messina. - Centonove

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messina. - Centonove
centonove
Fausto Gennuso
Professioni sanitarie,
ANNO XIX N. 41
2 NOVEMBRE 2012
EURO 1,50
test col “trucco”
E’ giallo sui plichi smarriti all’Università di Messina
PAG.
19
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
speciale elezioni
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2 NOVEMBRE 2012
il punto
centonove
Beppe Grillo
EDIT
Il nuovo
senza avanzi
COME POTEVA vincere un
candidato di sinistra per giunta
omosessuale dichiarato? Si è detto
di tutto su Crocetta. Accusandolo di
inciuci, di accordi sottobanco con
lʼaltro candidato alla presidenza,
Gianfranco Miccichè, ex pupillo di
Berlusconi con la lista patrocinata
anche dal governatore
dimissionario Raffaele Lombardo.
Per screditarlo è stata coniata
anche la parola “Crocché”,
Crocetta-Micciché. Eʼ stata negata
perfino la realtà: il suo impegno
politico e istituzionale, prima nel
Pci, poi come sindaco di Gela, poi
come europarlamentare e
componente della Commissione
antimafia europea.
Eppure Crocetta ha vinto. Per la
prima volta dal dopoguerra la Sicilia
ha un presidente di centrosinistra.
Ha vinto nonostante lo schieramento
azzoppato: Sel di traverso, ad
esempio, che ora resta fuori insieme
ad Idv dallʼAssemblea regionale. Ha
vinto, portando alla disfatta la lista
del Pdl. Ha vinto, dimostrando che ci
può essere una alleanza sinistramoderati col pollice alzato. Ora,
però, dopo la vittoria, si aspetta il
cambiamento. Perché se è vero che
nel voto siciliano ci sono molte
speranze, è pure vero che se
lʼastensionismo supera la metà
dellʼelettorato vuol dire che la politica
nel suo complesso è finita in un buco
nero. Per farla riemergere si può
anche strizzare lʼocchio a Miccichè,
ma occorre avere soprattutto il
coraggio di accogliere posizioni
estreme come quelle dei grillini, che
promettono di tagliare gli stipendi
“poco” onorevoli. O si ha la forza di
dare lʼesempio, o non si potrà parlare
di nuovo che avanza. Ma di nuovo
che è avanzato.
Qualcosa è cambiato. Forse
La perfomance del Movimento 5 stelle può tradursi in una opportunità unica
per la Sicilia. Purchè mantenga la promessa di rimanere fuori dalle alleanze
DI DOMENICO BARRILÀ
ALLA FINE IL MENO peggio si è imposto. Meno male, date le
circostanze. Allo stesso modo, le bracciate di Beppe Grillo nelle
acque dello Stretto, sembra abbiano sollevato belle volute di
spuma, pure mancando, come prevedibile, il bersaglio grosso.
Questʼultima, detto francamente, mi sembra la notizia più
rilevante, considerato che gli esponenti del movimento 5 stelle
sono ottimi professionisti dellʼopposizione. Governare è un'altra
cosa, ci vorrà del tempo, come il tragicomico caso di Parma
dimostra, perché richiede qualcosa di più strutturato, oggi
reperibile solo in alcuni partiti, non in quelli di destra, incubatrici
seriali di imbarazzanti disavventure.
La performance del M5S potrebbe tradursi in unʼopportunità unica
per la nostra regione. Questo nuovo ceto politico, fatto anche di
tanti giovani onesti e competenti, cui la spocchia dei partiti
tradizionali non avrebbe mai concesso spazio, potrebbe favorire la
nascita del controllo sociale sulla politica e sugli atti amministrativi
siciliani. Sarebbe unʼesperienza nuova, quasi inebriante, in un
luogo che non ama i ficcanaso. Lʼassenza di opposizioni non
consociative, infatti, è causa dei mali siciliani non meno del
malgoverno delle maggioranze che si sono succedute. Fanno
bene i seguaci di Grillo ad annunciare che non parteciperanno ad
alleanze di governo. Non abbiamo bisogno di nuovi opportunisti e
scrocconi, ci servono opposizioni che facciano controlli spietati,
che stiano fuori dalle liturgie spartitorie, che siano in grado di fare
sentire perennemente osservati coloro che manovrano soldi
pubblici e destini privati. Forse, in Sicilia, potrebbero fare ancora di
meglio, pur senza allearsi, evitando di lasciare Crocetta in balia di
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione:Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
prestatori di voti impresentabili, vista lʼesiguità dei numeri della sua
coalizione. Un M5S che gioca le sue carte con una vera
attenzione allʼinteresse collettivo, impedirebbe ai malintenzionati di
montare la guardia a Rosario Crocetta, facendo passare brutti
quarti dʼora ai rappresentanti dellʼinciviltà, politico-amministrativa
siciliana. Vedremo, ma soprattutto speriamo non si siciliazzino
prima che il gallo faccia i suoi versi mattutini.
Sul movimento di Grillo e di Casaleggio, mantengo solide riserve,
giacché la democrazia, ancorché mediatica, possiede delle regole
che, francamente, non mi paiono limpidamente rappresentate nel
M5S. Detto questo, in Sicilia non dobbiamo fare troppo gli
schizzinosi, perché anche un circo equestre sarebbe meglio degli
indecenti spettacoli cui abbiamo assistito finora.
La destra perde, malgrado ciò viene da piangere, se pensiamo
che il 25% di Musumeci, unito al 15 di Miccichè e al 10 dellʼUdc,
rappresenta ancora oltre metà dellʼelettorato siciliano. Un film
dellʼorrore, che parla di elettori autolesionisti impenitenti, giacche
in quel recinto ci sono tutti i responsabili delle ultime, catastrofiche,
stagioni della politica siciliana. La sinistra più sinistra, invece,
sommata allʼIdv, non riesce a fare perdere Rosario Crocetta, in
compenso condanna se stessa. Un classico, in Italia, ma in Sicilia
le rappresentazioni classiche vengono meglio. Un ringraziamento
finale a Miccichè. Se il suo ego ipertrofico, ferito dallʼascesa di
Angelino Alfano, non lo avesse sospinto a mettersi in proprio,
Rosario Crocetta sarebbe diventato il capo dellʼopposizione.
Invece avrà la sua chance e noi possiamo tifare perché la
trasformi in una possibilità collettiva.
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Sommario
centonove
2 NOVEMBRE 2012
PRIMO PIANO
Crocetta sull’astensionismo
Speciale voto, dai trombati eccellenti
ai volti nuovi destinati a cambiare lʼArs
A PAGINA
TOP SECRET
6/12
TEATRO DI MESSINA/1
POLITICA
Nuovo direttore,
indagati in tre
Renzi “cattura” i giovani
Gli under trenta del Pd messinese a fianco
del rottamatore sindaco di Firenze
A PAGINA 14
Dirigenti, chi si rivede
Al Comune di Messina va alla firma
la delibera sul tesoretto da 18 milioni
A PAGINA
15
Scissione, facciamo sul serio
Tutti i numeri del nuovo comune Montemare.
Il comitato per la costituzione si presenta
A PAGINA 16
Tutti gli uomini di Nanni
Stazione di Messina
Ecco chi sono i trenta esperti gratuiti
nominati alla Provincia di Messina
A PAGINA
Gussio, Foti e i debiti
17
Eʼ scontro tra gli ex sindaci di S. Alessio Siculo.
Lʼalbergatore accusato di avere evasio tributi
A PAGINA 18
PAG.22
Misericordia, il terremoto!
Wanderling, il pop è romantico
La confraternita di San Piero Patti organizza la
più grande esercitazione mai fatta a Messina
A PAGINA 27
Fino al 4 novembre la personale dellʼartista di
Messina al Monte di Pietà
A PAGINA 43
RUBRICHE
ECONOMIA
Mi faccio la banca
Parte la sottoscrizione azionaria per la
“Popolare Unione”
A PAGINA
Catania stoppa Franza
31
Confcommercio contro il centro commerciale
della Infra invest
A PAGINA
32
Raffineria-dipendenti
Angelo Libetti
Lʼeconomia del Comune di Milazzo ruota
attorno lʼimpianto industriale. Le proteste fra
ambientalisti e dipendenti
33
PAG.31
Imu, stangata in camera
4/5
28/29
30
30
36
36
36
40
43
44/45
44
45
46
46
46
46/47
47
47
47
Settegiorni
Zum
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Uomini & Business
Occorre sapere
Cunsumatori/Consulenti del lavoro
Libri/La Classifica
Mostre
Weekend
Nuovevisioni/Musica
De Gustibus
Ecologia e Ambiente
Heritage
Io, cittadino
Lettere & Commenti
Eliodoro
Antibuddaci
150 parole da Palermo
Dopo gli aumenti Federalberghi lancia
lʼallarme. «Molte strutture a rischio». Il caso
Lipari e Taormina
A PAGINA 34
SICILIA
Test, sospetti e ricorsi
AllʼAteneo di Messina due plichi scomparsi
per accedere a professioni sanitarie
A PAGINA 19
Studi online, paghi cash
La Sicilia da bere
Cresce la produzione di vino. Sdenza
penalizzate la qualità
A PAGINA
Viaggio nelle università virtuali, dove
tra iscrizione e tutor si spendono 5000 euro
A PAGINA 20
35
POSTER
il principe e il povero
Sclerosi, “malati abbandonati” Erorismo,
La mostra “Gli ultimi Gattopradi”a Messina
In Sicilia 277 malati di Sla lasciati soli
A PAGINA
21
svela un legame impensabile fra due artisti
A PAGINA 38/39
Stazioni, binario morto
«Io, folgorato da Miller»
Viaggio nella Centrale e alla Marittina di Messina
A PAGINA 22/23
A tu per tu con il musicista di Santa Teresa di
Riva, Max Dedo
A PAGINA 41
In tribunale col... servoscala
Si conclude il calvario della famiglia di
Venetico che aveva installato nel
condominio una poltroncina elettrica
A PAGINA
«Un parlamento di Scilipoti»
Intervista impossibile ad Alcide De Gasperi
sulla politica di ieri e di oggi
26
A PAGINA
42
pagina 3
Max Dedo
PAG.41
MESSINA. Lʼesclusione di
Carmelo Briante dalla selezione per direttore amministrativo del Teatro costa al Sovrintendete Paolo Magaudda
unʼinchiesta per abuso ed
omissione in atti dʼufficio. Il
pm, Camilo Falvo, aveva chiesto lʼarchiviazione ma il Gip,
Salvatore Mastroeni, non lʼha
accolta e ha fissato lʼudienza
per il 14 novembre. Indagati
anche Santi Alligo, segretario
del Comune e Giuseppe Spadaro, gli altri membri della
Commissione dʼesame.
TEATRO DI MESSINA/2
Il commissario Cintioli
si insedia giorno 5
MESSINA. Si insedierà il prossimo 5 novembre Fulvio Cintioli, designato commissario
straordinario del Teatro di
Messina. La nomina, approvata in giunta tempo fa, ha superato il passaggio allʼArs e allʼUfficio 1 della Regione, e sarà
uno degli ultimi atti firmati dal
presidente Raffaele Lombardo prima di lasciare il posto a
Rosario Crocetta.
VIGILANZA
Fallimento Detective
in Tribunale il 30
MESSINA. Eʼ fissata per il 30
novembre lʼudienza in cui si
deciderà il fallimento della
storica società di vigilanza di
Messina. Monopolista degli
appalti in città, a seguito della
morte della titolare Antonia
Privitera e della
guerra fratricida
tra tra le 4 sorelle
eredi, è da due
anni inattiva.
Di recente il
Tar ha decretato che non avese titolo per vincere la gara di
vigilanza degli uffici giudiziari di Reggio calabria, ultima spiaggia per sopravvivere. Lʼistanza di fallimento è stata proposta da
un gruppo di guardie.
2 NOVEMBRE 2012
CHI SALE
L Giovanni
Ardizzone
MESSINA. Nonostante si avviasse a una sicura riconferma, il deputato regionale dellʼUdc non ha abbandonato lo
spirito dell'attivista di base
della più autentica Dc. Nel
giorno del voto, infatti, Ardizzone si è attardato a salutare
amici e simpatizzanti fin dentro la scuola sede del suo seggio, sfoderando un sorriso indefesso.
L
Giovanna Famà
MESSINA. La diretrice della
Galleria di Arte moderna di
Messina anche nei momenti
più bui dimostra attaccamento anche al suo mentore politico, lʼex sindaco Peppino Buzzanca. Nonostante
la debacle elettorale del deputato del Pdl fosse conclamata, si aggirava stoicamente per i seggi della città
annotando i voti.
L
Angela Bottari
MESSINA. Lʼex deputato nazionale del Pci è una combattente eroica. Per inseguire
ogni singola preferenza destinata al suo protetto, Filippo Panarello, ha messo a rischio anche la linea. Nello
stesso pomeriggio, infatti, è
riuscita a prendere fino a tre
aperitivi pur di raggranellare
qualche voto in più.
L Bruno Mancuso
SANTʼAGATA MILITELLO. Il
sindaco di SantʼAgata Militello punta a fare il deputato
nazionale. Dopo avere rinunciato alla candidatura alle Regionali per sostenere
Nino Germanà, ora si vedrà
restituito il favore. A benedire lʼoperazione politica allʼinterno del Pdl è stato il segretario nazionale Angelino
Alfano.
L
Carmelo Pino
7giorni
centonove
MESSINA. IL PATRIMONIO DELL’IMPRENDITORE EDILE PASSA ALLO STATO
SOCIETA’
Mafia, Pergolizzi confiscato
Trapani, ritrovate in un casolare 12 opere d’arte
Secondo il Tribunale l’impero stimato in 25 milioni di euro
è stato creato grazie alla vicinanza alle organizzazioni criminali
MESSINA. Immobili, conti
correnti, auto di lusso ed
un'imbarcazione.A due anni
dal sequestro sono stati
confiscati beni per 25
milioni di euro appartenuti
allʼimprenditore edile
milazzese Vincenzo
Pergolizzi, 59 anni. Lʼuomo,
titolare dellʼimpresa che ha
costruito il complesso Aralia
su Montepiselli, è stato
ritenuto vicino alle famiglie
mafiose dei Cappello di
Catania e dei Foti di
Barcellona. Il
provvedimento, che
prevede anche la
sorveglianza speciale con
obbligo di soggiorno nel
comune di residenza per
quattro anni, è stato
disposto dalla Sezione
Misure di Prevenzione del
Tribunale di Messina su
richiesta del sostituto
procuratore della Dda Vito
Di Giorgio. Si tratta della più
cospicua confisca di beni
mai eseguita in provincia di
Messina. Il primo sequestro
Vito Di Giorgio
fu effettuato nel novembre
2010 al quale pochi mesi
dopo fece seguito il secondo. In base agli
accertamenti eseguiti dai Carabinieri furono
scoperti i collegamenti tra Pergolizzi, già allʼepoca
personaggio noto alle forze dellʼordine, ed
esponenti di rilievo della criminalità organizzata di
Catania, Messina e Barcellona. Secondo gli
inquirenti, lʼimprenditore edile, attraverso società
a lui direttamente o indirettamente riconducibili, e
grazie ai rapporti con Salvatore Cappello e
Carmelo Vito Foti è riuscito a guadagnarsi una
importante fetta di mercato, alterando i normali
meccanismi della concorrenza ed acquisendo
ingenti vantaggi economici. La confisca ha
riguardato tre imprese edili, una operante nel
settore della panificazione, sei abitazioni, 14
automezzi, tra cui una Cadillac Escalate, una
Jaguar ed una imbarcazione di oltre 20 metri.
TRAPANI. Recuperate in un casolare abbandonato alla preiferia di Trapani, 12 delle 15 opere d'arte trafugate ad inizio ottobre nella chiesa di san Nicola. L'operazione è stata condotta dai
carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Palermo e
del comando provinciale di Trapani. Si tratta del più importante
furto di opere chiesastiche fatto in Sicilia negli ultimi dieci anni.
Tra le opere recuperate tre dipinti olio su tela del XVII secolo,
due del XVIII secolo; sei statue lignee di angeli e un gruppo scultoreo ligneo raffigurante il battesimo di Cristo, risalenti al XIX secolo. Mons. Piero Messana, direttore dell'ufficio beni culturali
della diocesi di Trapani, ha lanciato un appello per il restauro.
Cancro colon, farmaco “silenzia” staminali
PALERMO. Interrompendo una cascata di segnali chimici legati alle staminali tumorali, le cellule 'progenitrici' dei tumori, è
possibile renderli meno aggressivi. Lo ha dimostrato, finora solo sugli animali, uno studio di Maria Giovanna Francipane, ricercatrice che grazie alla Fondazione Ri.Med si divide fra Palermo e Pittsburgh, presentato nel capoluogo siciliano. "Abbiamo prima studiato un meccanismo legato alle staminali tumorali
mediato da una proteina chiamata mTor, e poi un farmaco in
grado di inibirlo - spiega l'esperta - Nei test sugli animali i tumori al colon trattati avevano una minore aggressività, e una vascolarizzazione ridotta, che li rende meno propensi a formare
metastasi".
Prostituzione, altri 5 arresti a Caronia
CARONIA. Nuovi arresti stamani della polizia a Caronia nell'ambito dell'operazione anti prostituzione "Dolce vita", su ordine del gip di Mistretta. In carcere sono stati portati i gestori del
night 'Dubai Night Club' Giuseppe Lo Re, 50 anni, di Caronia, e
Dimona Dimitrova Gueorguieva, 34 e Francesco Alessandrino,
27. Agli arresti domiciliari invece Vincenzo Semilia, 47 e Emanuele Dilati, 50. Sono accusati di reclutamento e sfruttamento
della prostituzione. Il Night Club è stato sequestrato.
LAMPEDUSA. MAXI OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, 30 IMMOBILI NEL MIRINO
Abusivismo, squestrata anche la villa di Claudio Baglioni
LAMPEDUSA. Operazione antiabusivismo sull'isola di
Lampedusa, dove la Guardia di Finanza ha sequestrato trenta
immobili, tra cui la villa del cantante Claudio Baglioni (nella foto).
90 gli indagati, ma il cantautore romano non risulta tra gli iscritti nel
registro degli indagati. Il provvedimento è firmato dal gip del
Tribunale di Agrigento Alberto Davico. Indagati alcuni dei
proprietari degli immobili, alcuni tecnici del Comune e della
Soprintendenza di Agrigento. Le accuse formulate dalla
procura, a vario titolo, sono di lottizzazione abusiva. Questa
è la terza tranche di un'attività investigativa delle Fiamme
gialle, che nei mesi scorsi avevano già sequestrato decine
di ville e case abusive a Cala creta.
LUPETTI. IL GRUPPO AGESCI MESSINA 13 INAUGURA L’ANNO 2012 - 2013 A FORTE SAN JACHIDDU
Vita da Scout
MESSINA. Il sindaco di Milazzo da quando ha lasciato
il Pdl non ha mai indossato
una casacca politica. A quanto pare, però, il rapporto con
Francantonio Genovese, leader del Pdl locale,si fa sempre più stretto. Pino e molti
dei suoi assessori hanno
contribuito alla rielezione del
deputato Franco Rinaldi.
MESSINA. Tradizionale
cerimonia di apertura dellʼanno
scout 2012-2013 per il gruppo
Agesci Messina 13 del
santuario Madonna di Pompei.
Circa cinquanta i ragazzi, tra
lupetti, guide, esploratori e
rover che questʼanno hanno
risposto allʼatteso
appuntamento che segna
lʼavvio delle attività sociali del
sodalizio. Gli scout con le
rispettive famiglie si sono
pagina 4
ritrovati a Forte San Jachiddu
dove hanno trascorso due
giorni tra giochi, divertimento,
riflessioni e preghiera. Nel
corso della cerimonia si sono
svolti i tradizionali rituali di
accoglienza di nuovi scout, di
nomina dei capisquadriglia, del
passaggio al reparto e al clan,
della “partenza” e infine della
rotazione dei capi. A guidare il
gruppo saranno i capiscout
Daniele Caliri e Agnese Lando
coadiuvati dai capi Lillo, Nicola,
Salvatore, Stefania, Nino,
Alessia e Antonio.
F.TU
centonove
7giorni
CONVEGNI. INIZIATIVA DEL CISEM SUL PARCO ARCHEOLOGICO DI PIAZZA ARMERINA
La “villa” restaurata
PIAZZA ARMERINA.
Dal 7 al 10 novembre
si terrà a Piazza
Armerina, presso la
prestigiosa sede di
Palazzo Trigona, nella
piazza del Duomo, il
Convegno
Internazionale “La Villa
restaurata e i nuovi
studi sulllʼedilizia
residenziale
tardoantica”.
Promosso dal Cisem
(Centro
Interuniversitario di
Studi sullʼEdilizia
abitativa nel
Mediterraneo) ed
organizzato in
collaborazione con il
Parco Archeologico
della Villa Romana del
Casale e la Città di
Piazza Armerina, il
convegno si articolerà
Mosaici di Piazza Armerina
in tre giornate dedicate
allʼapprofondimento ed
sintesi delle proprie ricerche con
alla discussione di tematiche generali
comunicazioni brevi e posters.
sullʼedilizia residenziale tardoantica,
Le sessioni prevedono la presentazione del
sviluppate dai rappresentanti delle diverse
tema proposto da parte dei rappresentanti di
sedi italiane del Centro (Roma, Bologna,
ogni gruppo con lʼintervento di specialisti
Padova, Foggia ed Enna) e degli Istituti di
italiani e stranieri. Eʼ prevista la
ricerca Italiani e stranieri che vi aderiscono,
partecipazione di più di 70 relatori. Si partirà
oltre che da studiosi che presenteranno una
2 NOVEMBRE 2012
dalla Sicilia, con la presentazione dei
risultati delle ultime ricerche in contesti
urbani e rurali, per ampliare le indagini al
resto dellʼItalia e del Mediterraneo romano;
tra i temi in discussione il rapporto tra
edilizia residenziale e potere pubblico, i
programmi architettonici e decorativi di
case e ville, la produzione, le grandi
residenze di prestigio in età tardoantica ed
altomedievale. Una particolare attenzione
sarà dedicata alla Villa del Casale, non
solo per quanto riguarda ricerche di
carattere storico-archeologico, ma
soprattutto per la presentazione delle
ultime campagne di scavo e dei lavori di
restauro e musealizzazione, anche al fine
di valutare il ruolo che tali interventi
possono avere a livello internazionale
nella valorizzazione e nella fruizione di siti
archeologici dello stesso tipo. Una
sessione darà dunque dedicata ai temi del
restauro e della conservazione.
Con questa iniziativa il Cisem intende
avviare le proprie attività nellʼambito delle
ricerche sullʼedilizia residenziale nella
tarda antichità, proponendosi come un
punto di incontro e confronto tra gli
specialisti di diverse discipline per
approfondire, integrare e sviluppare le
conoscenze scientifiche in questo settore
dellʼarcheologia tardoantica e,
contestualmente per affrontare in unʼottica
“globale” le tematiche legate alla
valorizzazione e fruizione di siti e
monumenti avvalendosi anche dellʼapporto
delle nuove tecnologie applicate ai beni
culturale, ed aprendo dunque le sue
ricerche ad un pubblico più ampio
possibile. Il convegno si arricchirà delle
visite alla Villa del Casale ed allʼarea
archeologica di Sofiana.
Carla Sfameni
PALERMO. ARRIVA IN SICILIA LA CAMPAGNA PER DIRE BASTA ALLA MORTALITA’ INFANTILE
ROSA E NERO
Every One, dalla parte dei bambini
Buon compleanno nonno Alfonso
PALERMO. Arriva a Palermo la campagna globale 'Every One' di Save the
children, per dire basta alla mortalità infantile. Un bambino su tre muore a
causa della malnutrizione, ma 1/3 della produzione agricola mondiale viene
sprecata o perduta, anche nel nostro Paese. In Sicilia ben il 44% delle
famiglie butta il cibo almeno una volta alla settimana. Un valore nettamente
superiore alla media nazionale. Presso il Centro aggregativo per minori ''Al
centro dei miei pensieri'' si è svolta la dodicesima tappa del viaggio del
Palloncino Rosso, organizzato in collaborazione con Uisp (Unione italiana
Sport per Tutti) e Csi (Centro Sportivo Italiano) con la partecipazione dei
bambini della scuola Carmelo Maneri del quartiere Brancaccio e delle
scuole elementari Cesare Abba e La Masa. Presente l'assessore alla
Cittadinanza sociale del Comune di Palermo, Agnese Ciulla.
Tra l'altro, Palermo ed il Monte Pellegrino sono protagonisti assoluti della
campagna sui social media di Save the Children, con il lancio di migliaia di
contatti in rete della ''cartolina-meme'' che ritrae la
montagna mentre scompare con lo slogan: "Se da
Palermo sparisse il Monte Pellegrino te ne
accorgeresti? Pensa che ogni 5 secondi
scompare un bambino e non se ne accorge
nessuno".
''Iniziative come queste - ha detto Ciulla rappresentano opportunità di crescita e di
confronto tra bambini, bambine ed adulti e
costituiscono un elemento di forza che
aiuta la città ad attivare percorsi ed
elementi di sviluppo. Il diritto al
gioco ed il diritto di crescere
sono elementi fondanti
per una città che
riconosce ai
bambini lo stato di
cittadini''.
AGRIGENTO. Grande festa a Realmonte per il
compleanno di nonno Alfonso Cottone che il 30 ottobre ha spento 103 candeline. Si tratta dell' uomo
più longevo della provincia che, per l'occasione,
dopo una messa officiata in suo onore da don Pino Agozzino, ha condiviso una maxi torta con l'amministrazione comunale e i concittadini. Amante
della buona cucina, nonno Alfonso, predilige la pasta al pomodoro, non perde un film con Bud Spencer e Terence Hill e subisce il fascino del mondo
virtuale: passa infatti gran parte del suo tempo libero col nipote che gli insegna a navigare in internet.
Morto a Tirana, funerali a Catania
CATANIA. Sono stati celebrati a Catania, nella chiesa Santissimi Pietro e Paolo, i funerali di Luca Olivotto, il giovane di 27 anni morto, il giorno del suo
onomastico, il 18 ottobre scorso, a Tirana dopo una
terapia a base di bicarbonato di sodio per curare un
tumore al cervello, indicata dal medico italiano Tullio Simoncini e somministratagli in una ospedale privato nella capitale albanese. Durante la cerimonia
sono stati proiettati su un tele bianco alcune diapositive con immagini del giovane. I genitori, affranti
dal dolore, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. ISul caso sono aperte due
inchieste: una in Albania e
l'altra dalla Procura di Roma, in collaborazione con
i magistrati di Catania.
pagina 5
CHI SCENDE
M Nino Germanà
MESSINA. Adesso che è stato finalmente eletto allʼArs, gli
amici e i conoscenti del neodeputato del Pdl potranno tirare un sospiro di sollievo.
Per tutta la campagna elettorale, complici le tecnologie,
Germanà ha bombardato di
sms un poʼ tutti, superando di
gran lunga persino Raffaele
Lombardo.
M Filippo Panarello
MESSINA. Il deputato regionale del Pd “toppa” a pochi
minuti dalla sua rielezione.
Per festeggiare, infatti, Panarello ha fatto portare un bel
poʼ di bottiglie per brindare.
Peccato, però, che si trattasse di stucchevole spumante
dolce. Che i membri del comitato hanno bevuto per
niente soddisfatti.
M Piero David
MESSINA. Lʼex segretario
della Sinistra giovanile di
Messina è rimasto arruffone
come ai tempi in cui era...
giovane. Invece di allestire
un banchetto come si deve
per raccogliere le firme a favore di Bersani in vista delle
primarie, ha sequestrato il
tavolino di un locale, che ha
poi malamente ricoperto con
alcuni manifesti.
M Rosario Crocetta
PALERMO. La prima apparizione televisiva del nuovo
presidente della Regione ha
messo in allarme gli alleati. Invitato a Ballarò, Crocetta ha
messo in mostra un bel caratterino, riuscendo in tre minuti a litigare con il “rottamatore” Matteo Renzi, col direttore de Il Giornale Alessandro
Sallusti e con la consigliera
del movimento 5 Stelle Federica Salsi.
M Franco Mondello
MESSINA. Lʼex vicesindaco
dellʼUdc ha un poʼ troppo preso alla lettera i dettami del suo
partito sulla famiglia. Nella
serata elettorale di domenica,
Mondello ha “obbligato” i
giornalisti a mangiare la focaccia che il candidato Ardizzone aveva comprato. “Mancu me matri fa a sta manera”,
il commento più gettonato.
SpecialeVoto
2 NOVEMBRE 2012
centonove
“RE DI SICILIA”. Rosario Crocetta
SVOLTE. Il candidato di Pd e Udc vince le elezioni in cui a votare è stato solo il 47%
Crocetta sull’astensione
L’eurodeputato ed ex sindaco antimafia di Gela è già a lavoro per la nuova giunta. Ma gli accordi
con i partiti «sono estenuanti». Ecco l’agenda del governatore. Tra bilancio, precari e rifiuti
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Promette una maggioranza
bulgara, è pronto a tagliare le teste di tutti i
dirigenti generali («a cominciare
Ludovico Albert alla Formazione),
assicura che taglierà a metà la propria
indennità ma che, allo stesso tempo, non
farà demagogia per cavalcare lʼantipolitica
(ad esempio la riduzione dello stipendio
dei deputati in stile 5 Stelle). A dire tutto
ciò è il nuovo “re di Sicilia”, Rosario
Crocetta, che, per lʼaffluenza alle urne di
chi lo ha eletto presidente della Regione,
fa pensare più a Barack Obama.
Rosario Crocetta, lʼantimafioso ex sindaco
di Gela che ha unito Pd e Udc, è rimasto
quello di sempre. E non è disposto a fare
inciuci. Ma neanche a chiudere le porte.
Mentre sui commissariamenti...
I PRELIMINARI. Ancor prima del suo
insediamento, il nuovo governatore di
Sicilia si deve barcamenare con gli alletati
rispetto ad alcune questioni fondamentali.
In primo luogo a chi assegnare gli
assessorati, che con le poltrone portano
non solo peso politico ai partiti, ma anche
tutta una serie di posti “collaterali”, ovvero
quelli disponibili nei gabinetti (segreterie
personali e tecniche). Ogni posizione ha
un suo peso specifico, secondo il manuale
Cencelli, e quindi tutto va calibrato
perfettamente, dalle deleghe alle cariche
elettive in assemblea. Magari lasciando
anche qualche posto libero per
raggiungere quella “maggioranza
Bulgara” evocata” dal nuovo presidente.
Dovrebbero restare fuori dai giochi
direttamente politici, invece, le direzioni
generali, che, secondo Crocetta,
dovranno andare a chi merita.
FRANCANTONIO GENOVESE
leader di Innovazioni, fra i principali artefici del quarto governo Lombardo, è
anche uno dei maggiori elettori di Crocetta. In giunta vorrebbe avere lʼopzione sulla Formazione, imponendo nuovamente Mario Centorrino o il cognato
Franco Rinaldi
E I PROBLEMI IN AGENDA. Neanche
giunto a Palazzo dei Normanni, il
governatore dovrà mettere mano a quanto
lasciato in piedi dal precedente governo. In
attesa dellʼinsediamento, infatti, rimangono
nel pieno delle proprie funzioni gli assessori
della giunta di Raffaele Lombardo. Ma
anche dirigenti e funzionari degli uffici di
gabinetto, che decadranno, assieme agli
attuali assessori, non appena Crocetta si
sarà insediato. Il primo nodo allʼordine del
giorno è sufficientemente “vecchio”, ovvero
il rispetto del Patto di Stabilità, a cui dovrà
seguire la predisposizione di bilancio e
finanziaria (che fine farà la ex tabella H?),
magari evitando di ricorrere, come negli
ultimi due anni, ad estenuanti esercizi
provvisori. Crocetta dovrà poi mettere
mano alla questione precari, senza «fare
macelleria sociale»: «Quelli degli enti locali
non perderanno il posto. Troveremo le
GIANPIERO DʼALIA
il coordinatore regionale dellʼUdc è colui che ha incoronato Crocetta candidato derlla coalizione. Insieme a Genovese, ha portato lʼex sindaco di Gela alla
vittoria. Non gli dispiacerebbe una poltrona di peso per il suo Giovanni Ardizzone: o assessore o presidente Ars
pagina 6
SUL WEB
L’ultimo pizzino di Saro
ABBIAMO INIZIATO la nostra campagna elettorale con un megafono, lo
zainetto, un paio di scarpe da tennis.
Abbiamo percorso strade e sentieri e
abbiamo incontrato giovani anziani
donne e uomini lavoratori e disoccupati imprenditori che non vogliono pagare più il pizzo. Agricoltori che non
vogliono più essere derubati. Cittadini che rivendicano il diritto alla propria
dignità. Ragazzi che vogliono andare
a scuola. Disabili che stanno in carrozzina e vogliono camminare. Ciechi
che vogliono vedere. Madri che non
vogliono più piangere. Cittadini che
vogliono urlare. Non basta più la rabbia e la protesta. È tempo di rivoluzione, di cambiamento, di innovazione. È
ora di governare con un progetto chiaro. Senza più mafie e clientele. È tempo i lavoro, è tempo di responsabilità.
È tempo di cacciare chi ha distrutto la
Sicilia e lʼItalia. La Rivoluzione è già
cominciata con uno zainetto sulle
spalle. Un megafono e un paio di scarpe da tennis. Abbiamo camminato
tanto gli ultimi 100 metri facciamoli insieme. Vi voglio bene.
BEPPE LUMIA
Sin dalle primarie del Pd aperturista nei
confronti di Lombardo, il senatore del
Pd è legato da antichi rapporti di amicizia a Rosario Crocetta. Per lui potrebbe
esserci un posto di assessore, visto
che per le politiche potrebbe non scattare una deroga alla ricandidatura
SpecialeVoto
centonove
ANTONELLO
CRACOLICI
Il capogruppo
uscente del Pd allʼArs
ha dichiarato che non
vuol tornare nel suo
vecchio ruolo.
Cracolici ambisce a
un salto di qualità oi
come assessore o
come presidente
dellʼArs
soluzioni», ha detto parlando dei 18 mila
lavoratori degli enti locali siciliani, a molti
dei quali i contratti scadranno a fine anno».
Altro nodo importante da sciogliere, al di là
di quelli più facili e “antipolitici” sarà il
definitivo riordino, con conseguente
scioglimento, delle società partecipate
interamente o in parte dalla Regione. A
Crocetta andrà bene quanto fatto dal suo
predecessore? Cʼè poi la questione relativa
ai Beni Culturali, e non solo. Una sentenza
della Consulta ha sancito lʼincostituzionalità
della legge che ridefiniva lei criteri di
nomina nellʼambito della riorganizzazione
regionale creata da Lombardo, che quindi
sarebbe da azzerare. Una questione che la
precedente giunta sta lasciando come
pesante eredità al nuovo presidente, che
dovrà decidere il da farsi. Da definire,
infine, la gestione dei rifiuti e lʼenergia,
rimasta al palo.
GIACOMO SCALA
Il nome dellʼex presidente dellʼAnci Sicilia, non promosso dalle urne, è uno
di quelli proposti dal Pd per la composizione della giunta insieme a quello di
Salvo Nicosia, segretario regionale dei
Giovani democratici, che risponderebbe a logiche di rinnovamento
LUIGI
COCILOVO
Ex eurodeputato e
sindacalista, è uno
dei nomi
maggiormente
accreditati per
ricoprire lʼincarico di
assessore regionale
al Lavoro della giunta
guidata da Rosario
Crocetta
I PRIMI ATTI. «La mia sfida si basa
sull'onestà e la competenza. Troverò
all'Assemblea regionale tanti uomini di
buona volontà. Come primo atto
revocherò le consulenze esterne, sulla
base dello spoil system», ha assicurato.
«Saremo miti con durezza. Sono un uomo
del dialogo e non dello scontro. Sceglierò
gli assessori in base a rigore, onestà e
competenza. Certo dovrò fare in fretta, ma
voglio fare bene. La legge mi consente,
dopo la proclamazione, di tenere le
deleghe per un poʼ. Ascolterò i partiti ma
sicuramente non ne sarò ostaggio e non
raccoglierò curricula perché non faccio
lotterie», ha detto con vago e sarcastico
riferimento al modus operandi di 5 Stelle.
Riguardo alla squadra, comunque,
Crocetta ha confermato la delega alla
Sanità per Lucia Borsellino, figlia del
magistrato assassinato nella strage di via
LINO
LEANZA
Se non riuscirà ad
agguantare la
presidenza dellʼArs,
lʼex Mpa, oggi Udc,
punterà a un
assessorato. Quale
potrebbe essere non
si sa, anche se il suo
antico amore è
sempre stato il Lavoro
CALOGERO
FIRETTO
Insieme a Lino leanza
e Giovanni Ardizzone
(entrambi in predicato
anche per la
presidenza dellʼArs)
quello del sindaco di
Porto Empedocle è
uno dei nomi che lʼUdc
intende proporre per
la giunta
Sopra, da sinistra,
Nello Musumeci,
candidato di Pdl e Pid
uscito sconfitto
dalle elezioni, e Lucia
Borsellino, già
designata assessore
alla Sanità.
