Agricoltura
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Mercoledì 17 Ottobre 2012 *OLTRE AL PREZZO DEL GIORNALE A SOLI € 2,00* , Agricoltura Oggi 35 in edicola con IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA L’eurocommissario all’ambiente a ItaliaOggi: meno sprechi se il costo va sul prezzo finale dei prodotti L’Ue vuole che l’acqua costi cara Potocnik: un mercato e un prezzo europeo per le risorse idriche DI STEFANO VALENTINO E LUIGI CHIARELLO «B isogna introdurre un prezzo sull’acqua, basato sull’effettivo consumo idrico; una misura non ancora presa seriamente in considerazione dai governi nazionali»: a dirlo a ItaliaOggi è Janez Potocnik, eurocommissario all’ambiente. Del resto il miglioramento dell’efficienza idrica è tema centrale della direttiva quadro sull’acqua che imporrà regole più precise sul settore, entro novembre 2012. Secondo il commissario Ue «far pagare l’acqua incoraggerebbe gli operatori economici a usarla in modo più razionale. Ciò vale soprattutto per il settore agricolo, responsabile del 24% del consumo complessivo di acqua nell’Ue». Domanda. Perché stabilire un prezzo sul consumo d’acqua? Risposta. Le risorse idriche sono scarse: un prezzo diventa necessario. L’obiettivo è far si che i governi fissino un valore per l’acqua, incentivando così un uso più efficiente. Bisogna iniziare da qualche parte per dare messaggi chiari. Fissando un prezzo per le risorse idriche ci si allinea alle linee guida della Water framework directive (2000/60/EC). D. E l’impatto sulla competitività, nel mercato Ue, verso aziende extra Ue che vendono prodotti in Europa? R. Il prezzo per l’acqua verrà incluso nel prezzo finale dei beni. Questo non renderà un’azienda meno competitiva; sarà piuttosto uno stimolo per migliorare la produzione e ridurre il consumo. Nel lungo periodo, un prezzo sull’acqua non sarà un malus per la competitività delle imprese europee, ma un vantaggio economico notevole. D. Non crede che un’applicazione difforme della direttiva quadro sull’acqua da uno stato membro all’altro possa distorcere la concorrenza tra imprese situate in diverse zone geografiche? R. La misura del prezzo dell’acqua prevista nella direttiva dovrebbe essere rispettata da ogni Stato membro, ma non c’è uno schema preciso. Siamo consapevoli, che gli approcci sul prezzo dell’acqua possono essere differenti fra stato e stato. D. Non c’è il rischio che questo processo possa svantaggiare settori o regioni più dipendenti da questa risorsa? R. Oggi, la cosa più importante è tener d’occhio le risorse idriche; le conseguenze sociali e economiche vanno considerate, ma non sono le sole. E la suscettibilità di un comparto economico non deve diventare una scusa per abbandonare l’impresa. Se, poi, dovessero emergere effetti indesiderati proveremo a sistemare le cose. Un’opzione è la previsione di periodi transitori per regioni particolari. D. In pratica, vuole introdurre un modello orientato al pagamento del prezzo idrico attraverso uno schema di mercato, piuttosto che mediante il pagamento di oneri pubblici? Janez Potocnik R. Stiamo cercando di imitare modelli simili al mercato della CO2. Penso sia un’opzione interessante da tenere in considerazione, ma non siamo riusciti a giungere a una decisione univoca a riguardo. Non siamo ancora al punto di creare un mercato simile a quello australiano. D. In che modo garantirete che i sussidi europei, soprattutto quelli per l’agricoltura, non neutralizzeranno l’effetto del prezzo sull’acqua? R. I sussidi andranno ridotti. O tutto il lavoro fatto sarà completamente inutile. Per la prima volta, dopo la revisione del primo pilastro Pac, fino al 2020 solo il 30% dei pagamenti Ue andrà agli agricoltori. Inoltre, la condizionalità sta migliorando la produzione, riducendo perfino