Stampi in Resina: il risultato dell`innovazione tecnica e tecnologica

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Stampi in Resina: il risultato dell`innovazione tecnica e tecnologica
Stampi in Resina: il risultato dell’innovazione tecnica e tecnologica
sul prodotto
I vantaggi per chi sceglie Sacmi
In campo da quasi un secolo
nell’impiantistica per l’industria
della ceramica, Sacmi ha saputo
dare
con
prontezza
risposte
esaustive e innovative offrendo
soluzioni impiantistiche per l’uso
degli stampi per il colaggio in
pressione, raggiungendo oggi una
posizione di leader mondiale nel
settore. Un ruolo importante, da
questo punto di vista, spetta alla
sperimentazione effettuata nel
campo
delle
resine
porose,
“rispondendo – spiega Vasco
Mazzanti, direttore tecnologico di
Sacmi Whiteware – alla crescente
richiesta da parte del mercato di
prodotti sempre più complessi e,
di conseguenza, di soluzioni
tecniche e tecnologiche adeguate
per
gestire
una
maggiore
complessità dello stampo”.
Che
ruolo
ha
giocato
l’esperienza maturata negli
anni dal Gruppo Sacmi nella
messa a punto di questa
innovazione?
“Già a partire dagli anni ’80 del
secolo scorso, Sacmi inizia la sua
attività di sperimentazione nel
campo
delle
resine
porose,
anticipando l’esigenza da parte
del
mercato
di
innovazioni
impiantistiche nella tecnologia
della foggiatura per colaggio di
apparecchi igienico-sanitari”.
Quali
sono
le
principali
caratteristiche
tecniche
di
questa innovazione?
“La resina porosa è ottenuta per
polimerizzazione a partire da
materie prime selezionate e
opportunamente
formulate,
e
fatte
poi
reagire
secondo
particolari processi. Sacmi, in 30
anni di attività in R&S, ha
acquisito la capacità di individuare
e controllare i fattori caratteristici
che determinano la formazione
della matrice porosa nel polimero
sintetizzato,
permettendo
di
governare e modulare la cinetica
della polimerizzazione, al fine di
ottenere una gamma diversificata
di resine caratterizzata da una
dimensione media del diametro
dei pori da 0,5 m a 40 m, con
porosità totale aperta dal 20% al
45% in volume, una buona
resistenza termica (Vicat s.p. da
85°C a 95°C) e un’altrettanto
buona
resistenza
meccanica
(carico di rottura a compressione
da 20 a oltre 70 N/mm2, e alla
flessione da 8 a oltre 20 N/mm2).
Tutte caratteristiche che ne fanno
la formulazione ideale sia per la
filiera del sanitario sia per
stoviglieria, laterizi e ceramici
tecnici”.
Con quali benefici, a livello
operativo e progettuale, sulla
produzione degli stampi?
“La resina ha consentito anche di
rivedere
e
sviluppare
la
concezione stessa di stampo,
permettendo di riprogettarlo e
riconfigurarlo
non
più
come
semplice e passivo calco per la
formatura del pezzo ceramico, ma
come vero ‘sistema-macchina’,
accessoriato per la realizzazione,
durante
la
formatura,
di
particolari funzionali che prima
era
possibile
realizzare
solo
successivamente, cioè a pezzo
ceramico
già
sformato
dallo
stampo – per esempio foro del
troppo pieno, fori funzionali di
fissaggio a parete, asolature
tecniche, ecc – con il risultato
che, oggi, è possibile produrre
stampi sempre più sofisticati, con
le
superfici
di
formatura
accessoriate
con
dispositivi
automatici a scomparsa collocati
internamente allo stesso stampo e
totalmente governati dal PLC del
banco di colaggio”.
Una
tecnologia
oramai
consolidata che Sacmi ha
saputo
industrializzare
e
mettere a disposizione su
larga scala.
