i eruzioni vulcaniche

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i eruzioni vulcaniche
I
ERUZIONI VULCANICHE
Un’eruzione vulcanica consiste nell’emissione di magma sulla superficie terrestre. Nel
punto in cui avviene l’eruzione si forma un vulcano.
Il magma è formato da un liquido con temperature intorno a 1.000 – 1.200°C, che si
forma per fusione di materiale contenuto nel mantello terrestre. Insieme al liquido si
trovano anche cristalli solidi e gas.
Quando l’emissione di magma in superficie è quasi continua per lunghi periodi, l’attività
di un vulcano è detta persistente. Numerosi vulcani hanno eruzioni sporadiche,
separate una dall’altra da lunghi fasi di quiescenza o di ridotta attività.
Le grandi eruzioni sono quelle meno frequenti
e, su uno stesso vulcano, hanno tempi di
ritorno molto lunghi, cioè si ripetono a
distanza anche di centinaia di anni.
In base alla teoria della tettonica delle
placche (o zolle), vedi capitolo “terremoti”, le
zolle litosferiche si muovono una rispetto
all’altra e i loro bordi (margini di zolla)
possono avvicinarsi o allontanarsi oppure
scorrere
paralleli.
I
modelli
geologici
considerano tre diverse situazioni:
•
due zolle si allontanano una dall’altra (margini divergenti);
•
due zolle si avvicinano fino ad entrare in collisione (margini convergenti);
•
due zolle scorrono parallelamente una all’altra (margini trasformi).
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Gran parte di vulcani attivi della terra sono in corrispondenza dei margini divergenti e
dei margini convergenti. Alcuni vulcani si trovano anche lontano dai bordi, all’interno di
placche sia continentali che oceaniche.
A seconda della composizione chimica del magma e delle condizioni che questo
incontra durante la risalita dalla camera magmatica, un’eruzione può avere
caratteristiche molto diverse.
La suddivisione fondamentale è tra eruzioni effusive ed eruzioni esplosive.
Alcuni vulcani hanno attività prevalentemente esplosiva, altri prevalentemente effusiva.
Una stessa eruzione può avere fasi esplosive e fasi effusive.
Eruzioni effusive
Nelle eruzioni effusive il magma emesso in superficie prende il nome di lava e forma
colate che scendono lungo i fianchi del vulcano.
La velocità di scorrimento delle lave è generalmente di qualche chilometro all’ora e
diminuisce ulteriormente nelle zone più lontane dalla bocca eruttiva. Proprio per la loro
scarsa velocità, le colate di lava raramente rappresentano un pericolo per le vite
umane.
Una colata di lava che scorre lungo le pendici di un vulcano può essere divisa in due
parti: il canale e il fronte. Il canale è il tratto vicino al cratere entro il quale la lava
scorre, il fronte è il punto più lontano dalla bocca eruttiva, dove la lava è meno calda, si
ammucchia e comincia a fermarsi. Raggiungendo il fronte la lava rallenta e la colata si
allarga lateralmente.
Eruzioni esplosive
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Nelle eruzioni esplosive, il magma viene frammentato in particelle di varie dimensioni
che vengono scagliate all’esterno con violenza
e si raffreddano formando pomici,
scorie e ceneri, chiamate piroclasti.
I prodotti piroclastici vengono classificati in base alle loro dimensioni:
•
•
dimensioni maggiori di 64 mm
o
bombe (emesse allo stato liquido)
o
blocchi (emessi allo stato solido)
dimensioni comprese tra 64 e 2 mm
o
•
dimensioni comprese tra 2 mm e 62 micron
o
•
lapilli
cenere grossolana
dimensioni inferiori ai 62 micron
o
cenere fine
Surge o nube ardente
Con questo termine si definiscono i flussi piroclastici nei quali il volume di gas è
maggiore di quello dei piroclasti solidi. Il movimento dei gas tra le particelle segue dei
vortici turbolenti che espandono la nube eruttiva.
Quando scorre, un surge tende a incanalarsi nelle vallate, e per effetto della sua
turbolenza e di una velocità elevata (compresa tra i 100 e i 400 km/h) è in grado di
superare anche notevoli rilievi.
In occasione dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c. fu una nube ardente a distruggere
Pompei ed Ercolano.
Colate di fango o lahar
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Sono valanghe di fango, causate dal rapido scioglimento delle nevi e dei ghiacciai che
ricoprono le pendici dei vulcani a seguito della liberazione di enormi quantità di calore
che accompagnano i fenomeni eruttivi.
