Osservazioni biologiche sulla Bega sudafricana del

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Osservazioni biologiche sulla Bega sudafricana del
Osservazioni
biologiche
sullaBegasudafricanadel garofano
qcerbella- Walker)
(Epíchorístodes
e possibilitàdi conftollo
con ridoffo uso di prodoffi insetticidi
ANTONIO TRANFAGLIA. SALVATORE ARPAIA . VINCENZO TOPA
Ad oltre un decennio dalla sua introduzione nell'area dianticola
- campana, la Bega
sudafricana (Eprchoristodes acerbella - Walker) costituisce ancora il fitofaeo chiave
della coltura del garofanó. euesto
lepidottero, originario del Sudatrica, Madagascar e Kenya, fu introdotto per la prima volta in Europa
neì 1960 in Danimarca con talèe
provenienti dal Sudafrica. Negli an'70
ni
si è poi diffuso in tutte le aree
dianticole mediterranee. Le prime
s e g n a l a z i o n ip e r I ' I t a l i a s o n o d ' i Z a n gheri e Cavalloro (1971), per la
Francia di Sola (1974) e per la Spagna di Costa Seglar e Vives De Quadras (197ó).
Nei luoghi di origine E. acerbella
risulta dannosa, oltre che per il garofano, anche per i fruttifeii 1ln pàrticolare melo e pero) dei quali attacca sia le foglie che i frutti con danni
di tipo "tortrice" nel primo caso e
-- di tipo "ricamatrice" nel secondo
(Jancke 19ó8, Myburgh e Basson
l9ó1). In ltalia, almeno per il momento, viene rinvenuta quasi esclusivamente su garofano. Saltuariamente se ne riscontra la presenza su
crisantemo, gebera capp".o (Fenih 1977, Zangheri e "Cavalloro l.c.).
Il controllo di questo fitofago ha
creato fin dalla sua prima introduzione notevoli problemi per i dianricoltori dell'area vesuviana. costringendoli a ricorrere alle piu disparate metodologie di lotta chimicà con
risultati il piu delle volte insoddisfa-
A. TRANFAGLIA - Istituto di enîomolosia
a.gygrige forestale - Università degh studi
della Basilicata.
S. ARPAIA - Laboratorío di entomolosia
agraria - Metapontum Agrobios.
V. TOPA-.ResponsabilelToricoltura - Geproter Naooli.
70 - rr,rlonrculToRE- MARZo198e
centi anche facendo ricorso a costosi interventi settimanali.
A complicare poi ulteriormente il
quadro si è inserita la direttiva CEE
7 7 193 del 2l I 12/ 197ópubblicata sulla G.U. del3l ll11977. Essaprescrive
che i garofani esportati siano esenti
da larve di tortrici (percentuali bassissime di infestazione sono Dermesse solo dal ló/10 al 3Ol4l.
E da ricordare infine che I'asroecosistema "serra" è soggetto u? .r.t
notevole uso (talora abuso) di prodotti antiparassitari ed il suo caratteristico isolamento dalì'ambiente
circostante contribuisce ad alimentare molte preoccupazioni per la salute degli operatori e per la sanità
dell'ambiente.
Sulla base di queste premesse gli
autori hanno ritenuto opportuno
continuare una serie di osservazioni
già in precedenza avviate (Tranfag l i a e B i a n u c c i , 1 9 7 9 1 a l l os c o p o d i
approfondire alcuni aspetti riguardanti il ciclo biologico della specie
e di mettere a punto una metodologia di lotta efficace basata su;
- utilizzazione di mezzi fisici (luce)
e meccanici (reti) laddove la struttura della serra lo permettesse (copertura permanente e possibilità di isolamento completo con l'esterno);
- razionalizzazione nell'uso del
mezzo chimico in serre nelle ouali
la struttura sia tale da rendere sèonsigliabile I'uso di trappole luminose
(copertura realizzata limitatamente
al periodo invernale).
