Lo Zen e l`arte di capirci qualche cosa

Transcript

Lo Zen e l`arte di capirci qualche cosa
Roberto Abiuso Doc, aprile 2016
LO ZEN E L’ARTE DEL CAPIRCI QUALCHE COSA
Non pretendo di spiegare lo Zen a chi magari ne sa più di me, cerco solo di definire e chiarire
quello che so e che penso di aver capito, sperando che possa essere spunto di riflessione ed
approfondimento e, forse, di divertimento. Chi avesse da ridire... ridica…
La Realtà: che pacchia vivere nell’Assoluto! Tutto l’Universo è mio, non ho nulla che ho bisogno,
nulla da invidiare. Viaggio liberamente nel tempo e nello spazio, sono in contatto con tutto e con
tutti. Nulla mi tocca, non seguo né l’Etica né la Morale, godo di tutto e tutto va per il meglio.
Devo solo liberarmi della presunzione circa l’Io sono ed è fatta.
Che pacchia anche vivere nel Relativo, posso essere il Presidente degli USA o un pezzente
qualunque, avere 8 mogli e 12 figli, essere un assassino seriale o un borghese piccolo piccolo. Ci
vuole abilità ma dipende da me. Devo solo scegliere la parte da interpretare e recitarla meglio
possibile!
Certo ci sono le incombenze quotidiane, tipo procurarsi un reddito, ricordarsi le password, pagare le
bollette, curare i rapporti familiari e sociali. Ma la cosa migliore è essere capace di passare
dall’Assoluto al Relativo quando mi pare, quando mi conviene, secondo le opportunità.
Il Tempo e lo Spazio: la nostra mente non è in grado di comprendere l’eternità del tempo e
l’infinità dello spazio perché, per motivi pratici, tende a misurarli e a suddividerli in parti. Quando
siamo particolarmente impegnati in qualche azione, capita che non ci accorgiamo del passare del
tempo e dello spazio. In quel momento, senza rendercene conto, stiamo vivendo nell’Assoluto.
Stiamo vivendo l’attimo e l’attimo equivale all’eternità, senza più dividere il tempo in passato,
presente e futuro. Non bisogna pensarlo, bisogna viverlo. Nella pratica della meditazione cerchiamo
di ritrovare quella situazione. Il Jikijitsu si occupa di misurare il tempo per noi e lo spazio è ...
l’Universo. Scusa, che ore sono? – Tutte!
La Consapevolezza: Lo so che non so niente … e allora …???
Qualunque cosa ci appaia è una manifestazione della coscienza. Tutto ciò che vediamo, lo vediamo
elaborato dalla nostra mente. È lei che conferisce un senso a quello che vediamo e lega l'esperienza
a nomi, logiche, regole e connessioni. Non sono i fenomeni che ci ingannano ma l'attaccamento che
la nostra mente lega ad essi. L’attaccamento si può risolvere quando ci rendiamo conto che dipende
solo dalla nostra coscienza.
Come l’onda: noi siamo come l’onda, come l’onda in mezzo al mar
corre, sbatte, schizza, inonda, mai nessun la può fermar.
L’onda esiste, ma non posso prenderla, caricarla sul furgone e portarmela a casa. È acqua spinta
dall’energia del vento, è semplicemente acqua, come l’acqua in cui si trova, come tutte le altre onde
che la circondano. L’onda, di per sé, non esiste. E nemmeno l’acqua esiste, sappiamo bene che è un
insieme di molecole formate da atomi, costituiti da protoni, neutroni, elettroni e tanto spazio vuoto.
Come tutto il resto dell’Universo.
Ragionamento: siamo circondati!
Il ragionamento è il bagaglio che dobbiamo preparare per affrontare il viaggio ma è il viaggio che ci
può portare a destinazione.
Noi dobbiamo considerarci un insieme all'interno di un sistema di insiemi.
