SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA

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SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA
SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA
DIVENTARE
GENITORI,
ANDANDO
OLTRE LA
MALATTIA
LA RICERCA
SCIENTIFICA
E LE TECNICHE
MEDICHE
PER NON
RINUNCIARE
Maddalena Corvaglia
Insieme contro il cancro
ANCHE TU PUOI DIRE INSIEME A NOI ”CONTRO IL CANCRO, IO CI SONO!”
Dal 2010, la scelta ogni anno di oltre un milione e mezzo di contribuenti di destinarci
il proprio 5X1000 ci ha permesso di finanziare 14 programmi speciali che puoi
approfondire su programmispeciali.airc.it
I traguardi raggiunti finora sono notevoli e promettenti. Scegli di dire anche tu
“Contro il cancro, io ci sono!”: inserisci il nostro Codice Fiscale e la tua firma nello spazio
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dei redditi e aiutaci a raggiungerne di nuovi.
Codice Fiscale
8 0 05 1 8901 5 2
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO
Per qualsiasi altra informazione su come donare: 800.350.350 e airc.it
Per guardare al futuro
Un cancro è sempre un evento traumatico, ma
lo è ancora di più quando colpisce nell’infanzia
o nel pieno della vita produttiva.
Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumore (AIRTUM), un tumore su 10 si
manifesta sotto i 50 anni: circa 36.000 giovani e adulti sotto i 50 dovranno, ogni anno, fare
i conti con una notizia che cambia la vita. Tra
questi ci sono bambini e ragazzi, ma anche donne (pag 12) e uomini (pag 15) in un’età nella
quale si fanno progetti per il futuro sul lavoro
e in famiglia.
Se un tempo il cancro e la chemioterapia
(pag 4) cancellavano la possibilità di avere dei
figli, oggi non è sempre così. I progressi della
ricerca scientifica consentono, in molti casi, di
evitare danni al sistema riproduttivo (pag 8) e
alle cellule che danno origine all’embrione. In
altri casi è possibile preservare la fertilità in vista
di una futura gravidanza, che verrà ottenuta con
l’aiuto delle tecniche di fecondazione artificiale.
Se il problema della fertilità tocca sia le donne
sia gli uomini, il dramma della malattia durante
la gestazione colpisce prevalentemente il sesso
femminile (pag 6). Un tempo le madri dovevano fronteggiare decisioni terribili come procrastinare le cure per non danneggiare il piccolo
che portavano in grembo, rischiando la propria
vita. Per fortuna oggi esistono alternative sicure per la madre e per il figlio. Un’altra vittoria
della ricerca oncologica in cui l’Italia e AIRC
hanno giocato un ruolo importante.
3
I rischi che si corrono
genetici o cromosomici.
La chemioterapia utilizzata contro i tuPer questa ragione si suggerisce, in parmori di solito include un insieme di farticolare all’uomo, di attendere qualche
maci in grado di uccidere le cellule in
tempo dopo la cura prima di tentare
rapida moltiplicazione. La proliferadi avere un bambino (per inzione veloce è sì una proprietà
formazioni più dettagliate, si
tipica dei tumori, ma anche di
GLI STUDI
vedano le sezioni specifiche
altri tessuti come il sangue, i
DICONO
CHE
dedicate alla donna e all’uofollicoli piliferi (che produI RISCHI SONO
mo). Il tempo di attesa, la
cono peli e capelli) e le celLIMITATI
cui durata dipende dal tipo di
lule riproduttive (o gameti).
cura effettuata, garantisce che
A seconda delle sostanze che
le cellule eventualmente esposte
la compongono, una chemioteraai farmaci siano state eliminate nel corso
pia può quindi avere effetti di intensità
del naturale ricambio cellulare.
variabile sulla fertilità. In generale riduCon queste necessarie premesse, è tutce la disponibilità di gameti (sia maschili
tavia importante sottolineare il fatto che
sia femminili), diminuendo o annullando
gli studi epidemiologici finora condotti
la possibilità della donna o dell’uomo di
su bambini nati da coppie in cui uno dei
avere dei figli.
partner è stato sottoposto a chemioteraMolte chemioterapie hanno anche un
pia hanno dimostrato che non esiste un
altro effetto di cui bisogna tenere conto
rischio significativamente aumentato di
quando si è in età riproduttiva: possono
malformazioni.