MATERIALI
E METODI
Le osservazioni e le prove di lotta
si sono svolte nell'azienda Colantonio e nell'azienda Fieneo site nel Com u n e d i E r c o l a n o d a l - r n e s ed i o t t o bre 1983 al mese di maggio 1987.
Indirizzo produttivo
del garofano
In entrambe le aziende l'indirizzo
produttivo era quello in serra, che
Fig. .t - Dls_tribryio_nedella superfìcie dianticola in campanla (sinistra) e nella provincia dl Napoli (destra). Datl 1988
I
w
in pienaaria
in serra
è quello che occupa la quasi totalità
(960/0)della superficie dianticola regionale (figura n. 1).
In tutti gli anni di osservazione le
barbatelle erano messe a dimora
nella prima decade di giugno (entrando in produzione a fine ottobreprimi di novembre) per venire poi
spiantatenella l'decade di maggio
dell'anno successivo, onde procedere alla disinfestazione del terreno
ed alla sua preparazione per il ciclo
successlvo.
Serre
La serra dell'azienda Colantonio
aveva una superficie di 1800 mq,
con una struttura in ferro a2 capriate ed una copertura superiore permanente in vetro "giardiniera". La
copertura laterale veniva r ealizzata
soio nel periodo invernale con fogli
d i p o l i e t i l e n e ( P E ) 0 . 1 5 .N e l p e r i o d o
in cui la copertura laterale era assente essa veniva sostituita da una
rete di PE trasparente a maglie di 2
mm. che permetteva di mantenere
I'isolamento con I'esterno consentendo una certa circolazione delI'aria.
La serra dell'azienda Fienso aveva una superficie di lO00 -{
r.rna
strnttura Dortante in ferro a "2 capriate, la copertura superiore non
era permanente e veniva realizzata,
così come queìla laterale, con fogli
di PE 0.20 montati in novembre e
smontati solo a fine ciclo colturale
(maggio).
Trappole luminose
Nell'aziendaColantonio sono state utilizzate n. ó trappole luminose
a luce nera o di Wood, sospesea circa 1,25 m. da terra e distanziate fra
loro di 20 m. Queste trappole, di forma rettangolare e dimensioni complessive100xó5 cm., sono staterealizzate in alluminio tubolare (3x3
cm. di lato) e presentano delle guide
suoeriormente ed inferiormente
pei I'introduzione di 2 lastre di maieriale acrilico trasparente.
Il tubo fluorescente da 20 watt è
sistemato alla metà del lato maggiore, verticalmente, e quindi si trova al
centro delle due lastre trasparenti.
Le lastre sono state spalmate con
collante sintetico "Temoocid" della
ditta Kollant di Padova, rinnovato
ogni 15-21 giorni. La serra è stata
chiusa lateralmente con rete di PE
trasparente a maglie di 2 mm. per
isolarla dall'esterno ed impedire
agli adulti di E. acerbella presenti
Fig. 2 - Disposizione delle trappole fototropiche
nelle serre limitrofe di penetrare all'interno attratti dalla luce. Le trappole sono state disposte secondo lo
schema di figura 2 ed e stato realizzato.l'impianto elettrico.per il loro
funzlonamento automatlco secondo l'orario prestabilito che prevedeva I'accensione dal crepuscolo all'alba. Settimanalmente ii sono contati ed asportati con una spatolina
gli adulti di E..acerbel\a cattur.ati e
sl sono esegultr camplonamentl voIti a determinare il livello di infestazione sui germogli in serra.
all'interno della serra.
senze di larve e crisaldi vive.
In entrambe le serre alcuni filari
sono stati isolati e non sono stati mai
trattati, in modo da poter seguire il
ciclo biologico della specie. Inoltre,
per permettere il completamento
d e l c i c l o s t e s s o ,l e p i a n t e s o n o r i m a ste a dimora anche dopo la fine del
ciclo coìturale e lo spiantamento
della coltura.
