Monitoraggio dei rischi legati all`esportazione
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Monitoraggio dei rischi legati all`esportazione
Comunicato stampa Zurigo, 7 aprile 2016 Monitoraggio dei rischi legati all’esportazione 2016 Indagine condotta presso più di 300 imprese svizzere orientate all'esportazione dalla Fachhochschule di Berna e da Euler Hermes • Le imprese svizzere affidano le chiavi del proprio successo futuro a innovazione ed espansione verso nuovi mercati in crescita. • Il rischio principale continua a essere quello di cambio ma nel 2016 crescono anche le preoccupazioni per i rischi congiunturali e politici; anche le inadempienze di pagamento all’estero aumentano, così come i correlati problemi di liquidità e la perdita di ordini dovuta all’instabilità politica. • Una morale di pagamento sempre più scarsa e insolvenze sempre più frequenti stanno alimentando i rischi in molti paesi emergenti e mercati in crescita; cresce il fabbisogno di copertura delle imprese svizzere, tendenzialmente colmato tramite pagamenti anticipati, acconti, garanzie e assicurazioni crediti. • Nel 2016 sono però previsti ulteriori utili da esportazione che aiuteranno gli esportatori svizzeri ad assorbire parte delle perdite subite nel 2015 per via della sfavorevole situazione del cambio. Nel 2016, la Fachhochschule ed Euler Hermes hanno nuovamente interpellato oltre 300 imprese svizzere orientate all’export per indagare sui relativi rischi di esportazione. La stragrande maggioranza delle imprese intervistate è costituita da PMI con un organico di 10-250 collaboratori. Le aziende hanno rivelato le misure di copertura adottate per contrastare i rischi di esportazione attuali e quelli previsti in futuro. Molte delle previsioni si sono concretizzate rispetto all’anno precedente, come la contrazione dell’export dovuta all’eccessiva valutazione del franco svizzero. Altre tendenze hanno invece assunto nuovi contorni negli ultimi dodici mesi, costringendo le imprese a rivedere i propri orientamenti in funzione del nuovo contesto. Più innovative e globali: questa la ricetta delle imprese svizzere per il futuro «Il 2015 è stato l’anno delle turbolenze valutarie e della conseguente contrazione dell’export per un valore di 5,5 miliardi di franchi», commenta Ludovic Subran, economista capo del Gruppo Euler Hermes. «Nel 2016 gli esportatori svizzeri potranno recuperare almeno la metà di queste perdite in previsione di un incremento di 2,5 miliardi di franchi degli utili da esportazione. Molte imprese esportatrici svizzere individuano nell’innovazione la chiave per il successo futuro. Aspirano a una diversificazione ancora maggiore, sia in termini di nuovi prodotti sia in termini di mercati di sbocco, oltre che a incrementare la propria presenza nei principali paesi di esportazione. Attualmente, però, i rischi di esportazione stanno aumentando un po’ ovunque in un contesto caratterizzato da sempre più scarsa morale di pagamento e maggiori casi di inadempienza di pagamento e insolvenza, ad esempio nei paesi del Golfo o addirittura negli Stati Uniti. Per questo gli esportatori sono particolarmente interessati a misure di copertura – e al riguardo è rilevante come le imprese svizzere puntino preferibilmente su pagamenti anticipati o acconti così come su garanzie e assicurazioni crediti». Cambia l’aspettativa di rischio: rischi politici e congiunturali rispetto al rischio di cambio In prospettiva futura, oltre un terzo delle aziende esportatrici svizzere paventa un aumento dei rischi congiunturali e politici a fronte di una sostanziale stabilità del rischio di cambio. «Per i prossimi 12 mesi gli esportatori svizzeri temono soprattutto un acutizzarsi dei rischi politici e congiunturali», spiega il dr. Paul Ammann, responsabile Executive MBA della Fachhochschule di Berna. «Lo scorso anno era esattamente l’opposto: solo il 22% degli intervistati si aspetta un rischio di cambio superiore mentre nel 2015 la percentuale era del 69%. Tutto sommato, però, quello di cambio è ancora il rischio dominante. Il 96% delle imprese lamenta ancora di essere pesantemente o mediamente penalizzato dalla forza del franco, a causa della quale ha perso ordini dall’estero. Anche altri rischi mostrano una tendenza crescente – non ultimo per via della debolezza del commercio internazionale. Sono saliti