Siamo un insieme di organi, cellule, fibre, molecole, minerali, acqua, siamo anche i batteri che
abbiamo sulla pelle, nei polmoni e nell’intestino, indispensabili per la nostra vita. Per esistere
ognuno di noi ha bisogno di precise quantità di ossigeno, umidità, pressione dell'aria, temperatura,
gravità e… cibo. Siamo il risultato finale dell’Evoluzione delle Specie, ognuno ha necessariamente
avuto due genitori, quattro nonni e milioni di antenati, ogni coppia dei quali dedicò almeno 10
minuti della propria vita a tramandare i propri geni per farci essere quelli che siamo. Siamo anche
gli antenati dei nostri discendenti. Siamo tutti parenti, tutti emigrati, tutti bastardi, tutti coinvolti,
impegnati a cavarcela in qualche modo nello spazio-tempo della vita ma tutti legati
contemporaneamente a tutti gli altri. Siamo tutti sulla stessa barca. Chi fa del male agli altri lo fa a
se stesso, è stupido, si tratta di autolesionismo. Chi fa del bene lo fa a se stesso.
Nessun grado di separazione www.youtube.com/watch?v=NXE-aTIIG30
Nessun grado di separazione - nessun tipo di esitazione - non c’è più nessuna divisione tra di noi
- siamo una sola direzione in questo universo - che si muove …
Immaginiamo una rete di recinzione, è leggera, trasparente ma ci impedisce di passare oltre. Quello
che conta nella rete sono i legami tra i nodi. Sono i legami che ci fanno essere un insieme. Un colpo
su un punto della rete la fa vibrare tutta. Immaginiamola tridimensionale, anzi, multidimensionale,
si sviluppa in tutte le direzioni. Le possibilità attuali di interconnessione fornite dai cellulari e da
Internet possono solo darcene una pallida idea.
Oppure immaginiamo un grande formicaio all’interno del quale la singola formica non conta niente.
- ma io non mi sento affatto una formica, a me le formiche mi fanno pure schifo. Pretendo la mia
dignità e una sana e ragionevole autostima, “anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano”Che stupido, stavo parlando dell’Assoluto, nel Relativo è tutto il contrario!
Entrare e Uscire….
Io sono Jack, possiedo una pistola - ed entro dalla porta in questa grande scuola
sparo a casaccio puntando qua e là - ammazzo un po’ di gente senza provar pietà.
Tutto il mondo sa chi sono io - sa tutto della strage, conosce il nome mio.
Io sono Jack, poso a terra la pistola - alzo le mani in alto ed esco dalla scuola
mi sparano lo stesso, è questo il mio destino - mi ammazzano più volte perché sono un cretino
sono morto davvero, irrimediabilmente - del senso della vita non ho capito niente.
I QUATTRO VOTI
PER SALVARE TUTTI GLI ESSERI: li salvo iiiio tutti gli esseri !!!
Gli allievi che pronunciano i Quattro Voti sanno che i Voti hanno senso nel contesto dell'Assoluto.
Ma possiamo cercare di comprendere il concetto di Assoluto usando il ragionamento logico? NO!
Allora dobbiamo crederci per fede, per dogma? NO!
Abbiamo speranza di accedere a questo benedetto Assoluto? BEH…
Sembra che sia la meditazione che ci porta ad intuire qualcosa in proposito.
Nella Realtà Assoluta non esiste l'individuo in sé, esiste l'insieme ed il legame che c'è fra tutti.
Quindi salvare se stessi è un passo in avanti sulla strada della Consapevolezza di tutta l'Umanità.
Salvare da cosa? Dall'ignoranza, dall'illusione, dall'inconsapevolezza.
PER ESTIRPARE TUTTE LE BRAME: smetto quando voglio!
Il termine estirpare suggerisce che le cosiddette brame sono come delle erbacce, difficili da
eliminare e che rinascono facilmente. Sono normali tendenze naturali che diventano vizi quando ci
condizionano. Se non riusciamo a gestirle e ne diventiamo vittima, siamo fregati, tutto il resto perde
di significato. Dobbiamo tornare al concetto del non-attaccamento, non solo alle cose ma anche alle
azioni ripetitive, alle abitudini, agli automatismi, alle convenzioni, alle manie, alle false sicurezze.
La vera sicurezza sta nella consapevolezza. Dobbiamo rendercene conto e tornare ad essere noi i
padroni di noi stessi..
PER COMPRENDERE TUTTE LE LEGGI: dobbiamo mica fare l'avvocato?
La legge principale è che tutti i fenomeni dell’universo tendono spontaneamente al disordine, fino
ad arrivare alla distruzione completa di tutto. Questa tendenza viene chiamata dalla Scienza
Entropia. Nello Zen viene invece definita Impermanenza. Al contrario i fenomeni biologici, dei
quali facciamo parte anche noi, tendono all’ordine e all’organizzazione.