I valori della temperatura e della
umidità relative sono stati controlìati tramite termoigrografo.
Campionamenti
COMPETIZIONE FRA LE DUE
TORTRICI DEL GAROFANO
In ogni campionamento sono stati controllati 600 germogli scelti a
caso e si è calcolata Ia percentuale
di essi che risultava infestata. I germogli infestati sono stati controllati
in campo in modo da rilevare le pre-
Una volta introdotta nell'ambiente mediterraneo E. acerbella è entrata in competizione con la bega
mediterran ea (C ac oecimorpha pronubana - Hubn).
Nella competizione, E. acerbella è
9egus
- MARzorgeg- 7 1
rL Fr-oRrcuLroRE
LA BEGA SUDAFRICANA
seguilo
risultata avvantaggiata sia per la
maggiore resistenza a condizioni
abiotiche awerse (Bolton 1979)sia
perche il suo comportamento più
s p i c c a t a m e n t ee n d o f i t i c o l e p e r m e t te di sfuggire piu facilmenté ai trattamenti antiparassitari.
In breve tempo, quindi, essa ha
soppiantato la C. pronubana, che
vrene oggi considerata in alcune
aree come una vera rarità' entomo_
logica (Fenili l. c.).
A conferma di cio si possono citare i rarissimi rinvenimenti di C.
pronttbana nelle serre del litorale
campano.
Gli unici due esemplari rinvenuti
nel periodo delle nosìre osservazioni sono sfarfallati da materiale raccolto in un garofaneto abbandonato
e quindi non più soggetto a cure e
trattamenti. Con le trappole luminose non si è mai catturata C. pronubana nelle serre controllate.'
In rapporto ad altri ospiti su cui
non vi è competizione con Ia bega
sudafricana, tuttavia, C. pronubaía
si rinviene comunemente. In narticolare si è avuto modo di raccoàlierne larve e crisalidi su Pelargo:nium
macrantha a Napoli.
DESCRIZIONE
L'Epichoristodes acerbel/a è un lepidottero appartenente alla vasta famiglia dei tortricidae ed alla sottofamiglia tortrícinae. L'adulto (foto n.
l-2) e una farfallina dalle abitudini
crepuscolari-notturne, dalle ali color nocciola o ruggine ed apertura
a l a r e i n t o r n o a i 2 0 m m . P r e s e n t au n
evidente dimorfismo sessuale (con
femmina più scura e piu grande del
maschio). Dopo l'accoppiamento
ogni femmina depone da 3 a 6 ooplacche sulla paginasuperiore delle
t o g l i e . D i q u . e s t el,a p r i m a è i n g e n e r e l a p l u v o l u m i n o s a ( 8 0 - 1 5 0u o v a )
mentre le ultime sono ridotte a Dochi germi.
Dopo uno sviluppo embrionale
che va dagli 8 ai 20 giorni, secondo
la stagione, dalle uove sgusciano
sincronicamente le piccolissime
larvette ( 1,5 mm.) che sì trasferiscono sui germogli sovrastanti oppure
si lasciano cadere tramite un fil,o sericeo, su quelli sottostanti, aiutate
dai movimenti d'aria e soprartutto
dalla fittezza della vegetaziòne (funzione della densità d'impianto e della fase fenologica in cui si trova la
coltura al momento della schiusura
delle uova) che permette ad un numero elevato di esse di insediarsi e
di formarte la caratteristica "chiazza" infestata. A volte, le larve rasgiungono i bocci fiorali o i fioii
Sopra: Foto n. l: Adulto di
EpÍ cho rlst o d es a c erbella (g\.
Sopra a destra: Foto n. 2: Adulto di
Epl chorlsto d es ace rbella (6\.
Di fianco: Foto n. 3: Larva di E.
acerbella e relativi danni.
;':.'
