7 Politica d`investimento – Luglio 2016
Transcript
7 Politica d`investimento – Luglio 2016
Politica d'investimento – Luglio 2016 Prima della pausa estiva? Contenuti Asset allocation tattica in sintesi 3 Commento sul mercato 4 Prima della pausa estiva? Congiuntura 5 Aumento dei rischi al ribasso in Europa Obbligazioni 6 La Brexit liquida gli aumenti dei tassi US Azioni 7 Calma interrotta Investimenti alternativi 8 Le strategie alternative restano attraenti Valute 9 Riecheggia il frastuono della Brexit Panoramica del portafoglio 10 Previsioni 11 Asset allocation tattica in sintesi sottoponderato Categoria d'investimento fortemente leggermente neutrale Cash sovraponderato leggermente o Obbligazioni (durata auspicata: 6.0 anni)* o Qualità del credito elevata / media o Titoli di stato o Obbligazioni societarie o Bassa qualità del credito (global high yield) o Paesi emergenti o Azioni o Svizzera o Mondiali o Azioni Europa o Azioni USA o Azioni Giappone o Azioni paesi emergenti o Investimenti alternativi o Strategie alternative o Metalli preziosi o Oro o altri o Materie prime o Metalli industriali o Energia o Immobili o sottoponderato Valute fortemente fortemente leggermente neutrale EUR o USD o JPY o sovraponderato leggermente fortemente Durata CHF da 1 a 3 anni o da 3 a 7 anni o 7 e più anni o * Durata media del portafoglio obbligazionario o = ponderazione nel mese precedente Messaggi chiave 1. Dopo l’uragano Brexit, sui mercati torna – solo temporaneamente – il sereno. Le varie incertezze, a cui ora si aggiunge anche la Brexit, continuano ad alternarsi. Per questo e in considerazione dell’imminente pausa estiva, un periodo solitamente di basso fatturato e di elevata vulnerabilità, per le azioni scegliamo una posizione sottoponderata. 2. Un aumento dei tassi d’interesse negli USA per quest’anno sembra ormai definitivamente liquidato e dalle altre banche centrali ci si aspetta piuttosto un allentamento della loro politica. I rendimenti alla scadenza della maggior parte delle obbligazioni hanno conosciuto nuovi livelli minimi. Manteniamo una quota sottoponderata nei titoli di stato e una leggera sovraponderazione nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione. 3. L’oro è riuscito a confermare la sua funzione di porto sicuro. Per via dei rischi di mercato ricorrenti l’oro dovrebbe ricevere un’ulteriore spinta. Manteniamo la sovraponderazione della quota in oro e aumentiamo leggermente la quota di liquidità. Per il greggio ci attendiamo un movimento laterale e scegliamo pertanto un posizionamento neutrale. Manteniamo una leggera sovraponderazione nelle strategie alternative. 3 Politica d'investimento 7/2016 Commento sul mercato Prima della pausa estiva? tutte le avversità, che da un anno a queste parti continuiamo a illustrare nella nostra politica d’investimento, sono lungi dall’essere risolte. I mercati hanno reagito con isteria all’inaspettata Brexit, facendo precipitare in caduta libera le quotazioni di borsa dopo la decisione. A distanza di una settimana, su molte piazze lo shock sembrava superato. Le quotazioni delle azioni svizzere e statunitensi sono tornate ai livelli di prima della decisione o li hanno addirittura superati. Ma è ancora presto per abbassare la guardia. Restiamo prudenti e riduciamo la quota delle azioni. Segni ricorrenti di nervosismo sui mercati Indice di volatilità SMI 35 30 La volatilità nei mercati azionari dopo il sì alla Brexit è aumentata fino a raggiungere gli elevati valori di febbraio, risp. dell’estate 2015 (v. grafico). Sui mercati è scattato di nuovo il nervosismo, che sembra alleviarsi solo in alcuni momenti passeggeri – non è un contesto propizio per investire in azioni. Da tempo ormai i mercati azionari falliscono nel tentativo di raggiungere nuovi massimi. Così anche lo SMI, che ha sfiorato quota 8000, ma è solo riuscito a restarci per poco tempo. 25 20 15 10 07/15 Verso la sicurezza, in una fuga dettata dal panico All’esito della Brexit, le valute più gettonate erano il CHF, lo yen giapponese e il dollaro USD. Il franco svizzero era così forte da spingere la BNS l’indomani della bocciatura dell’UE da parte dei britannici, a confermare di essere intervenuta sul mercato delle valute estere. È partito anche il rally dell’oro, mentre i tassi d’interesse per i titoli della Confederazione, ma anche per i titoli di stato tedeschi, hanno sperimentato nuovi record storici, precipitando in zona negativa. Il nervosismo si percepisce per via del fatto che i titoli decennali della Confederazione danno un rendimento negativo per ogni duration e che le istituzioni svizzere di previdenza concedono ai debitori di buona affidabilità creditizia crediti a breve termine a interessi negativi. 