mai rimandare a domani cio` che puoi studiare dopodomani

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mai rimandare a domani cio` che puoi studiare dopodomani
MAI RIMANDARE A DOMANI CIO' CHE PUOI STUDIARE DOPODOMANI!
A Catania uno studente universitario asociale, Fabrizio Bianchi, passava il suo tempo a
giocare e leggere fumetti. Nonostante dovesse studiare per gli esami, si ostinava a perdere
tempo in attività inutili tutto il giorno. Ma tra caponatine piccanti, spiriti sotto anfetamina
e riti magici la sua vita cambiò in modo inaspettato.
Fabrizio se ne stava, come al solito, a giocare nella sua stanza. Si era chiuso per evitare di
interagire con i parenti giunti in massa per le feste natalizie. Ad un solo essere era stato
concesso di rimanere nella camera; Rudy, un esemplare di megagatto-senzacollo. Alzò il
volume delle cuffie, rischiando la sordità, per non sentire la madre parlare di cucina con
zia Dalila, zia Silvia e nonna Pira, le cugine che ridevano insieme alla sorella e la gara di
karaoke tra suo padre, zio Manolo e zio Rinaldo.
Immerso nel gioco, esplorava attentanmente un rudere, stava per aprire una porta, quando
una mano si posò sulla sua spalla.
Edo tirò un acuto da far invidia alla Callas e lanciò il joystick proprio sulla panza
dell'ignaro Rudy che, dopo un doppio carpiato e bestemmie varie nella lingua di Mordor,
corse via come un lampo.
-Sei impazzita?- urlò alla madre, con gli occhi così sgranati da sembrare una supechicca.
-Sono due ore che ti chiamo! Quand'è che ti decidi a studiare?- domandò lei.
-E' la vigilia di Natale! E gli esami sono il 13 gennaio. Ho ancora tempo!- le rispose,
tentando di rimettere nel petto il cuore che gli era salito in gola.
-Guarda che ne hai tre! Devi studiare!- lo rimproverò.
-Si, tranquilla!- le concesse.
La donna sbuffò e tornò in cucina.
Fabrizio era al terzo anno di economia. Tre esami, tutti fissati lo stesso giorno, lo
separavano dalla tanto ambita laurea. Se non li avesse passati, sarebbe finito fuori corso.
La cosa però non lo sconvolgeva, dato che, al mondo di aride cifre e formule
incomprensibili, preferiva quello serie TV e videogiochi.
Un paio d'ore dopo, la madre tornò a informarlo che la cena era pronta.
-Arrivo!- mentì lui.
Quattro chiamate, due avvertimenti di staccare la spina e la minaccia di stanarlo usando i
gas asfissianti prodotti da nonno Vincenzino lo convinsero ad uscire. Scoccavano le 10 di
sera ed il cibo nel piatto era ormai freddo. L'intransingenza di nonna Palmira, detta Pira,
lo costrinse però a ingurgitare otto antipasti, tre primi, due secondi, quattro dolci, caffè e
ammazza-caffè. Fabrizio si alzò da tavola e rotolò nella sua camera, mentre i parenti
sbraitavano per giocare alla tombola.
Accese il PC ed andò su Facebook. Quando aprì il suo account, gli apparve la notifica che
Leo Azil Vellizzo, al secolo Leonardo Vellizzo, aveva aggiornato il suo stato. Leo era un
suo amico, che frequentava un'altra facoltà.
-Quanto cavolo ha scritto?- si chiese Fabrizio a voce alta, scorrendo il post: -Blablabla,
tasse... esami... fuori corso... se avessi studiato prima...- sbuffò e guardò le notizie in
bacheca.
Dopo una manciata di alberi, gattini e amici nudi con un cappello di Babbo Natale sui
gioielli, decise di andare a dormire. Si sentiva gonfio e avrebbe voluto prendere un po' di
Brioschi, ma zio Manolo e nonno Vincenzino avevano dato fondo al barattolo.
Sospirando profondamente, si addormentò.
