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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV –
/
ottobre
DATI E POLITICA
È facile
dare
i numeri
di DIONISIO CICCARESE
S
e crescita e sviluppo dipendessero dai titoli dei
giornali e dalla frammentazione che questi fanno di fenomeni articolati, la Puglia e
Bari sarebbero un esempio per
il mondo. In realtà gli studiosi di marketing (sostenuti da
un’ampia schiera di psicologi
della comunicazione) sostengono che la vera grande fortuna dei giornali (e per altri versi
della pubblicità e dei prodotti)
sta nella scarsa memoria dei
Lettori-consumatori.
Classifiche, ricette, indagini,
ricerche di mercato e, naturalmente, dichiarazioni di personaggi più o meno autorevoli segnano ogni giorno il perimetro
degli argomenti su cui si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica offrendo allo stesso tempo anche il “framing” (lo
“schema di interpretazione”
coniato dal sociologo canadese
Erving Goffman sul finire degli
anni Cinquanta e sviluppato nei
decenni successivi) che “confeziona” l’interpretazione dei fatti e dei bisogni.
Solo qualche giorno fa Il Sole
Ore, in occasione della Giornata Mondiale della Statistica
voluta dall’ONU, ha pubblicato
una serie di articoli che nel celebrare l’evento ha messo sull’avviso i Lettori sull’uso strumentale che si fa delle ricerche
(commissionate per sostenere
e non per cercare un risultato)
e sull’uso ancora più disinvolto
che ne fanno i politici e i giornalisti. Mentre l’ultimo numero
dell’Harvard Business Review ci
informa sui sistemi di sondaggio che garantiscono maggiore
accuratezza.
Qualche giorno fa ho assistito in Università a Bari ad
una seduta di tesi di laurea a
Scienze della Comunicazione.
In un paio di lavori il giornalismo è stato condannato senza
appello per inosservanza dei
criteri di lealtà, buona fede e
rispetto della verità sostanziale dei fatti. Commissari e
laureandi hanno mostrato un
perfetto sincronismo nell’annuire alle esposizioni.
La considerazione di cui…
gode la categoria è ormai da
brivido. Naturalmente, come
sul Titanic, la quasi totalità fa
finta di nulla e suona o ascolta
le note dell’orchestrina mentre la nave affonda. E i media
tradizionali sordi e incapaci
di comprendere cosa stia accadendo anche nel mondo
dell’informazione “non convenzionale” continuano a
credere di poter essere i “gaSEGUE A PAG. 25
–€ ,
– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
Capitanata – In subbuglio un settore vitale dell’economia
Una crisi da incubo
l’agricoltura piange
La cassa
integrazione
è in scadenza
e se non sarà
rinnovata
salteranno
migliaia di
posti. Fermi
il lavoro e gli
investimenti
LEVANTACI ALLE PAGG. 2 E 3
Bari – Ecco strategia e tattica per colmare il disavanzo
“Buco” all’Università
c’è un piano in 3 anni
L’
Università di Bari si è data tre anni di tempo per riportare il suo bilancio in attivo. Il
piano di rientro finanziario, approvato ad agosto, è in pieno svolgimento e il consiglio di amministrazione ha approvato la quinta variazione
al bilancio
.
La manovra vale . milioni di euro e rende
operative una serie di interventi previsti dal piano. Sulla riuscita del risanamento, però, incombe l’incognita della ex manifattura dei tabacchi,
un rudere che l’Ateneo vorrebbe vendere a
milioni di euro.
BARILE ALLE PAGG. 6 E 7
Farmaci
CCIAA Bari
La vendita
“libera”
abbatte
i prezzi
Aziende
in difficoltà
sportello
gratuito
La Puglia
segna -5%
in media
con l’Italia
Management
e marketing
le guide
da studiare
COLELLA A PAG. 9
BISSANTI A PAG. 14
BUONO A PAG. 10
RECENSIONI A PAG. 29
Pil
Libri
/B L.
/
– Filiale di Bari
SUDISMI
I leghisti,
un film,
una risata
“B
di NINCO NANCO
envenuti al Sud”, il
titolo mi ha incuriosito e così mi sono
intrufolato in una sala cinematografica. Ma che dico? In una
multisala. Scusate, ma quando
io ho lasciato questa terra per
mano della Guardia Nazionale
di Avigliano correva il
(il
marzo a Lagopesole per la
precisione). Ci sarebbero voluti
ancora
anni perché George
Eastman inventasse la pellicola
cinematografica e altri dieci per
assistere alla prima proiezione
nel Grand Cafè de Paris grazie a
Louis e Auguste Lumière.
Per un… brigante di metà
Ottocento la cinematografia è
stata una scoperta sensazionale. Lo devo a Lino Patruno, che
nella sua incessante e meritoria
opera a sostegno del Mezzogiorno e del rispetto della verità storica ha scritto anche di
questo film. Fatemelo dire, mi
sono proprio divertito.
E poi vivere la condizione di
risultare invisibile e poter ascoltare i commenti, assistere alle
risate che demoliscono i luoghi
comuni sul Sud è davvero una
sensazione unica. Certo questi
settentrionali sono un po’ diversi da quelli dei miei tempi. Stessa
carenza di informazioni sul Sud,
ma decisamente meno spietati.
Ai miei tempi non ci hanno
pensato due volte a giustiziare
nemici presunti e reali, a stuprare donne e ad impadronirsi di beni e soldi. Oggi tutt’al
più siamo all’offesa verbale, al
gesto volgare. Anche se a dirla tutta non mi fiderei tanto
dell’equilibrio mentale (e se lo
dico io potete crederci) di Bossi, Borghezio, Salvini, Lancini e
dintorni. Sapete, io su questo
genere di cose, vado a… naso.
Chissà dove è finito quell’Enrico Cialdini, che si fregiava
del titolo di generale e fu il più
grande persecutore di noi meridionali. E mi chiedo quanti
settentrionali (come quelli del
film con Bisio) sappiano cosa
ha combinato il pluridecorato
ufficiale a Pontelandolfo e a Casalduni, massacrando la popolazione civile. Comunque i tempi sono cambiati e non posso
certo incitare, come facevo un
tempo, i miei compaesani a dotarsi di roncole e forconi contro
questi singolari signori che vestono di verde e lanciano ogni
genere di improperi, di infamie
e di bugie contro il Sud.
Alla fine visto che i nostri politici non sono in grado di farsi
sentire davvero è meglio un
film. Un bel film che fa giustizia di tanti stereotipi sui meridionali. Perché questi leghisti
bisogna… seppellirli. Ma sotto
una risata.
2
23-29 ottobre 2010
Agricoltura
Contratto
Pomodoro
un tavolo
per discutere
L
a Camera di commercio di
Foggia riunisce il tavolo di
concertazione sul pomodoro, primo tentativo per dare
alla filiera una struttura di distretto industriale. Al tavolo
partecipano le organizzazioni agricole e delle industrie di
trasformazione, l’obiettivo è
giungere alla firma del nuovo
contratto interprofessionale
(previsto in marzo) un assetto stabile e remunerativo
sia per i produttori che per
le imprese in vista del nuovo
quadro comunitario di aiuti al
m.l.
settore.
I lavoratori di Bellaria
Paura dopo un anno di deflazione (e immobilismo)
Artigiani
Crisi Capitanata
l’agricoltura
paga più di tutti
In pochi
alla Fiera
di Ottobre
Indici di raccolta
inferiori ai parametri
previsti: l’Ue potrebbe
tagliare il contributo
comunitario di 1.000
euro a ettaro
S
i respira nell’aria un certo clima di resa. La
nottata è passata, ma sul sistema economico-imprenditoriale in Capitanata continua
a incombere una cappa minacciosa. Le imprese
sono spaventate dal futuro che le attende al varco, loro la crisi l’hanno subita più che combattuta. Oggi vengono fuori da un anno di deflazione
pura, zero investimenti e zero affari. Per quelli
che hanno potuto salvare i posti di lavoro con
la cassa integrazione in deroga, significa adesso
come doversi risvegliare da un letargo profondo.
Ma l’appello lanciato qualche giorno fa dai sindacati mette un po’ tutti sul ‘chi va là’: “Se Regione
e Governo non rifinzieranno la cig in deroga, in
scadenza fra dicembre e gennaio, perderemo
migliaia di posti di lavoro in provincia di Foggia”.
Niente in vetrina
Insomma le aziende non si sentono pronte a
riprendere il cammino. I segnali in questo inizio
di autunno sono inquietanti: alla fiera di ottobre
di Foggia, tradizionale appuntamento con il salone dell’Artigianato, gli artigiani si contavano sulle
dita di una mano. “Cosa metti in vetrina se hai
combinato poco nell’ultimo anno? Non c’è voglia
di ricominciare, ognuno di noi cerca di ritagliarsi
uno spazietto per lavoretti di nicchia. Altro che
esposizione”, diceva un operatore.
L’associazione Casartigiani (ne riferiamo a parte) è andata in fiera per parlare solo di crisi. E altri
settori non stanno meglio. Prendiamo l’edilizia.
Trecento imprese in Capitanata hanno alzato
bandiera bianca nell’ultimo anno, ma quasi nessuno se n’è accorto. “Parliamo di piccole realtà
da - dipendenti – spiega il sindacalista della Fil-
G
li artigiani sentono la
crisi forse più degli altri
in Capitanata. La spia di un
malessere profondo (sono
anni che le cose non vanno
più tanto bene) si è accesa
inesorabilmente all’ultima
fiera di ottobre di Foggia, a
loro dedicata, che ha visto
la partecipazione di imprese artigiane più bassa delle
ultime edizioni. E pensare
che quest’anno c’erano
gli incentivi della Camera
di commercio (
euro a
stand). La situazione è stata
fotografata da Casartigiani
in un convegno: “I Cofidi,
non le banche, possono venirci incontro”, ha detto il
presidente provinciale Carlo
m.l.
Ramunno.
PIETRO SALCUNI
ca-Cisl, Urbano Falcone – fa più rumore se chiude
un’azienda da
dipendenti, ma se tutte
queste minuscole realtà le sommiamo arriveremo a quella cifra”.
Lavoratori in bilico
Nel Patto territoriale di Ascoli-Candela – l’unico che ha dato in questi anni segni di vitalità tra
i finanziati dal governo Prodi dieci anni fa – nel
sono andati in fumo
posti e la crisi della Bellaria Mobili tiene appesi a un filo i destini
di lavoratori per i quali la cig zero ore è stata
appena rinnovata come ultimo gesto di speranza. Nel Contratto d’area di Manfredonia le cose
non vanno meglio. L’industria Inside (arredi per
navi e rimessaggio di barche) è una realtà da
dipendenti, tutti in cig dall’estate scorsa. E fino a
poco tempo fa era l’industria che aveva più mercato tra quelle che operano nell’agglomerato
industriale ai piedi del Gargano. In dodici anni le
chiusure hanno ridotto a poco meno della metà
il numero delle aziende ( ) dichiarato all’inizio
dell’esperienza, e le truffe allo Stato (soldi incassati per aziende fantasma) continuano ad essere
scoperte dalla Guardia di finanza.
L’agricoltura piange
Ma la madre di tutte le crisi si chiama agricoltura. E qui il default assume connotati molto più
peoccupanti, perché è in gioco il futuro di mila
aziende (il % a conduzione familiare) e di oltre
mila addetti. Altro che industria. “L’agricoltura fa muovere l’economia di questa provincia
– spiega Pietro Salcuni, presidente regionale di
Coldiretti – i commercianti si lamentano se gli
agricoltori piangono. Quest’anno veniamo fuori
da un’altra annata difficile: con il grano che non
remunera più i costi di produzione, molti speravano di rifarsi con il pomodoro. E invece è arrivata
un’altra mazzata”.
L’Unione europea potrebbe tagliare il contributo comunitario (mille euro a ettaro) perché gli
indici di raccolta sono inferiori ai parametri previsti. Con le industrie di trasformazione è guerra
aperta: sono accusate di aver fatto cartello per
ridurre i prezzi di mercato a scapito delle aziende
di produzione. Ma sono ormai contrasti da archeologia: il sistema sta cambiando, il prossimo anno
Bruxelles toglierà l’attuale regime di aiuti e si entrerà nel mercato libero. Un’ipotesi che spaventa
le imprese.
Attendismo
Di questo passo oggi l’agricoltura in Capitanata
rischia di regredire, o di premiare solo i migliori
secondo varie correnti di pensiero. Esistono, per
carità, realtà che vanno avanti con le proprie
gambe e da tempo hanno smesso di misurare le
proprie entrate in relazione agli aiuti comunitari.
Ma è ancora tutta l’economia agricola (che poi si
riverbera sugli altri segmenti) a risentire di questo cotè assistenziale. Così il crollo degli affitti
nella sola città di Foggia (- %) evidenzia un malessere profondo e silenzioso. Bisogna cambiare
in fretta, si diceva ai tempi della bolla finanziaria.
Sono passati quasi due anni, ma più che cambiare si è scelto di restare fermi e attendere. Cosa,
ancora non si sa.
MASSIMO LEVANTACI
Agricoltura
23-29 ottobre 2010
3
Inail
Lavoro
sommerso
al 95%
N
elle aziende il lavoro
scarseggia, ma quello
che c’è continua a essere a
forte rischio in Capitanata.
Il direttore provinciale dell’Inail, Carlo Maielli, denuncia
il “notevole sommerso sui
luoghi di lavoro” che colpisce praticamente tutte le aziende del territorio. “Abbiamo riscontrato irregolarità
– ha detto alla recente fiera
di Ottobre – nel % delle aziende controllate”. Dimezzata invece la mortalità, ma
sul fronte della sicurezza c’è
ancora molto da fare. m.l.
URBANO FALCONE
I dubbi – Tra dicembre e gennaio scadrà la cassa integrazione
Cig in deroga. E poi?
U
n altro anno sta finendo
e lo scenario che si prospetta davanti ai sindacati è
minaccioso. Non è la solita crisi il nemico da sconfiggere, ma
semmai gli strumenti per fronteggiarla che possono diventare in questi mesi lame a doppio
taglio. Nelle categorie degli
edili, dei chimici, dell’agroalimentare si fanno un po’ di
conti sulla cassa integrazione
in deroga che sta per scadere
(fra dicembre e gennaio) senza prospettive all’orizzonte.
La cig in deroga, per la cronaca, è stato l’ammortizzatore sociale più efficace tra i
tanti ipotizzati e applicati in
questi mesi di incerta congiutura. Si ricorderanno, a mo’
di esempio, i finanziamenti a
fondo perduto concessi alle
aziende con la formula dei
tirocini formativi che hanno
prodotto solo tantissimi di-
Un comitato
soccupati in più dal momento
che i datori di lavoro, una volta chiuso il ciclo occupazionale, nella maggior parte dei casi hanno rispedito al mittente
il lavoratore che sperava giustamente in una sistemazione
stabile dopo aver fatto pure
un percorso formativo.
La cig in deroga è stata invece una misura studiata apposta per salvare il posto di
lavoro in quelle imprese a rischio chiusura. In Capitanata
sono circa mila i lavoratori
che hanno usufruito di questo vanaggio che ora però sta
scadendo. Cosa accadrà nei
prossimi mesi non è difficile
ipotizzarlo, se si tiene conto
che il mercato non decolla e
chi parla di ripresa non tiene
evidentemente conto di quel
che accade nei territori.
“Siamo in una fase in cui le
aziende non partono e i lavo-
ratori sono per questo in apnea – spiega Urbano Falcone,
segretario provinciale della
Filca Cisl – purtroppo ci destreggiamo da una vertenza
all’altra senza capire da che
parte stiamo andando tutti insieme”. Il caso limite è rappresentato in Capitanata dall’agonia dell’impresa Bellaria Mobili
di Ascoli Satriano, a rischio
chiusura ormai da un anno che
però continua a essere tenuta
in vita proprio perché si intravedono le condizioni di una ripresa nel
.
“Abbiamo fatto di tutti per
salvare i
posti di lavoro –
spiega Falcone – con l’assessorato provinciale alle Politiche
del lavoro e alla task-force regionale sull’Occupazione abbiamo steso da un anno una
sorta di rete di protezione per
indurre un’azienda che non ha
commesse a non mollare. Ora
si spera che qualcosa cambi fra
- mesi, nel frattempo i lavoratori sono tutti in cassa integrazione in deroga a zero ore”.
Momento difficile anche nel
Contratto d’area di Manfredonia, situazione molto critica
alla Inside (rimessaggio barche e arredi interni per navi a
crociera) dove i circa duecento dipendenti sono in cassa
integrazione e attendono lumi dall’amministratore unico,
Paolo Bolici, che tuttavia continua a rimandare l’incontro
con i sindacati. Allarmante
anche lo scenario nel Patto
territoriale di Ascoli-Candela,
il sindacato Ugl denuncia la
perdita di “
posti di lavoro
nel
” e un allarme poduttività generalizzato in tutte le
aziende dell’agglomerato industriale nato dieci anni fa con
sovvenzioni pubbliche.
m.l.
I sindacati: manovra preoccupante in Comune, lavoratori a rischio
Formazioni
di categoria
segreteria provinciale dell’Ugl di
nel mirino LaFoggia
ha lanciato nei giorni scorsi
un accorato appello ai parlamentari del
“A Foggia fase difficile”
A
borgo Incoronata, una delle enclavi dell’agricoltura di tradizione in
provincia di Foggia, è stato
costituito un comitato per
contestare le organizzazioni agricole. “Ormai – dicono
Giuseppe Giannino, Giorgio
Mercuri e Michele Di Stefano – non ci rappresentano
più. I prezzi di mercato ci
soffocano e loro non fanno niente. Ci consideriamo
ormai dei superstiti – aggiungono – in Italia il % vive
ancora di agricoltura contro
il % della Francia. E il Tavoliere di Puglia – accusano –
dove l’agricoltura resta la
voce più importante del Pil
non fa più tendenza”.
m.l.
territorio affinché sensibilizzino il governo sulla grave crisi occupazione che rischia di abbattersi sulla città capoluogo.
“Temiamo conseguenze nefaste dal dissesto finanziario, se mai si dovesse giungere a questo dannoso epilogo”, commenta l’iniziativa il segretario generale
del sindacato Gabriele Taranto. “La questione resta appesa a un filo – aggiunge
– registriamo in città voci preoccupanti.
Ci conforta il fatto che il sindaco continui a smentirle, ma non possiamo ignorare che il Comune è alle prese con una
difficile manovra economica che se non
dovesse andare in porto entro dicembre obbligherebbe il primo cittadino a
rassegnare le dimissioni”.
La questione preoccupa il sindacato soprattutto sul piano delle ricadute
occupazionali. “Siamo arrivati a queste
conclusioni – spiega Taranto – dopo aver
ascoltato i responsabili di tutte le federazioni provinciali del nostro sindacato. Vi
GABRIELE TARANTO
sono numerosi lavoratori delle aziende
municipalizzate a forte rischio occupazionale, per questo reputiamo che il problema debba essere affrontato otre i confini
provinciali per sensibilizzare gli organi
governativi: ci risulta che non si conosca
la reale dimensione del problema”.
L’Ugl di Foggia chiede una “concertazione programmatica” sulla situazione
in atto, ma sin da ora il sindacato “impegnerà i suoi organismi confederali nazionali a far conoscere la reale gravita’
del problema”. Inoltre l’Ugl “organizzerà nelle prossime settimane sul territorio – annuncia il segretario – una serie
di iniziative pubbliche per sensibilizzare
la città e le istituzioni sui rischi che il paventato dissesto economico-finaziario
comporta. Ci auguriamo – conclude
l’Ugl – che tutta la politica provinciale
condivida questo percorso necessario
per uscire da una situazione inestricabile. Dobbiamo restare uniti per uscire
dall’isolamento nel quale rischiamo di
cacciarci.
m.l.
Agricoltura
23-29 ottobre 2010
5
ConCretaMente – Campagna di informazione e formazione
Per uno sviluppo “pulito”
migliore tutela dei campi
S
ensibilizzare gli attori della filiera agroalimentare, dagli imprenditori ai
tecnici e ai semplici cittadini-consumatori, sul ruolo che una corretta gestione del suolo, lo sviluppo dell’agricoltura
biologica e la diffusione di metodi di produzione e consumo sostenibili possono
rivestire nell’affrontare i problemi legati
ai cambiamenti climatici e in particolare
nella diminuzione delle emissioni di anidride carbonica (CO ). È questa la “mission”
del progetto “ConCretaMente”, presentato alla Camera di Commercio di Bari lo
scorso ottobre e promosso da una rosa
di cinque partner: IFOC (prima promotrice), Agenzia formativa della CCIAA (appunto la Camera di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura) di Bari; C.I.A.
(Confederazione Italiana Agricoltori) della
Provincia di Bari; C.I.BI. (Consorzio Italiano
Per i promotori
Il biologico
vincente
nel metodo
per il Biologico); Consorzio Puglia Natura;
Associazione Eco Bio Equo.
La campagna di informazione e formazione è stata finanziata dalla Provincia di
Bari (
.
euro) con i fondi che l’UE
destina alla formazione permanente sulle strategie di difesa del suolo (POR Puglia – Fse-Asse IV – attività per migliorare
il livello delle competenze del capitale
umano pugliese). “Proteggiamo la Terra coltivando la terra” è lo slogan scelto
per accompagnare il progetto, che come
dice la parola stessa (“ConCretaMente”)
si snoderà in iniziative concrete per il raggiungimento dei propri fini (per info e contatti, www.concretamentebio.it): trenta
visite guidate presso masserie e aziende
agricole della provincia di Bari che producono e/o trasformano prodotti biologici;
cinque seminari tecnici rivolti a professio-
C
ome asserito dai promotori di “ConCretaMente”, la sostenibilità dell’agricoltura biologica è intrinseca nel suo
metodo, dato il suo potenziale di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di sequestro di carbonio nel suolo,
legato all’utilizzo di fertilizzanti organici, sovesci (interramento di colture che
aumenta la fertilità del terreno) e avvicendamenti colturali. Viene incentivato,
inoltre, il trattamento della materia organica attraverso il compostaggio (industriale e domestico), processo di trasfor-
nisti (agronomi, periti agrari, architetti) e
quindici ad imprenditori del settore agroindustriale e della ristorazione; giornate
di sensibilizzazione in piazza, convegni e
workshop a scopo divulgativo e per fare il
punto su risultati conseguiti e buone prassi realizzate. La partecipazione alle varie
iniziative è gratuita per i destinatari e per
le aziende che ospiteranno le visite.
Si punta, dunque, da un lato a diffondere l’agricoltura biologica, che produce in
un’ottica di sostenibilità, preservando cioè
la ‘risorsa’, ovvero la sostanza organica del
suolo, dall’altro allo sviluppo di forme di riutilizzo domestico della sostanza organica
per innescare un circolo virtuoso di buone
pratiche orientate alla produzione e al consumo sostenibili.
La presentazione del progetto
ANDREA BUONO
mazione naturale di materiali o sostanze
biodegradabili (ad esempio, in quello domestico, tutti gli scarti alimentari liquidi
o solidi di origine animale o vegetale, ma
anche tutto il materiale di orto e giardino) in un prodotto non putrescibile che
può migliorare la fertilità del terreno. Il
compostaggio permette di concimare
in modo ecologico e di ridurre la massa
di rifiuti da smaltire (facilitando anche la
separazione meccanica dei rifiuti non umidi raccolti nei cassonetti).
a.b.
u
s
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6
23-29 ottobre 2010
Università
%
Il disavanzo da abbattere
A dieci mesi dall’ammissione del deficit di 52 milioni
di euro, l’Università di Bari prevede di poter abbattere
del 63% il disavanzo nel bilancio di previsione 2010.
Ma la verifica verrà con il consuntivo 2010
Conti in rosso – Il buco accertato di
mln
La lunga corsa
dell’Università
al risanamento
T
agli senza precedenti alle spese, tesoretti
inaspettati, quotazioni immobiliari schizzate alle stelle e maggiori tasse per migliaia di studenti. Milioni di euro che vanno e che
vengono, in un susseguirsi di cifre che sta rendendo ricca di colpi di scena la vicenda finanziaria dell’Università di Bari.
Dal disavanzo di milioni, ammesso a dicembre dello scorso anno mentre si approvava il bilancio di previsione del
, l’amministrazione
accademica ha certificato di poter recuperare
contabilmente quasi
milioni in dieci mesi, riducendo quindi il presunto deficit a poco più di
milioni di euro. Entro il
, stando al piano
di risanamento triennale approvato lo scorso agosto dal consiglio di amministrazione, l’Ateneo
dovrebbe essere in grado di riportare non soltanto a pari le spese con le entrate, ma di ribaltare la situazione conseguendo un avanzo di
milioni e
mila euro.
Aumento tasse
Per realizzare questo progetto, l’Università ha
aumentato, com’è noto, il livello di contribuzione
richiesto agli studenti per le iscrizioni ai corsi di
laurea (ma anche ai dottorati di ricerca, le scuole
di specializzazione e i master) per un extragettito
annuo totale di . milioni di euro, ha ridotto molti capitoli di spesa e ha messo in vendita alcuni
immobili e terreni inutilizzati o, comunque, sacrificabili per la causa del risanamento. Il primo importante passo verso questo obiettivo sarebbe
stato compiuto quest’estate, quando il consiglio
di amministrazione ha approvato il bilancio consuntivo del
, chiudendo con un inaspettato
avanzo di
milioni e
mila euro, molto maggiore della somma inizialmente prevista.