09/15 11/15 01/16 03/16 05/16 07/16 Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Fra i timori sulla congiuntura che si riaccendono regolarmente – in Cina, ma anche negli USA – i dubbi sull’efficacia delle misure di politica monetaria addizionali e le preoccupazioni legate al prezzo del greggio, si inserisce ora anche la Brexit, con incertezze e paure circa la stabilità di molte banche d’importanza sistemica in Europa. Anche la crisi dell’indebitamento non è risolta, ma di fronte alle cattive notizie che ci giungono in continuazione è stata rilegata in secondo piano, e fanno già il giro i termini Frexit o Dexit, anche se questi scenari sono davvero altamente improbabili. Più bassi che mai Rendimenti alla scadenza per titoli della Confederazione in funzione della scadenza, in % Investitori razionali: alla larga dalle scommesse È comprensibile che questo sviluppo sia tutt’altro che sostenibile. Eppure, puntare su un ritorno rapido verso uno scenario anche solo lontanamente in odore di normalità, ci sembra opinabile. Già quando i rendimenti hanno sforato in negativo, vigeva un consenso sul fatto che si trattasse solo di un’esagerazione temporanea. Eppure, chi all’inizio dell’anno – malgrado il rendimento già allora negativo – ha acquistato buoni del tesoro svizzeri o tedeschi, oggi può rallegrarsi di aver ottenuto un buon rendimento. Questa scommessa che sembrava quasi utopica alla fine è stata vinta. Ma di certo non si tratta di un comportamento razionale. Nel frattempo non si può più escludere nulla, perché non passa giorno senza nuove “bad news“. Non è il momento di fare scommesse rischiose e il boom economico, semmai, esiste solo per gli speculatori, ma non per gli investitori. 1.5 1.0 0.5 0.0 -0.5 -1.0 -1.5 01/15 Anni: 04/15 2 07/15 10/15 5 01/16 04/16 07/16 10 30 50 Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Risk off In questo contesto, a nostro avviso è sensato passare alla modalità risk off. I mesi di luglio e agosto sono piuttosto deboli a livello di fatturato, un aspetto che aumenta la vulnerabilità dei mercati – e un motivo in più per restare in attesa a bordo campo. In conclusione: le eventuali opportunità che ci sfuggirebbero sono poche, mentre sono numerosi i rischi concreti di rimetterci. Pericoli vecchi e nuovi La decisione sulla Brexit ha dunque dimostrato quanto sia instabile l’umore che regna sui mercati, e come possa cambiare da un momento all’altro. Anche perché [email protected] Politica d'investimento 7/2016 4 Congiuntura Aumento dei rischi al ribasso in Europa Nessuno sa ancora dire quali saranno le conseguenze del dopo Brexit sulla congiuntura europea. Una maggiore incertezza grava tuttavia sui mercati e potrebbe spingere la BCE a nuovi interventi. Negli USA l’aumento dei tassi d’interesse per quest’anno è ormai certamente fuori questione. L’economia irlandese è probabilmente quella più toccata dalla Brexit Esportazioni dai paesi UE in Gran Bretagna in % del totale 14% 12% Dopo il sì alla Brexit, i rischi congiunturali sono aumentati. Alcuni gruppi multinazionali hanno già comunicato la loro intenzione di sospendere i progetti d’investimento in Gran Bretagna, dove anche la propensione al consumo non resterà immune alle incertezze. A dipendenza della forza del rallentamento della crescita, gli effetti si faranno sentire anche sull’economia del continente europeo. Tuttavia non è il caso di invocare scenari catastrofici. Per molti paesi dell’Eurozona la Gran Bretagna è uno dei maggiori partner commerciali, anche se, ad eccezione dell’Irlanda, la loro percentuale di esportazioni è modesta rispetto al volume globale (v. grafico). Manteniamo invariata la nostra prognosi di crescita per l’Eurozona all’1.8%, anche perché le conseguenze del dopo Brexit non sono assolutamente anticipabili. 