-;,
1,.,,;;g*l'
t
Sopra: Foto n.4: larva matura dl
Eplchorlst od es acerbella.
In mezzo: Foto n. 5: Crtsaltde dl E.
acerbella e dannl relatlvl.
In basso: Foto n. ó: TraPPole a luce
nera o dl Wood utillzzata per le prove
dl lotta nell'Adenda Colantonlo.
prossimi alla raccolta. I primi vengono g.uue.ttente danneggiati e non
dara.rno piu il fiore, i secondi, subiscono un danno Piu lieve ma diven-sono incommerciabili.
II piu delle volte, dopo essersi nutrite delle parti piu tenere del germoglio (foto n. 3) le larve Passano
fin aentro il caule, che alla fine Può
essere attraversato da una galleria
l u n s a f i n o a 5 - 1 0c m . , d e t e r m i n a n d o
I'acóecamento del getto.
La durata della vita larvale è varia'
ta, nelle serre controllate, da 30
giorni in estate a 3 mesi circa in inverno.
La larva matura (foto n. 4), lunga
fino a 2 cm., si porta in genere all'estremità della galleria dove incrisalida all'interno di irregolari fili sericei. Altre volte, sempre servendosi
di fili sericei, imbriglia 2 foglie nel
cui interno incrisalida. Dalla crisalide (foto n. 5) doPo 1-3 settimane,
comDletata la metamorfosi, viene
fuori il nuovo adulto.
In accordo con quanto verificato
da altri autori in altre aree dianticole itaiiane (Fenili l. c', Pandolfo e
Zasamí 1983) l'E. acerbella risulta
coirpiere anche nelle serre del Iitorale campano, 4 generazioni annuali, notevolmente accavallantesi
fra di loro.
Nesli anni di osservazione non si
sonol-rotate differenze significative
nel ciclo biologico all'interno dei
due tipi di serra descritti in precedenza-ed uno schema e riPortato in
figura 3.
PROVE DI LOTTA
CON TRAPPOLE LUMINOSE
Nelle prove di lotta condotte nell'azienda Colantonio si è utilizzato
un modello di trappola luminosa a
Iuce nera che aveva già fornito risultati incoraggianti in precedenti prove di lotta (Tranfaglia e Bianucci l.
c.). Una delle trappole installate nelI'azienda e visibile nella foto n. ó.
Le osservazioni sono cominciate
segu€
lL l'l,0ruUuriloRii ' jYIAIIZU,gCg- 73
BEGA SUDAFRICANA
LJseguito
nell'ottobre 1983 e terminate nel
maggio 1985, interessando 2 cicli
colturali.
I,risultati sono riportati nelle figu_
re 4 e 5. Nel grafico A sono riportàte
le catture settimanali fatté dalle
trappole. Nel grafico B invece, sono
riportati gli istogrammi relativi al_
Legenda:
l'andamento dell'infestazione (si
noti la presenzadi larve, crisalidi e
g e r m o g l i d a n n e g g i a t im a n o n c o n t e _
nenti stadi vitali dell,insetto) ed i
trattamenti insetticidi effettuati (in_
dicati dalle frecce).Il conteni..,".,to
d e l l ' i n f e s t a z i o n ea l d i s o t t o d e l l a s o glia di danno, fissata intorno al2-3o/o
dei germogli attaccati (Tranfaglià e
Bianucci l. c.) e stato ottenulo fa_
cendo ricorso ad un solo trattamento chimico nel corso della coltiva-
O lu generazione,
u=uova,
l=larve.
zione del 1983-84 ed a 2 trattamenti
nel ciclo 1984-85.
PROVE DI LOTTA
SENZA L'USO DI TRAPPOLE
Le osservazioni nell,azienda Fiengo sono state condotte per analizzare
le condizioni esistenti ìn serre nelle
quali da giugno a novembre non vi
e alcun tipo di copertura, né superiore né laterale sulla coltivazione.
