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MENOPAUSA E SONNO
La menopausa è un momento di grande cambiamento ormonale, fisica e psicologica per le donne, anche se
i sintomi della menopausa variano da donna a donna. Durante la perimenopausa, le ovaie della donna
gradualmente (nell'arco di diversi anni) riducono la produzione di estrogeni e progesterone. Nelle donne
cui vengono asportate chirurgicamente le ovaie (ovariectomia) il ciclo mestruale si interrompe
bruscamente e compaiono improvvisamente i sintomi della menopausa.
In genere la donna raggiunge la menopausa circa un anno dopo la cessazione del ciclo mestruale, ciò
avviene in media verso i 50 anni di età. Dal passaggio dalla peri-menopausa alla postmenopausa, le donne
riferiscono il maggior numero di problemi di sonno. In particolare, vampate di calore, disturbi dell'umore,
insonnia e disturbi respiratori nel sonno. I problemi di sonno sono spesso accompagnati da ansia e
depressione.
Il sonno è un bisogno umano fondamentale ed è essenziale per una buona salute, una buona qualità della
vita e per l’attività giornaliera.
I principali effetti della privazione del sonno includono effetti fisici (sonnolenza, stanchezza, ipertensione)
decadimento cognitivo (deterioramento delle prestazioni, l'attenzione e la motivazione; diminuzione della
concentrazione mentale e la capacità intellettuale e aumento della probabilità di infortuni sul lavoro e
durante la guida) e le complicazioni della salute mentale.
Un riposo inadeguato può pregiudicare la capacità di pensare, di gestire lo stress, di mantenere sano il
sistema immunitario, e controllare le proprie emozioni. In alcune specie animali la completa deprivazione
del sonno risulta fatale.
Numerosi studi clinici sottolineano l’importanza dei bioritmi endocrini e riproduttivi della donna e della loro
intima associazione con la qualità del sonno e la salute neurobiologica/psichica, ostetrica, sessuale e
generale.
Tra le cause dei disturbi del sonno, gli ormoni sessuali giocano un ruolo fondamentale. Durante la
menopausa, frequentemente, si rilevano disturbi del sonno. Il 25-50% delle donne menopausali, a seconda
degli studi, lamenta veri disturbi del sonno, contro il 15% della popolazione generale. In generale, le donne
in post -menopausa sono comunque meno soddisfatte del loro sonno con punte del 61 % di insonnia.
Anche il russamento è più comune e severo nelle donne in post-menopausa. Russare, in associazione a
pause o rantoli nella respirazione è segno di un disturbo del sonno più grave, apnea ostruttiva del sonno (
AOS ).
I gruppi di disturbi del sonno associati alla menopausa sono sostanzialmente tre:
1) vampate, insonnia, e depressione;
2) disturbi del sonno e del respiro;
3) disturbi del sonno e fibromialgia.
1) VAMPATE, INSONNIA E DEPRESSIONE
La modifica e la diminuzione dei livelli di estrogeni provoca molti sintomi della menopausa incluse le
vampate di calore, che sono fenomeni vasoattivi del tutto improvvisi con sensazione di calore in tutto il
corpo accompagnati da sudorazione. Di solito iniziano intorno al viso e si diffondono al torace: questi
fenomeni colpiscono il 75-85% delle donne in menopausa.
Prima delle vampate calde, la temperatura corporea sale e questo fatto stimola il risveglio. Le vampate di
calore durano in media tre minuti riducendo l’efficienza del sonno. La maggior parte delle donne riferisce
questo problema per circa un anno, ma circa il 25 % riferisce di avere vampate di calore per cinque anni.
Mentre il tempo totale di sonno può anche non risentirne, la qualità del sonno paga il maggior prezzo di
questa situazione. Le vampate di calore possono interrompere il sonno e i frequenti risvegli possono
causare stanchezza il giorno successivo
Analizzando il problema all’inverso, si possono prevedere disturbi del sonno in perimenopausa in base alla
comparsa delle vampate di calore considerando che esse sono l’effetto della regolazione del sistema
neurovegetativo ipotalamico. Inoltre le vampate severe sono anche un fattore predittivo di perdita della
regolarità del ritmo pressorio e della comparsa di ipertensione arteriosa; dell’alterazione del senso di fame
e sazietà e conseguentemente dell’incremento del peso corporeo; della possibile comparsa di disturbi
d’ansia; della riduzione del tono dell’umore; dei disturbi cognitivi e della memoria, della
riduzione/scomparsa del desiderio sessuale.
Le vampate di calore devono dunque essere considerate un indicatore clinico primario delle conseguenze
della carenza estrogenica a livello cerebrale, con ricadute sul sonno e sul sistema autonomico. Le terapie
sostitutive ormonali possono migliorare significativamente la qualità del sonno, agendo sia sulla
sregolazione degli interruttori ipotalamici (regolatori vascolari), sia direttamente sui centri di regolazione
del sonno.
