Denuncia Lav: su Youtube il massacro dei tonni da sushi
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Denuncia Lav: su Youtube il massacro dei tonni da sushi
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Anno IV – n.221 venerdì 28 novembre 2008 Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Editore: undicidue srl, via del Portofluviale, 9/a - Roma • Stampa: Rotopress, via E. Ortolani, 33 - Roma Registrazione Tribunale di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via del Portofluviale, 9/a - 00154 Roma - tel. 0645470700 - fax 0642013131 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 Attentati a Mumbai, 125 morti Un commando di terroristi ha attaccato la capitale economica dell’India colpendo le zone turistiche Italia, nuovo rischio rifiuti Scarti elettronici e batterie: il governo aumenta i consorzi senza fissare obiettivi minimi di tutela ambientale Cleto Romantini [email protected] Natale, insidie sotto l’albero 2 Il Global Deal per azzerare la Co2 3 E mergenza rifiuti risolta? La vulgata filogovernativa sembra aver convinto molta gente di questo, sulla stregua dell’esempio del “caso Napoli”. Ma in realtà alcune delle operazioni messe in atto in questi giorni dall’esecutivo potrebbero ben presto allargare un’emergenza in realtà tutt’altro che risolta. I fronti più caldi sono quelli dei rifiuti elettronici e delle batterie al piombo. Il governo punta ad aumentare i consorzi di recupero, ma non fissa obiettivi minimi di salvaguardia ambientale, come peraltro previsto dalle direttive europee. Eppure basterebbe, ad esempio, un corretto smaltimento dei frigoriferi e dei condizionatori per raggiungere ben il 3 per cento degli obiettivi di Kyoto, oltretutto moltiplicando i posti di lavoro, come dimostra uno studio dell’istituto di ricerche Ambiente Italia. Il rischio, altrimenti, è quello di avere nelle strade un milione di tonnellate di rifiuti: i cosiddetti Raee, ovvero i rifiuti elettronici, che contengono sostanze potenzialmente tossiche e in grado di distruggere la fascia dell’ozono e di far crescere l’effetto serra, ma che sono anche una miniera di materie secondarie di grande valore. “Gli elettrodomestici bian- 230 mila tonnellate di materie seconde; un taglio di emissioni equivalente a 3,4 milioni di tonnellate di CO2; un recupero energetico pari a 119.000 tonnellate di petrolio. In sostanza si riuscirebbe a tagliare circa il 3 per cento delle emissioni di CO2 Basterebbe, ad esempio, un corretto smaltimento dei frigoriferi e dei condizionatori per raggiungere ben il 3 per cento degli obiettivi di Kyoto, oltretutto moltiplicando i posti di lavoro, come dimostra uno studio dell’istituto di ricerche Ambiente Italia chi (che corrispondono alle classi 1 e 2 dei Raee, di competenza del consorzio Ecodom) potenzialmente recuperabili – sostiene la ricerca di Ambiente Italia – sono 6 milioni di pezzi: 258 mila tonnellate, di cui 89.500 tonnellate di frigoriferi e congelatori e 7.400 tonnellate di condizionatori (prodotti contenenti CFC e HCFC)”. Una corretta gestione permetterebbe: il recupero di (che l’Italia dovrebbe ridurre entro il 2020) solo attraverso il recupero dei fluidi refrigeranti e il riciclo, mentre il recupero energetico vale all’incirca i consumi di una città di almeno 40 mila abitanti. “Il governo – attacca il ministro ombra Pd dell’Ambiente Ermete Realacci – insiste su un’interpretazione ideologica della liberalizzazione: invece di aumentare l’effi- Denuncia Lav: su Youtube il massacro dei tonni da sushi “Pescatori che inseriscono con decisione un cavo d’acciaio nella testa dei tonni che si agitano violentemente, coperti dal proprio sangue, fino alla morte”. Questo lo spettacolo cruento che si può vedere su http:// www.youtube.com/watch?v=ts9eXq2TWZY nel filmato, relativo all’isola di Procida, che denuncia “l’uccisione dei tonni rossi con metodi cruenti per servire sushi giappone- Elida