La leggenda di Fangio rivive in una mostra a Modena

Transcript

La leggenda di Fangio rivive in una mostra a Modena
LA PASSIONE SI FA STORIA
La leggenda di Fangio
rivive in una mostra
a Modena
Sebastiano Colombini
a il sapore di un viaggio nel pas-
H
indiscussa della “Motor Valley”, ha voluto
sato eroico dell’automobilismo,
tributare un omaggio ad un uomo e ad un
quello polveroso delle corse come
pilota che ha dato tanto all’automobilismo
la Carrera Panamericana, ma si chiude con
sportivo e che ha avuto un rapporto molto
un tuffo nel futuro e un abbraccio ideale
stretto con la città del Cavallino e del
fra Fangio e Schumacher, l’argentino primo
Tridente.
“pentacampeon” della storia della Formula
“Cuando el hombre es más que el mito” è que-
Uno e il tedesco sette volte iridato. Stiamo
sto il titolo facilmente traducibile della mostra
parlando della mostra/evento dedicata a
promossa dal Comune di Modena, dalla
Juan Manuel Fangio che si sta tenendo
Camera di Commercio, dalla Provincia e dalla
alla Manifattura Tabacchi e che chiuderà i
Fondazione Cassa di Risparmio, dall’Aci nazio-
battenti il 30 ottobre. Modena, la capitale
nale, in collaborazione con Confindustria
Modena e con il patrocinio dell’Ambasciata
Argentina in Italia.
La mostra inizia con un frase di Juan Manuel
Fangio che è una sorta di manifesto: “Non ho
mai pensato all’auto come a un mezzo per conseguire un fine da parte mia, invece ho sempre
Alcune immagini
che ritraggono
Juan Manuel Fangio
nella sua lunga carriera
automobilistica
20
pensato di essere parte dell’auto, così come la
gli altri piloti sono stati protagonisti delle gare più
biella e il pistone”. Grazie alla collaborazione mes-
emozionanti: dalla “curva de la Avenida Ernesto
sa in atto con la “Fundacion Museo de
Tonquist” del circuito del “Parque Palermo” di
Automoviles Juan Manuel Fangio” di Balcarce, la
Buenos Aires dove Fangio nel 1948 per la prima
città del pilota, sono arrivate a Modena quattro
volta ha corso su una macchina da Grand Prix,
splendide vetture che hanno corso la Carrera
la Maserati 4Cl 1500 fino alla “curva Breitscheid”
Panamericana con al volante
Fangio, tantissimi cimeli, i
disegni tecnici, le componenti meccaniche
di Nurburgring. Dove il pilota su una Mercedes
nettamente inferiore sul piano delle prestazioni
rispetto alle concorrenti riuscì a superare a velocità incredibile la Ferrari di Hawthorn e ad aggiu-
progettate dal pilota
dicarsi la vittoria, il record del giro, il titolo di Ring
e i suoi prototipi.
Meister per aver vinto la corsa tre volte conse-
I visitatori posso-
cutivamente e quello di “pentacampeon”. Un
no ripercorrere
titolo che è rimasto ineguagliato fino all’arrivo
la vita del pilota e
sulle piste di Schumacher.
la sua carriera
Ad aprire l’esposizione modenese un grande
attraversando
schermo ad acqua sul quale è proiettata
un percorso
espositivo composto da numerose
quinte scenografiche
che ricreerano le più
famose curve in cui Fangio e
un’immagine del pilota, una sorta di porta che
conduce alla “pit lane”, un lungo scorcio visivo
con immagini filmate delle sue vittorie e con
fotografie del pilota.
Una carrellata che comprende anche aspetti
della sua vita privata come il forte legame con la
21
LA PASSIONE SI FA STORIA
famiglia e con il suo paese natale e la sua passione per i film western. Dal grande repertorio
fotografico emergerà anche il suo passato di
meccanico. Già all’età di 10 anni il piccolo
Fangio frequentava l’officina del senor
Cappettini di Balcarce e a 19, dopo il diploma,
decise di aprire la sua officina. La grande conoscenza sulle vetture maturata in quegli anni
portò il campione a mettere mano personalmente a quasi tutte le auto da corsa anche
quando poteva disporre di uno stuolo di esperti
meccanici a sua completa disposizione.
Sempre dedicata al pilota argentino ma nella sala
espositiva del Baluardo della Cittadella, è una
mostra delle opere di 6 artisti contemporanei del
calibro di Giuliano Della Casa, Wainer Vaccari,
Carlo Cremaschi, Franco Fontana, Franco
Guerzoni e Franco Vaccari. A loro è stato chiesto di ideare ad hoc opere di pittura, scultura,
fotografia e video ispirati alle gesta del campione che ha fatto sognare intere generazioni.
E sempre intorno a questa figura dai contorni
mitici, saranno incentrati alcuni spettacoli teatrali
che Ert, Emilia Romagna Teatro, ha in programma per i giovani.
MODENA TERRA DI MOTORI 2005,
GLI EVENTI DI OTTOBRE
L’appendice autunnale della sesta edizione di Modena Terra di Motori, ha in programma
un’agenda ricca di appuntamenti per tutto il mese di ottobre.
La capitale dei motori avrà come protagonista il pluricampione di F1,
Juan Manuel Fangio e il suo mondo.
Mostra “Cuando el hombre
es mas que el mito”
lunedì al venerdì dalle 15 alle 20 e sabato e domenica
dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.
Sarà visitabile fino al 30 ottobre 2005, con i seguenti
la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.
