Giornata Mondiale del Risparmio
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Giornata Mondiale del Risparmio
ACRI Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane Giornata Mondiale del Risparmio BANCHE E RISPARMIO: DALLA RACCOLTA DEI DEPOSITI ALLA GESTIONE DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE Intervento del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Maurizio Sella (Roma, 31 ottobre 2001) Signor Ministro, Signor Governatore, Autorità, signore e signori, l’occasione che è stata offerta al Presidente dell’ABI di recare per la prima volta ufficialmente il proprio contributo a questa celebrazione poco meno che centenaria rappresenta la migliore testimonianza del clima di amicizia che caratterizza i rapporti fra l’ACRI e l’Associazione Bancaria Italiana, nel reciproco rispetto dei ruoli e delle competenze proprie di ciascuna. A Lei, Signor Presidente Guzzetti, rivolgo per questo un particolare ringraziamento. In questi ultimi anni l’ACRI, coltivando quel processo di rinnovamento cui nessun organismo può sottrarsi se vuol rimanere vitale ed efficiente, ha saputo darsi la nuova missione di rappresentare le fondazioni bancarie. Ad essa si dedica con impegno, professionalità, rinnovato vigore. ** ** ** 1. Nel nostro ordinamento, il segno della rilevanza del risparmio e del suo ruolo nel finanziamento dello sviluppo economico è rappresentato dal rilievo costituzionale che con l’art. 47 si è voluto dare alla sua tutela. La valenza sociale che la Carta costituzionale attribuisce a questa nozione ha rappresentato la base della legislazione bancaria, assicurativa e finanziaria. 2 Un percorso analogo è stato seguito dall’ordinamento comunitario il quale, pur con modalità e tecniche diverse, riconosce specifico significato al risparmio e alla sua tutela attraverso la difesa del valore della moneta. 2. Il sistema bancario italiano ha svolto con competenza ed efficacia, e intende continuare a svolgere con rinnovato impegno, l’indispensabile ruolo di cerniera fra il momento della formazione delle risorse finanziarie e quello della loro utilizzazione per lo sviluppo del capitale produttivo e per la crescita del reddito e dell’occupazione. Non si saprebbe assolvere tale funzione se non si sapesse cogliere tempestivamente il mutare delle preferenze dei r isparmiatori. Anche a causa della rapida discesa dei tassi di interesse seguita all’ammissione dell’Italia alla terza fase dell’Unione monetaria europea, le esigenze dei risparmiatori sono significativamente cambiate. La ricerca della massimizzazione del rendimento li orienta verso attività finanziarie più sofisticate, nel declinare della consolidata preferenza verso i depositi bancari e i titoli del debito pubblico. Il tutto in un contesto di profonda innovazione tecnologica. 3. All’inizio degli anni ’80 in Italia la quota dei depositi bancari sul totale delle attività finanziarie delle famiglie risultava pari al 50% ; oggi essa è inferiore al 20. Ugualmente profonde sono state, negli ultimi tre lustri, le modifiche delle preferenze dei risparmiatori. La quota delle obbligazioni bancarie è quasi raddoppiata (dal 17,4% al 32 ). Forte è stata la contrazione dei depositi a risparmio (dal 33,3% al 7,6 ). Molto variabile è risultato il peso dei certificati di deposito sul totale della provvista, che nel 1995 aveva sfiorato il 26% e oggi è pari al 5. In lieve aumento la 3 componente più liquida della provvista, dal 41,7% al 47, segno della preferenza che il sistema ormai manifesta per la liquidità. Si è registrata inoltre una sensibile diminuzione del mark down, cioè del contributo fornito dai depositi alla formazione del reddito delle banche, che negli ultimi tre anni è stato mediamente pari a 1,9 punti percentuali, poco meno del 40% del valore medio del primo triennio degli anni ’90 (5%). Nelle attività finanziarie detenute dalle famiglie è aumentato il peso di prodotti potenzialmente più redditizi e più rischiosi, con una duration più elevata, nonché il ricorso a servizi di gestione. Alla fine del 2000, la quota del risparmio gestito sul totale delle attività finanziarie delle famiglie era quattordici volte superiore al valore registrato negli anni ’80. Particolarmente intensa è risultata la crescita negli ultimi cinque anni : nel 2000, le attività in gestione hanno superato il milione e settecentomila miliardi di lire, valore superiore di tre volte rispetto a quello del 1995 e di oltre il 50% rispetto a quello attuale dei depositi bancari. 4. Le banche italiane, contrariamente a quanto è avvenuto in altri sistemi finanziari, hanno voluto e saputo assecondare e indirizzare le modifiche strutturali nell’allocazione del risparmio, dando vita ad un robusto sistema di gestioni patrimoniali individuali e collettive. Ciò a riconferma della centralità di un ruolo storicamente preminente e nella ferma convinzione della propria piena legittimità – più ancora, della necessità – a porsi quali operatori globali nel mercato dei servizi di consulenza, di investimento, di gestione del risparmio. 