Sergi [email protected] La polizia indiana, affiancata dai reparti dell’esercito, è ancora impegnata contro alcuni dei terroristi che hanno preso alcune decine di ostaggi, in gran parte turisti stranieri, tra i quali anche 7 italiani. L’attacco è andato avanti per tutto il giorno Francesco Benetti a pagina 2 Non c’è più voglia di ridere se”. La denuncia è della Lega anti vivisezione-Lav. “Tali modalità di abbattimento, come detto nel filmato- denuncia la Lav- sarebbero volute dai giapponesi per rendere il tonno ‘buono per il sushi’. Per mesi hanno tentato di farci credere che gli animali venissero uccisi con tecniche incruente o con pesca e morte per asfissia, mentre ora si vede nella sua drammatica realtà il vero cienza punta ad aumentare il numero dei consorzi di recupero. Serve invece incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata. Se questa avesse un incremento del 15% per il 2020 rispetto ai livelli attuali – calcola Realacci – per quella data si potrebbe diminuire del 18% l’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32% dell’obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020”. Altro segmento di rischio è quello del recupero delle batterie al piombo e degli accumulatori. I senatori del Pd Franco Bruno e Roberto Della Seta accusano il governo di aver licenziato un decreto legislativo che “azzera il consorzio per lo smaltimento delle batterie, il Cobat, uno degli organismi più virtuosi a livello internazionale grazie al quale l’Italia ha raggiunto altissimi livelli di prestazione in questo settore”. Insomma, altro che emergenza rifiuti risolta: la situazione italiana potrebbe ben presto tornare al livello di guardia. volto della mattanza- dichiara Ciro Troiano, responsabile Tutela ambiente della Lav- addirittura hanno tentato di addossarci la responsabilità della morte lenta degli animali a causa del sequestro dei fucili subacquei muniti di cartucce, asserendo che l’unica alternativa ai fucili fosse la morte per asfissia, ora vengono fuori i veri metodi che definirli crudeli è poco”. Metodi utilizzati “già prima del sequestro delle armi, come questo filmato e altri dimostrano. Per quel che ci riguarda– conclude Troiano- ora si aprono nuovi scenari giudiziari perché invieremo un esposto alla Procura affinché siano valutate eventuali ipotesi di maltrattamento di animali”. In Italia non c’è proprio più nulla da ridere. Non sembri uno slogan o una frase fatta, è la realtà: la satira, soprattutto quella politica, nel nostro Paese non “tira” più. In gergo televisivo si direbbe che non fa “audience”, ma la sostanza è la stessa: funzionano le trasmissioni di comicità pura o le parodie all’interno di un programma, ma le trasmissioni di satira, specie se connotate politicamente (per esempio su Raitre, Serena Dandini con una media tra il 7 e l’8% di share; o Paola Cortellesi con circa il 6%), non hanno ottenuto gli ascolti desiderati. Difficile valutare se si tratti di crisi temporanea (come accade ciclicamente per il varietà o il reality show) o di qualcosa di più serio. Anche perché qualche oasi felice c’è: Maurizio Crozza - seppur molto di nicchia su La 7 - non se la passa male. C’è meno voglia di scherzare e i politici, in fondo, non hanno più voglia di essere presi in giro. Lo raccontano bene gli autori delle Iene: “Due anni fa, facemmo il test anti droga per valutare quanti politici avevano fatto uso di sostanze stupefacenti: da allora il clima è molto cambiato attorno a noi. Contemporaneamente ci fu il pezzo di Sabrina Nobile che mostrava l’ignoranza dei politici (un caso emblematico fu quello di Elisabetta Gardini, attuale europarlamentare di Forza Italia, che non sapeva cosa fosse la Consob ndr). Da lì ci siamo tagliati i rapporti col mondo politico, nessuno si fida più di noi”. Il problema non è da poco: un Paese che reagisce con un sonoro sbadiglio alle trasmissioni dedicate alla satira, che non la capisce