Un tempo di preghiera, digiuno e carità

Transcript

Un tempo di preghiera, digiuno e carità
anno V - numero 2
www.sanponziano.net
marzo 2006
Lettera di informazione della comunità
e
r
t
Pie
l’editoriale
L
a Quaresima è tempo di
penitenza, di preghiera e di
carità, realtà che non passano
mai di moda. Per questo la
Quaresima è una sorta di
allenamento spirituale, di palestra dello
spirito, per acquistare un dominio
sempre più grande su noi stessi - e quindi
essere più liberi - e per rafforzare le virtù
cristiane. Nel mondo c'è chi digiuna per
protesta e chi per necessità. Chi lo fa con
una motivazione religiosa e chi con una
laica. C'è chi muore di fame e chi fa la
dieta. Per noi il digiuno significa
riaffermare il primato dello spirito,
disciplinare i nostri istinti, liberare il cuore
e aprirlo al fratello che è nel bisogno.
Penitenza è anche accettare le croci
che la vita ci presenta e saper offrire le
nostre sofferenze in unione a quelle di
Cristo. La preghiera è il respiro dell'anima
e proprio come l'aria è necessaria alla
nostra sopravvivenza in questo mondo
caotico e distratto. Solo dialogando con
Dio possiamo leggere gli eventi alla luce
della fede. Ritagliarci uno spazio di
deserto anche nei ritmi ossessivi di
questo nostro tempo è di vitale
importanza. La carità è il nome stesso di
Dio, come ci ricorda Benedetto
XVI. Per noi cristiani la carità è la
vita, perché siamo in
comunione con un Dio che è
amore. Come si fa allora a non
amare i nostri fratelli? Come
si fa a non perdonare, a
non aiutare, a non
ascoltare? Siamo
chiamati ad essere per
i nostri fratelli il volto
sorridente di Dio.
don Luigino
vive
parrocchiale di S.PONZIANO - Roma
“Vedendo le folle ne ebbe compassione”. Messaggio del Papa per la Quaresima
Un tempo di preghiera,
digiuno e carità
«D
inanzi alle terribili sfide della povertà
di tanta parte dell'umanità, l'indifferenza e la chiusura nel proprio egoismo si pongono in un contrasto intollerabile
con lo “sguardo” di Cristo. Il digiuno e l'elemosina,
che, insieme con la preghiera, la Chiesa propone in
modo speciale nel periodo della Quaresima, sono
occasione propizia per conformarci a quello
“sguardo”». Questa è l'affermazione centrale del
Papa nel suo Messaggio per la Quaresima di quest'anno. Partendo dalla frase di Matteo (Mt
9,36), Benedetto XVI afferma che anche oggi lo
sguardo misericordioso del Signore si posa
con compassione sugli uomini che soffrono
per la fame, la miseria, l'ingiustizia, sulle moltitudini affamate di gioia, di pace e d'amore.
Il Papa affronta dunque la questione tanto
dibattuta dello sviluppo. Innanzitutto afferma che “in nessun
continua a pagina 2
L’
ESERCIZI SPIRITUALI
uomo, ci dice la Scrittura, è creato ad immagine e somiglianza di
Dio, e come il nostro Dio non è un Dio solitario ma è Padre e Figlio
e Spirito Santo, così anche noi non siamo creati per essere soli ma
per essere in relazione, con Dio e con il prossimo. E' proprio su questo
essere in relazione che mediteremo in questi nostri esercizi, attraverso
alcune figure che la Sacra Scrittura ci consegna. Gli esercizi, predicati da
don Michele Filippi, avranno per tema: “Amati amiamo e amando meritiamo di essere amati ancora di più”(S. Bernardo, Lettera 107)
Ci ritroveremo dal 6 al 10 marzo, ogni sera alle ore 21 in chiesa,
per la meditazione seguita dall'Adorazione Eucaristica
e dalla Compieta che chiuderà ogni serata (verso le 22,15).
Venerdì 10 marzo sarà possibile confessarsi.
