Scheda Uganda

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Scheda Uganda
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__________________________ ORGANISMO DI SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE __________________________
Quadro territoriale
L’Uganda è una Repubblica del Centro est dell’Africa, nel cuore della zona dei grandi laghi. Il paese,
attraversato dall’equatore, condivide le sue frontiere a nord con il Sudan, ad est con il Kenya, a sud con
Tanzania e Rwanda ed infine ad ovest con la Repubblica Democratica del Congo.
La storia del paese, dopo l’indipendenza coloniale dalla Gran Bretagna, è stata caratterizzata da terribili
dittatori che hanno scatenato vere e proprie guerre etniche con stermini di massa. Si calcola che il solo
Amin, dittatore che prese il potere dal 1971 al 1978, fece uccidere barbaramente più di 300.000 persone.
Dal 1986 il presidente dell’Uganda è Museveni, un altro dittatore che, tuttavia, ha saputo stabilizzare le zone
interne del paese ed ultimamente concedere spazio ad altri partiti.
Museveni è riuscito a portare sviluppo nella capitale, Kampala, ma non è riuscito a portarlo al resto della
popolazione. Soprattutto non è riuscito a stabilizzare il nord del Paese che da circa venti anni soffre una
terribile guerra civile. Si tratta di una “guerra dimenticata” che ha costretto 2 milioni di persone nella
condizione di profughi, di questi l’80% è formato da donne e bambini. Dal 1986 l'Esercito di Resistenza del
Signore (LRA) guidato da Joseph Kony, capo dell'etnia settentrionale Olum, ha dato vita a un'inconcepibile
crociata ai danni del governo di Kampala.
Kony ingrandisce LRA reclutando forzatamente i bambini dagli otto ai sedici anni di età. Al momento si
valuta che l’esercita LRA sia composto al novanta percento dai bambini costretti a fare i soldati, il cui
sequestro nell'ultimo decennio è stato stimato in circa 40.000 unità.
Nel 2006, è stato avviato un processo di pace che tuttavia ancora non ha portato alla cessazione delle
ostilità. Se il nord è caratterizzato da una grave emergenza umanitaria, non molto confortante è il livello di
vita dell’intera popolazione ugandese.
Questa piccola nazione con una superficie di 241.000 Km quadrati ha una popolazione superiore ai 29
milioni di persone. La speranza di vita alla nascita è di circa 45 anni ed il 60% della popolazione vive in
condizioni di estrema povertà. Secondo la graduatoria dell’Indice di sviluppo Umano calcolato dall’UNDP,
l’Uganda è al 143esimo posto tra 169 nazioni, con un indice pari a 0,422 ovvero a confine tra medio e basso
sviluppo umano.
L’80% della popolazione si occupa di agricoltura di sussistenza e soltanto una piccola parte è impiegata
nell’industria e nei servizi. Il 36% della terra è coltivabile ma di questa ben il 100% è priva di irrigazione,
come riportano i dati FAO 2006.
L’ Uganda è un paese molto giovane per demografia, la metà della popolazione è costituita da ragazzi
sotto i 15 anni. La mortalità infantile è ancora molto alta, si stima che ogni mille nati vivi muoiano almeno 79
bambini entro il primo anno di età e circa 140 entro i primi 5 anni di vita. Malaria, infezioni respiratorie e
diarrea sono le principali cause di mortalità infantile alle quali va aggiunto il gravissimo problema dell’AIDS
che colpisce ogni anno 20.000 bambini attraverso la trasmissione materna.
In Uganda si stimano circa 3 milioni di orfani, la metà dei quali a causa dell’AIDS. Questo nonostante i
programmi di prevenzione attuati dal Governo, che comunque hanno portato ad una riduzione della
percentuale di popolazione, dai 15 anni in su, affetta da AIDS (dal 18% del 1990 al 6,4% nel 2006).
Il SOS Missionario ed il suo partner locale, la ONG ugandese Tweyanze Development Agency, TDA,
operano nel Distretto di Luwero. L’area si estende su di un altipiano con un altitudine che va dai 1100 ai
1400 metri e presenta un clima tipicamente equatoriale con alte temperature e abbondanti piogge.