e non la sa interpretare, è un Paese che per la troppa voglia di prendersi sul serio rischia di finire “bollito”. Erano decisamente altri tempi quelli in cui Daniele Luttazzi incollava allo schermo 7 milioni e mezzo di spettatori in seconda serata su Raidue (Satyricon, 2001) provocando reazioni furibonde e querele milionarie (poi risoltesi in un nulla di fatto). Poi è arrivato il periodo nero della censura (il tristemente famoso “editto di Sofia” con il quale Berlusconi stesso epurò la Rai da giornalisti e comici ritenuti ostili) e oggi una finta libertà di satira. Già, perché di finta libertà si tratta se persino un giornalista che ha conosciuto il vero volto del diktat berlusconiano come Michele Santoro per un’imitazione (peraltro benevola) sull’emittente radiofonica Rds chiede un risarcimento di due milioni di euro. 2 venerdì 28 novembre 2008 Estremisti, ma non solo Al-Qaeda Nella regione opera una miscela di gruppi locali e stranieri che il governo indiano non riesce più a controllare dalla prima A ncora terrorismo, esplosioni e morti. A Mumbai, capitale economica dell’India, un commando di terroristi ha attaccato i punti turistici della città, occupato due hotel di lusso e preso in ostaggio diverse decine di turisti. Sono 125 i morti accertati, dovuti alle esplosioni avvenute negli hotel, in una stazione ferroviaria, in un centro per la cultura ebraica e in un ospedale, alcune centinaia i feriti, anche se le operazioni sono ancora in corso: la polizia indiana, affiancata da alcuni reparti dell’esercito, è ancora impegnata con alcuni dei terroristi che, appunto, hanno preso alcune decine di ostaggi, in gran parte turisti stranieri, tra i quali anche 7 italiani. L’attacco è andato avanti per tutta la giornata di ieri ed era ancora in corso, a 26 ore dalle prime esplosioni, un violento scontro tra i terroristi barricati nei due alberghi e la polizia. Mumbai è un obiettivo molto sensibile per il terrorismo di matrice islamista nel sud-est asiatico: è il centro economico del sub-continente indiano e ne rappresenta un’importante sede politica. Tutta l’India negli ultimi anni è stata teatro di una serie di attentati terroristici che ne hanno sconvolto la geopolitica, anche se quello in corso è sicuramente l’episodio più grave. Già nel 2003 60 persone furono uccise dall’esplosione di due macchine-bomba, sempre a Mumbai, mentre nel maggio di quest’anno degli attacchi ai luoghi di culto indù nel Rajasthan hanno causato 63 vittime. Il mese scorso, poi, ad Assam, undici bombe esplosero in rapida successione ucci- nucleare Il Sole che ride: ad Aosta non interessa il tema Il tema del nucleare non interessa al Comune di Aosta. E’ quanto afferma in una nota il gruppo dei Verdi in Consiglio comunale dopo che è stata respinta una mozione “per una città denuclearizzata”. “In realtà le scelte italiane in materia condizioneranno il futuro economico e di sviluppo di tutti. Nessuno immagina una centrale nucleare sul territorio aostano, ma una mozione che chiedeva di definire ‘Aosta città denuclearizzata ha offerto l’occasione per dibattere sul tema delle scelte energetiche che interessano l’Italia intera”. “Con l’esclusione di Forza Italia, la minoranza e il Partito Democratico hanno votato compatti il documento. Parte della maggioranza si è invece astenuta, dimostrando di non essere interessata a dare indicazioni su scelte così importanti per il nostro paese e vanificando la mozione”. Il gruppo dei Verdi, primo firmatario del documento, ritiene che “sviluppare l’energia nucleare sia in antitesi rispetto alla promozione delle energie rinnovabili, vero motore di sviluppo per l’economia dei prossimi anni, non essendo possibile investire denaro in entrambe le direzioni”. legalità I Verdi: a Crotone serve un patto tra le forze sane della società “I Verdi di Crotone plaudono all’iniziativa della magistratura e delle forze dell’ordine e sono solidali col Pm