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Anello del Monte Geu – per il vallone della Creta Forata
Alpi Carniche
Difficoltà:
Attrezzatura:
Escursione molto bella, panoramica, e lontano dalle grandi
folle.
Tempi:
Dislivello:
Lunghezza:
Cartografia:
Sentieri:
Punto di partenza:
Periodo:
Escursionisti esperti
Abbigliamento normale da
montagna, pedule
ore 6
920 m
13,5 km
cartina nr. 1 Casa Ed.Tabacco
320, 230 e 321
Passo Cima Sappada (BL)
da tarda primavera all’autunno
La partenza per questo itinerario è il valico di Cima Sappada (BL). Parcheggiata l’auto nei pressi degli
impianti di risalita del Monte Siera, ci incamminiamo lungo la stradina con segnavia 320 che si addentra nel
bel bosco Longarone.
La strada prosegue nel bel bosco dove qualche salita inframezza alcuni tratti pianeggianti. Giunti nei pressi
del greto del Rio Geu, la bella strada forestale diventa un comodo sentierino, che inizia costeggiando il Rio
Geu fino alla deviazione per il sentiero attrezzato del Monte Geu. Abbandonata sulla destra questa
deviazione, proseguiamo sul nostro sentiero 320, attraversando il Rio Geu ed iniziando a risalire il bel bosco
di larici ed abeti.
La salita avviene a fianco ad alcuni torrentelli che scendono creando dei bei giochi d’acqua sopra un letto di
sassi ricoperti di muschio. Il sentiero, in un altalenante saliscendi nel bosco, si congiunge alla stradina
sterrata contrassegnata dal segnavia 230, che funge da strada di servizio per la Malga Tuglia. Alla
confluenza con questa stradina sterrata, giriamo a destra e in un dolce saliscendi e qualche repentina salita
giugniamo nei prati antistanti la Malga Tuglia, dove troviamo un grande masso con delle indicazioni che ci
invitano ad abbandonare questa stradina (senza salire alla Malga Tuglia), ed imboccare il sentiero che si
dirige verso il Passo Geu Basso ed il vallone della Creta Forata (ore 1,20).
Il sentiero, sempre segnavia 230, inizia a salire in un bosco di radi abeti e larici che si dirada sempre di più
mano a mano che si risale la bella vallata in direzione dell’ormai visibile Passo Geu Basso. La salita si fa più
ardita quando si transita dietro alle pareti meridionali del Monte Geu, e con stretti tornantini arriviamo al
Passo Geu Basso (ore 2,20).
Dopo una breve sosta e dopo aver osservato il bel panorama su Forni Avoltri, Bordaglia, Passo Giramondo
e tutto il gruppo della Creta di Fleons, riprendiamo il cammino in discesa verso i resti della diroccata Casera
Geu Alta. La casera si trova(va) in una bellissima posizione, al centro di un grande catino naturale,
abbracciata dalle montagne che la circondano. Attraversata la piccola valletta, iniziamo a risalire il vallone
della Creta Forata, su un bel sentierino che porta sempre il segnavia 230, seguendo il percorso di un corso
d’acqua.
Risaliamo la bella valletta per un centinaio di metri di dislivello, quando iniziamo a ricercare la deviazione
sulla destra per il sentiero 321 che ci dovrebbe portare sui ghiaioni della Cima Dieci. Troviamo dei pallidi
segnali che ci inviterebbero a risalire una traccia di sentiero poco evidente sulla nostra destre, ma i grandi e
visibili bollini bianco/rossi e le indicazioni di segnavia 230 ci convincono a proseguire ancora un tratto del
Vallone della Creta Forata per trovare qualche indicazione più precisa. Risalita quindi per circa 50 metri di
dislivello la vallata, giungiamo ad una deviazione, questa volta abbondantemente segnalata (ore 3,30).
Giriamo quindi a destra e, in leggera salita, giungiamo sotto le pareti della Cresta del Pettine; si raggiunge
un rado boschetto di larici e pini mughi, dove prendiamo un ardito sentierino che scende repentinamente a
ridosso delle pareti settentrionali della Cresta del Pettine, facendoci scendere in pochi minuti di una
cinquantina di metri.
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Mentre il panorama si apre splendidamente sul vallone di Sappada, il Monte Ferro ed il Monte Lastroni, il
sentierino ci fa aggirare un costone roccioso, iniziando una bella discesa attraversando un ghiaione. Giunti
sotto le pareti settentrionali della Cima Dieci, si aggirano due costoni rocciosi. La discesa dal secondo
costone roccioso, posizionato sotto elle rocce quasi perennemente bagnate e gocciolanti, viene agevolato
dalla presenza di un cavo metallico che rende più sicura la discesa.