La popolazione affronta ancora problemi di vitale importanza, legati all’emergenza idrica, alla povertà dei
mezzi agricoli, alla mancanza di energia, di vie di trasporto e di assistenza sanitaria. La gente è molto
povera e vive in piccole case tradizionali prive di luce ed acqua, immerse nella campagna dell’altipiano
equatoriale o presso i villaggi più grandi, dove si trovano piccole attività commerciale ed artigianali e qualche
servizio come telefono e veterinario.
Una piaga di questo paese è la fame, le cui cause principali sono la povertà endemica e l’assoluta scarsità
di infrastrutture per l’agricoltura. La fame non significa solamente mancanza reale di cibo. Essa si manifesta
anche in forme più nascoste. La mancanza di micronutrienti, ad esempio, espone le persone a contrarre più
facilmente le malattie infettive, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale, riduce la produttività nel
lavoro e aumenta il rischio di morte prematura. La fame non colpisce solamente gli individui ma mina anche
le potenzialità economiche di questo paese. Gli economisti stimano che ogni bambino il cui sviluppo mentale
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e fisico sia alterato dalla fame e dalla denutrizione, ha una minore capacità di generare reddito, nel corso
della sua vita, che varia tra il 5 e il 10 per cento.
Anche la malnutrizione è un’altra piaga che appartiene al popolo dell’Uganda ed è dovuta a diverse cause:
può essere mancanza di cibo o mancanza di cibo adeguato, ma può anche essere il risultato di qualche
causa latente, come una malaria cronica, gastroenterite, tubercolosi o infezione da HIV. La malnutrizione è
una delle cause maggiori di malattia e mortalità in Africa ed è una concausa aggravante per l’aumento della
mortalità a causa di altre malattie quali malaria e gastroenterite.
Si puo’ essere malnutriti anche se si ha cibo sufficiente ma privo di adeguati micronutrenti – vitamine e
minerali - necessari a soddisfare il fabbisogno giornaliero. La denutrizione incide anche negativamente sul
rendimento scolastico e ciò, molto spesso, influenza la capacità di generare reddito una volta adulti. Inoltre,
una madre denutrita ha più probabilità di dare alla luce bambini sottopeso.
I primi due anni di vita del bambino sono fondamentali per prevenire la denutrizione infantile, causa, in gran
parte, di danni irreversibili.
Eliminare fame e malnutrizione significa garantire qualità e quantità del cibo a ogni persona
L’85% della forza lavoro del distretto è dedita all’agricoltura ed all’allevamento.
Gli agricoltori spesso non possono permettersi l'acquisto di sementi sufficienti a produrre un raccolto che
soddisferebbe i bisogni alimentari delle proprie famiglie. Agli artigiani mancano i mezzi per acquistare il
materiale necessario a sviluppare le proprie attività. Molti altri non hanno nè acqua, nè terra nè l'istruzione
necessaria a costruire le fondamenta di un futuro sicuro. Gli indigenti non hanno abbastanza denaro per
comprare o produrre il cibo necessario al sostentamento delle proprie famiglie. Essi diventano a loro volta
troppo deboli per produrre il necessario per procurarsi più cibo.
L’agricoltura è di tipo familiare e di modeste dimensioni, così come il piccolo commercio ortofrutticolo sono
diffusi soprattutto nella parte sud del distretto, mentre l’allevamento è più diffuso a nord. Le colture principali
sono frutta, banane, cassava, patate, ortaggi, mais e più recentemente fagioli e riso.
I mezzi impiegati sono ancora molto arretrati, mancano trattori, attrezzature e mezzi di trasporto e la
produzione non riesce a soddisfare le necessità alimentari della famiglia o della comunità.
Si coltivano anche prodotti agricoli tipici dell’esportazione come il caffè ed ultimamente la vaniglia,
ma le quantità prodotte sono piccole e soggette a malattie e ciò riduce drasticamente le possibilità di vendita.
La mancanza di sistemi idrici incide nell’agricoltura soprattutto quando si prolunga la stagione secca, non
esistono infatti impianti di irrigazione. L’area è comunque soggetta ad una buona media di precipitazioni
annue che la rende fertile e particolarmente adatta alla crescita di frutta, legumi e verdura. Tuttavia i
cambiamenti climatici che incidono anche su questa parte del mondo, rende sempre più difficile per gli
agricoltori prevedere l’andamento delle piogge e della stagione secca.