Bruni per la sua tenace e coraggiosa lotta contro la criminalità per cui rischia la vita. La città vive una vera e propria emergenza legalità ed a questo non possono restare insensibili i tanti cittadini onesti crotonesi impegnati in ogni campo e settore della società. I Verdi di Crotone propongono un patto alle altre forze politiche: non candidare alle prossime elezioni nessuno che abbia anche il solo rinvio a giudizio per reati che hanno a che fare con la criminalità organizzata o reati contro la pubblica amministrazione; per quanto ci riguarda noi seguiremo in questo senso un severo codice etico e non faremo accordi con alcuna forza politica che non accetti questa preliminare condizione. Ai cittadini crotonesi chiediamo di rispondere con dignità alla sfida del malaffare e di non vendersi e piegarsi al voto di scambio. Alle associazioni imprenditoriali chiediamo di espellere chi è colluso, concusso o corrotto. I Verdi di Crotone richiedono il più severo controllo dei flussi finanziari che raggiungeranno Crotone per la Bonifica del sito industriale”. dendo almeno 68 persone e ferendone centinaia. È stato calcolato che nel solo 2007 ci siano già state 2300 morti per attentati terroristi in tutto il Paese. Ma la sola pi- che rende la situazione non controllabile dal Governo. L’elemento islamista è arrivato negli ultimi anni primariamente dalla regione di confine tra India e Pakistan, Il ministro della Difesa pakistano, Ahmed Mukhtar, ha immediatamente rigettato ogni accusa: “C’è il rischio di distruggere tutto il lavoro fatto fin qui tra i nostri Paesi dopo anni di discordie. Il Pakistan non è coinvolto in nessun modo in questi sanguinosi attacchi” sta islamista è fuorviante, o perlomeno riduttiva: nella regione agisce una miscela di gruppi differenti, sia per origine che per obiettivi, il Kashmire, mentre gruppi terroristi interni hanno ricevuto finanziamenti dai fondamentalisti islamici oltrefrontiera, dimostran- do però, al tempo stesso, di avere le abilità per compiere azioni in proprio. Inoltre ci sono ribelli separatisti nel nord-est e altri ribelli nei corridoi che dall’est del Paese si dirigono verso il resto della regione sub-continentale. Secondo Kevin Liu, responsabile per l’Asia dell’Est di Executive Analysis, gruppo di analisti geopolitici che collabora con i più importanti media internazionale, “le possibili reti che stanno dietro gli attacchi di Mumbai sono solamente ipotizzabili a questo punto della situazione. Alcuni gruppi locali agiscono di propria iniziativa, ma come si è detto c’è anche una seconda componente di appoggio dall’estero; ma c’è anche un terzo fattore, il sottomondo mafioso della stessa Mumbai: avevano certamente conoscenza a priori di questi attacchi, in quanto sarebbe estremamente difficile per gruppi esterni impostare e portare a capo attacchi di tale entità senza l’appoggio e il consenso della mafia cittadina”. Le reazioni internazionali sono di comune sdegno e condanna. Particolarmente delicata la situazione del Pakistan, nemico storico dell’India che si trova oggi al centro delle accuse, non unanimi, per un ipotetico appoggio ai gruppi terroristi. Il ministro della Difesa di Islamabad, Ahmed Mukhtar, ha però immediatamente rigettato ogni accusa: “Non dovremmo essere accusati come è successo in passato, c’è il rischio di distruggere tutto il lavoro fatto fin qui tra i nostri Paesi dopo anni di discordie. Il Pakistan non è coinvolto in nessun modo in questi sanguinosi attacchi”. Natale, insidie sotto l’albero Cresce la preoccupazione per la sicurezza dei giocattoli. Altroconsumo denuncia: “Servono più controlli” Valentina Pennacchio [email protected] T empo di Natale, tempo di regali sotto l’albero, attesi soprattutto dai più piccini. Ed è proprio per la loro tutela che Altroconsumo, l’associazione in Difesa dei Consumatori, ha pubblicato gli esiti dell’inchiesta sulla sicurezza dei giocattoli per avere