infatti i casi di fatture inevase da parte di clienti esteri e i conseguenti problemi di liquidità per gli esportatori svizzeri. Lo stesso vale per gli ordini persi a causa dell’instabilità politica». Cresce il ruolo di importazioni e delocalizzazioni così come quello delle innovazioni Tuttavia, i mercati esteri continuano a essere molto importanti. Anche nel 2016, tutte le imprese intervistate ammettono di trasferire le proprie attività e di fare sempre più acquisti all’estero oltre che di incrementare la propria presenza nei principali mercati di destinazione. Questo dato coincide con la statistica delle esportazioni svizzera, che segnala una riduzione dei prezzi all’importazione. Secondo i dati forniti dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD), le importazioni dal Regno Unito (UK) sono aumentate del 2%, quelle dagli Stati Uniti del 7%. Ma le aziende elvetiche intendono puntare anche su innovazioni di prodotto. Poche certezze all'orizzonte: non tutte le previsioni del 2015 si sono concretizzate Le imprese svizzere si aspettano un netto incremento delle esportazioni verso Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, paesi del Golfo e Stati Uniti rispetto al 2015, mentre prevedono contrazioni soprattutto verso Brasile e Russia. «A posteriori, è interessante notare come solo una parte delle previsioni sull’export dell’indagine del 2015 abbia effettivamente trovato riscontro nella realtà», chiosa Stefan Ruf, CEO di Euler Hermes Svizzera. «Nel 2015, le imprese si preparavano a un marcato incremento delle esportazioni verso Cina, paesi del Golfo e Stati Uniti. Nel 2016 le statistiche danno loro ragione solo per quanto riguarda gli Stati Uniti; per il resto, le esportazioni sono aumentate soprattutto verso il Regno Unito. La prevista flessione verso i paesi dell’area euro a causa della forza del franco si è invece tradotta in realtà. In ottica futura, è positivo che per il 2016 le imprese si aspettino esportazioni da stabili a leggermente in aumento in questi paesi». Questo divario tra previsione e realtà è sostanzialmente attribuibile a nuovi scenari congiunturali e a tassi di cambio favorevoli: «La crescita dell’export verso la Cina ha deluso le attese a causa dell’insistente crisi dell’economia locale e del rallentamento congiunturale», spiega Subran. «Questo fenomeno non riguarda solo la Svizzera ma anche altri principali partner commerciali della Cina. Lo scorso anno, però, in Cina non si è aggravato solo il rischio congiunturale bensì anche quello di inadempienza di pagamento, che contagia anche altri paesi emergenti, in Europa, America Latina e nel Sud-est asiatico. Difficoltà anche nei paesi del Golfo a causa del calo dei prezzi del petrolio. Negli scambi con Gran Bretagna e Stati Uniti, gli esportatori svizzeri hanno trovato un valido alleato nella stabilità dei tassi di cambio con dollaro e sterlina, e in questo caso le previsioni sono state confermate». La situazione del rischio nei paesi di esportazione peggiora rispetto al 2015 All’inizio del 2015 le imprese svizzere giudicavano elevato il rischio in Africa, Russia e Sud America, un timore confermato nel corso dell’anno. Ancora oggi, a inizio 2016, gli intervistati giudicano molto critica la situazione in Brasile e Russia, e inseriscono anche i paesi del Golfo e la Turchia tra le fonti di preoccupazione crescente. I 3 principali rischi di esportazione nel 2016 1. Rischio di cambio 2. Rischi congiunturali 3. Rischi delcredere / di credito Gli esportatori svizzeri restano notevolmente penalizzati dal cambio. Il 96% (2015: 87%) delle imprese intervistate si dichiara da duramente a mediamente colpito dal rischio di cambio. I rischi congiunturali e i rischi delcredere / di credito si confermano rispettivamente in seconda, con l'83% (88%), e in terza, con il 57% (55%) posizione tra i rischi che interessano in misura da grave a media le imprese esportatrici svizzere. Le 6 principali misure di copertura degli esportatori svizzeri 1. Pagamento anticipato / acconto (78%, 68% nel 2015) 2. Nuovi prodotti / innovazioni (66%*) 3. Stretto contatto con partner di distribuzione all’estero (65%*) 4. Presenza nei principali mercati di esportazione (diversificazione) (55%, 48% nel 2015) 5. Acquisto all’estero in caso di rivalutazione del CHF (53%, 52% nel 2015) 6. Riduzioni dei costi in Svizzera in