2
PIETRE VIVE
Se Dio Creatore è esempio di comunione, anche l’uomo scopre in sé la vocazione a vivere insieme agli altri
L’uomo in comunità
E’ uno degli insegnmenti più immediati che ci arrivano dall’enciclica Deus Charitas est, la prima di Benedetto XVI,
che è stata pubblicata sul finire dello scorso mese di gennaio
C
ome ci ricorda l’enciclica
Deus caritas est, al centro di tutta la riflessione
cristiana c'è l'uomo. Benedetto
XVI, parlando dell'amore di Dio,
sottolinea come, in questa
nostra società confusa, ancora
e sempre l'uomo sia ontologicamente un essere amante e
bisognoso d'amore.
La Bibbia, l'antropologia
teologica, la dottrina sociale ci
dicono che l'uomo è “immagine vivente di Dio stesso: immagine che trova ed è chiamata a
ritrovare sempre più profondamente piena spiegazione di sé nel mistero di Cristo, immagine perfetta di Dio, rivelatore di Dio all'uomo e dell'uomo a sé
stesso” (Compendio pag. 58).
Paolo Vi disse, (era il 1965): ”Perché
sia possibile conoscere l'uomo, l'uomo
vero, l'uomo integro, è necessario prima
conoscere Dio stesso”.
La prima immagine di Dio è quella di
Dio-comunità trinitaria. Anche l'uomo è
comunità? Certamente sì. Siamo, anzitut-
to dualità, nell'essere uomo e nell'essere
donna… ”maschio e femmina li creò...
(Gen.1,27) e la vocazione che ci spinge
all'unità nella distinzione e all'amore.
Amore come “agape” che “esprime l'esperienza dell'amore che diventa scoperta dell'altro… non cerca più sé stesso,
l'immersione nell'ebbrezza della felicità
ma cerca, invece, il bene dell'amato…”
(Benedetto XVI )
Ancora. Siamo anche individui che
non possono vivere senza
relazionarsi continuamente
con la comunità perché
nessuno è un isola. Non
possiamo essere isole,
abbiamo bisogno degli altri
per imparare ad essere. E
come comunità siamo in
rapporto anche con il
mondo materiale di cui ne
siamo responsabili secondo
la consegna che nella
Genesi viene data ad
Adamo.
Siamo storia. La comunità umana è una comunità
che “si fa” nella storia, come la vita di ciascuno di noi. La vita di tutti gli uomini è
perciò un grande processo di maturazione, “ “dall'incompleto al completo, dal
possibile al reale”. Qualcuno paragonò la
vita all'Esodo descritto dall'Antico testamento un “andare” verso la terra promessa, e questo pensiero, forse, può incominciare a tracciarci dentro i lineamenti
della salvezza.
MIRELLA PAPINI
QUARESIMA, TEMPO DI PREGHIERA, DIGIUNO E CARITA’
continua dalla prima pagina
Chiesa indicano la strada “verso una globalizzazione che abbia
modo è possibile separare la risposta ai bisogni materiali e socia- al suo centro il vero bene dell'uomo e così conduca alla pace
li degli uomini dal soddisfacimento delle profonde necessità del autentica”.
loro cuore”. Cita poi la Populorum progressio, in cui Paolo VI
A chi detiene il potere politico ed economico la Chiesa chiedenunciava “le carenze materiali di coloro che sono privati del de “l'effettiva libertà religiosa, non intesa semplicemente come
minimo vitale, e le carenze morali di coloro che sono mutilati possibilità di annunciare e celebrare Cristo, ma anche di contridall'egoismo…” Per questo, prosegue Benedetto XVI, “il primo buire alla edificazione di un mondo animato dalla carità”. In pascontributo che la Chiesa offre allo sviluppo dell'uomo e dei sato molti cristiani o presunti tali hanno ceduto alla tentazione
popoli non si sostanzia in mezzi materiali o in soluzioni tecniche, della “trasformazione del cristianesimo in un moralismo” della
ma nell'annuncio della verità di Cristo che educa le coscienze e “sostituzione del credere con il fare”. Giovanni Paolo II infatti
insegna l'autentica dignità della persona e del lavoro, promuo- osservava: “La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo ad una
vendo la formazione di una cultura che risponda veramente a sapienza meramente umana, quasi a una scienza del buon vivetutte le domande dell'uomo”.
re. In un mondo fortemente secolaA partire da questo comunque la Chiesa si
rizzato è avvenuta una graduale secoè sempre impegnata in molti modi per allevialarizzazione della salvezza, per cui ci
ome ogni anno, in vista della si batte sì per l'uomo, ma per un
re le sofferenze degli uomini e promuoverne
Pasqua, i sacerdoti entreranno uomo dimezzato. Noi invece sappialo sviluppo: ne sono testimonianza le vite di
nelle nostre case per portare la mo che Gesù è venuto a portare la
molti santi e numerose esperienze missionarie.
