MALOJA – CAVLOCCIO - CAI Sezione di Lecco

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MALOJA – CAVLOCCIO - CAI Sezione di Lecco
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE DI LECCO “RICCARDO CASSIN”
-- 1874 -Gruppo “Età d’Oro”
Mercoledì 18 febbraio 2015
Escursione 7/15
MALOJA – CAVLOCCIO
L’Engadina ci accoglie con una delle sue
mete classiche che noi raggiungeremo
volentieri godendo della neve, del
paesaggio e, speriamo, del bel tempo.
Attività:
Bus.
Escursionisti:
Fondisti:
A
B
ATTENZIONE
Ore 07.30
Ore 09:45
Ore 12.30
Ore 13.30
Il bus si fermerà al Maloja per portare all’Hotel Sonne, alle ore 13.00, gli
escursionisti e i fondisti A.
Dal Passo Maloia (1815 m) al lago Cavlocc (1911 m) e ritorno.
Alle ore 13.00, il Bus li porterà all’Hotel Sonne.
Anelli del Maloja.
Dal Maloja a St. Moritz sperando che nel frattempo il lago sia percorribile.
In caso contrario, occorrerà passare attraverso il bosco,
Per i fondisti B, il bus sarà al Sonne dopo le ore 13.30.
Ritrovo in via Besonda (p.le Eurospin) e partenza del Bus per il Maloja.
Durante il tragitto, breve sosta al Moreschi a Prata Camportaccia.
Arrivo al Passo Maloja e inizio attività per escursionisti e fondisti C. Soste
successive a Silvaplana e a St. Moritz.
Il Bus porta escursionisti all’Hotel Sonne.
Piatto caldo all’Hotel Sonne.
L’ora di ritorno verrà stabilita valutando le condizioni meteorologiche ed
ambientali.
Ha suscitato curiosità la caramella sulla lapide di Claudio Abbado alla chiesetta di Cresta in Val di Fex.
Diversi partecipanti mi hanno chiesto il perché di questa caramella. Per chi vuole saperne di più, vedi retro.
RICORDARSI CARTA D’IDENTITA’, ENGADIN SKI-PASS E TESSERA SANITARIA
I telefoni GEO: Agostino 329 2338727 e Pinuccia 331 7620938 sono sempre attivi durante le escursioni.
Per iscrizioni o cancellazioni, si può contattare Pinuccia sul cellulare il lunedì dalle 14:30 alle 16:00 ed
il martedì dalle 17 alle 20.
Il presente programma potrebbe subire variazioni a causa di condizioni meteorologiche o logistiche sfavorevoli.
Si ricorda che tutte le escursioni GEO sono riservate a escursionisti aventi esperienza di montagna adeguata alle caratteristiche e difficoltà del percorso
descritto, dotati di idoneo equipaggiamento, in buone condizioni di salute e che si impegnano, durante l’escursione, a rispettare il codice di comportamento del
GEO. Ciascuno deve fare affidamento sulle proprie autonome capacità fisiche e tecniche, perché non è prevista la presenza di accompagnatori o capogita. I
consiglieri del GEO presenti, curano solo il buon andamento degli aspetti logistico – organizzativi.
23900 LECCO – VIA Papa Giovanni XXIII, 11 – Tel. 0341.363588 - FAX 0341.284717
Sito Internet: http://www.cai.lecco.it
e-mail: [email protected]
Abbado seppellito in Engadina
Il direttore d'orchestra riposa in un piccolo cimitero di montagna
Claudio Abbado riposa in Engadina, Svizzera orientale, vicino alla sua casa
di montagna. La notizia è stata diffusa dalla famiglia. Le immagini, che
“Classic Voice” pubblica in anteprima, sono quelle della piccola cappella di
Crasta in Val Fex, dietro la quale c’è un piccolo muretto dove si riconosce,
in mezzo alle tante, la lapide del direttore d’orchestra, con le date di nascita
e morte (1933-2014).
Sotto la lapide di Abbado, Niente fiori, ma un ramo di abete, alcune pigne e
una caramella.
Caramelle e violini, l'ultimo bacio ad Abbado
L'ultimo saluto, alla fine, sono state le caramelle. I nipoti di Abbado le hanno appoggiate, piano, con delicatezza,
sulla bara che andava via. L'ultimo regalo da mettere in tasca al nonno, per il viaggio più lungo. E' finito, così,
all'una e mezza di notte, l'addio dei familiari e degli amici più cari a Claudio Abbado, nella chiesa dei Santi Vitali
e Agricola, in piazza Santo Stefano.
Al termine di una cerimonia iniziata a mezzanotte, dopo due giorni di pellegrinaggi che hanno visto sfilare nella
camera ardente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di fianco ai detenuti del coro Papageno della
Dozza. Poi il ministro Annamaria Cancellieri, il conduttore Fabio Fazio e tanta, tantissima gente. Emozionati,
composti, silenziosi. I bolognesi hanno abbracciato Abbado in silenzio, si sono inchinati davanti alla sua tomba
di legno, circondata di violini e girasoli. Allo scoccare di ogni ora i ragazzi della Mozart hanno suonato il loro
addio al maestro in piedi davanti leggii, dietro la bara ai girasoli. Tra un concerto e l'altro nella cappella
risuonava la musica registrata. Fuori dalla cappella, i musicisti non sono mai andati via. Alcuni di loro non hanno
mai lasciato, per due giorni, il triangolo di strade tra la cappelle via Gerusalemme. Controllavano che andasse
tutto bene, salutavano gli ospiti arrivati dall'altra parte del mondo, sorridevano alla gente comune, ricordavano di
spegnere i cellulari. Come una famiglia. "Abbado era un uomo che viveva per il bene della gente che lo andava
ad ascoltare, che con grande umiltà cercava di tirare fuori il meglio, di lui e dei musicisti che dirigeva", dice oggi
il libraio Romano Montroni, amico di famiglia, mentre scivola fuori nella notte.
Alle dieci, per l'ultimo concerto, la piccola cappella in piazza delle Sette Chiese era stipata.
La fila fuori è proseguita fino all'ultimo, fino alla mezzanotte. Malgrado il freddo cominciasse a farsi sentire.A
mezzanotte meno un minuto una ragazza è corsa dentro. "Posso? Faccio ancora in tempo?". Poi le porte si
sono chiuse ed è iniziata la liturgia privata, officiata da don Giovanni Nicolini. L'ex direttore della Caritas ha usato
poche parole per salutare l'amico direttore, pochissimi termini religiosi. Un'orazione alla "gentilezza di Abbado",
al "valore che dava ai rapporti umani", al "rispetto che aveva dei più poveri", soprattutto. Quando le parole sono
finite l'ex compagna di Abbado, la violinista russa Viktoria Mullova (che ad Abbado ha dato il figlio Misha), ha
tirato un respiro profondo, ha inforcato il violino e ha eseguito la celebre Ciaccona di Bach. Un concerto di
un'intensità emotiva sconcertante, impastato di lacrime, musica e silenzi. Quando ha finito di suonare per alcuni
minuti è rimasta con l'archetto alzato, sospeso.
Poi l'ha appoggiato a terra. Era il segnale: si poteva tornare tutti a piangere, a respirare, a vivere. Quando tutto è
finito, la bara di Abbado è stata portata a braccio fuori dalla chiesa, poi è stata trasportata al cimitero di Borgo
Panigale, per essere cremata. Con il suo talismano di caramelle.
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