Accanto, da sinistra,
Gianfranco Miccichè,
Raffaele Lombardo
e il dirigente
Ludovico Albert
stato eletto da una alleanza e quella
rimane». Il presidente, poi, intende agire
fuori dalla Sicilia: «Andrò a Bruxelles per
affrontare il tema dei fondi strutturali,
perché è impensabile che la Sicilia non
abbia speso 5,7 miliardi. E poi chiederò un
incontro a Monti: molti comuni siciliani
rischiano il default, a cominciare da
Messina, che ha oltre 250 milioni di
debiti».
DIRIGENTI ADDIO. Non solo la
rimozione di tutti i consulenti esterni.
Crocetta revocherà gli incarichi a tutti gli
attuali dirigenti generali, i superburocrati
che gestiscono i dipartimenti della
Regione, centri nevralgici del sistema
amministrativo: «Nessuno pensi di essere
inamovibile. Non credo che la rotazione
determinerà panico, magari ci vorrà un
mese per assestare le cose ma voglio
creare le condizioni ottimali per affrontare
le questioni importanti, a partire dalla
vigilanza sul bilancio regionale».
MA SUI COMMISSARI. Il presidente che
ancora deve insediarsi non ha parlato,
però, dei tanti commissariamenti operati
da Raffaele Lombardo anche dopo la
legge blocca nomine. Tutte designazioni
che Crocetta potrebbe far cadere con un
colpo di penna, anche alla luce di un
recente parere (non vincolante) del
Consiglio di Giustizia amministrativa che
dichiarava come fossero contrarie allo
spirito del provvedimento votato dallʼArs.
Propio queste ultime nomine, attualmente
non toccate, sono il reale terreno sul quale
si troverà la futura intesa con Miccichè e,
soprattutto con Lombardo. Il Pds, infatti, è
disponibile ad appoggiare Crocetta, ma
adesso è prematuro. Si inizierà con
lʼappoggio su alcune proposte di legge e
poi si vedrà, anche in relazione alle
politiche.
LO SCONFITTO. Nello Musumeci,
candidato dal Pdl e dal Pid uscito
sconfitto, siederà allʼArs. E promette
opposizione dura, anche se, a suo parere
«questo governo, questo presidente, non
durerà a lungo per le contraddizioni nelle
quali cadrà». Per quanto riguarda il suo
risultato, però, non risparmia critiche:
«Quando si perde non ci sono scuse. Di
solito la responsabilità la assume il
condottiero, il caposquadra, e io la
responsabilità me la assumo per intero.
Ho il dovere però di dire che ci sono stati
alcuni elementi, esterni ed interni, che
hanno contribuito a determinare questo
risultato».
D'Amelio. Nessun incarico vista per lʼex
assessore Massimo Russo, che per
Crocetta «non è in agenda». «Anche se
sarà dura con i partiti, io voglio che il 50%
della mia giunta sia composta da donne».
Unʼaffermazione surrogata da unʼaltra
ancor più perentoria: «Il mercato degli
inciuci è finito. Il mio governo sarà
sostenuto dall'alleanza con la quale sono
stato eletto. Non interferirò sulla scelta del
nuovo presidente dell'Assemblea
regionale, non mi compete. Voglio un
Parlamento che mi controlli, mi dia
indirizzi, mi contesti e mi approvi quando
sarà necessario. Crocetta intende
comunque aprire un dialogo con tutti i
deputati appena eletti all'Ars. E ed è
disponibile a dialogare anche con
Gianfranco Micciché («Se lui è
disponibile a condividere il mio progetto,
non c'é problema. Ma sia chiaro, io sono
MANLIO MELE
Un tempo nella Rete e già sindaco di
Terrasini, è fra i papabili assessori proposti dal Partito democratico a Rosario
Crocetta. La delega che si gli vorrebbe
fare assegnare è una delle più
“pesanti” e con maggior numero di personale, i Beni Culturali
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2 NOVEMBRE 2012
BALDO GUCCIARDI
Non rieletto allʼArs, è destinato ad accendere lo scontro allʼinterno dellʼarea
“Innovazioni” tra Francantonio Genovese e gli altri leader. Il suo nome, infatti, sarebbe caldeggiato da Nino Papania
come assessore alla Formazione, a dispetto dei voleri di Genovese
2 NOVEMBRE 2012
SpecialeVoto
centonove
A URNE CHIUSE. L’astensionismo stravolge gli assetti. E l’aula si popola di volti nuovi
Sessanta novizi all’Ars
Solo trenta i “sopravvissuti” e un mare di esclusioni eccellenti. A portare la bandiera
del rinnovamento sono i quindici 5 Stelle. In attesa dell’opzione di Cancelleri
PALERMO. Per lʼIstituto Cattaneo di
Bologna, lʼastensionismo ha colpito il
centrosinistra e favorito i grillini. A urne
chiuse, però, cè un dato evidente che gli
studiosi non analizzano: lʼAssemblea
regionale che viene fuori dalla tornata
anticipata e anomala è la più “innovativa”
della storia dellʼistituzione. Mai era
capitato che 60 deputati su novanta
fossero new entry e che, di queste, 15
fossero donne. Ma ecco come è la nuova
mappa dellʼassemblea regionale
Siciliana.
CENTROSINISTRA. Sono 14 i deputati
eletti nelle fila del Pd in Sicilia, oltre ai
cinque della lista Crocetta e agli 11
dell'Udc, i partiti della coalizione che ha
sostenuto l'elezione di Rosario Crocetta
superando la soglia di sbarramento del 5%.
Complessivamente trenta deputati ai quali
si aggiungono gli otto componenti del
listino previsti dal premio di maggioranza
per il vincitore. Sono Mariella Maggio,
segretaria regionale della Cgil, Marika Di
Marco, dirigente Pd a Siracusa che fa
parte dell'area del segretario del Pd
Giuseppe Lupo, e Alice Anselmo, figlia
del docente universitario Aurelio. Nel listino
anche l'ex sindaco Udc di Porto Empedocle
Lillo Firetto, l'ex vice presidente della
Regione Lino Leanza transitato dal Mpa
all'Udc, l'ex questore di Gela questore
Antonio Malafarina, voluto fortemente da
Crocetta, Nino Oddo per i socialisti e
Antonella Milazzo di area "Innovazioni"
che fa riferimento all'ex ministro Salvatore
Cardinale. A Palermo il più votato del Pd è
stato il segretario regionale del partito
Giuseppe Lupo che ha avuto 8.715 voti.
Siederà a sala d'Ercole anche Fabrizio
Ferrandelli, vincitore delle primarie del
centro sinistra a Palermo come candidato a
sindaco poi sconfitto da Leoluca Orlando.
Ritorna a Palazzo dei Normanni anche
Antonello Cracolici, capogruppo uscente.
Seguono Giovanni Panepinto, Giuseppe
IL LEADER E IL CANDIDATO. Beppe Grillo e Gianfranco Can
GRANDE ESCLUSO. Innocenzo Leontini
Arancio, Concetta Raia e Toni
Barbagallo, Mario Alloro, Franco
Rinaldi, Giuseppe Laccoto, Filippo
Panarello, Pippo Di Giacomo, Bruno
Marziano e Baldo Guicciardi. Per la lista
Crocetta sono stati eletti Nello Di
Pasquale, Gianfranco Vullo, Marcello
Greco, Giovanni Di Giacinto e
Giambattista Coltraro. Undici saranno i
parlamentari dell'Udc: ad Agrigento
Margherita La Rocca Ruvolo, a
Caltanissetta Gianluca Micciché, a
Siracusa Pippo Sorbello, a Ragusa
Orazio Ragusa, a Messina Giovanni
Ardizzone, a Catania Luca Sammartino,
Pippo Nicotra e Marco Forzese, a
Palermo Nino Dina e Totò Lentini, a
Trapani Mimmo Turano.
CENTRODESTRA. Le forze politiche che
sostenevano Nello Musumeci, eletto
perché arrivato secondo dopo Rosario
Crocetta, avranno all'Assemblea 20
deputati. La truppa maggiore sarà quella
del Pdl con 12 parlamentari, quattro
saranno gli esponenti del cantiere popolare
(ex Pid) e quattro della Lista Musumeci. Tra
le bocciature clamorose quelle degli ex
capigruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, e
del Pid, Rudy Maira (che allʼArs avevano
propugnato lʼalleanza dei moderati). Per il
partito di Berlusconi il più votato nel collegio
di Palermo è il presidente uscente dell'Ars
Francesco Cascio. Riconfermati anche
l'ex assessore regionale Francesco
Scoma e il presidente della commissione
attività produttive Salvino Caputo. E
ancora eletti Vincenzo Fontana, ex
presidente della provincia di Agrigento,
Nino D'Asero e Marco Falcone nel
collegio di Catania. A Messina viene
confermato Santi Formica e vince Nino
Germanà. Nel collegio di Ragusa ce l'ha
fatta Giorgio Assenza, in quello di
Siracusa riconfermato Vincenzo Vinciullo.
Eletto infine l'ex sindaco di Trapani,
Mimmo Fazio. Nelle liste del cantiere
popolare hanno ottenuto un seggio all'Ars
IL FLOP
Maira, fuori con stile
Il capogruppo del Pid accetta la bocciatura
Rudy Maira (Pid)
PALERMO. È uno dei grandi scofitti di questa tornata, Rudy Maira.
Il capogruppo del Pid, che allʼArs era stato eletto con lʼUdc, non è
stato rieletto. Ad ogni modo, fa “gioco di squadra”: «Cantiere popolare è un partito vero, fatto di uomini, di donne, di giovani, di volontari. Un partito che vive di rapporti autentici, di amicizia, di confronto, di idee. Per noi contano le persone, non le tessere. Il mio più generoso grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo successo di Cantiere popolare e che è stato possibile perché noi abbiamo
un ideale, il popolarismo, che ci guida anche e soprattutto nei momenti difficili per la politica e per la democrazia, come quello che stiamo vivendo. Il centrodestra in Sicilia ha perso - osserva Maira - nonostante il buon risultato di Cantiere popolare. Questo non ci rallegra, anzi: siamo già pronti a dare il nostro contributo per la ricostru-
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zione del centrodestra, ma ben sapendo che non esistono rendite di
posizione né gerarchie prestabilite. Divisi si perde, uniti si vince. I
personalismi e i regolamenti di conti nei partiti sono letali. I generali
e i colonnelli, senza le truppe, non contano nulla. Ogni riferimento a
Stefania Prestigiacomo e a chi la pensa come lei è puramente voluto». Su un altro fronte, invece, il Pid si prepara a dare battaglia: «In
seguito alla verifica dei voti di lista attribuiti nel collegio di Siracusa,
Pippo Gianni ha rilevato una anomalia, relativa alla trascrizione, per
ben due volte, dello stesso dato, ossia 141 voti attribuiti al candidato Giuseppe Gennuso. Gianni ha quindi presentato una relazione
all'ufficio circoscrizionale del comune di Melilli e una denuncia querela alla Procura, a sua firma. In attesa di un controllo e di una verifica, è stata bloccata l'assegnazione del seggio». A dirlo è il coordinatore nazionale Saverio Romano. Cha aggiunge: «La differenza
dei voti ottenuti dal candidato del Partito dei siciliani Gennuso rispetto
a quelli ottenuti da Pippo Gianni del Cantiere popolare è di 48 in favore del primo. Se fosse confermato l'errore della doppia trascrizione il risultato verrebbe ribaltato».
centonove
SpecialeVoto
2 NOVEMBRE 2012
In alto, da sinistra,
la più giovane
dellʼArs, Gianina
Ciancio (5 Stelle),
Franco Mineo (non
eletto con Grande
Sud), Fabrizio
Ferrandelli (eletto
con il Pd) e Nello
Dipasquale, vincente
con Crocetta (era
prima Pdl).
Da sinistra, i due volti
catanesi del Pds,
Toti Lombardo
e Nicola DʼAgostino
ncelleri
Salvatore Cascio di Sciacca e Valeria
Sudano nel collegio di Catania. Due gli
eletti a Palermo: Toto Cordaro, alla
seconda legislatura, e l'assessore
comunale Roberto Clemente. Infine i
quatto della Lista Musumeci sono Gino
Ioppolo, Pippo Currenti, Salvo Lo
Giudice e Paolo Ruggirello.
SICILIANISTI. Grande sud e Partito dei
siciliani (ex Mpa) avranno all'Ars 15
deputati. Il leader degli arancioni
Gianfranco Micciché non ce l'ha fatta ad
essere eletto né governatore né deputato,
ma il suo partito avrà cinque parlamentari.
A Palermo per Gs salgono Riccardo
Savona (uscente) ed Edi Tamajo. Non
ce l'ha fatta invece Franco Mineo,
deputato uscente sotto processola cui
candidatura aveva scatenato polemiche.
Gli altri deputati di Grande Sud sono stati
eletti ad Agrigento, dove l'uscente
Michele Cimino, ex assessore al Bilancio
si riconferma, a Enna, dove l'ha spuntata
Annunziata Luisa Lantieri, e a Messina,
dove diventata deputata Bernadette
Grasso. Il più votato del Partito dei
Siciliani è stato Nicola D'Agostino, ex
capo gruppo all'Ars del Mpa, che nel
collegio di Catania ha ottenuto 13.374
IN CALENDARIO
Designazioni a suon di Cencelli
RINNOVAMENTO O MENO, lʼArs che verrà dovrà fare i conti con le antiche logiche
del “Manuale Cencelli” per quanto riguarda le poltrone di peso da assegnare alla
maggioranza ed, eventualemente, allʼopposizione. Quella più di peso, ovviamente,
è la presidenza dʼaula, ambita dallʼUdc con Giovanni Ardizzone e Lino Leanza (visto che il Pd ha il governatore), ma anche dagli stessi democratici con Antonello
Cracolici, che non intende fare più il capogruppo (perr la poltrona è favorito Franco Rinaldi, messinese, in predicato anche per un assessorato). Ai tempi dellʼelezione di Lombardo, la presidenza dʼaula andò al Pdl, che ebbe anche una delle vicepresidene (lʼaltra toccò al Pd). Altra poltrona di peso è il presidente del Collegio
dei Questori, che nel 2008 andò ad Ardizzone. Il partito a cui è destinata dipende
dalla designazione più importante. Così come le presidenze delle commissioni.
voti. Eletto anche Toti Lombardo, figlio
del presidente della Regione uscente
Raffaele, che però ha preso “solo” 9.633
voti. Gli altri parlamentari saranno
Giovanni Di Mauro, Giuseppe
Federico, Giuseppe Gennuso,
Giovanni Lo Sciuto, Vincenzo
Figuccia, Giuseppe Picciolo e Cataldo
Fiorenza.
CINQUESTELLE. Comporranno il gruppo
più numeroso, gli eletti di 5 Stelle. E sono
tutti debuttanti doc. I “cittadini”, come
intendono farsi appellare, sono il candidato
alla presidenza Giancarlo Cancelleri,
primo degli eletti a Palermo, Caltanissetta e
a Catania (sul web verrà votato chi gli deve
subentrare e subito dopo eserciterà
lʼopzione). A Palermo il movimento ha
eletto quattro deputati. Oltre che per
Cancelleri, il seggio è scattato per Claudia
La Rocca, 30 anni, impegnata in un
progetto imprenditoriale nell'ambito del
turismo sostenibile, Salvatore Siragusa,
45 anni, addetto all'assistenza tecnica nel
settore dei computer e Giorgio Ciaccio,
31 anni, che lavora nel settore
dell'alimentazione biologica. Se il
portavoce optasse per l'elezione in un'altra
provincia, subentrerebbe Giampiero
Trizzino. Anche a Catania, sono scattati tre
seggi: con Cancelleri sono risultati eletti
Angela Foti, e Gianina Ciaccio di 22 anni.
In caso di diversa opzione di Cancelleri,
subentrebbe Francesco Cappello. Già
certi invece i due eletti a Trapani:
Valentina Palmeri e Sergio Troisi, 42
anni, ingegnere elettronico. In tutte le altre
province siciliane è scattato per i 5 Stelle
un solo seggio: ad Agrigento per Matteo
Mangiacavallo (informatico), a Enna per
Antonio Venturino, a Messina per
Valentina Zafarana, a Ragusa per
Vanessa Ferreri, a Siracusa per Stefano
Zito (vigile del fuoco) e a Caltanissetta,
dove, se Cancelleri scegliesse di essere
eletto in unʼaltra provincia, subentrerebbe
Giuseppe Lo Monaco.
J’ACCUSE
Cascio a ruota libera
Il presidente chiede una svolta ad Angelino Alfano
PALERMO. A urne chiuse si è sfogato, Francesco Cascio. Il presidente uscente dellʼArs, che era stato anche corteggiato come papabile candidato, spiega a chiare lettere: «Mai come in questo caso, ho
incontrato difficoltà a convincere la gente a votare il Pdl. Era come se
tutti si premurassero di precisare che avrebbero votato me, la persona, e non il partito. È stato imbarazzante, a volte», ha dichiarato al sito Livesicilia Cascio a parlato a tutto tondo: «Credo che Nello Musumeci abbia peccato un po' di presunzione. La mia impressione è
che non abbia voluto fare “gioco di squadra”. Penso ad esempio al
suo ostentato rifiuto nei confronti della possibile visita di Berlusconi,
o anche la scelta di non accompagnarsi con i candidati del Pdl, come
a volerne prendere le distanze. Credo si sia trattato di un peccato di
superbia che, alla fine, l'ha solo penalizzato». Qualche parola anche
sul vincitore, Rosario Crocetta, al quale propone un governo di “resposabilità regionale”, «un esecutivo, insomma, nel quale Crocetta
decida di includere le maggiori forze di opposizione». L'altra possibilità di Crocetta secondo Cascio è «fare come Lombardo: spaccare i
partiti, ricorrere agli inciuci, agli accordi di piccolo cabotaggio. Ma si
tratterebbe di un governo balneare. Avrebbe vita breve. Non credo
che Crocetta voglia presentarsi come il governatore che assicura la
continuità col “lombardismo”. E credo sappia bene che Lombardo e
Micciché sono stati i maggiori responsabili del disastro in cui si trova
oggi la Sicilia. Se Crocetta si alleasse con loro, diventeremmo tutti
“grillini”». Il dialogo tra Micciché e Crocetta, secondo Cascio, «è impossibile, inverosimile». Chiude lʼintervento, uno sfogo sul suo partito: «Il Pdl oggi “vanta” deputati che non sono conosciuti nemmeno
nei loro condomini, ci sono vallette e veline ovunque. E soprattutto,
sono troppi, oggi, i dirigenti impresentabili», dice Cascio, augurandosi che «Angelino Alfano abbia il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto fare da tempo: piazza pulita»: «Spero che abbia la forza di
innescare e portare a termine questo processo».
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Francesco Cascio
SpecialeVoto
2 NOVEMBRE 2012
FUORI DAI GIOCHI. L’ex sindaco manca la riconferma all’Ars. Ecco perchè. E cosa cambierà
Buzzanca resta a secco
Tiene in città, crolla in Provincia, finisce dietro a Santi Formica e Nino Germanà.
Analisi del voto che ha determinato la sconfitta del medico Barcellonese. Che nel Longano...
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Lʼanalisi più lucida, quando
ancora i seggi scrutinati non erano che
poche decine, lʼha fatta Ciccio Rella,
consigliere provinciale non ancora
trentenne del Pdl che del grande
sconfitto Peppino Buzzanca è stato
esperto a titolo gratuito e “delfino”. “Non
ce la faremo, stavolta abbiamo sbagliato
in troppe circostanze”. Quando la
giovanissima seconda linea del Pdl
pronuncia queste parole, Buzzanca è
ancora in vantaggio sia su Nino
Germanà che su Santi Formica, i
“nemici” del Pdl che, in serata, lo
relegheranno al ruolo di primo dei non
eletti. Cosa è successo? Di tutto. E di più.
I GIORNI DELLʼIRA. Negli ultimi dieci
giorni, le velleità di Buzzanca di tornare
(dopo due decadenze) in parlamento
regionale sono state travolte da una serie
impressionante di eventi. Prima la rivolta
dei dipendenti comunali, fatto mai
accaduto prima e che ha visto la
sonnacchiosa massa dei duemila e
passa lavoratori di palazzo Zanca, che
cascasse il mondo il 27 di ogni mese
ricevevano lʼaccredito sul conto,
incrociare le braccia e inveire contro lʼex
sindaco. Poi, in contemporanea,
lʼoccupazione di palazzo Zanca da parte
dei dipendenti Atm (tre mesi di stipendi
arretrati) e il minaccioso assembramento
fuori dai cancelli di quelli di
Messinambiente (senza un euro in cassa
a tal punto da non avere più nemmeno il
gasolio per far scendere i mezzi in
strada), entrambe partecipate messe in
liquidazione dallʼamministrazione
Buzzanca e lasciate lì in attesa che gli
eventi, come sta accadendo, le
travolganessero. Nonostante tutto, però,
non è stata Messina a tradire Buzzanca.
Che non ha perso i voti che aspettava.
FUORI DAI GIOCHI. Giuseppe Buzzanca
DOVE HA PERSO BUZZANCA. I 7776
voti non sono bastati allʼex sindaco di
Messina per tornare in quellʼaula allʼArs
che in estate aveva abbandonato per
fare il sindaco di Messina (carica che, un
mese dopo, ha lasciato per correre per
lʼArs), schiacciato sia dalle 8502
preferenze accumulate da Nino
Germanà che dagli inaspettati 9850 di
Santi Formica. Dovʼè che esattamente
ha perso Buzzanca? Non in città, forte di
3665 preferenze, un dato che, date le
catastrofi dei giorni immediatamente
precedenti, non erano in molti a
pronosticare. Una mole di voti insidiata
da molto vicino, però, da Germanà, che
di preferenze ne ha prese qualcuna in più
di tremila (Formica si è fermato invece a
1722). Da lì in poi, per Buzzanca è stata
una debacle. Ha tenuto nel collegio di
Taormina, appannaggio di Formica con
998 voti (576 per il nutrizionista, 272 per
Germanà), ma è stato travolto a Patti,
feudo di Germanà che ha fatto segnare
2408 voti (1274 per Formica e solo 732
per Buzzanca), e soprattutto a Mistretta.
Sui Nebrodi, infatti, Formica e Germanà
si sono sfidati in un testa a testa (1805
voti contro 1708, cento preferenze
appena di differenza) lasciando
Buzzanca al palo a contare i suoi 642
voti. Ad essere decisiva, però, è stata la
sua città natale. Barcellona.
IL GIOCO DI SQUADRA. Nei collegi
intorno al Longano, Santi Formica ha
fatto il vuoto dietro di sè. Quattromila voti,
centonove
quasi metà dellʼintero bottino, numero
che ha doppiato quello di Buzzanca,
fermo a 2161 (che a sua volta ha “dato il
giro” a Germanà, fermo a 1055). Un dato
bizzarro, dato che a Barcellona città i due
sono stati praticamente appaiati: 1022
preferenze per Formica, ottanta in più
per Buzzanca. Allʼex sindaco, è la teoria
più gettonata, sono mancati gran parte
dei voti che avrebbe potuto mettergli a
disposizione Mimmo Nania, (senatore e
padrino politico di Buzzanca, ma anche
di Formica), che pilatescamente se ne è
lavate le mani ed ha lasciato che a
sbrigarsela fossero i due contendenti con
le loro forze. E Poi ci sono i voti che
secondo gli osservatori Roberto Corona
(che si è tirato fuori dalla competizione
elettorale per via dei guai giudiziari della
vicenda Ascom) avrebbe messo a
disposizione di Buzzanca. Se non fosse
che dove “pescava” lʼex deputato
regionale, Patti e dintorni, Buzzanca è
stato massacrato dagli altri due
contendenti.
NIENTE RESA DEI CONTI. Chi si
attendeva una resa dei conti in un partito
che in quattro anni ha perso oltre 20 punti
percentuali, però, è destinato a restare
deluso. La raccolta di firme che Angelo
Burrascano, vicepresidente del
consiglio comunale e “cavallo di ritorno”
del Pdl, nei corridoi di palazzo Zanca
stava cercando di mettere assieme per
“costringere” Buzzanca alle dimissioni da
presidente provinciale del partito, è stata
rimbalzata da praticamente tutti. E poi cʼè
il fair play. Roberto Nicolosi, consigliere
di provata fede forzista che non può
essere nemmeno lontanamente
sospettato di eccessive simpatie verso
gli ex di An, è stato chiaro. “Una discorso
simile avremmo dovuto farlo tempo fa,
perchè i disagi non nascono dal voto,
hanno radici lontane. Oggi sarebbe un
accanimento nei confronti del perdente”.
SOTTO A CHI TOCCA. Nel frattempo, le
nuove leve scalpitano. I ragazzi della
Giovane Italia, quelli che Nello
Musumeci ha voluto accanto a sè sul
palco messinese, tenendo ben lontano
candidati e maggiorenti, sono pronti a
guidare la rivolta. “Ci attendiamo
perlomeno una riflessione - spiega
Ferdinando Croce - perchè se il partito
è destinato a cambiare pelle, gli elettori
restano”. Tradotto, Croce e Piero
Adamo, i più in vista del movimento,
stanno annunciando la discesa in
campo. Lì misureranno le loro ambizioni.
IN GIRO
Scene dai comitati
Come è stata vissuta la “due giorni” nelle segreterie
MESSINA. La segreteria del riconfermato Franco Rinaldi
domenica 28 ha “mugghiato i pupi”quando mancavano due
ore alla chiusura dei seggi, come se non ci fossero dubbi sulla rielezione. Ma la “bile” presa a secchi da alcuni dei suoi alla visione dei primi exit poll che davano Grillini, Musumeci e
Miccichè, davanti a Crocetta, non è stata cosa di poco conto. Il segretario cittadino del Pd, Peppe Grioli, arrivato lunedi mattina al comitato di Rinaldi “con la pressione a duecento” ha persino detto alla moglie “Possiamo fare le valigie e
andare in Polonia”. Più rilassato, invece, il coordinatore dei
gruppi consiliari Felice Calabrò. Tutti in fondo sapevano che
il cognato di Francantonio Genovese puntava al traguardo di primo eletto nelle file del Pd in Sicilia. Il centrista Gio-
vanni Ardizzone ha invece chiuso la serata del 28 in compagnia di amici ed esponenti dell'Udc con birra, focaccia e
caldarroste. Da Ardizzone anche il lunedì di spoglio è trascorso in un'atmosfera di festa con Luciano Ordile in farfallino rosso scuro a guidare le danze, mentre, con rigore e
precisione, il consigliere comunale Giuseppe Melazzo, armato di taccuino e iPad, segnava voti e incrociava dati, mentre lʼassessore provinciale Bruno Cilento e lʼex sindaco
Franco Mondello, forti di decenni di campagne elettorali sulle spalle, ostentavano sicurezza. A fare visita al comitato di
Ardizzone anche Ninni Bruschetta, assessore alla cultura
designato da Claudio Fava. Al comitato di Elvira Amata, invece, a fare da contraltare a una serena mattinata, un pomeriggio di delusione: arrivati i dati provinciali, con la “pole”
di Bernadette Grasso, la Amata ha iniziato a fumare una sigaretta dopo lʼaltra. Sul davanzale una bottiglia terminata di
Glen Grant. Lo scaramantico Giuseppe Picciolo, così come nel 2008, ha chiesto ai suoi di passare le ore di spoglio
pagina 10
nello studio di Luigi De Domenico, sulla via T. Cannizzaro,
luogo della sua prima elezione alla Regione. Sicuro del risultato in città, ha iniziato la festa dopo la conta dei voti raccolti in provincia. Una coppa per il comitato più nervoso va
all'accoppato Peppino Buzzanca. Si è iniziato la mattina del
29 con la faccia smunta del senatore Mimmo Nania attaccato al telefono e i sostenitori dell'ex sindaco a mugugnare
verso Nino Germanà. Tensione anche nel pomeriggio con
la consorte Daniela D'Urso che, sbattendo la porta, ha mandato tutti fuori dalla stanza in cui Buzzanca era trincerato.
Per poi uscire, a sconfitta acclarata, radunando i presenti davanti alla sua scrivania. Ma... Quella non era una conferenza stampa. Buzzanca, incalzato dai suoi (soprattutto da quei
“giovani” che, pur avendo duramente contestato il verticismo
del Pdl locale, lo hanno appoggiato in questa tornata regionale) ha così commentato la cocente sconfitta “Prendiamoci qualche giorno di riflessione, non finisce quì”.
Tiziana Caruso
centonove
SpecialeVoto
2 NOVEMBRE 2012
MESSINA. La domenica amara di chi palazzo dei Normanni lo vedrà solo nei Tg
Chi ce l’ha fatto fare...
Per Saro Sidoti non scatta il secondo seggio Udc, Nicola Barbalace arriva ad una manciata di voti
dal primo dei non eletti Francesco Calanna. Ecco nomi e alleanze che non hanno funzionato
MESSINA. Ci aveva sperato fino allʼultimo
Elvira Amata, di essere eletta al primo
colpo allʼArs. E invece, man mano che
dalla provincia arrivavano i primi responsi,
lʼex assessore della giunta guidata da
Giuseppe Buzzanca ha visto il nastro del
traguardo allontanarsi, e venire tagliato da
Bernardette Grasso, vedendosi superare
in dirittura dʼarrivo anche dallʼex assessore
provinciale Giuseppe Sciotto.
Magrissima consolazione, per Elvira
Amata, è che anche il suo diretto mentore
politico, Gianfranco Miccichè, lʼArs la
vedrà dai tg regionali. Ci sperava anche
Nicola Barbalace, che qualcosa da
recriminare, in tema di voti mancanti, ce
lʼha eccome. Anche perchè le sue 3343
preferenze gridano vendetta, vicine così
come sono ( solo 150 in meno) a quelle di
Francesco Calanna, che allʼArs già cʼè
stato nel 2006, ed è risultato il primo dei
non eletti del Pd. Nel Mpa, a parte il
blockbuster Giuseppe Picciolo, piangono
tutti. Più degli altri Antonio DʼAquino, ex
enfant prodige messinese, che paga lo
scotto di essere rimasto ai margini della
Carmelo Lo Monte
politica che conta per troppo tempo, e che
di voti ne prende 2868, piazzandosi terzo.
A porgergli la spalla, il secondo classificato
di lista Fortunato Romano, sostenuto
come sempre dal Mcl, che di voti ne ha
preso una manciata in più, fermandosi
comunque ad un soffio dai tremila. A
Romano, probabilmente ha nuociuto il
fatto di aver fatto segnare traguardi in
settori di poca visibilità. Si deve a lui il
piano di protezione civile del comune di
Messina, ma a nessuno sembra
importarne granchè. Una beffa non da
poco, invece, lʼha subita Daniela Bruno.
Lʼex assessore provinciale (così come
lʼuscente Santino Catalano) ci ha provato
tra le file del Pid-Cantiere popolare: la
formazione supera lo sbarramento del 5%,
ma a Messina non ottiene alcun seggio.
Unʼalleanza che non ha funzionato per
nessuno è stata quella tra Carmelo Lo
Monte e lʼItalia dei valori. Il seggio lʼhanno
visto da lontano sia Gaetano Duca
(espressione del primo) che Nino Alessi
(coordinatore provinciale dei secondi). Il
partito dipietrista avrebbe dovuto
cavalcare queste consultazioni, invece è
stato scavalcato dal movimento 5 Stelle
che ha eroso praticamente tutti i consensi
che, a rigor di logica, Idv avrebbe dovuto
intercettare. Fino alle sei e mezza di lunedi
sera il seggio per Saro Sidoti era
praticamente certo. Poi, in un paio dʼore, il
tracollo: per lʼUdc la poltrona allʼArs
sarebbe stata solo una. Uno spiraglio, per
Sidoti, è arrivato ad urne chiuse, con un
errore nel caricamento dei dati: 524 voti
del collegio di Montagnareale e 15 di
quello di Barcellona sono stati caricati per
errore ad Angela Varisco. Nonostante
questo, a Sidoti, che non ha davvero
niente da rimproverarsi, visti i 6329 voti
personali, il secondo seggio Udc non è
scattato. Non è andata meglio ai due
outsiders scudocrociati: Pio Amadeo, che
comunque ha messo insieme oltre 3500
Cateno De Luca
IL VICEPRESIDENTE. Claudio Fava
Antonio D’Aquino
preferenze, e soprattutto Enrico Bivona,
punta di diamante della new entry Udc
Nino Beninati (deputato uscente). Bivona,
consigliere provinciale, ha praticamente
dimezzato i voti che nella primavera del
2008 lʼhanno portato a palazzo dei Leoni.
“Siamo stati penalizzati dallʼaver iniziato la
campagna elettorale in ritardi rispetto agli
altri”, si è giustificato senza convincere
nessuno Giuseppe Chiarella, consigliere
comunale che ha seguito Beninati nel suo
trasloco dal Pdl ai centristi, poco più di un
Santino Catalano
mese fa. Cateno De Luca, in questa
campagna elettorale, ha guadagnato
almeno un paio di kg per via delle
focacciate e salsicciate, minimo due a
sera, e una denuncia per aver “forzato”
lʼingresso del comune di Messina. In
cambio, ne ha ottenuto un misero uno e
qualcosa per cento che lʼha tenuto ben
lontano da palazzo dei Normanni e non
soddisfa certo chi da “Scateno” avrebbe
voluto, come da motto elettorale, la
rivoluzione. (A.C.)
AGLI ESTREMI
La sinistra delusa. A metà
MESSINA. E la sinistra? Piange, ma solo con un occhio. Perchè, nonostante non abbia
superato lo sbarramento del 5%, a Messina città la lista di sinistra passa dal 3,14 del 2008
al 4, 3 di quelle del 2012. In più, Gino Sturniolo ha fatto segnare
un ottimo risultato personale in città, riuscendo a portare a casa
1203 preferenze, cosa che lo mette in condizione di potersi presentare alle prossime amministrative guidando la lista verso il traguardo del 5%. Chi non è di certo contento è Pietro Currò, che
nonostante i trascorsi ha segnato 1146 mediocri voti. Il più votato, con 1841 preferenze, è stato il consigliere provinciale Salvatore Chiofalo. Lʼerrore “strategico”? Quello di non aver fatto lista
in comune con Italia dei valori. Colpa che da sinistra si imputa
Claudio Fava
esclusivamente al movimento di Antonio Di Pietro.
TRACOLLI
Redde rationem per Fli
La catastrofe del partito di Carmelo Briguglio
MESSINA. La lista non arriva che al 4%, chi la capeggia, nonostante il ruolo da vicepresidente nazionale del partito, raccimola meno di
quattromila voti. La misura della debacle di Futuro e libertà è nel dato di Letojanni, paesino ionico in cui Carmelo Briguglio ha casa.
