La costruzione di un semplice invaso
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La costruzione di un semplice invaso
La costruzione di un semplice invaso © 2007 www.associazionevelarossa.it – by Spray Quando si tratta di alare la barca, solo per fare carena o per svernare a terra spesso ci si scontra con il problema di disporre di un idoneo supporto su cui “adagiare” la barca nel modo più corretto, sono pochi infatti colori che dispongono di un’invasatura appositamente costruita sulla giusta sagoma dell’imbarcazione o che possono disporre di un’invasatura regolabile che si adatti perfettamente alle misure e alle forme della carena. E’ molto più frequente il caso in cui il cantiere a cui ci siamo rivolti, utilizzi quello che al momento è disponibile magari adattando in modo posticcio i supporti con “taccature” e spessori a volte non proprio idonei. Esistono varie soluzioni per “sorreggere” l’imbarcazione una volta alata in secco, da quella più antica e utilizzata soprattutto per imbarcazioni a chiglia lunga che utilizza una serie di puntoni realizzati con pali di legno appoggiati sui lati della carena che hanno il solo compito di mantenere l’imbarcazione in equilibrio mentre tutto il peso si scarica sulla chiglia, all’utilizzo di cavalletti ad altezza regolabile, al classico invaso nelle due tipiche varianti quello con le “tacche” e quello con la “sella”. Quando si tratta di posizionare a terra un’imbarcazione specie se costruita in vetroresina e in particolare se si prevede di lasciarla a terra per un lungo periodo (alcuni mesi) è opportuno che si valuti con attenzione il suo corretto posizionamento in modo che lo scafo non sia sottoposto a carichi e torsioni eccessive e non equilibrate avendo cura di scegliere come punti di appoggio sulla carena parti di scafo che siano in corrispondenza di strutture di rinforzo (paratie, madieri, longheroni, ecc.). Così facendo si eviterà di sottoporre tutta la struttura a sollecitazioni anomale che in casi estremi possono portare anche a danni strutturali permanenti. Una ulteriore accortezza dovrebbe poi essere quella di posizionare l’imbarcazione quanto più possibile in piano o con un eventuale leggerissima pendenza che eviti il ristagno di acqua in coperta e in pozzetto. una imbarcazione classica con deriva fissa (bulbo) generalmente dovrà essere posizionata in modo da scaricare buona parte del peso sul bulbo che sarà fatto appoggiare a terra con l’interposizione di uno spessore in legno che assorba eventuali imperfezioni del terreno e permetta di Un semplice invaso - Pag. 1 distribuire il carico su tutta la superficie di appoggio. I punti di appoggio in carena dovranno essere scelti in corrispondenza di strutture di rinforzo interno e comunque dovranno essere caricati soltanto dalla spinta necessaria a sostenere stabilmente l’imbarcazione in posizione senza sostenerne però il peso, in ogni caso si dovrà aver cura di verificare che nel punto di appoggio non si presentino deformazioni o avvallamenti nel profilo della carena. La cosa migliore per ottenere tutto ciò e quindi quella di poter disporre di un supporto (invaso) realizzato “su misura” e che permetta un minimo di regolazione sui punti di appoggio. Per chi ha un minimo di manualità e un po’ di dimestichezza con la saldatura dei metalli di seguito è proposta una soluzione che può essere facilmente realizzata con il metodo del “fai da te” ottenendo un significativo risparmio rispetto al costo di una realizzazione “professionale”. Le dimensioni dell’esempio sono quelle relative ad una imbarcazione di 34 piedi (Alpa A34) ma possono essere adattate a scafi di diversa misura tra gli 8m e i 10m. Figura 1 Nella figura 1 è riportata un’indicazione sulla scelta dei punti di appoggio, la scelta di posizionare i puntoni inclinati verso lo scafo permette di Un semplice invaso - Pag. 2 caricare i puntoni stessi quasi totalmente a compressione piuttosto che a flessione così facendo si ottiene una maggiore rigidità del sostegno pur impiegando profilati di sezione relativamente piccola, inoltre anche il punto di snodo della “tacca” non viene caricato in modo anomalo e ciò rende più facile la regolazione. Nella tavola 1 sono riportate le misure dell’invaso mentre nella figura 2 c’è un dettaglio del dispositivo di regolazione dell’altezza della “tacca” rispetto alla testa del puntone. Figura 2 La regolazione viene realizzata attraverso l’utilizzo di una barra filettata di 27mm su cui si avvita un dato che fa da battuta sulla testa del puntone. La testa del puntone (figura 3) a sua volta è realizzata saldando di testa al profilato (tubo quadro di 60x60x3mm) una riduzione per uso idraulico da 2 pollici/1 pollice all’interno della quale è posizionato uno spezzone di tubo (zincato) da 1 pollice in cui scorre la barra filettata. Un semplice invaso - Pag. 3 La parte terminale superiore della barra filettata è stata spianata (con la mola) per circa 50mm e forata trasversalmente con un fora di 10 mm in cui è alloggiato il bullone che funge da snodo per la tacca che a sua volta è costituita da una piastra di lamiera di 5mm delle dimensioni di 220x220mm su cui poi a sua volta è stato avvitato uno spessore di multistrato di pioppo da 30mm che va ad appoggiare contro lo scafo. Figura 3 Lo snodo è realizzato saldando al centro della piastra due pezzi di profilato ad elle. La struttura portante dell’invaso è realizzata con tubo quadro di 60x60x3mm mentre tutta la tiranteria è realizzata con profilato angolare di 50x50x3mm. Il peso complessivo della struttura è risultato essere inferiore ai 200Kg. Il risultato finale è visibile in figura 4 Figura 4 Un semplice invaso - Pag. 4 Tavola 1 Un semplice invaso - Pag. 5