-Fabrizioooooo!- si sentì chiamare -Fabriiii!- grugnì e fu percorso da uno spasmo, ma non
si svegliò. -Fabrizio!- esclamò la voce. -Insomma, ti svegli?!Il ragazzo urlò, destandosi di soprassalto. Sgranò gli occhi e dovette strofinarseli bene
prima di comprendere chi avesse di fronte. Ai piedi del letto, con l'aria di uno che era
stato alimentato solo a caffè e anfetamina, c'era il suo amico Leonardo.
-Leo?- disse Fabrizio, incredulo -Che ci fai in camera mia?-Sono venuto per avvertirti!- esclamò Leo, alzando un'indice contro l'amico -Se
continuerai a comportarti così, andrai fuori corso e andrai a vendere arance pr il resto
della tua vita!Fabrizio sbattè le palpebre e annuì -Capisco- Sbadigliò e si coricò di nuovo -Buonanotte.Leo non sembrava aver finito. Afferrò le coperte e le strappo dal letto, facendolo urlare
come una donnetta.
-Ti conviene non ignorare il mio avvertimento!- lo avvisò -Riceverai la visita di tre
fantasmi, che ti mostreranno gli errori del tuo passato, quelli che ancora stai
commettendo e le orribili conseguenze future.-Accidenti! Mai mangiare la caponatina piccante dopo le 10 di sera!- pensò Fabrizio.
-Non commettere il mio stesso errore- lo pregò mentre la sua immagine continuava a
scomparire
-Cambia! Sei ancora in tempo!- e sparì nel nulla.
Fabrizio rimase ancora un po' a fissare il vuoto. Scosse il capo e sospirò, dando la colpa
alla cucina di nonna Pira. Certo di non riuscire più a dormire accese il PC e guardò una
puntata de “L'attacco dei giganti”. Era infatti risaputo che, per una completa digestione e
un buon sonno, vedere umani divorati e smembrati da esseri enormi fosse un efficace
toccasana.
Eren titanoera pronto a sferrare un pugno verso lo schermo, ma accadde l'impensabile.
Invece di fermarsi, la mano andò oltre, avvinghiandosi attorno a Fabrizio e trascinandolo
via con sé.
Edo era ancora stretto nella mano del gigante. Si sentiva come quando prendeva il treno
all'ora di punta: schiacciato e soffocato. Non appena avvertì la pressione diminuire
leggermente, aprì gli occhi. Il respiro gli si mozzò in gola, quando vide due inquietanti
iridi verdi fissarlo insistentemente. -Eren?- balbettò il ragazzo, cercando di non perdere il
controllo sulla sua vescica.
-No, non sono Eren, sono il fantasma degli esami passati- rispose -Perchè hai
quell'aspetto?- chiese Edo -Ho l'aspetto di una delle tue tante distrazioni- spiegò il
fantasma -Ti ho portato qui per mostrarti gli errori che hai commesso nell'ultima sessione
di esami – rispose. Si girò verso un palazzo sulla cui facciata era esposto un enorme
cartellone pubblicitario. Prima che Fabrizio potesse domandare qualcosa, all’interno del
pannello cominciarono a susseguirsi varie immagini, tra cui quella di Edo in biblioteca
che, invece di studiare, giocava con il 3DS. -Vedi?- commentò Eren -Nelle due
settimane in cui dovevi prepararti all’esame, eri talmente preso da quel videogioco che
non hai studiato. E, quando alla fine sei stato bocciato, ci sei rimasto male. Sei
soddisfatto di te stesso?- Fabrizio abbassò il capo, vergognandosi.
Fabrizio stava per replicare, ma il fantasma se ne andò -Quello che ha detto il fantasma è
vero. Sono stato uno stupido e ho perso tanto tempo- rifletté Edo, afferrando il 3DS Però, ora che ci penso, quel videogioco era fighissimo!- Con un ghigno beota si sedette
sul letto, pronto a rigiocarci. Un brivido di freddo lo costrinse a prendere la coperta e a
mettersela sulle spalle. Non appena si avvolse nel plaid, avvertì un peso sulla schiena.