Detratti . milioni di euro, pari al risultato
di esercizio preventivato per il
e già iscritti
per il
, le casse dell’Ateneo avrebbero dunque beneficiato di
milioni e
mila euro i
quali, al netto di un’ulteriore decurtazione per
finanziare i contratti dei medici specializzandi,
liberano . .
euro utili a ridurre il debito
dei milioni di euro reso noto a dicembre scorso. A questo risultato i contabili dell’università
hanno sommato milioni di maggiori entrate
provenienti dallo Stato per cofinanziare i costi
dei ricercatori e altri
milioni e
mila euro
ricavati dalla vendita di un terreno a Valenzano
e la presunta vendita di parte di un palazzo in via
Giulio Petroni (ancora in trattativa).
Vendita immobili
A queste due operazioni immobiliari si aggiungono le vendite già programmate di un secondo
terreno a Modugno, la ex azienda agricola Ricchioni e, soprattutto, un’ala della ex manifattura
dei tabacchi di via Nicolai, un rudere pericolante
e abbandonato nella parte di proprietà dell’Università, confinante con l’area comunale occupata, invece, dal mercato alimentare del quartiere
Libertà. I tecnici dell’Ateneo, come spiegato
nel box della pagina accanto, hanno valutato la
manifattura
milioni di euro, iscrivendo tale
somma nel piano di rientro e contribuendo in
gran parte a determinare la somma totale di
milioni di euro che sarebbero ricavabili dall’alienazione di tutte le citate proprietà immobiliari.
La difficoltà, nel caso specifico della manifattura, sta evidentemente nell’individuazione di
un acquirente danaroso e disponibile all’operazione, considerando che il Comune di Bari, inizialmente proprietario di tutto il fabbricato, ne
cedette due piani all’Università dieci anni fa. Il
piano di risanamento, prudentemente definito
di “riequilibrio” dai vertici amministrativi ed accademici, prosegue dunque ma non può ignorare questi aspetti pratici, da cui evidentemente
ne dipende l’effettiva riuscita alla scadenza del
triennio preventivato.
Tutti i tagli
Quanto ai tagli già operati sui capitoli di spesa
più sacrificabili, il bilancio di previsione del
prevedeva già in partenza, ovvero prima che
fosse elaborato il conseguente piano di rientro,
una serie di economie sulle spese, che però non
risultavano sufficienti a raggiungere l’equilibrio
finanziario. I tagli hanno colpito soprattutto i
fondi per le attività e i servizi agli studenti, ridotti del %, rispetto all’anno precedente, sulle voci di spesa più care ai ragazzi, come i bandi per i
lavori part time e le attività culturali autogestite
(complessivamente milioni e
mila euro).
Ancor più drastico (il %) è risultato il taglio
ai fondi per il funzionamento dei dipartimenti,
ridotti di un milione e
mila euro, così come
è accaduto per gli stanziamenti per le borse di
studio post dottorato e i corsi di perfezionamento all’estero e per gli assegni di ricerca (
milioni e
mila euro), i trasferimenti per le
attività di ricerca dei dipartimenti ( . milioni),
i contributi per la gestione delle biblioteche e i
compensi per le supplenze e le docenze a contratto (
mila euro).
Il problema, per quest’ultima operazione, è invece rappresentato dalla protesta dei ricercatori,
che in tutta Italia stanno contestando alcuni contenuti del disegno di legge sulla riforma universitaria (attualmente ferma in Parlamento) astenendosi dallo svolgimento delle lezioni, alle quali
non sono tenuti per legge ma a cui hanno finora
sempre provveduto per accumulare crediti per la
loro carriera accademica. Venendo a mancare il
contributo dei ricercatori, infatti, la sola Università di Bari ha dovuto rinviare l’inizio delle lezioni
e tutt’ora non è chiaro come saranno assicurati
centinaia di insegnamenti lasciati scoperti dai ricercatori, che dovranno verosimilmente essere
affidati a docenti supplenti o esterni a contratto.
Infine, sul fronte delle spese per il personale, che sono risultate eccessive rispetto ai limiti
imposti dal ministero per l’Università, l’Ateneo
barese ha deciso di inserire nel piano di rientro
il divieto di trattenete in servizio i professori
oltre il limite dei
anni di età (lo scorso anno
trattenne unità al costo di milioni e
mila
euro) e la riduzione del % delle indennità del
rettore, del prorettore, dei presidi di facoltà, dei
direttori di dipartimento e dei componenti del
senato accademico.
LUCA BARILE
Retroscena – Tagli alle indennità
Buone intenzioni
cattive votazioni
P
rima di tutto, il buon esempio. Una regola semplice e sempre valida che, in tempi di ristrettezze economiche forzate,
l’Università ha provato a metter in pratica riducendo i compensi ai componenti, compresi il rettore e il direttore amministrativo, del senato accademico e del consiglio di amministrazione, ovvero i due massimi organi di governo dell’Ateneo. Tutti
d’accordo fino al momento di passare ai voti. In ballo ci sono
le indennità annuali di carica, oltre al gettone di presenza che
scatta ad ogni seduta, assicurate ad ogni membro per il funzionamento dei due organi centrali.
L’uno sovrintende all’organizzazione della didattica e della
ricerca, l’altro alla programmazione economico finanziaria e
sono entrambi composti dai rappresentanti delle varie componenti della comunità accademica. Docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e studenti. I ragazzi avrebbero
voluto azzerare o, perlomeno, ridurre notevolmente l’entità
dei gettoni di presenza e delle indennità di carica, riconosciute ai componenti degli organi assembleari i primi ad ogni riunione a cui partecipano ed i secondi con cadenza annuale, in
maniera automatica. Duecentoquaranta euro lordi a riunione,
sia per i senatori accademici sia per i consiglieri, a cui si aggiungono le indennità di circa mila euro annue per i primi e
di mila per gli altri. Gli studenti chiedevano, dunque, il buon
esempio visto il momento di difficoltà economica per l’Università. Poi, la commissione bilancio, che solitamente precede le
riunioni del consiglio di amministrazione sulla programmazione economico finanziaria, propone la diminuzione del % di
questi compensi. Inoltre, il taglio dovrebbe riguardare le indennità del rettore, del prorettore, i direttori di dipartimento
e i presidi di facoltà. Tutti d’accordo, ma quando la proposta
viene discussa nel consiglio del agosto scorso nell’ambito
del piano di rientro, su proposta di un professore, inizia una discussione sulle maggiori responsabilità che assumono i
consiglieri nell’espletamento delle loro funzioni, rispetto al
meno impegnativo lavoro dei senatori accademici. Qualcuno
chiama in causa anche la politica e il governo, poi si passa ai
voti e i dissidenti strappano una vittoria a maggioranza per
contenere il taglio delle indennità al % piuttosto che al %.
(il verbale della seduta cita solo le indennità di carica e non i
gettoni). In particolare, tutti e cinque gli studenti presenti a
quella riunione (su sei che solitamente siedono in Cda) votano
conto l’emendamento salva compensi e l’intero piano di rientro, in quanto quest’ultimo prevede come parte integrante
l’aumento delle tasse studentesche. Si astengono il rettore, il
prorettore e il direttore amministrativo.
l.b.
Università
I tagli ai compensi delle alte cariche
La commissione bilancio aveva proposto di ridurre
del 30% le indennità delle alte cariche accademiche
e dei componenti gli organi di governo, ma in Cda
il taglio si è fermato al 20%. Proteste degli studenti
23-29 ottobre 2010
7
%
La manovra – Finora variazioni di bilancio
Piano triennale
due mosse
un contenzioso
D
Il caso – Messa in vendita
L’ex manifattura
ora vale 30 mln
P
er certi aspetti, il deficit ha fatto bene all’Università di Bari.
Tra tagli alle spese e aumento delle tasse, c’è una voce nel
piano triennale di risanamento che promette grandi vantaggi
economici alle casse in crisi dell’Ateneo: è l’attuale valore della ex manifattura dei tabacchi, abbandonata da anni a causa
di un fallito progetto di recupero. Il rudere pericolante viene
stimato in
milioni di euro, come risulta dal piano triennale
presentato al ministro dell’Università, Maria Stella Gelmini e,
successivamente, approvato dal consiglio di amministrazione
accademico. Ma lo stesso fabbricato, mai utilizzato dall’Ateneo
che lo ottenne nel
dal Comune di Bari, soltanto tre anni fa
valeva poco più di otto milioni di euro. Era l’anno
, infatti,
quando il nucleo di valutazione dell’Università, composto di elementi sia interni sia esterni all’Ateneo, stimava il fabbricato in
questione .
.
, euro.
In base ad un veloce meccanismo di rivalutazione, dunque, il
valore immobiliare della ex manifattura è quasi quadruplicato
nel giro di tre anni. La nuova stima, ci è stato spiegato dal direttore amministrativo Giorgio De Santis, è stata realizzata dall’ufficio tecnico dell’Università, a cui non deve essere sfuggito lo
stato di conservazione dell’edificio, intaccato nel
dal crollo di un soffitto che richiese un intervento di emergenza, con
conseguenti spese di noleggio dei ponteggi di sicurezza pari a
quasi
mila euro l’anno. È stato fatto notare che le valutazioni del nucleo di valutazione, in assenza di un parere propriamente tecnico, non dovrebbero essere considerate realmente
indicative del valore dell’edificio, ma è pur vero che nella stima
delle altre proprietà immobiliari lo stesso nucleo non sembra
essersi ingannato tanto clamorosamente.
Ad esempio, nel documento del
valutò .
. , il
palazzo di via Giulio Petroni (cinque piani più scantinato), che
viene oggi messo in vendita a .
.
. Una rivalutazione del
%. Cifre molto precise, mai arrotondate, vengono allo stesso
modo fatte corrispondere ad immobili storici come l’ex palazzo
delle Poste ( . .
euro) e il complesso di Santa Scolastica ( .
.
, ). Riuscire a vendere la ex manifattura, come
prevede il piano di rientro entro il
, sarebbe dunque fondamentale, poiché il successo della manovra finanziaria porterebbe di qui a tre anni ad un avanzo di amministrazione di circa
milioni di euro.
Ma chi comprerebbe il rudere pericolante? Il Comune no di
certo, considerando che fu proprio l’amministrazione cittadina
a cederlo all’Università in cambio dell’ex Albergo delle nazioni,
poi rivenduto all’asta per quasi milioni di euro. In ballo, adesso, ci sono milioni da riportare in cassa.
l.b.
i pari passo con il piano di
rientro, procedono gli assestamenti al bilancio dell’Ateneo. Nell’ultima seduta del
consiglio di amministrazione,
il massimo organo accademico
di programmazione finanziaria
ha autorizzato la quinta variazione al documento contabile
previsionale del
, per
milioni e
mila euro.
La manovra si è resa necessaria per rendere operativi alcuni passaggi del piano
triennale di rientro che, nella
situazione di squilibrio finanziario in cui si trova l’Università, rappresenta il documento
di programmazione al quale
dovrà attenersi l’amministrazione per il prossimo triennio.
Le variazioni introdotte riguardano una serie di capitoli di entrata e di spesa contenute sia
nel bilancio autonomo, sia in
quello vincolato, tenendo conto di alcuni flussi derivanti da
maggiori previsioni di entrata
e della necessità di modificare
i capitoli in base alle linee guida del piano triennale.
Ecco le cifre nel dettaglio,
come risulta dalla relazione
predisposta dal collegio dei revisori dei conti dell’Università,
sulla base della quale la commissione bilancio dell’Ateneo
ha dato il proprio parere positivo alla manovra, prima che
questa approdasse lo scorso
settembre in Cda.
Le maggiori entrate (rispetto alle iniziali previsioni per il
bilancio
) derivano in parte dall’extragettito incassato
dalle quote di iscrizione (aumentate per effetto dell’inasprimento fiscale generale) dei
laureati triennali e specialistici
ai master di primo e secondo
livello ( .
euro) e per il
restante da un’assegnazione
del ministro dell’Università e la
Ricerca per lo sviluppo e la programmazione universitaria (
milioni e
mila euro) più ulteriori
mila euro per rimborsi dallo stesso ministero, a cui
si sommano le rendite di beni
immobili per .
euro e i contributi delle aziende sanitarie
per il funzionamento dei corsi
dell’area sanitaria attivi in Puglia ( .
euro) e dell’istituto nazionale di Fisica nucleare
( mila euro). Totale . .
euro, utilizzabili liberamente
CORRADO PETROCELLI
Con il
Policlinico
risolta solo
in parte la
questione
indennità
per le varie esigenze di spesa.
Al contrario, altri .
. .
euro provengono da maggiori
entrate che, però, possono essere utilizzate solo per specifici
capitoli di spesa (è la parte del
bilancio vincolato).
In questo secondo blocco
di maggiori entrate, la voce
più consistente ( .
.
. )
è rappresentata dai fondi versati dal Policlinico, per gli anni
e
, per il trattamento
economico aggiuntivo dei dirigenti medici (ovvero i primari
universitari), ai quali spetta
per legge un’integrazione
sullo stipendio base pagato
dall’Università, in ragione delle
funzioni assistenziali che svolgono in clinica, in modo da equipararne i compensi a quelli
dei colleghi ospedalieri.
Al riguardo, va ricordato che
l’Ateneo e il Policlinico hanno
recentemente concluso una
vertenza che si trascinava da
anni proprio sull’entità delle
somme che l’ospedale è tenuto a versare mensilmente
all’Università, con un notevole
risparmio per quest’ultima che
finora le ha sempre anticipate
ai propri dipendenti. Al contrario, è ancora da definire la controversia tra le due parti sulle
somme arretrate e l’analoga
vertenza che riguarda le integrazioni stipendiali dovute al
personale tecnico amministrativo dell’Ateneo in servizio nel
Policlinico.
Le altre voci di maggiori
entrate vincolate provengono, invece, da una serie di
contributi, compresi
.
euro versati dagli oltre mila studenti che il mese scorso
si sono cimentati con i test di
selezione ai corsi di laurea a
numero programmato, svoltisi anche quest’anno tra imponenti e costose misure di
sicurezza, per i quali i ragazzi
hanno dovuto versare ognuno
euro quale contributo per
sostenere le spese organizzative e gestionali.
I rappresentanti degli studenti presenti nel consiglio di
amministrazione dell’università hanno chiesto e ottenuto
che queste somme venissero
utilizzate per i servizi dedicati ai ragazzi, anche a titolo di
parziale compensazione per
aver subito i tagli sui capitoli
di spesa a loro dedicati, nonché l’aumento delle tasse. In
arrivo, per loro, ci sono adesso
nuovi computer nelle aulette delle associazioni studentesche presenti in Ateneo e il
recupero di alcuni servizi per il
miglioramento della didattica.
La variazione di bilancio, infine, si completa con un prelievo
dal fondo di riserva di
.
euro e le minori spese, ulteriori
economie (oltre quelle già descritte nell’articolo dell’altra
pagina) su vari capitoli di spesa, tra cui l’acquisto di mobili
e arredi, la vigilanza, i mancati
stipendi di unità lavorative andate in pensioni e non rimpiazzabili a causa del blocco delle
assunzioni e il taglio di gettoni
di presenza e indennità.
l.b.
Consumi
Inchiesta di
Altroconsumo sui
prezzi dei farmaci
in 144 punti vendita
tra farmacie,
parafarmacie
e ipermercati in 10
città italiane
Come variano i prezzi tra i diversi negozi
Tra gli ipermercati
ͫͫΨ
Tra le parafarmacie
ͫͯΨ
Tra le farmacie
ͭͯΨ
ͨΨ
ͩͨΨ
ͪͨΨ
ͫͨΨ
ͬͨΨ
ͭͨΨ
ͮͨΨ
23-29 ottobre 2010
9
La liberalizzazione
ha funzionato:
fino al 18% di
risparmio se si sceglie
il punto vendita più
conveniente, come la
grande distribuzione
organizzata
L’indagine – C’è concorrenza, ma ancora in pochi ( %) espongono il listino obbligatorio
Con i farmaci da banco “liberi”
la convenienza è il dato sicuro
A
cinque anni dalla sua entrata in vigore la domanda è: la liberalizzazione ha funzionato? E se la risposta è positiva, in
quali settori? La liberalizzazione ha sicuramente funzionato
nel mercato dei farmaci da banco, dove se si sceglie il punto vendita più conveniente, come nei corner degli ipermercati, il prezzo
scende anche del %. I prezzi infatti sono in frenata: dall’anno della liberalizzazione, cinque anni fa, l’aumento è stato al massimo
del , %, mentre tra il
e
l’incremento era stato del %.
Questo quanto emerge dall’indagine condotta da Altroconsumo in
dieci città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli,
Palermo, Roma, Torino, Verona).
Se si fa “giocare” la concorrenza, visitando diverse farmacie, il
prezzo medio di uno stesso farmaco può variare del %; nelle parafarmacie del % e nei corner della grande distribuzione del %.
Sono stati confrontati i prezzi di
farmaci senza obbligo di ricetta rilevati in
punti vendita tra farmacie, parafarmacie e iper-
Il metodo – Sotto la lente
—‡–‹†‡‹’”‡œœ‹†ƒŽͪͨͨͱƒŽͪͨͩͨ
Parafarmacie
ͭǡͨΨ
Ipermercati
ͩǡͰΨ
Farmacie
ͨǡͨΨ
ͪǡͯΨ
ͩǡͨΨ
ͪǡͨΨ
ͫǡͨΨ
ͬǡͨΨ
ͭǡͨΨ
mercati. La liberalizzazione del settore, partita nel
, e l’allargamento dei canali di vendita ha stimolato la concorrenza tra il punto
vendita tradizionale, la farmacia, e i nuovi entrati nel gioco, parafarmacie e iper, ampliando la forbice di prezzo che arriva a registrare
differenze di + %, per uno stesso farmaco. A fronte delle possibilità
di risparmio persiste però ancora una certa opacità nel presentare il
prezzo finale del prodotto al consumatore. Dal gennaio
sono
stati aboliti i prezzi massimi di riferimento sui farmaci senza ricetta,
lasciando libertà al farmacista di stabilirne l’entità. Dovrebbe esserci in esposizione un listino prezzi, obbligatorio per legge dal
,
purtroppo spesso inesistente: solo nel % dei punti vendita visitati
esiste un elenco dei prezzi dei farmaci aggiornato al
, e solo nel
% il consumatore ha la possibilità di consultarlo. Quindi se la liberalizzazione ha funzionato, la piena trasparenza è ancora lontana.
ͮǡͨΨ
SANTA COLELLA
punti vendita I consigli – C’è anche una banca dati gratuita
Bari fra le esaminate I prezzi a confronto
L’
inchiesta di Altroconsumo fa il punto sul
costo dei farmaci dopo l’avvento della liberalizzazione del mercato, analizzando i prezzi
dei tre diversi canali di vendita oggi disponibili:
farmacie (sono state visitate ), parafarmacie
( ) e ipermercati ( ). In totale quindi sono stati
esaminati
punti vendita. I
farmaci selezionati sono senza obbligo di ricetta, tutti molto
utilizzati e venduti. Sono
in tutto le città oggetto della rilevazione: Milano, Roma, Torino,
Napoli, Genova, Verona, Bologna, Firenze, Bari e
Palermo. Sono stati confrontati i prezzi applicati
agli stessi farmaci nei tre diversi canali in modo
da valutare la convenienza per tipologia di punto
vendita e confrontato anche i prezzi del
con
quelli praticati lo scorso anno sugli stessi farmaci. Un ulteriore raffronto ha riguardato il prezzo
praticato sullo stesso farmaco nei diversi punti
vendita dello stesso canale, al fine di valutarne la
s.c.
variabilità.
O
ltre all’indagine, Altroconsumo pubblica
anche utili consigli orientati al risparmio e
a trarre al meglio gli effetti positivi della liberalizzazione. Perché se è vero che grazie a questa
l’ascesa dei prezzi rallenta è ancora più vero che i
consumatori faticano a godere della concorrenza
Questi alcuni consigli: “Contro disturbi lievi come
mal di testa o raffreddore, aprite l’armadietto dei
farmaci a casa, prima di precipitarvi ad acquistare
un nuovo prodotto. È possibile che abbiate già
ciò che fa per voi: molti farmaci hanno le stesse
proprietà controllate il foglietto informativo” ed
ancora “per i farmaci da banco memorizzate il
punto vendita dove il prezzo è più conveniente.
I risparmi che si possono realizzare sono interessanti, se non avete urgenze”. Inoltre “consultate
le banche-dati internet di confronto prezzi: su
www.altroconsumo.it sono disponibili i prezzi e
i diversi nomi commerciali che corrispondono a
s.c.
uno stesso principio attivo”.
Attualmente la GDO può distribuire solo la fascia C senza ricetta
Grande risparmio negli iper
“E se si vendessero tutti...”
A
nche se di poco, oggi i farmaci costano di più rispetto al
, in particolare i prezzi sono aumentati nelle parafarmacie (più %), ma anche in farmacia il costo dei medicinali è cresciuto, meno però
(più , % rispetto a un anno fa). Il posto in
cui conviene di più comprare medicine è
l’ipermercato. La concorrenza alle farmacie, però, funziona solo in parte.
Parafarmacie e ipermercati possono
competere più che altro sul versante del
benessere e della cura del corpo, potendo
Clienti poco informati
Ignorata
la legge
vendere solo i medicinali di fascia C senza
ricetta. “Se, invece, anche qui approdassero i farmaci vendibili con ricetta (sempre sotto la vigilanza di un farmacista) il
vantaggio sarebbe duplice: le farmacie
sarebbero costrette a combattere la concorrenza abbassando i prezzi” dice Altroconsumo.
Come in passato, colpisce la grande variabilità dei prezzi da un negozio all’altro.
La liberalizzazione del settore e l’ampliamento dei canali di vendita ha permesso di
S
coprire qual è il punto vendita più
economico è dura, questo perché
manca la trasparenza. I commercianti
devono esporre un listino, visibile a tutti,
che riporti il prezzo dei farmaci: ma questo accade di rado.
Nell’inchiesta molte volte i prezzi dei
farmaci non sono esposti, anche se dal
questo è un obbligo di legge. So-
allargare la forbice dei prezzi: uno stesso
farmaco può costare il % in più cambiando negozio. In media, comunque, i prezzi
variano del %. A convenire di più sono
ancora una volta i corner degli ipermercati. Comprare medicine nella gdo costa in
media il , % in meno rispetto alla farmacia, e il , % in meno della para farmacia.
Si assottiglia sempre più la possibilità di risparmio tra questi ultimi due canali, ormai
solo il , % (l’anno scorso era il , %).
s.c.
lo il % dei punti vendita visitati ha un
elenco aggiornato al
dei farmaci.
L’elenco è direttamente consultabile dal
cliente in casi su ( % del totale dei
punti vendita visitati) e negli altri casi bisogna chiederlo al farmacista, cosa che
non permette un confronto immediato
e chiaro tra prodotti analoghi.
s.c.
10
23-29 ottobre 2010
Rapporti
Rispetto al 2008, il Pil è
calato del 6% nel NordOvest, del 5,6% nel
Nord-Est, del 5,3% nel
Centro-Nord, del 3,9%
nel Centro e del 4,3%
nel Mezzogiorno (media
nazionale: -5%)
Gli effetti della crisi e le prospettive di ripresa
Effetto crisi
Ripresa (ritorno
Apice
(arretramento ai all’apice previsto
economico Recessione livelli
dell’anno…) per l’anno…)
Settore
Valore aggiunto
totale
-
di cui industria in
senso stretto
-
di cui costruzioni
-
di cui commercio,
alberghi, trasporti
-
di cui credito,
immobiliare e
servizi professionali
-
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Cgia Mestre su dati Istat
Puglia e Basilicata
fanno segnare,
rispettivamente, un -5%
ed un -4,5%. Peggio
di tutti sono andati
l’Abruzzo (-6,9%),
la Lombardia (-6,3%)
e il Piemonte (-6,2%).
ISTAT – Diffusi i dati dello studio sui principali aggregati dei conti economici regionali
Prodotto interno lordo del 2009
Puglia in media, Lucania arretra
N
el
il Prodotto Interno Lordo (PIL) si è ridotto più a
Nord che a Sud. Nonostante questo, però, il dato della Puglia è in linea con la media nazionale, mentre la Basilicata,
pur facendo registrare una performance lievemente migliore, non
brilla, discostandosi in peggio (seppur di poco) dalla media delle
regioni meridionali. A rilevarlo è l’Istat, nello studio “Principali aggregati dei conti economici regionali”, contenente le stime riguardanti i seguenti aggregati economici: Pil, unità di lavoro, spesa per
consumi finali delle famiglie, valore aggiunto e redditi da lavoro
dipendente.
Rispetto al
, il Pil è calato del % nel Nord-Ovest, del , % nel
Nord-Est, del , % nel Centro-Nord, del , % nel Centro e del , %
nel Mezzogiorno (media nazionale: - %). Puglia e Basilicata fanno
segnare, rispettivamente, un - % ed un - , %. Peggio di tutti sono
andati l’Abruzzo (- , %), la Lombardia (- , %) e il Piemonte (- , %).
A far da paracadute per il Sud, invece, ci sono state Sicilia (- , %)
e Calabria (- , %), mentre a pesare sul dato complessivo negativo
(per quanto migliore di quello del Settentrione) è soprattutto l’industria (valore aggiunto caduto dell’ , %, del , % solo in Puglia,
anche se in Italia è sceso del , %). In termini assoluti, tuttavia, la
musica cambia, dato che il Sud contribuisce al Pil nazionale per il
, % (Centro-Nord , %, Nord-Ovest , %, Nord-Est , %, Centro
%). A livello regionale, la Lombardia produce da sola il % della
ricchezza del Paese: solo il Lazio tiene botta alle sue spalle ( , %).
La Puglia è al , %, la Basilicata allo , %.
