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La parola all'autore
di Rosalia Messina
20 maggio 2016
Professione ghost writer: conversazione con Susanna De Ciechi
Susanna De Ciechi, milanese, è una ghost writer. Dall’incontro della sua creatività con le storie che altri le raccontano
sono nati (oltre a numerosi libri per i quali lei è, appunto, l’autore fantasma) i libri La regola dell’eccesso e Tessa e
basta, nei quali il suo nome figura in copertina.
Susanna, è un lavoro impegnativo quello del ghost writer?
In un certo senso, fare il ghost writer signi ca vivere una doppia vita, la mia e quella del mio narratore. Lui rivive la sua
storia andando indietro nella memoria, io la ripercorro con lui, procedendo in avanti. Questo per come faccio lo
scrittore fantasma io, nella mia speciale modalità. Infatti, ci sono tanti modi di fare il ghost writer anche se, in sintesi, il
lavoro consiste nello scrivere storie che altri raccontano. Alcuni miei narratori hanno detto che il mio ruolo sta a metà
tra quello del confessore e quello dell’analista ed è una de nizione che mi piace molto. Quando scelgo un narratore e
una storia accetto una s da impegnativa. È necessario che si sviluppi una forte empatia tra chi racconta e chi scrive. Il
narratore deve sentire di potersi dare di me perché dovrà “a darmi la sua vita” e dovremo avviare una collaborazione
che durerà mesi e sarà molto stretta. Questo lavoro mi consente di conoscere persone molto interessanti e mi porta a
esplorare mondi sconosciuti. Spesso è necessario attraversare esperienze molto dolorose. Non è una passeggiata né per
me né per il narratore.
Eri una giornalista prima?
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Sì. Ho sempre lavorato come free lance, scrivevo per molte testate diverse. L’ho fatto per più di vent’anni e, come
giornalista, mi è capitato anche di scrivere le monogra e di diverse aziende. Ne ricordo una, in particolare, per cui mi
avevano dato carta bianca. È stata la prima storia che ho raccontato a modo mio, un grande successo. Da lì è nato il
germe del progetto che ho sviluppato in seguito.
Come sei diventata ghost writer?
A un certo punto della vita ho deciso di strambare. Mi è andata bene perché l’ho fatto prima della crisi. Ho tirato fuori
dal cassetto un mio vecchio progetto e ho cominciato a scrivere storie basate su vicende reali, romanzandole. Sono
molto esigente e ho capito subito che la scrittura giornalistica non era su ciente per scrivere narrativa a livello
professionale. Per formarmi, per arrivare a essere un ghost writer secondo il mio obiettivo, ho frequentato alcuni corsi
fino ad approdare alla scuola di un grande scrittore, Raul Montanari, un eccezionale maestro.
E ora, come ghost writer, lavori da free lance o per una o più case editrici?
Non lavoro per case editrici. Sai che in origine i ghostwriter li chiamavano negri? Questo la dice lunga. Sono uno
scrittore fantasma free lance; scelgo solo le storie e i narratori che mi piacciono. Per parecchio tempo ho lavorato come
ghost pura, poi le cose sono cambiate anche se la regola base è sempre la stessa: uno scrittore ombra non può rivelare
nulla del suo lavoro neppure sotto tortura. Tuttavia, dallo scorso anno il mio nome è in copertina su un paio di libri che
ho scritto come ghost writer, per i quali, per motivi personali legati alla natura delle storie raccontate, ciascun narratore
ha scelto di utilizzare uno pseudonimo letterario. Oggi le persone che si rivolgono a uno scrittore fantasma puntano
quasi sempre alla pubblicazione e sono sempre meno i narratori che vogliono realizzare un libro privato. È una scelta
che deve essere fatta prima di iniziare a lavorare perché se il libro che stiamo scrivendo è destinato a rimanere privato
posso concedere alla scrittura un passo diverso e dare più spazio alle esigenze del narratore, entro certi limiti. Se
l’obiettivo della scrittura è la pubblicazione allora guido io ogni scelta narrativa.