Girò la testa e vide il faccione verde del Maestro Yoda.Prima che Edo potesse liberare
uno dei suoi famosi acuti da soprano, un paio di manine glielo impedirono.
-Urlare non devi o tutti sveglierai. Il fantasma degli esami presenti io sono- disse il
piccolo essere appollaiato sulle sue spalle. Il ragazzo si tranquillizzò e si liberò la bocca Come mai hai l’aspetto del Maestro Yoda?-Ciò che ti ha distratto maggiormente noi rappresentiamo. Dieci volte “Episodio VII” in
questo periodo tu hai visto- esclamò il fantasma. -Ma tu non ci se- il ragazzo non poté
dire altro, perché ricevette una sonora bastonata sulla testa. -Spoiler non fare!- lo ammonì
il fantasma. -E quello da dove l’hai tirato fuori?- piagnucolò Edo, massaggiandosi il
cranio. -Importanza non ha. Andare dobbiamo– disse, agitando il bastone. Una forza
invisibile costrinse il giovane ad alzarsi, correre verso la finestra e saltare giù. L’aria
gelata della notte colpì il volto terrorizzato di Edo, mentre saltellava per i tetti. -Cosa sta
succedendo?- sbraitò il ragazzo. -Vedere cosa fanno i tuoi compagni seri noi andiamo. Cosa me ne frega! L’urlo di Edo si perse nel vento, mentre si apprestavano a visitare la
prima casa. Si accovacciò sul davanzale e sbirciò dalla finestra. All’interno della stanza,
una ragazza era china sui libri a studiare. -Chiaro ai tuoi occhi ora è?- domandò il
fantasma -Anche di notte studia lei-Ma va’, non ci crede nessuno!- sbuffò il ragazzo. Il fantasma mosse di nuovo il bastone e
i due si lanciarono verso un’altra casa. Dalla finestra videro la stessa scena.Il senso di
colpa che aveva provato con il primo fantasma tornò a farsi sentire.
Chiuse gli occhi imbarazzato e, quando li riaprì, si ritrovò nella sua stanza. -Lasciare il
posto al terzo fantasma io devo. Diverso è questo spirito. Una distrazione costante e
molto più potente di noi esso è- il Maestro concluse e sgattaiolò via dalla finestra. Il
ragazzo cominciò a ponderare le esperienze con gli esseri sovrannaturali e si rese conto di
dover cambiare atteggiamento. -Da domani non ci saranno più distrazioni e studierò per
tutte le vacanze- decretò serio. Rivolse poi il suo sguardo al calendario: -Però domani è
Natale… Vabbè, facciamo da dopodomani- concluse facendo spallucce.
Bussarono alla porta. -Fabrizio?- Il ragazzo si voltò e sgranò gli occhi. -Oh, no!- Una
goccia di sudore scese lungo la tempia di Edo. Qualcuno aveva appena bussato e i suoi
occhi sbarrati continuavano a fissare la porta. Intuendo che si trattasse dell’ultimo
fantasma, il suo cuore cominciò a battere all’impazzata. In un impeto di coraggio, si
nascose sotto al letto, pregando tutti gli dei che il terribile spirito descritto da Yoda se ne
andasse. Il giovane rimase rannicchiato finché non sentì più rumori. Non appena avvertì
che la via era libera, aprì gli occhi e si ritrovò faccia a faccia col fantasma. Si spaventò e
prese una testata contro le assi del letto.
Massaggiandosi la nuca dolorante, si alzò in piedi.
-Sheldon!- esclamò sorpreso. -Veramente sarebbe Dottor Sheldon Cooper- puntualizzò lo
spirito -Comunque no, sono il fantasma degli esami futuri. -Ma Penny non era
disponibile?- sbuffò Fabrizio -Accidenti, di tre fantasmi manco una donna!
-Mi fa piacere vedere che stai prendendo la cosa molto seriamente- commentò l’altro,
scuotendo la testa. -Sarcasmo? Sheldon ignorò la battuta e ricominciò a parlare.