Dopo aver superato due canali di scarico delle acque che discendono dalle cime soprastanti, iniziamo una
bella attraversata dei ghiaioni che caratterizzano questo versante della Cima Dieci, proseguendo senza
indugi verso il Rifugio Monte Siera che è già visibile.
Giunti al Rifugio Monte Siera (ore 5), chiuso quest'estate (2008), lo aggiriamo imboccando la strada di
servizio del rifugio che scende a fianco della pista da sci in rifacimento. Una ricerca della traccia di sentiero
che dovrebbe condurci a valle non è andata a buon fine, grazie ai lavori delle ruspe che hanno cancellato
qualche traccia che poteva indicarci la via, quindi scegliamo di scendere a valle lungo il triste percorso della
pista da sci nuova che ci porta esattamente alla partenza degli impianti di risalita dove abbiamo
parcheggiato la nostra auto (ore 6 dalla partenza).
COMMENTI: Il percorso è molto bello, nella parte iniziale immerso nel bosco e si svolge in una zona non
molto frequentata dal turismo di massa, sebbene sia molto panoramico. Non ci sono difficoltà rilevanti:
bisogna prestare un po’ di attenzione alla discesa per il ripido sentierino sotto la Cresta del Pettine ed al
breve tratto attrezzato sotto la Cima Dieci.
Itinerari in zona
Dal vallone della Creta Forata dove abbiamo lasciato il sentiero 230 per imboccare sulla destra il 321, proseguendo
invece dritti sul 321 si raggiunge in circa 20 minuti la bella Forcella della Creta Forata. Oppure, sempre dallo stesso
punto, prendendo una deviazione sulla destra in circa 45 minuti si arriva alla panoramica forcella di Rinsen che,
malgrado sia poco frequentata, è un punto panoramico eccezzionale.
Si può variare l'itinerario descritto sopra, scegliendo di scendere dalla Malga Geu Alta a Cima Sappada lungo il sentiero
attrezzato Geu: è un itinerario a tratti difficile, che si articola su una ripida china ricoperta da fitta vegetazione e con
terreno prevalentemente sassoso. Ambiente isolato e selvaggio e, in caso di pioggia, terreno molto scivoloso e con rari
segnavia. Dalla Malga Geu Alta a Cima Sappada ore 1,45.
Notizie Utili
La misteriosa storia di Sappada (Plodn)
La storia di Sappada è un po’ contornata da leggenda. La tradizione vuole che Sappada sia stata colonizzata da gruppi
di profughi fuggiti dal paesino di Villgraten nel Tirolo, per sottrarsi alle angherie dei feudatari locali. I primi insediamenti
nella vallata di Sappada risalirebbero all'anno 1000. I profughi avrebbero dapprima occupato un'area denominata
Ostans, sulle pendici del monte Ferro, per poi discendere a valle, creando 14 insediamenti che corrispondono alle attuali
borgate di Sappada: Granvilla (Dorf), Palù (Moos), Pill, Bach (Poch), Muhlbach (Milpa), Cottern (Kottern), Hoffe (Houve),
Fontana (Prun) , Kratten, Soravia (Begar) Ecche (Ecke), Puicher, Cretta (Krette), Cima (Zepoden). Ad esse, dopo il
1920, si è aggiunta Lerpa.
Non vi sono però documenti scritti che confermino l'origine di Sappada e l'occupazione del territorio da parte di
fuggiaschi; alcuni studiosi ritengono più probabile che si tratti di gruppi di persone che si sono insediate in questa vallata,
attratte dai giacimenti del monte Ferro. La provenienza comunque degli abitanti di Sappada dai paesi d'oltralpe è
comunque certa: lo conferma la lingua parlata dagli abitanti, un dialetto molto simile al tirolese o al bavaro-tirolese, che fa
di Plodn (questo il nome dialettale del paese) una vera e propria isola linguistica germanofona, del tutto diversa dalle
confinanti realtà ladine del Comelico e della Carnia. Anche alcune usanze e tradizioni evidenziano lo stretto legame di
Sappada con l'area nordica e d'oltralpe. Fra le tante, ricordiamo il pellegrinaggio che ogni anno si svolge a piedi da
Sappada al Santuario di Santa Maria di Luggau in Austria.
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