Avrebbe dovuto stravincere e invece non solo le busca da Carmelo Currenti, ex del partito di Fini convertitosi qualche settimana prima delle elezioni alla causa di Musumeci presidente, che di voti ne
prende ben 170, ma anche da Filippo Panarello del Pd che si ferma ad una sola preferenza da Currenti, a 169. E Briguglio? Cinquantanove. Che il momento non fosse felice per Futuro e libertà era
abbastanza palese. Che dalle urne arrivasse un risultato così disastroso, invece, non se lʼaspettava nessuno. Sarebbero serviti più o
meno 110mila voti, e non sono arrivati. E sono iniziate le analisi. Mar-
tedi pomeriggio, a urne ancora calde, Carmelo Briguglio ha riunito i
suoi ormai pochi fedelissimi per analizzare il voto. E trovare i “colpevoli”. Dito puntato, quindi, sia verso Currenti che verso Giuseppe
La Face, entrambi transitati nei listini dei due presidenti (Currenti con
Musumeci, La Face con Crocetta) a qualche giorno dallʼinizio della
campagna elettorale. La sconfitta, però, anche allʼinterno del partito
qualche strascico lʼha lasciato. Nello Pergolizzi, per esempio, nonostante il risultato personale positivo (1100 voti in città, 400 in più
di quelli presi alle amministrative pur con elettorato quasi dimezzato) che in prospettiva potrà spendere per le prossime amministrative, è stato chiarissimo: “non mi candiderò più se non cʼè la certezza
del 5%”. Lʼesperienza di Fli, è quello che è venuto fuori dalla riunione, va rivista e rifondata insieme ad altre forze politiche che vogliono una coalizione più larga di moderati, ma sempre nellʼambito del
centrodestra, anche se si esclude un rientro nel Pdl. Anche perchè,
stando così le cose, Fli non avrà i voti per avere rappresentatività
in parlamento alle prossime politiche. A Briguglio, nel frattempo,
toccherà raccogliere i cocci. (A.C.)
pagina 11
Carmelo Briguglio (Fli)
SpecialeVoto
2 NOVEMBRE 2012
Pippo Currenti
Giuseppe Picciolo
Pippo Laccoto
Giovanni Ardizzone
Marcello Greco
VINCITORI. L’area della Provincia di Messina elegge tre deputati e diventa determinante
Indispensabili Nebrodi
Oltre alla sindachessa di Caprileone, tributano la vittoria al ”novellino” Nino Germanà e all’uscente
Pippo Laccoto. Mentre nel capoluogo domina Franco Rinaldi. Votato senza effetto astensione
MESSINA. Nella città rimasta senza
seggi assegnati con i resti, Messina, il
dato elettorale può essere letto in tre
maniere differenti. O raccontando chi
non rientra allʼAssemblea regionale (e i
“caduti” sono tanti, dallʼex sindaco
Peppino Buzzanca allʼuscente del Mpa
Fortunato Romano), o sui chi vi entra per
la prima volta (oltre alle due donne,
Bernadette Grasso e Valentina
Zafarana, ci sono Nino Germanà del Pdl
e Marcello Greco con Crocetta
presidente) o, infine, partendo da un dato
geografico: i Nebrodi. Che si rivelano
ancora una volta determinanti per
lʼelezione e regalano allʼAssemblea
regionale due riconfermati e una new
entry. Nebroideo è lʼex sindaco di Brolo
Pippo Laccoto, che ha conquistato il
secondo posto nella lista del Pd. E
nebroidei sono anche Nino Germanà di
Brolo (che ha anche la “doppia
cittadinanza” messinese) e la già citata
Bernadette Grasso, che è sindaco di
Caprileone. La zona ionica, invece,
segna solo un deputato. Si tratta di
Pippo Currenti, originario di Gallodoro e
vicesindaco del Comune di Giardini
Naxos, che ha riconquistato lʼArs con un
mix composto da poco meno di
quattromila voti (3467) e il fortuito scatto
del seggio nella lista “Musumeci
Presidente”, a cui era approdato dopo il
divorzio dal coordinatore regionale di Fli,
Carmelo Briguglio. La restante parte
della deputazione (riconfermata ad
eccezione della debuttante Zafarana)
proviene invece dalla città.
NINO SCALZA PEPPINO.
Ottomilacinquecentodue voti è il bottino
che porta a casa Nino Germanà, che così
“lascia a casa” lʼuscente Giuseppe
Buzzanca (7776). Deputato nazionale del
Pdl che si avvia a optare per lʼArs, il
giovane Nino, detto “Ninitto”, è la testa di
ponte di unʼalleanza multiforme che vede
come nucleo centrale il suo gruppo
familiare (composto dal padre Basilio e
dallo zio Ninì, che ammette “siamo riusciti
a contattare direttamente non più del 40%
di dei nostri amici e referenti”, vista la
candidatura improvvisa, ma anche dalla
famiglia Ragno), lʼarea ex Forza Italia del
Pdl (capeggiata dal presidente della
Provincia, Nanni Ricevuto) e lʼapporto dei
giovani ex Fli, guidati da Alberto De Luca.
Con una campagna senza respiro su tre
fronti (incontri, comizi e web), Germanà è
riuscito nellʼoperazione, diventando
deputato. Un passaggio che si incastra,
inevitabilmente, anche alle prossime
amministrative, dove il pallino non sarà più
in mano agli ex An, prima dominanti.
GLI INOSSIDABILI. La carrellata di
coloro che sono riusciti a rientrare allʼArs
può aprirsi con un compagno di lista di
Germanà. Si tratta di Santi Formica, ex
sindaco di San Pier Niceto, ex assessore
regionale e vicepresidente uscente
dellʼArs, che in tempi di “magra” ha
conquistato 9850 voti. Una “miseria”,
Sopra, al centro,
Nino Germana,
che debutta allʼArs
dopo quattro anni
da deputato
nazionale del Pdl.
Il giovane ha tagliato
fuori dallʼAssemblea
lʼuscente Giuseppe
Buzzanca, ex sindaco
di Messina.
Nelle foto piccole,
da sopra,
due riconfermati
del Pd, Filippo
Panarello e Pippo
Laccoto.
Accanto, al debutto,
Valentina Zafarana
(5 Stelle) e Bernadette
Grasso (Udc),
le due elette
pagina 12
centonove
Santi Formica
certo, rispetto agli oltre ventimila delle
elezioni senza astenuti del 2008, ma che
significano tanto. Innanzi tutto che il più
forte, nellʼarea ex Alleanza nazionale, è
lui e non più tanto il senatore Mimmo
Nania, capocorrente che appoggiava
Buzzanca. Vittoria anche per un altro
veterano, questa volta dellʼUdc,
Giovanni Ardizzone. Con i suoi 8010
voti, il presidente del collegio dei
Questori rimane ancora una volta lʼunico
eletto dei centristi, nonostante lʼottimo
risultato del candidato del deputato
Pippo Naro (insieme al coordinatore
Gianpiero DʼAlia leader dellʼUdc in riva
allo Stretto), Saro Sidoti (6329).
Conferma pure per Laccoto del Pd, che
si ritorna ad essere secondo eletto con
8993 voti, staccando il terzo riconfermato
democratico, Filippo Panarello, ancora
allʼArs ma con meno preferenze
dellʼultima volta: 5182.
RINALDI BATTE GLI ASTENUTI. Ma è
il primo degli eletti democratici, colui che
è destinato a entrare nel libro della storia
delle elezioni. Franco Rinaldi, infatti, è
lʼunico che ha preso voti come se
lʼaffluenza alle urne fosse stata piena. Le
sue 18664 preferenze, infatti, sono un
dato clamoroso in tutto il territorio
siciliano. Ma anche la dimostrazione dei
muscoli di suo cognato, lʼex segretario
regionale Francantonio Genovese, che,
in queste elezioni, ha fatto di tutto per
riaffermare la propria leadership.
CHI CAMBIA VINCE. Cʼè poi chi,
cambiando casacca, è stato premiato.
Oltre al già citato Pippo Currenti, spicca
sicuramente Giuseppe Picciolo. Un
passato nellʼUdeur, lʼuscente era transitato
nel Pd per approdare, a fine legislatura, nel
Mpa (oggi Pds). Con i suoi 8389 voti,
Picciolo ha sbaragliato due ex colleghi
(Fortunato Romano e Antonio DʼAquino)
e dimostrato che nei suoi elettori scorre
sangue autonomista.... (D.D.J.)
centonove
SpecialeVoto
RIVOLUZIONI. Per la prima volta l’area dello Stretto porta il rosa in Assemblea
Donne, doppio debutto
A sedere sugli scranni saranno Bernadette Grasso di Grande Sud e Valentina Zafarana di 5 Stelle.
La prima ha la politica nel sangue dalla nascita. La seconda, invece, la passione dei venti anni
MESSINA. La prima ha una storia
politica alle spalle che inizia dallʼinfanzia,
allʼombra del padre. La seconda, invece,
ha la passione che solo la giovinezza
può dare, e che la porta a poco meno di
32 anni (li compirà il prossimo 14
novembre) a sedere tra i banchi di quello
che, un giorno, spera potrà essere
chiamato consiglio regionale e non
Assemblea. Sono Bernadette Grasso e
Valentina Zafarana, le due elette
messinesi destinate a passare alla storia
innanzi tutto per un motivo: sono le prime
donne del capoluogo dello Stretto (e
provincia) a varcare lʼingresso di Palazzo
dei Normanni. Due donne diverse tra loro
ma che, a sentirle parlare, hanno le idee
più chiare di tanti colleghi uomini,
riconfermati e debuttanti.
BERNADETTE DA CAPRILEONE.
«Non mi chiami sindaco e neanche
onorevole. Basta Bernadette, come
fanno i miei concittadini, o anche
avvocato, visto cher è un titolo che mi
sono guadagnato». È un fiume in piena,
la figlia di Giuseppe Grasso, che fu per
39 anni primo cittadino del Comune
guidato dalla neoeletta allʼArs. Una vita
vissuta nel segno della politica: «Mio
padre è nato con Gaetano Martino ed
era liberale convinto. Nel 1969 Malagodi
lo voleva candidare al senatore, ma lui
non accettò. Ho respirato politica da
quando ero giovane, ma non lʼho fatta se
non dopo la morte di papà. Nel 2001 racconta - il senatore Mimmo Nania mi
voleva candidare, ma mio padre disse
no. Subito dopo la sua scomparsa ho
seguito le orme di Vincenzino Leanza,
sbarcando in Forza Italia. Da lì inizia il
mio rapporto con Gianfranco
Miccichè». Per Bernadette Grasso, la
politica è anche coerenza, per questo,
«ho sempre condiviso lʼazione di
Miccichè nei confronti del Pdl, che ha
cambiato strategia e non ha lasciato
BRINDIAMO! Bernadette Grasso stappa con i suoi sostenitori
5 STELLE. Valentina Zafarana
spazi». «Io, nel 2005, ho criticato
aspramente la scelta di non candidarlo
per fare spazio a Raffaele Lombardo,
dicendo che era stata fatta una cosa
scellerata. Avevo cercato di dare il mio
contributo anche al partito, perché uno
che fa politica e lavora, non chiedendo
cariche, vuole spazi». Oggi, con Grande
Sud, il sindaco di Caprileone lo spazio lo
ha trovato e lo ha allargato nel corso
della campagna elettorale: «Io non mi
sono divisa tra unʼala e lʼaltra del Pdl,
sono stata sempre coerente. Per queste
elezioni ho cercato il consenso parlando
con le persone, e i miei voti ne sono il
frutto. Siamo partiti dal mio paese con un
griuppo di sostenitori. E, da lì, ne
abbiamo trovati altri di comune in
comune. Man mano li ho conosciuti, ho
parlato del mio programma. Ad
2 NOVEMBRE 2012
appoggiarmi istituzionalmente sono state
solo le amministrazioni di Capo
dʼOrlando e San Salvatore di Fitalia. Per
il resto, e questo mi riempie di
soddisfazione - i miei consensi sono
venuti un poʼ da tutta la provincia». Ma
cosa farà Bernadette Grasso allʼArs?
«Rappresenterò Grande Sud e non ci
saranno mie azioni personali. Auspico,
però, che questa volta prevalga il
buonsenso, diversamente ci troveremo
con una fotocopia di ciò che cʼè stato. Va
dato un segnale di cambiamento di
merito e di metodo. La Sicilia ha un
problema di Bilancio e il governo dovrà
essere forte anche in termini
programmatici. Io, da sindaco, mi sono
candidata per far capire le difficoltà degli
enti locali. Si può lavorare subito, se si
indirizza la spesa. Poi vanno tagliati gli
sprechi, a cominciare dai costi della
politica, uscire dallʼemergenza, riformare
le Ato, stabilizzare i precari, rivedere la
legislazione parchi urbani e trattare col
governo nazionale».
NON SOLO GRILLINA. Giovane ma con
le idee chiare, Valentina Zafarana ha
vinto le elezioni impegnando 150 euro in
tutto: «Sono stati spesi per spostamenti,
contributo per i manifesti cumulativi,
autotassazioni varie e gli “inevitabili
santini”». Valentina, consigliere regionale
nellʼanimo ma formalmente onorevole, è
emozionata non tanto per lʼincarico in sé
quanto per «la gioia di vedere il successo
di una idea che tutti stiamo portando
avanti». Emozione che si mescola a
senso di responsabilità: «LʼArs va
affrontata con sobrietà e serietà. Lì ci
muoveremo seguendo i punti cardine del
nostro Movimento e votando di volta in
volta i progetti di legge a seconda dei loro
contenuti. La nostra prima battaglia,
comunque, sarà la proposta di riduzione
degli emolumenti. A noi basteranno 5000
euro al lordo, e ogni spesa sarà
rendicontata. In Sicilia esiste, a
differenza delle altre regioni, lʼesercizio
del rifiuto dello stipendio. In ogni caso,
qualora non fosse possibile rinunciare,
troveremo una via dʼuscita, magari
creando un fondo comune da utilizzare
per progetti meritori». In attesa
dellʼinsediamento, Valentina Zafarana
(figlia di Renato, del preside dellʼIstituto
dʼArte Basile) sta studiando il
regolamento parlamentare. Al debutto si
vestirà con sobrietà, «senza eccessi,
come è giusto che sia per chi ricopre un
ruolo istituzionale». (D.D.J.)
LA SCHEDA
Raggiunta quota quindici
Le vincitrici sono quasi quanto le elette nella storia
MESSINA. Al piccolo record di Messina, che manda per la prima
volta non una ma due elette allʼArs, le elezioni dellʼastensione segnano un grande primato: per la prima volta le signore che sbarcano a Palazzo dei Normanni sono addirittura quindici. Un record,
se si considera che nelle quindici legislature precedenti, dal 1947
al 2008, le donne in aula erano state appena 17. Le uscenti erano
soltanto quattro: Anna Finocchiaro (che optò per il Senato), Giulia Adamo (che si è dimessa anzitempo), Marianna Caronia e
Concetta Raia. Adesso, invece, ad affollare lʼArs saranno innanzi tutto le sei del Movimento 5 Stelle. Oltre a Valentina Zafarana,
ci sono Gianina Ciaccio (ventiduenne della circoscrizione di Catania), Claudia La Rocca (trentenne di Palermo), Vanessa Ferreri (impiegata di quaranta anni), Angela Foti (eletta a Catamnia
e impegnata nel volontariato) e Valentina Palmeri (laureata di Trapani). Eletta con il centrodestra che appoggiava Nello Musumeci,
invece, la sola Valeria Sudano (Pid-Cantiere popolare). Grande
Sud di Gianfranco Miccichè e il Pds di Raffaele Lombardo “donano” allʼArs Annunziata Luisa Lantieri (Piazza Armerina) e la
già citata Bernadette Grasso. Pd, Udc e lista Crocetta presidente, che hanno sostenuto il candidato vincente e ottenuto 30 seggi,
oltre ai nove del listino (compreso Rosario Crocetta), portano sei
donne, quanto i 5 Stella: Mariella Maggio (segretaria regionale
uscente della Cgil), Marika Di Marco (dirigente Pd a Siracusa),
Alice Anselmo, Antonella Milazzo, la riconfermata Concetta
Raia e Margherita La Rocca Ruvolo. All'Assemblea siciliana per
intere legislature non c'è stata la presenza di una sola donna, come accaduto nella quarta, nella quinta e nella settima. La presenza più numerosa è quella registrata nella prima legislatura del '47,
quando furono elette le democristiane Ines Giganti Curella e Paola Verducci Tocco, laureata il Lettere la prima e farmacista la seconda, e la casalinga Gina Mare Pani del Blocco del Popolo.
pagina 13
RIELETTA. Concetta Raia (pd)
Politica
2 NOVEMBRE 2012
IN PRIMA LINEA. I “Giovani per Renzi” di Messina
MESSINA. Gli under trenta del Pd dello Stretto costituiscono un comitato per il rottamatore
Renzi “cattura” i giovani
La scelta sancisce la rottura tra il segretario dei Gd, Gabriele Lo Re, e il leader indiscusso del partito,
l’ex leader regionale Francantonio Genovese. Il sindaco di Firenze sarà in Sicilia il 3 novembre
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Neanche il tempo di tirare il
fiato dopo la campagna elettorale per le
regionali, incomincia una nuova battaglia
per il Pd siciliano. Una battaglia tutta
interna, che vede su due fronti
contrapposti i seguaci del sindaco di
Firenze Matteo Renzi e quelli del
segretario nazionale Pierluigi Bersani.
Uno scontro che registra un vero e proprio
terremoto a Messina. Il segretario dei
Giovani democratici, Gabriele Lo Re,
insieme ad altri esponenti di peso degli
under 30, come Guglielmo Sidoti
(membro dellʼesecutivo regioanle dei Gd)
hanno deciso di dare vita al Comitato
“Giovani per Renzi”, presentato lo scorso
30 ottobre. Il primo parto è stato un
documento politico frutto della
partecipazione di ragazze e ragazzi
appartenenti all'organizzazione giovanile.
I PROMOTORI. Oltre a Lo Re e Sidoti,
hanno firmato il documento Andrea
Scaglione e Paola DʼArrigo (entrambi
della direzione Provinciale Giovani
Democratici di Messina), Salvatore
Condò (Senatore Accademico
dellʼUniversità degli Studi), Giulia
Iapichino (consigliere di Dipartimento
dellʼAteneo), Gianmarco Orlando
(presidente Consulta Provinciale degli
Studenti), Carla Bollani (vice-Presidente
Consulta Provinciale degli Studenti),
Alberto Coglitore, Giovanni Santoro,
Giulia Fagioli e Santi Enrico Bruno (tutti
rappresentanti degli Studenti),
Alessandro Carcione, Carlo Ansaloni,
Giuseppe Da Campo, Isabella
Musolino, Luca Ranieri, Martina
Cosetta, Pedro Magliarditi, Riccardo
Mangiapane e Roberta Spadaro (tutti
studenti delle scuole). Sono membri
fondatori del comitato giovani tra i 16 ed i
25 anni. Il documento sottolinea non solo
lʼappoggio a Renzi, ma anche un altro
dato: “Per la prima volta nella storia delle
primarie italiane i ragazzi tra i 16 ed i 18
anni saranno esclusi non potendo votare,
non sarà permesso il voto degli italiani
all'estero ed il contributo per partecipare
raddoppierà da uno a due euro. Noi,
Giovani X Renzi, riteniamo tale scelta un
colpo basso nei confronti di quelle migliaia
di iscritti ai Giovani Democratici ed al
Partito che oggi si vedono negata la
possibilità di partecipare alla scelta del
futuro leader di coalizione da quello stesso
partito nel quale militano e confidano per
centonove
cambiare l'Italia. Sedici anni per la
militanza, per i tesseramenti al partito e i
congressi, 18 per i diritti, per poter
esprimere la propria partecipando
democraticamente alla vita del proprio
partito. I ragazzi tra i 16 ed i 18 anni non
sono la seconda o la terza scelta, ma
dovrebbero essere considerati l'orgoglio di
un'organizzazione”. Poi, il Comitato
accende un faro sulla dimensione
messinese: “Ci sono gli amministratori
locali del Pd, e non solo, che
quotidianamente non si limitano a
"rottamare", ma lavorano seriamente sul
proprio territorio adottando principi di
efficienza, trasparenza e competenza
nella gestione della cosa pubblica”.
Lo strappo di Lo Re e gli altri, a Messina, è
significativo. Il democratico, infatti, era
vicino allʼex segretario Francantonio
Genovese, col quale adesso le posizioni
divergono. Lʼex segretario regionale del
Pd, infatti, sostiene Bersani, così come
lʼarea ex Ds e quella che si raccoglie
attorno allʼex segretario della Sinistra
Giovanile, Piero David.
RENZI IN SICILIA. Il rottamatore sarà in
città i primi di 3 novembre. Quella in riva
allo Stretto sarà una delle tappe di un
rapido tour siciliano, visto che subito dopo
si terrà il “congresso” alla “Leopolda” di
Firenze. In Sicilia, Renzi toccherà alcuni
luoghi “simbolo” della storia italiana e
isolana: Capaci, Pozzallo (luogo di nascita
di Giorgio La Pira), forse Caltagirone
(luogo sturziano). E poi le due tappe
principali, che saranno Palermo (sotto la
regia di Davide Faraone e del suo gruppo)
e Messina, sotto la regia del comitato
locale pro Renzi. Le due tappe saranno
quelle dove il format di presentazione sarà
“al gran completo”, con la proiezione dei
filmati, le musiche ed i momenti più
emozionali che il format prevede. Il
comitato provinciale “Messina per Renzi”
(creato dai presidenti della Quarta e
Quinta Circoscrizione, Alessandro
Russo e Francesco Palano Quero, da
Giacomo DʼArrigo e da Filippo
Cangemi), che coordina tutti i gruppi nati
lavora per tenere in città il sindaco di
Firenze anche la sera per fargli fare un
“bagno di folla”. Per quel che riguarda,
invece, l'aspetto più politico, il comitato
renziano locale, in sinergia con la rete dei
comitati siciliani, sta preparandosi a
chiedere alle segreterie provinciale e
cittadina, di vedersi riconoscere i posti che
spettano all'area negli organismi che
dovranno organizzare le primarie: dove
saranno allestiti i seggi, la loro
composizione, il controllo sulla regolarità
del voto.
CENTRODESTRA
Vento di primarie nel Pdl
Gli aderenti alzano la voce dopo le regionali
Ciccio Rizzo
MESSINA. Complice lʼuragano delle regionali, anche tra i giovani del
centrodestra qualcosa si muove. Lo racconta la spaccatura tra gli ex
forzisti (in appoggio a Nino Germanà) e gli ex An (a supporto di Giuseppe Buzzanca), ma anche i commenti a caldo. Come quello di un
supporter del neodeputato regionale, Ivan Cutè: “Dispiaciuto per
Nello Musumeci, ma è questo che succede ad un candidato a Presidente che gira 40 comuni con a fianco Nania! (mimmo, senatore,
co-coordinatore regionale del Pdl, ndr). Al di là delle divisioni, la parola dʼordine che circola è “rinnovamento”. Come quello propugnato da Ciccio Rella, consigliere provinciale vicinissimo a Buzzanca:
«Nel Pdl deve aprirsi una nuova fase che ha come presupposto un
definitivo passo indietro di Silvio Berlusconi. Non so dire se il miglior candidato per le nostre primarie sarà Angelino Alfano o qual-
pagina 14
cun altro, perché potrebbero venire fuori nuove realtà. Spero - spiega. che si possa anche ragionare, con valore simbolico, alla candidatura di un giovane del Pdl che potrebbe avere una ricaduta pure
a livello locale. Dove le primarie per le amministrative devono essere celebrate». Più netto lʼex consigliere comunale e del Teatro di Messina, Ciccio Rizzo: «Sulle primarie sono ovviamente dʼaccordo, dʼaltronde è un tema che ha sempre portato avanti la Destra Sociale.
Primarie le abbiamo chieste a Lipari, la scorsa primavera. Richiesta
totalmente disattesa. La tematica - spiega Rizzo - è il superamento
del centrodestra così come è stato concepito fino ad ora. Per questo ho fondato “Vento Eoliano”, mettendo insieme tutte le categorie
sociali, non solo giovani, attorno ad alcune tematiche. Il Pdl - sottolinea - non ha futuro ed è alla canna del gas. È un partito strangolatore che ha ucciso tutta la classe dirigente media. È un partito che
non conosce la meritocrazia e ha commesso una serie di errori infinitio. Berlusconi deve “levarsi dai mnaroni”. Per le amministrative ci
di Messina - conclude - sono necessarie le primarie ma anche una
progettualità reale con radicamento territoriale». (D.D.J.)
centonove
Politica
2 NOVEMBRE 2012
Antonino Cama
Ferdinando Coglitore
PALAZZO ZANCA. Alla firma la delibera sul “tesoretto” da 1,8 milioni
Dirigenti, chi si rivede...
Costituito il fondo per le indennità di posizione e di risultato del 2011. I sindacati
sul piede di guerra, ma Croce, un mese fa, aveva bloccato tutti i pagamenti “indifferibili”
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Il contestatissimo milione e
ottocentomila euro di fondo per il 2011 a
favore dei dirigenti di palazzo Zanca era
uscito dalla finestra mesi fa, giusto per
tornare oggi dalla porta. La determina
porta la firma del dirigente al Personale
Antonino Cama, ed è pronta da giugno.
Oggi, alla firma del commissario
straordinario Luigi Croce, ci va con la
relazione del ragioniere generale
Ferdinando Coglitore. Che spiega nel
dettaglio a chi andrà il milione e 866mila
euro. E perchè.
I DIRIGENTI BATTONO CASSA. A
metà ottobre, esattamente nello stesso
istante in cui i dipendenti di palazzo
Zanca per la prima volta nella storia
incrociavano le braccia per via del fatto di
non aver ricevuto lo stipendio di
settembre, dalla scrivania di Coglitore
partiva, destinazione Cama prima e
Croce poi, la descrizione analitica della
somma che i dirigenti percepiranno:
825mila euro sono lʼimporto destinato al
finanziamento del trattamento di
posizione e di risultato di tutte le funzioni
dirigenziali per l'anno 1998. Quasi
novantamila euro sono destinati ai
dirigenti in pensione da quella stessa
Luigi Croce
data come “retribuzione individuale di
anzianità”. Poi ci sono 37mila euro di
integrazione per il 1999, e quasi
ottocentomila euro, scrive Coglitore, “in
caso di attivazione di nuovi servizi o
processi riorganizzativi finalizzati
all'accrescimento dei livelli qualitativi e
quantitativi dei servizi esistenti, ai quali
sia collegato un ampliamento delle
competenze con incremento del grado di
responsabilità e di capacità gestionale
della dirigenza ovvero un incremento
stabile delle relative dotazioni organiche”.
Eʼ questo il punto che ha fatto incazzare
come le bisce i sindacati.
I SINDACATI PROMETTONO GUERRA.
Dove le trova palazzo Zanca tutte queste
risorse quando non è in grado di pagare
gli stipendi ai suoi dipendenti e sta
riducendo alla fame quelli delle
partecipate? “La copertura finanziaria spiega Coglitore nella relazione - è stata
garantita dagli stanziamenti già esistenti
nel bilancio di previsione 2011 sia per la
parte già corrisposta (retribuzione di
posizione) sia per quanto non ancora
corrisposto (retribuzione di risultato), le
somme necessarie sono state
correttamente riportate fra i residui
passivi”. Una capriccio dei dirigenti in
epoca di vacche magrissime, quasi
morte? Nientʼaffatto. “Le disposizioni
vigenti in materia obbligano gli Enti alla
definizione del fondo prima della
predisposizione del bilancio annuale di
previsione in modo tale che le somme
determinate con il medesimo vengano
previste nello strumento finanziario”,
scrive Coglitore nella relazione. E invece
la costituzione del fondo è arrivata ad
esercizio finanziario 2011 ampiamente
concluso, “per cui l'Area Economico
Finanziaria ha dovuto impegnare al
31/12/2011 la quota relativa al fondo per
un importo maggiore rispetto alle attuali
giuste previsioni”, conclude Coglitore. E
Croce? Come lʼha presa?
IL COMMISSARIO DI TRAVERSO. La
posizione del commissario straordinario
del comune di Messina è chiarissima.
Finchè non passa la tempesta, non si
paga nulla in più dello stretto necessario.
Detto fatto, con una determina ed un
colpo di penna Croce, in uno dei suoi
primi atti da commissario, ha bloccato
“tutti i mandati di pagamento che non
riguardano servizi essenziali o,
comunque, possano determinare danno
erariale per il comune di Messina”. A
farne le spese sono state le indennità di
risultato dei dirigenti. Un fondo che Croce
aveva bloccato. Ma non estinto. E che ora
si ripresenta. Dalla porta.
POLEMICHE
Urbanistica, cosa succede?
Professionisti in rivolta: le pratiche delle sanatorie
di 27 anni fa ancora bloccate. E il nuovo dirigente...
Raffaele Cucinotta
MESSINA. Non era mai stato un esempio di efficienza, il dipartimento di via Industriale. Oggi, senza un assessore al ramo
(cʼera Pippo Corvaja, ma si è dimesso tre giorni prima che la
giunta fosse azzerata dalla decisione dellʼex sindaco Giuseppe Buzzanca di correre per le regionali, a fine agosto), con un
nuovo dirigente, e con un trasloco da fare nei locali del real convitto Dante Alighieri (Lʼimpresa che svolgerà i lavori di adeguamento è quella di Mariano Nicotra), gli uffici sono entrati nel
caos. Sulle scrivanie dei funzionari ci sono migliaia di pratiche
di sanatoria, centinaia delle quali risalenti ai condoni degli anni ʻ80, affidate a tecnici esterni nel 2007 e mai esitate. Alcune,
pagina 15
dopo le “minacce” ai tecnici esterni da parte del dirigente facente funzione di Raffaele Cucinotta, sono tornate indietro. E
giacciono in sala concessioni, senza che i richiedenti ne sappiano nulla. Alcune delle pratiche sono addirittura firmate da
Francesco Rando, ex dirigente alla lotta allʼabuso edilizio in
pensione da cinque anni. Un danno erariale di un certo livello,
dato che, una volta sanati gli abusi, ci sono somme da pagare
al Comune: da 100 a 750 euro, a seconda della cubatura. Nel
frattempo i professionisti sono sul piede di guerra. Riccardo
Pagano, fresco di nomina a capo dellʼUrbanistica, ha bloccato
temporaneamente tutti gli iter, in attesa di capire dove e come
intervenire. Situazione che Pagano dovrebbe conoscere bene,
essendo stato già a capo del dipartimento Concessioni in passato. In mezzo, ci sarebbero da esaminare le concessioni edilizie, se non fosse che per la Dia (dichiarazione di inizio attività),
vale il principio del silenzio assenso dopo 30 giorni, col risultato che le costruzioni partono senza che nessuno abbia mai controllato cosa si costruisce. (A.C.)
Politica
2 NOVEMBRE 2012
MESSINA. Tutti i numeri del nuovo comune “Montemare”. Da costituire
Scissione, facciamo sul serio
Il comitato per la costituzione presenta il “progetto di valutazione territoriale”.
Per sganciare gli ex XII e XIII quartiere da palazzo Zanca. Ecco il costo dell’operazione
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Si immaginava fosse una
boutade, invece il progetto di scissione
dal comune di Messina dei villaggi di
Castanea, Salice e le Masse giù fino alla
riviera tirrenica tra Spartà ed Ortoliuzzo.
Quasi novemila abitanti, sparsi per i
territori che fino alla rivoluzione attuata
dallʼallora commissario Bruno Sbordone,
con la riduzione dei quartieri a sei, erano
la dodicesima e tredicesima
circoscrizione. A palazzo Zanca, infatti, è
stato presentato il progetto di variazione
territoriale. Eʼ il primo passo.
MESSINA BYE BYE. “La nostra realtà
territoriale, costituita da diversi
agglomerati urbani cosiddetti villaggi
collinari, ognuno dei quali con gruppi di
popolazione cha varia dai 500 a 1000, ai
3000 abitanti circa, pur appartenendo ad
oggi al Comune di Messina, non
riscontra una effettiva comunanza di
bisogni, di continuità fisica e di interessi
con la città stessa, e di fatto e senza
alcun dubbio rappresenta un'entità
territoriale e sociale, per tradizioni e
cultura, certamente distante e
diversa dalle problematiche di gestione e
amministrazione del contesto cittadino”.
Queste, in sintesi, le motivazioni alla
Bruno Sbordone
centonove
base della costituzione del comitato per la
“scissione”. Come si dovrebbe gestire il
nuovo ente locale? “Con un territorio più
concentrato ed abitato, diventerà il centro
dell'attenzione politico-amministrativa
locale e non la periferia di un grosso
Comune e potrà, quindi, ottimizzare le
proprie risorse per meglio svolgere i
propri compiti istituzionali nei confronti
della cittadinanza amministrata”, si legge
nel documento presentato a palazzo
Zanca. Poi si passa ai numeri.
MONTEMARE, QUANTO MI COSTI?
Prendendo a modello i comuni di
Rometta e Tortorici, più vicini al
Montemare per comparazione dei dati
territorio-popolazione e ritenuti quasi
simili per risorse e servizi, i membri del
comitato hanno ipotizzato di potersi
sostentare con praticamente un milione di
euro di entrate tributarie (al comune di
Messina di milioni ne servono, dai dati di
bilancio, quasi settantaquattro), e tre
milioni di trasferimenti da Stato e Regione
(a palazzo Zanca ogni anno ne arrivano
per poco meno di centocinquanta milioni).
Le entrate extratributarie, quindi quelle
che derivano da proventi di servizi
pubblici, multe, canoni e concessioni,
secondo i calcoli potrebbero ammontare
a meno di settecentomila euro (il comune
di Messina ne incassa più di 35 milioni).
In totale, il comitato ritiene che 4 milioni e
751mila euro potrebbero bastare per
gestire il comune che andrebbe a crearsi.
LA BUROCRAZIA? SNELLA. Ventuno
dipendenti per lʼarea amministrativa, sei
per quella economico-finanziaria, tredici
per i servizi tecnici e tre di polizia
municipale. Il comitato crede di potersela
cavare con quarantatre dipendenti in
pianta organica. Il sindaco verrebbe
retribuito con 34mila euro, il vicesindaco
si accontenterebbe di 18mila euro, gli
assessori di 15mila euro ed i consiglieri
comunali di soli diecimila euro.
PER MESSINA? UN AFFARE. CHi ne
trarrebbe giovamento dalla faccenda?
Tutti, secondo il comitato. “Il distacco
dell'istituendo comune appare
chiaramente ininfluente per Messina,
trovandosi con un minore territorio da
gestire e quindi con minori costi e migliore
razionalizzazione dei servizi. Carlo
Rizzo, portavoce del comitato, spiega
lʼIter. “Il consiglio comunale di palazzo
Zanca valuterà ed esprimerà un parere
non vincolante. Alla scadenza dei termini
(60 giorni dalla delibera) manderà tutto
allʼassessorato regionale degli Enti locali.
Palermo, infine, si esprimerà su come e
quando concedere il referendum, se tutto
va bene”.
IL COMMENTO di Giovanni Frazzica
Il disagio scritto al muro
A MESSINA NON cʼè un circolo anarchico Ponte della
Ghisolfa e neanche altra roba forte organizzata dello stesso
genere, ma di gente con le scatole rotte che cova odio
represso ce ne deve essere abbastanza, almeno a
giudicare da quelle scritte sui muri che non si vedevano più
da almeno ventʼanni. Le scritte degli anni 70, 80 e 90 che
apparivano sui muri della nostra città, quandʼanche non
firmate, erano identificabili, non solo dagli agenti della
Digos, ma da parte di chi masticava un poʼ di politica.
Generalmente erano gli attivisti delle federazioni giovanili
dei partiti e dei movimenti di sinistra e di destra che
usavano il muro come lavagna. Oggi vediamo apparire
scritte su edifici pubblici con contenuto diverso, con nomi di
politici e personaggi locali, insultati con lo stile con cui gli
ultras delusi del Messina calcio dissacravano quella stessa
dirigenza che avevano osannato quando aveva portato la
squadra in Serie A. Che pensare allora, che è il popolo del
calcio che sta lanciando un messaggio di ribellione? O che
in quel popolo del calcio, che ha una sua consuetudine alla
mobilitazione, cʼè anche il popolo che soffre e si indigna e
che si prepara a scendere in piazza per un motivo meno
vago della squadra del cuore. Ora cʼè in gioco il pane, lo
stipendio, il lavoro, il futuro e la rabbia anche che investe
parlamentari e uomini delle istituzioni, alimentata da una
inestinguibile cronaca degli scandali. E mentre negli anni
80 era facile immaginare che fossero i diciassettenni di
buona famiglia con le magliette del “Che” che uscivano di
casa eroicamente alle tre di notte per imbrattare i muri, oggi
non desterebbe stupore se venisse sorpreso con la
bomboletta in mano qualche cinquantenne che ha perso il
lavoro o qualche cassaintegrato. “Questa crisi – dice Pippo
Isgrò – è diversa da quella del 92 che era determinata da
una forte indignazione morale e investiva un Paese
attraversato ancora da una fase di benessere. Oggi siamo
pagina 16
stremati da una situazione economica drammatica che si
ripercuote sulle famiglie a basso reddito e sui senza
reddito. Il perdurare di questa situazione può generare
tensioni”. Gli fa eco Rosario Sidoti, capogruppo Udc alla
Provincia: “Per la mia attività incontro tanta gente. Mi sono
formato la convinzione che le maggiori tensioni si stanno
sviluppando nei grossi centri, Messina soprattutto, ma in
misura minore anche a Barcellona e Milazzo, mentre nei
centri più piccoli ancora resistono le logiche del confronto e
del dialogo”. Beppe Grioli, Segretario cittadino del Pd,
appare preoccupato, ma non allarmato. “Come
rappresentante di un partito di sinistra ho ritenuto mio
dovere incontrare i lavoratori in agitazione della Caronte e
della Triscele. Avverto anchʼio grande tensione, tuttavia
penso che siamo ancora al di sotto dei livelli di guardia”.