indurre mutazioni nella sequenza del
DNA delle cellule e, seppure in rari casi,
dare origine a embrioni con difetti tali da
indurre aborti spontanei (statisticamente gli aborti spontanei sono lievemente
aumentati nelle donne che si sono sottoposte a chemio). In altri casi, per fortuna sempre abbastanza rari, si può anche
avere la nascita di un bambino con difetti
4
5
Un cancro in gravidanza
frequentemente
diaSecondo i dati dell’Istituto superiore di
gnosticato nelle giovasanità, una gravidanza su 1.000 viene
ni donne: ogni anno in
portata avanti, ogni anno, da una donItalia circa 3000 donna che sta anche combattendo conne di età inferiore
tro il cancro. Ciò significa che
a 40 anni hanno
in Italia, ogni anno, visto che
una diagnosi di
nascono all’incirca 500.000
OGGI CI
tumore della
bambini, vi sono circa 500
SONO CURE
mammella”.
donne che devono essere
COMPATIBILI
assistite in una fase tanto
delicata della vita.
Se per loro un tempo non vi
erano alternative tra ritardare le cure
(mettendo a rischio la propria vita) e
abortire, oggi vi sono buone possibilità
di portare a termine la gravidanza e al
contempo curarsi, almeno per alcuni
tumori tra i più frequenti.
Merito della ricerca scientifica che ha
studiato schemi terapeutici particolari
per le donne in attesa.
“Nella stragrande maggioranza dei
casi si tratta di donne colpite da tumore
al seno” spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Struttura semplice di
sviluppo di terapie innovative dell’Ospedale San Martino di Genova, una
delle massime esperte in Italia di cancro in gravidanza. “Infatti il tumore al
seno rappresenta il tipo di tumore più
6
COSA BISOGNA SAPERE
I tumori più frequenti durante la
gravidanza sono in particolare
quelli che vengono facilitati dalla
presenza di ormoni:
• tumori ginecologici (soprattutto della
cervice uterina e dell’ovaio)
• tumori al seno
1
Altri tipi di tumore che compaiono
durante la gravidanza si ritrovano
con la stessa frequenza anche
nelle donne della stessa età che non
aspettano un figlio, in particolare:
• linfomi e leucemie
• tumori della tiroide
•melanomi
2
La maggior parte delle forme di cancro,
comprese quelle che colpiscono
le donne, diventano più comuni
con il passare degli anni e, dato
che la scelta di avere un figlio
si programma sempre più spesso
dopo i 30-35 anni di età, oggi i tumori
compaiono più spesso durante la
gravidanza.
3
In gravidanza ci si sottopone a
maggiori controlli (per esempio
il Pap test), per cui alcuni tumori
possono essere diagnosticati più
facilmente in questa fase.
4
Più difficile può essere la diagnosi
del cancro al seno, perché i
cambiamenti fisiologici a cui la
ghiandola mammaria va incontro
durante la gestazione possono
mascherare la comparsa di piccoli
noduli.
5
Anche altri cambiamenti fisiologici
a cui il corpo della donna va
incontro durante la gravidanza,
o i piccoli disturbi che questo stato
comporta, possono inizialmente
mascherare segni o sintomi di un
linfoma o di una leucemia.
6
7
I progressi della ricerca
di doversi spostare. In Italia è comunque
Oggi abbiamo disponibili percorsi di
in funzione un network di esperti che
diagnosi e trattamento ben consolidati
attraverso consultazioni online molto
per i casi di tumore al seno durante la
spesso fornisce indicazioni adeguate
gravidanza, essendo questo il tumore
ai centri periferici non dotati di
più frequentemente diagnosticagruppi di lavoro specializzati
to in questa particolare situaUNA
nella gestione del tumore in
zione clinica. “Il percorso
VALUTAZIONE
gravidanza.
diagnostico-terapeutico, in
CASO PER
termini di intervento chiCASO
Le precauzioni
rurgico e trattamenti medici
“La maggior parte degli incambia in funzione delle diterventi chirurgici necessari per
verse situazioni, tenendo conto
asportare un tumore può essere eseguito
del tipo di malattia, della sua diffusione
anche in gravidanza” spiega Del Mastro.
e aggressività, dell’epoca della gestazioGli studi hanno dimostrato persino che
ne in cui il tumore viene diagnosticato,
dopo il primo trimestre di gravidanza
ma anche dei desideri della paziente, alla
molti tipi di chemioterapia si possono
luce di valutazioni etiche (per esempio
effettuare senza rischi per il feto. Se posriguardo all’interruzione della gravidansibile, quindi, si aspetta almeno la fine
za) o personali (per esempio l’età o il fatdella dodicesima settimana prima di coto di avere già altri figli)” spiega Lucia
minciare le cure.
