, è, allo stato attuale, un unicum nel panorama mondiale, in quanto è un vero e proprio sistema
d’arma sniper completo ed integrato.
È infatti costituito dall’arma completa
(fucile, ottica e munizione dedicata)
e dagli strumenti di ausilio al tiro (un
computer palmare con caratteristiche
Mil-Spec, hardware idoneo a gestire al
meglio il software balistico dedicato,
il tutto interfacciato con un telemetro
coassiale al cannocchiale d’osservazione
e collegato via bluethooth con la centralina meteo). Si chiama A.S.B.I. (Advanced Sniper’s Ballistic Integration):
non quindi un accessorio, non solo
un valore aggiunto all’arma, ma parte
integrante di tutto il sistema, quasi la
sua stessa anima potremmo dire, per
il tiro di interdizione ultra long range
proposto dalla GAC. A quanto sopra, si
aggiunge la valigia per il trasporto atta
a contenere la drag bag dedicata,
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Il Thunder sulla Drag Bag a pattern
“Multicam”con, al posto del monopiede, l’appoggio per il rear bag
il kit di manutenzione e pulizia,
il manuale d’uso ed il log book. Scendendo nel particolare, le componenti
fisiche dell’A.S.B.I. sono il software
balistico Field Firing Solution Delta V,
un palmare Nomad Trimble L900, un
telemetro laser Vectronic PLRF 10C
o 15C con cavo di controllo remoto
e montato coassialmente ad un
cannocchiale d’osservazione Leupold
MK IV 12-40x60 ed una stazione meteo Kestrel 4500 NV BT.
Strumenti interfacciati
per un sistema integrato
È ancora opportuno precisare che quello
che rende unico questo sistema non è la
ricca dotazione di strumenti, tutti acquistabili sePa r t i co l a re
paratamente da chiunque
d e l l’ o t t i c a
disponga del budget e delle
e del Cosicapacità di reperimento
ne Indicator
degli stessi, ma il fatto che
tutti questi singoli elementi
siano stati interfacciati per
operare in modo integrato,
per fornire quindi i dati
più precisi possibile nel
minore tempo immaginabile allo spotter e, soprattutto, per avere un SWS
“chiavi in mano”. Ovverosia, un’arma pronta per
essere impiegata in operazione, senza dover perdere
tempo e risorse per trovare
la “giusta munizione”,
studiarne la balistica e configurare quindi il software
balistico. All’atto pratico,
tutti i dati ricavati dai
singoli strumenti vengono
automaticamente trasmessi al computer palmare che
li elaborerà e trasformerà
in tempo reale in dati di
tiro, cioè alzo ed eventuale
deriva (compreso l’anticipo per bersagli in movimento) da impostare per
attingere il bersaglio col
primo colpo. I dati ricavati dagli strumenti sono poi
elaborati secondo l’arma
e la munizione impiegati
in quel momento da quel
particolare tiratore. Più
precisamente, anche se
successivamente entreremo meglio nel dettaglio,
anticipiamo che ad ogni
arma viene adattata una
o più munizioni studiate
ad hoc, ogni ottica viene
ispezionata ed i dati reali
di alzo e deriva per singolo
incremento (il “click”)
sono verificati e memorizzati nel software. Ogni munizione viene
inoltre sottoposta ad un preciso studio
balistico teso ad accertarne le reali caratteristiche dinamiche (velocità media
alla volata e esatti valori di coefficiente
balistico e del correttivo di decelerazione). È la “customizzazione balistica”,
una procedura di studio e sperimentazione che consente di fatto di colpire col
Thunder nel punto mirato un bersaglio
posto anche a due chilometri di distanza dal vivo di volata. In un’operazione
reale, il fatto di non dover continuamente aggiornare manualmente il software con i dati rilevati dagli strumenti
(ad esempio distanza, angolo di sito,
azimuth, densità dell’aria, direzione
e intensità del vento) è di grande importanza per mantenere l’attenzione
sul target e non perderne quindi mai
il contatto visivo. Tale peculiarità consente inoltre di eliminare potenziali
errori umani nell’inserimento dei dati
nel software, evento sempre possibile in
situazioni di stress. Tutto questo è stato
elaborato da Martino Baisotti e Davide
Pisenti. Quest’ultimo, avendo avuto
modo di saggiare con mano la più blasonata produzione d’Oltreoceano, si è
reso conto che, pur essendoci sul mercato ottime armi ed ottimi strumenti,
questi non venivano presentati in modo
sinergico: da questa constatazione, deriva l’idea di fornire il primo SWS “combat ready out-of-the-box”.