“Con
l’ottimizzazione
della
reologia dei formulati e dei cicli
industriali, si sono raggiunti tempi
di
lavorazione
e
proprietà
qualitative
sufficientemente
costanti,
e
favorevoli
alla
produzione di stampi complessi,
di interesse applicativo sia nel
settore
ceramico
–
dove
originariamente veniva avanzata
la richiesta di sostituire il gesso
nei processi di foggiatura per
colaggio
e
il
conseguente
rinnovamento
della
relativa
filosofia
impiantistica
–
sia,
successivamente,
nel
settore
sanitario e negli altri business del
Gruppo. Il consolidamento della
tecnologia di produzione e della
qualità degli stampi ha consentito
a Sacmi di acquisire la fiducia dei
committenti,
favorendo
l’emissione sul mercato di un
numero di stampi che, ad oggi,
supera le 5.000 unità, di cui oltre
3.900 stampi strutturati in due
parti, oltre 750 in 4-5 parti e oltre
350 strutturati in 6-7 o più parti”.
Quali i plus, in particolare, per
il settore whiteware?
“Nel settore del sanitario le
formulazioni
attualmente
utilizzate per la produzione degli
stampi destinati al colaggio in
pressione
sono
Sacmi
Microporosa, con diametro dei
pori da 8m a 10m, e Sacmi
Macroporosa, con diametro dei
pori da 20m a 25m. In
ambedue i casi le caratteristiche
costruttive
rendono
la
performance dello stampo sicura
fino ad almeno 20.000 colate. In
questo settore, comunque, ha
conquistato maggiore diffusione la
resina Sacmi Microporosa – oltre
il 95% degli stampi venduti ogni
anno, NdR – che, grazie alla
microporosità e all’omogeneità di
distribuzione
della
porosità,
consente di ottenere stampi che
offrono
maggiori
vantaggi
tecnologici”.
Per esempio?
“Si
va
da
una
maggiore
definizione
della
tessitura
superficiale del pezzo ceramico
colato ai contenuti consumi di
acqua e aria compressa per la
gestione
tecnologica,
con
conseguenti vantaggi dal punto di
vista
sia
dei
costi
sia
dell’ambiente.
Inoltre,
la
maggiore
barriera
filtrante
sull’impasto ceramico insita in
questa
formulazione
consente
minore sporcabilità dovuta a
migrazione di frazioni di impasto
all’interno della massa porosa e
limita quindi gli interventi di
manutenzione necessari per la
pulizia dello stampo”.
Quali i vantaggi specifici delle
soluzioni Sacmi?
“Nell’ambito di una visione a
360°, Sacmi ha sviluppato un
know how per la manutenzione
chimico-fisica degli stampi che,
con un orientamento proattivo,
aiuta l’utilizzatore a mantenere lo
stampo efficiente per tutto il ciclo
vita. Inoltre, con Everes, un
processo
brevettato
di
rigenerazione degli stampi, Sacmi
offre
assistenza
qualora
sia
necessario
intervenire
con
maggiore efficacia nel recupero
della funzionalità filtrante della
resina. Un sostanziale progresso
si è avuto poi con la messa a
punto di sistemi-stampo a più
moduli che, con l’ausilio di
applicazioni
appositamente
studiate, consentono di produrre
quegli
articoli
ceramici
che,
nell’attuale produzione a gesso,
vengono
realizzati
solo
con
l’ausilio di numerosi e complicati
inserti. Tale tecnica consiste nel
produrre per formatura sezioni
semplici dell’articolo e poi, con
operazioni
di
incollaggio,
assemblare il pezzo ceramico
finale”.
Qualche esempio?
La applicazione trova impiego sia
nella
produzione
di
WC
–
incollaggio della brida, del sifone,
della cassetta nel caso dei ‘onepiece’, ecc – sia che nella
produzione di altri articoli, come
l’incollaggio
del
fondo
nelle
cassette di tipo nordico”.
E quali i vantaggi più generali
per chi sceglie il Gruppo
Sacmi?
“Ovviamente, oltre ai vantaggi di
questa
specifica
tecnologia
applicata al settore della ceramica
sanitaria, chi si affida alle
soluzioni Sacmi può contare sulla
capacità, trasversale a tutti i
business
del
Gruppo,
di
progettare soluzioni su misura per
le
specifiche
esigenze
del
committente, dalla lavorazione
della materia prima al fine linea,
contando su un capillare ed
efficiente servizio di assistenza
post-vendita,
dislocato
in
4
continenti.
Vantaggi
che,
naturalmente, vanno di pari passo
con l’eccellenza tecnologica frutto
di decenni consolidata esperienza,
che permette al Gruppo di
proporsi sempre di più come
player globale per l’impiantistica
industriale”.