-Fabrizio, ciò che hai visto stanotte non è un sogno che svanirà all’alba, ma un
insegnamento molto importante. Il primo fantasma ti ha fatto rivivere i sentimenti di
vergogna e umiliazione di quando non hai passato l’esame. Il secondo ti ha mostrato
come invece dovresti comportarti. Il mio compito è quello di farti vedere cosa accadrà se
non cambi- Edo deglutì agitato, ma Sheldon non fece nulla del genere che hanno già fatto
gli altri due ma andò in corridoio e recuperò la sua lavagna bianca. Non appena la
posizionò davanti a lui, comparvero diverse scene che mostravano Edoardo, ormai
ottantenne, ancora alle prese con esami da dare. Guardando quelle immagini, nel suo
cuore provò un’immensa insoddisfazione e la vergogna di sentirsi un fallito. -Le
emozioni che scuotono il tuo animo in questo momento diverranno realtà, se ignorerai i
nostri avvertimenti- disse il fantasma, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo Questo non vale solo per l’università, ma per qualsiasi impegno tu prenda nella vita.
Edo abbassò lo sguardo e rimuginò su quelle parole. Aveva finalmente compreso quale
strada percorrere per diventare una persona migliore. Alzò gli occhi e si ritrovò nel letto.
Accese il telefono e scoprì che erano le 8 della mattina di Natale. saltò giù dal letto e si
diresse alla scrivania. Prese il libro di “Economia dell’energia”, l’esame più tosto che
aveva, e cominciò a studiare. Guidato dal sacro fuoco dell’orgoglio di studente, iniziò a
sottolineare, fare schemi e appunti a margine, scrivere formule su un quaderno,
evidenziare parole chiave e ripetere i concetti importanti. Sgranò gli occhi quando vide i
numeri sul display: erano le 9… del mattino!
Esasperato, sentì la sua determinazione colare a picco. Era solo un’ora che studiava e già
non ne aveva più voglia. Quando udì che era ricominciata la gara di karaoke, capì che
non avrebbe più potuto studiare e si ripromise di riprendere il 27.
Edo si svegliò presto, pronto per un’intensa giornata di studio. I parenti si erano calmati e
c’era il silenzio adatto per concentrarsi. Lanciò un’occhiata distratta al calendario e
sbiancò: era il 6 gennaio! -Com’è possibile?- esclamò il ragazzo disperato.
Gli restavano sette giorni per prepararsi agli esami e non aveva più aperto un libro. Il
cibo, i giochi e le maratone cinematografiche lo avevano risucchiato e non si era reso
conto di quanto tempo aveva perso. D’improvviso la porta si aprì, rivelando la madre.
-Cos’hai da urlare?- lo rimproverò.
-Niente, sono solo preoccupato per gli esami- la tranquillizzò sospirando.
-Hai studiato, vero?
-Sì- mentì nervosamente -Però potrei non riuscire a darli tutti.
La madre gli puntò un dito contro. -Guarda che io tasse per te non ne pago più! Se non ti
laurei in tempo, andrai a cavare patate con nonna Pira e io venderò tutti i tuoi giochi e mi
pagherò il corso di pilates e regalerò a tua sorella la discografia di Justin Bieber!- -No!
Bieber no!
-E allora datti da fare per passare gli esami!- sbottò la donna, uscendo e sbattendo la
porta.
Il ragazzo sentì il mondo crollargli addosso: come poteva prepararsi per tre esami in sette
giorni?
Consultò Internet e, dopo un’estenuante ricerca, trovò il sito www.soloperallocchi.it che
proponeva un rito magico per ritrovare la voglia di studiare.
Grazie quel sito non riuscì a passare l'esame e tutte le minacce della madre si avverarono,
nonostante tutto Fabrizio non si diede per vinto e trovò un lavoro part time da venditore
di arance, con i soldi guadagnati si pagò le tasse e riuscì con i consigli dei fantasmi a
passare l'esame.