Del Mastro.
Oltre alla composizione delle chemioLa donna deve essere coinvolta nelle deterapie, in gravidanza si lavora talvolta
cisioni da prendere da un gruppo multisulla loro intensità, privilegiando chedisciplinare di medici che includa, oltre
mio a basse dosi ma più frequenti: in tal
all’oncologo ed eventualmente al chirurmodo circola nell’organismo meno fargo, anche il ginecologo ostetrico, il nemaco ma per un tempo più prolungato.
onatologo, l’anatomopatologo, il radioUn altro periodo in cui è meglio evitare il
logo. Dato che le competenze coinvolte
trattamento è quello che precede il parto,
sono molte, è particolarmente importante
per evitare un calo di globuli bianchi nelrivolgersi per i trattamenti a centri dotati
la madre e nel bambino che li esporrebbe
di questi gruppi di lavoro, anche a costo
8
LA DIAGNOSI
Se c’è il sospetto di un tumore in
gravidanza occorre scegliere con
particolare attenzione gli esami da
eseguire per arrivare alla diagnosi,
al fine di evitare danni al feto.
Tutte le indagini che non
prevedono l’uso di raggi
X, come l’ecografia o le
biopsie, possono essere eseguite
liberamente. Lo stesso vale per gli
esami che usano le fibre ottiche,
cioè tutte le forme di endoscopia.
1
Se occorre ci si può sottoporre
a radiografie della parte
superiore del corpo (lastra
del torace, mammografia),
schermando l’addome.
2
La risonanza magnetica
(RM) con contrasto viene
prescritta solo se strettamente
necessaria, perché il mezzo
di contrasto è in grado di passare,
in piccola quantità, la barriera
placentare.
3
La TC è controindicata nel
primo trimestre perché espone
ad alti livelli di radiazione, così
come la PET. Vengono usate solo se
davvero non ci sono alternative.
4
9
a infezioni, e di piastrine che aumenterebbe
il rischio di emorragia. Per questo il trattamento va interrotto entro la 34-35ª settimana di gestazione ed eventualmente ripreso
dopo, appena la mamma si è ristabilita.
Infine in gravidanza non si può ricorrere al
trapianto di midollo osseo, che è necessario
per curare alcune forme di leucemia.
Dopo il parto
I farmaci usati per la chemioterapia passano nel latte materno per cui, se la donna è
sottoposta a queste cure, l’allattamento al
seno è controindicato. “Sono assolutamente controindicate in gravidanza, così come
nell’allattamento, anche le terapie ormonali
come il tamoxifene” spiega ancora Del Mastro. “Se una donna ne ha veramente bisogno, dopo il parto si ricorre semplicemente
all’allattamento artificiale”. Anche i nuovi
farmaci mirati vengono usati con cautela
perché non vi sono dati sufficienti a garantire la loro sicurezza per il neonato.
La radioterapia viene sempre rimandata a
dopo il parto ma, in caso di assoluta necessità, si possono considerare applicazioni limitate alla parte superiore del corpo (collo,
ascella eccetera), effettuate avendo cura di
proteggere l’addome con una schermatura.
10
IL RUOLO DELLO PSICOLOGO
Il livello di stress e ansia di una
donna che deve affrontare un
cancro è mediamente molto
elevato. Se questa donna
deve anche portare avanti una
gravidanza, il suo equilibrio
psicofisico può risentirne
ulteriormente. È molto importante
fornire informazioni dettagliate,
in termini non solo di rischi ma
anche di sicurezza delle procedure
effettuate sia per il bambino che
deve nascere sia per la madre. È
inoltre consigliabile che queste
donne (così come i loro compagni)
siano seguite da uno psicologo
esperto.
