Monda-Repubblica_KING_1

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Monda-Repubblica_KING_1
Al passato
non si sfugge
ANTONIO MONDA
S
NEWYORK
tephen King cominciò aparlare di un sequel diShining
(anno 1977) durante il tour promozionale di Underthe
Dome (2009), ma aveva iniziato a pensarci subito dopo
larealizzazionedelfilmdiStanleyKubrick(1980)—che
ha sempre considerato un tradimento imperdonabile di uno dei
suoi romanzi prediletti.
Ne discusse una prima volta durante una conversazione pubblica con David Cronenberg: pur parlandone nei termini di una
semplice ipotesi narrativa, il solo riferimento ai fantasmi dell'Overlook Hotel bastò a scatenare l'entusiasmo dei fan. Cronenberg
si congratulò, perché ci vuole coraggio a riprendere un testo di culto, e aggiunse che grazie alla straordinaria capacità di King di creare grandi personaggi e plot efficacissimi il cinema attingeva continuamente ai suoi libri. Oltre a lui e a Kubrick lo hanno fatto De Palma, Reiner, Kasdan, Carpenter e molti altri.
(segue nelle pagine successive)
uando Cronenberg disse che il film di Kubrick era a
suo avviso diventato un classico del cinema, King rispose invitando gli sp ettatori ad andarsi a vedersi, invece, la serie televisiva che su Shiningìui stesso aveva realizzato: sei puntate fedelissime al romanzo, ma modestissime da un punto divista cinematografico. Poi diede alcune indicazioni su ciò che aveva in mente per il sequel: Dan
Torrance, il protagonista dotato dello "shining", della "luccicanza", è ormai adulto. Ma quanto vissuto da bambino
nell'Overlook Hotel ha provocato nella sua psiche traumi
irreparabili. King non era ancora convinto di questa prima
intuizione, e ipotizzò di fondere le vicende dei personaggi
originali con la storia di un gatto chiamato Oscar in grado
di prevedere la morte dei malati terminali. Nelle settimane
successive avviò un sondaggio sul proprio website, nel quale chiese ai lettori se avessero preferito il sequel di Shining
o unnuovo romanzo dellaserieDarfc Tower, il risultato non
lasciò dubbi e King vinse le residue resistenze.
Doctor Sleep nasce da queste premesse narrative (e
commerciali), e chi segue King sa bene con quanta attenzione affidi sempre il verdetto ultimo al suo pubblico. Un approccio mantenuto con tutti i cinquanta romanzi realizzati finora e dei auali ha venduto trecento-
Q
sessanta milioni di copie.
In questo sequel di Shining, che ha avuto numerose versioni e che è stato lanciato sul mercato americano con nove mesi di ritardo rispetto alla data annunciata, King immagina che Dan, il Danny sopravvissuto al papà Jack Torrance-Jack Nicholson, sia oggi un quarantenne perseguitato da quanto vissuto da bambino nell'Overlook Hotel.
Dopo esser riuscito a vincere gravi problemi di alcolismo
(proprio come lo stesso King) ha trovato la serenità ritirandosiavivereinunpiccolo centro delNewHampshire dove
mette a disposizione dei malati terminali i propri p oteri p aranormali con l'aiuto di un gatto che ne prevede la fine imminente. È lui il Doctor Sleep di cui parlari titolo, da intendere anche ironicamente se si pensa che questo passeggero stato di grazia verrà sconvolto da una serie di violentissimi eventi che gli faranno perdere, appunto, il sonno.
Come sempre la scrittura di King è veloce, a tratti di servizio, ma la trama è molto avvincente, a dispetto dello
sconfinamento quasi immediato nel paranormale più
estremo: Danny deve contrastare da un lato i fantasmi
della stanza 217 dell'Overlook Hotel, da un altro è costretto ad affrontare un gruppo chiamato True Knot (in
italiano "Vero Nodo"), alleandosi con Abra, unaragazzina di dodici anni dotata a sua volta del dono dello shin ing
maaH'ennesimapotenza.Lastoria si sviluppa attraverso
scontri telepatici e scene di tortura, ma King riesce a fondere il paranormale con il realismo di ambientazioni che
conosce alla perfezione: il New Hampshire descritto nel
libro non è molto diverso dal Maine dove lo scrittore vive
e in cui ha ambientato gran parte dei suoi libri. King è
ugualmente abile nel descrivere la psicologia dei personaggi, e a suggerire l'idea che è impossibile sfuggire ai
propri demoni e, più in generale, alla presenza del Male.
Nonostante segua con attenzione tutti i canoni del genere, e privilegi la costruzione della suspense, riesce sempre a non perdere di vista un approccio sinceramente
umanista all'interno della battaglia continua tra il Bene
ed il Male. Ed è proprio questo tipo di sguardo ad averlo
reso diverso da tutti gli altri scrittori che si cimentano con
l'horror. E che ha portato Margaret Atwood a paragonarlo sul New York Times a Nathaniel Hawthorne, Henry James e Edgar M a n Poe.
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