La lotta è impari, vince sempre l’universo.
All’interno di questa legge c’è il Karma, o legge della Causalità: ad ogni azione segue un effetto il
quale provoca a sua volta altri effetti con una reazione a catena imprevedibile che si incontra e si
scontra con gli effetti di innumerevoli altre azioni. Il cosiddetto “Effetto farfalla”. Non ci rendiamo
mai abbastanza conto di quanto quello che facciamo influisce sugli altri e quanto quello che fanno
gli altri influisce su di noi. Un semplice sguardo può farci cambiare idea, direzione, decisione.
Questo però comporta anche che qualunque nostra azione non può essere definita veramente buona
o cattiva non essendo possibile conoscere le sue conseguenze finali. Non ha senso.
Inoltre, secondo la legge di Causalità, qualunque oggetto è nient’altro che il prodotto finale di
un’infinita serie di rapporti di causa-effetto, quindi, preso in sé, non esiste. Che poi tanto l’effetto
finale-finale è sempre comunque lo stesso. E questo fatto può farci uscire elegantemente dalla
Dualità del Relativo. Per questo il Mondo è perfetto così com’è.
Nel frattempo, popolazioni intere si scannano a vicenda. Nel Relativo, nulla ci vieta di impegnarci a
migliorare e correggere quello che ci sembra sbagliato, in un certo momento, in una certa
situazione. A favore sia degli altri che di noi stessi. Nel Relativo, il mondo è veramente un Casino.
La legge della Causalità è anche legata alla storia della Reincarnazione, di cui però allo Zen non
gliene può fregare. Ma allora perché compiere buone azioni ed evitare di fare il male?
Perché compiere buone azioni ci fa bene alla salute.
PER REALIZZARE L’ILLUMINAZIONE: da che parte si comincia ?
L’Illuminazione è come l’epicondilite, viene quando gli pare, se ne va quando gli pare. Chi gioca
frequentemente a tennis aumenta la probabilità che gli venga.
Intanto, realizzando l'Illuminazione vengono realizzati automaticamente anche i tre voti precedenti.
Ma ora meditate, gente, meditate…. svuotate la mente, rilassatevi col respiro, senza sforzo, cedete
all’Assoluto, non resistete, respirate, fffff…., svuotate, fffff…, svuotate, svuoootate…..
svuotaaaate….annullate il tempo, annullate lo spazio, ancora niente? Ricominciate da capo… da
capo… riprovate…riprovate…
La Natura di Budda: anche gli animali ce l’hanno? e le formiche? e i batteri?
Tutti gli esseri senzienti, meno che uno, sono dotati della capacità di apprendere, di essere
consapevoli di ciò che conoscono e di trarre conclusioni. Questo permette una evoluzione del
pensiero ad un livello sempre più alto. Ma, nello Zen, bisogna togliere gli strati che coprono la
nostra natura, tutti gli optional fatti di storia personale, educazione, cultura, struttura sociale, per
arrivare al Vero Uomo. Semplificare, pulire e raggiungere il Modello Base. La Natura di Budda è
ciò che abbiamo in comune. La meditazione ri-unisce tutti e ci conduce al Risveglio. Chi ci arriva.
Il Risveglio: nessun dorma!
Si tratta di rovesciare la prospettiva, e di vedere finalmente la Realtà come non è.
È come rivoltare il binocolo e accorgersi che si guardava dalla parte sbagliata.
Il Vero Uomo: non deve chiedere mai. E’ libero, non teme nulla, non ha dubbi, è impeccabile.
Deciditi!
Dimmi di si o dimmi di no - ma non mi dire: mah... però…
O sali o scendi, o parti o resta - metti chiarezza nella tua testa.
Concentrato, fai attenzione - fai la tua valutazione
ma decidi finalmente - e fallo impeccabilmente.
L’Impeccabilità: il miglior uso possibile della nostra energia. Decisi ma non aggressivi, concisi ma
non muti, precisi ma non ossessivi, discreti ma non assenti, attenti ma non ingombranti, leggeri ma
non superficiali, semplici ma non rincoglioniti. Tipo maggiordomo.