Il Pil per abitante ai prezzi di mercato (calcolato aggiungendo
al valore aggiunto, espresso ai prezzi base, l’Iva, le altre imposte
Variazione percentuale PIL
su
Nord-Ovest
- %
Nord-Est
- , %
Centro-Nord
- , %
Centro
- , %
Mezzogiorno
- , %
ITALIA
- %
Puglia
- %
Basilicata
- , %
sui prodotti, le imposte sulle importazioni e sottraendo i contributi
sui prodotti, dove per valore aggiunto si intende la differenza fra
il valore della produzione e quello dei costi intermedi) segna una
flessione del , % a livello nazionale, con una diminuzione più contenuta a Sud (- , %; ma Puglia - , %) e al Centro (- , %) e più marcata a Nord-Ovest (- , %), Nord-Est (- , %) e Centro-Nord (- , %). In
assoluto, però, il Pil pro capite ai prezzi di mercato del Centro-Nord
resta sensibilmente più elevato di quello del Mezzogiorno: .
euro nel Nord-Ovest, .
euro nel Nord-Est, .
nel CentroNord e .
euro nel Centro, contro gli appena .
euro del
Mezzogiorno (Basilicata .
, Puglia . , col dato più basso
dopo la Campania).
In controtendenza, rispetto ai dati sin qui analizzati, vi sono i
numeri sulle unità di lavoro: a fronte di una contrazione media nazionale del , %, è il Sud a perdere maggior terreno (- %) rispetto
al resto d’Italia (tranne il Nord-Ovest, che cede il , %). Allo stesso modo, le cifre sulla spesa delle famiglie mettono in evidenza
una maggiore “austerity” adottata al Sud (- , % rispetto al
)
rispetto a tutte le altre macro-aree (la media nazionale si attesta al
- , %). Calabria (- , %) e Puglia (- , %) guidano la corsa al risparmio.
Il valore aggiunto ai prezzi base per unità di lavoro, invece, pur
essendo più alto al Centro e al Nord, ha subìto una riduzione meno
marcata al Sud (- , % a fronte di una media nazionale del - , %).
Crescono, infine, i redditi da lavoro dipendente (+ , % Italia, + , %
Sud, ma nel Mezzogiorno sono più bassi che altrove).
Fonte dati: Istat
ANDREA BUONO
Il confronto con i dati dell’Osservatorio a luglio
La denuncia di Artigiani e piccole imprese
I conti non tornano
dall’OBI altri risultati
Il “valore aggiunto”
è al livello del 2001
Foto Grzegorz Margol_fotolia
D
i diverso tenore erano state le indicazioni
emergenti dal Rapporto Pil Occupazione
Valore Aggiunto, pubblicato lo scorso luglio
dall’Osservatorio Regionale Banche-Imprese
(OBI). I dati forniti riferivano di un aumento del
divario già esistente tra regioni meridionali e
settentrionali tra il
e il
. In particolare, si era evidenziata una riduzione complessiva
più consistente del Pil del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale (- , % contro - %). Basilicata e Abruzzo (- %) avrebbero contribuito
maggiormente alla performance negativa, de-
terminata anche da Puglia (- , %) e Campania
(- , %) e mitigata (come secondo l’Istat) dalla
Calabria (“solo” - , %). Tuttavia, in termini assoluti, l’Abruzzo faceva segnare il Pil pro capite
più alto del Sud ( .
euro, dato in linea con
quelli diffusi dall’Istat). Proprio Obi segnala,
intanto, nel recente Rapporto “Congiuntura
Mezzogiorno” relativo al terzo trimestre
,
il consolidamento della ripresa della fiducia di
famiglie e imprese in Europa e in Italia (ma non
nel Nord-Ovest e a Sud).
a.b.
“I
l valore aggiunto delle imprese italiane
è sceso ai livelli del
. Drammatica la
situazione del settore manifatturiero: la ricchezza prodotta da questo comparto è precipitata su valori che avevamo nel
”. A
dirlo è Giuseppe Bortolussi, segretario della
CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese)
di Mestre, il cui Ufficio Studi ha analizzato gli
effetti della recessione economica sul sistema
produttivo nazionale.
Ebbene, ne emerge che, tra la fine del
e il giugno
, il valore aggiunto reale (ov-
vero la ricchezza prodotta dalle imprese italiane) è calato del , %, con punte del - , %
nell’industria manifatturiera e del - % nel settore delle costruzioni. Commercio, alberghi
e trasporti fanno registrare un - , %, mentre
per agricoltura, silvicoltura e pesca (- , %), per
il credito (- , %) e per i servizi (- , %) gli effetti
negativi sono stati contenuti. “Solo nel
il valore aggiunto dell’intero sistema produttivo – sottolinea Bortolussi – si riporterà ai
livelli del
”.
a.b.
Edilizia
11
23-29 ottobre 2010
L’iniziativa – Il primo passo dei costruttori edili è l’immediata collaborazione con Interfidi
Crediti con le Pa: l’Ance a Taranto
“studia” nuovi modelli di business
T
aranto è alla ricerca di un via d’uscita dalla crisi, e guarda al
di fuori dei canali di business tradizionali. L’edilizia è uno dei
settori più colpiti nella zona ionica. Contrazioni negli appalti,
difficoltà di pagamento da parte del pubblico e del privato: anche
le aziende sane ne stanno risentendo. Per questo, l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Taranto è scesa in campo
mettendo in essere una serie di azioni – che i singoli non possono
di certo svolgere – per far ripartire un meccanismo economico oramai inceppato da troppo tempo.
Dare respiro alle imprese che, sia pure in attività, sono in sofferenza. Il primo passo dell’ANCE è stato un incontro col presidente
di Interfidi Francesco Marangi. L’obiettivo? Avviare concrete collaborazioni per sostenere sotto il profilo finanziario le imprese creditrici della pubblica amministrazione: un vero e proprio paradosso,
lavorano per lo Stato, non vengono pagate in tempi ragionevoli,
e rischiano di andare a gambe all’aria. Al centro del confronto, lo
stato di profonda sofferenza di tante imprese costrette da un lato a fronteggiare una dura stretta creditizia imposta dal sistema
bancario e dall’altro a subire il peso dei ritardati pagamenti delle
amministrazioni appaltanti, frutto di inefficienze e soprattutto dei
vincoli imposti dal patto di stabilità. La soluzione? Visto il muro burocratico ed amministrativo che le aziende si trovano di fronte, a
Taranto l’ANCE ed Interfidi hanno convenuto sull’opportunità di
un dialogo più stretto per costruire soluzioni su misura per le anticipazioni sui crediti delle imprese edili appaltatrici nei confronti
delle pubbliche amministrazioni. Le modalità, a tutto campo, sono
basate sullo stringere intese, avviare collaborazioni e far conoscere
al sistema imprenditoriale nuove opportunità di business.
ANTONELLA MILLARTE
Svanite le grandi commesse, si cambia rotta Allo studio anche insediamento industriale di Pmi
Dal navale alla sanità Le idee: rifiuti e scuole
C
almierati i debiti, con la speranza che i crediti
si sblocchino al più presto, l’edilizia tarantina
orfana delle grandi commesse del passato legate all’industria e al settore navale, ora cercano di
indirizzare il know how accumulato e le loro maestranze professionali in altre direzioni. Ma quali?
Fuori dai denti la situazione che l’ANCE di Taranto descrive per i principali problemi del settore delle costruzioni è quella di “ricercare nuove
opportunità di business in grado di prospettare
nuovi percorsi produttivi ad un sistema imprenditoriale alle prese con il perdurare di una crisi
senza precedenti”.
Si guarda a orizzonti finora inesplorati come
quello della sanità di eccellenza, ed in proposito
i giovani imprenditori edili l’ANCE di Taranto hanno incontrato i vertici del San Raffaele del Mediterraneo, situato nel quartiere Paolo VI che ha gli
spazi per crescere ancora.
a.m.
A
ltro passo di apertura c’è stato dalla città guardando alle cosiddette periferie del tarantino
dove, a quanto pare, c’è un maggiore fermento
imprenditoriale. Una di queste potrebbe arrivare
dalla borgata di Talsano con il Consorzio Impretal,
un moderno insediamento industriale di PMI.
Innovazione, un altro spazio da esplorare con
il supporto tecnico-scientifico del Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo DIPAR.
Saranno realizzati studi per l’individuazione
delle opportunità imprenditoriali connesse al
recupero e alla valorizzazione dei rifiuti edili ed
alla questione amianto. Con ISPREDIL si valuteranno le possibilità di applicazione sul territorio
di modelli sperimentali che introducono la partnership pubblico-privata nella modernizzazione
dei patrimoni di edilizia scolastica troppo a lungo negletti, e che necessitano interventi spesso
non più rinviabili.
a.m.
etta
la Gazz
/10
24w
ne
Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV - 06 / 12 febbraio 2010 -
€ 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90
di Dionisio Ciccarese
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
esponenti a spararla sempre
più grossa nel tentativo (spesso
riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma
oggi non è più così.
I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno
innescato un meccanismo di
circolarità
dell’informazione
che imprigiona le notizie in un
paradigma sempre più lontano
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
della Puglia avete in testa per
i prossimi anni? Quali sono le
strategie su cui si deve puntare
per lo sviluppo? Come la Puglia
intende allinearsi all’Europa?
E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni
Ancona, docente di Economia
Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e
interpretando i dati della crisi
ha “stroncato” facili entusiasmi
sottolineando che sarà la ripresa
Sì
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
E
Comunicazione,
potere
e governance
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per
ribaltare un rapporto che non è
mai stato in discussione. Vendola
ha vinto, ma in realtà non è solo
Palese ad aver perso. Piuttosto è
stato il centrodestra. Si può dire
quel che si vuole e cercare con
le parole di camuffare la realtà:
Palese non ha mai avuto alcuna
chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime
pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui
parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
Vedremo”. Abbiamo visto.
Non è certo questo il fulcro
del nostro ragionamento, ma ne
esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza
e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si
discute dei “se” e dei “ma”. Di
una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi.
Vendola non solo ha vinto, ma ha
già disegnato il “framing” nel cui
recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti.
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Vendola al comando
aio
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27 fe
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
A proposito di debito pubblico
Turismo – Una regione leader
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina
N
ell’autunno del
in
molti dissero “niente sarà
più come prima” quando,
nell’occhio del ciclone della crisi
finanziaria più grave degli ultimi
sessanta anni, persino i giganti
di Wall Street mostravano piedi
d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al
di GIOVANNI FERRI
da quel turbinio, le gengive dei
salvati addentano ora le mani dei
salvatori pubblici. La memoria è
breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo
con i tempi. Oggi, dunque, molti
di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la
celerità con cui si erano mossi
L
a Puglia in fatto di turismo
è certamente una regione
leader. È quanto merso
con chiarezza nei giorni scorsi
alla BIT di Milano., importante
rassegna fieristica di settore.
La regione ha fatto grandi
passi in avanti sul piano della
destagionalizzazione offrendo
un ampio ventaglio di offerte
che vanno ben oltre il “bel
mare” che per troppi anni ha
B
urocrazia,
criminalità
e utilizzo fruttuoso dei
fondi europei. Questi i
temi al centro del confronto al
Petruzzelli di Bari nel convegno
“Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i
anni
della Confindustria. In quattro
pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le
strategie di sviluppo pianificate
da mondo delle imprese e isti-
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Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta.
Una lezione
Ventura
sale
in cattedra
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Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine
Vendola tiene il passo
Palese insegue (-5,5%)
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Vendola sempre in testa
13 ma
Resta netto il vantaggio
su Palese (4,5%).
Cala la Poli Bortone.
Il prof. Nicola Piepoli
ci spiega i perché
di tanti consensi per
il Governatore uscente
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ntervista a “cuore aperto” de
La Gazzetta dell’Economia a
Giampiero Ventura, allenatore
genovese,
anni, artefice del
miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti
ad alcune grandi. Ventura parla
della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra
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12
23-29 ottobre 2010
Servizi
Regole – Un impiegato ne gestisce in media fra trenta e quaranta
Che caos le password
e la privacy è a rischio
Si utilizzano ogni giorno ma
per paura di dimenticarle,
si scelgono quelle più banali
mettendo così a rischio
la propria sicurezza
C
odici pin e password sono sempre più presenti nella nostra vita lavorativa e quotidiana: acquisti on-line, prelievi al bancomat, home banking, consultazione di data-base,
eccetera.
I rischi legati alla sicurezza impongono di usare password e codici sempre più complessi, ma
spesso si finisce per utilizzare sempre gli stessi
per paura di dimenticarli o di dimenticare dove
li si annota. Si calcola che un impiegato, in qualsiasi parte del mondo, gestisce in media tra le
trenta e le quaranta password.
Per non parlare poi di codici che vengono assegnati da terzi, come ad esempio il numero di
matricola per gli studenti. E se all’improvviso si
perdessero tutti i codici? Si avrebbe la brutta
sensazione di aver perso l’identità. Le password
sono le vere custodi della nostra esistenza nella rete, ma anche su ogni tipo di tecnologia che
includa un microchip. Esse però si stanno moltiplicando nell’uso quotidiano, richiedendo una
utilizzazione sempre più frequente.
L’identità e la privacy vanno protette necessariamente da chiavi digitali, ma come fare se a
disposizione c’è la sola memoria o una quantità
di foglietti e appunti introvabili proprio quando
servono? Peggio della dimenticanza sono alcune soluzioni mnemoniche, che sembrano geniali
ma in realtà sono state pensate anche ad altri
milioni di persone.
Si tratta del % degli utenti in rete che, credendo di essere unici, usano come password
“
”, oppure il proprio nome seguito
dall’anno di nascita o quello dei propri figli, dei
propri cari o dell’animale domestico.
Per questo motivo gli esperti della rete suggeriscono regole minime di sicurezza: usare password diverse per le diverse applicazioni, crearne una piuttosto lunga (almeno di otto lettere),
aggiornarla spesso (ogni tre mesi), usare diversi
tipi di caratteri (maiuscole e minuscole accompagnati da numeri, simboli, eccetera), evitare di
utilizzare riferimenti personali o a persone care.
ALICE MILIA
I-MEMO – Sistema con accesso a impronte digitali
Colpito su on line
Database made in Italy
per custodire le “chiavi”
Identità rubate
più pericoli
per le “carte”
I
N
ella nostra quotidianità
diamo i numeri. È vero: a
cominciare dal codice pin per
accendere il cellulare, al bancomat per prelevare, alla password per accedere al computer dell’ufficio, poi all’e-mail e
ai social network (sempre più
numerosi), poi per accedere
al conto delle poste, per fare
acquisti on-line, per vedere
la bolletta, a volte anche per
entrare nel portone di casa o
mettere l’allarme al garage. Internet, in primis, ci ha imposto
codici di sicurezza e privacy, il
resto è tutta una conseguenza
tecnologica.
Ricordare codici, password,
nomi utente e numeri di telefono diventa sempre più difficile ai giorni nostri. La soluzione
c’è, ed è diventata “a portata
di mano”: è stato infatti inventato un prodotto Made in Italy,
ad oggi ancora unico nel suo
genere (attualmente non ci sono prodotti uguali sul mercato
nazionale ed internazionale).
Si chiama I-Memo ed è un dispositivo di piccole dimensioni, facile da usare, maneggevole e colorato che permette
di archiviare Pin, password e
codici vari nel suo database.
Tutto qui? La sua genialità è
racchiusa in
per
millimetri: per attivarlo non serve inserire una password, ma basta
il riconoscimento della propria
impronta digitale, grazie ad un
sensore biometrico, che permette in meno di un secondo
l’accesso ai dati personali. Il
primo prodotto di Menstecnica Srl, nato nel
dall’idea
di cinque ricercatori italiani
con l’obiettivo di sviluppare
e realizzare prodotti innovativi e creativi di elettronica.
La principale peculiarità del
piccolo dispositivo salva memoria, portatile ed autosufficiente, risponde alla necessità
di memorizzare e consultare in
modo semplice anche le password e i codici più complessi
in qualsiasi situazione, assicurando la massima protezione
dei dati. Il sensore biometrico
per il riconoscimento dell’impronta digitale permette di
personalizzare l’utilizzo di IMemo e di accenderlo.
Può memorizzare fino a otto impronte diverse e più di
mila tra codici, password e
pin; ogni scheda contiene
caratteri in quanto non ci sono
solo la user e la password da ricordare ma anche le domande
e le risposte di sicurezza, gli
ordini, le scadenze eccetera.
È dotato di porta Usb in modo
da poter trasferire i dati del pc
direttamente sull’I-Memo. La
Menstecnica Srl, poi, ha depositato una richiesta di brevetto all’European Patent Office
di Monaco ed ha protetto il
marchio.
Ad oggi sono già in circolazione circa
prototipi di
I-Memo, al costo di
euro.
Così l’I-Memo, più piccolo di
un cellulare, si candida a diventare un prolungamento della
nostra memoria che grazie al
riconoscimento dell’impronta
digitale che lo rende unico come noi e sicuro agli attacchi dei
malintenzionati. Si potrà anche
avere una memoria di ferro ma
un aiuto fa sempre comodo,
specialmente oggigiorno.
È consigliato l’I-Memo soprattutto per più giovani che,
al tempo dei social network e
delle e-mail, usano tantissime
chiavi d’accesso ogni giorno
per la vita in rete. Considerando che tutto quello che si mette on-line, in un modo o nell’altro, può essere rintracciato, è
bene prevenire il furto d’identità scegliendo password lunghe piene di numeri o simboli.
Inoltre, ci sono chiavi d’accesso più importanti ed altre
meno importanti: ad esempio
quella della propria banca o
dell’account di posta elettronica sono tra quelle importanti,
per questo gli esperti consigliano di non usare sempre le
stesse password. Archiviarle
in un luogo sicuro e cambiarle con una certa frequenza è
sicuramente un buon metodo.
a.m.
l furto d’identità è un rischio in crescita e le
informazioni per la prevenzione sono insufficienti. Questo il tema del rapporto annuale
dell’Osservatorio Permanente sul Furto d’identità promosso da Adconsum, associazione difesa consumatori e ambiente.
Il furto d’identità viene scoperto nel % dei
casi controllando il proprio estratto conto bancario, per il % su segnalazione del proprio istituto di credito e per il % su avviso delle forze
dell’ordine.
Infatti, pur migliorando la consapevolezza dei
consumatori derivanti dalla frode d’identità, in
Italia resta un forte gap normativo che si accompagna ad un insufficiente livello di informazione
dei consumatori, soprattutto se giovani, riguardo le modalità attraverso cui viene attuato il
furto d’identità e su come è possibile difendersi
e prevenirlo. Si ha un furto d’identità ogni qualvolta un’informazione individuale, relativa ad
una persona fisica o ad un’azienda, è ottenuta
in modo fraudolento da un malintenzionato per
compiere atti illeciti.
La frode d’identità, infatti, riguarda principalmente l’apertura dei conto correnti bancari, la
richiesta di una nuova carta di credito, o l’utilizzo dei dati personali della vittima nell’acquisto di beni e servizi o altri vantaggi finanziari.
Riguardo alle modalità di autotutela, emerge
dal rapporto dell’Osservatorio che solo il %
distrugge i dati sensibili rilevabili da bollette,
fatture e comunicazioni bancarie, mentre il %
ha attivato il servizio di segnalazione tramite
sms per prelievi o acquisti effettuati con carta
di credito.
Per quanto riguarda il mondo informatico e
on-line, il % degli utenti usa carte prepagate
per acquisti via Internet, ma il % adotta comportamenti rischiosi, come salvare password e
user sul proprio pc. Il furto d’identità colpisce
un italiano su quattro e circa il % delle vittime
subisce un danno fino a
euro, che sale fino
a .
euro per il % delle stesse. Il % degli
utenti, inoltre, non è in grado di quantificare il
danno subito.
a. m.
Servizi
23-29 ottobre 2010
13
Un falsa e-mail che ha tratto in inganno molti utenti
Intervista – Rutigliano (APROweb.it): “Attenti alle e-mail false”
“Il phishing resta
il primo nemico”
N
el
, secondo l’indagine di Verizon Business società che si occupa
di sicurezza digitale, ci sono stati oltre un
miliardo di casi di furti d’identità digitale
su Internet, ma per gli addetti ai non è
una novità. Nomi, codici di carte di credito, password, informazioni personali,
conti bancari, numeri di telefono, indirizzi di posta elettronica e tutto quello che
gli archivi on line possono contenere sono a rischio se non protetti come si deve.
Per navigare sicuri su internet sentiamo
il parere dell’esperto: Daniele Rutigliano,
titolare della web agency barese APROweb.it, creatore di siti web.
Secondo lei, quali sono i lati positivi e
negativi di un sito web, come ad esempio Clipperz.it, che racchiude tutte le
password degli utenti?
“Clipperz.com è sicuramente uno
strumento molto utile per archiviare le
proprie password e non è neanche l’unico ad offrire un servizio gratuito di store
password (esistono anche Passpack.
com, passwordsafe.com, lastpass.com,
passlet.com e tanti altri sicuri). Se da un
lato siti web come questi semplificano la
nostra vita quotidiana, dall’altro vengono
presi di mira dai cracker, dei veri e propri
criminali informatici (spesso chiamati erroneamente hacker). I cracker cercano di
impossessarsi delle credenziali altrui per
fini economici personali (acquisto online
di beni e servizi, trasferimento di denaro,
eccetera.). Bisogna ammettere che, sebbene un sito web sia dotato di tutte le misure di sicurezza possibili, esiste sempre
una percentuale – molto bassa – di possibili accessi non autorizzati. Questo può
accadere per la presenza dei famosi bug,
delle ‘falle’ nella fasi di progettazione e
programmazione di un sito web o del sistema operativo installato sul server che
ospita il sito. Col passare degli anni l’Ingegneria del software ed i costanti test
di sicurezza hanno notevolmente ridotto
le probabilità di vulnerabilità dei sistemi
informatici, per tanto gli utenti possono
stare tranquilli. Tuttavia il punto critico
della questione non è di per sé la sicurezza del sito ma paradossalmente la possibilità che un utente sia tratto in inganno.
Lo scorso febbraio sono state rubate migliaia di password per l’accesso a Twitter.
Non si è trattato di una vulnerabilità del
famoso strumento di microblogging ma
di un attacco informatico detto phishing.
Sebbene se ne parli già da diverso tem-
po, questa tecnica riscuote ancora molto
successo online. Basta una semplice email come ‘esca’ per catturare il mal capitato e portarlo in sito web graficamente
uguale a quello in cui l’utente è registrato. Una volta che questi inserisce volontariamente le proprie credenziali nel sito
contraffatto, le password vengono inviate al cracker che, a sua volta, le usa per i
propri scopi illegali”.
Come è possibile proteggere la propria privacy on-line?
“Le regole per una navigazione sicura sono sempre le stesse: aver installato un buon antivirus e tenerlo sempre
aggiornato (uno solo, non due poiché
entrano in conflitto), possedere anche
un firewall per impedire l’accesso di malintenzionati nel proprio pc, effettuare
sempre gli aggiornamenti del sistema
operativo (come il Windows Update),
acquistare software originali (evitare
quindi l’uso di file-sharing come Emule,
Bittorrent poiché diffondono virus in
grado di dare a terzi il pieno controllo
del computer) e controllare sempre l’indirizzo del sito web nel quale si stanno
inserendo le proprie credenziali. Infine
si consiglia anche l’uso di un browser più
sicuro di Internet Explorer per la navigazione online, a mio parere Firefox è probabilmente il migliore”.
Quali rischi corre chi subisce un furto
d’identità in rete?
“Chi perde le proprie password potrebbe vedere diffuse le proprie informazioni personali o notare delle transazioni
bancarie non autorizzate sul proprio
conto online. Con un semplice furto della propria casella di posta elettronica, un
malintenzionato potrebbe anche inviare
delle minacce a terzi o acquistare dei servizi online a vostro nome”.
È meglio salvare le password più importanti su dispositivi elettronici (pc, ipod eccetera) o sulla classica agendina?
“È sempre meglio scrivere le proprie
password su un foglio di carta e conservarlo in un cassetto chiuso a chiave.
Naturalmente sono da evitare i post-it
sul monitor o sotto la tastiera o tappetino del mouse con le proprie password.
La navigazione online è sicura ma, come
nella vita quotidiana, è sempre necessaria un po’ di attenzione ed accortezza”.
a.m.
DANIELE RUTIGLIANO
Clipperz
Frodi
Casseforti Scoperte
sicure
solo 6
sul web
su 100
Q
uotidianamente usiamo
decine di password per
accedere ai servizi internet e
la maggior parte delle persone
di solito utilizza password generiche per poterle facilmente
ricordare ma questo, per motivi
di privacy potrebbe essere pericoloso. Alcuni esperti della rete
consigliano Clipperz, un servizio
per gestire le proprie password,
e il tutto direttamente online.
Ma quanto è affidabile un sito
internet che racchiude le password di tutti gli utenti? Nessun problema per la sicurezza,
dicono gli intenditori: i dati che
vengono visualizzati o inviati
col il proprio browser vengono
criptati così nessuno sarà in grado di decifrarli se intercettati,
inclusi i gestori del servizio. Inoltre, il sito può essere utilizzato
anche in offline. Per accedere
al sito bisogna solo inserire una
frase segreta: questo sistema
sostituisce l’uso di una semplice
password per ridurre al minimo
le possibilità di accesso esterno.
Il sistema è talmente infallibile
che non è possibile in alcun modo recuperarla.
a.m.