l’utilizzo di risorse idriche. E la Wfd introduce la nozione di conformità incrociata (che sarà introdotta anche nella nuova Pac). I sussidi non saranno più diretti alla produzione, ma ai beni pubblici; così, il beneficio sarà per la comunità tutta, preservando le risorse naturali. D. State lavorando con la Dg agricoltura della commissione Ue, per assicurare che i sussidi agli agricoltori non siano usati per comprare acqua per le irrigazioni? R. La Pac attuale e le riforme in itinere non contengono misure di supporto diretto alla vendita di acqua. Gli agricoltori, però, incassano pagamenti diretti attraverso il primo pilastro Pac. Beh, questi ultimi potrebbero essere utilizzati a questo scopo. In fondo, si tratta di pagamenti dati ai soli agricoltori, se soddisfano requisiti di condizionalità e, in futuro, anche misure «verdi». In ogni caso, se le autorità nazionali assicureranno il giusto prezzo dell’acqua, per come è fissato dall’art. 9 della Wfd, questo agirà come incentivo per gli agricoltori a ridurre i costi. D. Ma se il prezzo dell’acqua verrà incorporato nel prezzo finale dei prodotti e ricadrà sui consumatori, le aziende che usano l’acqua non avranno più incentivi a essere efficienti, visto che potranno scaricare il costo dell’acqua sui consumatori finali. Come si potrà evitare questo problema? R. L’obiettivo è riallocare in maniera più efficiente le risorse disponibili. Senza un processo di questo tipo il costo dell’acqua si sposta tutto sui cittadini. L’implementazione di questo processo potrà causare un aumento del prezzo per i produttori, in qualche caso. Come detto non dovrebbero esserci costi aggiuntivi per i consumatori. In un mercato competitivo, se i produttori passano l’onere del prezzo ai consumatori, questo comporterà un passaggio a beni prodotti con un minore impiego di acqua. © Riproduzione riservata Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO [email protected] LA PROPOSTA CONTRO GLI SHOCK DI MERCATO PRESENTATA AL COMITATO PER LA FOOD SECURITY DELLA FAO Polizze contro i picchi di prezzo delle commodity agricole U n sistema assicurativo per proteggere i paesi poveri dagli shock di prezzo delle commodities agricole e non solo. La proposta è stata presentata nei giorni scorsi al Comitato per la food security della Fao dal rapporteur speciale per il diritto al cibo delle Nazioni Unite, Olivier de Schutter, e dalla delegata ai problemi della povertà Magdalena Sepùlveda. Il sistema ideato dai due esperti prevede la creazione di un Fondo globale per la protezione sociale, in parte finanziato dagli stati più ricchi e in parte affidato a programmi di riassicurazione per fronteggiare situazioni di rischio, anche di shock dei prezzi alimentari. In caso di disastri (carestie, alluvioni) che colpiscono intere popolazioni, una polizza assicurativa appositamente ideata per gli Stati più poveri penserebbe a coprire le spese straordinarie. Novità rilevante, visto che le assicurazioni utilizzano quegli strumenti finanziari che secondo molti sono i principali responsabili dei picchi dei prezzi agricoli. «C’è differenza tra l’utilizzo di questi strumenti per proteggersi dai rischi», spiega a ItaliaOggi Olivier de Schutter, «e la speculazione alimentata dal guadagno facile. In principio le compagnie di assicurazione private possono avere un ruolo costruttivo nell’aiutare i Paesi più poveri ad adottare regimi di protezione sociale». Qualcosa è cambiato dal 2011, quando anche i leader del G20 riuniti in Francia trovarono comodo accusare la «finanziarizzazione» dell’agricoltura tout court per l’aumento dei prezzi alimentari e la volatilità. C’è anche qualcosa che non è cambiato: la capacità degli organismi internazionali di prendere iniziative concrete per contrastare la volatilità resta piuttosto limitata. Lo