10% 8% 6% 4% 2% 0% IE NL BE DE ES CY SE FR PL PT Fonte: Eurostat, Raiffeisen Research L’economia svizzera non prende quota Barometro congiunturale KOF e fiducia dei consumatori La congiuntura svizzera continua senza slancio Con un’aliquota appena del 5% sulle esportazioni complessive, le esportazioni verso la Gran Bretagna non rivestono un’importanza decisiva per la Svizzera. Inoltre, nell’ambito della volatilità causata dalla Brexit, per via degli interventi sul mercato delle valute estere da parte della BNS, il CHF in pratica non ha registrato alcun apprezzamento degno di nota, un aspetto fondamentale per la congiuntura. Ma anche con l’EUR/CHF di appena 1.10 l’economia continua a dover affrontare venti contrari. Nel contesto attuale non si ravvisano indicatori di una ripresa congiunturale più forte. Per il 2016 continuiamo pertanto a prevedere una crescita moderata del PIL appena dell’1%, approssimativamente allo stesso livello dell’anno precedente. 120 20 110 10 0 100 -10 90 -20 80 -30 70 -40 60 -50 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 Barometro KOF Fiducia dei consumatori SECO, sc. dx Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research La Brexit riduce le attese sul fronte dei tassi Anche per la congiuntura statunitense dopo l’esito del referendum sulla Brexit non si impone una modifica immediata delle previsioni. Il motore più rilevante dell’economia americana, il consumo privato, dopo un inizio dell’anno a rilento, ha ripreso leggermente velocità, e anche il mercato del lavoro ultimamente si presenta più in forma. Una crescita del PIL attorno al 2% sembra pertanto tuttora realizzabile. In calo le attese sui tassi dopo la Brexit Tasso del mercato monetario a 1 mese atteso fra un anno 1.0% 0.5% 0.0% La Brexit ha influenzato la politica monetaria negli USA, esattamente come in Europa e in Giappone. Sono aumentate le aspettative del mercato che speculano su un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della BCE e della Bank of Japan per il resto dell’anno. Negli USA, i pochi aumenti di tassi prospettati finora sui mercati a termine per i prossimi 1-2 anni, sono di nuovo stati completamente riveduti. Con la Brexit, l’elenco dei fattori alternanti di insicurezza globale è diventato ancora più lungo. Per quest’anno, negli Stati Uniti non prevediamo pertanto tassi di riferimento più alti. -0.5% -1.0% -1.5% 01/15 04/15 USD 07/15 10/15 EUR 01/16 CHF 04/16 07/16 JPY Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research [email protected] 5 Politica d'investimento 7/2016 Obbligazioni La Brexit liquida gli aumenti dei tassi US I tassi d’interesse bassi rimarranno per il momento immutati. Nell’anno in corso non prevediamo alcun aumento dei tassi US e anche i mercati degli interessi hanno ormai seguito questo orientamento. Ciononostante, i titoli di stato restano poco attraenti, mentre i titoli societari offrono perlomeno il vantaggio di tassi più alti. Manteniamo inoltre un sovrappeso tattico in TIPS. Solamente una piccola probabilità di aumenti dei tassi US nel 2016 Probabilità di aumenti dei tassi negli USA, su base FedFutures, in % 50 45 40 35 Le incertezze causate dalla Brexit hanno fatto nascere nuove attese dei mercati nei confronti della maggior parte delle grandi Banche centrali, affinché annuncino nuove misure di allentamento. Di conseguenza, i rendimenti alla scadenza dei titoli di stato stanno attualmente sperimentando nuovi record minimi. Nel frattempo, persino gli interessi dei titoli della Confederazione a 50 anni sono scivolati sotto lo zero, un andamento che evidenzia la bassa propensione al rischio. Anche se per il momento non ci aspettiamo nessun rialzo dei tassi, dal profilo del rendimento i titoli di stato rimangono poco attraenti. La decisione della Brexit ha consolidato a livelli ancora più bassi i tassi d’interesse già ridotti. Dopo la Brexit, i mercati non consideravano più eventuali aumenti dei tassi US (v. grafico), e aspettano nuove misure di allentamento da parte di BoE, BCE e BoJ. La BCE continua ad acquistare titoli societari, che insieme alla ridotta attività di emissione sostiene le obbligazioni in EUR. 30 25 20 15 10 0 02/15 05/15 08/15 11/15 02/16 Luglio Settembre Novembre 05/16 Dicembre Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Obbligazioni US protette dall’inflazione denotano una buona performance Indici di TIPS e titoli di stato US (1.1.2016 = 100) 108 107 106 105 Aspettative d’inflazione troppo basse In presenza di aspettative al rialzo dell’inflazione, i titoli obbligazionari indicizzati all’inflazione (TIPS negli USA) denotano un andamento migliore, rispetto ai titoli di stato convenzionali. Dopo la Brexit, le aspettative di inflazione sono fortemente diminuite a cause delle accresciute preoccupazioni legate alla crescita. Un atteggiamento questo che ci sembra tuttavia esagerato. Negli USA la congiuntura appare abbastanza robusta, in particolare grazie ai consumi solidi. La situazione a nostro avviso non cambierà molto, neppure dopo la Brexit. Ecco perché manteniamo la sovraponderazione tattica in TIPS. Con una performance del 4.8% questa scelta e si è finora rivelata pagante (v. grafico). Call tattico per TIPS aperto nella politica di investimento 104 +4.8% 103 102 101 100 1.1.16 1.2.16 1.3.16 Indice TIPS 1.4.16 1.5.16 1.6.16 1.7.16 Indice di titoli di stato US convenzionali Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Possibile aumento delle quote di perdita nell’energia Indebitamento netto rispetto a EBITDA Settori energia e materie prime sotto pressione A livello globale, dall’inizio dell’anno le obbligazioni nei settori energia e materie prime hanno registrato una crescita percentuale a due cifre e nei segmenti Investment Grade e High-Yield. Malgrado una ripresa delle quotazioni del greggio e delle materie prime, il potenziale rialzista è ormai limitato, con rischi di perdita che permangono elevati. Grazie a condizioni di finanziamento vantaggiose, le società delle materie prime si sono ricapitalizzate ricorrendo in ampia misura a fondi di terzi. Le incertezze circa i prezzi futuri dell’energia, comporteranno per alcuni debitori delle difficoltà nel soddisfare gli impegni, rispettivamente nel rimborsare questi ingenti debiti. Continuiamo a raccomandare pertanto una sottoponderazione della quota HY. 3.50 3.00 2.50 2.00 1.50 1.00 0.50 0.00 Paesi Paesi industrializzati emergenti Energia 2007 Paesi Paesi industrializzati emergenti Altre materie prime 2015 Fonte: BIS, Raiffeisen Research [email protected] Politica d'investimento 7/2016 Solo pochi operatori di mercato dei futures prevedono un aumento dei tassi US 5 6 Azioni Calma interrotta Dopo lo shock iniziale della Brexit, i mercati azionari – almeno in Svizzera e negli USA – si sono ripresi. Tuttavia, una politica monetaria espansiva e le aspettative ribassiste sui tassi, da sole non bastano per dissipare completamente le incertezze. Alla vigilia delle vacanze estive spesso e volentieri volatili, di debole fatturato e pertanto vulnerabili, per le azioni scegliamo una quota sottoponderata. SMI ancora volatile, ma meno degli altri indici Indice SMI 8'300 Preoccupazioni Brexit 8'200 8'100 8'000 Nella prima settimana del dopo Brexit, la decisione dei britannici ha fatto scattare forti correzioni nei mercati azionari. Apparentemente, si è però presto capito che le conseguenze congiunturali non si sarebbero manifestate immediatamente ed è prevalsa la speranza che comunque sarebbero state abbastanza gestibili. Ma non è il caso di fidarsi ciecamente, il mercato resta altamente volatile. Raccomandiamo dunque prudenza: è vero che per il momento l’aumento dei tassi US non figura quasi più sull’agenda e che le banche centrali europei continueranno molto probabilmente la loro politica ultraespansiva. Ma questo contribuisce piuttosto al consolidamento, e non farà certo lievitare di nuovo le quotazioni. Così i focolai di rischi da tempo latenti torneranno di nuovo al centro dell’attenzione. L’andamento congiunturale globale non vanta gran dinamismo; la crescita economica della Cina diventa sempre più il fattore trainante dell’economia mondiale. Non tutti si fidano più incondizionatamente della congiuntura statunitense e le misure espansive delle banche centrali sembrano svanire sempre più. Di conseguenza, le azioni si ritrovano in un contesto difficile, tanto che non riteniamo più adeguato un posizionamento neutrale e raccomandiamo invece una quota azioni leggermente sottoponderata. Rally preBrexit 7'900 7'800 7'700 7'600 7'500 6/1/2016 6/15/2016 6/29/2016 Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Rapporto put - call vicino al record del 2008 Numero di put rispetto alle opzioni call 2 1.8 1.6 1.4 1.2 1 0.8 03/06 SMI difensivo sotto pressione La nostra relativa preferenza per le azioni svizzere ha comprovato la sua validità: all’indomani del referendum sulla Brexit, lo SMI ha subito le perdite minori e si è poi ripreso nuovamente. Ciononostante, anche l’indice di riferimento svizzero molto probabilmente nelle prossime settimane non potrà sottrarsi al forte nervosismo. Il numero di opzioni put rispetto alle opzioni call si avvicina ai livelli del 2008 (v. grafico). Inoltre le opzioni put (protezione contro un eventuale calo delle quotazioni) sono attualmente molto care per via dell’alta volatilità. 