2) DISTURBO DEL SONNO E DEL RESPIRO
I disturbi del respiro associati al sonno (“sleep disordered breathing” SDB) sono tra i sintomi meno indagati
e di conseguenza misconosciuti. Rientrano negli ambiti di interesse del ginecologo in quanto
frequentemente riferiti dalla paziente in menopausa. Questi disturbi possono essere già presenti sin dalla
giovane età per poi aumentare durante la menopausa in seguito all’aumento di peso, o a causa di
dismetabolismi o endocrinopatie.
Nella popolazione generale, prima della menopausa, se si considerano i disturbi del respiro associati al
sonno (DRS), esiste un rapporto tra donne e uomini di circa 1 a 3. Alla menopausa questo rapporto si
modifica arrivando in alcune fasce di pazienti (ad es. nelle donne affette da obesità) ad essere 1:1. Quindi
l’aumento di peso in menopausa è uno dei fattori che può concorrere all’aumento della prevalenza di
disturbi del sonno e del respiro.
E 'chiaro che i disturbi del respiro associati al sonno (DRS) differiscono nell’uomo e nella donna. Ci sono
evidenti differenze biologiche in termini di dimensioni del polmone e della funzione respiratoria in maschi e
femmine che suggeriscono che la via aerea superiora è relativamente più estesa nelle donne. Inoltre le
pareti delle vie aeree sono meno flessibili e quindi meno inclini a cedere alle pressioni di esercizio durante
la respirazione. Questo comporta un’aumento della resistenza al collasso delle vie aeree in relazione alla
generale diminuzione del tono muscolare che si osserva durante il sonno.
L’attività respiratoria varia in relazione alla fase del ciclo mestruale, questo fatto dimostra l' influenza del
progesterone e degli estrogeni sulla respirazione. Lo stimolo ventilatorio può essere più forte nei maschi
rispetto alle femmine, nella fase di veglia,
È possibile che questo rapporto sia mediato dall’effetto trofico del testosterone sui muscoli, specie
dell’area orofaringea. Il testosterone esogeno usato nelle terapie sostitutive per gli uomini, aumenta in loro
i DRS
ma nella donna non si verifica una tale differenza nella forza respiratoria tra il ciclo veglia e il ciclo sonno. Si
pensa ( ma non è ancora chiaro il meccanismo d’azione) che le donne abbiano minori probabilità di russare
e di soffrire di apnea notturna a causa dell’effetto protettivo degli estrogeni. Alla menopausa, cessando tale
protezione, anche le donne vedono aumentati gli episodi di DRS.
La TOS e le sue modificazioni sulla qualità del sonno e sugli episodi di DRS è la prova evidente che gli ormoni
femminili svolgono un ruolo preventivo nel ridurre l'incidenza di russamento e apnea del sonno nelle donne
perimonopausali.
3) DISTURBI DEL SONNO E FIBROMIALGIA
In menopausa i disturbi del sonno possono essere associati ad alcune condizioni preesistenti. In particolare
negli ultimi tempi si è assistito ad un aumentato interesse nei confronti dell’associazione disturbi del
sonno–fibromialgia. La fibromialgia è un disturbo doloroso del sistema muscolo-scheletrico, caratterizzato
da dolorabilità diffusa e ipersensibilità ai normali stimoli dolorosi, nonché da punti specifici di ipersensibilità
in zone discrete del corpo, su specifici punti di attivazione muscolari. Su cui la digitopressione evoca un
dolore acuti. La fibromialgia, con rapporto donne:uomini di 7:1, ha un picco di esordio perimenopausale ed
è caratterizzata da una scarsa qualità del sonno. L’alterazione del sonno è così evidente da far ritenere che
il recupero della qualità del sonno possa anche essere terapeutico. E’ evidente inoltre che la carenza di
sonno peggiori la percezione del dolore in tutte le sindromi dolorose, mentre la temporanea carenza di
sonno aumenta la reattività dolorosa nelle abituali sedi dei punti di attivazione in persone altrimenti sane.
Le donne affette da fibromialgia notano spesso un peggioramento dei loro sintomi tra la terza e la quarta
decade d’età con un netto peggioramento in corrispondenza dell'insorgenza dei sintomi perimenopausali
come vampate di calore, sudorazioni notturne, disturbi del sonno, stanchezza diurna, e fluttuazioni
dell'umore. Quando i livelli di estrogeni iniziano a diminuire in perimenopausa e ancor più al
raggiungimento del minimo in menopausa, si innescano sintomi precedentemente minimi (motivo per il
quale non vengono trattati) e nel complesso si assiste al peggiorare della fibromialgia.
Questo tipo di patologia, già subdola di per se, presenta difficoltà di studio nelle donne perimenopausali.