Opinioni rispettabilissime che hanno valore in relazione alla
durata del disagio. Il nuovo Presidente della Regione dovrà
faticare un bel poʼ prima di far ripartire la macchina.
centonove
Politica
2 NOVEMBRE 2012
MESSINA. Ecco chi sono i trenta esperti gratuiti nominati alla Provincia regionale
L’ELENCO
Tutti gli uomini di Nanni
Da Andaloro
a Seminara
Il tortoriciano Casella Mariola deve individuare le strade agricole a valenza turistica,
Chillè fare da ambasciatore con il mondo della chiesa. Per i fondi europei c’è Scurria
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Natale Bonsignore, Rosario Savoca, Rosalba e Luigi Ristagno,
Giuseppe Dilillo, Renato Carlo Mangano, Josè Gambino, Marcello Finocchiaro, Fabio Longo, Alfio Seminara, Ylenia Olivo, Emanuela Scalia,
Gaetano Majolino, Pietro Chillè, Salvatore Caliò Harada, Giovanni Pino,
Luigi Giacobbe, Carmelo Lembo, Salvatore Ruello, Carlo Caruso, Antonino Casella Mariola, Laura La Scala,
Carmelo Collorafi, Giuseppe Claudio
Recupero, Pasquale Andaloro, Marcello Scurria, Giovanna Beccalli, Marcantonio Pinto Vraca e Mariaceleste
Boemi.
MESSINA. Non superano la
soglia dei cinquanta come quelli
nominati da Buzzanca durante la
sua sindacatura e cancellati con
un colpo di spugna dal
commissario Luigi Croce a
pochi giorni dal suo
insediamento, ma sono una
trentina e, nonostante la nomina
a titolo gratuito non comporti
dei Siciliani, nominata esperta nel 2009,
alcun “costo fisso” nel bilancio di
quando tra Pdl e Mpa era ancora idillio sia
Palazzo dei Leoni, ma solo
a Messina che a Palermo. Un altro esperto
eventuali rimborsi relativi a
poi candidato tra le file del Pdl, ma alle
missioni, qualche “spesuccia”, gli
ultime amministrative, è Renato
esperti designati dal presidente
Mangano. Arruolato da Ricevuto nel 2010
della Provincia, Nanni
e sconfitto a Capo d'Orlando nel 2011. Non
Ricevuto, in questi quattro anni
poteva mancare poi lui, Marcello Scurria,
di amministrazione l'hanno
già esperto del Comune, oltre che
comunque fatta mettere in conto.
avvocato dell'ex sindaco Peppino
Se non nel 2012, in cui all'Ufficio
Buzzanca e anche legale della Provincia
missioni di Palazzo dei Leoni
in alcuni procedimenti come ad esempio
non figura nessuna richiesta di
quello relativo alla gestione della riserva di
rimborso spese, quantomeno nel
Isolabella. Dal maggio 2012, a Palazzo dei
2011, anno in cui il presidente
Leoni, Scurria è anche consulente per “lo
della Provincia ha nominato più
studio e l'approfondimento della
esperti (un totale di 11). E'
legislazione comunitaria con riferimento
variegato e variopinto il mondo
alla normativa relativa ai programmi
dei consulenti di Ricevuto, ma
Nanni Ricevuto
comunitari e fondi strutturali per il periodo
caso vuole che nelle determine
2014/2020”. Esperto bis è anche il giovane
di nomina un topos sia
Lui è Pietro Chillè, classe 1938. Tra gli
Carmelo Lembo. Al Comune si occupava
ricorrente: quello di elaborare “linee
esperti di Ricevuto figura anche Salvatore
della promozione di politiche a tutela della
guida”. Al geometra tortoriciano Antonino
Ruello. Nominato consulente nel 2011 per
sicurezza dei cittadini e, in tandem con
Casella Mariola è stato infatti affidato
la riserva di Capo Peloro e qualche mese
l'altro esperto comunale Flavio Corpina,
l'incarico di consulente per “l'elaborazione
fa subentrato in Consiglio comunale in
ha redatto il progetto “Casa e\è lavoro”.
delle linee guida fondamentali per la
quota Udc, dopo le dimissioni di Pippo
Alla Provincia è stato arruolato nel 2011
predisposizione di un progetto che
Ansaldo. All'avvocato barcellonese
con un incarico legato alle politiche
riconosca nella viabilità secondaria
Gianni Pino, candidato alle ultime
giovanili. Lembo, poco dopo l'arrivo a
provinciale (strade agricole) le
regionali nella lista del Pdl, nel 2011 è stato palazzo, è stato il promotore di un progetto
connotazioni più significative come risorse
affidato l'incarico di avviare ogni iniziativa
che ha portato nelle casse di Palazzo dei
di valenza culturale e turistica”. Tutto
utile a promuovere l'internazionalizzazione
Leoni 100 mila euro provenienti da
questo al fine del possibile reperimento di
delle attività produttive connesse al
Dipartimento della Gioventù della
risorse regionali, statali e comunitarie.
commercio, all'artigianato e alla pesca. Tra Presidenza del Consiglio, che ha trovato
Come dire: “Trasformami una zucca in
gli esperti di Ricevuto c'è un'altra candidata anche la sponsorizzazione dell'Upi.
carrozza, una strada in bene culturale”. E
alle ultime elezioni regionali. Si tratta di
Questo uno fra i rari risultati portati a casa
soprattutto, come se non fossero
Renato Mangano
Rosalba Ristagno, quota rosa del Partito
dal plotone di esperti di Palazzo dei Leoni.
sufficienti il patrimonio culturale e le
attrazioni turistiche che l'Ente di corso
Cavour ha a disposizione e che non riesce
nemmeno a gestire e valorizzare. L'arduo
compito di pianificare “iniziative mirate
all'individuazione di linee guida utili alla
che ha presentato per chiedere a Ricevuto il senso di questa ulterealizzazione di migliori condizioni di
riore nomina a pochi mesi oramai dalla scadenza del mandato eletvivibilità nel territorio provinciale” l'ha
torale. Il consigliere Rao, contrario allʼaumento degli assessori alla
ricevuto nel 2011 Laura La Scala.
Provincia di Messina, «unico caso in controtendenza nazionale in
Obiettivo tanto ambizioso, quanto
materia», ha chiesto lʼacquisizione dellʼelenco nominativo con il nugenerico. C'è poi l'ingegner Luigi
MESSINA. Allʼennesima nomina arriva puntuale lʼinterrogazione
mero sproporzionato di esperti di Palazzo dei Leoni. «Tutto ciò –
Giacobbe a cui è stato affidato l'incarico
del capogruppo Pd, Pippo Rao. A far prendere carta e penna al mesottolinea Rao - tra lʼaltro mentre il Commissario Croce al Comune
per “lo studio mirato alla redazione di linee
dico democratico è stata la determinazione presidendi Messina, come primo atto gestionale ha mandato a
guida per la valutazione e riduzione del
ziale n. 74 del 16 ottobre 2012, con la quale il presidente
casa tutti gli esperti nominati dallʼex Sindaco Buzzanrischio sismico negli edifici di pertinenza
Nanni Ricevuto ha affidato a Mariaceleste Boemi lʼinca. Evidentemente però la Provincia di Messina ed il
provinciale”. Ci sono poi due donne Ylenia
carico di esperto a titolo gratuito per lo studio di “Attività
Presidente della Provincia ritengono non solo di
Olivo, nominata nel 2010, e l'ultima
mirate alla promozione e valorizzazione del patrimonio
non potere fare a meno dellʼesercito di esperti noarrivata Mariaceleste Boemi, che si
artistico e museale attraverso la realizzazione di prominati ma addirittura si sente lʼesigenza di nomicontendono la valorizzazione dei beni
getti divulgativi e didattici rivolti agli studenti delle scuonarne altri». Rao chiede «quanti e quali di questi
culturali. Per non farsi mancare nulla c'è
le di ogni ordine e grado”. «Dopo lʼimplementazione delesperti hanno negli anni presentato relazioni in meanche l'esperto ai rapporti con le chiese e
le poltrone assessoriali, dopo la miriade di legali, ecco
rito al proprio incarico, quali benefici lʼente ha avucon l'associazionismo cattolico, perché
lʼennesimo esperto nominato alla Provincia di Messina
to dallʼapporto di tali professionalità, se questi hanogni ente pubblico che si rispetti, infondo
- scrive in una nota il capogruppo del Pd Pippo Rao, Pippo Rao
no mai goduto di rimborsi spese». (Gia.C.)
infondo, ha bisogno del suo “intercessore”.
L’INTERROGAZIONE
Ma Pippo Rao non ci sta
I consigliere Pd chiede il resoconto dell’attività
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Politica
2 NOVEMBRE 2012
centonove
SANT’ALESSIO. E’ scontro tra gli ex sindaci. L’albergatore accusato di avere evaso tributi
Gussio, Foti e i debiti
L’avvocato elenca i mancati pagamenti da parte dell’attuale esperto alle Finanze per oneri relativi
alla costruzione di alberghi. Lui replica: «Sto versando anche le more, sono in regola». A difenderlo Fichera
DI GIUSEPPE PISTONE
SANTʼALESSIO SICULO. «Lʼuomo
giusto al posto giusto». Così scrive
ironicamente Agatino Gussio in una lunga
nota in cui accusa apertamente lʼex primo
cittadino, Giovanni Foti di non aver pagato,
negli anni in cui rivestiva la carica, presunti
tributi comunali relativi a beni personali e
familiari. «Ha tradito il suo mandato e oggi
addirittura – chiarisce Gussio – viene
persino premiato con un incarico dʼoro
nellʼambito del consiglio di
amministrazione della Serit, a cui è stata
riservata “soltanto” la carica di vice
presidente». In una dettagliata nota,
lʼavvocato Gussio prova a fare chiarezza
sui debiti per migliaia di euro che Giovanni
Foti avrebbe fatto lievitare negli anni tra
oneri di urbanizzazione e costruzione,
tasse sul passo carrabile e bollette
dellʼacqua. Accuse che lʼex sindaco Foti
non smentisce, anzi puntualizza. «Durante
il mio mandato avevo già trasmesso due
diffide di pagamento ai debitori, intimando
anche me stesso. Non ho nulla da
nascondere ammette Foti. Pagherò fino
allʼultimo centesimo tutti i debiti accumulati
negli anni. Non sono un evasore fiscale,
ho solo rinviato a pagare gli oneri di
urbanizzazione e costruzione relativi ad un
hotel di cui sono socio al 18% per un
Rosanna Fichera
Agatino Gussio
cambio di destinazione dʼuso da
appartamenti privati a struttura ricettiva. Ho
sempre pagato tutto. Ho già versato, il 30
ottobre scorso, un primo accredito al
comune di 14 mila e 600 euro, entro 4 mesi
salderò tutto il mio debito nei confronti del
comune di 42 mila euro, lievitato a 57 mila
in seguito allʼapplicazione di una mora del
30%». A correre in suo soccorso il sindaco,
Rosanna Fichera, ex vice sindaco
dellʼamministrazione Foti, che difende
apertamente il suo buon operato da ex
amministratore. «Foti è stato il primo di una
lunga lista che ha già provveduto a saldare
i suoi debiti. Non è stata una sua
negligenza – giustifica Rosanna – ma solo
una dimenticanza, di certo non voleva fare
il furbetto come qualcuno. A tutti può
capitare avere dei pagamenti arretrati. Non
è uno scandalo. Giovanni è sempre stato
un oculato amministratore – ci tiene a
precisare il sindaco». E da qualche mese lo
ha premiato nominandolo esperto di
fiducia, per lo Sviluppo economico –
turistico del comune, a titolo gratuito. «Un
riconoscimento – si legge nella nota di
Gussio – per aver fatto mancare dalle
casse comunali i denari dovuti per le
concessioni rilasciate in suo favore e a
favore della società di famiglia». Una storia
che scatena una serie di polemiche. Il 21
agosto scorso il sindaco Rosanna Fichera
con delibera n°93 ha dato incarico al legale
Giancarlo Padiglione per il recupero crediti
relativi agli oneri di urbanizzazione e costo
di costruzione. A finire nella lunga lista dei
debitori anche la società Castello srl
proprietaria di due alberghi a SantʼAlessio
di cui è azionista lʼex sindaco Foti assieme
al padre Giuseppe. «Aver scoperto che un
sindaco durante il suo mandato non ha
corrisposto al proprio comune gli oneri di
urbanizzazione per somme così rilevanti è
deplorevole», dice Gussio, ex sindaco per
Giovanni Foti
ben due legislature fino al 2002, passando
poi il testimone a Giovanni Foti. Il legale
così spara a zero contro il suo ex collega
Foti, e fa un elenco di tutti i debiti.
«Vorremmo cominciare dalla puntualità ed
esemplare solerzia dellʼex sindaco nel non
avere corrisposto al proprio Comune, nel
corso del suo mandato amministrativo, gli
oneri di urbanizzazione e costo di
costruzione, per un ammontare di 5.400
euro circa, oltre interessi e accessori, per il
rilascio di una concessione edilizia
rilasciata a suo nome. Dallo stesso elenco scrive nella sua relazione - emerge pure
che una società proprietaria di un albergo,
la Castello srl cui il Foti non è estraneo,
anzi significativo azionista, con altrettanto
zelo e puntualità, si è guardata bene dal
corrispondere al Comune gli oneri di
urbanizzazione e costo di costruzione per
un ammontare di 57 mila euro circa. Nello
stesso elenco figura anche il fratello,
Claudio per una somma più modesta 3.700
euro circa. Con eccesso di zelo Foti è
riuscito perfino a non accorgersi che lo
stesso albergo, in gran parte della famiglia,
nello stesso periodo del mandato
sindacale, non pagava una sola tassa per
passo carrabile, pur beneficiando di più
ingressi. Come se non bastasse (e qui il
merito supera ogni più fulgida
immaginazione), il padre di Foti, Giuseppe,
durante lʼultimo mese di sindacatura del
figlio ha ottenuto un rimborso per un
cambiamento di destinazione dʼuso di un
fabbricato di sua proprietà, per lʼimporto di
4.400 euro circa per una concessione
edilizia rilasciata nel lontano 1996. Se da
un lato, con condotta veramente
esemplare, non si pagavano alcune tasse,
dallʼaltro, per un titolo analogo, si percepiva
un rimborso, con tanta straordinaria
disinvoltura. E che dire di una barriera
marina soffolta (una scogliera artificiale
perfino “rafforzata” rispetto a quella già
realizzata) di un centinaio di metri alzata
dinanzi allo stesso
albergo (una barriera… ad personam)»
conclude Agatino Gussio.
ROMETTA
Abbadessa azzera la giunta
ma evita il dissesto
Il sindaco cede alle richieste dell’opposizione
ROMETTA. «Ci sono solo motivazioni di natura meramente politica alla base delle richieste di azzeramento della giunta». Viene definito così dal sindaco di Rometta “l'aut aut” imposto dall'opposizione, attualmente in maggioranza, per il
passaggio di alcuni emendamenti da parte del consiglio comunale. Ad Abbadessa non è rimasto altro che fare “reset”
per garantire lʼapprovazione del bilancio di previsione e degli aumenti Imu ed Irpef. La mossa del primo cittadino si è
resa necessaria proprio al fine di evitare il dissesto finanziario del comune. Il comune conta infatti un buco nelle cas-
se comunali pari a un milione 300 mila euro. «Sono stato digi Politi e Francesco Iarrera, Fortunato Marcianò insieme a
sponibile - ha spiegato il sindaco di Rometta - insieme al
Giovanni Olivo avevano chiesto con forza una inversione di
gruppo che mi sostiene, a lanciare un segnale di distensiorotta ed il gruppo “Vivi Rometta” aveva invocato in più ocne. Ma vorrei sottolineare come la richiesta di azzeramencasioni anche le dimissioni del sindaco. Per superare queto della giunta avanzata dallʼopposizione faccia cadere tutsto stallo nei prossimi giorni, dunque, si assisterà all?enneti i pregiudizi imputati in precedenza alla nostra gestione amsimo rimpasto della giunta, un passo tra l'altro che «avevaministrativa». Infatti, a causare il debito - secondo il sindamo preannunciato - ha commentato Abadessa - per lʼinseco - sono stati i tagli verticali, con i mirimento della quota rosa prevista per legge». Ma la
nori trasferimenti statali e regionali, e
mancata approvazione del bilancio, intanto, ha portanon certo un cattivo governo della coto anche al blocco dei servizi sociali gestiti nel centro
sa pubblica. Ma lʼopposizione aveva da
tirrenico dai lavoratori della cooperativa “Azione sotempo messo sotto scacco il primo citciale”. I lavoratori della cooperativa hanno recentetadino attaccando non soltanto sull'inmente protestato all'interno dell'Aula consiliare accucremento di 0,20 punti percentuali delsando consiglieri e amministrazione di poca sensibilità
le aliquote Imu e Irpef, ma anche su
riguardo alla loro problematica ma il comune è rimasto
sprechi a loro giudizio evitabili, le spein stallo non potendo bandire alcuna nuova gara dʼapse sul servizio bagnini e la gita per gli
palto, né operare proroghe.
anziani. Gli ex alleati di Abbadessa, Lui- Roberto Abbadessa
Antonio Bonaccorso
pagina 18
Sicilia
centonove
Fausto Gennuso
ATENEO. Due plichi scomparsi e uno semiaperto prima delle prove per accedere alle Professioni sanitarie
Test, sospetti e ricorsi
L’Unione degli studenti annuncia iniziative giudiziarie per invalidare le prove dell’11 settembre,
in cui gli studenti di Messina sono stati i più bravi d’Italia. Il dirigente Gennuso: «Tutto in regola»
DI MICHELE
SCHINELLA
MESSINA. Due plichi contenenti i
questionari smarriti e uno semiaperto
prima delle prove. E la media punteggio
più alta dʼItalia.
Tre indizi non fanno una prova ma, anche
sulla base di un precedente avvenuto
allʼateneo di Catanzaro nel 2007, “rendono
fondato il sospetto” che il concorso di
ammissione ai 14 corsi di laurea a numero
chiuso delle Professioni sanitarie tenute a
Messina lʼ11 settembre del 2012 e a cui
hanno partecipato 4mila candidati per
accaparrarsi 200 posti, “non si sia svolto in
maniera del tutto regolare”, come sostiene
lʼUnione degli studenti. Lʼorganizzazione
che da anni si batte per eliminare il numero
chiuso e denuncia le irregolarità da cui
sono caratterizzati ogni anno le prove di
accesso, sta così preparando una valanga
di ricorsi ai giudici amministrativi.
PUNTI DI VISTA. Nel 2007, il rettore
dellʼateneo di Catanzaro, informato che
era stato trovato un plico manomesso
denunciò tutto alla Procura. Gli inquirenti
scoprirono che da anni un gruppo di
persone riusciva ad impossessarsi in
anticipo dei questionari grazie alla
complicità degli addetti alla vigilanza degli
immobili in cui erano custoditi i plichi e così
forniva le risposte ad alcuni candidati i quali
in cambio offrivano soldi e, in taluni casi,
prestazioni sessuali. Cinque anni dopo, a
fronte della stessa scoperta, ovvero plichi
non rinvenuti e manomessi e nonostante i
risultati strabilianti dei candidati, Fausto
Gennuso, dirigente delle Segreterie e
responsabile della procedura del test, si è
limitato a mettere a verbale lʼaccaduto.
Come se fosse una fisiologia circostanza.
A nessuno è venuto in mente di chiedere
un approfondimento allʼautorità giudiziaria,
emulando il rettore dellʼUniversità Magna
Graecia.
NEL DETTAGLIO. «Va rilevato che
allʼinterno del pacco sono stati trovati 99
plichi e non 100, come cʼè indicato
allʼesterno del pacco», è stato scritto per 2
volte nel verbale del concorso.
«Allʼapertura del pacco contenente i plichi
si è rilevata un busta semiaperta che è
stata annullata», cʼè scritto in un altro
passaggio dello stesso verbale.
LA POSIZIONE DELLʼATENEO. Fausto
Gennuso, responsabile della procedura
del test, ribatte con forza: «Non cʼè stato
alcun problema. La ditta che si è
aggiudicata la gara ha messo nel pacco
meno plichi di quelli segnati allʼesterno, uno
è rimasto semiaperto. Nel caso del 2007 a
Catanzaro i test erano stato predisposti dal
Cineca, ente dellʼUniversità che numera i
plichi e segna allʼesterno dello scatolo
precisamente il numero di plichi contenuti.
Eʼ ovvio quindi che unʼeventuale
manipolazione dei plichi o smarrimento
degli stessi abbia suscitato allarme». Ma la
ditta privata, a garanzia dellʼanonimato e
della imparzialità e segretezza delle prove,
non ha lʼobbligo di rispettare le procedure
dettate dal Ministero? «Certo che ce lʼha.
La ditta, infatti, ha rispettato tutte le
norme», risponde Fausto Gennuso.
2 NOVEMBRE 2012
IL PACCO... Secondo la normativa che
regola la procedura concorsuale i pacchi
contenenti i plichi devono essere sigillati
con materiale antieffrazione. Eʼ andata
davvero così? Fausto Gennuso,
confermando le testimonianze di molti
candidati e finisce per smentire se stesso:
«I plichi erano messi in normali scatoli da
supermercato. Ed erano chiusi con
normale scotch», dice Gennuso. Che a
scanso di equivoci, precisa: «Gli scatoli mi
sono stati consegnati dalla ditta alle 8 della
mattina del test. Li ho aperti davanti ai
vigilanti. Le prove sono iniziate alle 11. Se
la ditta, per assurdo, avesse voluto
“vendersi” il test non aveva certo bisogno di
aprire gli scatoli»
IL SILENZIO ASSORDANTE. Ma dove
sono stati custodi i plichi a Messina? Eʼ
possibile che i plichi fossero in numero
minore di quelli indicati sullo scatolo? E
come mai cʼera un plico semiaperto? La
responsabile della ditta Eurosistemi Srl che
per due euro e 90 centesimi a plico si è
aggiudicata la gara, Simona Abela, a
queste domande, proposte anche via mail,
non vuole rispondere: «Se mi chiama
ancora la denuncio per stalking», minaccia.
I PIUʼ BRAVI DʼITALIA. Il punteggio
massimo che i candidati possono
totalizzare rispondendo correttamente a
tuttte le domande è 80. Basta dare uno
sguardo alle graduatorie dei 14 corsi di
laurea per scoprire che sono stati a decine i
candidati che hanno sfiorato lʼen plein.
Così, ad esempio, cʼè chi pur avendo
totalizzato un punteggio pari a 70 non è
riuscito ad aggiudicarsi i posti messi in palio
in Logopedia. Lʼultimo ammesso al corso di
laurea in Fisioterapia, il più ambito delle
Professioni sanitarie perchè dà certezza di
sbocco lavorativo ha ottenuto 71 punti su
80: lo score più alto di tutta Italia. Per fare
un paragone, a Palermo, lʼultimo ammesso
a Fisioterapia ha ottenuto 53 punti. A
Catania 55,25 ma i posti messi in palio
erano 15 posti contro i 50 di Messina. I
risultati strabilianti degli “aspiranti
professionisti sanitari” messinesi urta con
quelli pessimi realizzati al test di
ammissione (eguale per tutti in tuttʼItalia) a
Medicina e chirurgia: in Italia il punteggio
nazionale minimo più alto per i corsi di
laurea di Medicina e Odontoiatria si è
verificato nelle sedi aggregate di PadovaTrieste-Udine con 44,50. Il più basso a
Messina con 37. Fausto Gennuso ha una
spiegazione: «Le domande erano
particolarmente facili. Ma facili lo erano per
tutti allo stesso modo».
IL CASO
Affari privati in gara
Le Università affidano alle ditte e non al Cineca la
preparazione dei questionari. Nonostante errori e dubbi
MESSINA. Per legge, gli atenei si possono rivolgere al Cineca, lʼente pubblico che prepara i test per lʼaccesso a Medicina. Invece alcuni, come quello di Messina, fanno una gara dʼappalto e affidano
ad una ditta privata il compito di elaborare i test di ammissione ai
corsi di laurea a numero chiuso nelle Professioni sanitarie. Il risultato? Errori su errori. E un sospetto, espresso dal legale che da anni si occupa del test di ammissione ai corsi a numero chiuso: «Chi
garantisce che le ditte private o alcuni loro funzionari infedeli non si
vendano o regalino il questionario prima che questo si svolga? Nessuno», sottolinea Santi Delia. «Dʼaltro canto la gara è aggiudicata
con il metodo del massimo ribasso e il ricavo per le ditte finisce per
essere modesto. Gli interessi e le pressioni dei candidati, che si sottopongono a corsi di preparazione estiva costosissimi, ad aggiudicarsi i posti è, invece, molto alta. Lʼesperienza in tuttʼItalia dimostra
che sui test tentano di speculare organizzazioni criminali di varia
specie. Le ditte, per poter predisporre i plichi, vengono a sapere nelle settimane precedenti le generalità di tutti i candidati. Mettiamo che
uno di questi per coincidenza sia il parente di un funzionario della
ditta», spiega il legale di Messina. Che conclude: «Senza contare
che, al di là dei possibili illeciti, le ditte private non danno nessuna
garanzia di qualità». Ed, infatti, I test di ammissione ai corsi di Laurea delle Professioni sanitarie bandite nel 2011 dallʼateneo di Palermo e confezionati dalla ditta privata Selexi Srl, sono stati annullati dai giudici amministrativi per violazione dellʼanonimato. Questʼanno, allʼUniversità di Messina, non si sono potuti tenere i test di
accesso al corsi magistrale delle professioni sanitarie previste per
il 24 ottobre 2012. Il motivo? La stessa ditta che ha predisposto quelli per i corsi triennali, Euro Sistemi Srl, ha preparato un unico questionario: doveva farne uno per ogni corso di studio. (M.S.)
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Santi Delia
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
MESSINA. Viaggio negli atenei virtuali, dove tra iscrizione e tutor si superano i 5000 euro
Studi online, paghi cash
A dividersi il mercato sono E-Campus (emanazione del Cepu), UniSu e “Nicolò Cusano”.
Che offrono facoltà, corsi di laurea e crediti formativi. E discendono dal “Consorzio Nettuno”
DI VALENTINA COSTA
MESSINA. Studiare online? Costa
quattromilanovecento euro allʼanno per la
didattica e 30 ore di tutor. La tariffa è
delllʼUniversità telematica e-Campus, che
con Unicusano si divide il mercato
messinese. Tutto cominciò con il
Consorzio Nettuno, nato dallʼiniziativa di
ben 41 atenei, tra cui quello Peloritano, e
diverse aziende. Erano gli anni Novanta, la
adsl non cʼera e, per fare lezione“a
distanza”, si usava un canale Rai sul
satellite. Poi sono arrivati il “web 2.0” e
Letizia Moratti: è cominciata lʼepopea
degli atenei telematici che, facendo
didattica online, consentono di acquisire
un titolo di studio universitario con perfetto
valore legale ovunque lo studente si trovi.
Tra le insinuazioni di chi li considera
“diplomifici”e lʼentusiasmo di chi, invece,
può finalmente acquisire la tanto agognata
laurea senza dover sacrificare famiglia e
lavoro per sottostare agli orari e alle
assurdità burocratiche degli atenei statali,
le “e-university” hanno visto crescere
esponenzialmente i propri iscritti e
moltiplicare le “segreterie” in tutta Italia.
Messina è, dal 2009, una delle tre sedi
italiane dellʼUniversità e-Campus, istituita
con decreto ministeriale il 30 gennaio
2006; da questʼanno è anche learning
center della “Niccolò Cusano”, lʼUniSu,
università non statale istituita dal Miur.
E-LEARNING. Le università telematiche
Condividono con le università tradizionali
tipologia di corsi di laurea, piani di studio,
crediti formativi. Differiscono invece per la
didattica: le “lezioni” si seguono tramite
piattaforme online, da cui scaricare il
materiale di studio e comunicare con i
professori. A chi si trova in difficoltà con le
materie, offrono un servizio di “tutorato” di
presenza.
DIDATTICHE. “Raramente chi si iscrive ha
bisogno del servizio aggiuntivo di tutorato”,
spiega una signorina molto cortese
contattata al learning center della Niccolò
Cusano di Via Garibaldi. “Per mia
esperienza posso dire che è richiesto
principalmente dal papà del ragazzino che
ha poca voglia di studiare, che preferisce
pagare per garantirsi che il figlio combini
qualcosa”. E paga profumatamente:
lʼiscrizione alla “UniSu” è relativamente
abbordabile, poco più di 2400 euro lʼanno,
mentre il servizio “Mentore” di assistenza
didattica individuale arriva a costare 5900
euro per 180 ore di lezione complessive.
“La maggior parte dei nostri iscritti sono
lavoratori che si impegnano a fondo nello
studio, ma con i propri ritmi: finanzieri,
centonove
carabinieri, insegnanti, impiegati. Si
iscrivono per ottenere quel titolo non preso
in gioventù che consente loro un
avanzamento professionale”. Dopo
lʼiscrizione, lo studente si vede attivata la
piattaforma didattica, dalla quale scarica il
materiale da studiare: video-lezioni,
dispense, testi, slide. Oltre alla comodità
dellʼapprendimento da casa, a tutte le ore,
“ci sono ben 9 appelli per gli esami, che si
svolgono, al momento, allʼHotel Royal. Gli
esami sono in forma scritta, in tutta Italia
nello stesso giorno. Il numero di crediti
massimo conseguibile durante un anno
accademico”, conclude la referente, “è di
60 CFU”. Una precisazione che vuole
fugare il campo da ogni insinuazione su
eventuali “sconti” temporali nel
conseguimento del titolo universitario.
LʼuniCusano ha quattro facoltà (Economia,
Scienze Politiche, Giurisprudenza e
Scienze della Formazione) e unʼofferta di
cinque corsi di laurea. Maggiore è lʼofferta
formativa della e-Campus, con ben 5
facoltà (Economia, Giurisprudenza,
Lettere, Psicologia ed Ingegneria) e 9 corsi
di laurea a disposizione. Maggiore anche il
costo di iscrizione: il “pacchetto-base” è di
4900 euro per la didattica, più 30 ore
annue di tutorato “in presenza”; diventano
7900 per 60 ore di assistenza e 11900 per
96. “Una volta immatricolati, si viene
affidati a un tutor telematico, che aiuta lo
studente ad organizzare il proprio percorso
personalizzato: le ore da dedicare
quotidianamente allo studio, le materie da
cui cominciare”, spiega la dottoressa
DʼArrigo, responsabile della sede di
Messina dellʼe-Campus. “Si accede poi
alla piattaforma di e-learning, da cui
scaricare le dispense dei professori, che
rappresentano lo scheletro delle materie.
A questo si aggiunge il servizio di tutor in
presenza”. I tutor si possono incontrare
anche in non ben specificate “sedi
distaccate” di e-Campus, che, senza troppi
misteri, si appoggiano al più famoso centro
di assistenza italiano agli esami
universitari, il Cepu. Guarda caso, a
presiedere la fondazione e-Campus che
gestisce lʼomonima università, è proprio il
patron di Cepu, Francesco Polidori. E gli
esami? Si svolgono anche presso la sede
di Messina: sono caratterizzati da un
giornata di seminario intensivo, a cui
segue lʼesame vero e proprio in forma
scritta e orale. Afferma un cultore della
materia che assiste le commissioni
dʼesame: “avevo dei pregiudizi
inizialmente, ma ho potuto verificare che
gli esami sono accurati quanto quelli
dellʼuniversità tradizionale. I professori
bocciano, eccome”.
TESTIMONIANZE
La crociata di Tomarchio
Il quarantenne di Piazza Armerina e il suo sito
Giuseppe Tomarchio
PIAZZA ARMERINA. Diverse le ombre che si addensano attorno alle università telematiche. Oltre ai non chiari rapporti tra queste ultime e i centri per la preparazione agli esami universitari,
molti dubbi riguardano i contratti dei docenti, quasi mai impiegati “a tempo indeterminato”, e lʼofferta formativa proposta, spesso
insufficiente nel rapporto qualità-prezzo. Esemplare la vicenda
di Giuseppe Tomarchio, 41 anni, perito elettronico, responsabile dei sistemi informativi del Comune di Piazza Armerina (Enna), dove risiede. “Ho avuto sin da giovanissimo la passione per
lʼinformatica. A 19 anni, dopo tre mesi di università, ho interrotto
gli studi per cominciare a lavorare”. Nel 2009, ormai sposato e
padre di due figli, Giuseppe decide di riprendere gli studi. “Volevo ottenere la laurea in Ingegneria Informatica: mi sarebbe stata
pagina 20
utile per il lavoro”. Appurata lʼimpossibilità di frequentare lʼuniversità pubblica e, contemporaneamente, lavorare, Giuseppe
approda su e-Campus. “Incontrai il mio riferimento a Palermo,
nella sede Cepu”. Dopo essersi iscritto e aver pagato, allora, 3700
euro, trascorrono due mesi prima dellʼattivazione della piattaforma di e-learning. “Mi ci è voluto poco per rendermi conto che si
trattava di materiale didattico assolutamente inadeguato: erano
slide sterilissime, senza un filo logico, assolutamente insufficienti
per sostenere lʼesame di una materia scientifica, se non supportati da altri testi o da un tutor”. Giuseppe intavola prima una corrispondenza con il tutor di riferimento a Palermo, poi con i vertici di e-Campus: chiede la rescissione dal contratto e la restituzione della somma di iscrizione. Tutto inutile. Allora decide di aprire un sito, LibeRibelli, in cui “raccontare la propria storia, affinché
altri non facciano il mio stesso errore”. Un obiettivo raggiunto: LibeRibelli raccoglie le esperienze di molti utenti “caduti nella trappola e-Campus”. E, conclude Giuseppe, “è riuscito a far desistere molte persone dallʼiscriversi”. (V.C.)
centonove
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
IL CASO. In Sicilia 277 malati di Sla e le loro famiglie denunciano la solitudine e accusano le Istituzioni di distrazione
Sclerosi, “malati abbandonati”
Diego D’antoni a Messina mette in vendita il rene per aiutare la moglie. Da Milazzo a Barrafranca
un grido: «Mancano strutture e mezzi per l’assistenza». Ma 8 milioni sono congelati a Palermo
A sinistra, Michele La Pusata con la moglie.
Lʼuomo di Barrafranca è affetto da Sla da 5 anni.
Sopra, Diego DʼAntoni, marito di
Lucia Guerrera malata da 10 anni.
DI MICHELE
SCHINELLA
MESSINA. «Sono disposto a vendere un
rene pur di non far soffrire mia moglie
più di quanto non soffra». Non parla.
Non muove neanche un dito. E
comunica solo con gli occhi. La vita di
Lucia Guerrera ha iniziato a non essere
più vita 10 anni fa quando gli è stata
diagnosticata la Sclerosi laterale
amiotrofica, la Sla, malattia del sistema
neuromuscolare che lentamente porta
prima alla paralisi e poi alla morte. Non è
la prima volta che il marito, Diego
Dʼantoni, storico fruttivendolo di Piazza
San Vincenzo di Messina, chiede aiuto
al presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, dichiarandosi disposto a
tutto pur di alleviare la sofferenza della
moglie. «La malattia di mia moglie non
solo ha sconvolto lʼesistenza di tutta la
mia famiglia ma comporta spese che non
sono più in grado di sostenere. I malati di
Sla hanno bisogno di unʼassistenza di 24
ore al giorno. Ho chiesto più volte aiuto
alle Istituzioni ma invano», ha scritto
nellʼappello al Capo dello Stato, lʼuomo di
70 anni. Nella stessa situazione di Diego
Dʼantoni, ci sono in Sicilia 277 famiglie:
mamme, padri, mariti, mogli e fratelli
sorelle e figli di malati di Sla. Cʼè chi ha
lasciato il lavoro per stare vicino al
proprio caro. Chi ha rinunciato alla sua
vita. Tutti devono fare i conti con le
insufficienze dellʼassistenza sanitaria, la
scarsità delle risorse. E la burocrazia. E
già. Perchè quando le risorse ci sono
rimangono impelagate nelle fredde
pastoie degli uffici. Nel 2011, per aiutare
le famiglie a sopperire al dispendio
economico che lʼassistenza dei malati di
Sla comporta il Governo nazionale ha
messo a disposizione 100 milioni di euro.
Otto di questi erano destinati alla Sicilia:
400 euro a mese a famiglia e un progetto
personalizzato per i malati più gravi di
questo si trattava in soldoni. Un anno
dopo, di questi otto milioni, nessuno ha
visto neanche un euro e i progetti non
sono partiti. Michele La Pusata, 46 anni,
di Barrafranca da 5 malato di Sla,
referente per la provincia di Enna
dellʼAisla, lʼAssociazione che raggruppa i
malati di Sla, ha lanciato lʼallarme. «Il
patto di stabilità imposto alla Sicilia
aveva impedito che fossero firmati i
mandati di pagamento. Il governo Monti
ha firmato la deroga e tutto si dovrebbe
risolvere a breve», spiega La Pusata,
che per interagire con gli altri è costretto
ad usare il comunicatore vocale. Lʼex
dipendente del Dipartimento Foreste va
oltre il caso degli otto milioni di euro.
«La Sicilia è tra le ultime regioni in Italia
sulla presa in carico globale dei malati di
Sla. Non esistono centri specializzati per
la diagnosi. Molti di noi sono costretti ad
andare in altre regioni per sapere con
certezza di quale malattia soffrono. Non
esistono strutture che permettono al
malato di essere seguito durante tutto il
periodo della malattia in modo che anche
il peso sulla famiglia venga alleviato.