28 generazione,
c=crisalidi,
O 3s generazione,
a=adultl.
O 4a generazione.
espr,onLo
I
Fig. 3 - Ctclo
biologico dl
Eplchorlstodes
acerbella (Walk).
74 - rl rr,onrculToRE
- MtRzo 1989
LmpianLo
Figura 4A - Catture di adulti (Az. Colantonio, 1 9 8 3 - r 9 8 4 )
Figura 5A - Catture di adulti (Az. Colantonlo, l9g4-19g5)
tùJ
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10
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Figura 58 - Andamento dell'infestazione
(Azienda Colantonlo, l9E4- 1985)
3.|'
2,5
1,5
f
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ù
Flgura ó - Andamento dell,infestazione
(Azienda Fiengo 1985-198ó)
Figura 7 - Andamento dell'lnfesta"lone
(Azienda Fiengo l9Eó-1987)
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II
.9.5
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s.i
---T
2,5
o,5
d
a J 7 c- ^ dJrV^r?Jt
I
Larve (o/o)
In queste condizioni il ricorso asli
interventi chimici per contenóe
l'infestazione e moltó piu trequente,
mancando ogni sorta di protézione.
I dati raccolti negli ànni l9g51987 sono stati sintetizzati nelle figure 5 e 6.
Gli insetticidi utilizzati sono quel-
I
g7i5s1;4;1oyo1
rLf,l.?a,{i,!
^_t/,1d,
V/7ÀPann;1oyo1
li normalmente
comm ercializzati
nella zona-ed utilizzati dai dianticoltori. Nel complesso sono stati necessari l0 trattamenti insetticidi nel
c i c l o c o l t u r a l e 1 9 8 5 - 8 óe d 8 n e l c i clo 1986-87.
I l l i v e l l o d i i n f e s t a z i o n e ,c o m e
si nota dalla figura, è stato mante-
nuto anche in questo caso al di sotto del 3ol0.
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
L'E. acerbel/a rappresenta a tutt'oggi I'insetto chiave della coltura
seguo
It. nnRtnrrtîoRe - MA.Rzorgeg 75
LA BEGA SUDAh'RIUANA
segurto
del garofano. In virtu del suo comportamento endofitico e dell'acca_ - vallarsi delle generazioni, che portano alla contemporanea presénza
in campo di stadi diversi dell,insetto, risulta molto dispendioso e difficoltoso contenerne i danni. Nella
zona del litorale campano questo
tortricide. compie 4 generazióni all'anno ed è stato rinvenuto, oltre
che su garofano, occasionalmente
su gerbera.
Nella maggiorparte delle serre della zona l'i ndirizzo produttivo prevede
lo spiantamento àella coltuia nella
prima decade di maggio. euesto futto
e risultato molto influente sull,entita
della pgpolazione della 1" generazione dell'anno. Al momènto dell'espianto, infatti, sono in corso di
sfurfollamento gli adulti della 4" generazione. Lo sforhllamenro ha àr,uto
inizio fin dal mese di marzo e la depot' sizione si è avuta sulle piante chó in
.- seguito verranno rimosse.
euesto fotto contribuisce senz'altro ad abbassare la popolazione del fitofugo, in
quanto sulle,piante a maggio vengono a trovarsi ìe uova e le siovani larve
della 1. generazione dell;anno. È percio indispensabile che i residui colturali vengano distrutti. Questa pratica
colturale dowebbe essere piú seriamente considerata dai floricoltori in
quanto essa si è dimostrata benefica
nel contesto di una più razionale difesa fitosanitaria anche su altre colture
floricole (Tranhglia e Arpaia 1988).
L'inizio dell'infestazione per il ciclo colturale successivo è ouindi
provocata dagli adulti sfarfallàti da
residui non distrutti, ma sempliceî'ìente ammucchiati in aree dì racolta oppure prende ar,rrio da femrine provenienti da garofani del se.--ondo anno (in coltivazioni biennaIi) o ^garofani coltivati in piena aria
o, infine, dalle altre piante ospiti.