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Il Thunder sulla Drag Bag a
pattern “Vegetato”. Notare il
Monopod Accushot BT12-PRM
montato sulla pala del calcio
Il fucile
Anche l’arma, l’ottica e la munizione
come abbiamo detto fanno parte integrale di questo sistema, o, per essere più
precisi, fa parte della configurazione
provata. Infatti, il sistema ASBI non è
vincolato all’uso del Thunder ma può
asservire con grande profitto qualsiasi ar-
ma da cecchinaggio ed anti materiale di
qualsiasi calibro e con qualsiasi tipologia
di proiettile. Ogni singolo sistema può
gestire in tempo reale fino a dieci tiratori
anche con armi diverse e su bersagli differenti. Specifichiamo che i dati di ogni
tiratore, la sua “taratura personale” cioè,
viene anch’essa memorizzata ed entra in
L’ottica Premier Heritage 5-25x56 con Cosine Indicator e bolla anti-cant. Si tratta di un cannocchiale di puntamento poco conosciuto in Italia ma veramente eccellente sotto ogni punto di vista. Come tutte le ottiche montate sul sistema Thunder, anche questa è stata controllata sul banco ottico Hensoldt della GAC
sistema con tutti gli altri dati. Soffermiamoci ora sul fucile, il Thunder calibro
.408 CT, la componente decisamente più
appariscente di tutto il sistema anche se è
proprio quella più facilmente sostituibile.
Anticipiamo subito che a breve questo
modello sarà camerato anche per il .375
CT, munizione estremamente performante che consente di far viaggiare le sue
palle in regime supersonico su distanze
ancora superiori di quelle del fratello
maggiore .408 CT, il quale, in ogni caso
rimane ancora la munizione di riferimento per l’ultra long range militare di
interdizione. È decisamente un bell’oggetto, molto proporzionato in tutte le sue
parti. Infatti, non ci si rende conto delle
sue reali dimensioni fin tanto che non
lo si prende in mano: dopodichè, i suoi
1370 mm a calcio aperto (1160 a pala
chiusa) e i suoi circa 12 kg in ordine di
combattimento (8,5 kg solo l’arma) lo
fanno rivelare in tutta la sua maestosità.
Il Thunder è dotato di azione a ripetizione ordinaria in acciaio inossidabile Aisi
416R (Mil Spec Mil-S-862) con durezza
superficiale di 42-44 RC, con otturatore
girevole scorrevole a due alette in testa.
Ha finestra di espulsione destra
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Sullo sfondo, appena
visibili, le sagome
ad un chilometro
ed è alimentata da un serbatoio
da sette colpi in lamiera stampata in
acciaio al cromo parkerizzato. Anche se
gli esemplari in foto sono “neri”, quelli di
serie saranno trattati come tutta l’arma
in Gunkote, parte interna compresa, per
un’eccezionale resistenza alla corrosione.
Di questi, in dotazione al fucile ne vengono forniti quattro, portando la dotazione
d’arma a 28 munizioni prontamente
disponibili. Il numero dei serbatoi forniti
può certamente variare a seconda delle
esigenze dell’acquirente. Manovrare l’otturatore - sia in bianco sia in poligono con le
cartucce - dà una sensazione di robustezza
e scorrevolezza notevoli, nonostante sia
concepito per un uso gravoso in ambienti
difficili come quello desertico. Tutto il
corpo dell’otturatore è prodotto in acciaio
Aisi 415R (Mil Spec Mil -8-11595 Ord.