T
ra clonazioni di carte di
credito e la sottrazione
dei dati bancari, le frodi
creditizie continuano a colpire migliaia di persone anche per effetto dei furti di
identità. Lo rileva la ricerca
condotta dall’Osservatorio
sulle Frodi Creditizie di Crif,
da cui è possibile delineare
un profilo di vittima tipica:
uomo, con un età compresa tra i
e
anni e
residente principalmente
in Campania, Lombardia,
Lazio, Puglia e Sicilia. Inoltre, liberi professionisti
(annoverando tra questi
anche avvocati, ingegneri
eccetera) risultano essere
i soggetti maggiormente esposti a frode. Ma, se attraverso l’analisi delle denunce è possibile delineare il
quadro socio demografico
delle vittime di frodi creditizie, è invece quasi impossibile avere informazioni
sui colpevoli, in quanto
vengono scoperti solo nel
% dei casi.
a.m.
14
Servizi
23-29 ottobre 2010
Il vicepresidente
Laforgia: “È nostro
compito sostenere le
imprese, incoraggiarle
e assisterle affinché
acquisiscano una
maggiore pratica della
finanza d’impresa”
ANTONIO LAFORGIA
MASSIMO LEONE
SPORA – Presentata a Bari un’interessante iniziativa della Camera di Commercio di Bari
Sportello per risanamenti aziendali
gratis gli strumenti per il “rilancio”
P
revenire e curare le crisi aziendali. È questo
l’obbiettivo di SPORA, lo Sportello Risanamenti Aziendali, presentato ieri mattina in conferenza stampa alla Camera di Commercio di Bari. Il
nuovo servizio, assolutamente gratuito, metterà a
disposizione delle aziende tutti gli strumenti utili a
delineare tempestivamente un eventuale deterioramento della posizione competitiva dell’impresa, attraverso una diagnosi dello stato di crisi realizzata da
un team di esperti. “È nostro compito – ha detto Antonio Laforgia, vice presidente della Camera di Commercio di Bari – sostenere le imprese, incoraggiarle e
assisterle affinché acquisiscano una maggiore pratica
della finanza d’impresa. Alle aziende in difficoltà – ha
aggiunto – chiediamo di correggere la rotta per salvaguardare quel complesso di valori umani ed economici che nelle imprese trovano espressione”.
Lo Sportello Risanamenti Aziendali sarà a disposizione degli operatori tutti i martedì e i giovedì dalle
alle . Qui le imprese potranno confrontarsi con
commercialisti, avvocati ed esperti di tematiche economiche e finanziarie. La strategia è quella di individuare ipotesi di lavoro che ogni impresa dovrà sviluppare con altre figure professionali. In più SPORA
avrà come obbiettivo la promozione della cultura di
prevenzione della crisi d’impresa, sviluppando anche
attività di formazione e informazione attraverso corsi, seminari, strumenti informativi e newsletter. “Vogliamo diffondere – ha spiegato Laforgia – la cultura
del risanamento e degli strumenti che si possono utilizzare in tale direzione, creando sinergie strategiche
e operative per fare emergere le criticità e risolverle.
È questo – ha aggiunto – lo spirito che sta alla base
PUGLIA
SETTORI
PERSONALE DOMESTICO
ESTRAZ.
MANIFATT.
COMMERCIO
ACQUA e RIFIUTI
Imprese non classificate
COSTRUZIONI
TRASPORTO
INFORMAZ. E COMUNICAZ.
SANITA’
NOLEGGIO e AG. VIAGGIO
ALLOGGI E RISTORAZ.
PROFESSIONI
ATTIVITA’ IMMOBILIARI
ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASS.
ARTE e SPORT
ISTRUZIONE
ENERGIA
ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI
AGRICOLTURA
PA
ORGANISMI
EXTRATERRITORIALI
TUTTI I SETTORI
,
%
del progetto SPORA: fare acquisire alle imprese della
terra di Bari una maggiore cultura finanziaria e agevolarle nel ricorrere ai nuovi strumenti di risanamento e rilancio dell’impresa”.
A gestire lo Sportello Risanamenti, prendendo per
mano le aziende in difficoltà e guidandole oltre la
crisi sarà la Promem Sud Est, la società di cui fanno
parte alcune Camere di Commercio – tra cui quella
del capoluogo pugliese – oltre a Confindustria Bari
e a un solido gruppo di banche. Il tutto con il supporto di sindacati e associazioni di categoria come
CISL, UIL, CNA e Confartigianato e la collaborazione
della Provincia di Bari. SPORA potrà contare anche
sulle professionalità dell’Università degli Studi Aldo
Moro e della LUM Jean Monnet. Attiva dal
, Promem Sud Est elabora studi di fattibilità economicofinanziaria ed effettua valutazione degli investimenti,
assistendo le imprese nella ricerca delle migliori fonti
di finanziamento. Inoltre fornisce ad aziende ed enti
pubblici consulenza finanziaria per agevolarne il percorso di crescita e di riorganizzazione. Di qui l’idea
dello Sportello Risanamenti Aziendali.
“Le probabilità di risolvere una crisi aziendale – ha
spiegato l’Amministrato Delegato di Promem Sud
Est Massimo Leone – sono tanto più elevate quanto prima essa viene rilevata e misurata allo scopo di
intervenire tempestivamente per attivare interventi
strategici finalizzati a superarla. Riteniamo SPORA un
servizio davvero utile – ha aggiunto – soprattutto in
questo momento particolarmente sfavorevole per il
sistema economico locale, nazionale e mondiale”.
,
%
DARIO BISSANTI
Procedure
Imprese
Imprese
Tutte le
concorsuali +
sottoposte
sottoposte a
imprese
Scioglimento
a Procedure
Scioglimento
registrate
+ Liquidazione
concorsuali
o Liquidazione
n.
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n.
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n.
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Cosa emerge dal Rapporto sulle crisi aziendali
Ecco quali sono i settori colpiti dalla crisi
Due aziende su cento
sono nei guai in Puglia
Pure Comunicazione
è Sanità col… fiatone
STATUS PUGLIA E PROVINCE
Imprese sottoposte a
Procedure concorsuali
PROVINCE
BARI
BRINDISI
FOGGIA
LECCE
TARANTO
PUGLIA
B
n.
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Imprese sottoposte
a Scioglimento o
Liquidazione
n.
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ancarotta semplice o fraudolenta, fallimento, amministrazione controllata, straordinaria o giudiziaria, insolvenza, liquidazione amministrativa coatta: sono .
le imprese pugliesi
sottoposte a procedure concorsuali, pari al , %
del totale delle aziende. Le imprese sottoposte a scioglimento o liquidazione sono invece
.
( , %). Questi i primi dati emersi dal “Rapporto sulle crisi aziendali in Puglia”, illustrato
ieri mattina in occasione della presentazione di
%
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%
Tutte le
imprese
registrate
n.
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Procedure
concorsuali +
Scioglimento
+ Liquidazione
%
, %
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, %
SPORA, lo Sportello Risanamenti Aziendali messo a punto dalla Camera di Commercio di Bari.
Spetta proprio alla provincia di Bari il primato
per numero di imprese sottoposte a procedure concorsuali, a scioglimento o liquidazione:
sono .
, pari al , % del totale. A seguire la
provincia di Brindisi con il , %. Considerando
le sole procedure concorsuali è però Taranto a
primeggiare, con il , % delle imprese coinvolte.
d.b.
I
n Puglia sono le imprese estrattive e manifatturiere quelle che registrano le dinamiche
economiche peggiori, rispettivamente con il
, e il , % di aziende sottoposte a procedure
concorsuali. Questi sono i dati che emergono
dall’analisi settoriale del “Rapporto sulle crisi
aziendali in Puglia” presentato ieri mattina alla
Camera di Commercio di Bari. Tra i dati elaborati da Movimprese – Infocamere e aggiornati al
giugno scorso spicca anche il , % di impre-
se del settore costruzioni. Se poi si aggregano
anche i dati relativi alle aziende sottoposte a
scioglimento o liquidazione, le percentuali salgono al , % per le estrazioni e al , % per il
manifatturiero. A seguire le imprese di uno dei
settori chiave per battere la crisi: le aziende che
si occupano di informazione e comunicazione,
con il , %. Vittima della congiuntura economica sfavorevole anche il settore sanitario ( , %).
d.b.
Dal sabato
in edicola
a1€
“Nel tempo
dell’inganno
universale
dire la verità
è un atto
rivoluzionario”
George Orwell
www.gazeco.it
16
23-29 ottobre 2010
Media
GIULIANO NOCI
“Big G” presto alla ribalta sul piccolo schermo
Google Vs Apple
la sfida ora è
su Internet in TV
I
n un contesto che vede la mobilità al centro
del dibattito sulle nuove tecnologie, con
iPad e simili a farla da padrone, bisogna evidenziare l’emergere di un nuovo modello di
convergenza. All’orizzonte c’è la rivalutazione
di un media relativamente vecchio: la televisione. La seconda vita dello schermo televisivo
passa attraverso la Rete e si chiama Google TV.
Di Google TV si parlava già da maggio, dalla
I/O Conference della società di Mountain View.
Solo adesso, col sito ufficiale del progetto finalmente online, arrivano informazioni più dettagliate. Si tratta di una piattaforma, basata sul
sistema operativo Android, pensata per l’integrazione negli apparecchi televisivi più moderni e nei set-top box, decoder che arricchiscono
la tivù di funzioni che questa originariamente
non ha.
Il sito www.google.com/tv illustra le principali possibilità offerte dal sistema, che consente di
portare sul televisore applicazioni Web normalmente fruibili tramite il computer: navigazione
(con Google Chrome), ricerca di informazioni
(anche offline, nella memoria del dispositivo),
visualizzazione di contenuti multimediali (YouTube), social networking (Twitter). E ancora:
videogiochi realizzati con tecnologia Flash,
programmi concepiti per Android e scaricabili
dall’Android Market.
Ambarish Kenghe, developer product manager del progetto, ha spiegato che tra gli obiettivi primari c’è quello di aprire a contributi esterni, mettendo a disposizione di sviluppatori, inserzionisti e fornitori di contenuti una piattaforma promettente e innovativa. Per gli utenti, la
possibilità di creare un palinsesto personalizzato, di giocare un ruolo decisivo, trasformando
la tradizionale fruizione passiva dello schermo
televisivo in dinamica interattiva.
Google ha già stretto accordi con importanti
partner statunitensi: emittenti televisive (Hbc,
Cnbc, Turner Broadcasting) e siti d’informazione come quelli del New York Times e di Usa
Today. Importanti fornitori di contenuti audio/
video in Rete (Vevo, Pandora, Napster, Netflix,
Blip.tv, Amazon) sono al lavoro per mettere a
punto un’offerta dedicata. La National Basketball Association, Nba, ha sviluppato un’applicazione che consente di seguire, in tempo reale, i
risultati degli incontri e di ottenere una serie di
dati statistici.
Interessante la possibilità di controllo remoto della TV tramite device con sistema operativo Android: uno smartphone Htc o Samsung, ad
esempio, può fungere da telecomando. L’interfaccia del sistema è intuitiva e completamente
personalizzabile. Così, installazione e configura-
zione risultano particolarmente semplici. L’opzione dual view permette la visualizzazione
contemporanea di due contenuti, uno dei quali
nell’angolo in basso a destra dello schermo. I
programmi possono essere registrati e archiviati in memoria.
Il cuore pulsante di Google TV è nel chip Intel
CE
, che integra tutte le “abilità” del sistema.
Due, al momento, i partner di Google per la
realizzazione dell’hardware appropriato: Sony
e Logitech. Sony supporta la nuova tecnologia a
bordo di alcuni televisori della linea Bravia (primo, in ordine di tempo, il modello NSX- GT ),
mentre Logitech Revue è il primo set-top box
realizzato ad hoc (
dollari, tastiera qwerty
inclusa). Stando ai rumors, sarebbe in dirittura d‘arrivo anche un accordo con Samsung. Gli
smart TV, i televisori con supporto per Google
TV, dovranno supportare sia Html che la tecnologia Adobe Flash.
Con la propria piattaforma TV, Google punta
a diventare leader nel mercato dei teleschermi
collegati a Internet. Un mercato che, negli Stati Uniti, secondo le stime dell’istituto di ricerca
Forrester Research, dovrebbe raggiungere
milioni di utenze entro il
.
La concorrenza non manca: Apple innanzitutto. Mentre iPhone e Android si dividono il
mercato degli smartphone, la rivalità si rinnova
sullo schermo televisivo. La casa di Cupertino
ha appena lanciato sul mercato americano la
seconda generazione di Apple TV (prezzo
dollari), presentata a inizio settembre. In pratica, una TV on-demand a noleggio: si paga per la
singola fruizione e non per il downolad del contenuto, tanto più che il dispositivo non è dotato
di hard disk.
Vista la risposta di Google, presto la Apple
TV potrebbe essere arricchita di nuove funzionalità. Per ora, gli utenti hanno a disposizione
una vasta raccolta di film (a , dollari l’uno)
in alta definizione e di trasmissioni TV ( centesimi di dollaro a episodio) delle emittenti Abc,
Abc Family, Fox, Disney Channel e Bbc America.
Apple TV esegue pure lo streaming di contenuti
da Netflix, YouTube, Flickr e MobileMe, oltre a
musica, foto e video da Pc o Mac al televisore.
A Google e ad Apple si affiancano Microsoft
e Sony, che puntano a rendere le TV più intelligenti tramite le proprie consolle da gioco, rispettivamente Xbox
e Playstation . Sony
gioca su più fronti: implementazione di Google
TV, evoluzione del sistema Playstation e sviluppo di una propria piattaforma, già disponibile
sui televisori Bravia Internet TV.
GIANDOMENICO SPINELLI
Noci – Docente di Marketing
“Fruizione diversa
siamo spettautori”
G
iuliano Noci è professore ordinario di Marketing presso il
Politecnico di Milano. Con Andrea Boaretto e Fabrizio Maria Pini è autore di “Open Marketing. Strategia e strumenti di
marketing multicanale” (Etas,
).
Con Google TV ed Apple TV il Web arriva sullo schermo televisivo. Internet garantisce un futuro alla televisione o questa è
in grado di camminare sulle proprie gambe?
“C’è una differenza tra Google TV ed Apple TV, che poi sta
alla base del fallimento di quest’ultima. Jobs e soci propongono
di aggiungere un apparato al mezzo televisivo. Google, invece,
prevede l’inserimento della piattaforma nel televisore. E credo sia la strategia vincente. Detto questo, Internet è il grande
canale su cui, da qui in avanti, saranno veicolati i contenuti. I
device saranno strumentali, trasmetteranno quello che viene
dalla Rete. E, attenzione, la TV tradizionale non perderà di significato: l’utente avrà ancora bisogno, in privato, di passività”.
Integrando il Web, la televisione cambia, diventa un medium interattivo.
“Sostanzialmente è quello che si verificherà. L’utente avrà la
possibilità di usare la Sofà TV cui è abituato, ma anche di partecipare al processo di creazione del valore (con palinsesti personalizzati e feedback). Lo spettatore diventa ‘spettautore’”.
Un unico grande schermo nelle nostre casa, per Internet e
per la TV: è uno scenario futuribile?
“Mi pare eccessivo. In un nucleo familiare tipo ci sono molteplici esigenze e non possono essere soddisfatte tutte da un
unico apparato. Ogni individuo avrà a che fare con tre schermi:
TV, Pc, telefonino. Andiamo verso una società multicanale, in
cui l’individuo fruirà, in modo sempre più integrato, contenuti
diversi a seconda del contesto in cui si trova”.
Da un lato la tendenza alla mobilità, dall’altro la seconda vita
dello schermo televisivo. C’è contraddizione?
“No. Il trend alla mobilità è ineludibile. Ma nella vita di ognuno ci sono molti contesti. Nei momenti privati, l’individuo
ha bisogno di passività. Cambieranno due cose: i criteri di programmazione dei contenuti, che dovranno tener conto della
fruizione senza più orari. E le logiche pubblicitarie. Se l’utente
acquisisce il potere di stabilire cosa vedere e quando, la pubblicità deve diventare contestuale, in relazione alla specifica
istanza attivata”.
g.s.
Media
23-29 ottobre 2010
17
Scettico – Menduni, esperto di media
“Solo per nicchie
perché sul web
c’è bassa qualità”
nrico Menduni, studioso di
radio, televisione e linguagIn breve – Windows per mobile E
gi multimediali, dopo molti
Con WebP si punta
a rimpiazzare Jpeg
Altra novità da Google: WebP
L’impegno del colosso di Mountain View nella ridefinizione
degli strumenti tecnologici di utilizzo quotidiano non si ferma a
Google TV. “The Big G” ha lanciato anche WebP (si legge “webby”), un nuovo formato di compressione per le immagini in Rete, che punta a sostituire lo storico standard Jpeg. WebP consentirebbe un risparmio del % in termini di “peso” rispetto
a Jpeg e ad altri formati. In pratica: stessa qualità, meno byte.
Riducendo significativamente il carico portato dalle immagini e, quindi, il tempo richiesto per il caricamento delle
pagine Internet, WebP permetterebbe una navigazione più
veloce e snella anche a chi non possiede connessioni particolarmente veloci.
Un nuovo Windows per il cellulare
L’ ottobre ha finalmente visto la luce Windows Phone , il
nuovo sistema operativo per smartphone firmato Microsoft.
Con ogni probabilità, già a fine mese arriveranno sul mercato
i primi terminali dedicati. Si tratterà, probabilmente, di apparecchi Samsung, Acer e Lg. La nuova interfaccia utente si
distingue per pulizia e semplicità. Performanti le funzioni produttività/business, con la suite Office in versione tascabile. A
bordo anche un application market, come già su Symbian,
Android e iOS. Tanto non basterà a garantire il successo. Windows Phone dovrà sgomitare, perché la concorrenza ha fatto il vuoto alle sue spalle.
Novità dal Ceatec di Chibu
L’edizione
della fiera giapponese della tecnologia non
ha tradito le aspettative. Tra le novità più interessanti, Lumix
Phone di Panasonic, un cellulare con fotocamera da , megapixel, zoom ottico e stabilizzatore di immagine. Viste le caratteristiche, si tratta più che altro di una digitale compatta
con funzioni di telefono. Da Fujitsu, invece, uno smartphone
bivalve con due display touchscreen, uno ottimizzato per le
funzioni di intrattenimento (musica, social network) e l’altro
dedicato al business.
Con la gamma Galapagos, Sharp entra nel mercato dei tablet: i due dispositivi, basati su Android, hanno display grandi
rispettivamente , e , pollici.
Grande protagonista del Ceatec è stato il D. Toshiba ha
svelato Glasses-less D REGZA GL e
GL , i primi due modelli di televisore da utilizzare senza gli occhialini. Schermi
piccoli per ora, da e
pollici.
g.s.
anni trascorsi all’Università di
Siena, è oggi professore ordinario al Dams dell’Università
Roma Tre (settore scientificodisciplinare Cinema, Fotografia e Televisione). È membro
del Consiglio superiore delle
Comunicazioni e vicepresidente dell’ISIMM (Istituto per lo
Studio dell’Innovazione Media
Economia Società Istituzioni),
alle cui attività di ricerca e di
riflessione collabora da molti
anni. Il suo ultimo libro è Televisioni. Dallo spettacolo televisivo alle piattaforme multimediali (edizioni: Il Mulino).
Google TV punta a diventare
leader nel mercato dei televisori collegati a internet. In Italia
può avere successo?
“Google è un operatore globale che vuole essere presente
su tutti i mercati. In alcuni ambiti
è più forte (tra i motori di ricerca
non ha rivali), in altri è più debole e cerca di conquistare nuovi
spazi, anche televisivi. Deve
però guardarsi da competitor
importanti, come You Tube. Le
possibilità, però, che Google
TV si affermi come ‘prodotto di
massa’ sono abbastanza ristrette. La visione televisiva, infatti, è
legata oggi a un apprezzamento
crescente per la spettacolarità,
il D e tutto quanto riguarda la
qualità dell’immagine ma è un
atteggiamento diverso da parte
di chi va a cercare i video in Rete
e scarica filmati prescindendo
dalla qualità. Secondo me, allora, Google TV sarà una piattaforma di nicchia per chi sceglierà di
collegare il proprio televisore a
internet. Una possibilità, peraltro, ridotta visto che i televisori
che dispongono di una presa
Usb sono ancora pochi e non
abbondano coloro disposti a
spendere
euro per acquistare una presa che colleghi
i due apparecchi”.
ENRICO MENDUNI
“Il pubblico
televisivo,
con il 3D, è
orientato alla
spettacolarità
delle
immagini”
Di sicuro, se in passato era la
TV a inseguire il web, adesso è il
web che utilizza anche la TV per
rilanciarsi. Come mai?
“La TV prima si è comportata
nei confronti di internet come
competitore e poi ha cercato di
portar via tutto quello che le poteva servire per fare spettacolo.
Il successo della Rete si è, invece, costruito innanzitutto sul
rapporto interattivo con il pubblico. Poi il web ha sperimentato
anche forme televisive ma non è
facile avere fortuna con esse”.
Cosa ne pensa, a tal proposito, della causa che vede contrapposti You Tube e Mediaset
in tema di copyright?
“Ha ragione, dal punto di vi-
sta legale, chi vede delle violazioni del diritto d’autore nell’inserimento di clip da parte di chi
non ne è proprietario. C’è, però,
una tendenza inarrestabile verso la riproduzione accelerata
di filmati e You Tube resta uno
straordinario strumento promozionale”.
L’interazione tra web e TV sta
portando a una moltiplicazione
di offerte e piattaforme. Ma non
c’è il rischio di un abbassamento
della qualità dei contenuti?
“In realtà la televisione e il
web sono ancora molto lontani.
Chi ha cercato di realizzare web
TV o IPTV si è dovuto ricredere. In passato fui ingaggiato da
Tiscali per uno studio ad hoc
in occasione del lancio di una
nuova televisione sul web ma
il progetto è durato solo due
mesi: sono molto più attraenti
le offerte sul satellite o sul digitale terrestre. Discorso analogo
per Yalp, dietro la quale c’è Telecom Italia, che non ha avuto
successo. Fastweb resiste con il
sistema di video on demand ma
l’appeal è minore rispetto a Sky
o Mediaset Premium. In più c’è,
purtroppo, da sottolineare che
molta gente non sa assemblare
contenuti perché non ha alcuna
esperienza di broadcasting”.
FABIO TRAVERSA
18
23-29 ottobre 2010
Media
Come le nuove tecnologie hanno cambiato il linguaggio dei giovani
Una vita in 160 caratteri
È la “texting generation”
Lo spazio ristretto di sms
e chat ha generato una nuova
grammatica molto utilizzata
dal popolo di Internet
e dei cellulari
S
ilenzio parlano gli sms. Con la texting
generation nasce un nuovo linguaggio,
composto di parole mozze, abbreviazioni,
acronimi e formule alfanumeriche, per comunicare tutto in
caratteri. I ritmi frenetici con
cui la texting generation si scambia messaggini
impone nuove regole linguistiche che per comunicare emozioni e stati d’animo ricorre anche
all’uso di emoticons o degli smiley.
Le esigenze dei giovani che devono fare tutto
all’insegna della velocità e rispettando l’economia degli spazi ha permesso il fiorire di nuove
regole e nuovi modi di relazionarsi. Nella vita di
gruppo cambiano anche gli approcci e i rapporti
personali, la gestualità del vecchio faccia a fac-
cia tra i giovani oggi che è filtrato dallo schermo del cellulare, viene meno. Con i telefonini gli
occhi non comunicano più, il sorriso non si vede e nessuno potrà capire se arrossisci, così si
esprimono i sentimenti. Con gli sms si può chiacchierare con gli amici, si può raccontare di cosa
è successo nella giornata, si fissano appuntamenti, si fanno pettegolezzi, si chiedono e danno consigli, si fanno domande, si chiede scusa,
si corteggia, si scambiano sentimenti e quando
dall’altra parte c’è un fidanzato o una fidanzata
il messaggio diventa un momento intimo.
Con gli sms si comunica ma soprattutto si dice o meglio si scrive quello che il contatto e lo
sguardo blocca e inibisce.
Ai ragazzi piacciono molto i simboli e quelli scritti più frequentemente sono “cmq” per
comunque, “tvb” per ti voglio bene, “xchè”
per perchè, “tat” per ti amo tanto, a cui va aggiunto il campionario di affettuosità come baci e abbracci ([]), baci (:*), arrabbiature (:-II),
depressioni (:[), e pure linguacce (:-p). Questa
nuova forma di comunicazione risparmia in caratteri, intriga e lascia ai destinatari una libera
interpretazione del testo. Le regole di brevità
dei cellulari le troviamo anche nelle e-mail e
nelle sessioni delle chat, luoghi di costruzione
dell’identità.
GIULIA MUROLO
Carlo Bosna – Docente di Informatica a Bari
Dizionario dei messaggi
“Italiano in pericolo? No
è solo un nuovo codice”
Un’identità
disegnata
da linguaggio
C
arlo Bosna è docente a contratto di informatica presso
la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Aldo Moro
di Bari e ricercatore in “Progettazione e valutazione di processi
formativi”. Ha pubblicato “Profili
di psicopedagogia del linguaggio
e della comunicazione”.
I giovani inviano molti sms al
giorno, come cambiano i modi
di comunicare?
“Il sistema degli SMS, ormai
arcinoti come “messaggini”,
ha trovato ormai grande diffusione soprattutto tra i giovanissimi. Il suo successo sta nella
possibilità di poter conciliare
un mezzo di comunicazione
economico, scritto e indiretto
quanto una lettera, ma senza i
tempi di attesa di una missiva.
Inviare SMS è divenuta una vera necessità, portando allo sviluppo di un nuovo linguaggio,
sintetico, fatto di abbreviazioni
e codici, compressi in
caratteri, spazi inclusi. Per gli studiosi si è di fronte alla nascita di
una nuova forma di comunicazione interessante per età, genere e per la sua connotazione
di linguaggio globale”.
