Entra Elena - WRITING THEATRE at school

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Entra Elena - WRITING THEATRE at school
ELENA LA ROSSA
Rielaborazione di “Il diario” di Antonela Brocco, Matteo Marani, Giulia Barbieri Eduardo, Angelo
Vacirca, Germana Magagnini e Pasquale Coppola
a cura di Sabina Parisi
Entra Elena nel bar (la scrittrice si blocca appena sente la musica di sottofondo), si guarda attorno da
una rapida occhiata al barista si avvicina al banco.
ELENA
Scusami, sai il titolo di questa canzone ?
BARISTA
Ma che sono un jukebox.
Elena lo guarda meglio.
ELENA
Ci conosciamo ?
BARISTA
Direi di no !
ELENA
Ma sei sicuro, a me sembra di conoscerti!
BARISTA
Non mi sembra proprio, comunque adesso devo lavorare, prende qualcosa ?
ELENA
Si un caffè, mi siedo a quel tavolo la in fondo.
BARISTA
Bene, lo porto subiti, si accomodi.
Intanto si sente un rumore provenire da un tavolo dove è seduta Giulia che ha appena fatto cadere il
piattino con i biscotti, il barista lascia il bancone e si avvia al tavolo con un piccolo aspirapolvere per
raccogliere le briciole in terra. Elena al rumore dell’aspirapolvere si gira di scatto e come immersa in un
sogno la vediamo ricollegare tutta la storia, infatti appena il barista torna al bancone lei subito gli dice:
ELENA
Ora ricordo, ti dice niente il Bluenight…
BARISTA
Bluenight… il locale in centro…
ELENA
Si proprio quello.
BARISTA
Certo che me lo ricordo ho lavorato li due anni, ma scusi lei che c‟entra con quel
locale malfamato?
ELENA
So che può sembrarti strano ma io sono Elena o meglio Lady Godiva!
BARISTA
Lady Godiva ma sta scherzando, è impossibile!
ELENA
Eh no, caro il mio barista, credimi sono proprio io, si sono passati un po‟ di anni e
sicuramente sono cambiate molte cose da allora nella mia vita…
BARISTA
Ma è incredibile chi l‟avrebbe detto, appena ti ho vista entrare mi sei sembrata una
manager, una donna di successo e invece sei solo una…
Elena lo guarda.
BARISTA
Scusi non volevo…Insomma meglio che mi sto zitto!
ELENA
No non c‟è bisogno che ti scusa hai ragione forse dovrei spiegarti cosa è successo
negli ultimi anni… Ricordi che vivevo con Jill, quella ragazza iperattiva e un po‟ rompipalle, di cui mi
lamentavo sempre? Beh è stato proprio grazie a lei che un giorno, per non sentire le sue lamentele e
soprattutto per non vederla pulire in continuazione, esco di casa in tutta fretta. Per prima cosa fuori dal
portone pesto la merda di un cane e penso alla solita sfiga che mi perseguita, poi entro nel solito bar
dove c‟è Giovanni, un mio amico, che come ogni mattina, mi capisce dallo sguardo e senza che dico
nulla, mi serve subito cappuccino e cornetto (integrale al miele, ovviamente). Con me ho soltanto il mio
inseparabile diario, l‟unico che mi conosce veramente. Sapevo poco sul conto di Giovanni, ma credo
che anche lui sia uno di quelli come me. Venuti da adolescenti a cercare fortuna in una grande città. E
finiti a sbattere ai margini di quella società urbana. Mentre bevo il cappuccino, il mio sguardo cade
verso il secondo sgabello, dove la solita donna che ogni giorno alla stessa ora si siede per consumare il
suo „secondo‟ spuntino della giornata: il brunch, come lo chiamano quelli „come lei‟. Indossa l‟ennesimo
tailleur, accompagnato dall‟ennesimo paio di scarpe décolleté, e si vede che è pronta a ripartire per
l‟ennesimo appuntamento. Io invece, con tuta e scarpe da ginnastica, sembro un mostro rispetto a lei,
nonostante credo di esserle coetanea. Una donna lei, una donna di successo. Una troia io, e nemmeno
di tanto successo…Finita la colazione esco dal bar più avvilita che mai e vado in giro per la città senza
una precisa meta, non avendo voglia di tornare a casa, verso ora di cena prendo un autobus semivuoto, diretto verso la periferia. Dopo un pò, ormai rimasta sola, scendo. E passeggiando, vedo una
signora anziana impegnata ad aprire la saracinesca della sua osteria. Vedo che si trova in difficoltà e mi
avvicino per darle una mano. Lei per ringraziarmi mi invita a mangiare un boccone insieme, dato che in
mezzo alla settimana quel piccolo ritrovo era sempre deserto. Accetto ben volentieri, dato che la
signora aveva l‟aria simpatica ed era molto disponibile nei miei confronti. Era da tempo che nessuno mi
trattava così. Durante la sera parliamo delle nostre vite. Io in un impeto di coraggio, gli dico la verità sul
mio conto e con immensa, quanto gradita sorpresa, scopro che la cosa non la disturba affatto, anzi
sembra che mi comprende. Durante la conversazione, la signora nota il mio diario, che come sempre
poggiato vicino a me per paura di perderlo. Nessuno ha mai letto il mio diario, e fino a quel momento
avevo sempre pensato che sarebbe stato così per sempre. Quella sera però, avevo conosciuto una
persona splendida, che mi comprende e che mi accetta per quello che sono diventata, al contrario di
tutti quelli incontrati e conosciuti finora. Quindi lo apro, e comincio a leggerlo, spiegando come e dove ci
scrivevo. La signora rimane colpita per la sensibilità e la sincerità con cui lo avevo scritto fino ad ora. Mi
incoraggia, a sfruttare questo mio lavoro. E mi propone di farmi aiutare da un suo cliente abituale: un
piccolo editore di provincia. Le dico che ci penserò, anche se non sono molto convinta di rivelare i miei
segreti, e credo che lei se ne sia accorta. Però insiste comunque per lasciarmi il bigliettino da visita
dell‟editore. La saluto, esco e mi affretto ad andare al lavoro. Prendo il bus verso il centro e scendo
vicino al night-club. Ero in ritardo erano le 11 e mezza. All‟entrata, un‟amara sorpresa mi aspetta. Il
proprietario del locale, mi da uno schiaffo e mi caccia, in preda alla furia. Quell‟uomo di merda mi aveva
picchiato così solo perché ero in ritardo, e non sapendo cosa fare, scappo a casa piangendo lungo la
strada. Dentro casa, mi metto sul divano, chiusa a riccio dentro il mio plaid, piangendo e guardando il
muro. Dopo un pò, noto che in testa ancora ho le parole della signora. Allora cerco il bigliettino, lo trovo
e lo leggo “ Sig. Verdi Mauro, Casa Editrice Piccola Città tel. 333.4455667”. Dopo una notte passata
insonne tra i miei pensieri scrivendo sul mio diario, decido di rileggerlo e correggerlo. Alla fine della
mattinata con questo bigliettino davanti, decido di inviare per posta una copia del mio diario a questo
signore. Ed eccomi qua, ora, dopo 5 anni, la signora Elena Verdi, è una affermata scrittrice, ha 2 figli e
un marito eccezionale, che una volta era un piccolo editore, ed ora è famoso in tutto il mondo. Non
finirò mai di ringraziare la signora Domenica, piccola ristoratrice, con la quale mangio tutti i fine
settimana.
BARISTA
Caspita che storia!
Il barista rimane incredulo a fissare Elena che sorride.
ELENA
E il mio caffè ?
BARISTA
Lo faccio subito.