Teatro per ragazzi:
“Una topolino alle Mille Miglia”
Tutti i sabati durante la mostra alle ore 18 esibizioni di
Anche il teatro si avvicina alla passione dei motori. Al
tango con i maestri Ubaldo Sincovich e Silvia Galletti.
Teatro Cittadella andrà in scena il 26,27 e 28 ottobre alle
orari:dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20, il sabato e
ore 10 uno spettacolo del gruppo “Teatro Gioco” intito-
Mostra “6 artisti alla ricerca
di Juan Manuel Fangio”
lato “Una topolino alle Mille Miglia” e scritto da Edoardo
Erba. L’iniziativa è a cura di Ert, Emilia Romagna Teatro
Sei artisti contemporanei del calibro di Giuliano Della
Casa,
22
Wainer
Vaccari,
Carlo
Cremaschi,
ed è rivolta a un pubblico dai 7 agli 11 anni.
Franco
Fontana, Franco Guerzoni e Franco Vaccari espor-
Mostra Filatelica: “Un album a motore”
ranno le loro opere dedicate ed ispirate alla figura del
L’automobilismo attraverso cartoline, francobolli, annulli e
pilota argentino nella sala espositiva del Baluardo della
altre curiosità da collezione Mostra Filatelica a cura del
Cittadella in piazza Tien An Men 5 fino al 30 ottobre.
Circolo Filatelico Culturale A.Tassoni, presso la loro sede
La mostra sarà visitabile con i seguenti orari: dal
in viale Monte Kosica 91 dal 15 fino al 30 ottobre.
L’UOMO E IL MITO
uan Manuel Fangio nasce il 24
J
prima dell'inizio della gara. Essendo
giugno 1911 a Balcarce, in
costretto a partire dal fondo dello
Argentina, da una famiglia di emi-
schieramento, tenta il tutto per tutto
grati italiani abruzzesi. Dopo il servizio
ma commette uno dei suoi rari errori
militare apre un'autofficina e comincia
e perde il controllo della sua Maserati.
a gareggiare in corse locali. Si tratta
Fangio è estremamente stanco e le
di gare di lunga percorrenza e su
sue reazioni non sono così immediate
strade sconnesse che attraversano il
come al solito: non riesce a ripren-
continente sudamericano. La prima
dere la vettura che finisce su un
gara Fangio la corre all'età di 18 anni
cumulo di terra e decolla capovol-
su una Ford che fino a qualche
gendosi in aria. Fangio viene estratto
giorno prima era un taxi. Una delle
dalle lamiere e per alcune ore si
gare più particolari che Fangio vince
teme per la sua vita. L'anno succes-
in gioventù è il “Gran Premio del
sivo è ancora alla guida di una
Norde” che si correva sulla distanza
Maserati e finisce la stagione al
di 10.000 chilometri. La partenza e
secondo posto.
l’arrivo erano a Buenos Aires, le
Nel 1954 passa al team Mercedes-
tappe erano previste sulle Ande e a
Benz e vince il suo secondo titolo di
Lima in Perù. Il tutto per una durata
Campione del Mondo. Sui dodici Gran
di due settimane durante le quali il
Premi che componevano quella sta-
pilota e il copilota devono riparare gli
gione ne vince otto, concludendo in
eventuali guasti meccanici. Fangio in
maniera sfolgorante la prima di quat-
quegli anni
tro stagioni consecutive di monopolio
continua a mietere suc-
cessi guidando ogni tipo di vettura
iridato. Nel 1957 arriva il suo ultimo
finché, sponsorizzato dal governo
titolo e il memorabile Gran Premio di
stesso, viene mandato in Europa, al
Germania. A Nürburgring la Mercedes
termine della Seconda Guerra
di Fangio accusa meno potenza
Mondiale, dove prosegue splendida-
rispetto alle due Ferrari ma grazie alla
mente la sua carriera. Dal 1949,
sua guida riesce a superare le rosse
all'età di 37 anni, comincia ad avere
e a vincere. Conclude la sua carriera
successo anche sulle piste del vec-
nel 1958 con il quarto posto nel Gran
chio continente. Nel 1950, al volante
Premio di Francia. La sua Maserati, in
di un'Alfa Romeo, lotta fino al termine
quell'occasione, non è competitiva e
di una esaltante stagione con il com-
sta per essere doppiato dal leader
pagno di squadra Nino Farina, che
della corsa Mike Hawthorn il quale, in
alla fine diventerà il primo pilota a
segno di rispetto per il grande cam-
vincere il titolo di campione del
pione conosciuto come il maestro,
mondo di Formula 1. L'attesa di
frena e consente a Fangio di tagliare
Fangio, comunque, dura solo un
il traguardo davanti a lui. Al termine
anno: infatti è del 1951 il primo dei
della gara dice semplicemente ai
suoi cinque titoli iridati. Il 1952 vede il
suoi meccanici “È finita”. Alla fine
suo primo grande incidente, a Monza,
avrà ottenuto 24 vittorie e un totale
a causa del quale è costretto a per-
di 35 podi, 28 pole-position e un
dere il resto della stagione. Promette
totale di 48 partenze dalla prima fila,
di essere a Monza dopo una gara
23 giri veloci e i cinque titoli iridati
che corre a Belfast ma perde una
del 1951-54-55-56-57. Morirà il 17
coincidenza ed è costretto a guidare
luglio del 1995, lasciando un indele-
tutta la notte da Parigi solo per arri-
bile ricordo in tutti gli appassionati di
vare al circuito brianzolo mezz'ora
automobilismo.
23