Tra questi ospiti secondari nella
zona vesuviana è molto diffusa la
gerbera (Gerbera jamesonii hibrida), che riceve un notevole interesse da parte dei floricoltori locali e
su cui abbiamo rinvenuto in diverse
occasioni larve di E. acerbella annidate fra i fiori tubulosi al centro dell'infioresc.enza oppure fra Ie foglionne plu glovanl.
L'infestazione iniziale sui sarofani si rende evidente a partireAa fine
giugno-inizio luglio. Essa è inizialmente di modesta entità ma, per le
- ^
- Ir, MrucuLToRE - MARzo 1989
generazlonl successive, si registra
un notevole incremento della popolazione del fitofago ccr.r a..wailamento delle generazioni.
Recentemente si sta verificando
una graduale modifica degli ordinamenti colturali per cui molti floricoltori preferiscòno espiantare a fine maggio-primi di giugno per procedere poi all'impianto con varìetà
mediterranee nel mese di luslio e
con ciclo biennale. Cio si riperéuote
anche sul ciclo biologico délla bega:
si è notato infatti in queste aziende
una recmdescenza dell'infestazione
nel corso del 1988.
È possibile in serre con copertura
superiore permanente, proporre
una tecnica di lotta integrata che garantisce il contenimento della soe'
cie senza particolari problemi.
Per owiare alla prima infestazione
è necessario prediìporre al momento stesso dell'impianto delle reti di
polietilene trasparente lungo tutto il
perimetro della serra ed installare
quanto prima le trappole luminose
(le piu efficaci sono quelle a luce nera o di Wood). Manienendo queste
strutture (trappole + reti) si è riusciti
a contenere l'infestazione al di sotto
della soglia di danno (2,3o/o)ncorrendo solo ad 1-2 trattamenti durante tutto il ciclo colturale.
Nelle serre in cui nel periodo giugno-novembre non viene usata alcuna copertura l'uso delle trappole è
sconsigliabile poiche questé attirerebbero adulti ovideponenti dalle
serre vicine.
In queste condizioni colturali i
dianticoltori ricorrono ad 8-10 trattamenti insetticidi durante tutto il
ciclo colturale.
V a p o s t a q u i n d i a l l ' a r t e n z i o n ed e i
f l o r i c o l t o r i l a p o s s i b i l i t àd i c o n t e n e re notevolmente i costi di produzione (divenuti ormai quasi insostenibili per la coltura dél garotano) ricorrendo a questo nuovo tipo di difesa fitosaniiaria (diminuiione di
c i r c a l ' 8 0 0 / od e l l e s p e s ep e r i n s e t t i c i di). Non è superfluo aggiungereche
I'uso di insetiicidi in miluralanto ridotta migliora notevolmente l'ambiente di lavoro dal punto di vista
igienico-sanitario.
Relativamente alla scelta dei orincipi attivi e consigliabile orieniarsi
sull'uso di miscelà tra insetticidi sistemici (metamidophos, fosfamidone, monocrotophos) ed adulticidi
(malatione, piretroidi), quando dovesse rendersi necessario il trattamento.
In inverno, a causa della scarsissi-
ma presenza di adulti, e consigliabile usare solo un sistemico contro le
larve endofitiche. Va comunque tenuto pr-esenteche, in questo periodo, l'infestazione tende a deciescere in seguito all'asportazione manuale dei germogli e dei bocci fioraIi infestati effettuate nel corso delle
numerose operazioni di sbocciolatura e di raccolta dei fiori; per questo motivo non sempre è da ritenersi indispensabile questo trattamento invernale.
Va ribadito infine che la distruzione dei residui colturali al momento
dell'espianto riveste una particolare
importanza nell'abbassamento del
potenziale d'inoculo del fitof;aeo. r
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