Dopo la diagnosi il malato viene
abbandonato. Tutto viene lasciato alla
famiglia. Eppure, il piano sanitario
regionale, sulla carta prevede di tutto e di
più. Nella realtà non esiste nulla. Le
aziende provinciali non si sono curati di
attuarlo», spiega Michele La Pusata. La
moglie di Michele, Maria Stella
Salvaggio, aggiunge: «La nostra è una
famiglia numerosa e in qualche modo
riusciamo a garantire a Michele una
vicinanza costante. Ma ci sono famiglie
meno fortunate di noi che vanno aiutate.
Anche una mosca che si poggia sul viso
per un malato di Sla è un problema».
Giuseppe Perrone, 49 anni, di Milazzo,
per dedicarsi completamente alla cura
della moglie, Giuseppa Sgrò, 45 anni,
affetta da Sla dallʼetà di 39 anni, due anni
fa, a 47 anni, è stato costretto a lasciare il
lavoro di carabiniere: «Avendo pure due
figli piccoli, non ho avuto scelta. Mia
moglie dipende unicamente da noi. Le
pubbliche istituzioni sono distanti. Questi
400 euro che dovevano essere dati
comunque non bastano a garantire il
costo dellʼassistenza. Occorre di più e di
meglio». Diego Dʼantoni, rincara la dose:
«Le Istituzioni non possono imporci di
fare di tutto per tenere invita i nostri
familiari e, al tempo stesso, lasciarci
soli». Solo, assistito dai soli familiari,
morì due anni fa, Augusto Parisi, lʼuomo
di Pace del Mela, affetto da Sla. A nulla
valsero gli appelli dei figli e della moglie
che chiedevano lʼaiuto delle istituzioni
per alleggerire il loro compito. Meglio
andò allo stesso Diego DʼAntoni, autore
nel 2008 di un appello analogo a quello
di ora. «Fra i tanti politici che si
interessano del mio caso lʼunico che mi
diede un aiuto concreto fu Salvatore
Cuffaro: lʼallora governatore della Sicilia
prese 10mila euro dal suo conto e li
trasferì sul mio. Eʼ stato arrestato con
lʼaccusa di aver favorito la mafia ma per
me sotto il profilo umano rimane il vero
presidente dei cittadini», racconta il
fruttivendolo che per cercare di
migliorarne le condizione di salute portò
la moglie in Cina perchè fosse sottoposta
al costoso trapianto di cellule staminali.
LA BATTAGLIA
Sciopero per la vita
I disabili gravi contro la distrazione delle Istituzioni
MESSINA. Sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla. Distrofia
muscolare. Ma anche stato vegetativo. Una parte dei disabili gravi
dopo le rassicurazioni di alcuni esponenti del Governo hanno sopseso lo sciopero della fame. Una buona parte non si è fatta incantare. E hano decisione di continuare la protesta. Protestano contro
la scarsa attenzione del Governo verso la loro condizione di malati
gravi, bisognosi di assistenza 24 ore su 24. «Il governo ha destinato parte dei 658 milioni della legge sulla Spending Review alla non
autosufficienza ma ancora non cʼèʼ un piano per la destinazione delle risorse» spiega Mariangela Lamanna, presidente del Comitato
16 novembre Onlus.«Lo sciopero della fame consiste in una progressiva riduzione degli alimenti. Si tratta – spiega Lamanna – di malati gravissimi, quasi tutti tracheotomizzati e allettati, tutti bisognosi
di assistenza continua e vigile 24 ore al giorno.. Unʼassistenza costosissima, in quanto ogni malato eʼ attaccato a dei macchinari, ad
esempio respiratori, che devono essere disponibili in misura doppia,
percheʼ se uno si ferma lʼaltro deve essere subito pronto». Allo sciopero ha aderito Sicilia Risvegli Onlus, lʼassociazine fondata da Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore che l'11 Settembre del 2003 vittima di uno spaventoso incidente stradale entra prima in coma, e poi
successivamente in Stato vegetativo. Il comitato 16 novembre ha
piuʼ volte sollecitato un piano per la assistenza ai non autosufficienti, le cui competenze sono divise tra i Ministeri dellʼeconomia, del lavoro e della salute. Basta palleggio delle responsabilità. I malati e le
famiglie non possono piuʼ aspettare, lʼassistenza ha dei costi altissimi». Il Comitato 16 novembre ha presentato il progetto ʻRestare a
Casaʼ che consiste nellʼassistere al proprio domicilio i malati di questa patologie facendoli rimanere nel loro ambiente familiare ma dotandoli di tutti gli strumenti e i macchinari necessari alla sopravvivenza. Per far questo eʼ stato richiesto da parte dello Stato un contributo di 20mila euro lʼanno ad ogni famiglia.
pagina 21
Salvatore Crisafulli con la madre
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
FASCIO TRIPOLI
E STERPAGLIE
I dieci binari del
“Fascio Tripoli”.
Precedentemente
utilizzati per le
movimentazioni e le
manovre dei treni
merci, oggi
condannati a una
coperta di ruggine e
sterpaglia
MARITTIMA
SCALE OFF-LIMITS
Le scale mobili della
stazione marittima
sono inaccessibili,
in entrata ed uscita,
da oltre dieci anni.
Dovrebbero collegare
agli imbarchi pedonali
da e per le navi
attravero passerelle
ormai chiuse
centonove
PASSERELLE
VERSO IL NULLA
Le passerelle
passeggeri della
stazione marittima, a
cui si giunge
attraverso il corridoio
che accoglie la “Sala
del Mosaico", si
perdono nel vuoto
sotto le imbarcazioni
attraccate
REPORTAGE. Viaggio alla Centrale e alla Marittima di Messina. In totale abbandono
Stazioni, binario morto
Traffico ridotto al minimo, rotaie in disuso da anni, spazi commerciali sfitti, scale mobili
che non funzionano, passerelle sul vuoto. Il lento declino dei due templi del viaggiatore
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. La crosta di ruggine che
arrossa i binari e l'erba secca che si issa
dalla massicciata. E' questo il distico che
incarna, forse più di ogni altro particolare,
la progressiva decadenza della stazione
centrale di Messina. Perché lì il
passaggio treni non accarezza più le
rotaie. Perchè è anche così che si
consuma il declino di un'area che,
soprattutto per collocazione, potrebbe
ancora dare davvero tanto alla città. Tra
la vergogna di spazi immensi non
utilizzati e una “bandiera bianca” rispetto
alla vitalità d'un tempo che però, alla
“mezz'asta”, non ci vuole arrivare. Senza
staccare la spina, insomma, ma
comunque “in coma”, soprattutto rispetto
al passato. E' così che, in parte, appare il
mezzo chilometro quadrato di quello che
un tempo rappresentava forse uno degli
impianti ferroviari più trafficati del
Mezzogiorno. Non per nulla, le aree della
stazione sono state, proprio negli ultimi
tempi, il teatro di alcune tra le vertenze
occupazionali più “accese” della città. Dai
marittimi, ai Ferrohotel, passando per il
clamore suscitato dagli ex Servirail. Una
struttura architettonica che, dopo essere
stata fortemente compromessa durante il
terremoto del 1908, fu ricostruita nello
stile razionalista dell'epoca fascista e da
lì si è pian piano abbellita con aree
interne a verde e spazi da adibire a locali
commerciali, ma anche con la contigua
stazione “Marittima”. Oggi la fotografia
della “Centrale” di Messina è questa: una
“Corte commerciale” praticamente
deserta e trenta binari. Dieci di essi, quelli
che maggiormente riempiono la vista di
ruggine e sterpaglie, sono ormai
completamente in disuso. Si tratta dei
binari del cosiddetto “Fascio Tripoli”. Un
tempo utilizzati per le movimentazioni e
le manovre dei treni merci. Oggi
parcheggio funereo di carrozze
abbandonate, le cui aree “ospitanti” sono
state inserite nei piani “Messina 2020”, il
libro dei sogni immaginato dallʼex
assessore comunale Gianfranco
Scoglio. Tra gli altri venti binari, i primi
dieci sono destinati al traffico passeggeri,
i restanti a quello che rimane del
trasporto merci. Si fa fatica a crederci, ma
la stazione di Messina, un tempo “Nobile
Siciliae caput”, è una delle poche in Italia
a non avere una sala d'attesa dedicata
all'accoglienza dei passeggeri. O, meglio,
l'area attrezzata esiste ma non è più
aperta al pubblico a causa dei clochard.
All'interno della stazione, gli unici esercizi
commerciali funzionanti sono un bar,
un'edicola e un tabacchino che chiudono
i battenti alle nove di sera. Gli ultimi due,
la domenica, hanno l'uscio serrato. E,
come se non bastasse, ovviamente,
“piangono miseria”. A disposizione, in
tutta l'area della stazione centrale, ci
sono circa una ventina di spazi sfitti. Nel
2003, dopo interventi di ristrutturazione,
l'ex chiosco che storicamente era
collocato vicino al binario 1 si è trasferito
in uno dei locali gestiti oggi da
Centostazioni, società per azioni
partecipata dal gruppo Fs, che regola
anche i contratti di locazione degli
immobili della stazione. L'edicola ha
avuto però vita breve. Nello spazio di un
anno le saracinesche sono state
abbassate a causa dei pochi introiti che
non consentivano di far fronte agli esosi
costi d'affitto dei locali. All'interno, tra
scope e polvere, sono rimasti
abbandonati complementi d'arredo e
persino merce. Fino a qualche tempo fa,
appeso sulla vetrina, c'era un foglio di
protesta indirizzato proprio a Fs. Per uno
dei locali commerciali della stazione,
parecchio tempo fa, era stata avanzata
l'ipotesi di realizzare un Mc Donald. Idea
PUBBLICHE VIRTU’
Le celebrazioni sul web
Il sito di Centostazioni racconta un’altra storia
Uno dei tanti locali sfitti della Centrale
MESSINA. A sottolinearlo sono stati più volte soprattutto i sindacati. I rapporti tra i dirigenti di Fs e la città di Messina non possono proprio definirsi idilliaci. Ai reggenti locali di Fs (è ormai risaputo) è praticamente impossibile strappare dichiarazioni su
tutto ciò che riguarda la situazione della stazione peloritana. Nonostante ciò, la descrizione degli spazi ferroviari che emerge
dalla “vetrina” attraverso cui Centostazioni promuove l'area ferroviaria peloritana, ovvero il sito istituzionale, sia uno sfavillare
di servizi e offerte. Messina viene descritta come la stazione “di
testa” della Sicilia con oltre una ventina di servizi tra cui parafarmacia, cappella e sala d'attesa. Una triade di servizi, però,
che seppur “nelle intenzioni” ha un luogo, di fatto, non assolutamente fruibile. Non c'è un ristorante, né un negozio per lo
pagina 22
shopping. Sebbene i locali commerciali della stazione di Messina siano quasi tutti sfitti, a causa, probabilmente, degli esosi
canoni di locazione, anche perché pare che i costi d'affitto siano abbastanza omogenei su scala nazionale (a Messina come
a Roma), le aree non risultano inserite tra gli “spazi in vetrina”
disponibili all'interno dell'Asset di Centostazioni, come opportunità di business commerciale. Se ancora, poi, la stazione di
Messina viene “elogiata” come “una piazza che offre possibilità
di comunicazione molteplici e funzionali, dando unʼimportante
opportunità di visibilità per quei partner, nazionali o locali, alla
ricerca di locations per campagne pubblicitarie, attività di sampling, distribuzione di brochures, allestimenti e aree engagement, corner dedicati multimediali o con hostess”. Alla stazione, soprattutto negli ultimi anni, non si è mai visto niente di tutto questo. Il responsabile locale di Centostazioni, lʼingegner
Raffaele Farinelli, però declina l'invito a raccontare la “sua” stazione e rimanda agli uffici di Palermo ogni eventuale comunicazione di dati. (T.C.)
centonove
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
SALA DʼATTESA
SENZA PERSONE
La sala d'attesa
della stazione
centrale chiusa da
tempo con la
“giustificazione” di
essere stata nel
tempo letteralmente
presa d'assalto dai
senzatetto. È una
delle parti più belle
IL GIARDINO
DEGLI ULIVI
Il “Giardino degli
ulivi”, dedicato a tutti i
ferrovieri morti sul
posto di lavoro,
ècircondato da quella
che viene definita la
seconda area
commerciale della
stazione,
completamente sfitta
Nella pagina accanto,
lʼatrio con la statua
di Colapesce.
Si tratta di unʼarea
realizzata allʼepoca
del restauro
della Stazione
Centrale e utilizzata
solo poche volte.
Accanto,
la torre degli uffici
della Stazione
di Messina.
Al centro,
la Galleria dei Mosaici
della Stazione
Marittima, di sicuro
uno dei luoghi
più belli e suggestivi.
Le scale mobili
per accedervi
sono chiuse
da tempo.
Lo spazio doveva
servire ai passeggeri
per imbarcarsi
sulle navi ormeggiate
attraverso un sistema
di passerelle.
Negli ultimi anni,
però, è entrato
in disuso e i passaggi
portano al vuoto
che avrebbe potuto in qualche modo dare
un po' di vita agli spazi di piazza della
Repubblica, ma poi tutto si è risolto in
una delle solite bolle di sapone. A
qualche metro da quella che doveva
rappresentare la “Corte commerciale”
della stazione, c'è la piazzola all'aperto
con la statua di Colapesce chiusa però
dall'interno e, in parte, transennata.
Tempo addietro l'area è stata utilizzata
per un convegno organizzato da una
sigla sindacale. Con enormi difficoltà
burocratiche, l'evento ha rappresentato
uno dei pochi momenti in cui di recente
quegli spazi della stazione sono stati, in
parte, “rianimati”. Oltre a quelli della
“Corte”, sono completamente vuoti anche
tutti gli spazi commerciali alla destra
dell'entrata principale, ovvero le aree che
circondano il cosiddetto “Giardino degli
ulivi”. Una zona spartana, ma
estremamente suggestiva: al centro una
fontana dove non sgorga un filo d'acqua
e alberi che grondano di vita piantati in
memoria dei ferrovieri che, sui binari
della stazione di Messina, ci hanno
lasciato la pelle. Qui, tra il deserto delle
aree da adibire a negozi, c'è un centro
diurno, inaugurato qualche tempo fa dalla
Croce Rossa, per i numerosi senzatetto
che affollano di giorno e di notte la
“Centrale”. Ma chi la stazione la bazzica
quotidianamente giura di non averlo mai
visto aperto. Dentro c'è di tutto. Cucina,
tavoli, sedie e persino scaffali pieni di
libri. La porta è serrata e la percezione
regalata all'esterno dalle vetrate è quella
dell'agghiacciante immobilità delle cose.
C'è poi lo stabile adibito agli uffici
amministrativi con le serrande abbassate
e la torre a chiocciola che si staglia al
cielo. O i due corpi di palazzine dedicati
ai ferrovieri e agli ex Ferrohotel. Con il
terzo corpo, realizzato dalla ditta
Vinciullo, praticamente a 20 metri dai
binari, e oggi posto sotto sequestro dalla
magistratura. Un'altra vergogna è
rappresentata dallo stato di totale
abbandono in cui versa, dalla parte
opposta, la “Marittima”. A fare da
contraltare ai locali degli ex Servirail
(ancora all'interno della “Centrale”), a
pochi passi, ci sono gli uffici di
Metromare, la mensa dei ferrovieri e
CENTRO DIURNO
CROCE ROSSA
Il centro diurno
per senzatetto
allestito dalla Croce
Rossa, nei pressi del
“Giardino degli Ulivi”,
è stato inaugurato
non troppo tempo fa
e, a quanto pare, non
è stato mai utilizzato
dai bisognosi
un'altra area all'aperto, attrezzata con
alberi e panchine, unico “felice
intramezzo” che incanala verso la
desolazione degli spazi al chiuso della
“Marittima”, dove lo “storico” tabacchino
sopravvive in solitaria accanto alla
biglietteria. «Un tempo aperto anche la
notte - racconta il gestore - oggi è inutile,
si fatica persino a rientrare dalle spese».
Nella stessa area c'è l'ex bar. Ormai da
qualche anno la saracinesca è
abbassata. Idem quella dell'edicola.
Anche qui l'economia ha lasciato spazio
all'abbandono. Proseguendo negli spazi
della “Marittima”, a dare tristemente l'idea
di una vera e propria “stazione-fantasma”
ci sono incompiute su incompiute. A
cominciare dalle scale mobili “gratate”, in
entrata ed uscita, ormai da tempi
immemori, per finire con le passerelle che
dovrebbero agevolare il traffico pedonale
sugli imbarchi navali, ma che, invece, si
perdono nel vuoto sotto la Logudoro
attraccata. Per accedere alle passerelle si
attraversa uno degli spazi sicuramente più
belli della “Marittima”. Un corridoio curvato
chiamato “Sala del Mosaico”. Lì, a far
raggelare il sangue, è proprio il mosaico
disegnato dalla mano Michele Cascella e
commissionato allʼOpificio delle Pietre
Dure della Scuola del Mosaico della
Reverenda Fabbrica di San Pietro. È in
parte danneggiato e, alla vista, non fa
altro che accrescere la rabbia per uno
spazio da ammirare tolto alla fruibilità e
all'utilizzo da parte dei messinesi.
Incastonati sul muro del corridoio pezzi di
storia raffigurano classici “motivi” legati
alla Sicilia che si mescolano alla scena del
discorso di Mussolini a Palermo in cui il
duce elevava l'isola “all'onere di essere il
Centro dell'Impero”. Il corridoio è oggi
parzialmente diventato un parcheggio per
i pochi averi dei senzatetto o ogni tanto,
soprattutto la sera, fa da sala prove per
giovani breakers o perfomers hip hop.
Oltre agli sfortunati clochard, sono loro gli
unici a vivere quegli spazi quando attorno
a mezzanotte e mezza l'ultimo treno
striscia via da Messina e sia la Marittima
che la Centrale diventano davvero isole
del deserto.
LA SCHEDA
Cosa resta in movimento
Cinquantotto treni in arrivo e 116 convogli
MESSINA. Sui dieci binari occupati dai vagoni dedicati al traffico passeggeri, ad oggi, sono 58 in arrivo e altrettanti in partenza, i treni che transitano all'interno della stazione ferroviaria di
Messina nell'arco delle ventiquattro ore, per un totale di 116 convogli. Trenta di essi sono a “lunga percorrenza” e raggiungono
le destinazioni di Roma e Milano, altri Siracusa e Palermo, mentre, le rimanenti, sono tutte carrozze “regionali”. Le fasce orarie
di maggiore traffico sono quelle mattutine (dalle 7 alle 9) in cui
in transito sulle rotaie messinesi ci sono 14 treni e quelle serali
(dalle 18 alle 21) in cui si tocca quota 18 convogli. Ma, senza
dubbio, la fascia oraria più movimentata risulta quella pre-pomeridiana (dalle 12 alle 15) in cui i binari peloritani accolgono 23
treni. La media di viaggio è di circa1500 passeggeri. Con l'ulti-
mo treno in transito a Messina che parte alle 00.35. La notte, la
stazione di Messina, equivale al deserto. Se questi sono i dati
della movimentazione passeggeri, un tasto forse ancora più dolente è rappresentato dalla diminuzione del traffico relativo ai treni merci, sono circa 12 al giorno quelli che attraversano la stazione centrale peloritana. Soprattutto i convogli, che viaggiano
sugli altri dieci binari fruibili, sono tutti dediti al trasporto di acqua, legname e ferro, soprattutto per le acciaierie di Pace del
Mela o a prodotti del settore petrolchimico che viaggiano alla volta di Gela. Un duro colpo per il transito dei treni merci alla stazione di Messina è stato rappresentato dalla scomparsa dei convogli che ospitavano carrozze dirette alla fabbrica Fiat di Termini Imerese. Ma non solo. Il calo del trasporto merci su rotaie e
l'aumento, invece, degli spostamenti merci su gommato, ha fatto sì che addirittura, presso le aree della stazione ferroviaria all'altezza della Santa Cecilia, i magazzini che un tempo servivano da deposito proprio per le merci trasportate sui binari ferroviari, siano, ormai da anni, completamente vuoti. (T.C.)
pagina 23
Binari in disuso
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
centonove
LA FISICA SANITARIA DELL’AZIENDA OSPEDALI RIUNITI “PAPARDO-PIEMONTE” DI MESSINA
MESSINA. Nell'ambito della Azienda Ospedaliera la Fisica Sanitaria svolge attività polispecialistiche sanitarie, nonché attività di progettazione, controllo e gestione connesse con
l’impiego di apparecchiature emettenti radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e quelle relative alla sicurezza e alla radioprotezione del
paziente, dei lavoratori e della popolazione.
Contribuisce alla formazione dei fisici e dei medici specialisti nelle relative scuole di specializzazione, del personale infermieristico e
TSRM nei relativi corsi di laurea.
Opera come servizio di diagnosi e cura ed ha
strette inter-relazioni con i Servizi di Radiodiagnostica, di Radioterapia e di Medicina Nucleare. Le attività di fisica medica quindi sono
essenzialmente rivolte a garantire l’ottimizzazione e il miglioramento dei percorsi diagnostici e terapeutici, la sicurezza del paziente e
dei lavoratori, lo sviluppo, la valutazione e l’introduzione di nuove tecnologie mediche e fanno capo, cosi come stabilito nell’atto Aziendale, ad una struttura organizzativa complessa
inserita nel Dipartimento di Diagnostica.
SETTORI DI COMPETENZA
La molteplicità e la complessità delle attività di
fisica medica derivanti dal progressivo sviluppo tecnologico avvenuto negli ultimi anni presso l’Azienda in tutte le discipline mediche ha
portato ad articolare la medesima attività, al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, nel pieno rispetto della normativa, in una adeguata articolazione settoriale di
seguito riportata.
- Fisica Medica applicata alla Radioterapia.
- Fisica Medica applicata alla Medicina Nucleare.
la parte più burocratica della radioprotezione
e a quella gestionale è presente almeno una
- Fisica Medica applicata alla Radiologia e Diagnostica
per Immagini.
- Tecnologia - Gestione e valutazione delle Tecnologie (HTA).
- Innovazione e sviluppo tecnologico.
ORGANICO
La consistenza
dell’organico che
costituisce la struttura di Fisica Sanitaria dipende
strettamente dal numero dei settori
di competenza che insistono presso
l’Azienda, dal numero e tipologia
delle apparecchiature impiegate e
dal loro livello di complessità di appartenenza e delle prestazioni erogate. L’AIFM (Associazione Italiana
di Fisica Medica), tenendo conto degli effettivi carichi di lavoro correlati all’erogazione delle diverse prestazioni e alle Linee Guida ISS (Istituto Superiore di Sanità), ha elaborato e mantiene aggiornato un algoritmo generale per la quantificazione del
fabbisogno di dirigenti fisici della struttura.
E’ compito del Direttore della struttura complessa organizzare l’equipe
secondo le diverse funzioni
esercitate e i relativi livelli di responsabilità, fornendo quindi
alla Direzione Aziendale un organigramma in cui vengono individuate le diverse posizioni
funzionali, come previsto dal
CNL.
Per gli aspetti tecnici i dirigenti
fisici sono adeguatamente supportati dal personale tecnico
prevalentemente del profilo
professionale TSRM con adeguata preparazione.
Per tutte le mansioni di segreteria e anche come supporto al-
pagina 24
L’èquipe di fisica sanitaria
unità amministrativa/infermieristica adibita a
queste funzioni.
Giovanni Mannino
Fisico Dirigente
Nicola Settineri
Fisico Dirigente
Fabio Platania
Fisico Dirigente
Santino Villari
Collaboratore Professionale I cat.
Stefania Colaiocco
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
Carmelo Carnabuci
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
Il sistema integrato PET/CT della Medicina Nucleare
centonove
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
nell’impiego di apparecchiature di Risonanza Magnetica: D.M. 29/11/1985
e D.M. 2/8/91.
In questo ambito la normativa individua come figura
professionale responsabile della sicurezza dei
lavoratori e dei pazienti, nonché della qualità
dell’immagine, definita Esperto Responsabile
della Sicurezza, un tecnico in possesso di un diploma di laurea e di un curriculum professionale specifico.
Sin dalle prime installazioni lo specialista in fisica medica, vista la specifica competenza, assicurata dal percorso formativo della laurea
magistrale e della scuola di specializzazione,
sia in materia di campi elettromagnetici che di
“imaging”, ha svolto tale ruolo, che attualmente gli è di fatto riconosciuto.
TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
NEI LUOGHI DI LAVORO:
L’acceleratore lineare usato in radioterapia oncologica
I TSRM operano sotto la guida della Fisica Medica sono in atto in forza ad altre strutture
lità alla apparecchiature radiologiche
e per la radioprotezione degli operatori e della popolazione
DOTAZIONE STRUMENTALE
La dotazione strumentale è commisurata e adeguata alle attività svolte, per essa è garantita
la manutenzione e la calibrazione periodica.
La rapida evoluzione tecnologica nell’area radiologica diagnostica e terapeutica, il processo di digitalizzazione della diagnostica per immagini e della radioterapia richiede anche un
continuo aggiornamento della strumentazione
dedicata al controllo e alla dosimetria di queste apparecchiature.
Alcuni strumenti utilizzati per il controllo di qua-
DOTAZIONE STRUTTURALE
La struttura di Fisica Medica è allocata in idonei spazi atti ad ospitare
l’organico e a far fronte alla molteplicità e complessità delle prestazioni erogate.
Essa è attigua e facilmente collegata con la struttura di radioterapia e di medicina nucleare e radiologia.
Sono previsti
studi per la dirigenza, locali per il laboratorio generale, per il laboratorio di
dosimetria e
per la sala per i piani di trattamento.
L’attuale possibilità di connessione
in rete di tutte le postazioni di lavoro, prevede per una più efficiente attività, che il monitoraggio
dell’impianto di smaltimento dei reflui radioattivi prodotti dai pazienti sottoposti ad indagini di medicina nucleare e quello degli ambienti
a rischio, vengono concentrate nei
locali della Fisica Medica.
_______________
Strumentazione di fisica sanitaria
Sicurezza e garanzia di qualità
I recenti adempimenti richiesti dal D.Lgs.
81/2008 in materia di radiazioni elettromagnetiche e radiazioni ottiche debbono ovviamente essere applicati anche all’impiego di apparecchiature biomedicali per la diagnosi e terapia (apparecchiature laser e apparecchi che
impiegano radiazioni non ionizzanti).
Nelle strutture sanitarie, dove non vi sono altre
figure professionali che associano la cono-
Strumentazione di fisica sanitaria
scenza di questi fenomeni fisici con le competenza in materia di protezione e sicurezza, la
gestione delle attività relative alla prevenzione
e sicurezza nell’ambito dell’impiego delle suddette apparecchiature deve essere ricondotta
allo specialista in fisica medica, che collabora
con il Responsabile del servizio di prevenzione
e protezione e con la Direzione Aziendale. In
particolare allo specialista in fisica medica viene normalmente affidato l’incarico di “addetto
alla sicurezza LASER” come “persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e
controllare i rischi causati dai laser e ha la responsabilità di supervisione sul controllo di questi rischi.
AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991
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Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
centonove
VENETICO. Si conclude il calvario di una famiglia che aveva installato nel condominio una poltroncina elettrica
MILAZZO
In tribunale col... servoscala
Una scuola a portata
di studente down
La figlia Adele è disabile e non poteva raggiungere l’abitazione al primo piano. Nel mirino
l’ufficio tecnico comunale che avrebbe ostacolato la pratica. Gli atti del processo finiscono in procura
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
VENETICO. Aveva montato un
servoscala per consentire alla
figlia disabile di potere accedere
alla propria abitazione al primo
piano. Una di quelle poltroncine
elettriche che consentono di
salire i gradini senza fatica.
Lʼinizio di un calvario sfociato
prima nel sequestro del
servoscala, con lʼapposizione dei
sigilli, e poi in un processo al
tribunale di Messina che si è
concluso nei giorni scorsi, dopo
tre anni di patemi. Il sorriso sul
viso della signora Maria Pollicino,
però, è ritornato. Non solo lei e la
suocera (proprietaria
dellʼimmobile) è stata assolta (a
difenderle lʼavvocato Pinuccio
Calabrò), ma il giudice del
tribunale di Messina ha rispedito
gli atti in procura per accertare
eventuali responsabilità penali da
parte dellʼufficio tecnico
comunale allʼepoca guidato
dallʼarchitetto Dario Emmi.
Lʼufficio, come si evince dal
dibattito, fin dal primo momento
Il servoscala divenuto oggetto della disputa
avrebbe creato problemi.
Addirittura il servoscala per disabili
avevo grossi problemi a sorreggerla, ma
sarebbe stato assimilato ad un carrello
adesso per me è impossibile
elevatore con la relativa denuncia per
considerato che anchʼio sono invalida.
abuso edilizio. E alcuni testimoni
Inoltre, visto che mio marito lavora fuori
avrebbero anche parlato di “pressioni”
paese e rientra solo il fine settimana,
da parte di terze persone affinchè il
avevo pensato di aggirare lʼostacolo
servoscala destinato ad alleviare le
rappresentato dalla rampa di scala
sofferenze ad Adele, la ragazzina
installando un servoscala. Ma i nostri
disabile oggi sedicenne, fosse
smontato. Ipotesi che dovrà accertare la buoni propositi sono andati in fumo». La
procura. La famiglia abita al primo piano signora non si sarebbe mai aspettato
che un simile atteggiamento dallʼufficio
di un edificio di proprietà della suocera
tecnico comunale di Venetico. Quasi un
e aveva pensato di installare un
accanimento. Più di un anno fa infatti, la
servoscala che consentisse alla figlia di
famiglia aveva pensato di acquistare un
entrare e uscire di casa agevolmente.
servoscala usufruendo dei contributi
«Quando mia figlia era più piccola –
previsti da unʼapposita legge che
dichiara la signora Pollicino – non
riguarda il superamento e lʼeliminazione
delle barriere architettoniche, con una
previsione di spesa che oggi supera i 9
mila euro. Per questo aveva inoltrato
una richiesta al comune per ottenere le
relative autorizzazioni. Lʼufficio tecnico
però, una prima volta, respingeva la
domanda perché viziata nel contenuto
(non era riportata la data di inizio lavori).
Sanata la “mancanza” la signora
Pollicino ha ripresentato la richiesta
allʼufficio tecnico ma la pratica per
consentire ad una portatrice di handicap
di entrare in casa, era sottoposta ad una
scrupolosa attenzione, quasi si trattasse
di un abuso collegato ad una gigantesca
MILAZZO. Sensibilizzare il sistema
scolastico alle esigenze degli studenti down. Eʼ stato questo lo scopo dellʼincontro organizzato nella sala convegni dellʼUnità di Neuropsichiatria Infantile di Messina, in occasione della
Giornata Nazionale delle Persone con
Sindrome di Down. Lʼincontro organizzato dal dirigente scolastico Stefania Scolaro dellʼI.T.E.T. “Leonardo da
Vinci” di Milazzo, responsabile dellʼex
Distretto 37, in collaborazione Vittorio
Cannata, presidente dellʼAipd, Associazione italiana persone down di Milazzo e Messina e con lʼUfficio scolastico provinciale. «Lʼobiettivo è stato
quello di sensibilizzare e favorire sinergie tra gli specialisti del settore,
della scuola, dei genitori e degli stessi ragazzi affetti da Sindrome di Down.
Nel sistema scolastico italiano si avverte lʼesigenza di una seria riflessione» si legge in una nota.
speculazione edilizia. Il responsabile
dell'ufficio tecnico comunale, l'architetto
Dario Emmi aveva dato, infatti,
disposizione di sospendere i lavori in
quando ritiene necessaria il rilascio di
una autorizzazione edilizia in dettato a
quanto disposto dallʼart. 5 della legge
regionale 37/85. A questo punto la
signora si affida ad un legale che
specifica che la pratica non riguarda
lʼistallazione di una piattaforma
servoscala, «ma di un servoscala il cui
lavoro è assimilabile al solo intervento di
impiantistica di arredo, non costituente
elemento edilizio». Il responsabile
dell'ufficio tecnico Dario Emmi, a sua
volta, aveva dichiarato che «la signora
Pollicino ha eseguito dei lavori
totalmente abusivi, senza la denunzia di
inizio attività, senza specificare chi era il
direttore lavori, senza spiegare chi era
lʼimpresa che stava eseguendo lavori e
allʼinterno di una struttura che non era
sua ma di altri condomini che hanno
fatto una denunzia». Una situazione che
ora è finita sul tavolo della procura di
Messina che dovrà indagare meglio
sulle presunte “pressioni” subite
dallʼufficio tecnico.
(ha collaborato Pamela Arena)
MESSINA
Verbali manipolati, 4 a giudizio
Il funzionario dell’Inps, Iraci Sareri, accusato
di truffa tentata. Come i tre aspiranti disabili
MESSINA. Entrava nel sitema informatico dellʼInps di
Messina e ribaltava lʼesito della visita diretta ad
accertare il diritto alla pensione di invalità.
Il pubblico ministero Fabrizio Monaco ha chiesto ed
ottenuto il rinvio a giudizio di Antonino Iraci Sareri, l'
impiegato dell' istituto di previdenza arrestato ai primi
di agosto dalla polizia postale di Catania dopo un'i
ndagine durata mesi. Con lʼaccusa di tentata truffa ai
danni dell' ente, sono stati rinviati a giudizio anche i tre
potenziali beneficiari degli assegni di invalidità: Rosetta
Rizzo, Francesco Cupiraggi e Paolo Mallemaci.
Nelle scorse settimane i giudici del Tribunale del
Riesame dopo aver confermato il quadro accusatorio
prospettato dal sostituto procuratore Monaco, che
aveva chiesto la misura restrittiva al gip Massimiliano
Micali, avevano rigettato la richiesta di
scarcerazione confermando gli arresti
domiciliari. Secondo le indagini della
Polizia postale di Catania, Iraci Sareri
avrebbe più volte violato il sistema
informatico dell' Inps per falsificare
documenti vari, allo scopo di far ottenere
pensioni d' invalidità ai tre coindagati che
non ne avevano i titoli, e per farlo
avrebbe adoperato le password in
dotazione ad alcuni dirigenti medici. L'
indagine della Polposta etnea scaturi da
u n a s e g n a l a z i o n e i n P r o c u r a d e l Malaspina
pagina 26
direttore sanitario della sede provinciale dell' Inps che
si era accorto di anomalie in alcune pratiche. Le indagini
si basano su attività di natura informatica ma anche su
perquisizioni e sequestri di documentazione,
interrogatori ed analisi dei dati.
Il legale di Iraci, Carmelo Scillia, durante
l' udienza davanti al Tribunale della
Libertà aveva sostenuto che al sistema
informatico avevano avuto accesso dallo
stesso computer altri funzionari e dunque
nessuna prova in termini di certezza ci
potesse essere sul fatto che le
manipolazioni dei verbali fossero opera di
Iraci.
Prima ancora che fosse arrestato Iraci era
stato sospeso dal servizio dal direttore
dellʼInps di Messina Giuseppina
Malaspina. (M.S.)
centonove
Sicilia
2 NOVEMBRE 2012
LA STORIA. La confraternita di San Piero Patti organizza sui Nebrodi la più grande esercitazione mai fatta a Messina
Misericordia, il terremoto!
A Patti, Librizzi, Montagnareale, Sinagra, Montalbano, Ucria, Raccuja e Floresta simulato un sisma
dell’ottavo grado. Settecento volontari, 240 feriti, 50 ambulanze. Salvati dalle macerie uomini e opere d’arte
SAN PIERO PATTI. Duecentoquaranta
feriti, una chiesa a rischio crollo, tutte le
scuole e gli edifici pubblici evacuati. Uno
scenario apocalittico quello di San Piero
Patti devastata da un sisma dellʼVIII grado
della scala Mercalli. Sangue, gente
bloccata sotto le macerie causate dallo
scoppio di bombole a gas, ambulanze e
soccorritori sparsi dappertutto impegnati
anche a salvare preziosi reperti artistici.
Attorno gente che mangiava gelati,
bambini che giocavano a calcio, nonni
con il pane caldo nella borsa della spesa.