Che gli sms avessero inventato un nuovo slang, specie tra
i giovanissimi, si sapeva
“La particolarità sta nel fatto che il linguaggio degli SMS
si modifica in conseguenza del
suo utilizzo, dando ad ognuno
la possibilità di escogitare nuovi e più originali metodi per una
comunicazione sempre più efficace. Merita, attenzione il caso,
municare ha posto le basi per
la creazione di un nuovo stile
di vita. Si creano quindi gruppi
trasversali di neo messaggiatori, sempre più veloci e sempre
online”.
CARLO BOSNA
delle scuole superiori inglesi,
dove gli studenti sarebbero
stati autorizzati a utilizzare la
lingua “personalizzata” degli
SMS anche nei test valutativi.
Gli studenti dovevano dar prova di conoscere i rudimenti della grammatica anche scrivendo
in modo sintetico”.
La Texting generation crea
nuovi modi di scrivere, quali
sono gli aspetti linguistici?
“Tvtb! Se avete ricevuto, almeno una volta, questo strano
codice via sms, sappiate che si
tratta di un grande slancio emotivo, un attestato di affetto
molto diffuso tra i giovani della “texting generation”. Non
aspettatevi che questi novelli
copywriter rispondano al telefono, ma, subito dopo arriverà in
messaggino: “dimmi” e se vuoi
interagire con loro, devi calarti
anche tu in questa forma nuova
di oralità scritta dove scrivere
così è diventato un’abitudine”.
Quali significati sociali e funzioni simboliche ha il linguaggio degli sms?
“Questo nuovo modo di co-
Quali sono le regole generative del linguaggio della
texting generation?
“Non credo si possa parlare
di un unico sistema codificato
di sigle, abbreviazioni e simboli che si diffonde e a cui aderiscono sempre più membri, ma
di molteplici microsistemi che
si costituiscono gradualmente;
sviluppati inizialmente negli
scambi privati, che si diffondono in ambiti circoscritti”.
Qual’è il futuro della lingua
italiana che comunica in
caratteri?
“Un adagio diffuso recita preoccupato: i messaggi testuali,
con tutte quelle abbreviazioni,
stanno rovinando la purezza
della lingua italiana. Il presidente dell’Accademia della Crusca,
Francesco Sabatini, afferma come basti avere coscienza della
differenza tra la scrittura abbreviata e super veloce degli SMS
e le parole ben dosate e quindi
dell’utilizzo consapevole dell’uno o dell’altro. Dovendo fare i
conti con lo spazio ridotto dei
caratteri, le abbreviazioni,
sono da considerare uno strumento comunicativo a pieno
titolo e non un delitto. Già i copisti medievali, avendo necessità
di risparmiare tempo e costosissima pergamena, ne facevano
g.m.
ampio uso”.
L
a lingua degli sms funziona come uno strumento di costruzione identitaria. Delinea la
differenza tra il mondo degli adulti e il mondo
dei giovani e come linguaggio comune determina pratiche comunicative condivise e crea coesione nella comunità dei pari.
Nei messaggi degli adolescenti si ritrovano
abbreviazioni, nelle parole più brevi e frequenti
sono eliminate le vocali, si creano ad hoc simboli che indicano il suono di alcune componenti
di una parola come quando si scrive “k” per dire ch, per gli aggettivi quantitativi o per la loro
pronuncia si usano i simboli matematici; infine
per le formule di apertura e di chiusura sono utilizzati molto gli acrostici infatti per dire ti voglio
troppo bene si scrive “tvtrb”.
È molto importante rispondere agli sms, infatti l’assenza di un messaggio di ritorno costituisce per il mittente un’assenza, quindi la regola
preferita stabilisce che ad un sms inviato occorre un sms di replica.
Gli adolescenti anche attraverso il sistema dei
messaggi riproducono il formato tipico della
conversazione con alternanze e turni di parola
coordinati.
Xké = perché; Tt/ttt = tutto/tutti; Bn = bene;
Xò = però; Cm = come; Ke = che; Sl = solo; Kiedi
= chiedi; Tnt = tanto; X = per; Cn = con; Cs = cosa; Doma = domani; Qnd = quando; Nn = non;
Sn = sono; Anke = anche; Ankio = anch’io; =
sei; Siam = siamo; Cmq = comunque; Tvtb = ti voglio tanto bene; Tvb = ti voglio bene ; Tv kdb = ti
voglio un casino di bene; Tv mdb = ti voglio un
mondo di bene; Qlcs = qualcosa; Qlc = qualcuno; Qualke = qualche; Qll = quello; Dll = delle; Al
= almeno; Risp = rispondi; Biz = baci; Cpt = capito;
fame = ho tanta fame;
bugia = se dici
una bugia; C = ci sei; Tel = telefonami; Pom =
pomeriggio; Stas = stasera.
Al dizionario si aggiungono gli emoticons,
che si realizzano con la tastiera del telefonino,
sono segni che vanno visti ruotati di
gradi e
di solito esprimono sentimenti e stati d’animo,
-]= innamorato; :-[[= arrabbiato; L= triste; :----)
bugiardo.
g.m.
Media
23-29 ottobre 2010
19
Foto Jana Lumley_fotolia
SMS – Ascesa accompagnata dalle offerte delle compagnie telefoniche
Foto Frank Spin_flickr
Foto ntr _flickr
Non si parla, si scrive
e i gestori gongolano
C
hiamata no, meglio sms. L’ultima
passione dei giovani si concentra in
caratteri, le nuove generazioni per
“dire” qualcosa di rapido ed economico inviano un sms o meglio ne inviano
almeno
al giorno. Il dato è risultato
da un’ indagine effettuata dal Pew Internet and American Life Project con
la collaborazione dell’Università del
Michigan; oggetto della ricerca un campione di
giovani americani tra i
ei
anni.
Nell’ultimo biennio la media mensile
delle chiamate vocali nella fascia d’età
tra i e i anni è drasticamente diminuita da
a
minuti. Nello stesso
periodo invece è aumentato il numero
degli sms da
a
al mese, questo incremento porta all’affermarsi con
grande successo del “Texting”, letteralmente si intende l’invio di messaggi
testuali tra telefoni cellulari.
La storia ci racconta che il primo sms
fu inviato alla Vigilia di Natale del
,
tramite Vodafone, da Neil Papworth,
giovane ingegnere di
anni che inviò
un banale augurio di ”Buon Natale”.
Il messaggino ha molti pregi: resta
memorizzato sul cellulare, si può condividere con gli amici, consente ai ragazzi
un controllo dei costi invece una telefonata non si sa mai quanto dura e quindi
quanto si spenderà.
Nel
la lunghezza media di una
telefonata è stata di minuti e
secondi mentre nel
la telefonata più
lunga è stata di minuto e secondi;
non solo la ricerca evidenzia come i giovani tra i
ei
anni nel
hanno
inviato mensilmente circa
messaggi, media che nel
è salita a
.
I maggiori utilizzatori di cellulari sono
gi adolescenti in particolare quelli compresi in un’età tra i e i anni. Questa
fascia di consumatori rappresenta per
le compagnie telefoniche una fetta di
mercato e di guadagno importante perché passano il maggior tempo con il telefonino in mano. Secondo i teenager,
tutti i loro coetanei possiedono un telefonino, quattro su cinque lo portano
con sé acceso nel letto anche quando
dormono. Gli sms-dipendenti digitano
sempre, infatti il % manda sms mentre guida, il % mentre si laurea o durante le sessioni d’esame, il % durante
il matrimonio e l’ % mentre fa sesso.
Insomma la “Mobile Generation”,
si trasforma in “Texting Generation” e
con l’utilizzo di Facebook dal cellulare
diventa Digital e Social. Fonti Vodafone hanno dichiarato che in Italia quasi
milioni sono gli utenti che usano Facebook dal cellulare. A testimonianza
della frenetica attività di comunicazione le compagnie telefoniche si sfidano
tra loro con campagne pubblicitarie e
promozioni sempre nuove. L’obiettivo
è invogliare i consumatori ad acquistare
pacchetti per comunicare spendendo
pochissimo, telefonando e massaggiando a volontà. Non c’è che l’imbarazzo
della scelta; Vodafone punta a convenienza e qualità, e dal
settembre ha
lanciato la campagna “ Cent”: opzioni pensate per chiamare o mandare sms
verso tutti a partire da centesimo. In
particolare “ Cent Messaggi” è la soluzione ideale per tutti i clienti Vodafone
che utilizzano principalmente i messaggi e che consente di inviare SMS al costo
di cent verso tutti i numeri Vodafone
e di cent verso tutti gli altri numeri,
senza limiti. Tim invece propone “Tim x
Tutti Messaggi“ è possibile inviare Sms
ed Mms a cent, senza limiti verso tutti
i numeri TIM a solo € a settimana. Wind
invece presenta “Wind Limited Edition” per chiamare e inviare Sms verso
tutti a centesimi.
A dimostrazione dell’efficacia delle
campagne promozionali ci sono i dati
per cui il volume di traffico di Vodafone
è stimato per milioni di sms al giorno,
quota che si abbassa a milioni per Tim
e milioni per Wind.
Niente più chiacchiere faccia a faccia
allora, attualmente la metà degli adolescenti invia oltre
sms e ben il %
supera quotidianamente l’invio di
sms. Le più attive sono le ragazze che
ne inviano almeno
al giorno contro i
spediti dai maschi, a ruota seguono
anche i genitori che restano favorevoli
all’acquisito dei cellulari; il % di loro
lo vedono come mezzo per restare in
contatto con i propri figli. Per difendersi sono stati progettati i software per
sorvegliare a distanza i comportamenti
a rischio dei figli. La novità arriva dall’America, si tratta di programmi da installare sui cellulari dei figli, anche a loro
insaputa, capaci di intercettare frasi a
rischio, o parole pericolose con allusioni alla violenza o al suicidio, contenuto
che poi viene spostato sul telefonino
della mamma.
g.m.
Foto Hummy_flickr
L’allarme
Con i messaggi
L’abuso
provoca
ansia
A
Anche
news
e servizi
nsia, depressione, apatia,
disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Sono gli effetti indesiderati per
gli sms dipendenti. Principalmente creano dipendenza e
influenzano la vita sociale dei
giovani. Un utilizzo prolungato
degli SMS provoca stress alle
articolazioni e quindi sindrome
del tunnel carpale, borsiti, tendiniti, dolori al collo e al gomito; sono le conseguenze di un
eccesso di digitazione anche
dovuta a tasti sempre più piccoli che provocano movimenti
più dannosi. Ai problemi fisici si
aggiungono quelli di linguaggio
per i ragazzini troppo assuefatti dal bisogno di essere sempre
connessi, per cui la voglia di comunicare ore su è collegata alla paura di essere isolati dal
giro dei propri amici
Per ridurre i danni e prevenire l’insorgere dei sintomi, gli
specialisti consigliano di digitare più lentamente, e di fare
stretching a collo, braccia e
mani e ovviamente di cercare
di ridurre il tempo passato ad
utilizzare cellulari e console.
g.m.
L
unga vita agli sms. Lo
strumento di comunicazione preferito dai giovani,
arriva in borsa, in posta, e in
banca. Il fenomeno sms ha
permesso di sviluppare una
serie di iniziative come quelle legate all’informazione
infatti sono stati sviluppati
servizi che permettono di
ricevere sul cellulare news
personalizzate a seconda
dei propri interessi come
sport, media, oroscopo del
giorno e meteo.
Ora anche i fornitori di
contenuti finanziari permettono di ricevere le quotazioni di borsa dei titoli e
i cambi delle valute, ultima
frontiera nel mondo della
finanza per cui alcune società di brokeraggio online
hanno iniziato ad accettare commissioni tramite
sms, addebitate sulla sim
telefonica. Per ricordare le
scadenze fiscali il Ministero
delle Finanze invia comunicazioni sms ai contribuenti
che ne danno il consenso.
g.m.
20
23-29 ottobre 2010
Media
Nella ripartizione
del time budget
dedicato ad internet,
il primato è delle
community. A seguire
instant messaging,
giochi, e-mail,
software e portali
La ripartizione del time budget dedicato a internet
communities
altri
news
videos/movies
ͪͰΨ
ͫΨ
ͫΨ
ͫΨ
ͪͫΨ
ͩͨΨ
instant messaging
ͯΨ
ͬΨ
ͯΨ
gambling/sweepstalkes
online games
ͭΨ ͮΨ
portals
search
e-mail
software
manufactures
Secondo fonti
Audiweb il popolo dei
navigatori italiani per
il 50% ha il diploma,
per il 26% ha la
laurea e per il 24%
ha la licenza media
inferiore
L’indagine – Tra gli utenti del web è molto radicata l’abitudine agli strumenti gratuiti
Posta, video, social network e giochi
ecco perché si “tollera” la pubblicità
C
on la pubblicità purché siano gratis. Stiamo parlando dei servizi web come email, social network, mappe, giochi, musica,
traduttori, instant messaging e motori di ricerca. Uno studio realizzato dalla McKinsey & Company e commissionato dallo
IAB Europe (Associazione internazionale dedicata all’advertising
interattivo), ha analizzato i comportamenti degli utenti internet
in Europa e USA. Lo studio ha evidenziato come una volta pagato
l’accesso a internet, gli Europei si collegano mediamente alla rete
ore al mese, utilizzando tutti servizi web purché siano gratuiti.
Gli utenti usufruiscono di tutte le prestazioni free grazie gli incassi
generati tramite la pubblicità online. Si chiama “consumer surplus”
e rappresenta il valore dei servizi erogati gratuitamente all’utente
sul web, al netto dei costi di connessione e accesso alla rete.
Le aziende che investono in pubblicità online, quindi finanziano
tutti i servizi gratuiti a cui accedono i consumatori ogni giorno.
Per ogni euro investito in advertising online, gli utenti ricevono
l’equivalente di euro in servizi web. Attualmente il “consumer
surplus” generato in Europa e in particolare nei mercati di Uk,
Francia, Spagna, Italia e in Usa entro la fine del
raggiungerà
un valore di
miliardi di euro, ma si prevede una crescita annuale pari al %, quindi il “consumer surplus” nel
potrebbe
toccare i
miliardi di euro. Oltre il % degli utenti interpellati, è
disposto quindi a subire il disturbo generato dalla pubblicità detto “advertising disturbance” legato a pop-up, banner, o a problematiche legate alla privacy.
Secondo l’utente medio, il valore dei servizi gratuiti utilizzati
è volte superiore alla cifra che pagherebbe pur di eliminare il
Su Internet
Le categorie di siti più visitate
search
ͪͨǤͩͨͯ
portals
ͩͰǤͮͰͭ
member communities
ͩͯǤͬͱͬή͵ǡͱά
e-mail
ͩͬǤͬͪͭ
videos/movies
ͩͫǤͬͬͱή͵ǡͲά
software manufactures
ͩͫǤͫͪͮ
news
ͩͫǤͩͬͨήͳǡͳά
internet tools
ͩͫǤͨͪͨήͲǡ͵ά
research tools
ͩͪǤͫͭͫήͱǡͭά
government
ͩͩǤͪͭͩ
GULIA MUROLO
milioni, in TV , miliardi
La fascia oraria più trafficata è la -
Inserzionisti italiani
minori investimenti
G
li inserzionisti italiani spendono troppo poco per la pubblicità sul web. È il risultato
della ricerca Nielsen sull’andamento dell’advertising market in Italia. Tra gennaio e luglio
le aziende italiane hanno speso miliardi e
milioni di euro per la pubblicità in TV e soli
milioni di euro per la pubblicità sul web.
Il futuro dell’advertising prevede nei prossimi due anni un aumento degli investimenti
online per quasi il % delle imprese italiane.
Tra le diverse tipologie di pubblicità primeg-
giano le forme display come banners, buttons,
pop-up, pop under, rich media, interstitial e
superstitial, a seguire i formati tradizionali e
le iniziative “speciali”. Le aziende big spender
nell’advertising online si trovano nel settore
alimentare, automobilistico e nelle telecomunicazioni. Attualmente l’accesso alla rete da
parte degli utenti è diretto alla ricerca di servizi utili e di intrattenimento, nel rispetto delle
tendenze social.
g.m
disturbo generato dalle pubblicità, insomma i consumatori traggono un beneficio maggiore rispetto ai produttori. La ricerca contiene anche stime sul valore dei servizi a pagamento. Solo il %
degli utenti internet è abbonato ad un servizio a pagamento, come per la comunicazione o per l’intrattenimento; l’ipotesi di rendere a pagamento quelli che sono attualmente i servizi gratuiti
sul web comporterebbe un “negative consumer surplus”; per cui
circa il % degli utenti attuali smetterebbe di utilizzare internet.
In alternativa una crescita degli utenti disposti a pagare si avrebbe unicamente con un abbassamento dei prezzi. Le novità
dedicate all’advertising online sono già in agguato e a pensarci è
Google. Secondo la multinazionale americana nei prossimi anni
il % dei banner sarà ‘social’ ossia le persone potranno condividerli e commentarli con gli amici sui social network (Twitter e
Facebook) e rimanere aggiornati sulle campagne. I banner useranno, sia la tecnologia di ‘real-time bidding’, quasi delle aste in
tempo reale, che il formato video che gli advertiser pagheranno
per numero di visualizzazioni. In collaborazione con You Tube,
Google ha anche progettato il “True View”, video banner interattivi, progettati per la piattaforma video.
Si darà agli utenti la possibilità di scartare un video promozionale e di scegliere quello da cliccare e guardare. Insomma la ricerca delinea un profilo intelligente dei consumatori web capaci di
fare scelte ragionate, in merito all’impiego dei servizi gratuiti e di
quelli che invece è opportuno pagare.
On line in settimana
meno nel weekend
A
udiweb rileva la distribuzione dell’utilizzo
di internet. Gli utenti italiani si collegano
maggiormente nei giorni lavorativi (lunedì – venerdì) con una media giornaliera di , milioni
di utenti attivi. Il dato diminuisce nel week end
per cui sabato e domenica l’audience cala registrando , milioni di utenti attivi.
Diverso è il dato relativo all’uso del web nelle
fasce orarie del giorno, per cui gli italiani preferiscono la mattina dalle ore : alle : per
cui risultano online in media , milioni di utenti
attivi, dato abbastanza stabile fino alle ore
infatti , milioni sono gli utenti collegati dalle
ore : alle : , presenza che si abbassa
leggermente tra le ore : e la mezzanotte
con , milioni di utenti.
Nella distribuzione per aree geografiche Audiweb rileva ad agosto milioni gli utenti collegati nelle regioni Nord-Ovest, , milioni nell’area Nord-Est, , milioni nel Centro e , milioni
dell’area Sud e Isole.
g.m
Interventi
N
arrano le cronache che Bari la
sera del febbraio
sembrava quasi deserta: i baresi erano assiepati in corso Cavour, ai due
lati della strada, per guardare il via vai
di carrozze, calessi, coppie eleganti
che si dirigevano a piedi verso il nuovissimo Politeama Petruzzelli, in procinto di essere inaugurato con “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer. Una
grande festa di popolo, potremmo dire, pur se non goduta appieno da tutti
ma solo da .
fortunati spettatori.
I fasti del Petruzzelli vengono rinnovati negli anni ’ da Ferdinando Pinto,
figlio di Nicola (Ferdinando lo conosco
perché mio coetaneo, il padre l’ho conosciuto perché gestiva fra gli altri il
Cinema Ariston di Mola, proprietà di
mio nonno paterno, il giudice Vitantonio Waldemaro): Ferdinando genialmente crea le “stagioni d’oro” del
Petruzzelli, compresa una memorabile rappresentazione dell’Aida al Cairo
(
). Alle di mattina del ottobre
tutto ciò si spegne bruscamente,
per causa di un incendio devastatore,
una vera e propria “bomba su Bari”
come ha scritto efficacemente Sandro
Provvisionato. Questa è la storia del
passato. La storia del presente comincia il
settembre
con l’approvazione da parte della a Commissione del Senato, in sede deliberante, del
disegno di legge n°
costitutivo
della Fondazione lirico-sinfonica, poi
divenuto legge n°
dell’ novembre
. Dal
ad oggi il Teatro Petruzzelli ha alimentato una lunga serie
di libri e pamphlet; cito solo Vito Antonio Melchiorre e Giorgio Saponaro
(
), Sandro Provvisionato (
),
Luigi Quaranta (
), Franco Chieco
(
), Egidio Pani (
), Enzo Lattanzio (
), Federico Pirro (
),
Antonio Rossano (
), Antonio
Cantoro (
), Fabrizio Versienti
(
). A riprova del valore simbolico del Petruzzelli per la plasmazione
Fondazione Petruzzelli – Serve più spessore culturale
Un teatro nato vecchio
coi privati giù dal palco
dell’identità pugliese, Teca del Mediterraneo, con l’ausilio della RAI, ha
trasformato in DVD alcuni dei più memorabili spettacoli di quella stagione
d’oro proponendoli alla dirimpettaia
Repubblica Ellenica nonché ad un network di
biblioteche appulo-greche
e ha dedicato ad alcuni di questi libri
una intera sessione della propria rassegna annuale “Building Apulia”.
Ho descritto un rapido “sfondo” in
cui inserire la domanda su cui intendo ora cimentarmi: il presente è di
buona speranza? Insomma, la Fondazione “Petruzzelli e Teatri di Bari”,
così com’è, si sta meritando un buon
futuro? Non intendo, chiarisco subito,
soffermarmi sulla cronaca delle diatribe fra Comune-Regione-Provincia
e gli ex proprietari privati, o dei tagli
governativi ai fondi finanziari destinati alle
Fondazioni lirico-sinfoniche
italiane o dei contrasti politici interni
alle istituzioni pubbliche locali coinvolte: penso che tutto ciò appartenga
alla contingenza, mentre ciò che contingente non sta nella capacità strutturale, o meno, della società pugliese
di ottenere, per l’oggi e per il futuro,
una gestione eccellente della Fondazione Petruzzelli.
Io credo che in Puglia vi sia un retaggio di “enfasi sul pubblico” difficile ad
essere scalfito e penso che ciò accada
perché la Puglia è stata per decenni
un’area importante dell’intervento
straordinario della Cassa (Agenzia)
del Mezzogiorno e su questa “filosofia” del valore risolutore delle risorse
finanziarie pubbliche è purtroppo cresciuta e si è consolidata una schiera di
generazioni di governanti: infatti oggi
la sanità regionale diventa “teatro”
di inefficienti lievitazioni di personale
pubblico attraverso le “internalizzazioni” e nelle istituzioni culturali si “estirpa” il privato perché fastidioso (la
“espulsione” del socio privato della
Fondazione Petruzzelli è più che emblematica). Non senza motivo il Sovrintendente Stéphane Lissner porta a
vanto il fatto che la Scala di Milano è
il teatro con la più alta percentuale di
finanziamenti privati! Questa questione del corretto rapporto tra pubblico
e privato l’ho sollevata già in passato,
in un articolo apparso sul Corriere del
Mezzogiorno del
giugno
, in
cui ho sostenuto la utilità di virtuose
“relazioni etiche di co-gestione” tra
pubblico e privato. Mentre già nella
legge n°
istitutiva della Fondazione
Petruzzelli vi è una “insufficienza” di
base: il rafforzato trattamento, in controtendenza rispetto alla legislazione
generale sulle Fondazioni lirico-sinfo-
Fine tuning
23-29 ottobre 2010
21
niche, della presenza delle istituzioni
pubbliche rispetto a quella privata.
Il “tallone del pubblico” si è manifestato perfino sulla questione di
come ricostruire l’edificio teatrale: se
ad immagine e somiglianza perfetta
dell’obsoleto schema “a palchi” ottocentesco (cioè così com’era) o se cogliere la “occasione” dell’incendio distruggitore per realizzare in quell’area
ormai desolatamente vuota un esempio innovativo di Teatro-Auditorium
confortevole ed efficiente, tecnologicamente avanzato. Il Ministero competente (il pubblico), tramite la Sovrintendenza, ha deciso e tutti si sono
allineati. Una vera e propria occasione
persa, a nostro avviso, sull’altare della
riproduzione di un modellino artefatto
(e posticcio) del passato. New York ha
costruito nel
un “Metropolitan
Opera” tutto nuovo, Bari deve tenersi
una struttura ricostruita così come fu
pensata nel secolo scorso!
Anche questa circostanza è emblematica di ciò che si è addensato sul Teatro Petruzzelli, fiaccandone le chances future! Ma il problema e la sventura più gravi della Fondazione Petruzzelli è il fatto che la “politica” oggi la
asfissia per cui – specularmente e di
conseguenza – manca di un management culturale di prestigio, all’altezza
delle complicate esigenze di una istituzione culturale in fase di take-off: a chi
scrive dispiace affermarlo, ma senza
personalità culturali di grande spessore, a cominciare dal Sovrintendente, di
fronte alle quali la “politica” abbia una ragione obiettiva per fare un passo
indietro inchinandosi, la Fondazione
Petruzzelli non decollerà come pur potrebbe e tutti noi vorremmo.
WALDEMARO MORGESE
Direttore di Teca del Mediterraneo –
Professore a contratto di economia
aziendale dell’Impresa culturale
nell’Università degli Studi di Bari
a cura di Fabio Poli
Oggi i prodotti nascono e “muoiono” in poco tempo, così recuperare il “vecchio” diventa vincente
Marketing “vintage”? È inevitabile
L’
innovazione non è un valore tout court né l’obiettivo ultimo del marketing. Eppure, in un mondo così “smart”, in
cui i cambiamenti si susseguono alla velocità del pensiero globale
dell’uomo, ci aspetteremmo che il marketing guidasse il cambiamento, proponendo modelli sostenibili e nuovi per il futuro della
comunità.