caso di rivalutazione del CHF (49%, 2016 e 2015) Fig. 1: Misure di copertura più utilizzate in percentuale delle imprese (*nuovo nell’indagine sulla base delle risposte alle domande aperte fornite nel 2015) Il rischio di cambio è ancora al centro delle preoccupazioni delle aziende esportatrici La maggioranza degli esportatori svizzeri (53%) mitiga il rischio di cambio effettuando acquisti a prezzi convenienti all’estero, riduce le spese in Svizzera, emette ai propri clienti esteri fatture in USD/EUR/CHF o aumenta semplicemente i prezzi all’estero. Anche la delocalizzazione all’estero (26% delle imprese intervistate) rappresenta uno strumento molto apprezzato per gestire il rischio di cambio. Il 58% di coloro che impiegano questa misura di copertura rivela di volerla utilizzare in misura ancora maggiore nei prossimi 12 mesi. «Il 26% (24% nel 2015) delle imprese dichiara di riuscire a trasferire l’apprezzamento del franco svizzero ai clienti esteri rincarando i prezzi. È un dato confortante che è stato oggetto di ulteriore approfondimento. Ne è emerso che solo il 20% riesce a scaricare più dell’80% dell’apprezzamento del franco sui clienti esteri, quindi anche le imprese che riescono ad aumentare i prezzi registrano una perdita dovuta all’eccessiva valutazione del franco svizzero», precisa Ammann. I rischi politici e delcredere (rischio di mancato pagamento) sono in gran parte mitigati tramite pagamenti anticipati «Nel 2015 sono aumentati in tutto il mondo i rischi politici e di insolvenza. Nell’occhio del ciclone sono finiti soprattutto Brasile, Cina e Russia, insieme a numerosi altri paesi emergenti», spiega Subran. «Per la prima volta dopo sei anni, il 2016 vedrà probabilmente un nuovo aumento del 2% dei tassi di insolvenza». «Ma questo non è un buon motivo per chiudersi dentro i propri confini, se si vogliono gettare le basi per una crescita a lungo termine. Ritirarsi oggi dai mercati più rischiosi si tradurrà in uno svantaggio nel momento in cui la crescita tornerà a spingere. Ecco perché la copertura dei rischi di liquidità e bilancio è ormai una questione di vitale importanza. Strumenti quali le assicurazioni crediti sono sempre più utili alle aziende per preservare la propria competitività futura e incrementare le vendite all’estero», commenta Ruf. L’indagine mostra che le imprese svizzere preferiscono arginare il rischio di mancato pagamento ricorrendo a pagamenti anticipati, accertamenti della solvibilità dei clienti nei paesi di esportazione, lettere di credito o garanzie e assicurazioni crediti. Non sono poche, tuttavia, le imprese che ammettono di rinunciare intenzionalmente a esportare in mercati dominati da incertezza politica. «Tre quarti delle imprese intervistate riesce a imporre pagamenti anticipati ai propri clienti esteri. Il 66% di queste afferma di riuscire in taluni casi a ottenere un anticipo del 100%. Ma l’89% cita anche altre misure rispetto a quelle contemplate nell’indagine. Emerge che la maggioranza delle imprese riesce a esigere un acconto del 30% al momento dell’ordine – una percentuale piuttosto elevata», commenta Ammann. Il 13% delle imprese ha stipulato un’assicurazione crediti, ed è importante notare che il 58% di queste la faccia poi effettivamente valere. Percentuali simili si riscontrano anche per quanto riguarda la garanzia. Ci si chiede quindi se le imprese elvetiche siano sufficientemente informate a proposito di questi strumenti, che sono utilizzati in modo molto intensivo da un numero relativamente esiguo di aziende. In futuro, con l’intensificarsi della concorrenza, saranno sempre meno i clienti disposti a pagare in anticipo. Informazioni sull’indagine Per la seconda volta, l’indagine analizza in dettaglio tutti i rischi di esportazione in Svizzera e le misure di copertura adottate dalle aziende. Offre alle imprese esportatrici una piattaforma di confronto per aiutarle nella copertura dei rischi mostrando loro margini di ottimizzazione. Oggetto dell’indagine sono stati tutti i rischi connessi con l’attività d’esportazione: rischio di cambio, congiunturale, politico e interculturale, rischio delcredere e di sicurezza, così come il rischio di insufficiente certezza del diritto. La stragrande maggioranza delle imprese intervistate è costituita da PMI con un organico di 10-250 collaboratori. Sono state intervistate