La costruzione di un semplice invaso

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La costruzione di un semplice invaso
La costruzione di un semplice invaso
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Quando si tratta di alare la barca, solo per fare carena o per svernare a
terra spesso ci si scontra con il problema di disporre di un idoneo supporto
su cui “adagiare” la barca nel modo più corretto, sono pochi infatti colori
che dispongono di un’invasatura appositamente costruita sulla giusta
sagoma dell’imbarcazione o che possono disporre di un’invasatura
regolabile che si adatti perfettamente alle misure e alle forme della
carena.
E’ molto più frequente il caso in cui il cantiere a cui ci siamo rivolti, utilizzi
quello che al momento è disponibile magari adattando in modo posticcio i
supporti con “taccature” e spessori a volte non proprio idonei.
Esistono varie soluzioni per “sorreggere” l’imbarcazione una volta alata in
secco, da quella più antica e utilizzata soprattutto per imbarcazioni a
chiglia lunga che utilizza una serie di puntoni realizzati con pali di legno
appoggiati sui lati della carena che hanno il solo compito di mantenere
l’imbarcazione in equilibrio mentre tutto il peso si scarica sulla chiglia,
all’utilizzo di cavalletti ad altezza regolabile, al classico invaso nelle due
tipiche varianti quello con le “tacche” e quello con la “sella”.
Quando si tratta di posizionare a terra un’imbarcazione specie se costruita
in vetroresina e in particolare se si prevede di lasciarla a terra per un
lungo periodo (alcuni mesi) è opportuno che si valuti con attenzione il suo
corretto posizionamento in modo che lo scafo non sia sottoposto a carichi
e torsioni eccessive e non equilibrate avendo cura di scegliere come punti
di appoggio sulla carena parti di scafo che siano in corrispondenza di
strutture di rinforzo (paratie, madieri, longheroni, ecc.). Così facendo si
eviterà di sottoporre tutta la struttura a sollecitazioni anomale che in casi
estremi possono portare anche a danni strutturali permanenti. Una
ulteriore accortezza dovrebbe poi essere quella di posizionare
l’imbarcazione quanto più possibile in piano o con un eventuale
leggerissima pendenza che eviti il ristagno di acqua in coperta e in
pozzetto.
una imbarcazione classica con deriva fissa (bulbo) generalmente dovrà
essere posizionata in modo da scaricare buona parte del peso sul bulbo
che sarà fatto appoggiare a terra con l’interposizione di uno spessore in
legno che assorba eventuali imperfezioni del terreno e permetta di
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distribuire il carico su tutta la superficie di appoggio. I punti di appoggio in
carena dovranno essere scelti in corrispondenza di strutture di rinforzo
interno e comunque dovranno essere caricati soltanto dalla spinta
necessaria a sostenere stabilmente l’imbarcazione in posizione senza
sostenerne però il peso, in ogni caso si dovrà aver cura di verificare che
nel punto di appoggio non si presentino deformazioni o avvallamenti nel
profilo della carena.
La cosa migliore per ottenere tutto ciò e quindi quella di poter disporre di
un supporto (invaso) realizzato “su misura” e che permetta un minimo di
regolazione sui punti di appoggio.
Per chi ha un minimo di manualità e un po’ di dimestichezza con la
saldatura dei metalli di seguito è proposta una soluzione che può essere
facilmente realizzata con il metodo del “fai da te” ottenendo un
significativo risparmio rispetto al costo di una realizzazione “professionale”.
Le dimensioni dell’esempio sono quelle relative ad una imbarcazione di 34
piedi (Alpa A34) ma possono essere adattate a scafi di diversa misura tra
gli 8m e i 10m.
Figura 1
Nella figura 1 è riportata un’indicazione sulla scelta dei punti di appoggio,
la scelta di posizionare i puntoni inclinati verso lo scafo permette di
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caricare i puntoni stessi quasi totalmente a compressione piuttosto che a
flessione così facendo si ottiene una maggiore rigidità del sostegno pur
impiegando profilati di sezione relativamente piccola, inoltre anche il punto
di snodo della “tacca” non viene caricato in modo anomalo e ciò rende più
facile la regolazione.
Nella tavola 1 sono riportate le misure dell’invaso mentre nella figura 2 c’è
un dettaglio del dispositivo di regolazione dell’altezza della “tacca” rispetto
alla testa del puntone.
Figura 2
La regolazione viene realizzata attraverso l’utilizzo di una barra filettata di
27mm su cui si avvita un dato che fa da battuta sulla testa del puntone.
La testa del puntone (figura 3) a sua volta è realizzata saldando di testa al
profilato (tubo quadro di 60x60x3mm) una riduzione per uso idraulico da
2 pollici/1 pollice all’interno della quale è posizionato uno spezzone di tubo
(zincato) da 1 pollice in cui scorre la barra filettata.
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La
parte
terminale
superiore
della
barra
filettata è stata spianata
(con la mola) per circa
50mm
e
forata
trasversalmente con un fora
di 10 mm in cui è alloggiato
il bullone che funge da
snodo per la tacca che a
sua volta è costituita da una
piastra di lamiera di 5mm
delle
dimensioni
di
220x220mm su cui poi a
sua volta è stato avvitato
uno spessore di multistrato
di pioppo da 30mm che va
ad appoggiare contro lo
scafo.
Figura 3
Lo snodo è realizzato saldando al centro della piastra due pezzi di profilato
ad elle.
La struttura portante dell’invaso è realizzata con tubo quadro di
60x60x3mm mentre tutta la tiranteria è realizzata con profilato angolare di
50x50x3mm. Il peso complessivo della struttura è risultato essere inferiore
ai 200Kg. Il risultato finale è visibile in figura 4
Figura 4
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Tavola 1
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