È vero: stiamo presupponendo che il marketing sia una filosofia,
un movimento di pensiero animato da sociologi guru piuttosto
che una “semplice” strategia di business pianificata da manager
ed orientata al business. In effetti, l’impatto che il marketing ha
avuto sulla società di questo secolo ne ha fatto il fenomeno sociale
più rappresentativo della cultura contemporanea.
In tale quadro, come dicevamo all’inizio, l’innovazione, intesa come tendenza al futuro, assume un significato essenziale nelle strategie di crescita di una società. Il marketing, come fenomeno culturale, dovrebbe interpretare questa tendenza, tanto più che esso è uno
degli elementi di maggiore innovatività della cultura stessa.
Accade, invece, il processo inverso. Il marketing, piuttosto che
proporre nuovi modelli o di sfornare nuovi prodotti, riprende vecchie idee, vecchi marchi, li rispolvera e li ripropone all’attenzione
dei consumatori.
K-Way, Moncler, Superga, Converse, Ray-Ban, per non parlare
della Cedrata Tassoni o delle mitiche radio Brionvega ristilizzate
e riproposte con moderne tecnologie. Solo per citarne alcuni. Un
rifiorire di vecchi marchi, riproposti in salse più o meno riscaldate
per solleticare la fantasia di quella fascia di consumatori troppo
giovani per essere considerati “vecchi” e troppo “vecchi” per essere considerati “giovani”.
Alcuni lo chiamano vintage, altri semplicemente mancanza di idee. La verità, ci pare di poter dire, sta nel mezzo, come sempre. Il
ciclo di vita del prodotto diventa sempre più breve. I nuovi brand
vengono consumati troppo velocemente. Grazie alle moderne tecnologie ed alla comunicazione a
°, la fase di crescita del prodotto e quella di maturità sono sempre meno distanziate.
In pratica, da quando un prodotto viene immesso sul mercato
a quando il mercato lo considera “vecchio”, superato, consumato passa sempre meno tempo. L’esempio classico è quello degli
apparecchi tecnologici [settore in cui, ovviamente, l’innovazione
è il fine stesso del bene], che propongono continuamente serie
aggiornate che sostituiscono le precedenti [pensate soltanto all’IPhone]. Ma il ragionamento appare calzante anche per il settore
dell’automotive: i restyling delle auto sono sempre più ravvicinati
nel tempo, persino per marchi che avevano fatto della durevolezza del bene l’elemento caratterizzante del loro marchio.
Accade, così, che i brand “vecchi” siano preferiti a quelli nuovi,
proprio per la loro “aura di storicità”. Poco conta, in tal senso, se
il mercato ne ha già decretato la loro scomparsa o se li ha relegati
ai punti meno frequentati degli store di periferie.
Una bella spolverata, una nuova e coraggiosa strategia di comunicazione, un’immagine modern-vintage, ed il gioco è fatto. Al
consumatore sembrerà di rivivere un passato fatto di valori, in
cui i brand duravano perché erano diventati elementi di cultura
essi stessi.
Così la Citroen rispolvera il marchio “DS” per le sue auto più modaiole, richiamando alla mente la mitica DS esposta nei musei di
arte moderna di tutto il mondo. La Fiat, per rilanciare il brand a
livello globale, punta sul re-make della storica
, riprendendone
le linee, sulla scia di quanto aveva recentemente fatto [non con
lo stesso successo, per la verità] la Volkswagen con il maggiolino.
Belle operazioni di “dusting” [letteralmente “togliere via la polvere”] che, forse, denotano una carenza di forza propulsiva nelle
strategie di marketing e che, certamente, lasciano trasparire una
scarsa voglia di innovare.
Opinioni
di Vito RAIMONDO
23-29 ottobre 2010
23
Il fantasioso ministro Calderoli propone un incontro Berlusconi-Fini-Bossi
Governo: senza il patto
diciamolatutta
si cade dal... trampolino
Il “patto del trampolino”, l’impossibile
tentativo di tenere in piedi il Governo
si dimena, da tempo, il presidente Usa, Barack
Obama, ha sostenuto che il capo della Casa Bianca dovrebbe proporre riduzioni delle imposte
esclusivamente per rilanciare gli investimenti e
l’occupazione. Invece, ha preferito puntare sugli
sgravi fiscali a favore dei ricchi che non rilanciano la crescita in quanto – si sa – in certe congiunture preferiscono incrementare il cash.
L’analisi, ovviamente, non fa una grinza. In Italia, invece, non si riduce il carico fiscale né per
rilanciare gli investimenti né per agevolare i ricchi. Tranne qualche “scudo fiscale”!
ROBERTO CALDEROLI
Il Ministro Roberto Calderoli è notoriamente
un tipo con molta fantasia e ironia. Fu lui a denominare l’attuale legge elettorale “una porcata”.
Ora che fa? Vista l’empasse che regna nella coalizione di governo (caso Fini) ha lanciato il “patto del trampolino” che farebbe da controcanto
al famoso slogan di Berlusconi con il discorso del
“predellino”.
L’ex dentista della Lega vorrebbe mettere attorno ad un tavolo Bossi, Berlusconi e Fini allo
scopo di parlarsi e uscire dal pantano in cui si
trova la coalizione del Centrodestra.
E se il tentativo va male? Cade il Governo. Dal
trampolino e non solo.
Obama, le imposte
e il caso italiano
Joseph Stiglitz, Nobel dell’Economia – un guru della materia – parlando delle difficoltà in cui
BARACK OBAMA
Antigua, un polverone per una villa
che non piace a chi l’ha acquistata
Antigua e dintorni. D’accordo, l’acquisto del
villone (che non piace al suo acquirente, Berlusconi!) nel condominio caraibico è regolare.
Rimane però il fatto che quel Paese è stato
inserito nella zona grigia dell’evasione fiscale
internazionale e che il Ministro dell’Economia,
decidono di restituire i compensi rinvenienti
da (improbabili) consulenze fiorite attorno agli appalti.
Si tratta di
mila euro che tali Edgardo Azzopadi (avvocato) e Stefano Toro (figlio del giudice Achille) sarebbero disposti a restituire.
Bravi. Un encomio sincero a due simpatici
bricconi.
Le strane designazioni
all’interno del Popolo della Libertà
GIULIO TREMONTI
Giulio Tremonti, tempo fa, lo definì la “Caverna di Alì Babà” (dove i
ladroni nascondevano i bottini).
Quindi, quel tipo di investimento da parte del
Presidente di un Governo in cui milita quel Ministro è, perlomeno, singolare (eccentrico?).
Va da sé l’annotazione spontanea che in questa coalizione si è registrato il caso di un Ministro (Scajola) che acquista un appartamento a
Roma senza sapere chi ha versato una parte dei
soldi e un presidente che inserisce nel proprio
patrimonio una grande villa di un posto fantastico e dica che non gli piace…
Nel prossimo futuro, i coordinatori regionali
del Pdl non saranno più designati dal capo del
partito Silvio Berlusconi, ma suffragati dal voto
degli eletti: sindaci, parlamentari e amministratori locali.
E i tesserati semplici? Neanche a parlarne: stiano lì buoni !
Ma – attenzione – al capo del partito rimane
l’ultima parola. Ergo, se il segretario territoriale
non gli garba, non se ne fa niente. Si rivota…
Applausi!
Due bricconi si pentono e restituiscono
i compensi di “consulenze” sospette
Il buonismo è un atteggiamento tipico dell’italiano medio.
Lo Stato ha bisogno di risorse, com’è noto. E
quale notizia captiamo? Che alcuni componenti delle “cricche” sorte attorno ai Grani Eventi
(gestiti dalla …benemerita Protezione Civile)
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
Prossimamente in libreria
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i
SILVIO BERLUSCONI
24
23-29 ottobre 2010
Imprese&Mercati
N
el
i brasiliani hanno destinato ad
acquisti nel mercato del lusso , mld
di dollari, che nel
sono cresciuti del
%, raggiungendo la cifra di , mld di dollari.
Non si è trattato solo di beni, ma anche di viaggi, moltissimi all’estero, cifre considerevoli che
aprono prospettive interessanti anche per la
Puglia, regione-meta turistica in grande ascesa
negli ultimi anni, soprattutto il
anno record
per le presenze.
È quanto è emerso nel workshop “Opportunità del mercato brasiliano del lusso per il turismo
in Puglia”, promosso dall’Aicai, azienda speciale
della Camera di Commercio di Bari, in collaborazione con le associazioni “Cultour – Brazil” e la
“Mediterranean Life”, ospitato dall’ente camerale barese. Vi hanno preso parte quattro tour operator brasiliani molto attivi nel mercato del lusso
e un giornalista di settore, oltre a numerosi tour
operator pugliesi, titolari di alberghi e strutture
ricettive quattro o cinque stelle lusso.
“È un educational tour a tutti gli effetti – ha
spiegato Rocky Malatesta che ha introdotto il
workshop e moderato gli interventi – che vedrà
la delegazione brasiliana impegnata in una visita
H
anno fatto visita alla Camera di
Commercio di Bari del Console Generale di Francia in Italia, Denis Barbet
e del Primo Segretario dell’Ambasciata
francese, Lionel Fabre. A fare gli onori
di casa è stato il vicepresidente dell’ente camerale, on. Antonio Laforgia, presidente della Comunità delle PMI del
Mediterraneo, il quale ha rappresentato la situazione congiunturale delle imprese della Terra di Bari e “la necessità
di realizzare azioni di promozione a sostegno dell’innovazione, della ricerca,
dello sviluppo economico, puntando
soprattutto sulle piccole e micro imprese che costituiscono la componete
più dinamica e flessibile del sistema
economico europeo”. Laforgia ha sottolineato che “occorre intensificare la
cooperazione e l’integrazione tra le piccole imprese dell’area del Mediterrane-
Aicai – Un workshop per gli operatori
Il Brasile riserva
di turisti di lusso
di conoscenza delle principali mete turistiche regionali da Nord a Sud, con un occhio di riguardo
per la provincia di Bari: Castel del Monte, Trani,
Alberobello, Conversano, Polignano, Locorotondo, Ostuni, Lecce, Otranto, Grottaglie, Martina
Franca. Visita dei territori ma anche di strutture
per l’ospitalità d’eccellenza a quattro o cinque
stelle lusso. Una full immersion insomma, che
promette bene per la nostra economia turistica
e per i settori connessi”.
Sui recenti successi della Puglia nel turismo si
sono soffermati Alfredo De Liguori, responsabile
ufficio promozione dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, il vice presidente della Provincia di Bari, Nuccio Altieri che ha spiegato
“una meta di gran moda ormai che deve cavalcare l’onda degli straordinari risultati conseguiti,
ampliando sempre di più le prospettive dell’accoglienza”, e Nicola Pertuso, consigliere di amministrazione dell’Aicai, secondo il quale “un’ennesima iniziativa questa nel turismo che dimostra
l’attenzione della Camera di Commercio di Bari
nel promuovere il territorio barese e pugliese nei
mercati più interessanti ed emergenti, nonché la
A Parigi – Unioncamere ha radunato
capacità di cogliere il momento giusto per farsi avanti con un’offerta eccellente e con un prodotto
differenziato, sia in termini di ambiente e cultura
che di qualità dell’accoglienza”.
Il Brasile è un Paese in corsa, i segnali positivi
ci sono tutti. Con
milioni di abitanti è la .a
economia al mondo per Pil,
mila brasiliani nel
(fonte Enit) hanno visitato l’Italia e
“nell’ultimo anno – ha aggiunto Marco Tardio,
presidente dell’associazione “Cultour – Brazil” e
tour operator barese da anni residente in Brasile
– l’incremento dei viaggi all’estero dei brasiliani è
stato del %. Lo Stato di San Paolo realizza il %
del Pil del Paese. Il mercato del lusso brasiliano,
nel quale ci sono investimenti per
milioni di
dollari, chiede viaggi personalizzati, su misura,
e la Puglia deve intercettare questa domanda di
alto livello che consiste mediamente in - viaggi
l’anno costruiti ad personam, potendo contare
su un’offerta eccellente. Questo educational sarà
per gli operatori brasiliani una scoperta-rivelazione di luoghi e contesti inediti, perfettamente
coerenti con una nuova filosofia del viaggiare,
quello slow travel che fa di ogni singolo viaggio
un’importante esperienza di vita”.
aziende
Alimentare pugliese al Sial
o con apposite iniziative per sviluppare
ed agevolare l’accesso al credito. La
collaborazione di Paesi come l’Italia e la
Francia, dove la tradizione delle piccole
e medie imprese è particolarmente sviluppata, è fondamentale per sostenere
l’integrazione tra tutte le diverse realtà
economiche che operano sulle sponde
del Mediterraneo”.
Al Sial
di Parigi, l’importante Salone biennale dell’alimentazione, in tal
senso, la Puglia è stata presente con
aziende pugliesi. Sono stati cinquemila
e seicento gli espositori,
le nazioni
presenti. La partecipazione è stata or-
ganizzata da Unioncamere Puglia in
convenzione operativa con l’Assessorato alle Risorse Agro-alimentari della
Regione. Il sistema camerale pugliese è
rappresentato dal vicepresidente nonché presidente della Camera di Commercio di Foggia, Eliseo Zanasi. La manifestazione, giunta alla a edizione,
si rivolge esclusivamente agli operatori
del settore ed è ormai diventata un autentico punto di riferimento per tutto il
comparto del food.
“La partecipazione al Sial è frutto di
una efficiente intesa operativa con l’Assessorato alle Risorse agro-alimentari
della Regione Puglia, che ha consentito
alle aziende pugliesi di essere presenti
ai più importanti eventi fieristici nazionali ed internazionali. Il Sial rappresenta un vero e proprio barometro dei
trend di consumo – spiega il presidente
dell’Unioncamere Puglia, Luigi Farace –
nonché un efficace cassa di risonanza
dell’industria agro-alimentare europea
ed internazionale oltre ad essere fedele
osservatorio sulle innovazioni nel ramo
alimentare globale. Per le aziende pugliesi è una grande opportunità e per
Unioncamere Puglia, a livello istituzionale, è un’occasione importante per
far sentire il proprio supporto e contribuire concretamente a sostenere l’export regionale. C’è bisogno di dar fiato
alla competitività del manifatturiero sui
mercati esteri ed in particolare su quello europeo. Le iniziative promozionali,
quindi, hanno la loro importanza, soprattutto se riferite ad eventi-vetrina di
fama internazionale, nei quali offrire occasioni di business ai nostri operatori”.
Durante la kermesse parigina le industrie pugliesi hanno avuto numerose occasioni per incontrare partners
d’affari. L’ % dei visitatori della fiera,
infatti, ha un ruolo decisionale importante nei processi d’acquisto: si tratta
per lo più di buyer della distribuzione,
del commercio, della ristorazione, del
catering, della ristorazione e delle industrie agro-alimentari, provenienti da
tutto il mondo.
ilPianetaCdcBari
La Camera di Commercio di Bari, allo scopo di fornire all’utente la migliore assistenza nell’esercizio del diritto
a ottenere informazioni sullo stato di
avanzamento dei procedimenti e delle
pratiche, ha istituito un Ufficio per le
Relazioni con il Pubblico.
UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
Presidente: Luigi Farace
Primo piano
Orari di apertura al pubblico della C.C.I.A.A.
Tel.
.
/
(Capo Servizio/Responsabile)
Fax
.
/
e-mail: [email protected]
***
A.I.C.A.I.
Presidente: Carlo Maria Martino
Assistenza Imprese Commerciali, Artigiane e Industriali
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Quinto piano
Tel.
.
/
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
I.F.O.C.
Presidente: Pietro Di Cillo
Secondo piano – Terzo piano
Agenzia di Formazione – Istituto di Formazione
CCIAA Bari
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
–
BARI
Tel.
.
/
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
S.A.M.E.R.
Presidente: Michele Di Benedetto
Piano terra – Primo piano
Servizio Analisi Chimico-Merceologiche
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Tel.
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
–
ORARI DI APERTURA SPORTELLI
MATTINA – tutti gli uffici
dal lunedì al venerdì dalle ore . alle ore .
POMERIGGIO – Registro Imprese – Diritto Annuale dal lunedì al giovedì dalle ore . alle
ore .
POMERIGGIO – altri uffici
lunedì e giovedì dalle ore . alle ore .
Rubriche
23-29 ottobre 2010
25
segue dalla prima
È facile dare i numeri
tekeepers” (i… portieri) stabilendo quante,
quali, in che modo e al servizio di chi gestire le
informazioni. Pura follia i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’istinto di conservazione
in realtà sta uccidendo un mestiere incapace di
comprendere i cambiamenti di scenario.
Un esempio a proposito di statistiche. A Palazzo di Città a Bari qualche giorno fa hanno
fatto un triplo salto mortale con avvitamento
quando hanno scoperto che nella classifica di
Legambiente hanno guadagnato sette posti
nella graduatoria nazionale piazzandosi, pensate un po’, ben… esimi. Mamma mia che record! Peraltro il “salto” è stato spiegato con il
fatto che i venerati compilatori di Legambiente
hanno attribuito l’incremento all’adozione del
“bike sharing” (quelle biciclette pubbliche per
cui sparivano i sellini, ricordate?).
E l’inquinamento? Beh, l’inquinamento a Bari
è sparito. O per lo meno sono spariti tutti quei
simpatici girotondi che hanno costellato le
campagne elettorali e che segnalavano il capoluogo sotto una cappa di polveri di ogni genere.
L’inquinamento in realtà è rimasto in tutto il
suo devastante potenziale, ma sono sparite le
proteste e se qualcuno se ne ricorda e viene in
possesso dei dati ecco che si scopre che la centralina è stata posizionata male e tutto torna
nel dimenticatoio.
Ma ora a dire che Bari è una specie di paradiso
ci si è messo anche l’ex direttore dell’Economist,
Bill Emmott. Lucida la visione, chiara la motivazione: “Bari ha risolto il suo storico problema
con la criminalità urbana, usando il turismo per
vanza tempo pensi un po’ anche a noi.
Perché l’affollamento di dichiarazioni, di promesse, di annunci è solo una clamorosa presa in
giro che aiuta a… sbarcare la giornata, ma non
genera sviluppo. Nel tempio delle chiacchiere,
infatti, non si progettano il futuro e l’economia
di territorio. La mancanza di senso critico, di approfondimento e di documentazione sono un
grande alleato per una classe politica (indipendentemente dagli orientamenti, sia chiaro) incapace di visione, di progettazione e di priorità.
D’altra parte il “segno distintivo” della Bari
dei nostri giorni (al contrario di quella di fine
Ottocento e inizio Novecento) non è in quel che
ha costruito, ma in quel che ha abbattuto.
diversificare l’economia”. Bravo, bravo, bravo.
I negozi chiusi quando arrivano i turisti (peraltro in transito) sono il frutto di immaginazione, dunque. Non è vero che le tariffe dei nostri
alberghi siano più esose di vere capitali del turismo europeo. E la mobilità è un vero… vantaggio competitivo del capoluogo regionale. Ancora più visionaria è la sequenza di sparatorie tra
i clan cittadini per la quale il Procuratore della
Repubblica Laudati ha recentemente lanciato
un onesto allarme. Ma Emmott di quali notizie
è in possesso?
Non potrei dirmi sorpreso se a Palazzo di Città
a Bari decideranno di assegnare la cittadinanza
onoraria a Bill Emmott (magari scoprendo che il
britannico per una ragione o per l’altra è devoto
di… San Nicola). Dio salvi la regina, ma se gli a-
DIONISIO CICCARESE
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
Monte dei Paschi di Siena
per le imprese vitivinicole
Banca Monte dei Paschi di Siena sostiene lo sviluppo delle imprese attive sul territorio, con dei prodotti specifici a sostegno
dell’export e finanziamenti a medio termine concessi alle imprese
esportatrici. Nell’ottica di questa missione, in particolare, la Banca
sta accompagnando le aziende vitivinicole del territorio pugliese
nella progettazione e realizzazione di progetti di promozione e internazionalizzazione.
Il progetto “Vini di Puglia – So Puglia So Wine” ha permesso
la costituzione di un’ Associazione temporanea di Imprese tra aziende vitivinicole pugliesi, che si sono impegnate in iniziative promozionali negli Stati Uniti, in Canada ed in Svizzera: allo scopo di
sostenere tali iniziative Monte dei Paschi ha messo a disposizione
un insieme di prodotti di finanziamento tra questi il finanziamento
con garanzia SACE strutturalmente dedicato alle PMI che intendono effettuare investimenti all’estero perseguendo un processo di
internazionalizzazione.
questi sono i vincitori della XXXI edizione del Premio Guido Dorso,
attribuito ogni anno a persone che con la loro attività, “hanno contribuito a sostenere le esigenze di sviluppo e di progresso del Sud”.
Contestualmente la targa del presidente della Repubblica, destinata a un’istituzione scientifico-culturale del Mezzogiorno, è stata
assegnata alla SRM, l’Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, presieduta da Federico Pepe, che ha raccolto e arricchito
l’eredità del centro studi del Banco di Napoli.
Le pietre di Puglia a Dubai
dal 22 al 25 novembre
Si svolgerà a Dubai, dal al novembre, “The Big Five
”,
la principale manifestazione fieristica nel settore dell’edilizia e dei
materiali da costruzione dell’area del Medio-Oriente. La Regione
Puglia, in collaborazione con il Distretto Produttivo Lapideo Pugliese, propone di riconfermare la partecipazione alla manifestazione
fieristica The Big Five, con uno spazio espositivo regionale, “Spazio
Puglia” con l’obiettivo di presentare e valorizzare i punti di forza
del sistema produttivo pugliese dei materiali lapidei.
Nuove imprese operative
ecco i nuovi requisiti
Contro i “tarocchi”
più tecnologia
L’innovazione tecnologica contro i prodotti falsi. Tutela della
proprietà industriale e soluzioni innovative e tecnologiche avanzate al supporto della lotta alla contraffazione sono le premesse
dell’intesa stipulata tra la Direzione generale per la Lotta alla contraffazione-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico e l’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Con la firma di un protocollo di
durata biennale è riconosciuto il rilevante contributo che l’Istituto
Poligrafico può dare per il potenziamento di specifici strumenti
innovativi allo scopo di arginare il fenomeno della contraffazione.
Premio Guido Dorso
per lo sviluppo del Sud
Il vicepresidente vicario del Parlamento europeo Gianni Pittella,
il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti, la direttrice dei laboratori
del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Lucia Votano, il direttore del TG Mario Orfeo, l’ex-rettore dell’Università Federico II di Napoli Guido Trombetti, il direttore della stazione zoologica Dohrn di Napoli Roberto Di Lauro, l’editore tunisino Mohamed
Sakhr, Max Rienzi, e per la sezione tesi di laurea Silvia La Mura:
www.gazeco.it
Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
Direttore editoriale: Vito Raimondo
Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I.
Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected]
Responsabile trattamento dati personali:
Dionisio Ciccarese
Semplice richiesta di brevetto e solo sede operativa in Puglia:
cambia così l’avviso per le nuove imprese operative e il relativo regolamento regionale (n. del
).
In seguito alla modifica dell’Avviso, l’agevolazione potrà essere
ottenuta non solo dalle imprese che hanno già ricevuto il rilascio
di un brevetto, ma anche da parte delle aziende che hanno fatto
la semplice richiesta di brevetto e ottenuto la pubblicazione della documentazione tecnica. Le domande di ammissione devono
essere inviate secondo la procedura telematica prevista su questo portale e trasmessa con raccomandata A.R., corredata dagli
allegati obbligatori a Puglia Sviluppo SpA, Via Amendola
/ ,
Bari.
BASILICATA
Credito imprese
intesa Bpm e Cciaa Matera
Camera di commercio di Matera e Banca popolare del Mezzogiorno lavoreranno insieme per sottoscrivere, in tempi brevi,
un protocollo di intesa per facilitare l’accesso e la concessione
di crediti alle imprese locali. L’impegno comune è emerso a Matera nel corso di un incontro tra il presidente Angelo Tortorelli e
dell’Istituto di credito Francesco Lucifero che hanno delegato il
segretario generale della Camera di commercio, Federico Sisti, e
il direttore generale della Banca, Roberto Vitti, per raggiungere il
comune obiettivo.
“La Banca Popolare del Mezzogiorno – ha detto il presidente Angelo Tortorelli - prende atto della disponibilità a lavorare da subito
per venire incontro alle legittime esigenze delle aziende e,in particolare, delle microimprese che stanno soffrendo in modo particolare i costi della crisi. Occorre,infatti, garantire loro tempi certi di
risposta e piena disponibilità nei servizi al credito”.
Al via il “Reddito Ponte”
per 680 giovani lucani
Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata numero /
, prende il via il programma del “Reddito ponte”, un intervento destinato a
giovani lucani di età
compresa tra i
ei
anni, metà donne, metà uomini,
per
cento laureati,
per cento diplomati (compresa laurea triennale), che prevede un programma di formazione retribuita (
euro al mese) di due anni con stage in azienda e, al termine, un
“voucher occupazione” da spendere presso un’azienda come incentivo all’assunzione o per dar vita ad un’autonoma iniziativa
imprenditoriale.
L’investimento totale per ogni giovane ammesso al programma
è di .
euro a cui, per le donne che siano nella condizione di
dover assistere familiari di età non superiore a
anni, disabili o
anziani, vanno aggiunti altri i .
euro di un “voucher conciliazione” con cui pagare quei servizi (asilo nido, assistenza ecc.) per
conciliare le attività familiari con quelle del programma.
Borsa europea turismo sportivo
soddisfatta l’Apt
Soddisfazione e ottimismo hanno accompagnato la Basilicata al
rientro dalla sua prima esperienza alla Borsa Europea del Turismo
Sportivo, Attivo e del Benessere Termale, a Montecatini.