Per esempio, i disturbi del sonno in perimenopausa, seppure ampiamente studiati, non hanno trovato un
riscontro scientifico definitivo. Studi clinici hanno invece dimostrato come prestando analizzando i dati da
differenti punti di vista si riescono ad intravedere differenze sostanziali. In particolare nelle donne con
disturbi del sonno è emerso che i parametri normalmente utilizzati per definire normale il sonno possono
essere inficiati dall’analisi della sola efficienza complessiva del sonno, mentre molta importanza rivestono il
tempo di sonno profondo e l’analisi dell’attività del sistema nervoso parasimpatico.
Quando tali parametri vengono presi in considerazione si vede come le fasi di sonno veramente ristoratore
sono cortissime non raggiungendo la normalità. E’ in questa fase che vengono rilasciati gli stimoli alla
riparazione del danno muscolare gestiti dall’ormone della crescita (GH). Considerando che nelle donne
ipoestrogenizzate (in perimenopausa e menopausa) i disturbi del sonno sono molto più frequenti, anche
dal punto di vista del sonno profondo e dell’attività parasimpatica, si capisce come i sintomi della
fibromialgia possano risultare peggiorati in toto.
Queste evidenze concorrono a rendere plausibile un ruolo della terapia ormonale sostitutiva nel
miglioramento dei sintomi della fibromialgia.
TRATTAMENTI:
Il trattamento con estrogeni (terapia sostitutiva con estrogeni, TSE) o con estrogeni e progesterone (terapia
ormonale sostitutiva, TOS) si è dimostrato in grado di aiutare ad alleviare i sintomi della menopausa. Gli
effetti della TOS variano tra le donne a seconda della forma assunta (pillola, cerotto, gel, crema o iniezione)
e il numero di anni di utilizzo. Tuttavia, alcuni studi su larga scala sono stati interrotti per motivi di sicurezza
in quanto si è riscontrato che l'assunzione di TOS può mettere le donne a rischio di malattie cardiovascolari
e demenza. Per coloro che prendono la TOS per ridurre i sintomi della menopausa, si raccomanda che la
TOS sia prescritta alla più bassa dose efficace e utilizzata solo per brevi periodi e non a lungo termine. Il
consiglio è di parlarne con il vostro medico chiedendo ragguagli sui sintomi, i rischi ed i benefici della
terapia ormonale sostitutiva e gli approcci alternativi per la gestione dei sintomi della menopausa, tra cui il
sonno.
In particolare, esistono sono approcci alternativi per la gestione dei sintomi della menopausa che possono
essere adatti al vostro caso. Fra i prodotti alimentari e farmaci, quali integratori di calcio, vitamina D e
bifosfonati per la prevenzione o il trattamento della osteoporosi (assottigliamento e un indebolimento delle
ossa); creme agli estrogeni e anelli per la secchezza vaginale, e farmaci in grado di favorire il sonno. Tutte le
forme di estrogeni che entrano nel flusso sanguigno possono anch’esse ridurre le vampate di calore
migliorando in minima parte la qualità del sonno.
Un trattamento alternativo per i sintomi della menopausa può provenire dai derivati della soia (tofu, soia,
latte di soia etc.). Essi contengono fitoestrogeni, ormoni vegetali simili agli estrogeni. I prodotti della soia
possono ridurre le vampate di calore, ma non ci sono risultati certi sulla loro capacità di alleviare questi
sintomi. Inoltre, possono avere effetti collaterali gastrointestinali. Comunque, il fatto che si tratti di
prodotti naturali non comporta necessariamente che il loro utilizzo sia più sicuro rispetto ad altri
trattamenti.
I fitoestrogeni sono disponibili anche in integratori alimentari come prodotti da banco (ginseng, estratto di
trifoglio rosso, cohosh nero). Questi supplementi non sono regolati dalle autorità e le loro dosi adeguate, la
sicurezza, gli effetti a lungo termini ed i rischi non sono ancora noti.
Decidere se e quali prodotti utilizzare e, in caso affermativo, per quanto tempo farlo, sono tutti argomenti
che una donna dovrebbe discutere con il proprio medico curante. La risposta dipenderà dalla sua storia
medica personale e familiare.
Tab.1 Consigli per contrastare i fenomeni della menopausa
Mangiare sano .
Evitare pasti abbondanti, soprattutto prima di andare a dormire.
Mantenere un esercizio regolare ed un peso normale.
Alcuni alimenti come i cibi piccanti o acidi possono provocare vampate di calore.
Provare cibi ricchi di soia in quanto potrebbero ridurre le vampate di calore.
Evitare la nicotina, la caffeina e l’alcol, soprattutto prima di andare a dormire.
Vestirsi con abiti leggeri per migliorare l'efficienza del sonno.
Evitare indumenti pesanti, coperte isolanti e considerare l'utilizzo di un ventilatore o aria condizionata per
raffreddare l'aria e aumentare la circolazione.
Ridurre lo stress e la preoccupazione, per quanto possibile.
Provare con le tecniche di rilassamento, i massaggi e l'esercizio fisico.
Cercare un valido aiuto per una terapia di supporto in caso di depressione, ansia o problemi esistenziali.
Dr Mario Antonio Congiu
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