L’Attenzione: ehh... cosa...come....???
fare una cosa alla volta, portarla avanti e chiuderla, mantenendo allo stesso tempo il controllo su
tutto il contesto. Come nella meditazione, se altri pensieri intervengono, torniamo a porre
l’attenzione su quello che stiamo facendo. Il detto “quando si medita, si medita, quando si mangia,
si mangia e si beve” non è un invito all'abbuffata ma ci consiglia di porre attenzione, assaporare e
gustare, evitando di trangugiare distrattamente. Anche il commissario Montalbano non parla quando
mangia. Ciò vale anche per tutto il resto. L’Attenzione dà più valore a tutto quello che facciamo e
quindi impreziosisce la vita.
Bada a quel che fai!
E bada a quel che dici!
Prendo la tazza col suo piattino
Precipitevolissimevolmente
ci metto accanto il cucchiaino
non è solo un avverbio poco usato
ci metto il latte ed il caffè
è un grande scioglilingua veramente
e il caffellatte l’ho fatto da me.
più di qualcuno ci si è impicciato.
Io me lo gusto in silenzio perfetto
Per dirlo è necessario sezionarlo
poi al lavello a lavare mi metto.
dividerlo in più parti nella mente.
Lavo la tazza con cura perché
Io lo pronuncio bene quando parlo:
il caffellatte è dentro di me.
precipite / volissime / volmente.
La Distrazione: una ne faccio e cento ne penso.
Se non fossi preda della distrazione avrei già vinto qualche premio Nobel di qualche cosa.
Qualunque cosa io faccia, contemporaneamente penso a qualche altra cosa, penso al prima e penso
al dopo, ragiono con me stesso e mi do sempre ragione. Il cervello non smette mai di parlare con se
stesso, quando poi le scelte le facciamo prevalentemente d’istinto. È una mania! Vivere l'attimo,
concentrato in quel che faccio, mi riesce difficilissimo, è la cosa che mi frega di più.
Del resto, se davvero uno vivesse veramente solo l'attimo presente sarebbe un idiota da ricovero.
C’è da trovare il giusto equilibrio.
Il dritto e il rovescio: qui lo dico e qui lo nego. È vero che io esisto, non è vero che io esisto. È
vero che io medito, non è vero che io medito. È vero che io sono vivo, non è vero che voi siete vivi.
La Grande Illusione: vado al cinema, mi accomodo e guardo lo schermo.
Lo schermo mi riflette i raggi luminosi proiettati attraverso una pellicola impressionata con una
storia inventata. Pur sapendo che si tratta di una totale illusione, mi diverto e mi commuovo come
se fosse vero. Così nella vita, vivere come se tutto fosse vero ma sapendo di vivere nell’illusione.
Girotondo
Non c’è budda non c’è dio – non ci sono neanche io
non ci sei nemmeno tu – e tutto il resto suppergiù.
Ma mi resta l’illusione – che mi gira nel testone:
tutto quello che io vedo – sembra vero e io ci credo.
Basta solo non mischiare – quel che è vero e quel che appare
se ci riesci pure tu – non ci serve nulla più.
Prajnaparamita sutra:
la prajna paramita è il grande mantra, il mantra più alto,
il mantra supremo e incomparabile, capace di placare ogni sofferenza.
Il mantra della Prajna Paramita dice: Gate, gate, paragate, parasamgate, Bodhi, svaha!
(andate, andate, andate all’altra sponda, completamente all’altra sponda, Risveglio, benvenuto!)
Il gioco della Prajnaparamita: fate la vostra puntata, forma e vuoto, vuoto e forma, forma e vuoto,
vuoto e forma. Dov’è la forma, dov’è il vuoto? Se indovinate vincete l’illuminazione.
Lo Zen e lo Scopone Scientifico: lo Zen non è un semplice passatempo, è un gioco da fare
seriamente, con la massima attenzione e concentrazione. Come lo Scopone Scientifico.
- fatti non foste a viver come bruti, ma a conseguir la consapevolezza. …e non dimenticatevi di respirare, fa bene alla salute, ve lo giuro!
Bibliografia:


Alighieri Dante - La Divina Commedia – Inferno. Canto ventiseiesimo
Roberto Doc Abiuso – Lo Zen e l’Arte dello Zen. Sito di Scaramuccia
La bibliografia è minima perché la Scuola di Scaramuccia non si basa sui testi ma sugli Insegnamenti del Maestro,
la soluzione dei Koan e la pratica della meditazione.
Vi saluto a mani unite
Roberto Doc Abiuso