4 Questa strategia ha avuto grande successo, facendo dell’Italia il quarto gestore di risparmio al mondo. Circa un quinto del mercato europeo fa capo a gruppi creditizi italiani. L’incidenza delle gestioni individuali e dei fondi comuni sul totale delle attività finanziarie delle famiglie è pari al 27% in Italia, contro il 16 della Spagna, il 10,5 della Germania e il 9 della Francia. 5. Questi risultati sono stati possibili anche grazie alle dimensioni ed all’efficienza raggiunte dagli operatori bancari: a ciò ha contribuito in maniera decisiva la “legge Ciampi”, approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento che ne condivise e ne intuì la portata e l’impatto sul sistema bancario, nel solco dell’esperienza maturata con la “legge Amato” del 1990. Essa infatti ha consentito di realizzare consistenti operazioni di ristrutturazione, che stanno conducendo le banche a livelli adeguati a quelli dei concorrenti europei. Su questa legge il sistema bancario ha fondato le sue scelte strategiche e ha assunto le conseguenti decisioni operative. E’ fonte di grave preoccupazione quindi l’orientamento di recente espresso in materia dal commissario Monti: si potrebbe configurare un pericoloso cambiamento delle regole “in corso d’opera”, con inevitabili effetti sostanzialmente retroattivi. Siamo certi che il Governo non mancherà di intervenire efficacemente a difesa delle scelte legislative effettuate, dei risultati raggiunti e della possibilità di completare il riassetto del sistema. 6. I tragici eventi dell’11 settembre scorso hanno accelerato la riallocazione dei portafogli finanziari del settore privato, peraltro già interessati da un processo di riaggiustamento che ha iniziato a manifestarsi 5 nella prima metà del 2000 con una forte correzione nelle quotazioni dei corsi azionari in un contesto di intensa volatilità dei mercati finanziari . A fronte della dismissione delle attività finanziarie più rischiose, detenute sia direttamente sia tramite fondi, l’investimento del risparmio si è indirizzato verso attività con elevato grado di liquidità . Sono corrispondentemente aumentati i depositi bancari. Questi comportament i appaiono in linea con quanto accaduto in altri momenti di crisi; dovrebbero normalizzarsi nel momento in cui le relazioni internazionali torneranno ad assumere toni più distesi e l’economia darà segni incontrovertibili di ripresa. 7. Allo sviluppo dell’attività delle banche nel comparto del risparmio gestito ha corrisposto un forte aumento dell’apporto reddituale derivante da questo segmento di business, la cui crescita è stata più dinamica dell’intero aggregato dei ricavi da servizi. In particolare, le commissioni derivanti dalle gestioni patrimoniali hanno superato, nel 2000, i 3.100 miliardi di lire, in forte accelerazione negli ultimi cinque anni a partire dai 500 miliardi del 1995. Nel primo semestre 2001, tuttavia, si è registrata una contrazione del 10%. 8. Nell’ambito del processo di ricomposizione delle attività finanziarie , si è registrato negli ultimi anni un significativo interesse da parte dei risparmiatori verso i prodotti assicurativi vita. Le banche hanno operato per soddisfare adeguatamente questa domanda - che risponde a più diffusi bisogni di sicurezza, anche di tipo previdenziale - arricchendo le proprie politiche di offerta e sviluppando comportamenti di bancassurance. 6 Rilevanti sono state, in primo luogo, le alleanze con imprese di assicurazione per la vendita di prodotti assicurativi attraverso gli sportelli bancari. Nel 2000 i premi del ramo vita sono cresciuti dell’11,5% su base annua; la quota di raccolta premi tramite sportelli bancari ha superato il 54% del totale, dal 52,8 del 1999. Nel primo semestre di quest’anno, in un contesto di minore vivacità dei premi vita (+3,4% nei confronti dei primi sei mesi del 2000), tale quota è aumentata sfiorando il 58% del totale. In secondo luogo, le banche hanno accresciuto le loro interessenze in imprese di assicurazione , al fine di arricchire gamma e composizione del portafoglio di offerta. Alla fine del 2000, le banche italiane detenevano partecipazioni in oltre 130 compagnie di assicurazione e società di brokeraggio, italiane ed estere, nel 56% dei casi con interessenze di controllo. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Isvap, al 1° gennaio 2001 l’ammontare del capitale delle imprese di assicurazione sottoscritto dalle banche raggiungeva i 2.228 miliardi di lire. La quota bancaria sul totale del capitale delle imprese di assicurazione risulta pari al 12 %. L’ulteriore evoluzione delle esigenze di gestione del risparmio deve provenire, in un futuro che ci auguriamo prossimo, daii fondi pensione. Nella maggior parte dei paesi industrializzati essi rappresentano una delle principali forme di investimento del risparmio finanziario gestito, oltre che, ovviamente, un pilastro fondamentale della previdenza integrativa. In Italia, i fondi pensione sono ancora il “grande assente ”, il tassello mancante del nostro mercato finanziario. Insoddisfacente è il livello di 7 sviluppo della previdenza complementare, soprattutto se raffrontato a quella degli altri paesi dell’Unione europea. L’incidenza dei prodotti assicurativi vita e dei fondi pensione sul totale delle attività finanziarie delle famiglie è infatti intorno al 6% in Italia rispetto al 10 della Spagna, al 19 della Francia e al 25 della Germania. Va tuttavia sottolineato che di quel 6% soltanto lo 0,3 è rappresentato da fondi pensione. E’ pura illusione continuare a credere che la previdenza pubblica possa in futuro garantire tutto a tutti. L’inadeguatezza degli incentivi fiscali, l’assenza di parità concorrenziale fra le diverse tipologie di fondi pensione , la non “portabilità” dei contributi da un fondo all’altro, la stessa complessità delle procedure per costituirli e avviarli non hanno a tutt’oggi consentito un’adeguata crescita della previdenza complementare. Un’ampia diffusione dei fondi pensione è assolutamente necessaria. Lo è nell’interesse delle giovani generazioni, per le quali il grado di copertura della previdenza obbligatoria si è significativamente ridotto a seguito delle riforme degli anni Novanta. Lo è nell’interesse del Paese, perché mentre altrove i fondi pensione sono i maggiori protagonisti del finanziamento a medio e a lungo termine dell’economia, la loro inconsistenza, nella nostra realtà, priva il sistema economico di un fondamentale strumento di allocazione del risparmio e di stabilizzazione dei mercati finanziari. 8 9. Il crescente sviluppo della tecnologia induce a nuove riflessioni sul rapporto tra sistema bancario e risparmio, anche se, nonostante i progressi del banking on line, in Europa la maggior parte dei prodotti bancari al dettaglio ha ancora un ambito di mercato essenzialmente locale. In Italia, l’offerta via Internet si è dimostrata, per ora, non sostitutiva di quella dello sportello tradizionale. Dunque, se per l’industria bancaria deve essere forte la consapevolezza che la rivoluzione tecnologica rappresenta una opportunità e una sfida sul piano concorrenziale e del business, altrettanto importante è aver chiaro che l’elemento su cui la banca può e deve giocare la propria strategia competitiva è costituito dalla personalizzazione della relazione con il cliente-risparmiatore. Non è affatto un caso che una recente indagine che ha visto coinvolte imprese finanziarie di dodici diversi paesi europei abbia evidenziato che ben l’88% dei partecipanti sta sviluppando o svilupperà nei prossimi due anni progetti per migliorare le relazioni con la clientela al fine di aumentarne la soddisfazione. Del resto, le analisi svolte in sede ABI pongono l’accento sulla rilevanza che il cliente annette alla possibilità di disporre di elementi che gli consentano di seguire l’evoluzione dei propri investimenti anche nell’ambito delle scelte fiduciarie realizzate con acquisti di prodotti di risparmio gestito. Proprio la ricerca di un rapporto più stretto, coinvolgente e fruttuoso con la clientela ha indotto il sistema bancario italiano a creare una delle 9 più imponenti reti di promotori finanziari del mondo: oltre 27.000 operatori fanno capo alle banche e alle Sim di emanazione bancaria. 10. Le profonde trasformazioni delle preferenze della clientela non mutano l’intrinseca valenza del risparmio. Esso va protetto e tutelato sia quando assume la semplice connotazione di libretto di deposito sia quando si affida ai più sofisticati strumenti di investimento. La maggiore propensione delle famiglie verso attività più rischiose ma con rendimenti potenzialmente più elevati e la crescente attenzione verso strumenti finanziari che incorporano anche componenti di tipo assicurativo sono fenomeni che vanno guardati con favore, nel segno di una crescente, se non raggiunta, maturità e consapevolezza. E’ una tendenza che va favorita, accompagnata e anche, in giusta misura, disciplinata, nell’interesse degli stessi risparmiatori e dell’industria finanziaria cui essi sanno di potersi affidare con fiducia. L’euro renderà ancor più incisiva questa esigenza; è forte l’importanza di una regolamentazione omogenea per poter competere cross border su un piano di perfetta parità. Va mantenuta, rafforzata e resa ancora più stretta quella fitta rete di relazioni individuali che costituisce il riconosciuto punto di forza del rapporto tra banca e cliente e che ha consentito e più consentirà al sistema bancario di continuare a salvaguardare anche la funzione sociale del risparmio, al servizio dello sviluppo economico e della crescita del Paese. 10