Robin Hood è sempre grande
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Robin Hood è sempre grande
DI SARA LAURENTI - FOTO DI DIEGO ZANETTI [AVVENTURE] ROBIN COLPISCE ANCORA Leggenda o realtà storica? Non importa: Robin Hood è sempre grande Q ual è il motivo di tanto successo, e soprattutto: chi si cela sotto il cappuccio della leggenda britannica? Nessuno come lui è simbolo della giustizia e della lotta contro le angherie. È il protagonista di 38 ballate popolari e uno dei personaggi più ritratti in sessant’anni di storie hollywoodiane. È colui che ruba ai ricchi per dare ai poveri: sì, è proprio lui, è Robin Hood, il “pettirosso dal cappuccio” che combatte i normanni nelle antiche terre sassoni. O ci troviamo solo di fronte all’ennesimo parto della fantasia popolare? Nella contea di Nottingham, al centro dell’Inghilterra, patria del mito, tutti optano ancora oggi per la versione della leggenda che lo vuole, però, attivo attorno al 1190, durante il regno di Riccardo Cuor di Leone. Chi crede, invece, a una veridicità storica dice che la figura di Robin risalga al 1261, l’anno in cui un documento redatto nel Berkshire, testimonia di un tale William, figlio di Robert il fabbro, colpevole di furto. Nell’atto di ratifica delle accuse, il nome del presunto ladro è modificato in William Robinhood. Un altro possibile candidato è un tenente dell’arcivescovo di York, accusato di diverse malefatte e costretto a fuggire nel 1225. Fu registrato nei documenti del 1227 come Robin Hood fugitive. Infine il nome di Robin è associato a quello dello sceriffo di Nottingham, suo acerrimo nemico, che fu anche capoguardia della foresta di Sherwood proprio all’epoca della conquista normanna. Se proprio bisogna definirlo, Robin non è altro che a metà tra lo storico e il leggendario, frutto della fusione di tutti i personaggi reali appena accennati, ma anche divinità-folletto della foresta in preesistenti leggen- 116 OTTOBRE 2007 CLUB3 de. Nel bosco, a fargli compagnia, non manca mai l’allegro gruppo di scanzonati tra i quali il rinnegato monaco Tuck, il luogotenente Little John e l’amata Lady Marian. Ma perché erano tutti costretti a rifugiarsi nella foresta, lontano dalla città di Nottingham? Sembra proprio che dopo la conquista normanna del 1066, molti nobili sassoni furono uccisi a Hastings: chi rimase in vita, fu privato dei propri possedimenti e costretto a vivere in tenda, ai margini della città, nella foresta. Oggi il cuore verde di quella famosa selva 씮 Qui sopra: il monumento a Robin Hood a Nottingham. Nelle altre foto: comparse del Robin Hood Pageant CLUB3 117 OTTOBRE 2007 [AVVENTURE] PER CHI PARTE 씰 Il Robin Hood Pageant (spettacolo) si tiene nel castello di Nottingham il 20 e 21 ottobre 2007. Per ulteriori informazioni: www.robinhood.co.uk o l’ente del turismo inglese: VisitBritain, tel. 02/88.08.151; www.visitbritain.it; e-mail: [email protected] Per i voli, l’aeroporto più vicino a Nottingham è quello di East Midland. Easyjet ha voli diretti da Venezia (www.easyjet.com/it); Ryanair da Bergamo, Pisa, Roma, Rimini e Alghero (www.ryanair.com). 118 OTTOBRE 2007 CLUB3 씮 ospita il parco naturale dedicato a Robin Hood: viali squadrati e ordinati che lasciano poco spazio all’immagine del selvaggio dedalo di viottoli usato per gli agguati allo sceriffo. Si arriva alla vecchia quercia, Old Oak, l’albero con più di 400 primavere e altrettanti inverni, che oggi somiglia a un vecchio eroe di guerra, generoso nel distribuire pezzetti di legno a eterno ricordo del passaggio all’interno del territorio del vecchio Robin, pedaggio ai suoi uomini per uscire incolumi dalla foresta di Sherwood. In queste foto: la rievocazione storica nel castello di Nottingham Poco spazio è lasciato anche alla Nottingham medioevale. Oggi è una città industriale, trafficata, dove lo shopping impazza. È la città che cresce più rapidamente in Inghilterra, ma da cui non sono scomparse le tracce di un mitico passato: la taverna più antica d’Inghilterra: the Old Trip to Jerusalem Inn. Un’osteria che è una leggenda: profuma dei racconti dei cavalieri sassoni che partivano per luoghi lontani, ma anche delle risate dell’uomo col cappuccio e dei suoi compari. La schiuma della birra e l’ombra delle travi intagliate traspirano invece degli intrighi dello sceriffo e del perfido Giovanni, fratellastro del re. Ed è proprio a pochi metri da qui che due volte l’anno il castello della città, altra traccia del tempo andato, torna ad animarsi. Per qualche giorno Nottingham è immersa in un’atmosfera di storia e di fiaba dove gli abitanti e i turisti sono spettatori, semplici comparse. La vita quotidiana del Medioevo scorre tranquilla tra le tende delle donzelle in ansia per i loro cari armigeri e i gruppi di musici e di milites riproducono armonie di corte e scontri d’arme. La giostra medioevale mostra l’abilità e il coraggio di cavalieri al galoppo a squadre o a coppie che colpiscono il busto roteante. Vince chi centra il bersaglio. Un pubblico di grandi e bambini affolla l’arena e incita gli uomini a cavallo. Il parco del castello è gremito di antiche botteghe. Le ricamatrici sono dedite a completare preziosi decori su sontuosi abiti; gli artigiani intagliano il legno come fosse creta; i fabbri di corte con incudine e martello forgiano i ferri dei cavalli e gli addestratori insegnano pazienti ai falchi a posarsi sul loro pugno. Poco più in là le lavandaie sbiancano il bucato con la cenere, i fornai cuociono il pane nei forni a legna. È lo spettacolo del passato mai passato, generoso nell’offrire svago e buon umore. 왎 Buon divertimento!