ha confermato l’incontro dei ministri dell’agricoltura che prendono parte al comitato sulla sicurezza alimentare della Fao, dove si è parlato degli impegni presi nel summit del G20 dell’anno scorso a Cannes, ma si è andati poco oltre l’appello a un «maggiore coordinamento». Anche con le quotazioni dei cereali ai livelli della crisi del 2008 e l’indice Fao dei prezzi che ha ripreso a salire (+1,4% in settembre), i Paesi del G20 hanno comunicato già da una settimana di non aver intenzione di convocare il Forum di risposta rapida alle crisi alimentari, strumento ideato proprio dal summit di Cannes per fronteggiare le emergenze. Secondo il G20 «il mercato sta funzionando bene». Ma le cause strutturali degli shock di prezzo restano. Almeno secondo gli ultimi dati Fao, nel mondo oltre 850 milioni di persone lottano contro la fame, rese più vulnerabili in uno scenario che conferma una tendenza all’aumento dei prezzi alimentari nel lungo periodo, a cui si somma una marcata volatilità dei mercati nel breve periodo. Angelo Di Mambro, Bruxelles P O LT R O N E I N E R B A La ricerca del team dell’Istituto Scienze per la vita di Pisa Mercoledì 17 Ottobre 2012 37 Le strategie del primo esportatore Pasta Zara investe Il progetto Granoro contro l’infarto 34 mln in impianti Spaghetti salva vita DI L ANDREA SETTEFONTI a pasta come farmaco per combattere l’insufficienza cardiaca dopo un infarto. È l’idea sulla quale sono al lavoro i ricercatori dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e il pastificio Granoro di Corato (Ba). «È un progetto che potrebbe rivoluzionare il ruolo e la funzione della pasta», commenta Marina Mastromauro, ad di Granoro. «L’idea nasce da una pasta che noi abbiamo in commercio da due anni, Cuore Mio, dove al grano duro abbiamo aggiunto orzo. Questo perché sapevamo che l’utilizzo quotidiano di orzo, ricco di betaglucani, poteva essere in grado abbassare il colesterolo nel sangue, oltre a essere in grado di contenere i picchi di glicemia nei diabetici». La produzione della Granoro si è incontrata, in maniera quasi casuale, con Vincenzo Lionetti, ricercatore in fisiologia al Sant’Anna di Pisa che porta avanti studi sulla capacità di autorigenerarsi del cuore dopo un infarto. «Avevamo notato come l’impianto di cellule staminali non dava i risultati sperati e come, invece, le cellule del cuore si adattino meglio all’ambiente ischemico se esposte ad alcuni fattori naturali contenuti negli alimenti. Uno di questi elementi è il betaglucano. Il nostro obiettivo è quello di testare se il betaglucano veicolato dalla pasta sia in grado di potenziare le proprietà auto-rigenerative del cuore infartuato». La ricerca, nella quale Granoro ha investito 300 mila euro, vedrà impegnati per i prossimi tre anni, sei ricercatori (biologi, medici, istopatologi) guidati da Vincenzo Lionetti per dimostrare, appunto, come l’assunzione di pasta arricchita di betaglucani possa essere utile alla prevenzione dell’insufficienza cardiaca dopo infarto acuto del miocardio. «L’uso del cibo per scopi terapeutici era già conosciuto nell’antichità», spiega l’ad di Granoro, Mastromauro. «Ma è una sensibilità che si è persa con l’industrializzazione dei processi di produzione alimentare. Con la nostra ricerca il cibo diventa veicolo, se consumato tutti i giorni, di principi e sostanze benefiche. Certo è una scommessa, ma noi ci crediamo». Le premesse della pasta-farmaco ci sono, si tratta adesso di avere i riscontri scientifici. «Saranno studiati gli effetti di questo nuovo approccio nutraceutico in modelli sperimentali di infarto del miocardio geneticamente, anatomicamente e metabolicamente simili all’uomo. E se funziona, sarà un passo importante nella prevenzione dell’insorgenza di insufficienza cardiaca dopo un infarto, anche per