4150) è infatti trattato superficialmente
tramite nitrurazione ferratica (Tenifer)
a garanzia della massima scorrevolezza e
resistenza ad agenti esterni abrasivi, sabbia
in primis, che sono ormai onnipresenti nei
moderni scenari operativi. La durezza superficiale data da tale trattamento è di ben
70 HRC, ha un coefficiente d’attrito di 0,4
ed una resistenza alla corrosione in nebbia
salina di 400 ore secondo i protocolli “salt
spray test” DIN EN ISO 9227 NSS. Per la
massima affidabilità, la leva di armamento
è prima avvitata al corpo cilindrico e poi
saldata a TIG. Il tempo di percussione
è molto veloce, quello dichiarato è di 3
millisecondi. È superfluo dire, in un’arma
realizzata dalla GAC, che le alette
di chiusura dell’otturatore sono
perfettamente adattate alle rispettive sedi di chiusura e quindi
la superficie di contatto teorica
è pari a quella pratica. Sul cielo
dell’azione è presente una base
Stanag 2324 (Mil-Std 1913), in
arte Picatinny rail, inclinata di 40
MOA per il montaggio dell’ottica, fissata con 6 viti torx da 8-40
UNS e due spine in acciaio temperato. La canna è una Krieger in
acciaio inossidabile Aisi 416R
(Mil Spec Mil-S-862) da 29
pollici (a cui vanno aggiunti
gli altri 2,5” del freno di bocca) con sei princìpi aventi un
passo di 1:13”. Il citato freno di
bocca, particolarmente efficiente,
ha tre camere di espansione ed è
realizzato in acciaio inossidabile
Aisi 321 avente un’alta resistenza
al calore, come si conviene a questo genere di accessori. È fissato
alla volata tramite un giunto
filettato da 7/8” x 24 tpi.
Scatto al top
Al suo posto può essere montato un soppressore M408 della STW System, lungo 305 mm
per un diametro di 51 mm ed
un peso di 1,02 kg. È un prodotto di vertice, probabilmente
lo stato dell’arte in questa
nicchia di prodotti: è realizzato
in Titanio grado 7 tramite una
sofisticata macchinazione dal
pieno di solamente due pezzi
che saranno uniti per dare corpo al soppressore senza saldature.
Grazie a ciò, garantisce oltre 5000 colpi
di vita operativa senza particolari manutenzioni. Alla prova dei fatti, oltre ad una
sensibile diminuzione del rumore (stiamo
parlando ovviamente di munizionamento
supersonico lanciato da 135-140 grani
di propellente...), azzera il flash di bocca,
componente molto “fastidiosa” in molte operazioni. La copertura termica, lo
“shourd”, assorbe buona parte del calore
derivante dal lavoro del soppressore,
quindi riducendo il disturbo causato
dal miraggio e la visibilità IR. Il gruppo
di scatto scelto è il Jewell modello HRV
tarato a 800 grammi. Rappresenta sicuramente l’eccellenza in ambito agonistico
ed è quello che quando possibile monto
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Il Thunder “portato” in spalla durante
l’avvicinamento alla zona di tiro. Nonostante il peso e le dimensioni, “veste” veramente bene. Stranamente, risulta più
comodo il suo porto con il calcio aperto
Il Thunder, essendo
molto proporzionato nelle forme,
inganna l’occhio: eccolo accanto all’aut o re a l t o 1 7 8 c m
sempre sulle mie armi da tiro. Su un fucile
militare come questo, avrei invece preferito un gruppo di scatto non “scatolato” ed
“essenziale” simile a quello del Winchester
M70, che ben difficilmente potrebbe essere messo in crisi da corpi estranei. È pur
vero che eccellenti armi sniper montano
scatti “scatolati” ed hanno sempre dato
prova della massima affidabilità in anni di
gravoso impiego, ma potendo scegliere li
eviterei con cura, anche a costo di perdere
qualcosa in termini di carico di sgancio.
La qualità, che è poi la dote che ritengo
premiante, può essere altrettanto buona
anche su progetti molto essenziali.