Anche oggi si può affermare che “nessun pro- benedizione del Cristo risorto alle famiglie salvezza integrale” (Redemptoris misgetto economico, sociale o politico sostitui- che vi abitano.
sio, 11).
Questa benedizione si svolgerà da
sce quel dono di sé all'altro nel quale si espri“È proprio a questa salvezza inteme la carità”. “Chi non dà Dio dà troppo lunedì 27 a venerdì 31 marzo.
grale - conclude Benedetto XVI - che
E’ importante che, nei limiti del possi- la Quaresima ci vuole condurre in
poco” diceva la beata Teresa di Calcutta: “La
prima povertà dei popoli è di non conoscere bile, la famiglia sia riunita per ricevere vista della vittoria di Cristo su ogni
Cristo”. Le opere di carità promosse dalla insieme la benedizione
male che opprime l'uomo”.
BENEDIZIONE PASQUALE
C
PIETRE VIVE
3
LE CONFERENZE DEL LUNEDI. Svidercoschi ha parlato del Concilio e mons. Feroci di don Andrea Santoro
Il martirio sulla via del dialogo
Particolarmente sentita è stata la testimonianza sul sacerdote che, abbandonando la comoda vita del parroco a Roma,
è voluto andare, missionario, in Turchia, la terra dove il cristianesimo ha conosciuto la prima espansione
IL CONCILIO E’ VIVO
l nostro appuntamento mensile per riflettere sui grandi temi di
attualità ha visto protagonista, in gennaio, Gian
franco Svidercoschi, giornalista e scrittore, che, in occasione del 40° anniversario
della chiusura del Vaticano II, ci ha offerto
una lucidissima testimonianza sul valore
del Concilio e sulle prospettive future
della sua attuazione.
Dopo aver ripercorso il contenuto dei
documenti conciliari, Svidercoschi, che
all'epoca era vaticanista dell'Ansa, ha sottolineato i grandi temi del Concilio, le sue
grandi novità: il modo di concepire la
Chiesa, i suoi rapporti col mondo, l'importanza della Parola di Dio, la riforma liturgica, l'ecumenismo, la libertà religiosa, i rapporti con gli Ebrei e così via.
I
DON ANDREA SANTORO E LA SUA TURCHIA
l mese di febbraio invece è stato
segnato da tragica notizia dell'uccisione in Turchia di don Andrea
Santoro, sacerdote romano di grande
cultura, ex parroco di Gesù di Nazaret a
Verderocca e dei SS. Fabiano e Venanzio
I
Don Andrea,
quando era parroco a Roma.
A sinistra: Gianfranco Svidercoschi
a Villa Fiorelli. Per questo abbiamo voluto
ricordarlo con l'aiuto di mons. Enrico
Feroci, parroco di S. Ippolito. D. Andrea
aveva spiegato in maniera spendida in un
testo per l'Opera Romana Pellegrinaggi,
riportato da Avvenire del 10 febbraio, il
perché della sua scelta personale di vivere in Turchia come sacerdote “fidei
donum” della diocesi di Roma ed il valore
straordinario di quella terra per la storia
del cristianesimo che proprio lì aveva
avuto la sua prima espansione: lì l'apostolo Paolo, originario di quelle terre, aveva
annunciato il Vangelo, a quelle comunità
cristiane da lui fondate aveva indirizzato
alcune delle sue lettere, lì aveva vissuto
Maria insieme all'apostolo Giovanni, lì era
stata scritta l'Apocalisse, lì erano stati
celebrati i primi Concilii della Chiesa.
Oggi la presenza cristiana in quella
terra è ridottissima, quasi invisibile. Per
questo don Andrea aveva fortemente
desiderato stabilirsi lì e vivere il suo sacerdozio come presenza silenziosa e orante.
Inoltre voleva tentare di stabilire un
contatto, di aprire un dialogo, umile e
rispettoso fra il mondo occidentale e
quello orientale: ecco il senso della sua
“Finestra per il Medio Oriente”, un'associazione, un bollettino, un sito internet
per aprire uno spazio di comunicazione.
