la salamandra lanzai la salamandra lanzai

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LA FAUNA
SCHEDA F5
la salamandra Lanzai
L’
=L’ambiente alpino del PARCO DEL PO CUNEESE
presenta caratteristiche estremamente selettive
nei confronti delle comunità animali e
vegetali.
Lunghi e rigidi inverni, notevoli escursioni
termiche annuali e giornaliere, terreno
coperto da una coltre nevosa per molti mesi,
acque oligotrofiche, cioè povere di nutrienti:
questi ed altri elementi fanno sì che l’alta
montagna sia territorio adatto esclusivamente
ad organismi specialisti, selezionati da questi
aspri connotati ambientali.
All’interno del percorso evolutivo, spesso interi
gruppi animali si sono, per così dire,
specializzati alla vita alpina: questo è
particolarmente osservabile fra gli invertebrati,
dove intere famiglie o addirittura interi ordini
presentano particolari adattamenti per la vita
in alta montagna.
Tra i vertebrati, più sovente, ogni gruppo
faunistico può avere al suo interno una o più
specie “alpine”.
Fra gli anfibi urodeli presenti nella nostra
provincia l’alpinista è indubbiamente le
salamandra di Lanza. Endemico delle Alpi
Cozie e, forse, delle Alpi Marittime, questo
organismo costituisce senza dubbio una delle
più interessanti e recenti scoperte zoologiche
italiane degli ultimi anni, in quanto è stata
descritta solo nel 1988 da alcuni ricercatori
(Nascetti et al, 1988).
Fino a quel momento, anche se alcuni
osservatori ne avevano già rilevato una
sostanziale diversità, si credeva che questi
animali appartenessero alla più diffusa specie
Salamandra atra (Laurenti, 1768).
Elegante nella sua colorazione
completamente nera e lucida, questo animale
ispira istintivamente un moto di simpatia
nell’escursionista che lo incontra sui sentieri
dell’alta Valle Po, per il suo impacciato e buffo
incedere tra le rocce e la vegetazione.
La biologia di questo urodelo (o anfibio
provvisto di coda) non è ancora nota con
precisione, tuttavia pare simile a quella della
‘cugina’ Salamandra atra, da cui di differenzia
per le maggiori dimensioni e per alcune
caratteristiche morfologiche e genetiche.
Come tutti gli anfibi è un cacciatore,
particolarmente attivo di notte, nei giorni
piovosi o con il cielo coperto. In questi
momenti, quando la sua pelle sensibile è
protetta dal rovente sole d’alta montagna,
la salamandra esce da ripari ed anfratti rocciosi
in caccia di vermi, insetti e molluschi.
Estremamente adattata all’ambiente montano,
la salamandra di Lanza trascorre il lungo
periodo invernale in ibernazione, cioè in uno
stato di quasi totale
inattività, trovando
spesso rifugio in
fenditure del terreno
oppure sotto rocce e
massi al riparo dalle
condizioni atmosferiche
avverse.
Con lo sciogliersi delle
nevi, sui pendii e sui
pianori delle montagne
si assiste ad una vera
esplosione di vita e
colori: recuperare le
forze e riprodursi sono
i due imperativi biologici
che caratterizzano la
breve stagione estiva.
A sinistra:
un esempio
di salamandra
di Lanza
Con la partecipazione
della
Fondazione
Cassa
di Risparmio
di Saluzzo
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SCHEDA F5
LA FAUNA
la salamandra lanzai
SCHEDA N. 1
A destra:
una
salamandra
di Lanza
Sotto:
Il lago di
Fiorenza
Anche le nostre salamandre iniziano a vagare
in una frenetica ricerca della compagna,
culminante con l’accoppiamento
contraddistinto da un tipico rituale per il
passaggio delle spermatofore, cioè degli
involucri contenenti gli spermatozoi.
Nell’ambito riproduttivo appare evidente uno
dei maggiori adattamenti alla vita in alta
montagna: normalmente
tutti gli anfibi
depongono
le uova
o le larve
in pozze,
canali e
torrenti e lo sviluppo
degli stadi giovanili
avviene in acqua.
Così fa per esempio la
salamandra maculata,
dalla caratteristica
colorazione gialla e nera,
presente nelle colline e
nella media e bassa
porzione delle nostre
vallate e ben conosciuta
dai montanari e dai
cercatori di funghi. Essa
depone alcune decine di
larve in sorgenti e piccole
raccolte d’acqua,
abbandonandole poi al
loro destino.
La salamandra lanzai, in
un ambiente avaro di acqua non ghiacciata,
utilizza una differente strategia
riproduttiva, puntando non
sulla quantità ma
sulla qualità.
Una o due larve si
sviluppano
internamente e vengono
alla luce, dopo una
gestazione dalla durata di anche
più anni, indipendenti e pronte
alla vita in alta quota.
Per il suo elevato valore
biologico, la Salamandra lanzai è
inclusa nell’elenco delle specie
animali di interesse comunitario che
necessitano di una stretta protezione dalla
Direttiva CEE
92/43/CEE – FaunaFlora-Habitat (Ann. IV).
Questo interessante
anfibio è uno
dei gioielli del PARCO
DEL PO CUNEESE,
presente in alcune
località umide
dai 1500 ai 2000 metri,
e popola con una
numerosa colonia la
torbiera del Pian del Re
ed alcune zone
limitrofe, come
i versanti rocciosi del
Lago di Fiorenza.
I CONSIGLI DI VISPO
Foto: Stefano Fenoglio, naturalista e D. Fusaro - Vignetta: Silvio Pautasso - © Parco del Po Cuneese - Sett. 1998