Calcio ergonomico e modulare
L’azione del Thunder può essere montata
su diverse tipologie di calciatura: quella
esaminata è la stessa della configurazione
adottata dalle nostre Forze Speciali. È di
tipo modulare, in lega di alluminio anodizzato e successivamente verniciato in
Gunkote. I punti di contatto con l’azione
Visti dalla parte sbagliata: si possono notare le due versioni di bipiede LRA (notare la
“culla” piu grande nell’arma silenziata), entrambe estremamente valide e versatili. Altri bipiedi testati non sono stati in grado di assicurare la stessa grande stabilità al tiro di
questi che, sicuramente, hanno contribuito a raggiungere i rimarchevoli risultati di tiro
sono beddingati con resina epossidica, sia
nell’area del recoil lug sia in quella della
codetta posteriore. Le due viti di tenuta
dell’azione sono chiuse con una coppia di
serraggio di 7Nm. Il sottoguardia, elemento troppo spesso sarsamente considerato,
è ricavato dal pieno da un blocco di alluminio 6061T6 ed ingloba anche il ritegno
del serbatoio, una leva infulcrata in una
posizione al contempo protetta da sganci
accidentali e manovrabile anche con mani guantate. Sempre il sottoguardia reca
l’attacco per le impugnature M16/AR15
compatibili, a garanzia della massima flessibilità ergonomica. In commercio esistono infatti ormai una miriade di queste impugnature, dalle più semplici d’ordinanza
a quelle con palm rest tipo H&K PSG1.
Porto e trasporto
L’arma si può trasportare all’interno della
sua drag bag spalleggiabile e accuratamente studiata per il Thunder ed i suoi
accessori oppure portata (quindi prontamente disponibile all’uso) con spallacci
tipo biathlon che la fanno apparire molto
meno pesante dei suoi quasi 12 kg in ordine di combattimento. Portando l’arma in
spalla, il serbatoio non crea alcun impiccio
ed è risultato saldamente vincolato alla
sua sede, a scongiurare inopportuni
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Consulenza, ricerca e sviluppo e flessibilità a 360°
n stretta relazione col “Progetto Thunder”, la GAC ha
creato una rete di servizi per
gli operatori professionali e
le Forze Armate in generale
forse ancor più interessanti
ed utili. Specifichiamo sin da
ora che la GAC è in possesso dell’omologazione per la
produzione e vendita Nato
Ncage AJ167 ed in possesso
di licenza del ministero dell’interno per riparazione di armi
destinate alle forze armate,
fino al 12,7 mm compreso, oltre, naturalmente, a realizzare
armi custom di alta precisione
per il mercato civile agonistico e venatorio. È in grado di
realizzare soluzioni su misura
per armi sniper specialistiche
espressamente per il mercato
militare e di Law Enforcement,
come ad esempio fucili con
canne da 18,5” studiate per
essere silenziate con soppressore di ultima generazione
ad altissima efficienza già
impiegati con successo da diversi enti. Molto interessante
e conveniente è la possibilità
di customizzazione di un
progetto preesistente anche
per pochi pezzi, sia esso un
fucile della GAC stessa sia di
qualsiasi altro fabbricante.
Tale customizzazione, da un
punto di vista amministrativo
degli enti statali può essere
considerata una semplice
riparazione o manutenzione
straordinaria e non invece
l’acquisto di una nuova arma,
operazione burocraticamente
lunga, complessa e di incerto
esito. Agli occhi di un esperto,
tali “riparazioni” come ad
esempio la sostituzione per
usura della canna su bolt action; upgrading con calciature
nuove (es. xlr su sako trg) del
gruppo di scatto, rinnovo totale della finitura con gunkote
in qualsiasi tonalità sono di
fatto la creazione di un nuovo,
diverso e migliore fucile, nato
secondo le specifiche richieste
del committente. Naturalmente, è possibile inviare alla
GAC armi per la sola messa a
smarrimenti. L’unica accortezza è
quella di portarlo pieno, in quanto, se
scarico, tende a fare qualche piccolissimo
rumore derivante dallo scuotimento. Essendo priva di qualsiasi logica operativa
l’opzione di porto dell’arma con serbatoio
vuoto (diventerebbe infatti un “trasporto”,
punto/ottimizzazione, come ad
esempio il montaggio ottiche
e devices vari, settaggio regolazione valori di torsione, tutto
con la garanzia di essere fatto
a regola d’arte. Armi invece
operativamente “finite”, per
obsolescenza o sopraggiunti
limiti di vita tecnica, come
ad esempio i Mauser 86 SR
o i tanti altri fucili bolt action
commerciali, che giacciono da
ed allora l’uso della sacca sarebbe più indicato), questi piccoli rumori non debbono
