La CITTA` NUDA-Intervista a CARLO RODA - Cut-Up

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La CITTA` NUDA-Intervista a CARLO RODA - Cut-Up
Cut-Up
La CITTA' NUDA-Intervista a CARLO RODA
Inviato da Andrea Campanella
lunedì 24 marzo 2008
Ultimo aggiornamento martedì 25 marzo 2008
Carlo Roda è uno dei più grandi collezionisti di film in pellicola. Ha dedicato tutta la sua vita al cinema. Ricordo di averlo
incontrato per la prima volta a 16 anni, nell'ambito di una rassegna musicale in cui vidi per la prima volta Help e A hard
days night dei Beatles, diretti da Richard Lester, nonché Stage, l'introvabile documentario del tour di David Bowie del
1978. Negli anni Carlo ha dato vita ad un numero imprecisato di iniziative cinematografiche, ed ha curato
programmazioni in sale storiche.Credo di poter affermare che una città ( che non possiede un cinema comunale) dove si
sceglie di fare a meno di persone come Carlo sia una città avviata verso l'imbarbarimento culturale.
“Prima di rispondere alle domande, permettimi alcune considerazioni: sulla cultura alla Spezia c'è poco da dire; la
decadenza culturale di questa città si taglia con il coltello. Non basta qualche piazza pavimentata a nuovo o qualche
museo in più per accrescere il livello culturale. Come dicono i giovani: non succede mai niente. Non c'è più dibattito
culturale, nessun convegno o seminario. Non si parla più, non si discute di cultura, e tutto questo non è solo colpa degli
amministratori degli ultimi dieci anni (almeno), ma anche della popolazione (dei giovani soprattutto), che non ha più
alcuno spirito di dibattito, di confronto, di curiosità verso nuove forme di comunicazione. Vedo molta indifferenza, anche
solo rispetto a dieci anni fa”.
Tempo fa è venuto da me un documentarista, Tòmas, che mi ha chiesto di parlare di te. Mi sono detto, " questo è un
grande!" e mi sono messo a disposizione. Ci vuoi parlare di questo progetto?
Due anni fa un gruppo di studenti del corso di fotografia e cinema dell'Università Napier di Edimburgo chiese ospitalità al
Parco delle 5 Terre per girare un cortometraggio. Siamo entrati in contatto, e parlando di cinema rimasero colpiti dal
racconto di come è nato l'Archivio del Film, e di come siamo riusciti a raccogliere oltre 2000 film in pellicola nell'arco di
vent'anni. Questo tipo di esperienza (ahimé) è esclusivamente italiana, perché all'estero gli Archivi e le Cineteche
funzionano davvero, non come in Italia dove i privati devono sopperire alla salvezza e al recupero di tanti film, anche
nazionali. Tòmas Sheridan, un italo-inglese, è il regista che, rimasto colpito dal progetto, ha deciso di realizzare un
cortometraggio intitolato L'archivio dei sogni per descrivere questa peculiare esperienza.
Mi pare ci sia un rinnovato interesse per il tuo lavoro, soprattutto da parte dei giovani. Come interpreti questo segnale?
Non c'è un nuovo interesse verso il cinema, e a Spezia men che meno. La realtà è senz'altro diversa in città, dove la
cultura è sostenuta e incoraggiata. Qui non frega niente a nessuno. Per questo motivo non realizzerò più nessuna
iniziativa alla Spezia.
Tu sei sempre stato un punto di riferimento per chi amava il cinema. progressivamente la tua presenza si è fatta quasi
scomoda, ci spieghi perchè?
Nell'arco di trent'anni abbiamo accompagnato la diffusione della cultura cinematografica in questa città, con i film dei
grandi autori dal muto ai giorni nostri, e sono tantissimi che ancora oggi si ricordano le rassegne del Cinema Candor a
Mazzetta. Non è che oggi la mia presenza si sia fatta scomoda, è che in questa città chi cerca di fare qualcosa, da solo,
sembra dare fastidio a chi pensa che solo le istituzioni debbano fare cultura (magari male, o per giustificare il lauto
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stipendio di assessori e funzionari vari). I risultati, desolanti, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini. Ma oramai di tutto
questo mi interessa poco o nulla, perchè oggi il nostro lavoro è riconosciuto in Italia: abbiamo collaborazioni con i comuni
di Modena, di Milano, etc., e in Europa ci vengono richiesti film italiani per rassegne e manifestazioni internazionali. Il
Centro Culturale Pompidou di Parigi, ad esempio, ci ha chiesto una copia di Porcile di Pasolin, e la Cinemathéque (il più
grande archivio cinematografico del mondo) ci ha chiesto film di Alberto Lattuada.
Tu lavori con l'Italia intera, ma non riesci a vedere il tuo lavoro riconosciuto dove vivi ( sei in buona compagnia). Come
vivi questa situazione?
Del nostro lavoro non è mai importato molto ad assessori o amministratori vari, né del Comune, né della Provincia, né
della Regione. Ci ricolleghiamo alla risposta precedente.
L'apertura di un Megacine credo sia stato uno degli eventi luttuosi della cultura spezzina. Personalmente non ci ho
messo mai piede e mai ce lo metterò, poichè penso che nulla abbia a che fare con il cinema propriamente inteso. Eppure
l'amministrazione ha detto che questo è il futuro!
L'apertura del Megacine ha portato alla chiusura di quasi tutti i cinema della città, com'era prevedibile. Solo gli
amministratori che l'hanno avallata, di concerto con la Camera di Commercio, fanno finta di non vedere la desolazione
del centro città dopo le 20. Si vede normalmente, anche come conseguenza della chiusura delle sale del centro. D'altra
parte, è inutile negare che il grosso del pubblico preferisce il Megacine e i suoi film.
Nel cinema Garibaldi avevi investito molto, soprattutto in termini di energie ed entusiasmo, continuavi nella vera attività di
Cineforum, riproponendo Tarkovskij, Godard, Burton d'annata e molto molto altro. Proprio ora che si è dimostrato il
fallimento delle multisale e c'è un ritorno al cinema propriamente inteso, nutri qualche speranza?
Nel cinema Garibaldi, una delle ultime sale storiche che eravamo riusciti a riaprire, ho messo molte energie personali e
fisiche, ma chiaramente, quando tutti i film che escono vengono programmati al Megacine, è difficile andare avanti:
pagare l'affitto, le bollette, etc. Non abbiamo trovato nessuno che desse un contributo per le spese (e pensare che si
trattava di soli 20 mila euro all'anno), per tenere vivo uno spazio dove poter fare anche altri tipi di attività. Né il Comune,
né la Provincia, né la Regione hanno mostrato interesse.
Nota dell'intervistatore: da uomo di cultura, posso sottoscrivere in toto le affermazioni di Carlo, in quanto vissute in prima
persona, per le attività di Cut-Up , (non ultima la poco edificante vicenda legata al video dedicato al campione Bruno
Visintin). Lo slogan di un politico locale, ora sindaco, recitava: Liberiamo le nostre energie (riferite alla città). Stiamo
ancora aspettando.
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