le corbusier ei suoi cloni

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le corbusier ei suoi cloni
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Mode e Modi Mercoledì 18 Aprile 2007 Corriere della Sera
PEZZI
CELEBRI
Paglia
Tubolare
La sedia a
«cantilever»
S32,
in acciaio
e paglia di
Vienna, è
stata ideata
da Marcel
Breuer
nel 1929
La sedia Wassily venne
realizzata da Marcel
Breuer nel 1925, quale
«omaggio» a Kandinsky
Da relax
La chaise longue Lc4 è stata
disegnata da Le Corbusier
con Charlotte Perriand nel
’28. È prodotta da Cassina
Copyright
LE CORBUSIER E I SUOI CLONI
La «Lc4» è una delle sedie d’autore più copiate, il fenomeno delle «repliche» è antico ed enorme
E una nuova legge rischia di non poter far applicare le normative europee per la tutela
DI MARCO VINELLI
L
a più imitata è la chaise longue Lc4 di Le Corbusier.
L’originale è assemblato, con tutti i crismi, da Cassina,
ma le copie si trovano perfino nei discount. Il mercato dei
falsi dunque non conosce limiti: non solo orologi, borse,
jeans e magliette, non solo medicinali e ricambi di macchinari: anche i mobili fanno parte del «fenomeno». E proprio i
cloni del design rappresentano una realtà nota, anche se si
trascina un po’ in sordina da molto tempo. Basti pensare
alle sedie di Arne Jacobsen realizzate da Fritz Hansen; o alle
Thonet; oppure alle poltrone di Charles Eames prodotte da
Vitra, insieme a molti altri esemplari. Tutti pezzi d’autore
«replicati»: basta cambiare qualche dettaglio, evitare di pagare diritti agli eredi, utilizzare materiali meno pregiati e,
oplà, il gioco è fatto. Gli sprovveduti ci cascano e il danno è
enorme, per aziende e consumatori. E non va meglio neppure per il design contemporaneo: lampade, divani, sedie, basta inventare una forma geniale, un’idea funzionale e l’imitazione è in agguato.
Risale a gennaio la distruzione di 110 esemplari di «Panton Chair» false provenienti dall’Oriente e pronte per essere
spacciate per vere. In questo caso Vitra, legittimo produttore, è riuscita a far valere i propri diritti: «In Italia solo dal
2001 il disegno industriale è stato inserito espressamente
nel catalogo delle opere protette dal diritto d’autore — dice
Hans Peter Cohn, amministratore delegato di Vitra —. E
l’importanza del caso Panton consiste anche nel fatto che il
giudice ha chiaramente precisato quali siano i criteri da
considerare perché un’opera prodotto del disegno industriale possa essere protetta ai sensi del diritto d’autore».
Un passo decisivo per i produttori, ma non l’unico. Carlo
Forcolini presidente dell’Adi, associazione per il disegno industriale racconta: «Due anni fa siamo riusciti ad ottenere
la tutela dal Ministero dei Beni culturali per la collezione
che è stata premiata negli anni con il Compasso d’oro, come un bene espressione della cultura italiana. E abbiamo
trasformato il premio stesso in un osservatorio sulla produzione industriale, una metodologia di ricerca sulla
cultura e su ciò che di meglio l’Italia realizza». In
questo modo cambia lo status del design, che
da fenomeno industriale-produttivo va ad
inter essare la sfera culturale. Ma il percorso è ancora arduo, anche perché tutti
gli intervistati sono concordi nel dire
che la giustizia italiana fa da fanalino di coda rispetto agli alti stati
Ue. E, d’altra parte, non potrebbe
essere che così dal momento che
il nostro Paese è il terzo produttore di falsi al mondo. Le nazioni
meglio tutelate sono, come al solito, Francia e Germania. Infatti
i successi raggiunti da Vitra e
Cassina contro gli imitatori in
questi paesi sono di gran lunga
superiori a quelli ottenuti in Italia.
La protezione del design avviene attraverso tre livelli. Spiega
l’avvocato Anna Spadoni, responsabile della sezione affari legali di
Cassina, azienda che produce copie
«autorizzate» di mobili di Perriand,
Le Corbusier, Wright, Rietveld e Macintosh: «C’è la tutela del modello dalle copie simili, che dura fino a 25 anni. La tutela del diritto d’autore, invece, si estende fino a 70 anni dopo la morte dell’artista
o del progettista. Infine la tutela contro la
concorrenza sleale, ma è molto difficile da
dimostrare. E le distruzioni dei falsi, come
succede con gli orologi schiacciati dal rullo
compressore, avvengono anche nel nostro setto-
Minacciata dai cinesi
La Panton Chair, creata dal danese Verner Panton
nel 1960 in plastica lucida, ora viene prodotta da
Vitra su licenza. Recentemente sono stati sequestrati
e distrutti 110 esemplari falsi provenienti dalla Cina
Protezionismi ambigui
La mostra di Gentili
CONCEPT DESIGN:
NON C’È IL PRODOTTO
MA L’EMOZIONE
La Ue salvaguarda il modello fino a 25 anni e il diritto d’autore
fino a 70 anni dopo la morte del progettista. Ma l’Italia, terza
produttrice di falsi, vuol farlo solo per le opere dal 2001 in poi
DI MARIA TERESA VENEZIANI
N
re. Ma non sono così spettacolari».
