Sant`Agostino e l`eremo della Trinità

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Sant`Agostino e l`eremo della Trinità
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L’EREMO DELLA TRINITA’ DI ALLUMIERE
Dalla Biblioteca Nazionale di Praga riemerge il SERMO DE BEATO AUGUSTINO
LA PIU’ ANTICA OPERA DEGLI AGOSTINIANI CHE PARLA DI S.AGOSTINO A
CENTUMCEALLAE ED ALLUMIERE
SI
RACCONTA CHE
SANT’AGOSTINO
CAMMINANDO SULLA SPIAGGIA TRA CIVITAVECCHIA E TARQUINIA, IMMERSO IN
TRINITÀ, EBBE LA VISIONE DI UN
TRASPORTAVA IN UNA PICCOLA BUCA,
PROFONDI PENSIERI PERCHÉ STAVA COMPONENDO UN SUO FAMOSO TRATTATO SULLA
FANCIULLO , CHE CON UNA CONCHIGLIA ATTINGEVA ACQUA DAL MARE E LA
SCAVATA NELLA SABBIA.
CHE FAI BIMBO? – DOMANDÒ SANT’AGOSTINO.
VOGLIO SVUOTARE IL MARE E METTERLO IN QUESTA BUCA, – RISPOSE IL BAMBINO.
MA NON VEDI CHE È IMPOSSIBILE? IL MARE È COSÌ GRANDE E LA BUCA COSÌ PICCOLA!
VESCOVO AGOSTINO, E COME POTRAI TU, PICCOLA CREATURA DELLA TERRA, CON
COMPRENDERE UN MISTERO COSÌ ALTO, COME QUELLO DELLA SS. TRINITÀ?
DETTO CIÒ, IL PICCOLO SCOMPARVE. ERA UN ANGELO DEL CIELO.
LA TUA LIMITATA INTELLIGENZA
[Da The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, Londra 1848 ]
----------------------------A pochi chilometri da Santa Marinella si può visitare l’Eremo della Trinità di Allumiere,
ristrutturato in occasione dell’Anno Santo del 2000 dove, secondo la tradizione, Sant’Agostino
soggiornò con i servi di Dio per quasi tre anni, iniziando a scrivere il famoso DE TRINITATE e
dettando quelle norme di vita in comune, che vanno sotto il nome di SECONDA REGOLA.
L’eremo – immerso nel verde tra le acque di una sorgente - domina la sottostante spiaggia di
Civitavecchia, che ancora oggi porta il nome di Sant’Agostino, dove il Santo ebbe la visione
dell’angelo.
Finora si riteneva che l’opera più antica sull'origine dell'Ordine degli Agostiniani fosse il Tractatus
de origine Ordinis fratrum heremitarum sancti Augustini, di Enrico di Friemar del 1334, ora si
conoscono due piccole opere antecedenti, di cui una il Sermo de beato Augustino, composto nel
1332 da Nicola di Alessandria, membro del capitolo Generale dell'ordine e "professor sacrae
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theologiae". Il Sermo fu composto a Parigi nel 1332, probabilmente dedicato ai giovani Agostiniani
nel giorno della festa di Sant'Agostino, il 28 di agosto.
Il SERMO DE BEATO AUGUSTINO non ha solo un grande valore dal punto di vista religioso,
ma costitutisce un documento di eccezionale importanza per la storia del nostro territorio, dato che
in esso si parla di Santa Marinella, Santa Severa, Civitavecchia (Centumcellae) e dell’Eremo della
Trinità di proprietà del comune di Civitavecchia, anche se situato in Comune di Allumiere. L'autore
presenta il suo discorso storico da un punto di vista eremitico. Il SERMO (1) è diviso in due parti
principali: la prima, che finisce con l' "Amen" esalta la personalità e le qualità di Sant'Agostino; la
seconda descrive il percorso monastico del Santo col conseguente sviluppo delle sue fondazioni,
nell’intento di volere provare che l'Ordine Agostiniano procede direttamente dalle fondazioni di
Sant'Agostino.