11
Preservare la fertilità
(in alcuni tumori sensibili agli ormoni
Per preservare la fertilità femminile
le stimolazioni sono vietate perché
esistono due approcci possibili: l’uagirebbero come un fertilizzante per
so di farmaci che proteggono l’ovaio
le cellule maligne). In molti Paesi
dall’azione “tossica” delle chemiostranieri è consentito anche, in
terapie e la conservazione degli
caso di relazione stabile, di
ovociti o del tessuto ovarico
fertilizzare gli ovociti pre(mediante congelamento),
DUE
levati e procedere quindi
per poter ricorrere a una feAPPROCCI
al congelamento degli emcondazione assistita dopo il
POSSIBILI
brioni ottenuti con tecniche
termine delle cure.
di fecondazione assistita per
La scelta dipende anche
eventualmente impiantarli in
dall’età della donna e dalla preutero in un secondo tempo, quando la
senza di altri figli: la probabilità menmalattia è sotto controllo. In Italia la
sile di concepire un figlio, in una donna
procedura più utilizzata è il congelasana, è del 30 per cento intorno ai 30
mento degli ovociti maturi, che vengoanni, si riduce al 20 per cento intorno ai
no fertilizzati solo nel momento in cui
35 anni e scende al 10 per cento dopo
la donna, terminati i trattamenti, ritorna
i 40 anni. Questi tassi influenzano anper avere la gravidanza utilizzando gli
che le probabilità di successo di una
ovociti congelati.
fecondazione assistita e di conseguenza
l’opportunità di prelevare e congelare le
cellule uovo.
Il ricorso alla congelazione degli ovociti presuppone che il tipo di neoplasia
consenta di ritardare di qualche settimana l’inizio dei trattamenti, per avere il
tempo necessario a effettuare la stimolazione ovarica e il successivo prelievo
12
nella donna...
GLI ORMONI DOPO
LA CHEMIO
Nel cancro della mammella
sensibile agli ormoni, per evitare
ricadute, si ricorre in genere a
un trattamento con farmaci che
bloccano l’attività degli estrogeni.
Tra questi il tamoxifene, da solo o
associato agli analoghi del GnRH,
un altro ormone che blocca la
produzione naturale di estrogeni.
Il tamoxifene può indurre una
menopausa precoce, ma il rischio
è molto basso se utilizzato da
solo in donne sotto i 45 anni di
età. Dopo due anni di terapia con
analoghi del GnRH, il ciclo riprende
in genere entro 12 mesi, ma può
accadere che l’età o altri fattori
impediscano questa ripresa.
La scelta della terapia ormonale
da seguire dopo la chemioterapia,
la sua durata e le eventuali
interruzioni per tentare una
gravidanza dipendono da
caratteristiche individuali e dalla
“firma molecolare” del tumore.
Per questo è essenziale decidere
cosa fare con la collaborazione di
un oncologo esperto, che tenga in
considerazione anche i desideri
della paziente.
13
SE LA FERTILITÀ È
COMPROMESSA
Talvolta, malgrado tutti gli sforzi
messi in atto, non è possibile
preservare la fertilità. Anche in
questi casi è possibile ricorrere
a soluzioni alternative, prima di
rinunciare del tutto ad avere dei
figli. Se l’infertilità riguarda la
produzione dei gameti (ovuli o
sperma) è possibile ricorrere a
una fecondazione eterologa da
donatore estraneo, nuovamente
autorizzata in Italia dal 2014.
L’altra opzione è quella
dell’adozione. L’idoneità
all’adozione a una coppia in
cui uno dei due partner è stato
malato di cancro ed è guarito è
legale. È però probabile che tra i
controlli previsti vi siano anche
approfonditi esami medici, perché
l’adozione è un diritto del minore
ad avere una famiglia serena in
grado di accudirlo e amarlo il
più a lungo possibile. Anche la
valutazione psicologica può essere
particolarmente approfondita,
perché l’adozione richiede molte
energie fisiche e mentali e il
giudice ha bisogno di essere certo
che gli aspiranti genitori ne siano
provvisti.
