la sindrome di dorian gray: dall`ambulatorio del dermatologo al

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la sindrome di dorian gray: dall`ambulatorio del dermatologo al
LA SINDROME DI DORIAN GRAY: DALL’AMBULATORIO DEL
DERMATOLOGO AL CINEMA.
Anna Graziella Burroni
IRCCS San Martino
DISSAL
Clinica Dermatologica
Genova
ll lento, inesorabile scorrere del tempo è rivelato dal decadimento della forma corporea:
invecchiamento fisiologico, patologico, cerebrale. È il tempo, il suo lento scorrere che diventa il
fantasma sempre presente, il tempo si impossessa dei corpi e mostra loro quello che succede.
Dorian Gray, protagonista del celebre romanzo di Oscar Wilde, fece un patto: lo specchio gli
rimandava quello che era stato, il quadro, quello che stava diventando.
Tutti vorremmo riparare l’usura del nostro corpo: si può intervenire rallentando la senescenza, ma
non si può pretendere di realizzare il sogno della perpetua giovinezza, non si possono usare farmaci
o interventi estetici con la fantasia inconscia di vincere la morte. Il tempo può derubare la bellezza,
ma non la nostra autostima, la nostra dignità e la nostra memoria. È la memoria, infatti, la custode
della nostra vita ma nello stesso tempo i ricordi aumentano in funzione del tempo passato e
diminuisce il tempo che ci resta da vivere. Nel momento in cui si nega il processo di
invecchiamento, si nega in realtà, la “realtà della morte”.La psicoanalisi parla di “negazione”; se
questo processo psichico diventa una modalità di comportamento, la persona può trovarsi in seri
squilibri psicologici.
Dorian Gray è l’esempio per eccellenza di un meccanismo di negazione: nella sua patologia
narcisistica nega il trascorrere del tempo e della morte in un continuo sforzo di superare ogni limite.
Gli individui come lui mancano del senso del sé, vivono in un continuo stato di irrealtà in un mondo
costruito nella loro mente, frutto delle loro fantasie.
Il gioco psichico che si attua è quello di mantenere l’illusione del controllo della realtà, in un gioco
di specchi in cui, se il corpo e il suo invecchiare non vengono accettati, l’ individuo perde la realtà
di sé. In questo gioco di specchi non c’è equilibrio tra corpo e mente, le parti interne, quelle che
possono pensare, sentire, amare non vengono mai prese in considerazione.