Tranquilli. Quella descritta, infatti, è stata
la maxi-esercitazione, svoltasi dal 19 al 21
ottobre, che ha coinvolto i comuni di San
Piero Patti, Patti, Librizzi, Montagnareale,
Raccuja, Sinagra, Montalbano Elicona,
Ucria e Floresta, nella quale è stata
simulata una situazione di rischio sismico
con criticità e allarme diffuso su tutto il
territorio. “Nebros 2012” è stata la più
grande esercitazione della provincia
messinese, mai realizzata prima. A
certificarlo i numeri: 700 sono stati i
volontari che si sono accreditati presso il
campo base allestito presso il campo di
calcio di San Piero Patti, 50 le
Associazioni che hanno aderito
allʼesercitazione, di cui 35 Fraternite di
Misericordia provenienti da tutta lʼisola,
per un totale di circa 240 “vittime”
soccorse tra feriti, intrappolati, ustionati,
intossicati, folgorati, sepolti, dispersi e
deceduti, nei ben 13 scenari e 7
Le foto sono state scattate durante l’esercitazione di San Piero Patti e concesse da Maurizio Biondo
sottoscenari. Ad organizzata la Fraternita
di Misericordia di San Piero Patti, con il
supporto e la collaborazione del
Dipartimento della Protezione Civile
Regionale Siciliana, la collaborazione dei
Comuni con i rispettivi nuclei di Protezione
Civile Comunale, e con lʼ intervento della
Prefettura di Messina, delle forze
dellʼordine (Polizia di Stato e Carabinieri),
dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale,
del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e
Speleologico e della Struttura
dʼEmergenza 118.
«Questo dato rappresenta un vanto e un
orgoglio per la Misericordia Sampietrina dice il responsabile Santino Mondello che, in una singola esercitazione, è
riuscita a mettere in piedi svariati scenari
che hanno previsto numerose situazioni di
emergenza, come lʼevacuazione di scuole
ed edifici pubblici, lo scoppio di bombole di
gas, il crollo di edifici, la ricerca di dispersi
in montagna, gli incendi di abitazione e di
interfaccia, gli interventi in aree industriali
e di recupero di beni storico/artistici».
La simulazione ha avuto inizio alle 12:30
di venerdì 19 ottobre, quando è stato
simulato un terremoto dellʼ VIII grado della
scala Mercalli. Da quel momento, i
sindaci, insieme ai Comandanti della
polizia municipale ed ai responsabili degli
Uffici di Protezione Civile, hanno avviato la
fase di allertamento del personale
comunale, dei gruppi di volontariato locali
e istituito il Centro operativo comunale,
convocato lʼunità di crisi e richiesto
lʼintervento del Dipartimento Regionale
della Protezione Civile. Importantissimo
per la valutazione della macchina dei
pagina 27
soccorsi è stato lo scenario organizzato
nellʼarea artigianale di Patti, dove è stato
testato il Piano di emergenza ospedaliero
per il massiccio afflusso di feriti. Dai vari
capannoni coinvolti nella simulazione
sono partite le chiamate dʼemergenza al
118, e dopo aver inviato i primi mezzi di
soccorso il nucleo di valutazione ha
predisposto lʼistallazione del Posto Medico
Avanzato con compiti di accoglienza,
stabilizzazione e valutazione delle vittime
precedentemente recuperate. Dirottati al
presidio ospedaliero “Barone Romeo” di
Patti le 30 “vittime gravi” da curare
simultaneamente. La struttura ospedaliera
è stata costretta ad aprire un secondo
pronto soccorso e richiamare tutti i medici
in servizio. Coinvolgenti e spettacolari le
ultime due simulazioni dʼintervento a San
Piero Patti dove sono stati “soccorsi” 35
“feriti” con lʼintervento di 35 ambulanze. I
“feriti” sono stati soccorsi nella piazza
principale, nelle vie secondarie, nei bar del
centro e nelle due chiese principali, dove
sono intervenuti gli alpini che si sono calati
in soccorso di alcune “vittime” dai
campanili delle chiese mentre il gruppo di
tutela del patrimonio artistico ha “portato in
salvo” alcune opere artistiche dalla chiesa
di Santa Maria.
Gianfranco Cusumano
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2 NOVEMBRE 2012
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centonove
centonove
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2 NOVEMBRE 2012
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Qui Scuola
2 NOVEMBRE 2012
centonove
INFO-TRASPARENZA. LE RISPOSTE ALLA QUERELLE SUI SOLDI VERSATI DAI GENITORI AGLI ISTITUTI SCOLASTICI
NON TUTTI SANNO...
Contribuisco? Sì... se voglio
Dalla rendicontazione
alla deducibilità fiscale
Continuano proteste e segnalazioni su presunti abusi. Ma il Miur è chiaro: il pagamento
non è obbligatorio e serve solo per arricchire l'offerta formativa. Ecco cosa sapere
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
MESSINA. Le domande si
moltiplicano veloci sul web. Da un
sito all'altro, da un blog ad un forum.
Che sia l'Adiconsum o skuola.net, il
punto interrogativo è lo stesso:
devo pagare il contributo
scolastico? La querelle dal web
passa alla piazza, infiammando
genitori e studenti in tutta Italia.
Dove in tempi di crisi ogni "voce" al
capitolo spesa pesa quanto un macigno.
C'è anche un'interrogazione parlamentare
nel marzo 2012. E la risposta del Miur,
Ministero dell'Istruzione, Università e
Ricerca. Ma le richieste di chiarimento e le
segnalazioni di presunti abusi continuano:
dalla paventata mancata iscrizione fino alla
minaccia di bocciatura in caso di non
pagamento. Ma sarà vero? Ed, allora, cosa
fare? Come si regolano scuole e genitori?
Lo abbiamo chiesto a Grazia Murabito,
dirigente scolastica di una storica scuola
messinese, la media "Mazzini", da 72 anni
nel cuore della città, oggi parte dell'Istituto
Comprensivo omonimo per il piano
dimensionamento 2012-2013 con quelle
dell'infanzia e primaria "Cristo Re" e "Buon
Pastore". Che dice: «Noi teniamo presente
rigorosamente e scrupolosamente la
Grazie Murabito,
dirigente scolastica
Mazzini
circolare ministeriale del 20 marzo 2012».
Ovvero la 312 di protocollo a tutti i direttori
degli uffici scolastici regionali dal
Dipartimento per l'Istruzione del Miur con
indicazioni sull'uso dei contributi scolastici
delle famiglie. Che interviene su pratiche
segnalate poco trasparenti nelle richieste e
nella gestione dei contributi dei genitori a
favore delle scuole e su denunce della
prassi di richiedere il versamento come
condizione necessaria all'iscrizione degli
studenti con tanto di caso di una scuola
INCONTRI
Docenti a “lezione” di valutazione
GIORNATA DI FORMAZIONE SULLA DELICATA tematica della valutazione, quella
svoltasi nei giorni scorsi al Salone delle Bandiere del Comune di Messina, con la
partecipazione di 320 docenti degli Istituti Comprensivi “S. D'Acquisto”, “E. Drago”, “Villa Lina” ed il “CD S. Margherita”e di numerosi altri partecipanti. L'iniziativa è stata organizzata dalla sezione provinciale ANP (Associazione Nazionale Presidi) di Messina in accordo di rete con i Dirigenti Scolastici Giovanna Messina, Giusi Scolaro, Giovanna De Francesco e Laura Tringali (pure Presidente provinciale
ANP). Ha introdotto Concetta Barone dell'Ufficio XIV dell'APT; relatrici Grazia Fassorra e Luisa Giordani, esperte in formazione e appartenenti allo staff nazionale.
che "minacciava" il mancato pagamento
come infrazione disciplinare, incidente sulla
valutazione del comportamento
studentesco. Dopo una nota, la 1007 del
2011 del Capo Dipartimento per la
Programmazione con cui si era avviata
un'indagine sui casi segnalati, senza
riscontrare particolari irregolarità, il Miur è
tornato sulla questione per l'appunto con la
312. E dice chiaro: i contributi sono
volontari anche in rispetto al principio di
obbligatorietà e gratuità dell'istruzione
inferiore e non possono riguardare le
attività curriculari ma solo l'ampliamento
dell'offerta culturale e formativa. «Nessuna
tassa, perchè siamo scuola dell'obbligo ma
solo un contributo minimo volontario
annuale, deliberato dal Consiglio d'Istituto
per attività extrascolastiche», spiega la
Murabito. Insomma in parole povere si
paga per arricchire l'offerta, solo se si
vuole. Ma per il Miur resta fermo l'obbligo di
rimborsare la scuola per alcune spese
sostenute per conto delle famiglie come
per la stipula del contratto d'assicurazione
individuale per gli infortuni e la
responsabilità civile degli alunni, per i
libretti delle assenze o per le gite
scolastiche. I soldini poi versati con il
contributo volontario che è deliberato dal
NON SOLO I contributi per ampliare
l'offerta formativa sono volontari ma
le istituzioni scolastiche devono
informare al riguardo le famiglie, distinguendoli dalle tasse scolastiche.
Che sono obbligatorie ma solo nelle
scuole secondarie superiori, tranne i
casi di esonero per motivi economici
o d'appartenenza a speciali categorie,
come la tassa di diploma di 15,13 euro per il rilascio del diploma, o anche
per ragioni di merito, quella d'iscrizione di 6,04 euro per l'intero ciclo di
studi, di frequenza annuale di 15,13
euro, e quella di 12,09 d'esame per la
domanda di esami d'idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato. Ma a partire dall'anno scolastico
2006-2007 il diritto-dovere all'istruzione e formazione professionale comprende i primi 3 anni delle superiori e
dei percorsi di formazione professionale, per cui gli studenti del I, II e III anno non devono pagarle: l'obbligatorietà e gratuità dell'istruzione, innalzati alla durata di 10 anni, mentre l'età
per l'accesso al lavoro da 15 passa a
16, sono ribaditi dal comma 622 della
legge finanziaria 2007. Per i contributi volontari le scuole devono in rispetto alla trasparenza ed efficienza
informare preventivamente circa la
destinazione delle somme, sì da sapere le famiglie quali attività finanzino, scegliendo quelle a cui partecipare, oltre a stilare una rendicontazione
annuale su somme spese e benefici,
nonchè all'atto del versamento circa
la possibilità di dedurre i contributi, le
cosiddette "erogazioni liberali" per innovazione tecnologica, edilizia scolastica ed ampliamento dell'offerta formativa secondo l'art. 13 della legge
n.40 del 2007. (M.T.S.)
Consiglio d'Istituto, non possono andare ad
attività di funzionamento ordinario ed
amministrativo che ricadono solo
indirettamente sull'educazione
studentesca: nel proprio sito il Miur precisa
che le scuole non possono chiedere
contributi obbligatori per fotocopie,
materiale didattico o altro connesso
all'assolvimento dell'obbligo scolastico.
ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith
Concorso, dichiarazione
titoli entro il 21 novembre
ANCHE SE DA più parti politiche e sindacali viene
chiesto lʼannullamento del concorso, prosegue spedito
lʼimpegno del MIUR per far svolgere con regolarità e
puntualità la prova di selezione del concorso a cattedra
bandito il 24 settembre. Così, con avviso del 24 ottobre
scorso, che faceva seguito a quello del 22 ottobre, ha
precisato che la sezione dei titoli valutabili, che in ogni
caso ciascun aspirante deve compilare, può essere
acquisita o eventualmente modificata entro le ore 14
del 21 novembre. E per non creare equivoci, nella
stessa nota il ministero “ribadisce che il termine ultimo
di presentazione delle domande rimane fissato alle ore
14,00 del 7 novembre 2012, così come previsto dallʼart
3, comma 4 del Bando”. Pertanto,
lʼinserimento dei titoli nellʼapposita sezione
della domanda sarà possibile
esclusivamente per i candidati che hanno
inviato la domanda nel termine del 7
novembre p.v.. In data 26 ottobre, invece,
il Capo dipartimento Lucrezia Stellacci , con la nota n°
2870, è intervenuta per rispondere ai quesiti ricevuti in
merito alla validità del diploma sperimentale linguistico
conseguito presso gli istituti magistrali come titolo di
accesso al concorso di scuola primaria. Il diploma di
maturità linguistica, non priva il titolo di studio conferito
dallʼ istituto magistrale della sua natura di diploma di
maturità magistrale a pieno titolo, ma aggiunge
qualche cosa di più, senza modificarne la tipologia
originaria. Detta validità è stata riconosciuta con la
sentenza n° 2172/2002 del Consiglio di Stato –
Sezione VI giurisdizionale - e lʼassunto trova altresì
pagina 30
conferma dalla formulazione del Bando che prevede
solamente di dichiarare il possesso del titolo di studio
conseguito entro lʼanno scolastico 2001/2002, ovvero
al temine dei corsi quadriennali e quinquennali
sperimentali dellʼ Istituto Magistrale, senza ulteriore
specificazione. Va detto anche che la notizia circolata
nei giorni scorsi del pagamento della tassa di 25 euro
per partecipare al concorso, regolarmente prevista dal
bando del Trentino il cui contribuito e confluisce nelle
casse della provincia autonoma di Trento, si è rivelata
destituita da ogni fondamento. Pertanto, la
partecipazione al concorso a cattedra bandito il 24
settembre è gratuita. Remunerata, ma senza esonero
dal servizio, sarà invece lʼattività delle commissioni
esaminatrici alle quali verrà corrisposto lo stesso
compenso previsto per le commissioni dei concorsi a
dirigente scolastico dal decreto interministeriale del 12
marzo 2012.
Economia
2 NOVEMBRE 2012
PALERMO. Parte la sottoscrizione azionaria per la “Popolare Unione”
Mi faccio la banca
Quote da cinquecento euro ciascuna per raggiungere gli otto milioni di capitale sociale
per l’istituto che pesca a piene mani dai quadri dirigenti Unicoop. Ecco chi c’è
DI ALESSIO
CASPANELLO
PALERMO. Lʼatto costitutivo del
comitato promotore è del 29 luglio del
2012, la prima modifica di qualche
giorno successiva. Davanti al notaio
Maria Assunta Lo Piccolo sono
comparsi i 33 promotori della Banca
Popolare Unione che uniti in comitato,
con sede in via Ottavio Ziino a Palermo
si propongono “un asse ultraregionale di
supporto ai programmi di investimento
per lo sviluppo sia della Sicilia che delle
altre regioni”. Come realizzarlo? Con
una sottoscrizione per il raggiungimento
del capitale sociale necessario alla
costituzione della cooperativa che darà
vita alla banca. Ciascun socio potrà
sottoscrivere quote da cinquecento euro
ciascuna,
previo
versamento di
400 euro per la
costituzione del
fondo cassa
occorrente per
la copertura
delle spese
istruttorie
iniziali. Della
banca potranno
diventare soci
Grazia Romano
tutti coloro che
sottoscriveranno almeno cinque azioni:
quindi fanno 2500 euro (mentre quello
massimo non potrà superare lo 0,50%
del capitale
sociale). Il
controvalore da
raggiungere è
quello imposto
per legge, da
sei milioni e
300mila euro,
capitale sociale
minimo da
trasferire in un
conto bloccato,
e indisponibili
Angelo Libetti
fin quando la
centonove
banca non ottenga le autorizzazioni
necessarie ad operare. Lʼapertura delle
sottoscrizioni è iniziata con il disbrigo
della formalità previste dalla Consob, e
terminerà tra tre anni. Chi cʼè dentro?
TUTTI A BORDO. Il presidente del
comitato è Salvatore Nicolicchia,
palermitano, pensionato ed ex
funzionario di banca. Il suo vice è Felice
Coppolino, vicario nazionale e
presidente regionale di Unicoop.
Tesoriere è Alberto Pedaci, dirigente
Unicoop e Confapi, mentre il ruolo da
segretario è toccato a Sabrina
Rasconà. Tra i soci del comitato ci sono
i messinesi Angelo Libetti e Grazia
Romano. Libetti, presidente di Unicoop
Messina che ha tentato lʼaccesso al
consiglio comunale non riuscendoci, è
uno storico esponente del mondo
cooperativo messinese, attivo
soprattutto nel settore delle coop
edilizie. Grazia Romano è
unʼimprenditrice nel settore della sanità:
già “numero uno” della casa di cura
Cappellani (poi venduta al gruppo
Giomi), è tuttora proprietaria della Santa
Rita, casa di cura da mesi però chiusa
per una grave crisi finanziaria. Anna
Maria Di Vanni è dirigente generale
della partecipata regionale Lavoro
Sicilia s.p.a (e dirigente Unicoop come
parecchi altri), mentre Andrea
Marchione è console onorario della
Repubblica Ceca.
AI BLOCCHI DI PARTENZA. A fine
luglio la Consob rilascia lʼautorizzazione
per lʼattivazione delle procedure di
sottoscrizione della Banca Popolare
Unione. Grande soddisfazione espressa
dal Presidente del Comitato Promotore,
Salvo Nicolicchia, che ha dichiarato
“lʼautorizzazione della Consob
rappresenta il coronamento di un duro
lavoro durato ben due anni. Ringrazio
tutti gli amici del Comitato Promotore e
la Kpmg per la fattiva collaborazione.
Vogliamo rappresentare un punto di
riferimento per le famiglie e le imprese
siciliane”. Un cammino che è iniziato il
12 aprile, con lʼapprovazione del
programma di attività per la costituzione
della sottoscrizione pubblica. Il 20
giugno, però, la Consob chiede che al
programma siano apportate modifiche.
Nelle quali viene quantificato il numero
minimo e massimo di azioni: sedicimila
e trentamila rispettivamente, per un
importo complessivo di capitale sociale
che va da otto a quindici milioni.
ZOOM
Cosa dice il piano industriale
Servizi internet affiancati a quelli tradizionali, prodotti
assicurativi e previdenziali. Si inizia da Palermo
Il logo del nuovo istituto
PALERMO. Il territorio di riferimento della banca, allʼinizio, sarà
quello della Sicilia, con un “focus” iniziale sullʼarea della provincia di Palermo. Perchè questa scelta? Lo spiega il piano industriale: “crescente domanda di prossimità dei centri decisionali delle banche corrispondente al fenomeno di progressiva
concentrazione del settore” e “territorio di riferimento caratterizzato da future opportunità di crescita”. Attualmente nella provincia di Palermo operano oltre 98 mila imprese. Il numero di
imprese nellʼarea è cresciuto nel corso del periodo favorevole
2004 – 2007, con un tasso di crescita medio annuo pari al 1,2%.
A fronte di ciò, il sistema bancario della provincia di Palermo è
pagina 31
caratterizzato ad oggi da 416 sportelli, di cui il 50% di banche
di grandi dimensioni. La maglia in cui la nuova banca vuole inserirsi, quindi, è questa: le esigenze delle piccole e medie imprese locali, alle quali è rivolta lʼofferta di servizi. Quali? “La
Banca intende offrire una gamma completa di prodotti e servizi estesa a tutti i segmenti tradizionali, Retail, Small Medium
Enterprise, Corporate e Private secondo un modello di banca
universale, sfruttando un modello di sourcing flessibile per i servizi specialistici, e offrirà anche prodotti assicurativi e previdenziali”. Non mancherà lʼattenzione alle nuove tecnologie. “Le
attività saranno presidiate anche attraverso lʼutilizzo di canali
innovativi per rispondere efficacemente alle nuove esigenze
della clientela di riferimento (internet banking, phonebanking,
ecc.)”. E poi? Unʼopera di leggero “lobbying”: “possibilità - recita il piano industriale - di sfruttare la leva della gestione delle relazioni intrattenute dai soci fondatori nel territorio siciliano
e, in particolare, nellʼarea della provincia di Palermo per ampliare la base di clientela”. (A.C.)
Economia
2 NOVEMBRE 2012
GRANDE DISTRIBUZIONE. Confcommercio contro il centro commerciale della Imfra invest
Catania stoppa Franza
Il Tar sblocca l’iter per la costruzione del “mall” a Motta S. Anastasia bloccato
in conferenza dei servizi. Ma l’ente camerale presenta un esposto in Procura
Olga Franza
Gianfranco Scoglio
DI ALESSIO
CASPANELLO
CATANIA. Confcommercio Catania
“stoppa” il gruppo Franza. Lʼente dei
commercianti ha annunciato un esposto
alla Procura catanese per un centro
commerciale che dovrebbe sorgere in
contrada Palazzello, a Motta
Sant'Anastasia, sullʼautostrada Catania
Palermo: 11 edifici, in 53 mila metri
quadri coperti. La ditta è la Imfra Invest,
una delle emanazioni della galassia
imprenditoriale del gruppo Franza.
QUEL CENTRO NON SʼHA DA FARE.
La storia va avanti da cinque anni, dal
2007, quando Silvestro Polizzi,
procuratore della Imfra Invest, presenta
domanda per lʼapertura di un centro
commerciale, lʼennesimo, a Catania.
Viene convocata la conferenza dei
servizi, che esprime un diniego netto
allʼopera. La società dei Franza, però,
non ci sta, e porta la battaglia di fronte
alla giustizia amministrativa, scegliendo
di farsi patrocinare da Gianfranco
Scoglio, ex assessore allo Sviluppo
della giunta del comune di Messina
guidata da Giuseppe Buzzanca.
Allʼinizio di ottobre, il tar di Palermo
esprime sentenza favorevole al
progetto, ribaltando il parere negativo
espresso a febbraio in conferenza dei
servizi. Perchè? A Scoglio, ed alla
famiglia Franza, viene in soccorso il
"Decreto salva Italia", che riguardo ai
centri commerciali, ha previsto
l'eliminazione del cosiddetto
contingentamento, di fatto
liberalizzando limitazione di aree,
Piero Agen
centonove
dimensioni e collocazione dei nuovi siti.
Vicenda conclusa? Nemmeno per
sogno.
CONFCOMMERCIO SI OPPONE. Il 18
ottobre la conferenza dei servizi,
nuovamente convocata, dà il via al
progetto. Se a favore del centro
commerciale cʼè il sindaco Angelo
Giuffrida e tutto il consiglio comunale di
Motta santʼAnastasia, ci sono i pareri
negativi da parte di Regione, Camera di
Commercio, e Provincia di Catania. A
mettersi di traverso è però
Confcommercio Catania, che annuncia
la presentazione di un esposto alla
Procura. “Abbiamo fatto rilevare errori
che a nostro avviso annullano la
conferenza dei servizi – spiega Pietro
Agen, presidente regionale
Confcommercio - Il Comune ha fatto le
convocazioni in modo difforme da
quanto previsto dalla normativa vigente,
avendo omesso di invitare il Comune di
Camporotondo Etneo e i rappresentanti
dei lavoratori e dei consumatori.
Pertanto riteniamo che il modus
operandi non sia stato conforme alla
legge - continua Agen - e sarà poi la
magistratura a stabilirlo”.
POSTI A PERDERE. Chi alla notizia
della riapertura dellʼiter si è allarmato
sono i sindacati. “Pensiamo saranno
creati 300 posti di lavoro precario, a 20
ore ed a tempo determinato - ha
spiegato Toni Fiorenza della Cisl - e
ogni posto precario toglie lavoro ad uno
strutturato”. E poi cʼè la questione
“ambientale”. “Si acquistano terreni
agricoli e, attraverso una variante, si
costruisce. Ecco perchè chiediamo un
piano regolatore commerciale” conclude
il sindacalista. “Il centro commerciale
sarà costruito in piena zona agricola E”,
avvertono dalla Camera di Commercio
catanese. "La ditta ha ottenuto una
variante al Prg per il lotto di terreno
interessato dai lavori: quello
impermealizzato, con il cemento, sarà
grande da 90mila a 135mila metri
quadrati”. Se mai sarà realizzato, il
centro commerciale targato Franza sarà
in affollata compagnia. A Catania il
rapporto “superficie di vendita per 1000
abitanti" è doppio rispetto alla media
d'Italia: 375 mq per mille abitanti, che
salgono a 539 considerando l'area
metropolitana. Prima del 2000 i metri
quadrati occupati dai centri commerciali
erano 40mila: dopo, sono schizzati a
364mila. Il più grosso è La Tenutella, a
Misterbianco (74 mila metri quadrati)
seguito da Etnapolis (58 mila) e Porte di
Catania (48 mila).
CRISI
Aligrup, ore contate
Conto alla rovescia per salvare il gruppo: il 5 novembre
il tribunale si pronuncerà sulla messa in liquidazione
Nello Scuto
CATANIA. Mentre il gruppo Franza fa la battaglia per aprirlo,
un centro commerciale, cʼè la Aligrup di Catania che i suoi, invece, li ridimensiona e li piazza sul mercato a causa della crisi
che ha colpito lʼimpero della grande distribuzione trascinato nel
baratro dai guai giudiziari del patron storico Nello Scuto. Il
gruppo Arena ha sottoscritto lʼaccordo per rilevare quattro punti vendita, tra cui Balatelle e lʼEurocash di San Giovanni La Punta. La notizia giunge come una boccata dʼaria per 130 dei 1660
dipendenti in bilico.
Il gruppo Arena è il primo e finora unico che si è approcciato al
gruppo di san Giovanni La Punta. Il 12 settembre infatti, a ti-
pagina 32
rarsi indietro è stata la Coop, colosso della grande distribuzione intenzionata a rilevare 25 punti vendita. Trattativa che si è
poi arenata. Eʼ previsto in settimana lʼincontro con il gruppo
Abate, interessato ad altri otto punti vendita, e quello con i rappresentanti di Re Leone SRL (che gestisce i supermercati a
marchio Pam), che dovrebbe rilevare altre due strutture di vendita. Accordi che, se portati a buon fine, interesseranno altri
180 dipendenti.
Nel frattempo, il 5 novembre, la sezione fallimentare del tribunale di Catania, si pronuncerà in merito alla messa in liquidazione della società. Della questione, una settimana fa, secondo quanto riferito dai sindacati, è stato coinvolto il prefetto di
Catania, Umberto Postiglione, che si è reso disponibile a interloquire con il commissario liquidatore di Aligrup Maurizio
Verona e con lʼamministratore giudiziario Massimo Consoli
per conoscere lo stato dellʼarte e cercare di stimolare altre
aziende a entrare in trattativa per lʼaffitto del ramo dʼazienda
della società catanese.
centonove
Economia
2 NOVEMBRE 2012
S. FILIPPO DEL MELA
Le incertenze
dell’Edipower
SAN FILIPPO DEL MELA. Rimane nel
limbo il futuro della centrale Edipower. Da quando la proprietà è passata alla A2A, multiutility lombarda,
non si conoscono ancora i piani dellʼazienda per il rilancio dellʼimpianto
di San Filippo del Mela. Anzi le voci di
un disimpegno si fanno sempre più
diffuse. Il piano industriale si attendeva dopo lʼestate, ma non è arrivato.
L impianto ha ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ha ammodernato i filtri, ma risulta obsoleto e
con il raddoppio dellʼelettrodotto di
Terna (Sorgente - Rizziconi) potrebbe
diventare antieconomica. La seconda
è quella a carbone di Brindisi, ha la
stessa potenza: 1.280 MW. Nel 2005
venne sequestrata dalla magistratura
perché non a norma e l'impianto momentaneamente spento.
Giorgio Foti
MILAZZO. L’economia del comune ruota attorno al discusso impianto industriale
Raffineria-dipendenti
I lavoratori contestano gli ambientalisti nel corso di una conferenza. La chiusura degli impianti
metterebbero sul lastrico 2000 famiglie. La Ram paga 30 milioni di euro di stipendi l’anno. E non solo
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Milazzo come Taranto? Guai
ad associare le due realtà. Ne sanno
qualcosa il presidente nazionale dei Verdi,
Angelo Bonelli, che stava prendendo
parte ad una conferenza stampa assieme
al consigliere comunale Peppe Marano,
che si è intestato ormai da anni una
battaglia ambientalista che vede nel
mirino quasi quotidianamente il colosso
industriale. Questa volta, però, a
presentarsi allʼincontro fissato al municipio
mamertino sono arrivati a bordo di quattro
pullman circa 300 lavoratori della Ram,
capeggiati dai componenti della
rappresentanza sindacale unitaria, che
hanno protestato pacificamente contro gli
attacchi nei confronti dellʼazienda. Un
caso unico a Milazzo. Che si spiega con la
crisi e con la maglia aperta dalla
magistratura a Taranto dove sono state
chiuse le acciaierie Ilva. Ma cosa ha spinto
i lavoratori a protestare in modo così
eclatante? Su denuncia degli
ambientalisti, qualche settimana fa, la
procura di Barcellona ha acquisito
materiale informatico e documenti sulla
movimentazione dei prodotti petroliferi.
Lʼindagine è collegata all'alluvione del 22
novembre scorso che a Milazzo ha
provocato lo sversamento in mare di
idrocarburi. Una vicenda che ha scosso
lʼambiente ovattato della raffineria e che fa
temere ai lavorartori provvedimenti tragici
legati alla sicurezza. La Raffineria di
Milazzo, joint venture paritaria tra Eni e
Kuwait Petroleum, può essere considerato
il maggiore azionista dellʼeconomia
milazzese. Basti pensare che paga 30
milioni di euro di stipendi (compresi gli
onori fiscali) a 600 dipendenti diretti. Cifra
che raddoppia se si considera che grazie
allʼindustria lavorano complessivamente
2000 persone lʼanno: operai delle ditte
specializzate, autisti delle autobotti,
portuali. Senza considerare che la Ram
versa centinaia di migliaia di euro di tributi
locali (dai rifiuti, 320 mila euro, allʼImu, 300
mila). Ogni anno, inoltre, patrocinia
iniziative o si accolla le spese per
realizzare opere a disposizione della
comunità: dal parco giochi del Ciantro alla
illuminazione dello stadio Grotta Polifemo
(pare sia costata 800 mila euro).
Lʼincidenza sul territorio è di almeno 60
milioni di euro. Nel quinquennio 2012-2016
è stato previsto un piano di 450 milioni di
euro a cui vanno ad aggiungersi 300
milioni per interventi di manutenzione
ordinaria, straordinaria e di fermata.
Complessivamente 750 milioni. «Il
programma di investimento è legata al
rilascio dellʼAutorizzazione integrata
ambientale (Aia), lʼautorizzazione
necessaria per le aziende per uniformarsi
ai requisiti previsti al Ministero
dellʼAmbiente, con lʼobiettivo di ridurre
lʼinquinamento. Allʼinterno del piano è
previsto la realizzazione di un impianto ad
idrogeno (Hmu3) per cui è stata già
ottenuta la Valutazione dʼimpatto
ambientale (Via), il nuovo camino
dellʼimpianto di recupero zolfo, il secondo
impianto di recupero vapori ai pontili, sarà
potenziato lʼimpianto di trattamento delle
acque, e realizzati interventi di
“ringiovanimento” del suolo e di
smaltimento dellʼamianto presente. La
Raffineria di Milazzo ha un capitale sociale
di 171,1 milioni, lavora in media ogni anno
9 milioni di tonnellate di petrolio annui,
impiega 600 dipendenti diretti e un indotto
che nelle varie fasi varia
tra i 500 e i 1500.
ZOOM
«Non siamo come Taranto»
I sindacalisti dicono basta alle denunce “facili”.
I Verdi insistono: «Necessaria la riconversione»
Angelo Bonelli e Peppe Marano
MILAZZO. «I lavoratori della Raffineria di Milazzosi sono stancati a vedere equiparata la propria realtà lavorativa a quella di
altri siti con diversi e ben più gravi problemi di impatto ambientale, soprattutto dopo decenni di costruttivo impegno all'interno dell'azienda portato avanti insieme alle organizzazioni sindacali». A lanciare il grido di allarme i rappresentanti della Rsu di Cgil-Cisl e Uil dell'azienda che con 300 lavoratori della Ram e dell'indotto hanno fatto "irruzione" pacifica ad una conferenza stampa aperta al pubblico orgaizzata dal consigliere
Peppe Marano assieme al presidente dei Verdi, Angelo Bonelli
reduce da una battaglia ambientale all'Ilva di Taranto. I lavo-
pagina 33
ratori hanno chiesto ed ottenuto di leggere un documento in cui
scrivono che «non intendono più sottostare alla campagna mediatica di disinformazione che da mesi si trascina nei confronti del proprio posto di lavoro, ovvero di quell'azienda che oggi
garantisce - nel pieno rispetto delle regole e delle leggi - una
occupazione dignitosa a migliaia di famiglie tra dipendenti diretti, aziende dell'indotto e settori ad essa collegati». A replicare i verdi con una nota di Raffaella Spadaro, della federazione dei Verdi di Messina.
«La collocazione di attività industriali nei siti a Rischio di dissesto idrogeologico - scrive - le ritengo inadeguate al territorio,
auspico, in tal senso, una rapida riconversione, riconducendo
gradualmente il territorio alla sua vocazione naturale, quella turistica. I lavoratori devono abbandonare timori e titubanze e
chiedere all'azienda ed alle rappresentanze Istituzionali che si
intraprenda al più presto la fase di transizione, necessaria al
recupero dello stato di migliore benessere ambientale e dalla
salute.
Economia
2 NOVEMBRE 2012
centonove
Christian Del Bono
Il lungomare di Lipari
LIPARI. Dopo gli aumenti, Federalberghi lancia l’allarme: «Molte strutture chiuderanno»
Imu, stangata in camera
Con l’innalzamento dell’aliquota al 9,6 per mille gli imprenditori verseranno fino a 40 mila euro
l’anno in più. Il presidente del consiglio Sabatini: «Non si può colpire solo il ceto medio basso»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
LIPARI. «Nessuna persecuzione nei
confronti degli albergatori. LʼImu è stata
aumentata nel rispetto della legge per
far quadrare i bilanci ed evitare il
default». Il presidente del consiglio
comunale di Lipari, Adolfo Sabatino,
difende lʼoperato dellʼaula dalle accuse
che provengono da Christian Del Bono,
presidente di Federalberghi Eolie. Il
consiglio ha approvato un aumento
dello 0,2 per mille delle aliquote Imu per
le seconde case e strutture ricettive
portandola al 9,6 per mille. Una
“stangata” che consentirebbe al comune
di incassare almeno 2 milioni di euro di
fondi, ma che porterebbe alcuni
imprenditori a pagare anche 40 mila
euro in più lʼanno. «In passato avevamo
aumentato la percentuale delʼIrpef,
dunque avevamo già messo le mani
nelle tasche del cento medio basso continua Sabatini -ora abbiamo votato
un aumento lineare per tutti coloro che
hanno altri edifici oltre alla prima casa».
SullʼImu, dunque, gli albergatori eoliani,
dovranno fare i conti. In tutti i sensi. «Ci
ritroveremo a versare importi maggiorati
di 10, 20, 30 e, in alcuni casi, anche 40
mila euro rispetto a quanto versavamo
con lʼIci - dice Christian Del Bono -.
Importi del tutto insostenibili per
strutture stagionali di dimensioni mediopiccole. Dopo svariate consultazioni,
Adolfo Sabatini
documenti, comunicati e quasi 10 ore di
consiglio comunale in soli due giorni, le
istanze della categoria rimangono
purtroppo del tutto inascoltate». A nulla
è servito lʼaccorato intervento in
consiglio comunale da parte del
presidente Christian Del Bono che ha
illustrato un documento che recepiva le
istanze delle categoria. «Si è scelta la
scorciatoia dellʼaumento lineare e
indifferenziato che penalizza
spropositatamente le vaste superfici
immobiliari. Non si è tenuto conto dei
diversi moltiplicatori di base né del fatto
che questi, già dal 2013, aumenteranno
ulteriormente da 60 a 65».
Lʼamministrazione del sindaco Marco
Giorgianni si è impegnata a rivedere gli
aumenti nel 2013. «Se arriveranno
finanziamenti non previsti da parte di
Stato e Regione non esisteremo a
ripristinare le aliquote originarie»,
aggiunge il presidente del consiglio.
Federalberghi cita i percorsi seguiti da
altre realtà turistiche. «Abbiamo avuto
modo di dimostrare come in altri comuni
turistici di Italia – ad esempio, Cortina
DʼAmpezzo – le aliquote siano state
applicate in modo oculato proprio per
evitare le eclatanti sproporzioni
anticipate in questi giorni dalla
Federalberghi. Adesso bisognerà
correre ai ripari: già prevista per i
prossimi giorni una riunione di
assemblea per discutere il da farsi.
Auspichiamo, comunque, conclude Del
Bono, che per futuro lʼamministrazione
possa rivedere una posizione che
attualmente penalizza oltre misura la
principale classe produttiva
dellʼarcipelago». Il sindaco Marco
Giorgianni ha spiegato in aula che «le
proteste sono legittime ma è la scelta
meno dolorosa.
TAORMINA
«A pagare saranno
i clienti degli hotel»
L’assessore Italo Mennella difende gli operatori.