La sua morte tragica ha fatto sì che chi lo
conosceva apprezzasse maggiormente
questa sua scelta, che era parsa a molti
“stravagante” o “estrema”, e che chi non
lo conosceva scoprisse un personaggio
speciale: un prete vero, tutto di un
pezzo, un martire.
LA TORRE DI BABELE
LA CHIESA PUO' PARLARE DI FAMIGLIA? Benedetto XVI ha ricordato
che i giornali possono contribuire ad un mondo di giustizia e di
pace e ha proposto il binomio informazione verità. Libero del
26 gennaio, scandalizzato, a pag. 4 ha titolato: “Il Papa ai giornali: difendete il matrimonio”. L'Unità a pag. 10 si è attestata sulla
stessa posizione riduttiva con questo titolo: “Ratzinger. Giornali
parlate di famiglia” e nel sommario ha precisato: “Benedetto XVI:
l'informazione sia parziale”.
Più prudente ma non meno insidiosa la risposta
di Corrado Augias su Repubblica pag. 20, ad un
lettore il quale gli fa osservare che non è da laici
pretendere che la Chiesa non prenda posizione sui
problemi dell'uomo. Il laico Augias elegantemente si
è schierato con il Concilio Vaticano II che “non escluse” il diritto della Chiesa di intervenire su tutto, ma “limitò questi
interventi alla coscienza dei credenti e di tutti coloro che liberamente riconoscono nella Chiesa un'autorità morale”. Perciò
Augias trova sbagliato che “per affermare i suoi principi la Chiesa
non parla più ai suoi fedeli, ma direttamente e in modo ostentato ai responsabili politici” come ha fatto il Papa ricevendo, nei
giorni scorsi, Veltroni, Marrazzo e Gasbarra con le Giunte di
Roma. Secondo Augias Benedetto XVI ricevendo in Vaticano le
tre Giunte avrebbe dovuto tacere o limitarsi a parlare del freddo che fa.
IL VANGELO SECONDO CENTO. L'on. Paolo Cento, ora numero due
dei Verdi (che ricordiamo come Consigliere della
nostra IV Circoscrizione di 20 anni fa e prima
ancora fiero e violento antagonista dei giovani
della nostra parrocchia che erano allora particolarmente attivi e presenti nelle scuole del quartiere) intervenendo a “Porta a Porta”, il 30 gennaio, sull'enciclica Deus est caritas apprezza le aperture di Papa
Ratzinger alla carità e ritiene che la Chiesa potrebbe consentire
un largo impiego dei preservativi nelle zone del Sud del mondo
maggiormente colpite dall'Aids. In nome della carità.
Quando i laici spiegano alla Chiesa come “modernizzare” il
suo magistero la banalità è spesso in agguato.
Sempre dalla tv, il 28 gennaio nel programma di Serena
Dandini “Parla con me” (Rai 3) il comico Vergassola spara questa
battuta: “Il Papa nella sua enciclica ha detto che la Chiesa non
deve occuparsi di politica. Ma non faceva prima a telefonare a
Ruini”.
Il cabaret al servizio dell'anticlericalismo più becero.
4
PIETRE VIVE
UN SANTO AL MESE. Il 29 marzo si ricorda Santa Caterina da Genova, maestra di carità e amore coniugale
La Santa che vide il Purgatorio
I
l 29 marzo si ricorda S. Caterina da Genova,
moglie santa, donna d'azione straordinaria e
grande mistica, vissuta tra il 1447 e il 1510.
Nata nella nobile famiglia dei Fieschi (il
padre Giacomo era vicerè di Napoli) avviata
contro voglia al matrimonio con Giuliano
Adorno, uomo dal pessimo carattere,
dopo una vita giovanile trascorsa fra difficoltà coniugali e frivolezze, si convertì a 26
anni. Con il suo esempio travolgente convertì anche il marito, che si fece terziario
francescano, e con lui - dal 1483 - si dedicò
eroicamente alla cura dei malati poveri
dell'Ospedale di Genova fino a condividerne
la condizione.
Nella fragilità che oggi minaccia e frantuma i
rapporti di coppia, Caterina è un luminoso esempio di recupero in Cristo di un'armonia coniugale al
servizio della carità.
