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TITOLO
Boosting entrepreneurial spirit –
pioneering regions and cities in Europe
LUOGO E DATA
9 febbraio 2016
Comitato europeo delle regioni
Rue Beliard 101
1000 Bruxelles
ORGANIZZATORE
Comitato Europeo delle Regioni
RELAZIONE
In data 9 febbraio 2016 si è svolto l’evento “Boosting entrepreneurial spirit –
pioneering regions and cities in Europe”, organizzato dal comitato europeo delle
Regioni. L’evento è stato diviso in tre segmenti:
1. Sessione di apertura - cosa si può fare per accrescere lo spirito
d’impresa nelle citta e nelle regioni europee?, che ha visto la
partecipazione in veste di relatori di :
Markku Markkula, Presidente del Comitato delle Regioni;
Gunther Oettinger, Commissario europeo l’economia digitale e la società;
Dominique Riquet, membro del Parlamento Europeo (ALDE);
Constance Kann, Direttrice dell’Ufficio di Bruxelles della Banca Europea
d’Investimento;
Arnaldo Abruzzini, Segretario Generale Eurochambres.
2. Sessione parallela – “Incoraggiare l’imprenditorialità e l’innovazione”,
che ha visto la partecipazione in veste di relatori di:
Raffaele Cattaneo, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia;
Dimitri Corpakis, Capo dell’unità ricerca e innovazione nella Commissione
Europea;
Nicolas Duhamel, Capo del progetto “La suite dans les idées”, Consigliere
regionale di Nord-Pas-de-Calais-Picardie, Francia;
3 Sessione conclusiva – “Riepilogo e incoraggiamento a proseguire nel
rinforzare una mentalità e uno spirito imprenditoriale nelle città e nelle
regioni dell’Unione Europea”, che ha visto la partecipazione in veste di
relatori di:
Lowri Evans, Direttore Generale per il mercato interno, l’industria, l’impresa e
le PMI, Commissione Europea;
Charlina Vitcheva, Direttore per la crescita intelligente e sostenibile, Direttore
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Generale per la politica urbana e regionale, Commissione Europea;
Josette Dijkhuizen, Professoressa di sviluppo dell’imprenditorialità alla scuola
di management di Maastricht.
Sessione di apertura – “Cosa si può fare per accrescere lo spirito d’impresa
nelle citta e nelle regioni europee?”
L’evento è stato aperto da Markku Markkula, il quale ha sottolineato come sia
necessario rinforzare lo spirito d’impresa, attraverso la collaborazione tra Regioni in
Europa. Ha poi posto l’accento sulla necessità di diffondere lo spirito d’impresa tra le
giovani generazioni, evidenziando il ruolo cruciale che la scuola svolge in questo
senso: in particolare, la scuola dovrebbe far superare la paura del fallimento dal
momento che l’innovazione e l’impresa comportano il rischio. L’azione deve
focalizzarsi su due direttive: il rinnovamento dell’Agenda Urbana Europea e
l’integrazione tra innovazione e impresa. Visione del futuro, attività pionieristiche,
digitalizzazione, partnership europea sono gli elementi chiave che devono fare da
corollario a questa azione. Ha poi sottolineato alcuni punti fermi: l’impresa gioca un
ruolo cruciale per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro; un cambio di
mentalità è necessario: bisogna favorire lo sviluppo di un sistema bottom-up,
prestando attenzione alle esigenze degli attori locali e imparando come supportarli nel
migliore dei modi. È poi intervenuto Gunther Oettinger che ha posto l’accento sul
valore positivo dei diversi approcci all’impresa tra le regioni europee: in Europa,
infatti, vi sono stati che al loro interno hanno regioni storicamente e culturalmente
eterogenee con diverse mentalità imprenditoriali. Ha quindi esortato a prestare
attenzione a quali strumenti le diverse regioni usano, sottolineando come ciascuna
regione possa imparare qualcosa dalle altre. La scuola – ha aggiunto – ha un ruolo
rilevantissimo: bisogna formare una certa mentalità per essere imprenditori e le
università devono proporre corsi di studio in cui regna lo spirito di impresa e lezioni in
cui gli imprenditori parlano delle loro esperienze. Bisogna anche far propria la cultura
del rischio e gli Americani in questo senso hanno una marcia in più rispetto all’Europa.