una visione globale circa la qualità del prodotto più gettonato del periodo. I dati, disponibili integralmente sul sito www.altroconsumo. it, sono piuttosto eloquenti: “Su 34 giocattoli acquistati in Italia e portati in laboratorio, ben 19 sono risultati pericolosi. Uno di questi era già stato segnalato al ministero dello Sviluppo economico nel 2004 (il Brio Stacking Clown): a distanza di quattro anni è ancora in vendita, nel totale disinteresse dell’incolumità dei consumatori che li utilizzano, i bambini”. “I prodotti dovrebbero superare a pieni voti le prove di laboratorio – prosegue il rapporto – dato che gli utenti sono i bambini, e l’utilizzo che se ne fa a volte è improprio. Così non è, ed è un problema anche europeo. L’indagine allargata ad altri Paesi ha dimostrato che su 83 prodotti a scaffale nelle città del vecchio continente solo il 25% sono in regola: il 57% del campione è pericoloso e un altro 18% non rispetta la legge, dunque non dovrebbe comunque essere venduto. Il test ha seguito i parametri della normativa di riferimento, la direttiva n. 378 del 1988. Eseguite prove di resistenza meccanica, per simulare i lanci e le tensioni a cui i bimbi sottopongono peluche e giochi in genere. A questi è stata aggiunta la ricerca di ftalati e altre sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute, come formaldeide, cadmio, e solventi. I rischi documentati in laboratorio vanno dal pericolo di rimanere con le dita intrappolate negli snodi e nelle fessure, alle sostanze chimiche, che possono essere inalate, succhiate, assorbite attraverso la pelle. E piccole parti che si staccano facilmente, col rischio di essere ingoiate”. Altroconsumo evidenzia le responsabilità di coloro che immettono in un mercato così popolare prodotti dissonanti rispetto alle normative vigenti per una mera logica di business che si gioca sulla vita e l’incolumità di bambini: “Chi deve controllare rimane immobile e ha la sua buona dose di responsabilità in un settore a forte rischio incidenti. Le aziende che li producono dovrebbero prendere L’associazione: “Chi deve vigilare rimane immobile e ha la sua buona dose di responsabilità in un settore a forte rischio incidenti. Le aziende produttrici dovrebbero prendere il massimo delle precauzioni per prevenire ogni rischio. Ma spesso non è così” il massimo delle precauzioni per prevenire ogni rischio. Spesso non è così. E chi sbaglia, in buona o cattiva fede, non è punito. I controlli puntuali, che sarebbero necessari, non ci sono, il ritiro dei giocattoli a rischio avviene a singhiozzo”. Probabilmente a tutti è capitato nel prendere in mano un giocattolo notare la scritta, ormai quasi unica, “made in China”. Si tratta del 90% della produzione e questo perché le industrie occidentali sono solite dislocare le propri imprese di produzione nelle aree cinesi per abbattere i costi. I consumatori devono stare in guardia, scegliendo un giocattolo tra le aziende che rispettano determinati trend (ad esempio l’età indicata sulla confezione deve essere consona rispetto alla tipologia del gioco), anche se piuttosto difficili da scovare. Molti giochi, inoltre, pur non presentando particolare pericolo, in Europa non potrebbero essere diffusi perché comunque contrari alle normative vigenti. Degna di nota l’attenzione di alcuni loghi famosi come Upim, Giochi Preziosi e Disney. “Dopo aver ricevuto i risultati dell’indagine hanno reagito dimostrando impegno e serietà. Hanno ripetuto i test a proprie spese e infine hanno agito per la sicurezza dei consumatori, ritirando in via preventiva o dopo conferma dei risultati i giocattoli a rischio”, conclude l’Associazione. venerdì 28 novembre 2008 Sicurezza alimentare L’Efsa: ridurre il limite massimo di pesticidi nei cibi Ridurre la soglia del limite massimo residuale (Lmr) per le sostanze attive usate in quei pesticidi laddove è comprovato il rischio per la salute umana: lo richiede