L
a presenza di padre
Paolo, missionario caracciolino in Africa, nella
giornata organizzata dall'Avaz
e dal nostro Coordinamento
missionario per domenica 29
gennaio ha avuto un successo
straordinario. La testimonianza
semplice e appassionata di
questo religioso ci ha colpito
profondamente. Non per
niente abbiamo potuto consegnare a padre Paolo la bellezza di 7000 euro. Ma il dato
economico non è tutto. Padre
Paolo ci ha fatto percepire
tutta la durezza della povertà,
ma anche tutta la riccezza di
sensibilità e d'amore della sua
gente. Due episodi su tutti, tra
Rimasta vedova nel 1497 si dedicò ancora più
intensamente alla spiritualità e all'ascetismo fino a
trovare nella vita contemplativa la totale adesione a Cristo e l'unione mistica con la divinità. Il
“Trattato del Purgatorio”, ispirato ma non
materialmente redatto da Caterina, è imperniato sul tema dell'amore divino che innalza
l'anima fino all'unione perfetta con il
Signore.
Assistita da numerose rivelazioni, donna
di acume e cultura notevoli, Caterina Fieschi
è l'emblema della «nobildonna santa» del
Rinascimento: mistica dell'amor puro e della
carità, conosciuta e amata dai posteri come la
S.Caterina
«dottoressa del Purgatorio», la sua vita e le sue
da Genova
rivelazioni costituiscono un percorso illuminante,
una vera e propria guida all'amore di Dio senza
confini. Pio XII la proclamò Patrona secondaria degli
ospedali
PARROCCHIA MISSIONARIA
quelli che ci ha raccontato: il
canto di gioia e di lode a Dio
che lo ha accolto in un villaggio, quando tutti pensavano
che fosse scappato, come
tanta gente, per paura della
guerra; e la bambina affamata,
che invece di mangiare il frutto
che le aveva dato, era scappata via per andare a dividerlo
con la sorellina più piccola. I
poveri e i piccoli ci danno
delle grandi lezioni.
ROMANIA
Domenica 19 febbraio abbiamo avuto invece la presenza
di suor Rosella, che opera a
Bucarest in Romania e da tanti
anni viene aiutata dal nostro
Gruppo missionario. Anche la
sua testimonianza è stata toccante. Quarantacinque anni di
regime durissimo hanno messo
in ginocchio questo Paese,
che ancora non riesce a rialzarsi. Stipendi bassissimi e
costo della vita quasi come il
nostro. Tanta gente non ha
lavoro. Molti vivono per strada. Le suore cercano di aiutare con i pochi mezzi che
hanno a disposizione. Un orfanotrofio accoglie una trentina
di bambini abbandonati, che
elemosinano un po' di affetto,
non avendo mai sperimentato
cosa significa avere una famiglia. Alcuni anziani vengono
aiutati ed accuditi. Una trentina di pasti vengono offerti
ogni giorno a persone che
non hanno letteralmente niente da mangiare e finiscono per
frugare nell'immondizia
MESSICO
Domenica 19 marzo i nostri
amici Francesca e Massimiliano
ci riproporranno “Aiutami a
studiare”, la loro iniziativa a
favore di alcuni giovani del villaggio di Ocotepec in Chiapas,
che hanno bisogno di sostegno materiale e morale per
continuare a studiare.
L’orario delle SS. Messe…
FERIALE:
7 – 7,30 – 8,30 – 18,30
FESTIVO:
8 – 9 –10,15 – 11,30 – 18,30
la chiesa non è aperta solo negli orari delle celebrazioni. Sarebbe bello se tutti, studenti o lavoratori, cominciassero la
o la concludessero fermandosi un attimo in chiesa per un momento di preghiera.
M agiornata
L’apertura degli uffici
SEGRETERIA PARROCCHIALE: ore 9.30-12 e 16.30-19, tutti i giorni, meno sabato pomeriggio e festivi
CENTRO DI ASCOLTO: martedì pomeriggio ore 16.30-18.30 e venerdì mattina ore 10-12.
PUNTO DI ASCOLTO FISCALE E LEGALE: mercoledì ore 18.30-19.30
SPORTELLO AMICO: martedì ore 10-12
PARROCCHIA SAN PONZIANO
via Nicola Festa 50, 00137 Roma
tel. 06.8713.8687
e mail: [email protected]
La nostra parrocchia ha un sito internet con notizie,
informazioni, servizi, telefoni, recapiti e le pagine di Pietrevive
www.sanponziano.net