Per promuovere l’imprenditorialità, bisogna creare premi per gli imprenditori, partendo
dal livello regionale fino a quello europeo. Si è, quindi, soffermato sul ruolo della
rivoluzione digitale: compagnie come Google o Microsoft erano start-up, c’è bisogno di
un nuovo programma digitale, per creare hardware e software. Ha, infine, ricordato
che l’Europa è creativa quanto gli Stati Uniti e che le differenze sono una ricchezza, è
però necessario fare network. L’intervento di Dominique Riquet si è invece
focalizzato su un tema prettamente politico: per sviluppare lo spirito d’impresa
bisogna attrarre in loco le imprese straniere. Fare questo però non è semplice: infatti,
affinché un imprenditore decida di spostarsi è necessario che la regione o la città
offrano buoni servizi o una valida educazione, se ad esempio si sposta con la famiglia.
Bisogna, pertanto, rendere le varie regioni attrattive non solo da un punto di vista
esclusivamente lavorativo ma anche del tempo libero. La politica dovrebbe quindi
intervenire per ridurre gli svantaggi di certe regioni. Per Constance Kann una sfida
importante è sostenere l’imprenditorialità attraverso il supporto finanziario: bisogna
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sviluppare nuovi schemi (come i microfinanziamenti o il bank financing) e la
condivisione del rischio, attività strettamente collegate all’azione della Commissione
Europea. Bisogna, inoltre, creare connettività attraverso le infrastrutture tradizionali e
le nuove infrastrutture digitali. Molto – ha dichiarato – deve ancora essere fatto, in
particolare assicurare le consulenze e rinforzare la cooperazione con le autorità
regionali e locali. Arnaldo Abruzzini ha concluso il panel portando avanti una serie di
riflessioni concernenti i seguenti elementi: 1) la disponibilità dei dati; 2) ciò che le
imprese vogliono; 3) cosa può essere fatto. Ha dichiarato che:
1) I dati a disposizione incontrano un limite importante dal momento che
confrontano realtà difficilmente paragonabili: come è possibile – si chiede –
comparare giganti come India o Cina con piccole realtà europee come la
Slovenia? Non crede quindi che ci sia un problema di impresa in Europa: gli
imprenditori sono persone comuni e ciò che li rende speciali è l’ambiente nel
quale vivono e sono cresciuti. Diventa pertanto necessario favorire la creazione
di ambienti in cui si possano trovare ragioni motivazionali, considerazione per
ciò che si fa e valutazioni positive del proprio operato. In Italia – ha sostenuto –
la cultura cattolica non favorisce lo spirito d’impresa a differenza dei paesi del
nord Europa.
2) Le imprese sanno esattamente cosa vogliono: produrre qualcosa che incontri i
desideri delle persone e immetterlo nel mercato. Bisogna supportarle e favorire
il loro accesso ad ambienti che le promuovano e valorizzino.
3) Le regioni possono fare molto a livello micro, ma è necessario individuare un
piano d’azione a livello macro, e l’Unione Europea .ha il compito non facile di
creare un collegamento tra la dimensione micro – regionale e nazionale – e la
dimensione macro europea.
Sessione parallela – “Incoraggiare l’imprenditorialità e l’innovazione”.
Raffaele Cattaneo ha aperto l’intervento parlando del fattore antropologico che
rende l’imprenditore tale: è la passione dell’individuo che vuole creare qualcosa di
importante, grazie alla propria volontà e intelligenza. Si è quindi soffermato sul ruolo
delle autorità nell’incoraggiare la mentalità imprenditoriale: gli attori politici devono
pertanto migliorare le condizione nelle quali gli imprenditori lavorano e massimizzare il
valore culturale e sociale del fare impresa. La società deve attribuire un valore
positivo alla dimensione imprenditoriale come avviene in Lombardia – ha chiosato. La
Lombardia è sulla buona strada: ha infatti migliorato l’accesso al credito e ha
rilanciato il tema della ricerca e dell’innovazione grazie anche al legame tra il mondo
universitario e quello imprenditoriale. Dimitri Corpakis ha individuato cinque
elementi chiave che devono essere considerati nel momento in cui si definiscano gli
attività regionali:
1. la base economica;
2. l’imprenditorialità, la capacità di fare impresa;
3. l’innovazione e le idee;
4. il talento, le capacità personali e il capitale umano;
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5. infrastrutture, servizi e risorse naturali che definiscono lo scenario regionale.