Ma nel nostro Paese una recentissima legge del 3 aprile,
che fa un distinguo tra opere anteriori o posteriori al 19 aprile 2001, rischia di vanificare quanto fatto sin qui. «Il nostro
legale, l’avvocato Luca Trevisan, ritiene che la Ue potrebbe
aprire una nuova procedura d’infrazione contro l’Italia —
prosegue Cohn — come fece con la norma che prevedeva la
tutela per soli 25 anni dalla morte dell’autore». L’unica cosa
certa, confermata da tutti, è il numero delle cause per falso
in netto aumento.
«La Cina è un vero problema — conferma l’avvocato Spadoni —. I falsi arrivano nei container: se non vengono fermati, presto saremo invasi. E il consumatore non è sensibilizzato, a volte crede di comprare l’originale, invece si porta
a casa una copia». Charlotte Perriand, a proposito della riedizione dei suoi mobili, disse: «Gli arredi ideati tanti anni
fa, poi dimenticati, sono finalmente tornati alla visione del
mondo. Possono essere guardati, giudicati, toccati, adorati,
utilizzati o criticati. Ora sono usciti dal limbo». Certo non
immaginava che sarebbero stati anche clonati.
UN NUOVO
M USEO
E UN
A NNIVERSARIO
Kartell e Danese vanno alle origini
A
quasi 60 anni dalla nascita, Kartell azienda storica del
design «made in Italy» ha dato vita all’ampliamento del
«Kartellmuseo». Nato nel 1999, in occasione del cinquantesimo anniversario, è stato completato con i più recenti oggetti
in plastica colorata che fanno parte del nostro paesaggio
quotidiano. Danese, altra azienda storica del design italiano, specializzata nella produzione di oggetti ludici,
per la casa e l’ufficio, celebra i 50 anni dalla fondazione. E lo fa con l'installazione creativa «Giocosa mente» con cui festeggia Bruno Munari,
geniale designer, a 100 anni dalla nascita. L’occasione è anche quella di
presentare la nuova lampada
Dulcinea disegnata da
Mimmo Paladino.
Gnomo
Lo sgabello di Starck per Kartell
Ideatori
Foto in alto a destra, il
design di Marco Balich
per l’inaugurazione
delle Olimpiadi di
Torino 2006.
Sotto, l’installazione
di Moreno Gentili
per la sede
del Corriere della Sera
el nuovo documentario di Sydney Pollack
«Frank Gehry, creatore di sogni», l’architetto californiano ritaglia un cartoncino argentato e lo piega a ventaglio. È il pezzo mancante
al Guggenheim di Bilbao. «Tanto stupido quanto perfetto», esulta Gehry.
Nel suo piccolo, anche Moreno Gentili, nato
a Como nel ’60, insegue i sogni per professione. Artista multimediale e Concept Designer,
ha sfidato le centinaia di eventi di prodotti supergriffati che popolano il Salone del Mobile
con una mostra sui disegnatori di idee. Si intitola «Ideators» (catalogo Skira), in «contrapposizione ai competitors, che talvolta diventano
predators». L’esposizione, che si inaugura oggi
alle 19 alla Fondazione Mudima di via Tadino
26, dove resterà aperta fino al 6 maggio (info:
02.294.09.633), mette insieme 16 artisti, interessati all’emozione dell’idea più che al prodotto.
Attraverso pannelli, oggetti o disegni, mostra il
processo creativo
di un progetto,
dal momento in
cui scaturisce dall’anima, fino alla
sua realizzazione.
Si tratti della cerimonia inaugurale
delle Olimpiadi di
Torino 2006, con
la quale Marco Balich si è fatto conoscere al mondo, o
di un ponte web
per il salvataggio
delle popolazioni
Xixuau nella foresta del Rio delle
Amazzoni, ideato da due neo-laureandi al Politecnico , Josè Maria Vuolo e Andrea Camill o.
Gli ideators, architetti, studenti e designer, non
hanno il chiodo fisso della committenza. Eventualmente, passano all’autocommittenza. È il
caso di Lucrezia de Domizio Durini, che nel
borgo di Bolognano (Ps), ultima dimora di Joseph Beuys, ha realizzato «Il luogo della natura» ipotizzato dal maestro tedesco. Un ipogeo
per la salvaguardia dell’ambiente dove si tengono convegni . In quanto Ideator, Gentili, presenta a sua volta «Harmonia Mundi?», installazione allestita al «Corriere». Spiega: «Racconta il '900 attraverso 300 grandi immagini contrapposte che creano significato. Come il ritratto di Falcone e Borsellino vicino all’arresto di
Riina o quelli di Papa Wojtyla e Margherita
Hack, religione e laicismo». Il pensiero vive di
istinto visionario ma la mostra fa vedere che
può essere fruibile e utile. Aimara Garlaschelli
ha ideato una guida topografica del Lago di
Como con i racconti di Andrea Vitali accostati
ai consigli dei bambini. Luigi Bussolati viaggia nella notte per Aem con un camion pieno
di luci e reinventa il paesaggio. Flavio Manzoni ha esultato quando ha visto sul video la sua
Lancia Hf, e pazienza se non è mai stata prodotta. In compenso, Manolo de Giorgi ha potuto mangiare nel suo «Piatto Unico», un vassoio dedicato con ironia ai single che racconta
più di una lettera aperta.