quei pazienti che non possono essere trattati con approcci convenzionali», commenta il dottor Lionetti. E non solo. «Si evita la cronicizzazione della cura e al tempo stesso si crea una filiera nutraceutica. L’agricoltura così assume un nuovo ruolo, importante, in grado di rivitalizzare il mercato agricolo e dare vita a nuove figure professionali». DI P LUISA CONTRI er far fronte alla crescita a due cifre delle vendite (+13% sul 2011), Pasta Zara, il primo esportatore di pasta e il secondo produttore del nostro paese, ha in programma investimenti per 34 mln euro nei prossimi 18 mesi, per il 45% coperti con mezzi propri e autofinanziamento e per il restante 55% finanziati da istituti di credito. L’azienda trevigiana, che conta di chiudere il 2012 con un fatturato di 200-210 mln euro (il 92% dei quali derivanti dall’export), contro i 190 dello scorso anno, destinerà allo stabilimento di Muggia, nel triestino, il grosso degli investimenti: 30 mln. In parte verranno impiegati per rendere operativa, da qui a giugno 2014, un’area logistica capace d’ospitare 66 mila posti pallet. A marzo 2013 saranno invece avviati i lavori d’allestimento di una sesta linea produttiva (per la pasta corta), di un nuovo gruppo di confezionatrici e di un silos intermedio per lo stoccaggio del prodotto finito da convogliare al confezionamento, che dovrebbero essere operativi per fine anno. La capacità produttiva dell’impianto di Muggia dovrebbe così saliere dalle attuali 610 tons/ dì a 830 tons/dì. Altri 4 mln euro saranno spesi per lo stabilimento di Rovato, acquisito circa 2 anni fa dal fallimento del pastificio Pagani e che ha già assorbito 7 mln d’investimenti. Qui verranno installate nuove confezionatrici e nuovi pallettizzatori e verranno fatti lavori di manutenzione straordinaria sulle nove linee di produzione portando la capacità produttiva da 420 a 440 tons/dì. RISIKO AGRICOLO RIGONI DI ASIAGO, azienda vicentina leader in Italia nel mercato delle confetture biologiche, ha ottenuto un finanziamento per 4 mln euro dal gruppo assicurativofinanziario Sace. Il finanziamento sarà destinato a sostenere i costi per l’acquisto di terreni agricoli in Bulgaria e di macchinari per la coltivazione e la lavorazione di frutta oltre che per attività di marketing. TENIMENTI A NGELINI, società dell’omonimo gruppo farmaceutico, ha acquisito il controllo del 100% di Bertani Holding, compresi 180 ha di terreni, di cui 54 vitati, e di Tenuta Novare, società nelle quali deteneva già quote di maggioranza dal dicembre 2011. Tenimenti Angelini conta di generare sinergie produttive e commerciali con le altre cantine in portafoglio: Azienda Agricola Val di Susa a Montalcino, Tenuta Tre Rose a Montepulciano, San Leonino a Castellina in Chianti, Puiatti di Romans e Collepaglia di Jesi. DOPPIA ACQUISIZIONE PER MOLINARI ITALIA. L’azienda liquoristica romana, leader nel segmento della sambuca, ha acquisito da Società Italiana Liquori il marchio Vov, il liquore all’uovo inventato nel 1845 a Padova da Giuseppe Pezziol, e la distilleria friulana Ceschia. IL GRUPPO PEDON (60 mln euro di fatturato) s’espande. Dopo aver ampliato a settembre scorso lo stabilimento di Molvena-VI di 7 mila mq, spendendo 5 mln euro, amplierà la capacità produttiva in Cina, trasferendo l’impianto in un capannone di più grandi dimensioni e in posizione logistica migliore a Dalian (lungo la costa a est di Pechino). Il nuovo sito sarà operativo a fine ottobre e richiederà un investimento complessivo di 2,5 mln $. Entro il 2013 dovrebbe arrivare a esportare 2 mila container di fagioli e lenticchie. TRENTA SUPERMERCATI SISA del Nord e Centro Italia e i due gourmet store Buonissimo|L’Arcipelago del gusto di Brescia e Rovereto-TN commercializzeranno tre diverse tipologie d’olio extravergine d’oliva