Ha poi sottolineato come un ruolo importante sia giocato dagli attori politici: questi
infatti devono promuovere un ambiente che favorisca l’innovazione e la cooperazione
tra università e mondo imprenditoriale. Si sono fatti passi avanti in questa direzione,
attraverso i fondi strutturali e di investimento europei, il programma COSME per le
PMI, il programma HORIZON 2020, per il quale, in particolare, gli elementi chiave
sono: la semplificazione, una maggiore partecipazione delle PMI, l’accesso al capitale
di rischio, il sottopreogetto “Fast Track to Innovation” e la partnership tra settore
pubblico e privato. Ha poi fatto seguito l’intervento di Nicolas Duhamel, che ha
parlato de “La suite dans les idées”, un progetto lanciato nel 2013 dalla regione NordPas-de-Calais-Picardie, che porta avanti iniziative per sviluppare lo spirito e la
mentalità d’impresa. Il programma ambisce a creare una cultura imprenditoriale
attraverso il coinvolgimento di scuole e università, che propongono attività per aiutare
lo studente nel suo percorso per diventare un imprenditore: tra queste vi sono gli
incontri con vecchi imprenditori che parlano della loro esperienza, il supporto morale
per modificare la percezione del fallimento che deve essere percepito come una
possibilità ammissibile e un’occasione di miglioramento, l’istituzione di fiere e festival
in cui i più giovani possono mostrare i propri progetti. Si cerca, attraverso queste
iniziative, di diffondere la cultura d’impresa presso i giovani. Ad oggi sono 1200 gli
imprenditori coinvolti e circa 55.000 i giovani sensibilizzati alla tematica. Ha infine
concluso il proprio intervento enfatizzando il grande valore che ha lo scambio di idee e
auspicando che altre regioni portino il loro contributo di idee e progetti positivi.
Sessione conclusiva – “Riepilogo e incoraggiamento a proseguire nel
rinforzare una mentalità e uno spirito imprenditoriale nelle città e nelle
regioni dell’Unione Europea”.
Lowri Evans ha sottolineato come l’Europa debba puntare sulla dinamicità per creare
posti di lavoro. È necessario – ha aggiunto – che i giovani vedano una possibilità reale
nel divenire imprenditori ed è pertanto auspicabile che tutti i giovani, prima di lasciare
la scuola, facciano esperienza in qualche impresa per comprendere cosa significhi. La
Commissione Europea si sta muovendo in questa direzione grazie al programma
Erasmus per giovani imprenditori, il cui obiettivo è facilitare la conoscenza del mondo
imprenditoriale e aiutare i giovani a sviluppare l’impresa; il programma ha inoltre il
merito di far proprie due dimensioni – la circolazione delle idee e
l’internazionalizzazione – che sono fondamentali. A seguire, ha posto l’accento sul
potenziale d’impresa che hanno donne e migranti, che spesso non hanno la possibilità
di mettersi in gioco. Ha, infine, concluso parlando delle possibilità offerte dalla
rivoluzione digitale e della necessità di digitalizzarsi, che hanno le vecchie imprese.
Per Charlina Vitcheva è giunto il momento di sviluppare progetti intelligenti, che
supportino le iniziative chiave dell’Unione Europea: il mercato digitale, l’energia e
l’economia circolare. Sarebbe inoltre necessario avere – ha continuato – un’attenzione
speciale all’innovazione, ai servizi, alla creazione di network e al legame tra università
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e imprese. In particolare, sarebbe necessario favorire un processo bottom-up, per
creare il quale bisogna favorire lo sviluppo di una certa mentalità. Josette
Dijkhuizen ha concluso l’evento ribadendo ancora una volta come sia di massima
importanza il legame tra mondo universitario e mondo imprenditoriale e quanta strada
l’Europa debba ancora percorrere per raggiungere questo obiettivo.
LINK
http://cor.europa.eu/en/events/Pages/entrepreneurial-spirit.aspx
Eseguito da:
Samuele Zanatta
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
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