l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), a seguito di una indagine commissionata da Bruxelles su tutta una serie di antiparassitari ritenuti dalla Commissione europea nocivi per l’uomo. Dopo le valutazioni, l’Efsa chiede “la riduzione dei livelli Lmr in tutti i casi in cui i rischi sono evidenti, e in tutti quei casi in cui i dati delle sostanze attive non sono sufficienti a garantire la sicurezza”. Inoltre, “per tutte quelle sostanze non autorizzate dall’Unione europea ma che potrebbero essere riscontrate come residui di altri composti”, l’Autorità per la sicurezza alimentare chiede che il limite massimo residuale sia fissato ai valori minimi. L’unità Pesticidi dell’Efsa giunge a queste richieste dopo attente valutazioni sui rischi che corre il consumatore dagli alimenti trattati con le sostanze attive. AGRICOLTURA I trattori della Coldiretti a Firenze contro la crisi “Siamo scesi in piazza perché occorre modificare le leggi regionali che frenano lo sviluppo delle nostre aziende agricole, gestire la fauna selvatica e gli animali predatori, procedere nella riforma delle agenzie regionali, pianificare una corretta gestione della risorsa idrica. La denuncia arriva dalla Coldiretti Toscana che ieri ha organizzato una manifestazione a Firenze contro la politica regionale per il settore. “Denunciamo - spiega la Coldiretti - che negli ultimi 10 anni la campagna toscana si è ridotta del 17% e da poco più di 51 mila imprese si è passati a circa 45 mila iscritti alla camera di commercio”. Claudia, 22 anni è una delle protagoniste della manifestazione, vive con i suoi a Vicchio, nel Mugello. Studia agraria e collabora con l’azienda agricola della famiglia. E’ stata lei, ieri, a bordo di un trattore John Deere di 7 mila di cilindrata, ad aprire e guidare il corteo di agricoltori (50 mila secondo gli organizzatori, 20 mila secondo le forze dell’ordine, creando qualche disagio al traffico cittadino) aderenti a Coldiretti Toscana che ha sfilato per le strade del centro storico di Firenze fino a gremire piazza Santa Croce dove la manifestazione si è sciolta. Il trattore guidato da Claudia è stato l’unico, dopo un lunga trattativa con la questura, ad essere stato autorizzato a percorrere le storiche strade fiorentine. Gli altri mezzi agricoli (circa 350 secondo le forze dell’ordine, un migliaio secondo la Coldiretti) arrivati a Firenze da tutta la Toscana sono stati posizionati intorno alla città come se minacciassero un assedio. La maggiore concentrazione c’è stata in piazzale Michelangelo dove sono stati parcheggiati oltre 200 mezzi. Tanti gli striscioni: “Martini (governatore della Toscana ndr), fai come noi: semina qualcosa di buono”; “La Toscana è bella: l’abbiamo fatta noi”; “Siamo biologici, sostenibili e inkazzati”. Lo slogan della manifestazione è stato: “Diamo valore alla vera Toscana”. 3 Il Global Deal per azzerare la Co2 Il Wwf traccia la mappa per vincere i cambiamenti climatici e superare la crisi economica Andrea Drudi [email protected] I l dossier “2009 Anno del clima: Effetto Global Deal” edito dal Wwf Italia traccia le linee guida per un nuovo accordo globale sul clima. Si tratta di un percorso a tappe obbligate da chiudersi a dicembre 2009, delineato dal calendario dei vertici internazionali che vedrà i governi impegnati nel corso di tutto l’anno. Una sfida che secondo l’associazione ambientalista il mondo deve cogliere “per superare la crisi economica attuale e andare verso un mondo a Carbonio Zero”. I cambiamenti climatici, secondo i dati più recenti della ricerca scientifica, stanno avvenendo ad un ritmo più veloce di quanto previsto dai modelli pubblicati dal Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici nell’ultimo rapporto del 2007. In altre parole, i 3.800 scienziati, vincitori del Premio Nobel per la pace nel 2007, avevano peccato di ottimismo, mentre da qualche angolo si gridava al catastrofismo. “Solo