14
Farmaci protettivi
È anche possibile ricorrere ad approcci diversi dalla fecondazione assistita. Si tratta
di mettere a riposo, con farmaci appositi, il
tessuto ovarico in modo che sia meno sensibile agli effetti della chemio. “Circa il 30
per cento delle donne giovani trattate per
un tumore al seno va in menopausa precoce, anche se tale rischio è minore sotto i 35
anni” aggiunge Del Mastro. “Qualche anno
fa, con il sostegno di AIRC, abbiamo dimostrato che questa percentuale può scendere
fino all’8 per cento. Basta mettere a riposo
le ovaie durante la chemio, con semplici
iniezioni intramuscolari di un ormone, la
triptorelina, effettuate ogni quattro settimane”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA,
una delle più importanti riviste mediche
internazionali, dimostra che al termine del
trattamento le ovaie ricominciano a funzionare e i cicli mestruali riprendono.
“Diversamente da quanto si credeva un
tempo, oggi sappiamo che i cambiamenti
ormonali legati alla gravidanza non aumentano il rischio che la malattia si ripresenti”
spiega Del Mastro “e quindi la gravidanza
non è più controindicata nelle donne con
storie di tumori sensibili agli ormoni, come
quello al seno”.
... e nell’uomo
Se un uomo giovane (e ancora più un raRispetto alle donne, che per produrre
gazzo) si ammala di cancro, non sempre
ovuli devono essere sottoposte a stiil suo primo pensiero va alla possibilità
molazioni ormonali e a un prelievo in
di avere dei figli. Tuttavia, una
anestesia locale, la raccolta dei
volta intrapreso il percorso di
gameti maschili (gli spermacura, l’idea di mettere a retozoi) è piuttosto semplice
UN AIUTO
pentaglio la propria possibie non richiede l’uso di alDAL FREDDO
lità di procreare si fa spesso
cun tipo di stimolazione
strada. Quel che gli esperti
ormonale, ma è necessario
segnalano, però, è la necessiattendere almeno 48 ore tra
tà di prendere in considerazione
un campione e l’altro (cioè racgli eventuali effetti delle cure sulla
cogliere a partire dal terzo giorno
fertilità fin dalla diagnosi, perché dopo
successivo) per consentire ai testicoli
potrebbe essere troppo tardi. È fondadi produrre una quantità sufficiente di
mentale, in questo campo, la preparaspermatozoi. Campioni con una conta
zione dell’oncologo e la multidisciplispermatica bassa (cioè contenenti ponarietà del centro al quale ci si rivolge:
chi spermatozoi) non sono utili per la
spesso sono proprio i medici a porre
fecondazione assistita. Una volta termicon delicatezza la questione sul tavolo,
nata la cura contro il cancro (o anche
ma lo fanno solo se a loro volta sono
durante le cure stesse, se la coppia se
consapevoli dell’urgenza del problema
la sente), l’uomo può ricorrere al seme
e se hanno a disposizione strutture adatconservato per tentare, con la propria
te a intervenire.
compagna, un percorso di fecondazione
assistita.
La crioconservazione del seme
L’azione da intraprendere, prima di
Precauzioni e tempi
incominciare una chemioterapia, conLa raccolta del campione avviene, per
siste nel raccogliere il maggior numeragioni legali, presso le banche del
ro possibile di campioni di sperma da
seme autorizzate. Se il paziente oncoloconservare in apposite banche del seme.
gico deve essere sottoposto con urgen-
15
za a chemioterapia o interventi chirurgici,
ha la precedenza su tutti gli altri utenti e,
talvolta, si raccolgono campioni anche in
situazioni non ottimali (per esempio non rispettando i 3-5 giorni di astinenza sessuale
che sarebbero indicati prima del prelievo).
È importante ricordare che si può conservare il proprio seme anche in caso di
tumore testicolare, perché raramente
questa malattia interessa la linea germinale (cioè le cellule riproduttive).
Il campione conservato può essere
ritirato solo dall’uomo che lo ha
depositato. La partner non ha alcun
diritto su questo materiale biologico e la legge italiana consente la
fecondazione assistita solo tra due
partner viventi.