esclusivamente imprese esportatrici che producono beni strumentali o standard, operano nel campo della progettazione specifica per il cliente e nel commercio oppure offrono servizi. Due terzi delle imprese intervistate presentano una quota di esportazione superiore al 30%. Per maggiori informazioni rimandiamo al sito www.ti.bfh.ch/exportrisiko_monitor - Länderstudie Schweiz (studio sulla Svizzera) Economic Insight Presentazione per la conferenza stampa Studio completo disponibile su richiesta (inviare richiesta via e-mail a [email protected]) Contatto per la stampa: Euler Hermes Schweiz Alexandra Krähenmann Portavoce di Euler Hermes Svizzera Tel: 044 283 65 14 [email protected] www.eulerhermes.ch Berner Fachhochschule Dr. Paul Ammann Tel: +41 79 370 67 86 [email protected] www.ti.bfh.ch/weiterbildung ***** Euler Hermes è il maggiore provider al mondo di soluzioni di assicurazione crediti commerciali nonché specialista riconosciuto nei settori delle cauzioni e del recupero crediti commerciali. Con oltre 100 anni di esperienza, Euler Hermes offre una gamma completa di servizi finanziari a clienti business-to-business (B2B) per la gestione del portafoglio clienti. La sua rete internazionale di monitoraggio permette di controllare e analizzare la solvibilità di PMI e multinazionali presenti sui mercati che rappresentano il 92% del PIL mondiale. Con sede a Parigi, la compagnia è presente in oltre 50 paesi con più di 6000 collaboratori. Euler Hermes fa parte del gruppo Allianz, è quotata all’Euronext di Parigi (ELE.PA). e beneficia del rating AA- di Standard & Poor’s e Dagong Europa. Il gruppo ha raggiunto un giro d’affari consolidato di 2,6 miliardi di euro nel 2015 e ha coperto transazioni commerciali nel mondo per un totale di 890 miliardi di euro a fine 2015. Presso la sede di Zurigo e le agenzie di Losanna e Lugano, Euler Hermes Svizzera occupa ben 50 collaboratori. Per maggiori informazioni: www.eulerhermes.ch, LinkedIn o Twitter @eulerhermes. La Fachhochschule di Berna fornisce servizi personalizzati nell'ambito della formazione e del perfezionamento, della ricerca applicata e dello sviluppo nonché del trasferimento di conoscenze tecnologiche. Tre rivendicazioni sono al centro della sua attività: la qualità elevata per poter offrire all'economia personale specializzato e servizi qualificati e innovativi. L'orientamento internazionale per dischiudere a studenti e docenti le migliori opportunità nel mondo globalizzato della formazione e dell'economia. Un modo di pensare e agire interdisciplinare per soddisfare le aspettative elevate poste ai team eterogenei nell'industria e nella scienza. La Fachhochschule BFH di Berna riunisce sei dipartimenti e offre complessivamente 29 corsi di laurea di primo livello e 21 di laurea magistrale nonché numerosi corsi di perfezionamento. Ulteriori informazioni sono disponibili al sito www.bfh.ch o www.ti.bfh.ch Le valutazioni sono soggette, come sempre, alle riserve riportate qui di seguito: Riserva sulle affermazioni previsionali: Alcune asserzioni qui contenute possono riferirsi ad aspettative per il futuro e ad altre affermazioni di proiezione che implicano incertezze e rischi più o meno noti, che potrebbero fare sì che gli effettivi risultati e sviluppi differiscano in maniera sostanziale da quelli contenuti o indicati nelle suddette affermazioni. Oltre ad altri motivi, che non sono qui menzionati, possono esservi eventualmente deviazioni derivanti da variazioni della situazione economica generale e concorrenziale, soprattutto nei campi d’attività e mercati principali dell’Allianz, da acquisizioni e dalla successiva integrazione di aziende e da misure di ristrutturazione. Deviazioni possono poi risultare dall’entità o dalla frequenza dei sinistri, dai tassi di storno, dai tassi di mortalità e dalla morbilità rispettivamente dalle loro tendenze e, in particolare nel settore bancario, dalla perdita di beneficiari di crediti. Anche gli sviluppi dei mercati finanziari e dei tassi di cambio, come pure i cambiamenti legislativi e normativi nazionali e internazionali, in particolare riferiti a regolamentazioni fiscali, possono esercitare un influsso. Attacchi terroristici e le loro conseguenze possono aumentare la probabilità e l’entità delle deviazioni. La società non assume alcun obbligo di aggiornare le affermazioni qui contenute.