un intenso, laborioso, responsabile lavoro di cooperazione tra i governi, un’alleanza tra ambiente, industria, agricoltura, finanza, economia potrà portare all’adozione di un Trattato Globale sul clima – ha commentato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - Un grande piano di riforme equo, efficace e coerente con le indicazioni della migliore conoscenza scientifica disponibile che metta l’umanità al riparo da conseguenze senza ritorno dovute all’impatto dei cambiamenti climatici e ci fornisca una capacità di maggiore controllo del nostro futuro”. Nel 2006 in Europa l’incre- Gianfranco Bologna (Wwf Italia): “Bisogna cambiare le modalità di utilizzo dell’energia. Abbiamo una nuova infrastruttura fatta di fonti rinnovabili ed efficienza energetica che aspetta solo di diventare realtà” mento della produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabile ha superato quello da fonti tradizionali. Negli Stati Uniti, dal 2000 al 2007, la potenza eolica installata è cresciuta da 18.000 a circa 92.000 megawatt; nel 2008 questa capacità ha superato la soglia dei 100.000. La Danimarca è la nazione leader nel mondo per la quota di energia elettrica proveniente dall’eolico, con il 20% del totale dell’energia utilizzata dal paese e sta pianificando l’espansione del parco eolico a copertura del 50% del fabbisogno elettrico nazionale. La Germania nel 2007 ha installato oltre 1.100 megawatt di po- tenza in impianti fotovoltaici, diventando così il primo paese al mondo in un solo anno per aver installato più di un gigawatt. Per quanto riguarda il versante industriale, alcune grandi aziende hanno attuato strategie di riduzione delle emissioni, superando la politica dei loro governi e guadagnandoci in miliardi di dollari e incremento della produzione, ad esempio la Du Pont, nel 2007 ha ridotto le emissioni del 72% rispetto al 1991 e l’utilizzo globale di energia del 7% risparmiando 3 miliardi di dollari. La più grande catena di negozi al dettaglio del mondo, la Wal-Mart, si è data l’obiettivo di ridurre del 5% gli imballaggi entro il 2013 eliminando 213.000 camion dalla strada e risparmiando circa 324.000 tonnellate di carbone e 350 milioni di litri di carburante diesel l’anno. Nel 2005 Ibm ha raggiunto una riduzione delle emissioni di CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990. Risparmio economico stimato: circa 115 milioni di dollari. “Contro un clima che cambia, cambiamo le modalità di utilizzo dell’energia. Abbiamo una nuova, rivoluzionaria infrastruttura fatta di fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse, cogenerazione, geotermoelettrico, efficienza energetica, risparmio che aspetta di diventare realtà e sancire il principio di una rivoluzione industriale per la sostenibilità – ha aggiunto Gianfranco Bologna – Bisogna creare i cosiddetti colletti verdi, prevedendo forme adeguate di istruzione e formazione professionale. Serve un impegno corale della società e del mondo intero che deve essere sostenuto da profonde riforme in ciascun paese”. Da Dusseldorf per un nuovo mondo Esce in tutte le sale cinematografiche “Palermo Shooting” di Wim Wenders, film in parte girato nel capoluogo siciliano Gian Lorenzo Masedu G uardare e vedere. Troppo spesso i due verbi si confondono al punto di esser diventati quasi due sinonimi. Si dice alternativamente “vedo o guardo la televisione”, ma non è la stessa cosa. Tutti guardiamo, per il solo fatto di muovere i nostri occhi in direzione di un oggetto o di una persona. È un atto immediato, naturale. Non tutti, però, vediamo, che è un qualcosa di meno superficiale dell’atto di guardare. Per vedere, davvero, non basta indirizzare gli occhi da qualche parte. Finn, il protagonista del nuovo film di Wim Wenders, “Palermo Shooting”, è un fotografo diviso tra arte e pubblicità ed è, allo stesso tempo, un uomo che ha smesso di vedere. La sua ispirazione sembra infatti essere