Il e ottobre, con lo stand dell’Agenzia di Promozione Territoriale e della Regione Basilicata allestito nello splendido scenario delle Terme di Montecatini, – spiega un comunicato stampa
dell’Apt – l’offerta lucana ha incuriosito buyers stranieri e italiani,
molti dei quali nei propri cataloghi già indicano la regione come
meta irrinunciabile per la pratica di cicloturismo, mountain bike,
parapendio ed escursioni.
Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 21 ottobre 2010
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70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427
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SEDIT srl - Servizi Editoriali Via delle Orchidee, 1
70026 - Z.I. Modugno-Bari
Numero arretrato € 2,77
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23-29 ottobre 2010
Itinerari
Prodotti tipici – Nato nella tradizione pastorale del Gargano, oggi è presidio di Slow Food
Muschiska di Rignano
carne secca di qualità
M
uschiska (o mesciscke, muscisch’ka, muscisca),
nome esotico foriero di sapori pastorali. La parola ha origine araba derivando, infatti, da mosammed, cosa dura. O anche da mosciame, che indica, in
questo caso, l’essiccazione del pesce.
Si comunica ai “curiosi viaggiatori” che la muschiska è
un salume di carne secca di capra, pecora o vitello podolico (a volte anche di cavallo) che i pastori del Gargano
preparavano sino a pochi decenni fa con metodi non più
accettabili, ma ripresi oggi con sistemi igienici, sono un
prodotto di nicchia di prim’ordine. Il prodotto, secondo
alcuni storici, era preparato dai pastori dell’antica Roma,
per altri l’origine risalirebbe alla Regia Dogana della Mena delle pecore e alla Locazione d’Arignano di quando gli
Aragonesi attivarono in Puglia una posta di controllo e
dazio della transumanza.
Gli esperti gastronomi apprezzano la muschiska di Rignano Garganico, il più piccolo Comune del Parco Nazionale del Gargano. Dimenticata l’essiccazione che i pastori facevano infilando a uno spago teso, tra un albero e
l’altro, al vento e al sole (e alle mosche) pezzi di carni
magre, disossate, salate condite di semi di finocchio, peperoncino ed aglio, a Rignano si ricorre a speciali essiccatoi ad umidità e temperatura controllati. I condimenti
per insaporire la carne secca, invece, sono sempre gli
stessi dei tempi andati. Il salume acquista così un sapore
bucolico…garganico, unico tanto da essere sempre più
richiesto per essere consumato crudo o arrostito. E per
di più quando si preferisce essendo a lunghissima conservazione.
Carne secca della cultura pastorale che costituiva
un’integrazione alimentare durante i periodi di transumanza nelle contrade più aspre e isolate del Promontorio. I pastori che si nutrivano a pane e formaggio, non
erano autorizzati dal padrone a macellare gli animali se
non in caso di eventi traumatici e allora le carni servivano per preparare i famosi pastorali (brodo di pecora con
erbe selvatiche come il finocchietto e le cicorie) oppure
se ne faceva muschiska.
Prodotto oggi di nicchia tanto da essere dal
Presidio di Slow Food ed è elencato nell’”Atlante dei prodotti tipici agroalimentari di Puglia” e nella “Carta d’identità
dei prodotti tradizionali pugliesi” a cura di Giuseppina
M.Tantillo. Per non dire delle attenzioni di Slow Food che
ha tra i suoi Presìdi non pochi altri prodotti del Gargano:
il caciocavallo podolico, la vacca podolica, la capra del
Gargano, la fava di Carpino.
Per la cronaca i Presìdi di Slow Food hanno lo scopo
di recuperare e salvaguardare le piccole produzioni di
eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura
industriale e dal degrado ambientale. Anche se questa
certificazione non è ufficiale (è assegnata da un comitato
scientifico di Slow Food), i criteri di definizione sono simili a quelli di certificazioni come IGP e DOP. Slow Food,
con i suoi venti anni di attività, lavora oggi perché tutti
possano permettersi e apprezzare cibo buono, pulito e
giusto, nel mondo. Altri prodotti che caratterizzano il
Promontorio essendo in odore di nicchia, sono le anguille di Lesina, la paposcia (o paposciola) di Vico del Gargano, i capperi, le arance bionde e i limoni di Vico e di Rodi,
il pane di Monte Sant’Angelo.
Per conoscenza dei “curiosi viaggiatori” la paposcia
non è altro che massa di pane cotta al forno. Ha forma
allungata e gonfia molto simile a quella di una pantofola.
Di qui forse il nome: babbuccia, babouche (in francese).
Color sabbia con macchioline nere là dove la cottura è
stata più intensa, mollica a piccoli fori. Quando si faceva
il pane in casa e si portava al forno pubblico, il fornaio
testava la temperatura cocendo una striscia di massa di
pane. Quando cotta si dava come merenda ai bambini.
Così, nuda e…cotta.
La paposcia, infine, tagliata per lungo, condita con un
filo d’olio, con rucola e pomodoro, impreziosita con peperoncino oppure farcirla con ricotta fresca o con una
fetta caciocavallo podolico garganico, era (ed è) una leccornia.
Quella tradizionale è di carni ovi-caprine
C’è dolce o piccante
L
a muschiska è commercializzata nelle versioni dolci e piccanti, sottovuoto per
una conservazione garantita da tre a dieci mesi.
Le parti di carne, dopo averle disossate e private del grasso per evitare irrancidimenti, sono tagliate in pezzi di
cm di lunghezza e / di larghezza, condite e lasciate a macerare in contenitori d’acciaio sino a ventiquattro ore in celle
frigorifere poi si passa ad una prima essiccazione a ° C per tre, quattro giorni.
L’essiccazione è ripetuta poi per una settimana a ° C sino ad asciugare del tutto
la muschiska tanto da essere callosa e soda.
Da un chilogrammo di carne si ottiene un prodotto finito di
gr.
La colorazione più scura rispetto alla carne fresca è dovuta al processo di disidratazione e di ossidazione prodottesi durante il processo di essiccamento in
appositi forni, che hanno sostituito la tradizionale asciugatura al sole. Talvolta è
trattata con nitrati per darle una colorazione rosa e renderla così più commerciabile e per prevenire la germinazione di batteri.
La muschiska più tradizionale è quella di carni ovi-caprine ma il mercato oggi
richiede anche quella di carni suine o bovine più accettabili per delicatezza di
sapori e consistenza tenera.
Costa, sia piccante sia dolce, € al chilogrammo.
L’ agosto a Rignano Garganico la muschiska è onorata con una sagra tutta sua.
È fatto con latte delle omonime vacche
Caciocavallo podolico
L
e vacche podoliche sono di razza ormai rara. Ne esistono venticinquemila
mila capi contro i
di un decennio fa
in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Di
stazza imponente, sono giunte sino a noi
per misteriose vie dai Balcani. Discendono dai preistorici Bos primigenius o Uro
ed erano utilizzare per i lavori più duri.
Hanno carne sapida per le erbe brucate
andando a zonzo tra boschi, radure e garighe. È però per il latte, e di conseguenza per il caciocavallo, che le nostre, sono
tenute in alta considerazione.
Se ne fa poco, pochissimo e solo in
primavera. Per modellare il caciocavallo
podolico la pasta di latte coagulato con
caglio naturale, si taglia a fettine e la si
bagna in acqua bollente. Il casaro impasta la cagliata a mano dandole una forma
a fiasco, da tenere in salamoia per qualche ora e poi disposta a coppie a cavallo
di un’asta posta vicino al camino perché il
cacio assuma un velo di affumicatura.
È un formaggio nobile da tavola e mai
da usare in cucina. Quando è ben maturo,
per essere stato stagionato dai cinque a
sei anni, ha pasta color paglierino con piccolissime occhiature, profumi complessi,
ampi, di pascolo e spezie e una persistenza gustativa inimitabile.
Un modo di gustare il podolico è anche
con il miele dopo averlo tagliato a fette
non troppo sottili e leggermente abbrustolite sulla brace.
Quali i pascoli e le masserie dove preparano il caciocavallo? “Palagano” di Francesco Demajo, a Rignano Garganico (
- /
) e “Bramante” di Giuseppe Bramante (
/
) in contrada Matine, a San
Giovanni Rotondo. Un’altra indicazione
è masseria “Sgarrazza” (Pietro Massimiliano de Vita
), in località
S. Salvatore a sette chilometri da Vieste.
Sui sentieri del Podolico anche l’azienda
agrituristica “La Torre Taronna” a Monte
Sant’Angelo (
/
).
Responsabile Slow Food del Presidio
Giuseppe Placentino (
,
).
fraBoschi,SentierieTorrenti
Da Potenza al Salento
*Il
con il Cat (Club amici del trekking) di Bari si va nel Bosco di Rifreddo
(Pz). Escursione di quindici chilometri,
dislivello +
nell’incantevole scenario dei colori autunnali. CT Corrado
.
.
* Sempre il con le Speleo Trekking
Salento di Lecce, escursione negli uliveti di Leverano. Partenza alle . dal
Catasto e alle .
dal bar Stazione
API a Leverano. Durante il cammino si
incontreranno aziende agrituristiche,
masserie-torri, antichi pozzi, aziende
agricole con attività casearia.
Tracciato di circa km. pianeggiante
misto asfalto-sterrato, ideato da Stefano De Donatis. Info: Riccardo Rella
.
.
Nel promontorio garganico molti luoghi di culto
Sperone d’Italia
culla dell’anima
I
n appena .
chilometri quadrati, il Parco Nazionale
del Gargano noto anche come il Promontorio, Sperone
d’Italia o Montagna del Sole offre paesaggi di foreste, lagune, valloni, coste frastagliate, lunghe spiagge, doline,
villaggi rupestri, picchi alti sino a .
metri, come il monte Calvo e monasteri. In più eventi storici, feste patronali,
sagre e fiere. Lungo le coste vestite di macchia mediterranea, il Gargano esibisce veri e propri monumenti dell’uomo
al mare e all’ingegno dei pescatori: i ragni di legno, ovvero i
trabucchi ingegnose strutture le cui origini si fanno risalire
all’età del Bronzo.
Una roccaforte il Gargano per com’era, ed è, selvaggio e
isolato. E forse proprio per questi aspetti fu meta di eremiti,
di ordini religiosi o di crociati in partenza per la Terra Santa.
E con loro nacquero grandi e piccoli centri di culto facendo
del Gargano un sito ideale dove rifocillare lo spirito, specie
dopo lunghi e faticosi pellegrinaggi come quelli lungo gli
impietosi tratturi Jumitit, Malipassi Stampurlande, per raggiungere il santuario dedicato all’Arcangelo Michele.
Il Vallone di Pulsano alla cui sommità fu costruita nel XII
secolo l’abbazia di Santa Maria, è uno stupendo complesso
monastico sino a qualche anno fa raggiungibile solo a piedi
percorrendo un sentiero tra la macchia mediterranea.
A Santa Maria di Pulsano si recarono anche papi e crociati che, dopo essere stati in pellegrinaggio al Santuario di
Monte Sant’Angelo, andavano a ritemprarsi dalle fatiche
del viaggio a Pulsano. San Giovanni Rotondo e San Marco
in Lamis, queste le altre due località che più hanno dato al
Promontorio fama di Terra Santa. Nelle grotte dei valloni
hanno vissuto gli uomini della preistoria (da
a undicimila anni fa). In quella detta di “Paglicci” è stato accertato
che vi si realizzavano, e forse si barattavano, strumenti e
armi in selce: una vera e proPagina a cura
pria industria litica.
di Vittorio Stagnani
Sanità
23-29 ottobre 2010
27
Italiani agli ultimi posti per consumi in Europa. Rischio fratture e osteoporosi
Latte fresco caro? Si beve meno
ma le ossa presentano il conto
G
li italiani consumano sempre meno latte fresco (
litri, formaggi kg, burro kg pro capite l’anno), e si
piazzano agli ultimi posti nella classifica europea che
vede inglesi, tedeschi, francesi e austriaci in pole position
con consumo quasi doppio. Ma la salute della popolazione
attuale e, soprattutto, dei più giovani ne risente collocandosi in una zona a rischio specie di fratture, osteoporosi,
crescita squilibrata.
Preferiti, in Italia, per la maggiore facilità d’uso, yogurt e
probiotici ( % del mercato), formaggi freschi e molli.
La filiera lattiero-casearia nel
ha prodotto in allevamento , miliardi €, nella fase di trasformazione ,
miliardi € e un ricavo dai consumi di miliardi €. Nei .
allevamenti, un milione
mila bovine da latte e piccole e
medie aziende con - capi con produzione di , Mln di
tonnellate (dati Ismea).
La spesa media della famiglia italiana in un anno è di circa
euro per il latte e
€ per il formaggio.
Il % del latte acquistato è a lunga conservazione; %
latte fresco ed a media conservazione.
Chiamato in causa il modificato stile di vita che, in Italia,
vede trascurata la prima colazione a casa, succhi di frutta e
merendine preferiti dai bambini e favoriti dalle mamme che
comprano sempre più latte a lunga conservazione.
Un litro di latte fresco pastorizzato Alta Qualità in bottiglia PVC da un litro costa , / , euro mentre un cartone
di UHT,
centesimi – euro in meno. Il prezzo alla stalla è
di
centesimi €/kg, tra i più alti d’Europa penalizzando la
nostra competitività rispetto specie a Cina, India, Australia,
Nuova Zelanda: produzione mondiale
Mln di tonnellate).
Noi ne importiamo il % circa; abbiamo enti di controllo.
“La SIVAR (Società veterinaria per gli animali da reddito)
tende a definire una moderna figura professionale: il veterinario aziendale che potrà dare – dice Medardo Cammi, presidente SIVAR, che ha organizzato, con Pfizer Animal Health
un tavolo di confronto trasversale – una svolta in veste di
consulente sanitario dell’allevatore e come tramite tra stalla
e servizi di controllo ufficiali, garantendo la salute dell’animale produttore di latte”.
Si ricorderà, a Bari, l’opera precorritrice del dr. De Angelis
il quale, garantendo la salute dell’animale, offriva latte “sano e gustoso”.
Recenti i casi di cronaca di mozzarella blu e formaggio
giallo, di latti in polvere di incerta provenienza mescolati
con il latte della stalla.
Dito puntato contro l’etichetta: “Troppo complessa per
consumatore poco istruito in materia di nutrizione, frettoloso, orientato al risparmio che – dice Franca Braga (Altroconsumo) – deve scegliere tra - o più tipologie dello stesso
prodotto, tra prezzi sempre più alti e ne è lo disorientato”.
Tra l’altro, il latte continua a mostrare i suoi lati salutari.
Un recente studio della prof.Carla Favaro (università Milano) dimostra che il latte a ridotto contenuto di grassi ha ruolo
di particolare importanza per un programma dimagrante: apporto calorico modesto (latte e yogurt scremati kcal/etto),
ottima fonte di sostanze nutritive (calcio, proteine di elevata
qualità, zinco, potassio, vitamine del gruppo B).
Ricercatori del dipartimento di nutrizione dell’Università
del Tennessee, Knoxville (USA) hanno dimostrato che calcio
e prodotti lattiero caseari hanno un ruolo antiobesità.
Foto Olga Lyubkina_fotolia
Costi abbattuti con diagnosi precoce
Il prof. Colucci sui tumori stromali gastrointestinali
Nella sclerosi multipla
la chiave è la mobilità
Per la terapia dei Gist
“Effetti tutti da indagare”
S
clerosi multipla, “tra le malattie socialmente più costose” (OMS): colpisce giovani adulti, destinati a convivere
in media
anni con questa affezione
cronica ad andamento progressivamente invalidante e sintomi di tipo motorio,
cognitivo e neuropsichiatrico con ripercussioni anche sulla vita sociale del paziente e dei suoi familiari.
Il costo sociale annuo della sclerosi multipla supera i miliardi di euro.
Per l’Italia, ogni malato costa in media
.
euro l’anno cui si aggiungono gli
elevati costi dell’assistenza a domicilio
che, gravano, in massima parte, su malati e famiglie.
Il peggioramento della qualità della
vita è direttamente correlato al livello
di disabilità; il % dei pazienti modifica
la vita di relazione e molti abbandonano
l’impiego.
Il danno cognitivo, correlato a danno
cerebrale (sostanza grigia, demielinizzazione, perdita assonale) colpisce - %
dei pazienti con forma più frequente
(recidivante-remittente) è predittivo di
peggioramento.
Una ricerca internazionale, commissionata da Biogen Idec, sulla perdita di
mobilità da Sclerosi Multipla (SM), ha
evidenziato un divario tra l’importanza
attribuita, a questo aspetto, dal malato
e dagli operatori sanitari. Solo % di
questi ultimi ritiene che i malati siano, in
qualche misura, colpiti da perdita di mobilità anche se gli studi riportano che è
l’ % a soffrirne.
Ne derivano incongruenze come quella denunciata, nei giorni scorsi, a Bari,
dalla sig. Maria Elena Barile, convocata
dall’Inps, con linguaggio “burocratico ed
offensivo”, per accertare se l’invalidità
già documentata, fosse ancora in atto.
I risultati della ricerca sottolineano il
divario tra medico e paziente nella per-
cezione dell’impatto della malattia sulla
qualità della vita.
È stato dimostrato che la deambulazione non risulta essere sufficientemente monitorata dagli operatori sanitari e
che il % dei malati SM e il % dei familiari non parlano mai o solo raramente
con il medico dei problemi di mobilità
che può presentarsi nella fase iniziale
della malattia (per % già nel mese successivo alla diagnosi).
Per problemi di mobilità, % hanno
subito pesante impatto sulla vita lavorativa,
% riduzione del reddito,
%
perdita di amicizie; % ha pensato al
suicidio.
“Necessari maggior dialogo tra i pazienti e medico o neurologo e valutazioni più frequenti e accurate per monitorare lo stato di mobilità dei pazienti.
“Emerge chiaramente dalla ricerca –
dice il Dr. Shibeshih Belachew, università, Liegi (Belgio) – che la perdita di mobilità è una delle preoccupazioni principali
dei pazienti, ma non ancora molto considerata tale da tutti i medici.
“La perdita di mobilità può incidere
enormemente su tutti gli aspetti della
vita. In qualità di medici dovremo fornire informazioni su come affrontare correttamente le problematiche legate alla
mobilità e aiutare le persone affette da
SM a mantenere la propria produttività
così come il proprio benessere sociale,
fisico e psicologico”.
L’individuazione e il trattamento tempestivi (approccio integrato, esercizi,
fisioterapia) dei disturbi della mobilità
possono contribuire al miglioramento
della qualità della vita dei pazienti affetti
da SM.
Biogen Idec definisce nuovi standard
di cura per gli ambiti terapeutici in cui le
esigenze mediche non sono ancora state soddisfatte.
T
umori stromali gastrointestinali (GIST), una forma
rara ma insidiosa di neoplasia che in Italia colpisce
-.
persone ogni anno.
I GIST, caratterizzati fino a pochi anni fa da un esito
particolarmente rapido ed infausto, con una sopravvivenza non superiore a mesi in fase metastatica, dopo
l’uso di imatinib nel trattamento o nella strategia terapeutica – dice il prof. Giuseppe Colucci (Oncologico di
Bari) – sono diventati malattie controllabili dal farmaco.
Questo costa . , a .
, € per anno di trat-
tamento che deve essere protratto per lunghi periodi.
C’è necessità – dice Colucci – di conoscere al meglio i
possibili effetti collaterali legati al suo impiego. Di qui il
bisogno di informazione che caratterizza tutta l’oncologia e in particolare le forme di tumore più rare fornendo
ai pazienti informazioni di tipo diagnostico e terapeutico sulla malattia e conoscenze adeguate per affrontare al meglio il suo trattamento nell’ottica di una stretta
collaborazione tra medico e paziente per ottimizzare
anche la qualità di vita del malato”.
Il ministro della Salute alla presentazione di un libro sul tema
Farmacisti nell’epoca del web
Fazio: “Un ruolo ancora chiave”
O
ttantamila farmacisti di cui
.
donne. È realtà italiana della professione che garantisce la vendita controllata ed assistita dei farmaci in .
farmacie.
Le farmacie – dice il sen. Luigi
d’Ambrosio Lettieri, presidente
ordine farmacisti provincia Bari – danno rilevante contributo al
contenimento della spesa, con la
diffusione degli equivalenti e con la
tempestiva fornitura dei dati analitici dei medicinali erogati in regime
di SSN. In un trimestre, le farmacie
hanno garantito allo Stato, con lo
sconto SSN, un risparmio di
milioni €, più
milioni derivanti dal
pay-back attivato a carico delle farmacie e
milioni di contributo
aggiuntivo temporaneo.
La farmacia ha una lunga storia che è stata compendiata dal
dr. Giacomo Leopardi nel volume
Foto ramon_perez_terrassa_flickr
“Noi farmacisti – dal secondo dopoguerra al web”.
Il volume percorre la strada
compiuta dalla farmacia italiana
dalla rinascita degli ordini professionali ad oggi.
“Non è solo un valido contributo di sistematizzazione e di conoscenza della vita istituzionale de-
gli Enti farmaceutici – ha detto il
Ministro Fazio – nel suo puntuale
raccordarsi alle tappe di sviluppo
della politica sanitaria italiana e
al più ampio orizzonte dei mutevoli equilibri politici della storia
nazionale, prezioso strumento di
comprensione delle trasformazioni culturali che hanno investito
l’esercizio della professione farmaceutica in Italia”.
“Queste pagine – dice Leopardi
– vogliono essere anche la testimonianza di come l’operato delle
istituzioni preposte alla tutela della
categoria dei farmacisti abbia lavorato per smascherare certi clichè,
contribuendo a difendere e rilanciare gli aspetti etici, scientifici, sociali
della professionalità di colui che si
fa carico della grande responsabilità di dispensare farmaci”.
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
28
23-29 ottobre 2010
uni
Università
curriculum
latesisulgiornale
G
In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia,
marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere
all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e
docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della
gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected].
Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da .
a .
battute (spazi bianchi compresi), una
fotografia in buona risoluzione (
dpi) e una breve scheda biografica (
battute).
ianluca Palma,
anni di
Botrugno (LE), si è laureato con lode in Scienze dello
sviluppo presso l’Università
del Salento discutendo una
tesi in Economia Politica dal
titolo “Economia cognitiva e
capitale sociale”. Attualmente frequenta il master in Management e governance del territorio e collabora con il Centro
Studi Economici dell’Università del Salento e l’Associazione
Programma Sviluppo di Taranto.
Un approccio “cognitivista” per interpretare scelte non sempre legate alla razionalità
All’economista non basta l’economia
Il capitale umano è fattore essenziale
I
HERBERT SIMON
l lavoro di tesi si origina a partire da
due riflessioni di fondo. Una legata
all’imperfetta razionalità che caratterizza le decisioni individuali, meglio
definita dal premio Nobel Herbert Simon con l’espressione razionalità limitata. L’altra magistralmente espressa
dalle parole di Friedrick von Hayek,
secondo il quale un economista che è
solo un economista non può essere un
buon economista.
Pertanto, per coniugare queste due
questioni, ci si è avvalsi dell’economia
cognitiva che fa propri strumenti di
analisi interdisciplinari. Nello specifico, questa disciplina è quella branca
dell’economia, affermatasi nell’ultimo
ventennio del secolo scorso, che studia le operazioni di ragionamento e i
processi di adattamento assunti dagli
attori economici nel corso delle loro
interazioni.
La tesi è strutturata in tre sezioni.
Nella prima parte si passa in rassegna
lo sviluppo e l’evoluzione dell’economia cognitiva come disciplina scientifica. Si è tentato di individuarne le
radici storiche, rintracciabili già nelle
considerazioni di illustri filosofi del
Settecento come David Hume ed Adam Smith. Quest’ultimo, nello studio
della naturale socialità umana, dimostrò come la condotta dell’uomo non
persegua unicamente fini razionali ed
egoistici. Nell’Ottocento il fondatore della scuola di Cambridge, Alfred
Marshall, diede un forte impulso alla
nascita dell’approccio cognitivo, dedicandosi allo studio della filosofia e
della neurobiologia.
Successivamente Carl Menger, promotore della scuola Austriaca, in critica all’approccio neoclassico (nello specifico all’equilibrio economico generale walrasiano) evidenziò l’importanza
delle istituzioni e della conoscenza
nelle dinamiche di apprendimento e
di scelta economica. Nello stesso periodo gli istituzionalisti americani, fra i
quali va ricordato Veblen, adottavano
un approccio diacronico e rimarcavano il ruolo delle istituzioni formali ed
informali nei processi socio-economici.
Nei primi anni del Novecento l’economista Frank Knight mise in evi-
FRIEDRICK VON HAYEK
denza il ruolo che riveste l’incertezza
nelle decisioni economiche. Anche
Keynes, quando abbracciò la prospettiva marshalliana che proponeva una
scienza economica basata sulla logica
ma anche sull’induzione e su un’ampia conoscenza dei fatti, riconobbe di
non aver dato la giusta rilevanza alla
vagueness che caratterizza tutta la
conoscenza ed impedisce di fondare
logicamente la probabilità.
Ma è solo a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta che due fondamentali contributi rendono possibile il consolidamento dell’approccio cognitivo
in economia. Da una parte, il survey
method dello psicologo americano
George Katona apre la strada alla cooperazione fra la psicologia e l’economia; dall’altra, l’economista francese
Maurice Allais, introducendo la pratica
della sperimentazione in ambito economico, minò il paradigma neoclassico
e in particolar modo la teoria dell’utilità attesa.