essere considerati un difetto. Il calcio ha
l’opzione della pala ribaltabile sul lato
sinistro. Considerata la mole dell’arma,
durante la fase di trasporto nella drag bag,
soprattutto con soppressore montato,
Sniper e spotter. Notare come tutto l’insieme di strumenti costituenti l’ASBI sia molto compatta
tempo nelle armerie di reparto in attesa di essere versate
o di essere cedute ad altri
enti con minore connotazione
operativa, potrebbero avere un
nuovo futuro. Intuitivamente,
un futuro di gran lunga più
prestigioso di quello precedente. Si pensi infatti che le
carabine da tiro e sniper, preparate o realizzate della GAC,
garantiscono una precisione
questa opzione è sicuramente la benvenuta
in quanto consente di ridurre in modo
significativo le dimensioni totai. Durante
le prove di porto con il doppio spallaccio
tipo biathlon, si è constatato invece che è
più agevole trasportare il fucile con la pala
in posizione aperta, in quanto il bilanciamento è decisamente migliore. Il porto
con pala chiusa, oltre ad essere meno
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di un terzo di MOA, superiore
rispetto ai prodotti industriali nuovi. Il tutto, ad un costo
stimabile in un terzo del
costo di un’arma nuova di
serie. Una prerogativa della
GAC è anche il training totale
a utilizzo, aggiornamento e
manutenzione sui prodotti
realizzati o distribuiti dalla
stessa ditta, armi comprese, con assistenza tecnica
immediata, e, soprattutto,
senza dover fare le licenze
di export-import come per
i prodotti stranieri, pratiche
che sono spesso eccessivamente complesse e lunghe
per le amministrazioni militari, in particolare quando
si tratta di armi da fuoco e
materiali d’armamento in
generale. La GAC fornisce
una consulenza altamente
professionale nella scelta
dell’attrezzatura migliore
sul mercato: dall’arma, alla
munizione dedicata, ai suoi
accessori diretti (custodie,
bipiedi, ottiche, attacchi,
inclinometri, attrezzature
di pulizia e manutenzione),
all’attrezzatura di rilevamento e correzione traiettoria (ASBI4), agli appoggi
tattici (rest, trepiedi, monopod posteriori), ai sistema
di sorveglianza remota, agli
accessori per camouflage
(ghillie complete o materiali
per realizzarle). Per tutti
questi prodotti, grazie alla
profonda conoscenza degli
stessi, è possibile richiedere
un addestramento al loro
utilizzo per goderne di tutte
le potenzialità che per la
giusta manutenzione (importante e spesso sottovalutata
perché si tratta di strumenti
di precisione). Sono invece
purtroppo noti casi di acquisiti presso importatori meno
professionali della GAC che,
una volta venduta la strumentazione all’ente militare,
ha lasciato il personale dello
stesso completamente privo
anche della più banale assistenza post vendita, intesa
sia come consulenza per
l’uso che la manutenzione,
spesso semplicemente per il
fatto che il commerciante si
era semplicemente preso la
briga di importare il prodotto
senza verosimilmente averlo nemmeno mai avuto in
mano fuori dalla confezione.
Il livello della conoscenza
invece che la GAC ha dei suoi
prodotti, si può capire conoscendo la genesi del programma balistico dell’ASBI4:
senza peraltro dare la sensazione di avere
bilanciato è anche meno confortevole
tra le mani una carabina ad aria compresin qualto la pala si trova direttamente a
sa da C10 o, peggio, compromettere la
contatto con la schiena. In linea generale,
robustezza del calcio. L’astina ha, nella sua
la pala ripiegabile sul lato destro, consente
un porto in spalla più
confortevole ed essa si
troverebbe a coprire il
Un bel colpo a
manubrio dell’otturato1000 metri di
re proteggendolo da urti
Paolo Dal Cin, vio aperture accidentali,
sibilmente soddieventi sempre possifatto. Il Thunder
bili come ben sanno i
ha veramente
cacciatori. Nel caso del
una precisione
Thunder invece, la GAC
fuori dal comune,
ha ritenuto più vantagconsentendo di
giosa la scelta della pala a
colpire bersagli
sinistra per poter manograndi poco più
vrare sempre l’otturatore
di un pugno ad un
(soprattutto estrarlo ed
chilometro, grainserirlo quando l’arma
zie anche all’acè all’interno della drag).
curato studio di
La pala presenta la posricarica effetsibilità di ampie regolatuato dalla GAC
zioni dell’assetto di tiro,
la cooperazione tra la GAC e
la Lex Talus di Blaine Field
ha infatti prodotto come
risultato il Field Firing Solution nella versione provata
ed attualmente commercializzata su scala mondiale.