Il problema dell’acqua è dovuto principalmente alla mancanza di fonti di pompaggio delle falde sotterranee
(che si trovano mediamente ad 80 /100 metri sotto il suolo) e di reti di distribuzione, ciò ha effetti devastanti
sulla popolazione che non ha accesso all’acqua potabile nelle abitazioni. Ultimamente sono stati costruiti dei
pozzi a pompa manuale nei pressi delle zone più abitate, ma sono pochi e non soddisfano il bisogno
alimentare e domestico di acqua pulita ne quello legato all’allevamento.
L’emergenza idrica rende bassa la qualità della vita delle persone anche da un punto di vista sanitario ed
igienico e questo è tanto più grave se si considera che la popolazione è formata in altissima percentuale da
bambini ed il numero di orfani è non solo elevatissimo, ma anche in continua crescita, a causa della guerra
ieri e dell’aids oggi.
Per via di tutte queste problematiche che aggravano la situazione di povertà estrema delle famiglie, la
zona sta conoscendo un forte esodo rurale verso la città, soprattutto da parte dei giovani adulti, lasciando la
campagna ai più anziani, alle donne ed ai bambini.
Il ruolo della donna in Africa non è del tutto secondario. Le famiglie sono per lo più composte da donne e
durante la missione in Uganda gli operatori della nostra ONG hanno potuto osservare che molte donne
hanno anche incarichi di rilievo medio-alto. Ci sono molti presidi ed insegnanti di sesso femminile, oltretutto
molti soci della TDA e capi brunch sono donne. Anche all’interno della famiglia la donna è madre/nonna e
fulcro delle attività domestiche e non solo.
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PRESENTAZIONE S.O.S. MISSIONARIO
Il S.O.S Missionario, nato nel 1964 a San Benedetto del Tronto per opera di Antonio Monieri, padre
sacramentino. Nel 1985 è stata eretta in Ente Morale con DPR 901 del 25.11.85 e riconosciuta idonea dal
Ministero degli Esteri a svolgere attività di cooperazione internazionale si sensi della legge 49/87 con DM
1988/128/1098/0 D del 10.03.88.
Il S.O.S Missionario è iscritto al Registro Regionale delle Associazioni operanti per la pace, i diritti umani, la
cooperazione e la solidarietà internazionale ai sensi dell’art.16 della L.R. 9/2002. Dal 1985 la nostra ONG fa
parte a livello nazionale del C.I.P.S.I. (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale).
Il S.O.S Missionario ha come fine la cooperazione tra i popoli per una promozione integrale dell’uomo e la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi dello sviluppo, con particolare attenzione agli squilibri
Nord/Sud.
La nostra ONG si adopera per costruire rapporti basati sul rispetto dell’altro e la solidarietà in ambito
nazionale ed internazionale fondando la propria attività su principi di base, etici ed operativi:
- centralità dell’essere umano, considerato il protagonista della storia individuale e sociale. Ogni persona ha
diritto ad un livello minimo di vita, fondato su un’equa distribuzione delle risorse della Terra, sull’eliminazione
della miseria, sulla giustizia sociale e su di un’equa distribuzione della ricchezza;
- promozione di una cooperazione solidale, volta a creare le condizioni di pari opportunità fra i popoli, tramite
una collaborazione paritetica fra società civili, realizzata attraverso lo scambio culturale ed un impiego
adeguato e coerente delle risorse umane, dei mezzi tecnici e finanziari;
- collaborazione con ogni altra realtà della società civile nazionale ed internazionale;
- presenza attiva sul territorio per promuovere nei cittadini l’assunzione di responsabilità in merito al governo
della cosa pubblica, la diffusione della cultura della cooperazione e della solidarietà, la convivenza pacifica
fra “diversi”.
Il S.O.S Missionario vuole essere agente di cambiamento politico e culturale, mediante una presenza sul
territorio locale, coerente, costante e partecipativa.