italiano degli olivicoltori aderenti al Fai (la filiera agricola italiana promossa da Coldiretti) garantito dalla tracciabilità delle filiere olivicole organizzate da Unaprol. IL GRUPPO BARILLA (3,9 mld euro di fatturato nel 2011) ha inaugurato un nuovo stabilimento a Rubbiano, nel Parmense, dove verranno prodotti sughi a base pomodoro e pesti. L’impianto ha una capacità produttiva di 35 mila tons espandibile a 60 mila tons, utilizzerà esclusivamente materia prima di provenienza italiana e ha richiesto un investimento di oltre 40 mln euro. PRENDERÀ IL VIA IL 5 NOVEMBRE PROSSIMO AD A MBURGO, per toccare poi Düsseldorf e Berlino, la terza edizione di SalumiAmo, manifestazione di promozione delle eccellenze della salumeria italiana promossa dall’Istituto per il commercio estero e dall’Istituto valorizzazione salumi italiani. Protagonisti di quest’a tornata la bresaola della Valtellina Igp, il prosciutto di Modena Dop e il salame cacciatore Dop. LA COMMISSIONE EUROPEA ha aperto un’indagine per verificare se 13 imprese produttrici e distributrici di vassoi in polistirolo e in polipropilene per alimentari abbiano dato vita o mano a un cartello nello spazio economico europeo. Si sospetta si siano accordati sui prezzi, si siano spartiti il mercato e si siano scambiati informazioni commercialmente sensibili. insalatina, porri e rapanelli della Loira, hanno costituito in joint venture paritetica Nantial, società che a partire dal 1° novembre prossimo commercializzerà la produzione orticola dei soci di Nanteurop. Nantial punta a incrementare le vendite da 16 mila e 20 mila tons. LA COMMISSIONE EUROPEA ha dato il via libera alla cooperativa lattiero-casearia danese-svedese Arla per l’acquisto della cooperativa tedesca Mich Union Hocheifel. Ha invece condizionato l’ok all’acquisizione della britannica Milk Link alla cessione dell’impianto di trasformazione di quest’ultima nel Devon. CONCENTRAZIONE NEL SETTORE DELL’ORTOFRUTTA IN OLANDA. Il produttore e importatore Staay Food Group ha annunciato l’intenzione di fondere la sua controllata Van der Staay Barendrecht con Hispa Fruit pure di Barendrecht. L’unione delle due realtà è destinata a generare un ulteriore miglioramento della qualità dei prodotti e del servizio offerto. BAYER CROPSCIENCE ha siglato una partnership con gli istituti di ricerca australiani Csiro e Grdc per collaborare alla seconda fase dello sviluppo di nuove varietà di frumento geneticamente modificato a maggior resa. Nella prima fase della ricerca Csiro e Grdc hanno già ottenuto, in tes in serra, grano con una resa maggiorata del 30%. LA SOCIETÀ CANADESE BIG SKY FARMS attiva nel settore delle carni suine ha dichiarato fallimento. I problemi finanziari del gruppo, il secondo maggior produttore di suini del paese, sarebbero dovuti alla siccità che ha colpito gli Stati Uniti e che ha fatto impennare i costi dei mangimi. Per ogni suino allevato e mandato al mattatoio perderebbe fra 30 e 40 euro. LECHE PASCUAL , LEADER IN SPAGNA nella produzione e distribuzione di latte, yogurt, succhi di frutta, bevande a base soia ecc. (circa 800 mln euro di fatturato) ha stretto un accordo con l’industria farmaceutica Esteve per sviluppare, tramite la joint venture BalanceLabs, alimenti adatti a persone affette da diabete. LA MULTINAZIONALE SVIZZERA SYNGENTA ha dichiarato l’intenzione di comprare per 403 mln euro la società belga Devgen, specializzata nello sviluppo di ibridi di riso e nella tecnologia dell’Rna interference. L’acquisizione consentirebbe a Syngenta di mettere a punto soluzioni integrate che combinino gli ibridi di riso ad alta performance di Devgen con i suoi agrofarmaci per la coltura. AGRIAL , COOPERATIVA DELLA BASSA NORMANDIA (2,7 mld euro), e Nanteurop, consorzio di 12 produttori di valeriana, Luisa Contri