03/08 03/10 03/12 03/14 03/16 Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Aumentano i rapporti onere-utile Rapporto onere-utile, mediana delle banche più importanti, in % 90 80 70 60 Atteso andamento contenuto degli utili I dati finora disponibili sul secondo trimestre non lasciano ipotizzare un forte miglioramento degli utili aziendali. Si avrà maggior certezza nel corso della stagione delle pubblicazioni di rendiconto, che in Svizzera inizia a metà luglio. Continuiamo a prevedere uno sviluppo degli utili contenuto e dunque valutazioni invariatamente alte. Restiamo cauti soprattutto con le banche, anche dopo l’ultimo slittamento delle quotazioni. La redditività della maggior parte degli istituti, visti gli interessi costantemente bassi e il potenziale limitato di riduzione dei costi, resta sotto pressione (v. grafico). 50 40 30 20 10 0 CH DE 2015 FR IT UK US Media 2005-2007 Fonte: BIS, Raiffeisen Research [email protected] 7 Politica d'investimento 7/2016 Investimenti alternativi Le strategie alternative restano attraenti L’oro approfitta delle persistenti incertezze e potrebbe ancora avere potenziale di sviluppo. Per il greggio, invece, non si ravvisano impulsi determinanti – un posizionamento neutrale, pertanto, ci sembra indicato. Manteniamo la sovraponderazione delle strategie alternative. I tempi di incertezze per le azioni potrebbero sostenere il prezzo dell’oro al livello attuale Indicatori delle azioni, indicizzati (100 = 1.6.2016), nonché prezzo dell’oro I sostenitori Brexit perdono terreno: approfittano le azioni, oro sotto pressione 104 In queste ultime settimane, l’oro ha perfettamente assolto il suo ruolo di valuta in caso di crisi e in tempi di turbolenze borsistiche. Il metallo giallo alla vigilia della votazione sulla Brexit non è riuscito a sottrarsi ad una lieve tendenza al ribasso, visto che gli operatori di mercato con l’avvicinarsi del giorno del referendum erano sempre più convinti della permanenza dei britannici nell’UE e dunque non si aspettavano nessuna turbolenza. Le scosse che hanno colpito le borse, sono dunque state ancora più forti, spingendo gli investitori verso investimenti sicuri. Ad approfittarne è stato anche il prezzo dell’oro, che ha registrato un’impennata (v. grafico). Viste le incertezze sull’ulteriore processo Brexit, le preoccupazioni riguardo alla crescita globale e le varie insicurezze in alternanza fra loro, prevediamo che i mercati rimangano irrequieti, mentre l’oro potrebbe approfittare dell’avversione al rischio degli investitori e continuare la sua tendenza rialzista. Manteniamo pertanto la quota sovraponderata. 100 1'370 1'330 96 1'290 Brexit: 1'250 azioni sotto pressione, approfitta l'oro 1'210 92 Vento in poppa per i sostenitori Brexit: azioni sotto pressione, l'oro ne 88 01.06. 08.06. S&P 500 SMI 15.06. 22.06. 29.06. 06.07. Euro Stoxx 50 Oro, USD/Tr.Oz.; sc. dx Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Anche le analisi tecniche non lasciano prevedere grandi movimenti del prezzo del greggio Prezzo del greggio e Relative Strength Index (RSI) RSI > 70 mercato ipercomprato: probabilità di calo del prezzo 53 80 70 48 Greggio: probabile movimento laterale Raccomandiamo un posizionamento neutrale per il greggio, le cui quotazioni dopo la correzione indotta dalla Brexit dovrebbero fino a prova contraria muoversi entro i limiti di una fascia laterale relativamente ristretta. Questo perché il mercato del petrolio, nonostante alcuni timidi segnali di ripresa, è tutt’ora dominato da una situazione di domanda e offerta alquanto tesa. Inoltre, la congiuntura mondiale che già annaspa in generale, e in particolare il rallentamento della crescita in Cina e le continue preoccupazioni congiunturali latenti negli USA, lasciano poco margine per una risalita duratura delle quotazioni dell’oro nero. Infine, anche gli indicatori tecnici lasciano ravvisare una tendenza laterale (v. grafico). 