San Ludovico Nacque a Poissy nel 1214 quarto
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San Ludovico Nacque a Poissy nel 1214 quarto
San Ludovico Nacque a Poissy nel 1214 quarto figlio di Luigi VIII e da Bianca di Castiglia, alla morte dei fratelli maggiori divenne erede al trono. Consacrato sovrano a Reims nel 1226, trascorse la minore età sotto la reggenza della capace madre, la quale, represse una rivolta di nobili, perseguitò gli Albigesi nella Francia Meridionale e, sempre in nome di Luigi, costrinse Raimondo VII, conte di Tolosa, ad accettare nel 1229 il trattato di Parigi, facendo sposare la figlia di Raimondo con Alfonso di Poitiers, fratello di Luigi, assicurando così l’annessione della Linguadoca al trono di Francia. Nel 1235 Luigi con la maggiore età assume il controllo del governo dopo aver sposato nel 1234 a Sens, Margherita di Provenza figlia maggiore di Raimondo di Berenguer che gli generò 11 figli di cui 7 raggiunsero l’età adulta. Si dimostrò valoroso cavaliere dando prova delle sue capacità militari, nel 1242 Ugo di Lusignano patrigno di Enrico III d’Inghilterra, il quale, pur essendo cognato di Luigi avendo sposato la secondogenita di Raimondo, tentò di aiutare militarmente il patrigno assieme ai baroni aquitani, per riprendersi i territori della Francia occidentale, a Taillegourg Luigi ottenne una vittoria che, con la successiva pace di Bordeaux gli garantirono il controllo della Saintonge. In seguito ad una grave malattia, nel 1244 la personalità di Luigi IX subì una totale conversione, fece voto di partire crociato per la Terra Santa, nel 1248 si imbarca per Cipro e quindi sbarca a Damietta, alle foci del Nilo, ma nel 1250, a seguito di una pestilenza, viene vinto e catturato con tutto l’esercito, verrà liberato dietro il pagamento di un enorme riscatto. Rimane per altri quattro anni ad Acri in Siria da dove invia ambasciatori: il domenicano Andrea Longjumeau e il francescano Guglielmo di Robrouck, a contattare i Mongoli per convertirli alla fede cristiana e allearli contro l’Islam ma con risultati deludenti. Nel 1254, a Sidone seppe della morte della madre, ritornò in Francia dove intraprese una serie di riforme che, dal 1254 e il 1270, rivoluzionarono l’ordine morale della società, “risanare l’anima e il corpo del regno”. Con il matrimonio della figlia Isabella con Tibaldo V conte di Champagne e re di Navarra portò la pace nelle Fiandre, operò come arbitro tra Enrico III e i suoi baroni, con il trattato di Parigi lasciava a Enrico III il Limosino e Perigold in cambio di ogni pretesa sulla Normandia, sperava di stabilire una pace duratura tra Francia e Inghilterra ma la guerra dei cent’anni dimostrò come fosse solo una pia speranza. Era molto devoto e austero, il suo comportamento estremamente imparziale era inusuale all’epoca, si sforzo sempre di promuovere la pace, prelati e baroni, ma anche sovrani stranieri, gli chiesero di fare da giudice nelle contese. La sua umanità e generosità erano eccezionali, fondò un ospedale per ciechi poveri, donava regolarmente cibo ai poveri. Fondò l’istituto teologico che divenne noto con il nome di Sorbona, le raffinate cattedrali e le fondazioni monastiche, Rayaumont cistercense e conventi mendicanti a Parigi, implementò il livello culturale del suo regno, famosa la Saite Chapelle a Parigi costruita nel 1245-48 come cappella privata del re per contenere le reliquie, come la corona di spine che aveva ricomprato da Baldovino II imperatore di Costantinopoli. Nel 1265 organizzo una nuova crociata, si imbarcò nel 1270 ma al suo arrivo a Tunisi il 25 agosto indebolito dalle privazioni soccombette alla dissenteria causata da un attacco di tifo. Il suo corpo fu fatto rientrare in patria dall’Africa attraverso la Sicilia e l’Italia, fu inumato nella basilica di Saint Denis, si verificarono subito numerosi miracoli, Papa Martino IV nel 1282 ordinò un’inchiesta sulla sua vita e sui miracoli. Nell’agosto del 1297 con la bolla “Gloria laus” Bonifacio VIII, in Orvieto, lo canonizzò e l’anno seguente, alla presenza del nipote, re Filippo il Bello il corpo venne riesumato, le ossa vennero date come reliquie a personaggi importanti e a chiese, quelle rimaste a Saint Denis vennero disperse durante la rivoluzione. Goffredo di Beaulieu scrisse la vita di Luigi IX nel 1272-73 e la sua leggenda acquistò nuova forza, mostrando come la santa umiltà di Luigi si opponesse a comprensibili manifestazioni di superbia regale od orgoglio e come egli fosse stato un vero seguace del Cristo, servo sofferente e sovrano. I contemporanei lo ritenevano certamente un santo, non solo per i successi ottenuti in campo politico e militare ma per il suo comportamento giusto, modesto e coraggioso anche durante le varie prove. Il suo culto fu diffuso in tutta la cristianità dagli ordini mendicanti, che lo considerarono ben presto come uno dei loro terziari.