Le iniziative culturali ed educative si caratterizzano per la capacità di partecipazione democratica, per la
dimensione di collegamento e di collaborazione fra gruppi e comunità territoriali.
Ritenendo che la cooperazione sia uno strumento di giustizia e di solidarietà partecipata, S.O.S Missionario
garantisce il sostegno principalmente alle attività che si pongono obiettivi di crescita della società civile
attraverso la formazione umana e professionale delle popolazioni ed il rafforzamento delle realtà associative.
In questo contesto il partenariato costituisce l’approccio fondamentale di tutte le relazioni. Nella prospettiva
di rendere sempre più incisivi gli interventi si impegna a realizzare iniziative consortili con organismi che
perseguono medesimi obiettivi.
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PRESENTAZIONE TWEYANZE DEVELOPMENT AGENCY (T.D.A)
Partner
Ragione sociale per esteso
TWEYANZE DEVELOPMENT AGENCY (TDA)
Nazionalità
UGANDA
Status giuridico
ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA
Indirizzo ufficiale
P.O.BOX 36 WOBULENZI -UGANDA
Persona di contatto responsabile
del progetto
Mr. Godfrey Sengendo – Direttore Esecutivo
Numero di telefono
077 423445
Numero di Fax
041 272619
E-mail
[email protected]
Tweyanze Development Agency (T.D.A), nel 1992 è divenuta un Organizzazione Non Governativa di
volontariato, senza scopo di lucro, democratica, senza schieramento politico ed opera in piena autonomia.
TDA opera con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo socioeconomico dell’area di azione favorendo nella
popolazione la diffusione di uno spirito di cooperazione affinché diventi protagonista del proprio sviluppo.
Ogni intervento oltre a perseguire obiettivi di sviluppo vuole rafforzare l’idea che, operando in forma
associativa e con spirito di collaborazione, il cambiamento è possibile.
L’efficacia dell’approccio è dimostrato dal fatto che il numero di soci, in continua crescita, ha raggiunto gli
8000 iscritti.
La cooperazione TDA/SOS Missionario ha avuto inizio nel 1996 ed è basata su un rapporto di piena fiducia
e collaborazione. Per affrontare le problematiche dell’area è stato avviato un programma di azione suddiviso
in interventi annuali nei singoli villaggi. Si è pertanto giunti a definire una metodologia di intervento di tipo
modulare che tiene comunque conto delle specificità dei singoli villaggi. Le attività proposte sono già state
oggetto (in tutto o in parte) di azioni in altri villaggi del distretto di Luwero pertanto sia il partner locale sia il
SOS missionario hanno acquisito buone competenze gestionali.
T.D.A elabora una strategia duratura per i problemi dell’area con i seguenti obiettivi:
 Mobilitare la popolazione e specialmente i giovani per ridurre la povertà nell’area;
 sensibilizzare e promuovere la crescita della cooperazione interpersonale e dell’unità tra la
popolazione;
 addestrare specialmente i giovani ad utilizzare le risorse naturali disponibili nella zona come per
esempio: le risorse agricole, la creta per la produzione di mattoni, lo sfruttamento delle api per la
produzione del miele, ecc.;
 individuare mezzi legali e trasparenti con cui procurarsi i fondi necessari e altre risorse materiali per
avviare progetti comunitari di base;
 promuovere l’unità e il patriottismo tra la popolazione;
 eseguire studi di fattibilità, per esempio per le fabbriche di mattoni, di tegole, panetterie, allevamenti
di polli e maiali, riforestazione, carpenterie, coltivazioni di ortaggi, ecc.;
 garantire buone relazioni con le altre organizzazioni esistenti impegnate per ridurre la povertà;
 incoraggiare la popolazione a diversificare la produzione agricola per ottenere un aumento dei
redditi;
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infondere nella popolazione, specialmente nei giovani, uno spirito di disciplina, di interesse, di senso
comunitario e di orgoglio per la loro cultura e per la sua promozione;
stimolare tutta la popolazione residente o originaria dell’area a partecipare pienamente alle attività
della T.D.A;
pubblicare volantino, bollettini, giornali, riviste ed altri materiali che nel tempo possono essere utili
all’organizzazione;
fornire garanzie per ottenere finanziamenti o prestiti per tutti o alcuni degli obiettivi;
persuadere la gente ad investire le proprie risorse nei progetti comunitari di base;
fornire consulenza e sostegno alle famiglie e individui in difficoltà;
promuovere attività sociali quali giochi, sports, intrattenimenti comunitari e ogni altra attività ritenuta
necessaria dai membri;
T.D.A collabora con le altre organizzazioni che operano in loco e cerca la consulenza di esperti in economia,
consulenti, avvocati, e di ogni altro che abbia conoscenza delle dinamiche sociali, politiche ed economiche.