In molti casi, i lahar si verificano in coincidenza dell'eruzione o poco dopo, ma possono
avvenire anche a distanza di molto tempo, favoriti dalla caduta di acque piovane.
I lahar si formano perché nel corso delle eruzioni esplosive le pendici dei vulcani si
ricoprono di materiale incoerente, scorie, ceneri e pomici, facilmente rimovibili dalla
pioggia, dal ghiaccio sciolto dall'eruzione o dal vapore emesso dal vulcano. I lahar
derivanti da eruzioni che avvengono attraverso laghi o dal collasso di laghi craterici
possono essere i più distruttivi, in quanto coinvolgono istantaneamente grandi quantità
di acqua. I lahar sono tanto più pericolosi quanto più grande è il bacino di accumulo dal
quale provengono e quanto più vi è differenza di quota fra il bacino di accumulo e
quello di deposizione. Possono travolgere e inglobare tutto ciò che incontrano,
trasportando massi di diverse tonnellate e tronchi d'albero. Nel 1985 la città di Armero
in Colombia venne distrutta (furono oltre 20.000 i morti) da un enorme lahars provocato
dalla eruzione del vulcano Nevado del Ruiz.
L’eruzione vulcanica inoltre procura terremoti e maremoti.
MISURE DI AUTOPROTEZIONE
Prima
•
Chiudere porte, finestre e ogni altra apertura.
•
Interrompere il flusso di gas metano. Allontanare dall’abitazione bombole di
GPL interrandole in una fossa, questo per evitare che il calore faccia esplodere
le bombole.
•
Adottare i provvedimenti di preparazione della casa considerati per gli incendi
forestali.
•
Evacuate.
Durante
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•
Se non avete ancora sgomberato la zona esposta al momento dell’eruzione,
fatelo immediatamente. Se usate un autoveicolo questo potrebbe bloccarsi
nello strato di cenere sempre più spesso. In questo caso bisogna abbandonarlo
fuggendo a piedi lungo una strada che conduca all’esterno della zona colpita.
•
Se la lava vi minaccia, raggiungete i punti più elevati che trovate.
•
Muovendosi all’aperto bisogna proteggere il capo e il corpo da pezzi di roccia
che vengono proiettati verso valle. Indumenti pesanti e un copricapo resistente
(elmetti, caschi o cappelli imbottiti con giornali) devono perciò essere adottati.
•
Proteggete le vie aeree da polveri, fumi e gas con maschere di fortuna: ad es.
pezzi di tela, compresse di garza, sciarpe di lana bagnate e posti su bocca e
naso. Per difendere gli occhi sono utilizzabili occhiali aderenti: ad es. da sci o
nuoto.
•
Rifugiarsi in un edificio può rivelarsi una scelta fatale perché, pur resistendo i
muri, i tetti crollerebbe sotto l’azione della spinta delle rocce ed altri detriti. Solo
in caso di minaccia imminente da parte della lava che avanza è giustificabile
entrare in una struttura chiusa.
•
Se venite investiti da “nubi ardenti“ l’unica possibilità di sopravvivenza è fornita
dall’immersione in acqua (torrenti, fiumi, piscine). È sufficiente resistere
sott’acqua per poche decine di secondi. Le nubi ardenti si muovono alla velocità
di 160 km/h e in 30 secondi una piccola “nube ardente” passa.
Dopo
•
Verificate la stabilità della vostra abitazione prima di rientrarvi in quanto
potrebbe avere subito danni per la caduta di grossi massi.
•
Ventilate i locali della casa per rimuovere i gas che possono ristagnare. In
particolare nei locali seminterrati o peggio interrati tipo cantine e garages si
possono formare sacche di anidride carbonica.
EMANAZIONI GASSOSE
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Nelle aree vulcaniche recenti si osserva spesso un rilascio anomalo di gas dal suolo
(costituito prevalentemente da anidride carbonica), anche quando i vulcani non sono
più in attività. L’emissione di gas avviene preferibilmente in corrispondenza di fratture o
faglie, lungo le quali i gas presenti negli strati profondi risalgono più facilmente verso la
superficie. Il fenomeno può variare nello spazio e nel tempo: infatti, i terremoti possono
produrre l’apertura di nuove fratture e la circolazione di acqua termale può sigillarne
altre.
Oltre all’anidride carbonica nel gas emesso troviamo idrogeno solforato, metano e in
minore misura il radon.
Anidride carbonica
C02 - l’anidride carbonica è il più abbondante tra i gas rilasciati (fino al 98% in volume
al livello dei suolo). È un gas inodore, incolore, più pesante dell'aria che, in assenza di
vento, tende ad accumularsi in prossimità del suolo, soprattutto nelle zone depresse,
dove può raggiungere concentrazioni molto elevate. La sua concentrazione normale
nell'aria è di 300 ppm (parti per milione), pari allo 0,03%. I limiti di concentrazione
consentiti in ambiente di lavoro sono di 0,5% per un'esposizione di 8 ore e del 3% per
brevi esposizioni fino a 15 minuti. La C02 provoca un incremento dell’attività
respiratoria e un'azione vasocostrittrice per concentrazioni fino al 5%. Superata questa
soglia, la C02 diventa un tossico pericoloso che provoca asfissia. Per concentrazioni
inferiori al 10% i sintomi (ipotensione, capogiri) sono reversibili respirando aria pura. Di
contro, superando questo valore, in pochi istanti si ha la paralisi respiratoria e lo
svenimento. Oltre il 25% sopraggiunge la morte immediata.
Idrogeno solforato
H2S - L'idrogeno solforato è un gas incolore, più pesante dell'aria ma, a differenza
dell'anidride carbonica, si riconosce facilmente dal classico odore di uova marce. I limiti
consentiti in ambiente di lavoro sono di 10 ppm per una esposizione di 8 ore e di 15
ppm per brevi esposizioni. Questo gas esercita un'azione irritante a carico dei sistema
respiratorio. A 150 ppm procura un effetto paralizzante sull'apparato olfattivo. A 250
ppm può provocare edema polmonare. La morte istantanea si ha intorno a 1.000 ppm
di concentrazione.
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Radon
Rn - Il radon è un gas di origine radioattiva inodore, incolore e insapore, 8 volte più
pesante dell'aria. Si concentra nelle falde acquifere e nei luoghi chiusi a contatto col
terreno. La concentrazione di radon in un'area è molto variabile e dipende sia dalla
quantità di uranio contenuto nelle rocce (da cui si genera il radon), sia dalla presenza
di altri gas, come la C02 che lo trascina con sé verso la superficie. Inoltre, il radon può
raggiungere elevate concentrazioni all'interno delle abitazioni, anche in mancanza di
emissione di gas dal suolo, se i materiali costruttivi usati sono rocce ad alto contenuto
in uranio. Il rischio da radon si manifesta a lungo termine. Se respirato a lungo per
concentrazioni elevate può provocare il tumore polmonare.
I gas (CO2 – H2S – Rn) che risalgono dal suolo possono formare bolle in acqua
stagnante o in pozze di fango. Si accumulano nelle depressioni e danneggiano la
vegetazione.
I gas (CO2 – H2S – Rn) possono affluire nelle parti basse delle abitazioni risalendo
lungo piccole fratture nel suolo o da tubi e condutture. Sono più pesanti dell’aria e, in
mancanza di ventilazione, ristagnano presso il pavimento. Il radon può anche essere
rilasciato dalle pareti se queste sono costituite da rocce vulcaniche ricche in uranio
(blocchi di lava o di tufo).
Misure preventive
L’osservanza di alcune semplici raccomandazioni può prevenire situazioni pericolose
connesse alla presenza anomala di gas.
Aerare sempre i locali, chiusi da molto tempo, prima di accedervi (cantine, garage,
lavatoi).
Non utilizzare locali interrati e seminterrati per attività abitative, lavorative, ricreative e
soprattutto per ricovero notturno; vietare l'accesso negli scantinati ai bambini, se non
accompagnati da adulti.
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Dotare i locali interrati e seminterrati di un impianto di ventilazione forzata, per
garantire un'adeguata circolazione dell'aria e impedire pericolosi accumuli di gas tossici
negli ambienti chiusi.
Evitare la permanenza prolungata in strutture depresse, eventualmente presenti
all'esterno delle abitazioni (piscine vuote, canali di raccolta delle acque, cisterne
internate, pozzi, etc.) e accedervi con grande prudenza, avendo l'accortezza che
all'esterno della struttura vi sia qualcuno in grado di portare soccorso.
Segnalare con la massima urgenza al comune di appartenenza la presenza di
situazioni potenzialmente pericolose per la salute pubblica, come:
presenza di animali morti senza motivi apparenti;
ingiallimento e repentino appassimento di alberi e piante, o impossibilità di
attecchimento e crescita di erba, colture e piante in giardino o in terreni agricoli;
fuoriuscita di gas da pozzi o scavi.
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