60 43 RSI quasi a metà fra ipercomprato e ipervenduto: scarsa probabilità di grandi mutazioni del prezzo 38 50 40 30 33 RSI < 30: mercato ipervenduto: probabilità di aumento del prezzo 28 01/16 20 10 02/16 03/16 04/16 Brent, USD/Barile 05/16 06/16 07/16 RSI (14 giorni); sc. dx Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Le strategie trend following in un contesto azionario incerto sono relativamente attraenti Performance per periodi selezionati Sistemi trend following potrebbero beneficiarne Oltre agli investimenti indiretti in immobili, per i contesti azionari caratterizzati da un’elevata volatilità raccomandiamo un posizionamento sovraponderato nelle strategie d’investimento alternative. In particolare le soluzioni con fondi con una strategia trend following sistematica, in tempi di forti vulnerabilità alle oscillazioni, riescono ad affermarsi meglio rispetto ai singoli indicatori azionari (v. grafico). Visto che le strategie inseguitrici di tendenza sono in grado non solo di approfittare delle tendenze di mercato al ribasso ma anche di quelle al rialzo, esse ci sembrano essere lo strumento più appropriato per contribuire alla necessaria diversificazione in un portafoglio equilibrato. 6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% -10% -12% -14% SG CTA Index ytd [email protected] Q1 S&P 500 Euro Stoxx 50 Fino a Brexit SMI Da Brexit Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Politica d'investimento 7/2016 8 Valute Riecheggia il frastuono della Brexit Dopo il deprezzamento indotto dalla Brexit, l’EUR, dà nuovamente segni di una ripresa, sia rispetto al CHF che nei confronti dell’USD. L’USD, invece, visto che le fantasie di un aumento dei tassi ormai sono state scartate, non ha più alcun margine. Per USD/CHF prevediamo un movimento laterale. Con l’aumento dell’incertezza dopo l’esito della Brexit, gli investitori si sono rifugiati in valute di porto sicuro. Anche il CHF ha registrato una temporanea impennata. Con la comunicazione dell’esito del referendum, la valuta nazionale in una prima reazione rispetto all’Euro è volata a quota 1.06, inducendo la BNS ad intervenire sul mercato. Gli averi a vista solo nella settimana della Brexit, in quella precedente e in quella successiva al referendum, hanno registrato un aumento di circa CHF 14 miliardi. Se e in quale misura, la BNS si attiverà in futuro, dipenderà dall’andamento congiunturale dell’Eurozona, dall’ulteriore processo di attuazione della Brexit, dalle altre incertezze che si alternano tra loro, nonché dall’avversione al rischio che ne consegue. Complessivamente, ci attendiamo che il piccolo sentiero che permetterà di risalire la china all’interno dell’Eurozona, per il momento resti intatto, malgrado l’aumento dei rischi negativi, visto che i negoziati Brexit si protrarranno ancora per anni. Ecco perché il rapporto EUR/CHF dovrebbe registrare nuovamente un leggero movimento rialzista. Contesto difficile per l’USD Accanto a franco e yen anche il dollaro svolge (ha svolto) funzione di valuta rifugio per gli investitori sconcertati, dando una spinta all’USD nei confronti dell’euro. Però, il greenback rispetto al livello attuale è destinato a perdere terreno. Anche perché la presidente della Fed Janet Yellen già nella fase pre-referendum aveva messo in guardia dalle possibili conseguenze di un’uscita della Gran Bretagna dall’UE per la politica monetaria statunitense. In quest’ottica non sorprende che con l’esito del referendum, sui mercati le aspettative di aumento dei tassi US si siano annientate. Un ulteriore aumento degli interessi è ormai escluso fino a 2017. Sul versante degli interessi, verrebbe così a mancare anche il fattore propulsivo di un rafforzamento del greenback, mentre preoccupano le incertezze relative all’andamento della congiuntura statunitense. Prevediamo pertanto un leggero aumento di EUR/USD e un movimento laterale di USD/CHF. Possibilità di un’ulteriore svalutazione della GBP Anche dopo il crollo iniziale dopo il sì alla Brexit, la pressione sulla GBP persiste. Non è da escludere un nuovo indebolimento. Anche perché il direttore della BoE Carney ha già espresso ad alta voce le sue riflessioni sui prossimi abbassamenti dei tassi d’interesse. Così facendo la BoE abbandonerebbe la sua politica monetaria, che dal 2011 è più rigida rispetto a quella della BCE e che aveva dato una spinta alla GBP (v. grafico, fase 1). Una limitazione