Davide Pisenti è uno dei
tester del software con l’abilitazione da parte dello sviluppatore a fornire training
sul sistema, addestramento
fornito a diversi reparti militari italiani e stranieri.
parte terminale verso la volata, montata
una tri-rail per il montaggio del visore
nutturno ed eventuali altri accessori.
Un degno bipiede
Sotto ad essa è stato montato il
bipiede LRA (si possono vedere
in foto due varianti dello stesso,
uno montata sull’arma con
soppressore e l’altro su quello
con freno di bocca), che da solo,
per quanto si è rivelato stabile e
pratico, meriterebbe un articolo
a sé. Rende l’assetto al tiro così
stabile da sembrare un bipiede
da F-Class, pur mantenendo
pesi e dimensioni assimilabili ai
modelli tattici più diffusi. Consente i movimenti in brandeggio,
deriva e di ortogonalità (il “cant”)
facendo però rimanere immobile
l’arma quando si decide di premere il grilletto. Certamente la
massa dell’arma gioca la
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Ancora sniper e spotter in un momento della prova
sua parte, ma bipiedi diversi montati
su armi altrettanto pesanti non si sono mai
comportati fin’ora così. Caratteristica rara,
le gambe possono essere bloccate non solo
ortogonalmente all’asse della canna, ma
anche in posizione angolata verso la volata,
fornendo un ottimo appoggio per tiri con
angoli di sito negativi molto pronunciati,
come quelli, ad esempio, dal tetto di un
edificio verso il piano terreno di quello di
fronte. Un’opzione questa che potrebbe
essere molto utile soprattutto per armi sniper di polizia o impiego urbano in genere.
Come appoggio posteriore è stato usato
un sacchetto della Triad che è risultato
molto pratico ed efficace. Personalmente,
nella gran parte delle situazioni, non amo
i monopiedi posteriori, quindi preferisco
un disegno di pala tale da consentire l’uso
del sacchetto “gestito” dalla mano sinistra.
In questo caso, la configurazione provata,
pur risultando stabilissima come già detto,
a mio avviso non era il massimo della
comodità, essendo immagino pensata per
un uso con un classico rear bag tipo bench
rest con “orecchie” (rabbit o bunny) e
non un semplice sacchetto da mantenere
modellato con le mano debole. Essendo
questa parte di calcio modulare, non lo
ritengo un difetto.
il confronto con la verniciatura in Gunkote, capace di proteggere le parti con essa
trattate anche se immerse per 60 giorni in
acqua di mare, solo per citare uno dei tanti
test superati da questo rivestimento. Essendo applicabile in modo uniforme e con
piccoli spessori, non interferisce col movimento delle parti ma contribuisce anzi a
ridurne gli attriti da scorrimento.
Verniciatura hi-tech
Tutta la calciatura ha la medesima finitura in Gunkote color “Flat Dark Earth”
(2404F) della meccanica. Questo rivestimento è ormai estremamente diffuso
in quanto garantisce peculiari doti di
resistenza all’azione corrosiva degli agenti
esterni ed al contempo migliora le doti
di scorrevolezza delle parti trattate. Ogni
paragone con i tradizionali sistemi di
passivazione dei metalli non può reggere
Le ottiche
Le ottiche montate sul Thunder possono
essere scelte dall’acquirente. La Schmidt
& Bender 5-25x56 PM II è diventata uno
standard per il tiro sniper a lunga distanza
in quanto ottima senza riserve. L’altra ottica
usata per le prove è una molto meno diffusa
Premier Heritage 5-25x56, che ci ha particolarmente impressionato per le sue qualità.