giunta ad esaurimento. Il problema, come gli fa notare una studentessa, è che si limita a guardare le cose in superficie. Non prova alcun interesse per la vita, per quanto viene celato allo sguardo ed alla vista. Trovatosi prossimo a morire, Finn decide di prendersi qualche giorno di riposo. Lascia così Düsseldorf e se ne va a Palermo lasciandosi conquistare dalla città e dai suoi misteri, tagliando i contatti con il suo mondo. Le giornate passano tra un errare senza meta, qualche fotografia e grandi dormite nei luoghi più impensabili, nelle piazze della città, in mezzo ai passanti. Unico suo compagno di vagabondaggi è il lettore Mp3, perennemente acceso, che ha appeso al collo e dal quale non si stacca mai. Questo fino a quando non fa conoscenza con una giovane restauratrice che lo salva da annegamento nel porto di Palermo. Tutto andrebbe benissimo per Finn se non fosse tormentato da una visione ricorrente: quella di una strana figura incappucciata che lo segue per tutta la città, brandendo un arco e mirando ad ucciderlo con una freccia. Il film di Wenders segue il percorso di un artista (lo stesso regista?) che ormai ha perso il contatto con il mondo e con gli altri. Il successo gli ha dato alla testa e gli ha fatto perdere il senso delle cose. Ha bisogno di tornare sulla terra, di confrontarsi con i suoi simili, di imparare nuovamente a conoscerli, a capirli. Solo la paura della morte può portarlo a rivivere in modo normale, come tutti gli altri. Ecco che Wenders mette il suo Finn a confronto con la Morte: una Morte solare che invita Finn a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e a vedere. In questo suo film, Wenders si confronta dichiaratamente con i suoi due maestri, Ingmar Bergman (di cui cita il “Settimo sigillo”) e Antonioni (di cui richiama alla memoria “Blow Up” e “Professione reporter”) e con i temi che da sempre gli sono cari, quello dell’uomo che lascia tutto e si mette a vagabondare di “Paris, Texas” o, quello degli angeli de “Il cielo sopra Berlino”. Il viaggio di un fotografo in crisi alla ricerca di se stesso e degli altri, interpretato da Giovanna Mezzogiorno, Dennis Hopper e dal rocker tedesco Campino, leader della band musicale Die Toten Hosen “Palermo Shooting” è un film diviso a metà, come spesso capita alle opere di Wenders. Ci ritroviamo dinanzi a due parti che si distinguono profondamente. In questo caso la prima parte è quella che si fa preferire, mentre la seconda appare di gran lunga più banale e meno interessante. È nella prima parte, infatti, che il discorso sulla visione viene accennato e sviluppato, in particolare attraverso una cura dell’immagine elaborata, che sia reale, frutto dei sogni di Finn o del suo lavoro di fotografo. La parte palermitana, invece, è più superficiale e coincide col lungo dialogo con la Morte che, al film, non aggiunge nulla, anzi. Per troppo voler raccontare, sembra che Wenders si perda regolarmente, non riuscendo a compiere un discorso organico. È un peccato, soprattutto alla luce delle premesse iniziali. Non rimane che chiedersi se anche Wenders, come Finn, non abbia smesso di vedere. baleniera 220x335 1-02-2008 19:20 Pagina 1 WWW.GREENPEACE.IT ACCETTARE IL DENARO DELLE AZIENDE E DEI GOVERNI SAREBBE TRADIRE NOI STESSI. Noi non lo faremo mai. Per non limitare, in nessun modo, le nostre azioni. Proprio per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Per rimanere quello che siamo sempre stati. P e r i n f o r m a z i o n i c h i a m a l o 0 6 . 6 8 1 3 6 0 6 1 o p p u r e v i s i t a i l n o s t r o s i t o . DEVOLVI IL 5 X1000 A GREENPEACE. N E L T U O M O D U L O P E R L A D I C H I A R A Z I O N E D E I R E D D I T I , F I R M A N E L S E T T O R E D E N O M I N AT O : " S O S T E G N O D E L L E O R G A N I Z Z A Z I O N I N O N L U C R AT I V E D I U T I L I T À S O C I A L E . . . " E I N S E R I S C I I L C O D I C E F I S C A L E 9 7 0 4 6 6 3 0 5 8 4