Come vengono pubblicati i libri?
Posso dirti qual è stato il percorso dei due libri usciti nel 2015: La regola dell’eccesso e Tessa e basta, con narratori
rispettivamente Renato Tormenta e Tessa Krevic. In genere gli editori non amano granché il genere autobiogra co, se
il protagonista del libro è uno sconosciuto, tuttavia ambedue i libri citati hanno suscitato l’interesse di alcuni editori NO
EAP (cioè editori non a pagamento). Alla ne abbiamo optato lo stesso per il self-publishing poiché le condizioni di
contratto non ci convincevano. Autopubblicarsi in modo professionale è un percorso impegnativo, ma consente una
grande libertà d’azione e assicura royalties maggiori rispetto a quelle promesse da un editore. La distribuzione
attraverso le piattaforme permette al tuo libro di arrivare ovunque, un vantaggio impareggiabile. Però devi calarti nel
ruolo di editore, trovare i professionisti giusti con cui collaborare per editing, copertina, impaginati eccetera. La
promozione rappresenta una s da, ogni giorno devi essere attento a ciò che c’è di nuovo. Insomma, se si vuole fare sul
serio occorre investire e mettersi in gioco senza risparmiarsi.
Ci sono anche dei libri integralmente tuoi, in cui non solo la scrittura e quindi l’elaborazione e rielaborazione sono
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tue, ma anche la storia?
Io scrivo, lo faccio nei ritagli di tempo e mi serve per decomprimere la pressione che esercitano su di me le storie che
raccolgo. Ho parecchi racconti e qualche romanzo nel cassetto. Un paio sono niti, mancano la revisione e l’editing.
Ogni volta dico “lo faccio il prossimo anno, poi…”, resto presa nelle maglie di qualche nuova storia. Di recente ho nito
di scrivere un libro ambientato in Sri Lanka che racconta le vicende di un medico, Massimiliano Fanni Canelles,
presidente di @uxilia, intrecciate a quelle dei bambini-soldato. Il libro dovrebbe uscire in autunno. C’è anche una
prossima storia all’orizzonte, ambientata a New York; una narrazione speciale di cui per ora non posso dire di più.
Per me scrivere è un vizio. Come vedi non faccio altro. Si tratta di una vera e propria dipendenza.
Grazie, Susanna, per il tuo tempo e le tue risposte.
Lia Messina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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ghost writer, lettura, libri, Susanna De Ciechi
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Rosalia Messina
Sono siciliana, classe 1955. Ho studiato giurisprudenza e svolgo una professione giuridica impegnativa. Mi è sempre
piaciuto scrivere, ma non in quella strana specie di italiano che è il giuridichese; e mi è sempre piaciuto inventare
storie. Da una decina d’anni mi dedico con metodo alla narrativa, nelle ore quiete nei dintorni dell’alba e della
mezzanotte. Il mio primo libro edito è una raccolta di racconti, Prima dell’alba e subito dopo (Perronelab, 2010) che si
trova anche in e-book (Youcanprint) e che è stato più volte premiato nei concorsi letterari. Nel 2013 ho pubblicato due romanzi,
Più avanti di qualche passo, Città del sole Edizioni (che come inedito ha conseguito il premio Angelo Musco 2012 e, come edito, il
premio Città di Reggio Emilia 2013) e Marmellata d’arance, Edizioni Arianna. Nel 2015 il romanzo Gli anni d’argento (che si era
collocato tra i dieci nalisti del concorso “Giri di parole” della casa editrice palermitana Navarra, dopo esserlo stato anche in una
selezione indetta dalla casa editrice Giulio Perrone) è stato pubblicato da Algra Editore. Curo anche i blog Leggere e scrivere
(http://www.rosaliamessina.blogspot.it/) e La parola all’autore, qui su Libreriamo. Pubblico mensilmente i miei appunti di lettura
(ogni primo venerdì del mese, di regola) e, ogni domenica, una citazione letteraria, sul magazine on line Letteratu
(http://www.letteratu.it/author/rosaliamessina/).
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