Ha anch’essa il tubo centrale da 34 mm e ha
il reticolo Gen2 XR con tacche ad intervalli
di 0,5 Milsul primo piano focale. La regolazione del parallasse, tramite torretta laterale,
va da 50 m all’infinito. Le regolazioni teoriche (quelle dichiarate dal fabbricante, cioè)
di alzo e deriva sono in intervalli di 0,1 Mil
per un escursione totale in alzo di 30 Mil e
deriva di 12 Mil. Sull’ottica era inoltre montata una livella ACD ed un indicatore di angolo di tiro Aci della Stdc. In questo caso era
fissata all’arma tramite una base monolitica
a due anelli integrati della Era-Tac a 0 MOA
del tipo a sgancio rapido mentre la S&B era
su anelli Badger USMC M107 (SASR) Extra
High naturalmente per tubo da 34 mm.
immagine a forti ingrandimenti delle
piastre-bersaglio:
dall’ottica settata a
25X si vedono grossomodo di queste
dimensioni apparenti
G . A . C . T h u n d e r ca l . . 4 0 8 C h e y T ac
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G.A.C. Thunder cal. .408 Chey Tac
I due esemplari di Thunder: quello con soppressore monta l’ottica Shmidt&Bender
scelta dalle Forze Speciali italiane
Costruttore: Grande Armeria
Camuna, tel. 0364 339387,
www.armeriacamuna.it
Modello: Thunder
Calibro: .408 Chey Tac
(disponibile anche in .375
Chey Tac )
Funzionamento: a ripetizione
ordinaria ad otturatore
girevole scorrevole,
alimentato da serbatoio
prismatico amovibile da 7
colpi.
Canna: Krieger a 6 righe,
passo 1:13”, lunghezza di
29”
Mire: qualsiasi cannocchiale
di puntamento montato su
base Stanag 2324 (Mil-Std
1913) inclinata 40 MOA;
nella configurazione in
prova, l’ottica è una Premier
Heritage 5-25x56
Gruppo di scatto: Jewell HVR
tarato a 800 g
Sicure manuali: assenti
Freno di bocca: a tre camere
su canotto filettato
Soppressore di suono: M408
STW System in titanio
grado 7, peso di 1,02
Kg, lunghezza 305 mm,
diametro 51 mm, con
Shourd termico.
BIPIEDE:
Monopiede: Monopod
Accushot BT12-PRM
montato su base Stanag
2324 (MIL-STD 1913)
Lunghezza totale: 1370 mm
(1160 a pala ribaltata)
Peso fucile senza accessori: 8,5 kg
Finitura: Gunkote colore Flat
Dark Earth 2404F
Custodia morbida: Drag
Bag SOD su progetto
GAC, spalleggiabile, con
possibilità di stivaggio
accessori, serbatoi
di riserva e l’arma in
configurazione aperta,
chiusa, con soppressore o
con solo freno di bocca
Custodia rigida: Peli iM3300
da 52” in grado di contenere
l’arma nella Drag Bag
Valigia rigida
Peli da 52”,
che contiene
la Drag Bag
dedicata e gli
altri accessori
7,62 NATO; .300 Winchester Magnum; .338 Lapua Magnum; 338 Chey Tac; 375 Chey Tac; quattro diversi .408
Chey Tac, le prime due con palle camiciate, le altre due
con palla monolitica e in fine un bossolo di .50 BMG
Ottiche al microscopio
Come tutte quelle montate sul sistema
d’arma Thunder, anche queste vengono
testate sul banco di prova della Hensoldt
e quindi vengono rilevati i dati reali di
“click” di alzo e deriva, significativamente
diversi di quelli reali. Infatti, ogni singolo
esemplare di ottica, ogni “matricola” per
essere ancor più chiari, ha un suo proprio
valore per l’alzo ed uno per la deriva. In
fin dei conti sono strumenti meccanici
ognuno con le sue tolleranze di fabbricazione, e non si può razionalmente pensare che ad esempio un click da ¼ di MOA
corrisponda per tutte quei modelli di
ottica ad un valore reale. A distanze medio-brevi questo ha scarsa importanza,
sulle lunghe queste tolleranze possono
essere appunto significative e vanificare
tutti i gli sforzi tesi a colpire il bersaglio
col primo colpo. Primo colpo che, giova ricordare, sia in ambito militare che
quello venatorio è quello che più conta.
I dati reali che le torrette di ogni singola
ottica danno ad alzo e deriva sono ricavati appunto strumentalmente tramite
il banco Hensoldt e quindi memorizzati
nel programma di calcolo balistico:
all’operatore non interessa più sapere a
quanto corrispondano i click della sua
ottica, sarà il palmare a dire a lui, o meglio al suo spotter, che dati impostare
per colpire nel punto voluto.
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