Sempre in quegli anni, grazie anche
all’affermazione del cognitivismo in
psicologia, due illustri studiosi analizzarono il modo in cui gli esseri umani
percepiscono il loro ambiente e, più in
generale, la rilevanza degli aspetti psicologici nelle dinamiche socio-economiche. I due economisti in questione
furono l’americano Simon e l’austriaco
Hayek. Per i due scienziati è molto difficile, se non in situazioni estremamente
semplici, che i soggetti costruiscano la
conoscenza in un mondo non ergodico
caratterizzato spesso da incertezza e
asimmetrie informative. Inoltre, date
le limitate capacità cognitive e di calcolo, gli individui sono incapaci di realizzare scelte “ottime” e quindi agire in
base a criteri di razionalità assoluta.
Nella seconda metà del XX secolo,
Daniel Kahneman ed il suo più giovane
collega psicologo Amos Tversky, pubblicarono decine di lavori scientifici in
cui fu ampiamente discussa una nuova
modalità di studio su come le persone
valutino l’incertezza e prendano decisioni. Di particolare rilievo a tal riguardo, appare il loro contributo nell’elaborazione dei principi psicologici che
governano il determinarsi delle alternative nel processo di decision–making, mostrando come le nostre preferenze varino sensibilmente in base alle
modalità con cui esse si presentano e
vengono identificate.
Negli ultimi anni alcuni studiosi, fra
i quali Vernon Smith, Alvin Roth, Charles Plott, John Hey e James Andreoni,
ricorrendo in maniera sistematica alle
attività sperimentali, hanno consapevolmente infranto più di una regola
imposta dall’approccio metodologico
“modernista” dominante in ambito
economico. Tale impostazione, come
nota McCloskey, mette al bando l’uso di
questionari individuali, ritenendoli assolutamente inutili perché gli esseri umani
possono mentire e rigetta ogni forma
di introspezione da parte dell’attore,
ritenendola incapace di produrre conoscenza scientifica, perché non c’è modo
DANIEL KAHNEMAN
di collegare il soggettivo all’oggettivo.
Va detto che sul fronte della critica
agli assunti delle impostazioni “ortodosse”, negli ultimi anni si sono impegnati numerosi autori appartenenti
a scuole diverse da quelle che fanno
capo all’economia cognitiva. Tuttavia,
gli economisti cognitivi hanno offerto
un approccio interdisciplinare fondato sull’uso della psicologia cognitiva
per lo studio del problem solving, del
decision–making e del cambiamento,
nonché per la spiegazione della natura
e dell’evoluzione di organizzazioni e
istituzioni economiche in situazioni caratterizzate da incertezza strutturale.
Partendo dall’idea di Karl Polanyi,
secondo cui l’economia dell’uomo, di
regola, è immersa nei suoi rapporti sociali, ci si è soffermati sul ruolo cruciale
che rivestono le relazioni intersoggettive nella formazione della cognizione
sociale individuale e del framework
collettivo. Nello specifico, nella seconda parte viene presentata una critica,
elaborata tramite gli strumenti dell’economia cognitiva, mossa all’uso strumentale che l’economia neoclassica fa
del capitale sociale.
Secondo Robert Solow, gli economisti che si sono occupati di capitale
sociale hanno cercato: “to get at something difficult, complicated, and important: the way a society’s institutions
and shared attitudes interact with the
way the economy works. It is a dirty job,
but someone has do it; and mainstream
economics has puristically shied away
KARL POLANYI
from the task” (Solow
, p. ). Questo lavoro sporco, come lo definisce
Solow, è stato fatto ancora una volta
con un atteggiamento colonialistico, in
quanto il capitale sociale è diventato
per essi una nuova impresa del cosiddetto imperialismo economico.
Nella terza ed ultima parte della tesi
si presentano i risultati conseguiti mediante una ricerca sul campo riguardante i significati che i giovani attribuiscono al lavoro, ponendo attenzione a
rilevare le possibili differenze di percezione fra un laureando del Nord Italia
e uno del Sud Italia, in particolare degli
studenti delle Università del Salento e
del Piemonte Orientale. Si è provato a
raccontare i loro livelli di aspirazione,
ma anche il loro stato d’animo e le
sensazioni provate in questa delicata
fase della loro vita. Inoltre si è chiesto
loro di comparare la propria situazione
con quella dei coetanei, muovendosi
secondo una prospettiva di analisi diacronica e spaziale.
Dalle testimonianze è emerso che
il lavoro costituisce un’esperienza
centrale per un giovane in quanto è
indispensabile nei progetti di vita. Esso incorpora elementi non solo economici, ma anche relativi agli aspetti
culturali, psicologici e sociali. Il lavoro
diventa fatto sociale perché c’è, perché manca, perché è difficile da trovare, perché occupa tempo di vita, molto
o poco che sia, perché costituisce un
forte elemento identitario individuale
e collettivo. In questa accezione, esso diviene un’indispensabile chiave di
lettura dei legami e, soprattutto, delle
trasformazioni sociali. È dunque plausibile, parlare di un senso intimo del lavoro che nasce e influenza la coscienza di ogni singolo individuo.
Condividendo l’idea di Polanyi secondo cui we know more then we can
tell, scopo della tesi non è quello di
fornire una soluzione definitiva a qualcosa, ma piuttosto proporre un criterio di osservazione alternativo, magari
più complesso e criticabile rispetto ad
altri, da adottare in futuro nella lettura
dei fenomeni economici.
GIANLUCA PALMA
Libri&Riviste
Territorio – Ecco come farsi “ricordare”
“È
Beauty Report
Primo rapporto
sul valore
dell’industria
cosmetica in Italia
Autore: Ermeneia.
Studi & Strategie
di Sistema
Editore: Franco Angeli
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
ri condivisi fecondato da una passione che per
la prima volta ha unito un Paese spaccato, reduce dagli anni oscuri dell’apartheid.
Non manca un avvertimento: “Ridisegnare
la mappa urbana, risollevare aree marginali,
costruire nuove infrastrutture, accelerare processi di cambiamento e attrarre investimenti,
creare valore. Se, per un verso, l’organizzazione di un evento può contribuire sensibilmente
al raggiungimento di tali finalità, non va sottovalutato il rischio di attribuire agli eventi un
valore taumaturgico”.
Scongiurato il pericolo di un approccio superficiale, la strategia event-based genera molteplici benefici per un territorio: migliora l’immagine
dell’area; attira flussi turistici e quindi risorse
economiche; promuove investimenti per il po-
I network, gli attori
e le dinamiche relazionali
Autore: Raffaele Cercola,
Francesco Izzo, Enrico Bonetti
Editore: Franco Angeli
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
tenziamento delle infrastrutture e dei servizi;
attrae talenti, finanziamenti e imprese dall’estero; sostiene il recupero e la riqualificazione
ambientale e storica; reca impulso allo sviluppo
di attività imprenditoriali e alla creazione di associazioni locali; moltiplica abilità e competenze della comunità; contribuisce a creare identità
culturale e a rafforzare il capitale sociale.
L’industria della cosmetica
fa meno brutta pure la crisi
n settore più pesante rispetto alla sua apparente leggerezza. Fattura più di miliardi di euro l’anno, occupa
mila addetti, oltre
mila quelli impiegati nell’intero indotto,
associa più di
imprese che rappresentano il % del fatturato del settore. Ecco alcuni numeri dell’industria cosmetica
italiana, riassunti in Beauty Report
, il primo rapporto del
settore promosso da Unipro, associazione italiana delle imprese cosmetiche e realizzato da Ermeneia, società di studi e
strategie di sistema. Il volume, diviso in quattro parti, quante
sono le strade metodologiche utilizzate, analizza la situazione
delle imprese cosmetiche nel nostro Paese, attraverso le aziende e gli addetti, l’andamento dei consumi, la produzione e
l’export, gli investimenti pubblicitari, la dimensione internazio-
nale. Dati oggettivi e opinioni degli imprenditori convergono
nell’affermare che il settore cosmetico ha reagito meglio alla
crisi rispetto alla media dell’industria. Interessante scoprire
che dalle indagini sull’atteggiamento dei consumatori verso i
prodotti emerge che l’orientamento all’acquisto è condizionato soprattutto dallo stile di vita delle persone. Non di secondaria importanza la convinzione secondo cui se la medicina ha
dato anni alla vita, la cosmetica è in grado di dare qualità alla
vita stessa. La cura del corpo dunque come preoccupazione
condivisa della maggioranza, che giustifica la presenza di punta dei cosmetici nel pacchetto delle spese per “star bene”.
NICA RUGGIERO
Bellelli – Consigli pratici per non farsi… rapinare
Mani in alto siete in banca
una guida per autodifesa
N
on conosci la realtà di un banca, i termini sono solo in
inglese, le condizioni di un contratto sono confuse?
Mani in Alto questa è una banca di Gabriele Bellelli è una
guida pratica pensata e scritta per clienti inesperti e non.
Ideale per apprendere il minimo di conoscenze sui servizi
bancari e investimenti; è un vademecum per acquisire nozioni, fare domande e non trovarsi disorientati.
Il libro ci illustra dove e come guadagnano le banche
ma anche come contrattare costi e servizi. Dal conto corrente, alla carta di credito, ai prodotti di risparmio gestito, l’autore ci conduce nel mondo banca con l’obiettivo
di farci capire cosa è da evitare e cosa invece conviene
Economia
e management
dell’innovazione
Governo e
intermediazione della
conoscenza come leva
di competitività
Autore: Stefano Denicolai
Editore: FrancoAngeli
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
GIANDOMENICO SPINELLI
Rapporto – Il settore ha retto meglio all’impatto recessivo
U
sottoscrivere. Un modo per muoversi da soli, per chiedere
informazioni sui servizi e prodotti offerti e sulle modalità
di erogazione, ma soprattutto per capire chi abbiamo di
fronte facendo le domande giuste.
È un libro che vi insegna a far fruttare meglio i vostri risparmi, spendendo meno, guadagnando di più e rischiando al minimo. Semplice e concreta, è la guida ideale per chi
si è già fatto fregare una volta, per chi preferisce mettere
i soldi sotto il materasso e per chi vuole finalmente capire
come funziona il sistema.
GIULIA MUROLO
La conoscenza fondamentale leva competitiva
Le aziende ora a un bivio
l’innovazione o la… morte
D
a uno studio del
di Pricewaterhouse Coopers emerge che le aziende “non hanno scelta: nonostante
l’esiguo margine d’errore, l’attenzione per il breve termine,
che garantisce la sopravvivenza durante la crisi, deve essere attentamente bilanciata con una pianificazione orientata
all’innovazione e allo sviluppo di nuovi mercati”. Tuttavia chi
è impegnato nel concretizzare questi obiettivi necessita di
un budget adeguato e deve impegnarsi in termini di tempo,
attenzione, sperimentazioni, processi di apprendimento, ricerca di alleanze, sviluppo di talenti, e così via. Il giusto livello
di flessibilità strategico-organizzativa deve, poi, sposarsi con
“best practices” ben precise e un presidio mirato, consape-
29
Eventi e strategie
di marketing territoriale
Il marketing
con gli eventi
un evento – l’esperienza di un evento, il suo ricordo – che ci lega a un
luogo, che ci fa innamorare di una
città, che ci spinge a tornarvi, come spettatori
e attori di un rito da con-celebrare”. Un evento
può innescare meccanismi di creazione di valore
determinanti per lo sviluppo locale, in prospettiva economica, ambientale, culturale e sociale.
Cercola, Izzo e Bonetti esplorano le relazioni fra gli eventi e il marketing territoriale in un
anno significativo nella geografia mondiale
dei grandi avvenimenti. L’anno del Mondiale
di calcio in Sudafrica, il primo nel Continente,
disputatosi a distanza di quindici anni dalla
Coppa del Mondo di rugby. Un evento, quello del
, che ha fatto la storia, diventando
strumento di integrazione, seme di nuovi valo-
23-29 ottobre 2010
vole e strutturato dei processi di innovazione. Il libro di Stefano Denicolai, docente di Management dell’Innovazione
all’Università degli Studi di Pavia, analizza i modelli strategici per un’innovazione continua e focalizza due dimensioni:
“generazione versus intermediazione della conoscenza” e
“open-innovation versus ego-innovation”. Tra gli esempi
riportati il caso di Che banca! che ha saputo sfruttare la domanda di investimenti alternativi e nuovi players a cui affidarsi: oggi la sua raccolta ammonta a , miliardi (il % di
quella complessiva del gruppo Mediobanca).
FABIO TRAVERSA
Mani in alto
questa è una
Banca
Guida pratica per
gestire i risparmi
senza farsi fregare
Autore: Gabriele Bellelli
Editore: De Agostini
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
30
23-29 ottobre 2010
Fiscalmente
Agenzia delle Entrate – Esentati dalle concessioni governative
Per i praticanti avvocati
non c’è tassa al 1° anno
S
ono esentati dalla tassa di concessione
governativa i laureati in legge che si iscrivono al primo anno nel registro dei praticanti avvocati. Il tributo è invece dovuto per gli
anni successivi, in quanto i praticanti procuratori possono essere nominati difensori d’ufficio o
svolgere le funzioni di pubblico ministero. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione
/E/
, per effetto di specifica richiesta di un
Consiglio dell’ordine degli avvocati.
La risoluzione precisa che la tassa è dovuta nella misura fissa di
euro e si applica a partire dal
secondo anno di iscrizione all’albo dei praticanti,
perché solo da quel momento si può sostanzialmente esercitare la professione forense nei limiti
di cui sopra.
Normativa
Il R.D.L.
novembre
, n.
convertito
con modificazioni dalla legge gennaio
, n.
- “ Legge professionale Forense”, all’articolo
stabilisce che “Nessuno può assumere il titolo, né
esercitare le funzioni di avvocato o di procuratore
se non è iscritto nell’albo professionale”. “Per ogni
tribunale civile e penale è costituito un albo di avvocati” (articolo ).
L’articolo del RDL citato prevede, inoltre,
che “I laureati in giurisprudenza, che svolgono la
pratica (…), sono iscritti, a domanda e previa cer-
tificazione del procuratore di cui frequentano lo
studio, in un registro speciale tenuto dal consiglio
dell’ordine degli avvocati e dei procuratori presso
il tribunale nel cui circondario hanno la residenza, e
sono sottoposti al potere disciplinare del consiglio
stesso. I praticanti procuratori, dopo un anno dalla
iscrizione nel registro di cui al primo comma, sono
ammessi, per un periodo non superiore a sei anni,
ad esercitare il patrocinio davanti ai tribunali del
distretto nel quale è compreso l’ordine circondariale che ha la tenuta del registro suddetto, limitatamente ai procedimenti che, in base alle norme
vigenti anteriormente alla data di efficacia del decreto legislativo di attuazione della legge luglio
, n.
, rientravano nelle competenze del pretore. Davanti ai medesimi tribunali e negli stessi
limiti, in sede penale, essi possono essere nominati
difensori d’ufficio, esercitare le funzioni di pubblico ministero e proporre dichiarazione di impugnazione sia come difensori sia come rappresentanti
del pubblico ministero”.
Tanto premesso, l’applicazione della tassa sulle concessioni governative è disciplinata dal DPR
del n.
/
. E l’articolo della tariffa allegata allo stesso prevede il pagamento del tributo
citato per l’“Esercizio di attività industriali o commerciali e di professioni, arti o mestieri …” nella
misura di euro
, .
Dalla normativa su citata emerge, tuttavia, che
durante il primo anno di iscrizione del soggetto,
questi non è ammesso all’esercizio della professione forense che invece può essere svolta dai
“… praticanti procuratori, dopo un anno dalla
iscrizione nel registro…”, i quali possono “…
essere nominati difensori d’ufficio, esercitare le
funzioni di pubblico ministero e proporre dichiarazione di impugnazione sia come difensori sia come
rappresentanti del pubblico ministero”.
Occorre determinare se all’attività svolta dal
praticante procuratore possa essere attribuita
la qualificazione di “professione”, sì da ritenere
integrato il presupposto per l’applicazione della
tassa sulle concessioni governative. La questione
non risulta definita né in un senso né nell’altro
dalla pronuncia della Consulta (ordinanza n.
del
) richiamata dall’Ordine istante.
Inoltre, ai sensi dell’articolo
del codice civile – “esercizio delle professioni intellettuali”– “La
legge determina le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in appositi albi o elenchi…”, e che ai sensi dell’articolo
c.c. “Quando l’esercizio di un’attività professionale
è condizionato alla iscrizione in un albo o elenco, la
prestazione eseguita da chi non è iscritto non gli dà
azione per il pagamento della retribuzione…”. L’azione per il pagamento della retribuzione invece
è prevista, ai sensi dell’articolo del DM aprile
, n. , per i praticanti avvocati autorizzati al
patrocinio ai quali “… deve essere liquidata la metà
degli onorari e dei diritti spettanti all’avvocato”.
Il Fisco ricorda che per l’esercizio del patrocinio e delle funzioni stabilite a norma di legge –
eppure con le limitazioni evidenziate nel secondo
comma dell’articolo del R.D.L n.
del
– solo dopo il secondo anno di iscrizione sussiste
la condizione di “… aver prestato giuramento davanti al presidente del tribunale del circondario in
cui il praticante procuratore è iscritto secondo la
formula seguente: ‘Consapevole dell’alta dignità
della professione forense, giuro di adempiere ai
doveri ad essa inerenti e ai compiti che la legge mi
affida con lealtà, onore e diligenza per i fini della
giustizia’ ”.
Anche dalla formula enunciata dal giuramento, che espressamente richiama l’esercizio di
una professione, in questo caso forense, si evince, quindi, che nel caso di iscrizione nell’albo in
esame per gli anni successivi al primo, sussista
esercizio di una professione con conseguente riconducibilità alle previsioni del citato articolo ,
punto , della tariffa allegata al DPR n.
/
.
Pertanto, torna applicabile la tassa sulle concessioni governative nei modi e nelle misure evidenziate da tale norma.
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
Q
ualora il contribuente dimostri all’Agenzia delle Entrate di aver percepito redditi al
netto delle ritenute d’acconto,
anche attraverso documentazione diversa dalla tipica “attestazione” rilasciata dai sostituti
d’imposta, compete poi all’Amministrazione finanziaria assicurarsi, attraverso l’esercizio delle
facoltà di controllo e dei poteri
autoritativi, dell’effettivo versamento delle ritenute operate,
non essendo nel potere dei contribuenti “imporre” il versamento di tali somme e/o il rilascio di
dette certificazioni. A queste
conclusioni è giunta, da ultimo,
la Commissione Tributaria provinciale di Treviso (Pres. La Valle, Rel. Fadel) su di un tema di
particolare attualità.
Il fatto
Una contribuente veneta riceveva una cartella esattoriale
relativa ad Irpef per l’anno di
imposta
emessa, dall’Agenzia delle Entrate di Treviso,
in conseguenza dell’omessa
certificazione di talune ritenute d’acconto con conseguente
determinazione
dell’imposta
Irpef gravante sul reddito. Nei
Come può essere provata la ritenuta d’acconto?
confronti della cartella veniva
proposto rituale ricorso, ove era
eccepita la violazione dell’art.
del D.P.R. n.
/
che consente di scomputare le ritenute
operate, senza condizionare
tale scomputo a un possesso o
alla produzione della certificazione rilasciata dal sostituto. Ed
infatti la ricorrente già in sede
di autotutela aveva richiesto
all’Ufficio l’annullamento della
pretesa tributaria documentando di avere ricevuto solamente
il pagamento delle parcelle al
netto della ritenuta d’acconto.
Inoltre, la ricorrente contestava, contrariamente a quanto
sostenuto dall’Ufficio, che l’unica documentazione valida fosse
la certificazione proveniente
dal sostituto, potendo darsi la
prova “anche con altra documentazione”. Richiamava a tal
proposito la giurisprudenza di
merito che confermava come
la certificazione rilasciata dal
sostituto costituisca “uno” dei
molteplici mezzi di prova documentale al fine di comprovare
da parte del sostituito di aver
subito la ritenuta. Richiamava
altresì la risoluzione n. /
con la quale l’Agenzia delle Entrate aveva regolato il caso in
cui il sostituito non sia in grado
di esibire la documentazione attestante l’avvenuto pagamento della ritenuta d’acconto da
parte del sostituto. E proprio
in conformità a detta circolare
la ricorrente faceva presente di
aver presentato le dichiarazioni rilasciate dai sostituti ove si
attestava che l’importo pagato
era al netto della ritenuta d’acconto. Tale documentazione,
non considerata in sede di controllo, era stata poi nuovamente
allegata in sede giudiziale.
La decisione
Il ricorso è stato ritenuto fondato e, quindi, accolto. Secondo i giudici trevigiani, infatti, la
ricorrente “si è correttamente
portata in detrazione l’Irpef
trattenuta dai clienti sulle fatture di cui è causa. Essa si è fatta
parte diligente nel richiedere
ai sostituti l’invio delle relative
attestazioni di versamento. È
noto che in alcuni casi capita
che il sostituto d’imposta per i
motivi più svariati non trasmetta neppure tale attestato pur
essendosi trattenuto l’importo
dell’Irpef dovuta all’Erario”. In
questi casi, tuttavia, è il sostituto che “detiene” tale importo oltre ad essere tenuto per
Legge al suo versamento all’Agenzia delle Entrate. Resta del
tutto estraneo – chiarisce ancora il Collegio – rispetto a questi
obblighi e a tali adempimento il
sostituito. Quest’ultimo, infatti,
in tali casi può solo comprovare di aver ricevuto il pagamento delle proprie prestazioni al
netto della ritenuta d’acconto.
Del resto nessun elemento l’Agenzia delle Entrate aveva fornito per poter sostenere che la
ricorrente avesse ricevuto tali
importi, né aveva contestato
le fatture dove la ritenuta d’acconto era stata regolarmente
esposta e non corrisposta alla
ricorrente – quale soggetto sostituito. Del resto, quest’ultima,
come qualsiasi altro soggetto
che versi nella stessa situazione
non aveva nessun potere autoritativo per rivolgersi al sostituto
d’imposta. Poteri che ha invece
l’Ufficio e cioè di richiedere al
sostituto se effettivamente ha
effettuato il pagamento, e se ha
corrisposto somme ulteriori o
meno rispetto a quelle indicate
nella fattura e segnatamente
gli importi relativo al tributo.
Oltre a ciò, l’Ufficio ha anche il
dovere giuridico di perseguire
il sostituto che non abbia versato la ritenuta d’acconto a tutela degli interessi erariali. Non
solo. Il Collegio ha poi chiarito
che oggi l’A.F. ha anche gli strumenti informatici e giuridici per
verificare se effettivamente tale
versamento è avvenuto o meno
e se la mancata trasmissione
della certificazione corrisponda
a una negligenza a un disguido
postale o ad un effettivo mancato versamento.
La conclusione
Il Collegio di merito, alla luce
delle considerazioni che precedono, ha ritenuto non giustificabile “l’accanimento nei confron-
ti del mero sostituto”, mentre
nulla l’Ufficio aveva riferito di
quanto avrebbe dovuto porre in
essere nei confronti dei sostituti
d’imposta. In ogni caso, è stato
ritenuto che “il contribuente
è comunque legittimato allo
scomputo delle ritenute subite sul semplice presupposto di
aver documentato, ...di aver ricevuto l’importo indicato nelle
fatture ed esibendo le fatture
medesime. Va peraltro altresì
fatto rilevare che la negazione
di tale diritto alla ricorrente, da
parte dell’Ufficio, sul presupposto del mancato versamento
non sarebbe comunque legittima poiché lo stesso non sarebbe comunque definitivo ben potendo l’Ufficio, nell’ipotesi di omesso versamento da parte del
sostituto, recuperare in seguito
il relativo tributo a carico di chi
non lo ha versato all’erario. Non
si tratta quindi in nessun caso
di una omissione che fa capo al
sostituito, bensì al sostituto”. In
conclusione, la Commissione ha
accolto le doglianze della contribuente che,peraltro, si era anche uniformata alla risoluzione
dell’Agenzia citata e condannato quest’ultima alle spese di lite.
LE SCADENZE FISCALI
LUNEDÌ
OTTOBRE
Presentazione, da parte degli operatori comunitari, degli elenchi riepilogativi intrastat delle
cessioni e degli acquisti di beni e delle prestazioni di servizi effettuati nel mese di settembre e
nel terzo trimestre.
SABATO OTTOBRE
(rinviata a martedì novembre)
Pagamento dell’imposta di registro e registrazione dei contratti di locazione dei beni immobili stipu-
lati o rinnovati con decorrenza ° ottobre. Il versamento va effettuato a mezzo mod. F utilizzando i
seguenti codici tributo e causale contributo:
T – imposta di registro per prima annualità
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per annualità successive contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per intero periodo
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per proroghe contratti di locazione e affitti;
T – imposta di registro per affitto fondi rustici.
Per la registrazione dei nuovi contratti, per le
proroghe e per le cessazioni anticipate, anche a
seguito di cessione dell’immobile, è obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate gli estremi catastali: la novità è prescritta dall’art. ,
comma , del D.L. maggio
, n. .
DOMENICA OTTOBRE
(rinviata a martedì novembre)
Termine per l’invio delle comunicazioni, in via
telematica all’Agenzia delle Entrate, da parte
dei soggetti mensili, relativamente alle operazioni effettuate nei mesi di luglio e agosto nei
confronti di operatori economici aventi sede nei
Paesi inseriti nella black list. Le scadenze originarie erano rispettivamente agosto (operazioni
di luglio) e settembre (operazioni di agosto).
Termine per procedere, da parte dei contribuenti esercenti attività d’impresa, alla rilevazione, sulla scheda carburanti mensile degli
autoveicoli, del numero dei chilometri percorsi.
Chi va&Chi viene
Destinazione
Compagnia
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Bologna
Bratislava
Brussels
Charleroi
Bucarest
Partenze da BARI
Volo Partenza Arrivo
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31
23-29 ottobre 2010
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