16
Anche lui deve aspettare
La chemioterapia può danneggiare il
DNA contenuto negli spermatozoi. Per
questa ragione gli esperti consigliano
agli uomini sottoposti a chemio di attendere dai 2 ai 5 anni prima di concepire un figlio. Ma la probabilità che il
patrimonio genetico sia danneggiato è
bassissima, in base agli studi retrospettivi disponibili, alcuni dei quali condotti sul finire degli anni novanta, quindi
con chemioterapie anche più tossiche di
quelle attuali. Se la partner di un uomo
sottoposto a chemio rimane incinta accidentalmente, in genere i medici suggeriscono di proseguire tranquillamente la gravidanza, sottoponendo il feto a
controlli morfologici tramite ecografia:
in questo modo si possono verificare
precocemente eventuali problemi, che
comunque non sono frequenti.
Nel caso di una gravidanza cercata e
non accidentale, si applica in genere il
principio di precauzione: sebbene sia
molto raro che uno spermatozoo danneggiato sia anche fertile, questo può
accadere e quindi è consigliabile evitare la gravidanza tramite l’uso di un contraccettivo per almeno un anno dopo la
fine della cura. Questo dicono le linee
guida statunitensi, ma altri medici spin-
BAMBINI E ADOLESCENTI
Quando il tumore colpisce i più
piccoli, i genitori e i medici devono
prendere decisioni al loro posto.
E preservare la loro fertilità può
essere una di queste.
Se fino a qualche anno fa
non vi erano possibilità in età
prepuberale, oggi lo sviluppo
delle tecniche di fecondazione
assistita consente, in alcuni casi, di
utilizzare anche gameti immaturi,
cioè ovuli e cellule spermatiche
non ancora giunti alla totale
maturazione per mancanza dello
stimolo ormonale. Per fare ciò si
prelevano nelle ragazze frammenti
di tessuto ovarico e nei maschietti
cellule spermatiche immature,
direttamente dai tessuti testicolari.
Le testimonianze raccolte dagli
adolescenti sottoposti a questi
trattamenti dimostrano che, anche
quando la vita di coppia e i figli
non appartengono ancora al loro
orizzonte mentale, l’idea che i
genitori e i medici abbiamo tanta
fiducia nella loro probabilità di
guarigione da preservare la loro
possibilità di generare ha un forte
valore simbolico e psicologico.
17
gono il periodo di sicurezza fino a due
anni. L’incertezza si ritrova anche in
studi di andrologia che stimano che in
un anno venga eiaculato tutto lo sperma che è stato eventualmente esposto
ai chemioterapici, ma indicano anche
che tale periodo di tempo può essere
più breve o più lungo in relazione a fattori individuali come la frequenza dei
rapporti sessuali, delle eiaculazioni e
del volume dell’eiaculato.
Si tratta quindi di valutare insieme al proprio medico
quale potrebbe essere
il periodo di attesa più
adatto alla propria situazione personale. In
18
linea generale, quindi, se ci sono ragioni obiettive per accelerare i tempi (per
esempio perché la donna non è più tanto
giovane), è utile rivolgersi a un esperto
di fertilità che può eseguire diversi esami di controllo (tra i quali quello per la
vitalità e la motilità degli spermatozoi,
indice indiretto degli effetti del farmaco
sulle gonadi maschili) e suggerire una
strategia ragionevole che combini prudenza e necessità della vita.
Come il bambù
di Parma, nato dalla passione medica e
Mi chiamo Francesca e vivo a Parma,
dall’ascolto delle storie familiari come
dove lavoro come insegnante di scuola
la mia.
primaria. Sono mamma di due bambini:
Nei sette anni di controlli, non anTommaso e Giovanni.
davo solo a fare una visita o
Dovrei, prima di raccontare la
un’ecografia: mi sono sentita
mia storia, dire che la parola
protetta, compresa, accomcancro mi ha accompagnaIL
FANTASMA
pagnata.
to fin da quando sono nata,
DEL CANCRO
Con la prima gravidanza non
come un fantasma che mi
ho potuto donare il sangue
rincorreva e mi perseguitava.
del cordone, che viene usato
Quasi tutte le donne della mia
per trapianti di midollo. Così per
famiglia, infatti, si sono ammalala seconda gravidanza chiesi alle dottote e sono morte per cancro e fu questo il
resse del centro, che si prodigarono per
motivo per cui decisi, nel 2007, di sottopormi al test genetico per la ricerca del
gene BRCA. Ci pensai un po’ su e dopo
aver ascoltato vari pareri presi la decisione che mi ha salvato la vita.