della differenza dei tassi d’interesse causata dalla BoE, invece, continuerebbe a gravare sul rapporto GBP/EUR. Nella prospettiva annuale, il leggero deprezzamento del franco svizzero rispetto all’euro potrebbe continuare Tassi di cambio 1.4 1.3 Previsioni 1.2 1.1 1 0.9 0.8 01/14 09/14 EUR/USD 05/15 01/16 EUR/CHF 09/16 05/17 USD/CHF Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Per il 2016 sui mercati non sono più attesi aumenti dei tassi US Modifica dell’aspettativa di mercato conseguente alla Brexit per gli aumenti degli interessi da parte della Fed prima (22.6.) e dopo (27.6.) il referendum 50% 40% 30% 20% 10% 0% Lug Set Nov riduzione Dic Feb. aumento Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research La sterlina rischia di perdere il vantaggio degli interessi e resterà dunque sotto pressione Tassi di riferimento di BCE e BoE; rapporto GBP/EUR 1.45 1 1.4 1 1.35 2 0.8 0.6 1.3 0.4 1.25 0.2 1.2 1.15 1.1 11/11 0 L'aumento del differenziale dei tassi d'interesse fra BCE e BOE 11/12 GBP/EUR 11/13 Preoccupaz ioni Brexit-0.2 gravano sulla GBP -0.4 11/14 11/15 Differenziale dei tassi, sc. dx Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research [email protected] 9 Politica d'investimento 7/2016 Reddito strategico Categoria d'investimento min. tattico neutrale max. 5.0% Liquidità 35.3% Equilibrio strategico tattico min. neutrale max. 0% 5.0% 40% 35.3% Cash 95.0% Obbligazioni (durata auspicata 6.0 anni) Qualità del credito elevata / media* 75% 90.0% 100% 8.6% Crescita strategico tattico min. neutrale max. 0% 5.0% 40% 8.6% 9.0% Azioni strategico tattico min. neutrale max. 0% 5.0% 40% 9.0% 8.7% strategico tattico min. neutrale max. 0% 5.0% 35% 8.7% 3.8% 3.8% 56.7% 45% 60.0% 75% 52.0% 25% 40.0% 55% 34.0% 5% 20.0% 35% 15.3% 0% 0.0% 15% 0.0% 53.7% 40% 55.0% 70% 49.0% 20% 35.0% 50% 31.0% 0% 15.0% 30% 12.3% 0% 0.0% 10% 0.0% Titoli di stato 60.0% 9.6% 33.0% 7.8% 18.0% 6.0% 7.5% 2.4% 0.0% Obbligazioni societarie 30.0% 44.1% 22.0% 41.2% 17.0% 25.0% 7.5% 9.9% 0.0% 0.0% 0.0% Bassa qualità del credito** (global high yield) 0% 2.0% 12% 1.0% 0% 2.0% 12% 1.0% 0% 2.0% 12% 1.0% 0% 2.0% 12% 1.0% 0% 0.0% 10% 0.0% Paesi emergenti 0% 3.0% 13% 2.0% 0% 3.0% 13% 2.0% 0% 3.0% 13% 2.0% 0% 3.0% 13% 2.0% 0% 0.0% 10% 0.0% Azioni 0% 0.0% 0% 0.0% 5% 20.0% 35% 18.7% 25% 40.0% 55% 37.0% 45% 60.0% 65% 57.0% 65% 80.0% 95% 77.0% Azioni Svizzera 0% 10.0% 20% 9.5% 10% 20.0% 30% 19.0% 20% 30.0% 40% 29.0% 30% 40.0% 50% 39.0% Azioni mondiali 0% 6.0% 16% 5.2% 5% 15.0% 25% 13.0% 14% 24.0% 34% 22.0% 23% 33.0% 43% 31.0% Azioni Europa 2.4% 1.6% 6.0% 4.0% 9.6% 7.6% 13.0% 11.0% Azioni USA 2.4% 2.4% 6.0% 6.0% 9.6% 9.6% 13.0% 13.0% Azioni Giappone 1.2% 1.2% 3.0% 3.0% 4.8% 4.8% 7.0% Azioni dei paesi emergenti 7.0% 0% 4.0% 14% 4.0% 0% 5.0% 15% 5.0% 0% 6.0% 16% 6.0% 0% 7.0% 17% 7.0% 10 Investimenti alternativi 0% 0.0% 15% 8.0% 0% 15.0% 30% 20.7% 0% 15.0% 30% 20.0% 0% 15.0% 30% 19.0% 0% 15.0% 30% 19.2% Strategie alternative 0% 0.0% 10% 0.0% 0% 3.0% 13% 4.0% 0% 3.0% 13% 4.0% 0% 3.0% 13% 4.0% 0% 0.0% 10% 2.0% Metalli preziosi 0% 0.0% 10% 3.0% 0% 4.0% 13% 6.7% 0% 3.0% 13% 5.0% 0% 3.0% 13% 5.0% 0% 0.0% 10% 2.0% Oro 0% 0.0% 10% 3.0% 0% 4.0% 13% 6.7% 0% 3.0% 13% 5.0% 0% 3.0% 13% 5.0% 0% 0.0% 10% 2.0% altri 0% 0.0% 10% 0.0% 0% 0.0% 13% 0.0% 0% 0.0% 13% 0.0% 0% 0.0% 13% 0.0% 0% 0.0% 10% 0.0% 0% 0.0% 0% 0.0% 0% 4.0% 13% 4.0% 0% 5.0% 13% 5.0% 0% 6.0% 13% 6.0% 0% 8.0% 18% 8.0% Metalli industriali 0% 0.0% 0% 0.0% 0% 2.0% 13% 2.0% 0% 2.5% 13% 2.5% 0% 3.0% 13% 3.0% 0% 4.0% 18% 4.0% Energia / petrolio 0% 0.0% 0% 0.0% 0% 2.0% 13% 2.0% 0% 2.5% 13% 2.5% 0% 3.0% 13% 3.0% 0% 4.0% 18% 4.0% 0% 0.0% 10% 5.0% 0% 4.0% 13% 6.0% 0% 4.0% 13% 6.0% 0% 3.0% 13% 4.0% 0% 7.0% 17% 7.2% Materie prime Immobili 100% Totale 0% Valute 100.0% 20% 8.0% 100% 0% 100.0% 30% 12.8% 100% 0% 100.0% 40% 17.0% 100% 0% 100.0% 60% 25.5% 100% 0% 100.0% 70% 29.8% Quota attuale*** EUR 4.0% 6.0% 8.0% 12.0% 14.0% USD 4.0% 6.0% 8.0% 12.0% 14.0% JPY 0.0% 0.8% 1.0% 1.5% 1.8% altri 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% * Investment grade (rating da AAA fino a BBB) ** Obbligazioni societarie, sub investment grade (<BBB) *** Viene ottenuta tra l'altro mediante transazioni valutarie Panoramica del portafoglio Politica d'investimento 7/2015 Sicurezza Previsioni Prognosen Congiuntura 2013 2014 2015 Previsione 2016 Previsione 2017 PIL Crescita annua media (in %) Svizzera Germania Eurozona USA Cina Giappone Globale (PPP) 1.8 0.4 -0.3 1.5 7.7 1.6 3.3 1.9 1.6 0.9 2.4 7.3 0.0 3.4 0.9 1.4 1.5 2.4 6.9 0.5 3.1 0.9 1.9 1.8 2.2 6.2 0.5 3.1 1.3 1.4 1.6 2.0 5.9 0.6 3.1 Inflazione Crescita annua media (in %) Svizzera Germania Eurozona USA Cina Giappone -0.2 1.5 1.4 1.6 2.6 0.3 0.0 0.9 0.4 1.8 2.2 2.8 -1.1 0.2 0.0 0.1 1.4 0.8 -0.5 0.4 0.2 1.4 1.6 0.2 0.8 1.8 1.7 2.3 1.8 0.5 Mercati finanziari 2014 2015 Attuale* Previsione a 3 mesi Previsione a 12 mesi Libor a 3 mesi Fine anno (in %) CHF EUR USD JPY -0.06 0.08 0.26 0.11 -0.76 -0.13 0.61 0.08 -0.78 -0.29 0.67 -0.03 -0.75 -0.30 0.65 -0.10 -0.75 -0.30 0.65 -0.10 Tassi d'interesse del mercato dei capitali Rendimenti dei titoli di stato decennali (a fine anno; rendimenti in %) 0.33 -0.06 -0.66 CHF 0.56 0.66 -0.15 EUR (Germania) 2.22 2.05 1.81 EUR (PIIGS) 2.18 2.30 1.45 USD 0.32 0.26 -0.28 JPY -0.4 0.1 2.0 1.7 -0.1 0.0 0.5 2.1 1.9 0 Tassi di cambio Fine anno EUR/CHF USD/CHF JPY/CHF (per 100 JPY) EUR/USD USD/JPY 1.20 0.99 0.83 1.21 120 1.09 1.00 0.83 1.09 120 1.09 0.98 0.95 1.11 103 1.09 0.97 0.92 1.12 105 1.13 0.97 0.99 1.16 98 Materie prime Fine anno Greggio (Brent, USD/b.) Oro (USD/oncia) 57 1185 37 1061 46 1355 48 1400 52 1360 *12.07.2016 11 Politica d'investimento 7/2016 Editore Raiffeisen Svizzera, Economic Research Economista capo Martin Neff Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo 044 226 74 41 [email protected] Analisi del mercato finanziario & Strategia Research macro e immobili Roland Kläger 044 226 74 22 [email protected] Darya Granata 044 226 72 54 [email protected] Alexander Koch 044 226 74 37 [email protected] Lukas Seger 044 226 74 16 [email protected] Santosh Brivio 044 226 74 35 [email protected] Andreas Hauser 044 226 74 39 Domagoj Arapovic 044 226 74 38 [email protected] Christoph Vonwiller 044 226 74 17 [email protected] [email protected] Desidera abbonare la pubblicazione? Potete abbonarvi a “Politica d'investimento” all'indirizzo http://www.raiffeisen.ch/web/pubblicazioni+research+i Importanti note legali Esclusione di offerta I contenuti della presente pubblicazione vengono forniti esclusivamente a titolo informativo. Essi non rappresentano pertanto dal punto di vista legale né un'offerta né una raccomandazione all'acquisto ovvero alla vendita di strumenti d'investimento. La presente pubblicazione non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell'art. 652a o dell'art. 1156 CO. Le condizioni complete applicabili e le avvertenze dettagliate sui rischi relativi a questi prodotti sono contenute nel rispettivo prospetto di quotazione. A causa delle restrizioni legali in singoli paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un paese in cui l'autorizzazione dei prodotti descritti nella presente pubblicazione è soggetta a limitazioni. La presente pubblicazione non ha lo scopo di offrire all'investitore una consulenza in materia d'investimento e non deve essere intesa quale supporto per le decisioni d'investimento. Gli investimenti qui descritti dovrebbero essere effettuati soltanto dopo un'adeguata consulenza Clientela privata e/o dopo l'analisi dei prospetti informativi di vendita vincolanti. Decisioni prese in base alla presente pubblicazione avvengono a rischio esclusivo dell'investitore. Esclusione di responsabilità Raiffeisen Svizzera società cooperativa intraprenderà tutte le azioni opportune atte a garantire l'affidabilità dei dati presentati. Raiffeisen Svizzera società cooperativa non fornisce tuttavia alcuna garanzia relativamente all'attualità, all'esattezza e alla completezza delle informazioni contenute in questa pubblicazione. Raiffeisen Svizzera società cooperativa non si assume alcuna responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti, indiretti e consecutivi), causati dalla distribuzione della presente pubblicazione o dal suo contenuto oppure legati alla sua distribuzione. In particolare, non si assume alcuna responsabilità per le perdite derivanti dai rischi intrinseci ai mercati finanziari. Direttive per la salvaguardia dell'indipendenza dell'analisi finanziaria La presente pubblicazione non è il risultato di un'analisi finanziaria. Le «direttive per la salvaguardia dell'indipendenza dell'analisi finanziaria» dell'Associazione Svizzera dei Banchieri (ASB) non trovano di conseguenza applicazione nella presente pubblicazione.