«Arriveranno stangate da 350 mila euro»
TAORMINA. «Se si mette in ginocchio il settore turistico,
per Taormina sarà la fine». A fare la cassandra è il presidente dellʼAssociazione albergatori, Italo Mennella, che riveste anche il ruolo di assessore comunale. Una doppia veste che non gli impedisce di lanciare un grido di allarme sullʼaumento dellʼaliquota Imu per fare cassa. «Fino ad oggi
Taormina si è difesa sul mercato con una politica dei prezzi aggressiva - ammette Menella - che negli ultimi mesi, in
controtendenza, ci ha consentito di ottenere un risultato con
15% di tutta la spesa corrente al Comune di Taormina, ma
segno più. Ma non so se riusciremo a mantenere questi lisenza riscontro. Non ci sarebbero i margini, dunque lʼImu rivelli. I costi dellʼImu inevitabilmente si ripercuoteranno sulmane lʼunica strada per innalzare le entrate. Lʼattività delle offerte. Senza considerare che si sta discutendo anche la
lʼente è imbrigliata da decine di contenziosi tra cui alcuni mitassa di soggiorno che da cinque euro stiamo tentando di
lionari, la gestione in rosso dellʼAzienda servizi municipalizfar scendere almeno a due euro e mezzo». I prozata. Non sono state curate nè valorizzate le enblemi economici, però, non risparmiano nemtrate dei cespiti del Comune; è stata continuameno le casse della capitale turistica e allʼammimente rinviata la discussione sulla tassa di sognistrazione Passalacqua non è rimasto altro che
giorno e non sono stati recepiti i provvedimenti
innalzare la tassa al massimo dellʼaliquota sulle
del governo sulla riduzione di spesa. «La Giunattività economiche e la seconda casa. Il gettito
ta ha preparato lʼennesimo regalo alle attività
dovrebbe essere di 2 milioni 100 mila euro. Lʼulproduttive della città e si dovrà assumere tutte
tima parola spetta al consiglio comunale, ma i
le responsabilità aver chiuso un bilancio che non
margini di manovra rispetto alla proposta delconsentirà al Consiglio di applicare nessun
lʼassessore alle Finanze Fabio DʼUrso. Il presicorrettivo - ha detto Raneri - così si pagherà
dente Eugenio Raneri aveva chiesto di evitare la
il doppio rispetto allʼimporto a suo tempo verstangata che colpisce gli imprenditori turistici
sato per lʼIci».
chiedendo agli uffici di prevedere un taglio del Italo Mennella
R.C.
pagina 34
centonove
Economia
2 NOVEMBRE 2012
TREND. Cresce la produzione di vino. Senza penalizzare la qualità
La Sicilia da bere
Oltre il 7 per cento in più dopo anni di crisi e nelle cantine si tira un sospiro di sollievo.
A far lievitare le bottiglie anche la drastica riduzione della vendemmia verde
DI ETTORE IACONO
LA SICILIA QUEST'ANNO può tornare a
brindare con i suoi migliori vini. In alto i
calici non solo per quantità, con una
crescita del 7 per cento dopo anni di
pesanti sofferenze, ma anche per la
qualità di tutte le uve più famose e
pregiate dell'Isola - dal Catarratto al
Grillo, dall'Inzolia al Nero dʼAvola favorita dal particolare clima caldo di
quest'anno, con piogge solo a settembre.
Clima che però, in alcuni casi, ha
costretto i produttori ad anticipare la
vendemmia di alcuni giorni rispetto al
tradizionale calendario. Una misura
necessaria ad evitare lo stress idrico delle
uve (in particolare il Marsala) dovuto alla
prolungata siccità e alla carenza di
rugiada. A far lievitare il numero di
bottiglie che prossimamente arriveranno
sulle tavole di tutto il mondo, soprattutto
la drastica riduzione della vendemmia
verde. Nel 2012 questa ha interessato
mediamente 3.500 ettari di vigneti contro i
circa 13mila di un anno fa. E i risultati
sarebbero stati anche migliori se la siccità
e il caldo intenso - che hanno colpito in
particolare le varietà internazionali poste
su terreni non irrigui - avessero avuto una
durata inferiore. In calo sarebbero anche
abbandoni delle terre ed estirpazioni con
premio, mentre si registra l'entrata in
produzione di qualche nuovo impianto. I
vigneti siciliani occupano una superficie
di oltre 106mila ettari (poco
meno della metà nella sola
provincia di Trapani, seguita
da quella di Agrigento con
23mila ettari), contro i circa
122mila dell'anno 2000.
Per le cantine siciliane il
2012 è dunque un anno
straordinario, ma non solo
per la decisa inversione di
tendenza rispetto all'ultimo
decennio (basti pensare che
nel 2011 si è registrato un
calo del 29 per cento rispetto
al 2010). Con 5,180 milioni di
ettolitri, in crescita del 7 per
cento rispetto ai 4,823 milioni
del 2011 (dato Ismea e
Unione italiana vini), la Sicilia
produce un ottavo del vino
italiano e quest'anno si
distingue da tutto il resto del
Paese, dove la vendemmia è
risultata la più scarsa dal
1950. In Italia si produrranno
infatti 39,3 milioni di ettolitri,
in calo dell'8 per cento
rispetto ai 42,705 milioni di
un anno fa. Mai così male da
oltre sessant'anni. Crollano
soprattutto le produzioni di
TAORMINA
importanti competitor dei vini
siciliani, come quelli di Puglia
(-15 per cento), Friuli Venezia
Giulia (-21 per cento), Umbria
(- 20 per cento), Veneto (-12
per cento), Trentino Alto Adige
(-10 per cento). Una lieve
ripresa (+8 per cento) si
registra invece in Campania
dove però la produzione complessiva è di
soli 1,815 milioni di ettolitri.
Per la Sicilia, dunque, una decisa
inversione di tendenza che non colma il
divario rispetto ai 7,285 milioni di ettolitri
prodotti nel 2005, ma che arriva in un
contesto a prima vista favorevole. Dei
5,180 milioni di ettolitri di vino stimati per
questa annata, con la solita prevalenza
dei bianchi (attorno al 50 per cento) sui
rossi (35 per cento), la maggior parte
riguarda le Igt (Indicazione geografica
tipica), che si attesterebbe attorno al 60
per cento, mentre più o meno stabili
risulterebbero le produzioni a marchio
Doc ancora piuttosto marginali rispetto
all'intero contesto vitivinicolo isolano e
nazionale. Le Igt siciliane rappresentano
più o meno un quinto dell'intera
produzione italiana.
A vigilare anche in Sicilia sulla qualità
delle produzioni vitivinicole 2012, gli
uomini dell'Ispettorato centrale della
tutela della qualità e repressione frodi dei
prodotti agro-alimentari (Icqrf). E sono
incoraggianti i dati relativi alla vendemmia
di quest'anno. L'ufficio di Palermo
dell'Ispettorato che fa capo al ministero
dell'Agricoltura ha sequestrato soltanto
30mila litri di succo di uve ottenuto
presumibilmente a partire da uve da
tavola e 285 chilogrammi di acido
tartarico, detenuto senza la necessaria
documentazione di cantina. Rispetto alla
mole dei controlli effettuati e delle
quantità prodotte, dunque, l'entità dei
provvedimenti adottati sembra dimostrare
l'alta qualità e la sicurezza delle
produzioni vinicole siciliane.
LEGALMENTE
REGIONE SICILIANA
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE - ENNA
AVVISO ESTRATTO BANDO DI GARA
Si da avviso che il giorno 22/11/2012, alle ore 09,30, presso I'U.R.EG.A. seziorie di Enna si terrà la gara relativa ai lavori per la realizzazione delle opere di
adeguamento e messa a norma del Presidio Ospedaliero "C. Basilotta" di Nicosia. Ala - Est. CIG 4621580875. Importo complessivo dei lavori (compresi oneri
per la sicurezza) Euro 1.490.729,56 Cat.Prev.: OGI class. III.
La gara sarà espletata mediante pubblico incanto al sensi dell'art. 55 del .D.Lvo
163/06 e ss.mm.ii. Termine presentazione offerta ore 13.00 del giorno
19/11/2012. Il Responsabile degli Adempimenti di Gara è il Dott. Cesare Maddalena. L'estratto del bando sarà pubblicato sulla GURS n. 44 del 02/11/2012.
Il Commissario Straordinario
Dott. Nicola Renato Baldari
Eccellenze al San Domenico
COMUNE DI MOTTA S. ANASTASIA
SONO GIA CIRCA sessanta le cantine che parteciperanno al nuovo evento organizzato da Cronache di Gusto. Parola dʼordine della manifestazione iil territorio prima di tutto”, che si terrà al San Domenico Palace Hotel il 19 novembre a partire dalle 15.
L'ingresso alla degustazione è gratuito per gli operatori del settore (come albergatori, commercianti, addetti alla ristorazione) previa prenotazione all'indirizzo email [email protected] da inviare entro e non oltre il 12 novembre.
Nella sala chiesa adibita alla maxidegustazione non mancheranno i food corner che daranno la possibilità di assaggiare alcuni prodotti alimentari di eccellenza tra olii e formaggi, salumi e conserve.
Previste anche una serie di eventi collaterali compresa la cena con i cuochi
stellati Michelin di Taormina.
Provincia di Catania
AREA IV “TECNICA”
Via Napoli n. 70
Tel. 095.306150 – 095.307382 fax 095.308989
Oggetto: Procedura aperta affidamento Lavori per il progetto di ampliamento
della scuola elementare con la costruzione di n. 5 aule e la realizzazione di due
sezioni di scuola materna Cod. CUP: I33B0900170005 Cod. CIG: 18192826FE
RENDE NOTO
I lavori di cui in oggetto sono stati aggiudicati alla Ditta Di Bella S.r.l. Costruzioni Generali, Via Nazioni Unite n. 1, Paternò ( CT) che ha ottenuto il punteggio
di 83.6666, ribasso dʼasta 21,1717% sullʼimporto a base dʼasta di
€.1.483.063,39.
F.to IL RESPONSABILE AREA TECNICA
(Ing. Antonio Di Rosa)
pagina 35
Economia
2 NOVEMBRE 2012
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
UOMINI&BUSINESS
Rifiuti elettronici, adeguarci conviene
IL 13 AGOSTO 2012 sono entrate in
vigore nuove norme sulla raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti elettronici (cioè dei
rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche, ossia RAEE). Tali
disposizioni fanno parte della direttiva
RAEE, entrata in vigore nel febbraio 2003,
la quale prevede l'istituzione di un sistema
di raccolta che consenta ai consumatori di
restituire gratuitamente i loro rifiuti
elettronici. La nuova direttiva segna un
chiaro progresso verso la protezione
ambientale e favorisce un impiego più
efficiente delle risorse sul territorio
europeo. Lʼobiettivo è di prevenire
eventuali danni alla salute umana e
allʼambiente causati da sostanze
pericolose contenute nei RAEE; allo
stesso tempo si vuole aumentare il
riciclaggio e/o il riutilizzo di prodotti e
materiali. A questo proposito, la raccolta
sistematica e un corretto smaltimento
sono indispensabili per il riciclaggio di oro,
argento, rame e metalli rari usati per la
produzione di TV, computer portatili e
telefoni cellulari. Ad oggi solamente un
terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici dell'
Unione europea è oggetto di raccolta
differenziata nel quadro del regime
documentato. Lʼattuale tasso di raccolta
stabilito per l'UE è di 4 kg di RAEE pro
capite, che corrisponde a 2 milioni di
tonnellate allʼanno, a fronte delle circa 10
tonnellate annue di rifiuti generate. Si
stima che entro il 2020 il volume dei RAEE
aumenterà di 12 milioni di tonnellate,
centonove
perciò lʼambizioso obiettivo finale della nuova
direttiva è quello della raccolta dellʼ85% della
produzione complessiva di RAEE: nel 2020
la raccolta differenziata riguarderà allʼincirca
10 milioni di tonnellate di rifiuti, lʼequivalente
di 20 kg pro capite.
Al più tardi entro il 14 febbraio 2014, gli Stati
membri saranno tenuti a modificare la
legislazione nazionale in vigore in materia di
RAEE per conformarsi alle disposizioni della
nuova direttiva e ai relativi obiettivi. I
consumatori possono consegnare rifiuti
elettronici di piccole dimensioni presso i
negozi al dettaglio, fatta eccezione nel caso
in cui sistemi alternativi già in uso dimostrino
di essere di pari efficacia.
La direttiva fornisce inoltre agli Stati membri
gli strumenti per combattere con maggior
successo le esportazioni illegali di rifiuti.
Esse costituiscono infatti un grave problema,
in particolare se nascoste sotto forma di
spedizioni legali di apparecchiature usate per
raggirare la normativa UE in vigore. Per far
fronte a questa problematica, la nuova
direttiva imporrà agli esportatori di verificare il
funzionamento delle apparecchiature e di
documentare la natura delle spedizioni
sospettate d'illegalità. Infine, a partire dalla
data di attuazione nazionale della direttiva, si
applicherà unʼinversione dellʼonere della
prova alle spedizioni di apparecchiature
usate sospettate di contenere rifiuti illegali.
Janez Potočnik, Commissario per
l'Ambiente, ha dichiarato: “In un contesto di
crisi economica e di aumento dei prezzi delle
materie prime, rendere più efficiente
lʼimpiego delle risorse vuol dire coniugare i
vantaggi per l'ambiente e le opportunità di
crescita innovative. Ora siamo chiamati ad
attivare nuovi canali di raccolta per i rifiuti
elettronici e a migliorare lʼefficienza di quelli
già operativi. Invito gli Stati membri ad
allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del
termine ultimo di attuazione."
A partire dal 2016, gli Stati membri dovranno
garantire la raccolta del 45% delle
apparecchiature elettriche ed elettroniche
vendute sul territorio nazionale. Inoltre, dal
2018, lʼambito di applicazione della direttiva
si estenderà dalle categorie attualmente
considerate a tutte le apparecchiature
elettriche ed elettroniche. Infine, nel 2019,
l'obiettivo di recupero passerà al 65% delle
apparecchiature vendute, o, in alternativa,
all'85% dei RAEE prodotti. Gli Stati membri
potranno infatti scegliere liberamente quale
tra questi due benchmark adottare.
Un ulteriore progresso sarà la riduzione degli
oneri amministrativi, raggiunta grazie
all'armonizzazione degli obblighi nazionali in
materia di registrazione e comunicazione. La
Commissione farà uso dei poteri a lei
conferiti dalla nuova direttiva per
armonizzare la frequenza del flusso di
comunicazioni dei produttori, il formato
previsto per la registrazione e le
comunicazioni verso i registri nazionali. Essa
riesaminerà inoltre l'impatto di determinate
modifiche introdotte con la nuova direttiva;
ad esempio, nell'ambito di applicazione, con
il fine di individuare eventuali risvolti
indesiderati.
AEROPORTI
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Stretta sulle partite Iva
LE MODIFICHE DEI CONTRATTI flessibili operate dalla riforma del lavoro hanno
portato ad un giro di vite sullʼutilizzo delle cosiddette partite Iva, vale a dire quelle
prestazioni lavorative rese da persone titolari di posizione fiscale ai fini dellʼimposta
sul valore aggiunto. Peraltro i contratti di collaborazione a partita Iva in essere al 18
luglio scorso dovranno essere allineati alle nuove regole entro 12 mesi dallʼentrata
in vigore della riforma (18 luglio 2013). Per queste ragioni, i committenti di rapporti
di collaborazione “a partita Iva” sono chiamati a effettuare una serie di verifiche. Intanto, secondo le disposizioni della norma – la quale si riferisce infatti ai rapporti di
collaborazione con “persone” titolari di partita Iva – pare siano escluse dal nuovo regime le prestazioni effettuate da lavoratori autonomi che svolgono attività sotto forma di impresa
nonché dei soggetti societari.
In presenza invece delle fattispecie messe sotto
esame dalla riforma, occorre allora “passare” la
prestazione al vaglio dei vincoli introdotti dalla legge 92/2012: a. la durata della collaborazione non
deve superare gli otto mesi annui nellʼarco di due
anni; b. Il corrispettivo non deve costituire più
dellʼ80% dei corrispettivi complessivamente percepiti dal collaboratore nellʼarco di due anni; c. il collaboratore non deve disporre di
una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente.
Qualora, infatti, ricorrano almeno due dei presupposti elencati, la prestazione può
confluire in un rapporto di lavoro subordinato.
Vi sono però due eccezioni in virtù delle quali non opera la presunzione di subordinazione, vale a dire quando: il lavoratore possiede competenze teoriche elevate o
tecnico-pratiche; la prestazione riguarda il titolare di un reddito annuo da lavoro autonomo non inferiore a 1,25 volte il livello minimo imponibile ai fini del versamento
dei contributi alla gestione Inps commercianti.
Infine, rimangono al riparo dalle modifiche della legge 92 le prestazioni lavorative
svolte nellʼesercizio di attività professionali “per le quali lʼordinamento richiede lʼiscrizione a un ordine professionale”. I consulenti del lavoro possono supportare i
committenti non solo per la verifica delle collaborazioni in essere, rispetto alle nuove regole introdotte dalla riforma, ma sono anche in grado di assisterli nella stipula
di nuovi contratti.
ECOSHOPPING
Sisili a Messina,
primo negozio a km0
MESSINA. Si chiama “Sisili” ed
è il primo negozio di abbigliamento e accessori a km0, tutto
made in Sicily quello inaugurato dallʼimprenditrice-giornalista Matilde Cannavò a Messina.
Taglio del nastro per “Sisili” che si propone di promuovere
tuttoil meglio della produzione
isolana - giovedì scorso allʼAthena Gallery (ex magazzini
Piccolo).
AUTOMOBILE CLUB MESSINA
Massimo Rinaldi
eletto presidente
MESSINA. I Soci dellʼAutomobile Club Messina hanno eletto i componenti del Consiglio
Direttivo dellʼEnte per il quadriennio 2012-2016. Dopo una
consultazione elettorale che
ha coinvolti i circa 6.000 Soci
del sodalizio peloritano sono
risultati eletti: presidente
Massimo Rinaldi, vice presidente Marco Messina. Componenti: Tullio Lanese, Giuseppe Pirrone, Nazzareno
Russo.
CONSUMATORI
Comiso, si firma
convenzione Evav
C’è poca...mediazione
RAGUSA. A tappe
forzate verso la firma
della convenzione tra
la Soaco e l'Enav per il
servizio di assistenza
al volo dell'aeroporto
di Comiso. Si firma il
prossimo 5 novembre
a Roma nella sede del
ministero dei
Trasporti ma nel
frattempo la
convenzione Enav
deve superare altri
passaggi
propedeutici:
l'approvazione della
bozza da parte del
nuovo Cda di Intersac
e la fideiussione
richiesta da Enav a
garanzia del
pagamento del primo
biennio. Riguardo alla
convenzione il
consiglio di
amministrazione del
socio di maggioranza
Soaco è stato
convocato, subito
dopo si riunirà quello
della società di
gestione che dovrà
ratificare tutti i
passaggi.
LA CORTE COSTITUZIONALE ha bocciato la
mediazione obbligatoria. Introdotto con il decreto
legislativo n. 28/2010, il procedimento di
mediazione era previsto obbligatoriamente in
numerose materie (condominio, diritti reali,
divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia,
locazioni, comodato, affitto di azienda, risarcimento
del danno derivante da
responsabilità medica,
risarcimento del danno
derivante da diffamazione
con il mezzo della stampa o
altro mezzo di pubblicità,
contratti assicurativi,
bancari e finanziari,
risarcimento del danno
derivante dalla circolazione
di veicoli e natanti) con la conseguenza che, chi
intendeva promuovere una causa relativa ad una
delle suddette materie, doveva preliminarmente
attivare la procedura conciliativa presso un
organismo accreditato. La legge infatti stabiliva
lʼimprocedibilità dei procedimenti avviati senza il
tentativo di mediazione. Inoltre era prevista una
sanzione a carico della parte che, senza giustificato
motivo, ometteva di partecipare al procedimento di
mediazione.
La questione di illegittimità costituzionale della
normativa, che ha introdotto il procedimento di
mediazione, è stata decisa dalla Corte
Costituzionale che ha dichiarato illegittima la
previsione dellʼobbligatorietà.
Francesco Suria
Adiconsum Messina
pagina 36
centonove
ARTE ED EROTISMO,
IL PRINCIPE E ILPOVERO
Alla mostra “Gli ultimi Gattopardi”
il legame tra Alliata e Laaksonen
PAGINA 38
poster
2 NOVEMBRE 2012
RANIERI WANDERLING
IL POP E’ ROMANTICO
Cinquanta opere dellʼartista messinese
in mostra al Monte di Pietà
PAGINA 43
MURALES DI UMANITA VARIA
INIZIATIVE. GRUPPO D’ACQUISTO SOLIDALE PRESENTATO AL SALONE DEL GUSTO DI TORINO
MILANO
Messina a tutto Gas
Sicilia in scena
al Golosaria
Nato dalla collaborazione tra Fondazione di Comunità e Slow Food Valdemone.
Base operativa a Forte Petrazza. Tra impegno sociale ed educazione al gusto
Premiato il vino dei fratelli Cambria
di Furnari e i Burgio di Siracusa
MESSINA. Si chiama
Eco-Gas-Tronomia e
nasce dalla
collaborazione tra
Fondazione di
Comunità di Messina e
Slow Food Valdemone.
È il gruppo d'acquisto
solidale che sostiene le
produzioni che
raccontano storie di
inclusione sociale,
legalità, impegno di
lotta alle mafie,
sostenibilità e giustizia
sociale. Eʼ stato
presentato sabato 27
ottobre dalla
Fondazione di
Comunità di Messina,
in collaborazione con
Slow Food Valdemone,
al Salone del Gusto di
Forte Petrazza
Torino. Eco-Gastronomia, nasce forte
della partecipazione di circa 300 famiglie, le stesse che
attraverso un bando hanno aderito al progetto Luce è
Libertà mettendo a disposizione le proprie abitazioni per
realizzare gli impianti fotovoltaici di Fondazione di
Comunità Messina. Le famiglie aderenti sono oggi
beneficiarie della produzione energetica dellʼimpianto
fotovoltaico, mentre il conto energia è a disposizione
della Fondazione per finanziare sul lungo periodo i
propri programmi sociali, culturali, di ricerca e sviluppo.
Tra questi, la costituzione di Eco-Gas-tronomia. Il Gas
avrà la sua base operativa a Forte Petrazza, complesso
architettonico ottocentesco di grande pregio, situato su
un colle che domina lo Stretto di Messina. Un valore
aggiunto di Eco-Gas-tronomia sarà la sua propensione
didattica di educazione al gusto. Tutti i prodotti saranno
MILANO. La Sicilia “sbanca” a Golosaria
Milano, giunta alla sua 7^ edizione, che
premia le migliori realtà produttive italiane
recensite nel libro Il Golosario 2013
(Comunica Edizioni, 25.00 euro), la guida alle
cose buone d'Italia scritta e ideata da Paolo
Massobrio e giunta alla 14^ edizione.
La regione Sicilia sarà protagonista
dell'evento "Arriva L'Ascolto del Vino con i Top
2012” domenica 18 novembre (alle ore 14)
nell'area Agorà con la premiazione
dellʼazienda Cambria di Furnari con il Nocera
"Mastronicola” 2010, di Arianna Occhipinti di
Vittoria con il Sicilia "Il Frappato” 2010.
I riconoscimenti del Golosario alla regione
Siclia saranno conferiti anche domenica 18
novembre (ore 16) sempre nell'area Agorà,
con l'evento Botteghe del formaggio.
nellʼambito della rassegna, il premio andrà
allʼazienda dei fratelli Burgio - “Il gusto dei
sapori smarriti” di Siracusa, mentre per le
trattorie sarà premiata la Nangalarruni di
Castelbuono, paesino tra Nebrodi e Madonie
in provincia di Palermo.
I produttori e le eccellenze gastronomiche
della regione Sicilia recensiti da Paolo
Massobrio sul Golosario sono in tutto 566 così
suddivise: 133 cantine, 27 ristoranti, 241
luoghi del gusto, 165 produttori di cose buone
(compresi i produttori di olio a cui è dedicata
una sezione specifica).
I riconoscimenti del Golosario riguarderanno
quest'anno 78 realtà italiane suddivise in 16
categorie: Botteghe del Gusto, Pasticcerie,
Panetterie, Macellerie, Gelaterie, Lounge Cafè, Botteghe del formaggio, Locande di
nuova concezione, Trattorie, Agriturismi,
Pizzerie, Ristoranti di pesce, Migliori tavole
dell'anno, Relais di charme e gusto, Maestri
della cucina italiana, Civiltà Contadina.
presentati settimanalmente attraverso i Laboratori del Gusto
Slow Food, alla presenza del produttore, in modo che ci sia
una conoscenza approfondita non solo delle qualità
organolettiche del prodotto e del suo legame con il territorio,
ma anche un incontro e un racconto dei saperi artigianali del
produttore. In prima linea ci saranno i prodotti dei Presidi e
delle comunità Slow Food della Provincia di Messina. In
modo particolare saranno sostenuti i giovani agricoltori della
comunità di Giampilieri, recentemente colpiti da disastri
ambientali e che con il loro lavoro stanno ricominciando a
coltivare sui terreni alluvionati.
Inoltre, coerentemente con l'imperativo etico che da sempre
contraddistingue tutte le iniziative di Fondazione di Comunità
di Messina, attraverso il GAS si perseguirà l'obiettivo del
reinserimento di soggetti svantaggiati.
PROGETTI
Arti culinarie, arriva l’accademia
PALERMO. Presto anche la Sicilia potrà fregiarsi di un'accademia di arti culinarie, un centro di studio, formazione e promozione della cultura enogastronomica regionale aperta a studenti, professionisti e cultori della tradizione
millenaria isolana. Lo ha annunciato al Salone del gusto a Torino Nicola Fiasconaro, tra i sostenitori del progetto, nel corso di un incontro sul panettone
biologico, promosso in collaborazione con l'università degli studi di scienze
gastronomiche.
Fiasconaro, la cui produzione è interamente realizzata a Castelbuono con materie prime locali biologiche, produce un panettone biologico a elevata digeribilita'. A margine dell'incontro è stato anche annunciato l'accordo in forza
del quale gli studenti dell'università di scienze gastronomiche di Pollenzo (To)
inizieranno un periodo di stage formativo alla bottega di pasticceria Fiasconaro.
pagina 37
2 NOVEMBRE 2012
PARCO VIGELAND
(NORVEGIA)
Realizzato dallo
scultore Gustav
Vigeland, è
caratterizzato da oltre
200 sculture che
ritraggono scene di
vita quotidiana.
Culmina con un
obelisco con scolpiti
121 corpi avvinghiati
posterproibito
LOVELAND JEIEU
(COREA DEL SUD)
È un parco tematico
composto da sculture
di marmo e bronzo
fortemente erotiche.
Opere dʼarte erette
per il piacere del
pubblico pagante.Si
va dal semplice bacio
tra due amanti a opere
molto più spinte
MESSINA. La mostra “Gli ultimi Gattopardi” svela un legame impensabile
Erotismo, il principe e il povero
Gli inediti fogli di Raniero Alliata di Pietratagliata anticipano e corrono paralleli
alla produzione di Touko Laaksonen. Divenuto per il mondo gay Tom of Finland
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Non si sono conosciuti, sono
nati a distanza di decenni lʼuno dallʼaltro (in
luoghi praticamente agli antipodi
culturalmente e geograficamente), hanno
avuto storie diverse (uno era di umili origini,
lʼaltro un blasonato occultista) eppure sono
uniti da una “trasgressione privata” che, in
tempi differenti, è diventata pubblica. Si
tratta di Tom of Finland, nome dʼarte di
Touko Laaksonen, e Raniero Alliata di
Pietratagliata. A rivelare il legame che
unisce i due personaggi, la mostra “Gli
ultimi Gattopardi”, allestita a Messina
nellʼambito de “Il Circuito del Mito, dove,
per la prima volta, sono in mostra 21
disegni del nobile palermitano forniti allo
studioso di storia patria Franz Riccobono.
Illustrazioni strettamente private che, per
volontà dello stesso autore, dovevano
restare occulte fino alla sua morte. E che,
adesso, vedono la luce in tutta la loro
prepotente eroticità. I fogli, che presentato
anche illustrazioni colorate e
successivamente corrette a penna, sono
disegnati su entrambi i lati. Hanno una
numerazione, che lascia immaginare la
sterminata produzione, ma mancano di
data. Anche se dalle vesti e dalle
acconciature si può desumere una loro
datazione, che corre da prima della Guerra
alla morte dellʼautore, nel 1979.
L’CCULTISTA. Raniero Alliata di Pietratagliata
TOM OF FINLAND. Touko Laaksonen
BINARI PARALLELI. Raniero Alliata di
Pietratagliata nasce nel 1886. Figlio più
giovane di Luigi di Pietratagliata e
Bianca Notarbartolo, è stato un anello di
congiunzione, per motivi temporali e
parentali, tra due generazioni di
“Gattopardi”. Entomologo, studioso a
tutto tondo delle scienze, intellettuale e
sperimentatore, dopo un collasso
economico si ritirò nella villa di famiglia
dove rimase fino alla morte, lavorando di
notte (lanciava dalla finestra anatemi
contro la speculazione edilizia
circostante, tenendo un teschio in mano)
e dormendo di giorno. Fino alla recente
mostra, la sua figura è stata legata
soprattutto allʼoccultismo, celebrata dal
libro di Bent Parodi di Belsito, “Il
Principe Mago”, in cui giornalista di nobile
casato racconta i segreti di Raniero, che
lo chiamava affettuosamente Papillo. La
sua produzione erotica? Era conosciuta
Accanto e al centro,
due disegni di Raniero
Alliata di Pietratagliata
e Tom of Finland.
In entrambi i casi,
al di là dei personaggi
e dei loro abiti
(si tratta di decenni
diversi della prima
metà del XX secolo),
lo spirito
dellʼapproccio
che prelude al sesso
è identico.
A destra, Parco
di Göreme, in Turchia.
Nella foto i cosiddetti
camini delle fate,
formazioni rocciose
naturali che alcuni
vedono come falli
scolpiti dalla natura
pagina 38
centonove
centonove
posterproibito
FUTURA GALLERY
(PRAGA)
PAN E LA CAPRA
(NAPOLI)
Una delle opere più
note è di David
Cerny. La scultura
è percorribile
entrando dal
deretano.
Allʼinterno, politici
che cantano i
Queen
Proveniente da Villa
Ercolanese dei
Papiri, dopo la sua
scoperta, a causa
dellʼimmagine
scabrosa, la scultura
fu chiusa nel
Gabinetto Segreto
dellʼArcheologico
A sinistra e a destra,
due disegni
di Raniero Alliata
di Pietratagliata
e di Touko
Laaksonen.
Disegnate in tempi
differenti,
con soggetti diversi,
sono accomunate
da una spericolata
visione del sesso
attraverso posizioni
che sfidano, spesso,
le gelli della fisica,
oltre che abbattere
le barriere del “comune
senso del pudore”.
Le figure del principe
sono donne dotate
di un fallo maschile,
quasi a richiamare
lʼantico mito
dellʼermafrodita.
Quelle di Laaksonen,
invece, sono uomini.
A Tom of Finland
si deve una svolta
nella visione
dei rapporti
omosessuali,
che dal luogo comune
dellʼeffemminatezza
diventano “virili”
un poʼ da tutti coloro che lo avevano
conosciuto, ma nessuno lʼaveva mai
vista. Diverse le vicende di Touko
Laaksonen, nato 41 anni dopo (lʼ8
maggio del 1920) a Kaarina, vicino Turku,
sulla costa meridionale della Finlandia.
Figlio di maestri, crebbe in unʼatmosfera
familiare densa di spunti artistici e, al
contempo, in un contesto popolato di
terra di frontiera, circondato da contadini
e boscaioli. A differenza di Raniero
2 NOVEMBRE 2012
Alliata, che si sposò solo una volta ma
non disdegnava avventure senza sosta,
Touko sin da piccolo si sentì diverso,
attratto dal suo stesso sesso. La svolta,
per lui, arriva nel 1939, quando va alla
scuola per pubblicitari a Helsinki. In città,
da ragazzo proveniente dalla campagna,
viene letteralmente inebriato dal porto,
popolato da marinai, poliziotti, operai e ,
dopo lʼinizio della Seconda Guerra
Mondiale, da soldati. Dopo il conflitto, a
Accanto,
due ermafroditi
di Raniero Alliata
di Pietratagliata.
Il disegno risale,
presumibilmente,
agli anni Venti.
Al centro,
un disegno
di Tom of Finland
mai pubblicato
sulle riviste.
A destra, un classico
dellʼarte erotica. Un
particolare
delle sculture
del Tempio del Sole,
edificio religioso
risalente al XIII secolo
che si trova nella città
di Konark, nello stato
di Orissa, in India
pagina 39
qualche anno di distanza dallʼinizio della
produzione di Raniero Alliata, ritorna alla
pratica adolescenziale di chiudersi nella
sua stanza, di spogliarsi nudo e
disegnare sui fogli i suoi famosi “dirty
drawings”. Fogli che rimangono segreti
fino al 1956, quando, spinto da un amico,
decide di inviarne alcuni a una rivista
americana, “Physique Pictorial”. Il
successo arriva però sul finire della sua
vita, negli anni ʻ70: grazie ai soldi
accumulati come pubblicitario, decide di
dedicarsi solo ai suoi disegni. Nel 1973
espone ad Amburgo (e alcuni lavori
vengono rubati), ma la svolta arriva nel
1978, in occasione del primo viaggio in
America, con una mostra a Los Angeles
(ne seguiranno altre a San Francisco e
New York). Quanto basta per far
diventare Touko “Tom of Finland”, come
è riconosciuto e amato dal mondo gay
planetario. Lʼartista muore nel 1991.
TRASGRESSIONI A CONFRONTO.
Una cifra stilistica accumuna Raniero
Alliata di Pietratagliata e Touko
Laaksonen. Lʼestrema fantasia nel fissare
accoppiamenti ai limiti delle leggi fisiche e
delle capacità umane, ma anche gli stessi
incontri (che poi diventano spesso orge),
popolati da scambi di sguardi,
ammiccamenti, provocazioni più a meno
palesi. Fino ad arrivare quasi a un punto
di contatto, come nellʼimmagine grande al
centro di queste due pagine, realizzata da
principe, in cui campeggia una scritta
“Cook (a)gency” che sembra citare (non
solo nella spericolata posizione) i lavori
del Finlandese. Ma se a Touko,
omosessuale, si deve aver mutato la
visione del sesso fra uomini, reso virile e
non effeminato, il mondo privato di
Raniero resta intimamente legato
allʼantichità e allʼesoterismo. Protagonisti
delle sue storie erotiche, infatti, sono
donne dotate di fallo che richiamano il
mito dellʼermafrodita. Ma la verità sulla
loro natura, ad ogni modo, è morta con il
principe.
posterlibri
2 NOVEMBRE 2012
centonove
SAGGI. E’ morto l’inglese che ha scritto i best-seller della storia
La mafia secondo Hobswamm
Attento alle vicende siciliane, sosteneva che la criminalità organizzata ha una strategia
politica di lunga durata. Non a caso gli interessi si concentrano su Palermo
DI AUGUSTO CAVADI
PALERMO. Erich Hobsbawm è stato uno
storico anomalo per almeno due ragioni: è
rimasto un marxista, sia pur critico e
creativo, sino alla fine dei suoi giorni; ha
scritto di storia in maniera così accattivante
che alcuni suoi titoli (uno per tutti: Il secolo
breve) sono diventati, meritoriamente, dei
best seller. Ma questo è noto e in queste
settimane, in occasione della sua
scomparsa, è stato ricordato da più parti.
Meno nota - e mi pare da nessuno ricordata
– lʼattenzione di Hobswamm alle vicende
siciliane, soprattutto nel suo I ribelli. Forme
primitive di rivolta sociale (del 1959 e
tradotto in italiano dallʼ Einaudi nel 1966).
Una prima chiarificazione riguarda la
necessità di distinguere ciò che
nellʼimmaginario comune viene troppo
spesso – e disastrosamente – confuso: il
banditismo sociale con la mafia. Il
banditismo è “rurale, non urbano”; si limita a
società contadine “profondamente e
tenacemente tradizionali, a struttura
precapitalista”; è “un fenomeno prepolitico”.
La mafia siciliana, al contrario, è tanto rurale
quanto urbana; è originata “dalle ambizioni
delle classi medie”; è organizzata secondo
“vere e proprie ʻcatene di comandoʼ e di
iniziativa, forse sul modello degli ordini
massonici”. A suo modo - arriva a sostenere
Hobsbawm, ma la sua tesi andrebbe
ulteriormente precisata – la mafia ha una
strategia politica di lunga durata: i suoi
alfieri, i “gabellotti”, vogliono e realizzano “il
trasferimento del potere dalla classe feudale
al ceto medio” (rurale prima, cittadino dopo).