La TDA nei nostri progetti di cooperazione ha un ruolo centrale, che garantisce il massimo coinvolgimento
della popolazione e delle autorità locali nella realizzazione degli interventi e nella sostenibilità degli stessi. La
TDA è in grado di:
- organizzare i corsi formativi per donne e contadini con proprio personale
- gestire il fondo rotativo e i mezzi offerti ai contadini (trattore e sementi) secondo le regole già
sperimentate in progetti analoghi. Il metodo del Fondo Rotativo consente un maggior coinvolgimento
delle donne ed una maggiore probabilità di riuscita, in quanto la suddivisione delle donne
beneficiarie in piccoli gruppi da 5/6 ed il sistema della rotazione del prestito sviluppa una maggiore
solidarietà e responsabilità personale
- coordinare le attività in loco, inviare rapporti trimestrali, rendicontare le spese ammissibili, redigere la
relazione finale insieme a SOS Missionario, nonchè a coinvolgere in modo sempre più diffuso gli
abitanti del villaggio e le autorità locali ugandesi.
La cooperazione TDA/ SOS MISSIONARIO va avanti dal 1996 con progetti di cooperazione riguardanti le
seguenti attività
- costruzione di pozzi e cisterne di raccolta di acqua piovana;
- costruzione di scuole e latrine
- supporto alle scuole dell’area attraverso il Sostegno a distanza
- fornitura di materiale scolastico;
- corsi di educazione sanitaria ed igiene personale;
- iniziative di sicurezza alimentare e piccoli progetti agricoli promossi dalla TDA e sostenuti dal SOS
Missionario;
- microcredito per sostenere l’economia famigliare dei soggetti coinvolti.
- Coltivazione sperimentale di vaniglia, aloe e ananas
Queste iniziative sono coerenti con gli obiettivi della TDA che sono quelli di migliorare la qualità della vita
delle persone e della comunità, sviluppando un forte senso di appartenenza e cooperazione tra gli abitanti e
sensibilizzando sull’importanza della partecipazione e dell’agire insieme, come risorsa per lo sviluppo e
l’auto affrancamento dalla povertà. La scuola, d’ altra parte rappresenta un punto di riferimento per l’intera
popolazione dell’area, un luogo di riunione e di dibattito sui problemi e le iniziative da intraprendere insieme.
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COLLABORAZIONE COOP. MONDO SOLIDALE E COOP. SHADHILLY
La collaborazione con Mondo Solidale e Shadhilly si configura in questo momento come una valutazione
rispetto ad una futura ipotesi di un progetto di importazione di prodotti agricoli e/o artigianali secondo i criteri
del CeS.
In questa fase si potrebbe ipotizzare la partecipazione ad uno Studio fattibilità per progetti riguardanti
prodotti locali agricoli e artigianali (come ad esempio vaniglia, aloe, ananas, caffè, collane/bracciali,
lavorazioni in paglia…) e la partecipazione alla Valutazione preliminare con eventuali verifiche sul campo
per visionare le coltivazioni o sulla base di relazioni, documentazioni, ecc., le cooperative/associazioni, i
metodi di produzione e commercializzazione.
Da valutare, in particolare, la possibilità di un progetto di importazione di caffè, varietà Robusta, del quale
l’area è produttrice, importazione che, come detto, potrebbe tornare ad essere una importante fonte di
reddito per la comunità.
Dopo i primi incontri e uno scambio via e-mail con TDA, si è deciso di effettuare un viaggio congiunto per
cercare di mettere a punto i dettagli di una prima importazione di caffè.
San Benedetto del Tronto, lì 13-04-2011
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