Ricordo che su un foglio scrissi i pro e i
contro. Nel foglio c’erano molti pro e un
solo contro: se avessi saputo di avere il
gene avrei perso la serenità, ma questo
contro fu subito scacciato via dal pensiero che comunque serena non potevo
esserlo, per quanto avevo visto capitare
nella mia famiglia. Sarei stata sicuramente più tranquilla nelle mani del medico.
Il referto diceva BRCA1 positivo. Sono
stata seguita dal centro di oncogenetica
19
20
capire se potevo farlo (o anzi, se non
all’apparenza minuto, si stava rivelando
fosse, nel mio caso, utile una donazione
forte e resistente.
destinata ai miei familiari). Fu così che
Facevo appello alla resistenza, quella
ottenni di fare una donazione dedicata
della canna di bambù che si piega ma
alla mia famiglia. Il 29 gennaio 2013, lo
non si spezza. Ce n’è voluta tanta di restesso giorno in cui ritirai le carte per posistenza.
ter donare il cordone, fu il giorno in cui i
E molta pazienza e amore da parte delle
medici mi sottoposero a una biopsia con
persone che mi sono state vicine.
agoaspirato…
Mio marito Alessio, prima di tutto e di
Nel momento per ogni donna più
tutti, che ha preso delle decisioni
bello, all’ottavo mese di graviinsieme a me, con razionalità
danza, sentivo che qualcosa
e sensibilità; i miei suoceri,
LA CHEMIO,
non andava, così chiamai la
la mia famiglia, i medici che
ALLEATA
dottoressa, tanto per avere
mi hanno curata e un gruppo
PREZIOSA
una rassicurazione telefodi donne speciali, le “Ragaznica: lei non sottovalutò la
ze fuori di seno”, incontrate
cosa, mi disse di andare a fare
su un blog del dottor Salvo Cauna visita e fu così che diventai una
tania, di Medicitalia, e condotto da
paziente oncologica.
medici altrettanto speciali che mi hanno
Fu tutto molto veloce: il parto organizzainsegnato che per affrontare le sfide della
to in neanche una settimana, la chemiovita ci vuole non solo coraggio ma anche
terapia solo 11 giorni dopo. Una cura che
un pizzico di follia.
è stata la mia salvezza.
Continuo a recitare la mia meditazione,
Non l’ho mai chiamata tossica e per me
ringraziando i tanti medici che fanno rinon lo è stata: è stata invece un’alleata
cerca: alcuni volti li conosco, perché ripreziosa. Ogni volta che facevo la teracevo Fondamentale, il giornale di AIRC,
pia, recitavo una bellissima meditazione
e nei loro occhi scorgo la passione e la
che mi è stata regalata. Ringraziavo tutte
voglia di non mollare nonostante le difle generazioni di medici e farmacologi,
ficoltà.
risalendo indietro nei secoli, che con
la loro esperienza e conoscenza hanno
Francesca Duranti
contribuito a rendere disponibili questi
farmaci in grado di aiutarmi e curarmi.
Mi impegnavo perciò a onorare la cura
in piena consapevolezza e gratitudine.
Ringraziavo anche il mio corpo che,
21
Un problema
di tutti
Maddalena Corvaglia, salentina, è un volto
biamento a cui vanno incontro le persone
noto della televisione da quando, nel 1999,
che ce l’hanno fatta, ma anche quello che
affiancò Elisabetta Canalis nella parte della
producono coloro che stanno cercando una
velina in Striscia la notizia. Da allora ha
soluzione per questa malattia. Vorrei che un
condotto trasmissioni di intrattenimengiorno pensando alla parola cancro le
to e di musica, non disdegnando le
persone la associassero al massimo
attività di volontariato. È testiall’oroscopo!
monial di AIRC perché, come
Ha conosciuto donne che afFORZA,
ha detto recentemente “sono
frontano questa malattia? E
COSTANZA E
una donna, una madre, una fipensa che sia giusto parlare
CAMBIAMENTO
glia… E il cancro è una malatdi cancro in televisione?
tia che non risparmia nessuno”.
Sì, ho conosciuto delle donne
Che cosa si aspetta una sosteniche hanno combattuto questa matrice come lei dalla ricerca scientilattia, ed alcune che tuttora lo fanno.
fica?