Infatti presto gli interessi mafiosi si
concentrano su Palermo, la capitale dove
“risiedevano gli avvocati (che di solito erano
figli o nipoti istruiti della borghesia
campagnola), che stipulavano i trasferimeni
di proprietà; i funzionari e i tribunali da
ʻorientareʼ; i commercianti che disponevano
A CURA DI CARMELO CELONA
Eric Hobswamm
dei prodotti tradizionali, quali bestiame e
grano, e dei nuovi prodotti ad alto reddito quali
aranci e limoni”. La svolta decisiva si ebbe con
lʼavvento al potere della Sinistra storica
(dunque allʼinterno dellʼunica ideologia politica
dominante, il liberalismo) nel 1876: si instaura
“il vero regno della Mafia” che, grazie
allʼalleanza con la classe politica al governo,
diventa “una grande potenza”. Con una
coniugazione al passato (che non esclude un
prolungamento sino al presente), lo storico
inglese annota: “I suoi membri sedevano in
Parlamento a Roma e affondavano le mani
nella parte più ricca della greppia governativa:
grandi banche, scandali nazionali”. Altro che
identificazione fra banditismo e mafia,
insomma! “La Mafia manteneva lʼordine
pubblico con mezzi privati e, generalmente
parlando, difendeva lapopolazione proprio
LACERTI DI LETTURE
La statistica
Quando si ha contezza del limite della vita, questa comincia
a dilatarsi e il tempo gocciola enfatico come certi rubinetti nel
buio della notte. “Con il virus nel sangue e con quella che
i medici chiamano”aspettativa di vita” non superiore a
due o tre anni, la gioia della vita è grande. E come se la
vita si fosse ampliata, vedo di più, sento di più, so che
ho amato di più.” Certa morale fonda i suoi valori sul
pregiudizio della maggioranza e mai sul senso e sulla
ragione. “La normalità, questo concetto statistico,
trapiantato improvvidamente nel campo morale, di cui è
una categoria.” La sofferenza che la qualità, essendo in
minoranza, deve pagare quale tributo alla banale diffusa
normalità, fondata sullʼirrazionale e sullʼignoranza.
“La normalità, nella sua mera accezione statistica,
applicata alle esperienze esistenziali.” Siamo noi che
contro il banditismo”.
Almeno un secondo tema affrontato da
Hobsbawm va ricordato: il movimento dei
fasci siciliani (1892 – 93) che, a suo avviso,
meriterebbe molta più attenzione da parte
degli storici (alcuni decenni dopo gliela
avrebbe dedicata Umberto Santino). Infatti,
nel contesto europeo, “oltre ad essere il più
esteso, è anche il primo che possa essere
definito come un movimento organizzato con
dei capi, unʼideologia moderna e un
programma: è questo, in effetti, il primo
movimento contadino che si distingua da una
semplice reazione spontanea dei contadini”
(come quella raccontata da Giovanni Verga
nella novella Libertà). Sappiamo come è finito
questo movimento di riscossa popolare in cui
attese millenaristiche e teorie socialiste si
intrecciarono (a Piana degli Albanesi si
registrò una originale, “triplice fedeltà: al
comunismo, agli albanesi e alla Chiesa
greca” che si tradusse in alcune aziende
agricole a conduzione cooperativistica capaci
di sopravvivere alla reazione padronale e
governativae sino agli anni in cui lo storico
marxista scriveva). Esso resta, comunque, un
possibile modello per il presente:
unʼesperienza collettiva di mobilitazione per
ragioni economiche ma non priva di ideali
morali e politici che aiuti la gente, soprattutto i
ceti sociali più deboli (come oggi i
disoccupati, i sotto-occupati e i precari a vita)
, ad uscire da uno stato ibrido di “parassitismo
e ribellione”, a convergere su un progetto
complessivo minimamente coerente e a
scongiurare la tentazione più ricorrente (in
queste settimane di scottante attualità): “la
mancanza di interesse” da parte dei cittadini,
soprattutto dei proletari, “nei confronti della
politica”.
LA CLASSIFICA
di Felice Irrera
Carlo Galli, I riluttanti. Le élites italiane di fronte alla responsabilità,
Laterza 2012, pp. 130, € 14,00
Molto si è detto, particolarmente in questo periodo, sul ruolo delle classi dirigenti e sulla loro inadeguatezza corruzione. In questo denso saggio, lʼautore
ricerca una costante nella storia italiana, rintracciandola in un degrado, che fa
seguito a periodi più o meno lunghi di regime politico-istituzionale (Risorgimento, Resistenza), cui fa seguito una crisi di sistema che porta allʼavvento di
nuove élites (per lungo tempo “riluttanti”) che rimettono ordine nel sistema stesso. Sarebbe il caso, ai nostri giorni, del governo Monti.
Follett - L' inverno del mondo. The
E. L. James - Cinquanta sfumacentury trilogy. Vol. 2 - Mondadori
ture di rosso - Mondadori
1Ken
4
E. L. James - Cinquanta sfumaPaolo e Rossella Simoncelli - Il
grigio - Mondadori
Sic - Rizzoli
2E.tureL. diJames
5nostro
- Cinquanta sfumaCarmine Abate - La collina del
3ture di nero - Mondadori
6vento - Mondadori wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
progettiamo le nostre catene, e la società nella quale ci
integriamo le costruisce. “I miei occhi sono pieni di pietà
quando osservo chi si è costruito tutti gli impedimenti
alla vita, chiusa fra ideologie, sicurezze, carriere, e che
da questa prigione è così bloccato, che non riesce non
solo ad uscirne , ma nemmeno a guardare cosa succede
fuori.” Nel dolore senza soluzione, una notte dʼamore da
consolazione infinita. “Se lʼamore, la passione e anche far
lʼamore, nella salute e nella quotidianità è gradevole e
confortante, nel dramma assume una valenza assoluta,
palpitante, si stacca dalla normalità ancora di più, e
ascende forse fino alla divinità.” Purtroppo solo dal dolore
sʼimpara. “Il dolore affina, nobilita, allarga, ingigantisce,
spappola, rompe, disintegra, fa impazzire, paralizza, è
unʼesperienza importantissima, forse e di più: modifica.
Eʼ un educatore.” La caccia allʼuntore moderna avviene
attraverso i media ed ha un clamore devastante sulle
incolpevoli vittime. “Ci siamo sentiti appestati, ma non era
pagina 40
il virus che ci appestava, era lʼopinione pubblica, era
quello che la gente pensava, quello che la televisione e
la stampa ci faceva sentire, come ci descriveva.”
Lʼamore non è un sentimento di esclusiva pratica tra uomini
e donne. Lʼamore è universale. “Detestava gli
omosessuali, i gay, non si riteneva appartenere a tali
categorie, ed aveva ragione. Si diceva un uomo che ama
un altro uomo.” Il sonno consolatore è quasi sempre un
sonno sicuro. Spesso questa sicurezza ci arriva attraverso il
calore dellʼaltro che ci dorme accanto.
“Insieme abbiamo ricostruito la vita, il nostro amore,
dormivamo vicini dopo aver fatto lʼamore, il più delle
volte spossati, metteva le dita sotto il mio fianco, sentiva
che cʼero, doveva sentirlo anche fisicamente e così ci
addormentavamo.”
Lacerti tratti da: “La bellezza è negli occhi di chi guarda ”
1993 Luigi Cerina
postermusica
centonove
2 NOVEMBRE 2012
L’INTERVISTA. Progetti e speranze del musicista di Santa Teresa di Riva
«Io, folgorato da Miller»
Max Dedo racconta gli esordi con filicorno nella banda del paese. Poi l’incontro col trombone
e artisti di fama internazionale. «Con James Taylor una emozione che non si dimentica»
DI ANGELO
SAVASTA
MESSINA. Lʼincontro con MaxDedo,
musicista e cantautore di Santa Teresa
di Riva, avviene nei camerini di un
teatro in maniera insolita. Appena
smesso di mangiare, cerco di
provocarlo chiedendogli in prestito lo
spazzolino da denti. Non batte ciglio:
«Prendilo tu stesso. Eʼ nella
ventiquattrʼore». Eʼ bastato poco
percapire Max. Eʼ così. Un ragazzo
intelligente che non perde mai la
bussola e ama rimettersi continuamente
in discussione. Non staremo ad
elencare la sua riccacarriera musicale in
Rai, Sanremo, Domenica in...
Come, quando e dove il tuo primo
incontro con la musica?
«Il mio primo incontro con la musica è
stato con Glenn Miller in tv, quando vidi
questo signore elegante suonare questo
strano strumento, il trombone, rimasi
molto colpito e chiesi subito ai miei
genitori di studiare musica... così mi
mandarono in banda dove dapprima mi
misero in mano uno strano strumento
chiamato flicorno tenore ma non
contento del flicorno ben presto
chiesi di cambiarlo con il
trombone. Iniziai a studiare
trombone prima in banda e
molto presto al
conservatorio.».
E' stato per caso che ti
sei trovato un
trombone tra le
mani, o è stata
una scelta
mirata? Qualche
volta, e molto
piacevolmente
direi, ci è capitato di
sentirti fare delle
escursioni jazz che
ci hanno molto
impressionato. E'
un territorio che ti
appartiene?
«Sin da giovane a
casa mia si ascoltava
molta musica, mio
padre ascoltava la
musica classica e i
jazzisti di inizio
secolo... sono
cresciuto a suon di
rimsky korsakov e
bix beiderbecke. Mi
sento figlio dei classici
quanto del jazz».
In campo nazionale
sei un estimatissimo
professionista, con
molte esperienze sia
in Rai che a Mediaset
oltre che a Sanremo e
Max Dedo
qualche anno fa hai
anche fatto parte dell'orchestra di
"Domenica in" diretta da Pippo
Caruso. Che ricordo hai di
quell'esperienza?
«Lavoro dal 2001 nell'orchestra della
Rai con Pippo Caruso e Baudo, ho
partecipato a numerosi festival di
sanremo e ho suonato in tantissimi
programmi tv con Panariello, Lorella
Cuccarini, Simona Ventura, Carlo Conti
e tanti altri. Queste esperienze
importanti mi hanno dato la possibilità di
accompagnare artisti di fama nazionale
ed internazionale del calibro di James
Taylor, George Benson, Michael Bublè,
Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart,
Michael Bolton, Vasco Rossi, Riccardo
Cocciante, Eros Ramazzotti, Renato
Zero, Claudio Baglioni, Andrea Bocelli,
Tiziano Ferro, Gianni Morandi e Pooh».
Tu vivi a Roma ma non puoi fare a
meno di ripercorrere, con molta
frequenza, la strada che ti riporta al
luogo natio?
«Vivo a Roma e
penso alla Sicilia.
La mia terra mi
ha dato tanto
ma per far
carriera sono dovuto scappare a Milano
per oltre 10 anni e successivamente a
Roma dove risiedo da circa cinque
anni».
Se dico Kunsertu, Nemas project e
Bandamariù, cosa ti viene in mente?
«Mi viene in mente un comune
denominatore: il dialetto e la musica
originale. Il mio primo turno discografico
professionale l'ho fatto con i Kunsertu
nel 1990 il vinile si chiamava Zambra ed
è stata un'esperienza emozionante.
Nemas project è un progetto di Nello
Mastroeni al quale ho preso parte in
veste di arrangiatore dei fiati e di
strumentista. Bandamariù è una band
che ho fondato nel 2003 a Milano e che
ha un ruolo fondamentale nella mia vita.
Oggi composta definitivamente da
musicisti messinesi doc sta vivendo un
momento di particolarmente florido».
Qual è stata la più bella esperienza
che ti sia capitata nel mondo della
musica?
«In ogni concerto che faccio provo delle
emozioni diverse ma sempre alte. Ho
provato una forte emozione di recente
suonando con
James
Taylor nel
programma tv "Panariello non esiste"».
A parte la musica, coltivi qualche
hobby in particolare?
«Fino a qualche anno fa coltivavo
l'hobby della pittura, ho fatto parecchie
mostre collettive e personali. Oggi non
trovo più il tempo di dipingere perchè la
musica assorbe quasi tutto il mio tempo,
ma prima o poi riprendo...».
C'è, secondo te, una qualche
relazione tra il cibo e la musica?
«Penso che la musica sia una
componente insostituibile e
indispensabile per uno sviluppo
armonioso dellʼessere umano almeno
quanto il cibo. Cibo e musica
rispondono a stimolazioni sensoriali
dirette magistralmente dal nostro
cervello. Secondo me quando
mangiamo del buon cibo il nostro
cervello “risponde” attivandosi
esattamente come quando
ascoltiamo della musica, al punto tale
da variare diverse funzioni vitali nel
nostro organismo».
Tra i grandi trombonisti, qual è stato
quello che ti ha influenzato di più o
perlomeno che ti ha affascinato di
più?
«Come dicevo prima il mio primo
incontro trombonistico è stato con Miller
ma probabilmente quello che mi ha
formato ed affascinato di più è stato jj
johnson Il re indiscusso del trombone
bebop, jj era talmente musicale che
anche i respiri che prendeva tra una
nota e l'altra suonavano come le note
eseguite».
Nel tuo modo di porti, in genere,
traspare tanta autoironia. E' il tuo
modo di essere?
«Mi piace molto ironizzare, forse anche
troppo, non mi piace prendermi
sul serio quindi quando posso rido e
cerco di divertirmi».
Che tipo di papà sei?
«Non so ancora che papà sono spero di
essere un buon padre».
Cos'è per Max Dedo la musica?
«La musica è salvezza, voglia di aiutare
il mondo, amore, cibo per l'anima,
rigore, allegria e melanconia. Il
contenuto dell'anima di un'artista si
espande in tutte le direzioni e nel
momento in cui ha raggiunto un certo
grado interiore, la forma esteriore si
pone a disposizione
dell'intimo valore di questo grado».
Cosa ti piacerebbe dire ai Messinesi?
«Il dormiente si è svegliato...».
LA SCHEDA
Tutto iniziò con la sinfonica
Trombonista e cantautore messinese, Massimo De Domenico inizia la sua
carriera musicale nellʼambito classico/sinfonico esibendosi in tour con numerosi direttori dʼorchestra tra cui Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini e Giuseppe Sinopoli. In Italia ha collaborato suona ed inciso per Mario Venuti,
Cristiano De Andrè, Tosca, Elio e le Storie Tese, Nomadi, Daniele Silvestri,
Arisa, Marina Rei e Franco Fasano. Fondatore ed autore della Bandamariù,
ha anche suonato nei musicalʼs A Chorus Line, Hallo Dolly, Saranno Famosi, La febbre del sabato sera, My fair lady, A Qualcuno piace caldo, Dance, Sette spose per sette fratelli, Evita e Jesus Christ Superstar. Da diversi anni suona nellʼOrchestra RaI per varie edizioni del Festival di Sanremo
e per numerosi programmi Rai tv di successo accompagnando artisti come James Taylor, George Benson, Michael Bublè, Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart, Diane Krall, Michael Bolton e Vasco Rossi.
pagina 41
2 NOVEMBRE 2012
postersocietà
INTERVISTE IMPOSSIBILI. A tu per tu con Alcide De Gasperi
«Un parlamento di Scilipoti»
La politica di ieri e di oggi vista con gli occhi dell’ex leader della Dc fischiato
nel ‘48 a Messina. «Oggi si accetta tutto. Corruzione, trasformismo e ignoranza»
DI GIUSEPPE LOTETA
Giuseppe Loteta, messinese
doc, si laurea in
giurisprudenza a Messina
dove ha iniziato la sua
attività politica. Socialista
libertario parte per Roma nel
1959. Approda a
L'Astrolabio, importante rivista diretta da
Ferruccio Parri. Quindi a Il Messaggero
dove per un trentennio fa il commentatore
politico e l'inviato speciale. Non dimentica
mai la sua Messina al quale resta legato
indissolubilmente. Ha scritto diversi
romanzi improntati sempre alla
"messinetudine". Pur vivendo a Roma ha
sempre l'occhio attento sulla sua città.
RIMPIANTO E NOSTALGIA sono stati dʼanimo. Legittimi in chi non è più giovane.
Ma né lʼuno né lʼaltra mi hanno spinto a immaginare tre interviste attuali con De
Gasperi, Togliatti e Nenni. Eʼ stata piuttosto la constatazione che viviamo in tempi
disastrosi, con una crisi economica che non ha precedenti (neppure in quella del
1929) e con una classe dirigente che ha abdicato al suo ruolo, anteponendo in molti
casi il tornaconto personale allʼinteresse generale. Nani, se confrontati ai primi
leaders della democrazia cristiana e dei partiti comunista e socialista. Questi tre
statisti hanno creato la democrazia nellʼItalia post-fascista e, pur nellʼinevitabile
confronto politico, hanno portato il nostro paese, distrutto dalla guerra, al miracolo
economico e a una posizione di tutto rilievo nellʼEuropa e nel mondo. Chissà cosa
penserebbero – mi sono detto- della situazione attuale, della morte dei loro partiti,
degli uomini che hanno preso il loro posto, della confusione imperante? E ho
cercato di dare una risposta. Cominciando con Alcide De Gasperi
Presidente buongiorno, come sta?
“Come vuole che stia? Bene, se non fosse
per le cattive notizie che mi arrivano
dallʼItalia”.
Quali notizie?
“Non ne parliamo”.
Parliamone, invece.
“La più recente? Quella di un tal Fiorito e
delle sue ostriche dʼoro a carico della
regione Lazio. E pare che non fosse il solo
e non soltanto nel Lazio. Vede, noi le
regioni le avevamo create nellʼAssemblea
Costituente, ma abbiamo ritardato di
qualche decennio la loro attuazione. Forse
non eravamo del tutto convinti della loro
utilità. Ed avevamo ragione”.
Ma lʼautonomia regionale non è stata
una conquista?
“Se guardo al Lazio, alla Lombardia, al
Piemonte, alla Sicilia di Cuffaro e di
Lombardo, devo dire proprio di no. Vede,
prima della Grande guerra il Trentino era
austriaco, era il Tirolo del sud. Ed io, molto
giovane, ero deputato al Parlamento di
Vienna. Ebbene, sʼè cʼè un esempio in
Europa di efficienza e di correttezza
amministrativa, fin nelle più lontane
province, è quello dellʼimpero austroungarico, unitario e accentratore”.
Lo sa che tra pochi mesi ci saranno in
Italia le elezioni politiche?
“Certo. Cosa crede che qui non ci teniamo
infornati? Ma vedo nero, vedo nero”.
Perché?
“Le parlerò con franchezza. Sono stato
presidente del Consiglio per tutta la durata
della prima legislatura, dal 1948 al 1953?
Sa chi cʼera in Parlamento? Nel mio partito,
la Democrazia cristiana, uomini del calibro
di Dossetti, Gronchi, La Pira, Fanfani,
Moro, Pella, Piccioni, Taviani, Zoli, Scelba,
Zaccagnini, Enrico Mattei. Ma non soltanto
da noi. Tra i comunisti, Togliatti, Terracini,
Di Vittorio, Longo, Amendola, Li Causi,
Camilla Ravera. Tra i socialisti, Nenni,
Saragat, Pertini, Calamandrei, Calosso,
Lombardi, Santi, Lussu, Tremelloni. E poi i
repubblicani, Pacciardi, La Malfa, Conti,
Parri, Sforza. I liberali, Benedetto Croce,
Corbino, Cocco Ortu, Martino. Il
monarchico Alfredo Covelli. E nel gruppo
misto Vittorio Emanuele Orlando e
Francesco Saverio Nitti”.
Tutti grossi personaggi. Ma che
cʼentrano?
“Cʼentrano, perché mi viene da ridere, anzi
da piangere, se guardo al vostro
Parlamento di oggi. I deputati nominati dai
segretari dei partiti, partiti senza identità,
parlamentari che cambiano casacca a ogni
giro di valzer, corruzione, trasformismo,
ignoranza, gli Scilipoti a non finire. E non
credo che nella prossima legislatura andrà
molto meglio”.
Ma in Parlamento e nei partiti ci sono
molti ex democristiani…
“Glieli raccomando. Da destra a sinistra:
Formigoni, Buttiglione, Rosy Bindi…Loro e
tanti altri con la vecchia Dc non hanno nulla
a che vedere. Sono integralisti cattolici,
pronti ad obbedire ad ogni ordine che viene
dal Vaticano, a fare propria ogni ingerenza
della chiesa nella vita politica e
parlamentare del nostro paese. Certo, nella
Dc eravamo cattolici, ma cercavamo di
contemperare il nostro credo religioso con
il senso dello Stato. Proprio a me, un
povero cattolico della Valsugana, è toccato
di dire no al Papa. Eʼ stato alle elezioni
amministrative romane del
1952. Pio XII temeva
lʼavvento di un sindaco
comunista e per questo
aveva immaginato un listone
civico con dentro la Dc e il
Movimento sociale italiano, i neofascisti. Aveva mandato da me il
povero don Sturzo a patrocinare
la sua proposta. Gli risposi che,
se il Papa me lʼavesse imposto,
avrei chinato la testa, ma avrei
rinunciato alla vita politica. Erano con
me Saragat, Pacciardi, i laici al
governo. Il Vaticano dovette rinunciare
allʼimpresa”.
Ma cʼè ancora in pista qualche vecchio
democristiano…
“Dei miei tempi, no. Ah sì, uno, Giulio
Andreotti. Eʼ stato mio segretario e
sottosegretario nei mei governi. Era
giovane, intelligente, assolutamente
spregiudicato, molto diverso da me”.
E allora perché se lʼè tenuto?
“Perché in un grande partito di
maggioranza, quale era la Dc, anche i tipi
come Andreotti erano utili. Poi, forse, ha
strafatto”.
Che ne pensa di Monti?
“Ha salvato lʼItalia dal baratro. Ma, a parte
questo, ammiro la dignità, lo stile e la
competenza con le quali si muove sul
piano internazionale. Ben lontane dai
comportamenti del suo predecessore.
Vede, io a queste cose tengo molto. Nel
1946 ero presidente del Consiglio da un
anno. LʼItalia aveva perso la guerra ed era
in condizioni stremate. Andai alla
Conferenza di pace di Parigi. Sapevo che
ci avrebbero imposto condizioni molto
dure, come poi avvenne. Cominciai il mio
intervento così: “Signori, io sento che tutto,
tranne la vostra personale cortesia, è
contro di me”. E andai avanti senza
abbassare la testa. Alla fine mi
applaudirono”.
Il momento peggiore del lungo periodo
in cui è stato presidente del Consiglio?
“Certamente lʼattentato a
Togliatti, il 14 luglio del
1948. Il 25 aprile
avevamo vinto le
elezioni e i
pagina 42
Alcide De Gasperi
centonove
comunisti erano allʼopposizione. Gli animi
erano sovreccitati. Un giovane di destra
sparò tre colpi di pistola a Togliatti. Per
fortuna non lʼuccise. Ma seguirono giorno
tremendi. Sollevazioni popolari, interventi
della polizia, morti e feriti. Eravamo sullʼorlo
della guerra civile”.
E come finì?
“Bene, per fortuna. Una leggenda vuole
che sia stata la vittoria di Bartali al giro
dʼItalia a monopolizzare lʼinteresse degli
italiani, distogliendoli da intenzioni
barricadiere. Ma non è vero. Fummo
Togliatti ed io ad impedire che si verificasse
il peggio. Lui, dal letto dʼospedale ordinò a
Luigi Longo e a Pietro Secchia di impedire
che i disordini si trasformassero in rivolta.
Io convinsi il ministro dellʼInterno, Mario
Scelba, ad andarci piano con le sue
camionette della polizia. Togliatti migliorò,
guarì, e la calma fu ristabilita”.
Lei, presidente, ha visitato più volte
tutte le città dʼItalia. Una domanda
cattiva: in quale è stato accolto peggio?
“Male in più di una, per la verità. Ma ho un
ricordo particolarmente spiacevole del
comizio tenuto a Messina per le elezioni del
1948. Era stato preparato con cura.
Affluenza dalla provincia, piazza del
Municipio gremita. Ma comunisti e socialisti
avevano portato più gente di noi. Avevo
appena cominciato a parlare che una
bordata di fischi partì dalla piazza. Provai a
continuare. Non fu possibile. Fischi e urla a
non finire. Dovetti interrompere il comizio,
non senza avere gridato, sdegnato: “Chi
non vuol farmi parlare non è degno
dʼascoltarmi”. E andai via”.
Ma era questo il clima?
“Anche peggio. I comunisti ci chiamavano
forchettoni e noi affiggevamo manifesti con
i cosacchi che abbeveravano i cavalli in
Piazza San Pietro”.
Da allora non è cambiato nulla, allora?
“Sì, molto e non certo in meglio”.
Grazie, presidente, torni a riposare.
“Chi le dice che ci riposiamo?”.
Non so, non conosco le vostre
abitudini.
“Prima o poi le conoscerà. Arrivederci”.
postermostre
centonove
“Femme” (2012), di Ranieri Wanderlingh
“Arlecchino” (1994), di Ranieri Wanderlingh
MESSINA. Fino al 4 novembre la mostra personale al Monte di Pietà
Wanderlingh, il pop è romantico
Cinquanta opere su tela ripercorrono la carriera dell’artista, che presenta il riva allo Stretto
il suo nuovo stile pittorico. In bilico fra Andy Warhol e il Romanticismo storico europeo
DI
MARINO RINALDI
MESSINA. I suoi quadri si riconoscono
a prima vista. Non cʼè bisogno di
leggere la firma, né di sfogliare il
catalogo. Basta solo unʼocchiata, anche
furtiva, per identificare senza timor di
smentita le tecniche espressive, gli
elementi costanti - o più semplicemente
la poetica - di Ranieri Wanderlingh, il
poliedrico artista messinese che fino a
domenica 4 novembre esporrà una
raccolta della sua produzione pittorica,
con le sue opere più rappresentative,
nelle sale del Monte di Pietà.
Inaugurata il 20 ottobre dal Presidente
della Provincia Nanni Ricevuto e
dallʼassessore provinciale alla Politiche
culturali Giuseppe Crisafulli, la mostra
“Pop Romantic Art” rappresenta
unʼoccasione unica per avventurarsi,
tela dopo tela, nel variegato e
complesso percorso artistico del pittore,
e per scoprire, al contempo, il suo
nuovo stile pittorico, definito “Pop
romantico” e presentato per la prima
volta sulle rive dello Stretto.
Lʼesposizione, corredata da un volume
monografico, comprende circa
cinquanta opere su tela ed alcuni
disegni e modelli, compreso quello
originale della fontana “Bios”, realizzata
a Messina nel 2005 e installata alla
Passeggiata a Mare.
SE IL POP È ROMANTICO. Il termine,
quasi un ossimoro, si deve a Teresa
2 NOVEMBRE 2012
Pugliatti. Fu la storica dellʼarte
messinese a coniare, nel corso di una
mostra del 1999, la sintetica definizione
che racchiude al meglio le due “anime”
dellʼartista. Da una parte il “pop” in
quanto recupero dellʼimmagine, anche
se spesso geometrizzata, ironica,
persino grottesca. Dallʼaltra il
“romanticismo” che pervade le opere,
che parlano e raccontano dellʼuomo, del
suo io e della sua interiorità.
Un raro amalgama che “trasfigura”
oggetti semplici della vita quotidiana,
circoscritti e quasi monumentali sulla
tela, in entità altre che non raffigurano
(solo) se stesse ma sembrano suscitare
ed evocare uno stato dʼanimo. È il
pathos che emerge dallʼapparente
semplicità delle cose, una emozionalità
viva e così distante - quasi agli antipodi
- dalla freddezza ritrattistica di Andy
Wahrol. «Se questʼultimo - scrive
Pasquale Fameli in “Classicismo e
Romanticismo nella Pop Art” - evitava di
esprimere lʼemozione e guardava
esclusivamente al mondo esterno,
caleidoscopio di nuovi stimoli visivi
forniti dalle istanze pubblicitarie,
Wanderlingh esplora contesti alternativi
al sociale o al quotidiano, stilando un
manifesto pittorico dellʼesistenza e del
valore umano naturale». Svincolando il
linguaggio Pop dal riporto “tale e quale”,
Wanderlingh opera così un
rovesciamento che, parafrasando il
culturologo canadese Marshall
McLuhan, si potrebbe definire “dal
cliché allʼarchetipo”: anziché operare
freddi prelievi alla Roy Lichtenstein da
fumetti preesistenti per trasporli in
pittura in maniera quasi meccanica,
lʼartista messinese reinventa un suo
personale iconismo fumettisticoprimitivista, caratterizzato da ampie e
brillanti campiture cromatiche.
I suoi grandi close-up del 1994 come
“Tania” o “Velia”, oppure il più recente
“Morositas” (2012), in cui si avverte forte
lʼeco matissiana, puntano a ristabilire,
attraverso la frontalità dei volti, la
flessuosità della sintesi formale e uno
spiccato decorativismo, una
rivalutazione della soggettività e un
recupero del valore umano primigenio.
«Proprio perché Ranieri non sa
rinunciare a dare sentimento alle sue
figure - scrive Teresa Pugliatti in “Arte
Contemporanea a Messina (19801997)” - e, direi, a “ricevere” sentimento
da loro, attraverso i loro sguardi,
attraverso la loro aria buffa e divertente,
ma anche attraverso le loro patetiche
anomalie, che non possono se non
suscitare una forma di tenerezza. Mi
sembra dunque da proporre come
definizione di questa sua pittura, quella
di “pop romantico”».
COSIʼ DIVERSO, COSIʼ UGUALE. Dai
primi anni ʻ80, contraddistinti da una
poetica legata agli espressionismi dei
Neue Wilden e al nuovo immaginario
pop-graffiti, passando per i dipinti
“psicoespressionisti” degli anni ʻ90, fino
al nuovo stile che unisce la pop art
americana al Romanticismo storico
europeo, la mostra allestita al Monte di
Pietà sarà così lʼoccasione per scoprire
lʼintero percorso artistico di
Wanderlingh, contraddistinto da una
continua diversità dei temi e delle
tecniche espressive, e, al contempo, da
un immutato riscontro di elementi
costanti che costituiscono lʼ”impronta”
autoriale dellʼartista. Una “cifra” stilistica
che rende perfettamente riconoscibili
opere lontane nel tempo e nello stile.
Senza nemmeno leggere la firma.
Ranieri Wanderlingh (a destra) con il mecenate di Tusa Antonio Presti
pagina 43
posterweekend
2 NOVEMBRE 2012
come... dove... quando...
venerdi' 2 novembre
CATANIA.
L'Italiana in Algeri, dramma
giocoso in due atti di Angelo
Anelli. Musiche di
Gioacchino Rossini, con
Gioacchino Rossini. Mustafà
Simone Alaimo, Elvira Sonia
Peruzzo, Zulma Loredana
Megna, Haly Salvo Todaro.
Teatro Massimo Bellini ore
17.30
TREMESTIERI ETNEO
MUSICA
sabato 3 novembre
Mercatino dei defunti e
sagra dellʼIris - Con
degustazioni del delizioso
dolce fritto ripieno di creme
PALERMO. 'A Dio
piacendo' di e con Ernesto
Maria Ponte e Salvo
Rinaudo. Send-art di
Stefania Bruno. Musiche di
Tony Greco. Agricantus ore
21.30
PALERMO. 'La vedova
allegra' con Anita Venturi,
Cosimo Diano, Elisabetta
Giammanco, Vinvenzo
Bonomo, Toti Sutera e
Franco Zappalà. Teatro
Zappalà - ore 21
PALERMO. 'Straziante
Bellezza del creato. Con
Preziosa Salatino e Alfonso
Biuso. Omaggio a Pier Paolo
Pasolini per parole e musica.
Teatro Atlante ore 21.15
CATANIA. L'Italiana in Algeri,
dramma giocoso in due atti di
Angelo Anelli. Musiche di
Gioacchino Rossini, con
Gioacchino Rossini. Mustafà
Simone Alaimo, Elvira Sonia
Peruzzo, Zulma Loredana
Megna, Haly Salvo Todaro.
Teatro Massimo Bellini ore
17.30
TREMESTIERI ETNEO
Mercatino dei defunti e sagra
Videogioco per suonare
UN TEMPO SI COMPRAVA il libriccino di Kent “Chitarristi in ventiquattro ore”; cult sul quale si sono formate intere generazioni di chitarristi da falò. Oggi si cambia suonata. Se si è appassionati di videogiochi e si vuole velocemente imparare qualche rudimento di chitarra cʼè una nuova possibilità: si chiama “Rocksmith”, ed è un videogioco che promette di trasformare i neofiti della 6 corde in chitarristi rock. Il tutto, si legge nella presentazione, giocando e con poca fatica, collegando una qualsiasi chitarra elettrica alla consolle (anche se il videogioco si può acquistare con una Gibson Epiphone al costo di circa 200 euro). Senza chitarra invece, il videogioco di Activision (disponibile su PS3,
Xbox 360 e PC) costa circa 60 euro. Contiene una cinquantina di
successi rock attuali e classici e trasforma il segnale che esce dalla chitarra amplificandolo direttamente tramite TV o computer. Corde e tastiera sono visualizzati sullo schermo e le note vengono verso il fruitore e devono essere suonate quando raggiungono un determinato punto del percorso.
di Marco Olivieri
Il ritorno di Bertolucci
CON UNA DEDICA al fratello Giuseppe, regista sensibile, Bernardo Bertolucci ritorna al cinema grazie a
un film potente e denso di suggestioni. Dallʼomonimo
romanzo di Nicolò Ammaniti (anche sceneggiatore con Bertolucci,
Contarello e Marciano), lʼautore di “Ultimo tango a Parigi” e “Novecento” immerge lo spettatore in una cantina oscura e ricca di sorprese, nella quale il quattordicenne Lorenzo (lʼesordiente Jacopo
Olmo Antinori) si rifugia per una settimana in modo da distaccarsi
dalla pochezza del mondo degli adulti (in primis i genitori) e dallʼincubo di una settimana bianca con i compagni di scuola. Qui incontra la tossica sorellastra Olivia (la rivelazione Tea Falco, catanese),
tanto dissestata quanto capace di instaurare un legame profondo
con il ragazzo. In quel rifugio si dipana un film toccante, nello stile
evocativo di un maestro cinematografico.
“Io e te” alla Multisala Apollo
e allʼUci Cinemas di Messina
Due spettacoli “recuperati” dopo il blocco dei fondi regionali
DI GIGI GIACOBBE
MESSINA. Sono stati recuperati alla Sala
Laudamo i due spettacoli “al femminile” di
Donatella Venuti e Patrizia Baluci,
rispettivamente “Requiem for my mother”
della prima (di cui non occorre
traduzione) e “Amaro ma non troppo”
della seconda. Bloccati nel giugno
scorso, come qualcuno ricorderà, perché
la regione Sicilia aveva tagliato, a
stagione in corso, del -22% (pari a un
milione quattrocento settantamila Euro) il
contributo annuale allʼEnte Teatro di
Messina che è di sei milioni 962mila
Euro. Lo spettacolo scritto-direttointerpretato dalla Baluci, in scena il
prossimo venerdì ( 9 novembre con
repliche il 10), ha per sottotitolo “Lʼinsolita
storia di Anna Pellegrino in arte
Dolcelatte”, una donna che dopo aver
Donatella Venuti e Giada Vadalà. In basso, Patrizia Baluci
perduto ogni bene, compresi casa e
famiglia, diventa una singolare prostituta.
solo dietro alla porta una vita di delirante solitudine. Le
Nel senso che la scelta di abbracciare questa
scene sono di Riccardo Di Leo, i costumi di Francesca
professione avviene casualmente, non per ripiego o
Placuzzi, il commento musicale di Federico Fischetti.dettata dal bisogno, così come fortuito è lʼincontro con
“Requiem for my mother” scritto-diretto-interpretato da
tale Amedeo che diventa suo compagno e protettore.
Donatella Venuti con accanto Giada Vadalà, andato in
I suoi incontri con i clienti si caratterizzano per le
scena alla Laudamo la scorsa settimana, è una sorta di
cenette eleganti ed estrose a base di prelibati piatti e
psicodramma che una madre e una figlia consumano
manicaretti che prepara con le sue mani. Un rituale,
nellʼarco di 70 minuti. Un rapporto caratterizzato da
“cibo-sesso”, che occupa molto più tempo dei suoi
elettrici ed elettrizzanti momenti che le due donne riintrattenimenti erotici. Passano gli anni e ad un tratto
vivono, ripercorrendo almeno un quarantennio di vita, da
Amedeo muore svelando un tristissimo, surreale
quando la figlia-bambina non può avere una Barby
retroscena esistenziale sinora tenuto nascosto. Il
perché considerata dalla madre unʼamericanata, a
mondo di Anna crolla e inizia il suo disfacimento
quando adulta insegnante di lettere vomita che questo è
psicofisico. Niente più cenette, niente più momenti di
lʼunico mestiere che una donna può fare in una Sicilia
“angelo azzurro”, niente fornelli e cucina, lʼattende
cinema2
Scalia, premio alla carriera
La Sicilia raccontata in “Un milione di giorni”
nato a Catania il 17
marzo 1960 e
pluripremiato talento del
montaggio con due
Oscar (JFK nel 1992 e
Black Hawk Down nel
2002), due Nomination
(Genio Ribelle nel 1998
ed Il Gladiatore nel
2002) e molti altri grandi
film al suo attivo
(Hannibal, American
Gangster) è volato a Los
Angeles da Londra dove
sta lavorando al nuovo
film di Ridley Scott, The
Counselor, con Michael
Fassbender, