cermagazine - Ceramica Sant`Agostino

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cermagazine - Ceramica Sant`Agostino
cer
INTERIORS La villa trasparente
TREND Il bagno, lo stile di chi abita la casa
MERCATO Gli anni della seconda crisi
Cer Magazine Italia n. 37 (aprile 2013) • ISSN 1828-1060 • Ann0 XVI
magazine
GUEST Philippe Starck
37
italia
architettura
dama design per l’outlet “Porcaro..In”
cer. intervista
Un sognatore
professionista
Guest Philippe Starck
Philippe Starck crede nel potere poetico, politico,
ribelle e benevolo, pragmatico, sovversivo e soprattutto “ecologico” del design.
Designer geniale, colto, autodidatta dalla formidabile duttilità creativa. Con Starck dagli anni ottanta il design diventa griffe.
La multiforme attività di Philippe Starck si colloca
tra la creazione poetica libera da conformismi e
la professionalità rigorosa, tra il gioco e l’ironia.
Sempre capace di stupire e di meravigliarsi è tuttavia convinto che il design sia soprattutto “servizio”, un concetto “democratico” nel senso che fare
design significa realizzare un maggior numero di
oggetti accessibili e di qualità in modo che più persone possano avere il meglio.
Il suo lavoro - dagli oggetti d’uso quotidiano, come
mobili e il celebre spremiagrumi, Juicy Salif (Alessi, 1990) agli avveniristici megayacht, alberghi che
stimolano i sensi, alle pale eoliche personali e invisibili, e recentemente anche alla ceramica - si concretizza in un’opera politica e civica che si attua
però con amore, poesia e umorismo.
Starck ha infatti presentato allo scorso Cersaie, per
Ceramica Sant’Agostino, il suo primo prodotto
ceramico, la collezione Flexible Architecture che
reinventa ed esprime nuove potenzialità della fuga
trasformando il prodotto da rivestimento in un
nuovo sistema architettonico.
Thomas Bilanges ©
di Alessandra Coppa
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La poliedrica creatività
di Philippe Starck,
dove il design riesce
a coniugare funzionalità,
economicità e simbolismo,
si estende oggi anche
al settore ceramico
Come preferisce definirsi: architetto giapponese, scenografo americano, designer industriale
tedesco, direttore artistico francese, progettista
di mobili italiano, uomo semplice che si concede il lusso di lavorare soltanto per le persone a
cui tiene, sognatore, umanista, pop star o inventore pazzo? E come definirebbe il design?
Sono un sognatore professionista, un esploratore
che cerca di giustificare la propria esistenza proponendo diverse soluzioni per la sua tribù culturale.
E’ evidente che lei ama aprire porte, fare domande, stupire e farsi stupire. Quale leggenda
è la metafora migliore per il suo lavoro: Faust, il
Vaso di Pandora o l’Apprendista Stregone?
Faust. Ho venduto la mia vita al diavolo per questa
malattia mentale che si chiama creatività.
Lei ha spesso detto che voleva creare oggetti
“giusti”, come li ha definiti Munari: oggetti buoni
che possono permettere ad altre persone - alla
sua “tribù del cuore” - di sentirsi a proprio agio;
oggetti che esprimono più di una semplice funzione; il design “come mezzo di giustizia, onestà
e validità”. Cos’è che rende un oggetto “giusto”?
Un buon oggetto è quello che raggiunge un buon
equilibrio tra diversi parametri, quali funzionalità,
economicità e simbolismo.
Alcuni parametri sono razionali mentre altri sono
immateriali. Un prodotto buono, un prodotto giusto offre dei benefici all’utente finale.
In alto: “stanze” ambientate
con il rivestimento Flexible
Architecture di Ceramica
Sant’Agostino e oggetti disegnati
da Philippe Starck come la
poltrona Lou Read, Driade 2011
e la seduta Fauteuil Blanc,
collezione Privé, Cassina 2007.
In basso: rubinetto della
collezione Axor Starck
Organic, 2012.
Lei ha spesso sottolineato il fatto che “questo
lavoro, se fatto per motivi puramente estetici o
culturali, è privo di significato… deve avere una
specie di urgenza politica”.
Cosa intende dire con questo?
Potrebbe farmi un esempio di un oggetto che lei
ha progettato e che mette in evidenza il modo
in cui lei ha ridefinito la produzione e il rapporto
tra l’uomo e la materia?
Non sono mai stato interessato al design o all’architettura. In qualche modo è stato il design a scegliere me. La creazione è una malattia mentale ed
è l’unica cosa che io sono capace di fare. Utilizzo il
design come arma politica. Però è uno strumento
è una malattia mentale ed è l’unica cosa
«cheLaiocreazione
sono capace di fare. Utilizzo il design
come arma politica. Ho sempre usato la mia creatività
per diffondere idee come il Design Democratico…
ora proseguo con l’Ecologia Democratica
»
.
In alto da sinistra:
Sedia Zartan, Magis
2011, lampada da tavolo
Gun Lamp, Flos, 2005
e Louis Ghost disegnata
per Kartell nel 2002
in occasione del suo
decimo anniversario.
Sotto: un dettaglio che
mette in evidenza la
particolare texture di
Flexible Archietcture
molto debole per esprimere le idee. Un giornalista può cambiare il mondo con un solo articolo,
un politico con una sola legge e un cantante con
una sola canzone, ma per me ogni creazione è soltanto una singola lettera di una parola, per cui ci
vuole molto tempo per esprimere le proprie idee.
Ho sempre usato la mia creatività per diffondere
idee come il Design Democratico, che ha l’obiettivo di migliorare la qualità per il numero massimo
di persone al minor prezzo.
Era un’idea molto nuova più di trent’anni fa quando il design era dedicato solo a una elite. Proseguo con l’Ecologia Democratica, creando prodotti
ecologici che siano facilmente reperibili e facili
da usare a prezzi accessibili, come le pale eoliche
personali o più recentemente l’automobile elettrica. Fra pochi mesi sarà pronta la prima parte della casa PATH, un acronimo per Prefab Accessible
Technological Homes (Case Tecnologiche Prefabbricate Accessibili).
Lei ha collaborato con l’azienda Ceramica
Sant’Agostino per realizzare il suo primo prodotto ceramico: Flexible Architecture, dove la
ceramica non è più un semplice rivestimento
decorativo ma una parte integrante dell’architettura che fa parte di un approccio architettonico nuovo. Le fughe assumono una nuova
connotazione: come ha fatto a trasformare una
debolezza in un punto di forza?
Il punto di partenza è stato l’incredibile maestria
e capacità di Ceramica Sant’Agostino. Poi, che
si crei uno spazzolino, una sedia, un edificio, un
mega yacht o una collezione in ceramica, ci vuole esattamente la stessa energia, la stessa concentrazione e processo creativo: si comincia con una
«maiNonallapenso
ceramica,
alla pietra, al cemento
o alla plastica ma sempre
all’umanità, all’utilità,
all’umorismo e
alla poesia. Soltanto
parametri umani
»
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A sinistra: pala eolica
personale e invisibile,
Pranac, 2010
(progetto 2004)
Sotto: Abbracciaio,
Kartell, 2012
visione, questa necessariamente è guidata da un’etica che a sua volta genera i progetti.
Ogni progetto deve meritare di esistere. Io penso
soltanto all’effetto che la mia creazione avrà sulle
persone. Non penso mai alla ceramica, alla pietra,
al cemento o alla plastica ma sempre all’umanità,
all’utilità, all’umorismo e alla poesia. Soltanto parametri umani. In questo caso ho pensato di offrire alcune opzioni infinite per la creazione del
proprio ambiente.
Lei ha parlato della ceramica e della sua qualità “antica ma moderna”: quale potenzialità
espressive possiede che il design non ha ancora sfruttato?
Credo che le possibilità siano infinite. Per esempio, a Cersaie abbiamo presentato la collezione in
altri ambienti al di fuori della stanza da bagno.
Lei ha progettato una serie di vasche eleganti
per Duravit ispirate dalla semplicità della forma
del catino, nonché la Shower Collection con
motivo quadrato per Axor. Come sarà il bagno
del futuro?
In passato non esisteva una stanza da bagno, poi è
diventata una specie di “macchina per lavarsi”. Era
stato fatto un passo avanti, tuttavia l’ambiente era
funzionale ma non dava nessun piacere.
Ora non abbiamo bisogno di scegliere, possiamo
avere tutto. Possiamo avere maggiore efficienza e
un “salon d’eau”, che diventa una stanza dove vivere. Non esistono più regole: la vasca, i lavabi e così
via, diventano mobili come gli altri, possono essere
sparsi per la stanza, mescolati con qualsiasi oggetto
o materiale.
E possono diventare coerenti con l’unico stile di
domani: la libertà.
> biografia
Da oltre trent’anni,
Philippe Starck (nato
a Parigi il 18 gennaio 1949)
designer e architetto
dalle molteplici capacità
creative, con i suoi insoliti
oggetti, che vogliono
essere utili, prima
che belli, fa parte
della nostra vita quotidiana.
Starck ha ricevuto
l’incarico di lavorare
per il Presidente François
Mitterand. È stato allora
che ha iniziato a disegnare
mobili per le principali ditte
italiane e internazionali.
Sono poche le aree
del design che non
ha esplorato: dai
mobili, alle vendite per
corrispondenza, dalle moto
ai mega-yacht, e persino
la direzione artistica per
progetti di viaggi spaziali,
solo per citarne alcuni.
Philippe Starck ha creduto
nella tutela dell’ambiente
già molto prima che
l’ecologia diventasse una
moda. Appartiene agli inizi
la creazione del catalogo
Good Goods, non prodotti
per non consumatori nel
mercato etico di domani,
e la fondazione di una sua
società di cibi biologici.
Più recentemente, ha
sviluppato il concetto
rivoluzionario di ecologia
democratica, creando
turbine a vento di prezzo
accessibile, per uso
domestico, seguite da
barche ad alimentazione
solare e auto a idrogeno.