È un’esperienza che ti segna profondamenMi auguro che accada quello che è accaduto
te, dopo la quale non sei più la stessa persogià per molte altre malattie che mietevano
na. Proprio per questo credo che non solo si
vittime e che oggi non uccidono più. Mi
possa, ma si debba, parlare di cancro in TV.
auguro che la ricerca porti a una cura per il
Ignorarne l’esistenza non è la soluzione.
maggior numero di malati possibile.
Cosa fa per mantenersi in salute e prevenire le malattie?
Purtroppo nessuno di noi è immune dalla malattie al 100 per cento, ma credo che
un’alimentazione sana e varia e, soprattutto,
una costante attività fisica portino grandi benefici nella prevenzione del cancro e di tante
altre malattie. Io mi devo muovere per forza,
anche per ragioni professionali, ma mi ritengo fortunata perché questo aspetto della mia
attività mi aiuta a mantenermi in salute.
A cosa associa la parola cancro?
Di primo acchito la associo a emozioni negative, come è ovvio: paura, tristezza. Ma
poi penso alla forza che le persone manifestano in queste situazioni e soprattutto alla
forza e alla costanza di medici e ricercatori e
la associo alla parola cambiamento. Il cam-
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RENDIAMO IL CANCRO SEMPRE PIÙ CURABILE
Oggi i tassi di guarigione, soprattutto per alcuni tumori, sono aumentati clamorosamente grazie al progresso
della ricerca scientifica. La guaribilità media dei tumori è più che raddoppiata in soli 30 anni. Di questo
progresso sono promotrici AIRC e la sua Fondazione FIRC, che investono su giovani talenti e progetti innovativi
e diffondono una corretta informazione sulle novità terapeutiche e diagnostiche e sugli stili di vita da adottare
per una buona prevenzione.
I COMITATI REGIONALI, UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER
TUTTI I NOSTRI SOCI
Editore: Associazione
Italiana per la Ricerca
sul Cancro
Sede: Via San Vito 7,
20123 Milano, Tel. 02
7797.1
www.airc.it - Numero
Verde 800.350.350
Coordinamento
redazionale: Patrizia
Brovelli (redazione@
airc.it)
Testi: Daniela Ovadia
(Agenzia Zoe),
Francesca Duranti
Progetto grafico e
impaginazione: Silvia
Ruju
Fotografie: Simone
Comi, Foto Izzo,
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Stampa: Rotolito
Lombarda (MI), aprile
2016
Abruzzo - Molise
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Marche
c/o Edificio Scienze 3
dell’Università politecnica
delle Marche
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60131 Ancona
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Piemonte - Valle
d’Aosta
c/o Istituto per la ricerca e
la cura del cancro
Strada Provinciale 142,
km 3,95
10060 Candiolo (To)
Tel. 011 993 335 3
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Puglia
Piazza Umberto I, 49
70121 Bari
Tel. 080 521 870 2
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Sardegna
Via De Magistris, 8
09123 Cagliari
tel. 070 664172
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Sicilia
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90141 Palermo
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Toscana
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Umbria
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06124 Perugia
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Veneto
Via Gaetano Trezza, 30
37129 Verona
Tel. 045 8250234
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COME CURARE L’AZALEA DELLA RICERCA
Si chiama Azalea Indica Syn Rhododendron Simsii Fam. Ericaceae. Piante Rattiflora Como Insegna
Azalea di Gand: la prima IGP
per un prodotto orticolo
Le competenze e la
professionalità dei produttori
nell'arco dei secoli hanno
permesso all'azalea di Gand
di diventare il primo prodotto
orticolo a ottenere il 17
marzo 2010 l'etichetta
europea di origine e di qualità IGP (Indicazione
geografica protetta). Solo le azalee che rispettano
specifici standard di qualità e sono coltivate in questa
regione potranno essere messe in vendita con il nome
di azalee di Gand.
Maggiori informazioni su www.gentseazalea.be
Va collocata alla luce,
non al sole diretto
Deve essere bagnata
abbondantemente (immersioni nel
vaso) ogni 2/3 giorni
Necessita di rinvasatura dopo
a fioritura o di essere messa
a dimora con terriccio a pH
acido (torba)
Ama ambienti luminosi
e freschi
Non sopporta temperature
sotto i -5°
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