Il SERMO (2) conferma quanto riportato nelle tre antiche lapidi, due affisse all’ingresso dell’Eremo
della Trinità di Allumiere, una scoperta sulla spiaggia di Sant’Agostino (oggi comune di
Civitavecchia), e attesta che Sant’Agostino da Milano giunse nella Tuscia, soggiornando a
Civitavecchia per quasi tre anni (3). In esso si parla anche di quella Chiesa rurale di Santa Severa
concessa agli eremiti della S. Trinità di Cencelle (4) tra il 16 dicembre del 1243 e il 30 marzo del
1244, secondo le bolle Pium est e Iustis petentium di Innocenzo IV(5), e si attesta la presenza in
Centocelle degli agostiniani "fino a quando, i mori distrussero questa città di Centumcellis; però
dopo che Ludovico, figlio di Carlo Magno, e Guido Marchese di Lombardia scacciarono i mori
dall'Italia, i frati agostiniani si riappropriarono dell'eremo di Centumcellis e fecero un monastero
che fu dedicato a Santa Severa, fino all'anno 1290, quando il Papa Nicola chiese all'Ordine di
consegnarlo a Don Pietro Colonna Cardinale, e in questa Chiesa sono rimaste le tracce dei frati
agostiniani". (6)
NELLO STEMMA PONTIFICIO DI PAPA BENEDETTO XVI
C’E’ LA CONCHIGLIA SIMBOLO DELLA VISIONE DELL’ANGELO DI
SAN’AGOSTINO SULLA SPIAGGIA TRA CIVITAVECCHIA E TARQUINIA
La conchiglia al centro dello stemma di Papa Benedetto
XVI si riferisce alla leggenda di Sant’Agostino, quando
durante una passeggiata in riva del mare, meditando
sull’imperscrutabile mistero della Trinità di Dio, il Santo
incontrò un fanciullo che con una conchiglia versava
l’acqua del mare in una piccola buca. Un’allegoria
ambivalente, che rivela la conchiglia sia come mezzo per
immergersi nel mare sconfinato della divinità, sia come
simbolo del Ratzinger accademico il quale, nel 1953,
conseguì il Dottorato in teologia proprio con una
dissertazione su “Il popolo e la casa di Dio
nell’insegnamento di Agostino sulla Chiesa”. Ancora, come
“conchiglia del pellegrino”, la valenza simbolica si estende
a un concetto centrale del Concilio Vaticano II, cioè il
“popolo di Dio pellegrinante”, di cui l’arcivescovo
Ratzinger e ora Benedetto XVI si riconosce pastore.
[Alessandro De Carolis, Radio vaticana, 26 aprile 2005]
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Allumiere, l’eremo della Trinità
restaurato in occasione del Giubileo del
2000.
Livio Spinelli
NOTE
(1) IL SERMO si conserva nel MS. Kap. E. 54 del Klementinum di Praga. E' un codice della Biblioteca del Capitolo
Metropolitano, di carta e pergamena. E’ datato a Parigi nel 1332. Lo citano nel secolo XVII due agostiniani, lo spagnolo
Giovanni Gonzalez da Critana e il portoghese Luigi degli Angeli (Luis de los Angeles).
(2) Locum qui Centum cellis dicitur et habitatores illius regionis in dicta heremo ecclesiam in honorem Sancte
Trinitatis ipsis fratribus edificarunt et ibi in processu temporis fuit primus locus Ordinis heremitarum sancti Augustini.
Cum quibus fratribus diu commoratus, rogatus ab eis ut regulam et normam vivendi (traderet), ipsis composuit in loco
sancte Trinitatis de Centumcellis. Et ex tunc vocati sun fratres heremite Augustini ratione regule date qui prius
heremite tantummodo dicebantur. Hoc enim nimirum romanus ordo poscebat, ut ille qui fidei sancte Trinitatis futurus
erat luculentissimus investigator, doctor et defensator, in tertio limate numerorum perfectorum filios primo
congregatos inveniret, quibus regulam perfecto colendi sanctam Trinitatem componeret.
(3) Mansit autem cum dictis heremitis quasi duobus annis. Certum est enim quod tam cum illis de Mediolano quam cum
illis de Tussia in Centumcellis mansit circa tres annos, quia tempore baptismi sui erat 30 .annorum, mortua autem matre
apud Hostia tyberina ipse erat 33 annis, ut expresse dicit 9 Confess.
(5) Cencelle, cf. F. ROTH, Cardinal Richard Annibaldi firts Protector of the Augustinian Order, 1243-1276, in
Augustiniana 2 (1952), pp. 141-42
(5) in B. VAN LUIJK, o. c., pp. 31-32 e 35-36
(6) Tempore autem Gregorii IV sarraceni Romam invaserunt et civitatem leoninam occupaverunt et ecclesiam sancti
Petri stabulum equorum fecerunt, inter quas totaliter urbem Centumcellarum depopulaverunt et fratres prefatos, cellas
eorum vastantes, de eisdem fugarunt. Sed divino instinctu Lodovycus, pronepos Caruli magni, et Guido, marchio
Lombardie, prefatos sarracenos superantes et fugantes, locaaliqua ab eisdem disrupta reedificaverunt. Urbem autem
Centumcellarum inhabitatam reliquerunt, cuius sedes ex tunc Viterbii collocata fuit et ex quibusdam hominibus dicti
loci construxerunt castrum iuxta dictam heremum nomine Sanctam Severam, quod eisdem fratribus dederunt, quod
quidem fuit ab Ordine possessum usque ad annos Domini circa MCCXC, quo tempore Prior generalis qui tunc fuit
ipsum dedit domino Petro deColumna cardinali, suadente Papa Nicolao quarto.
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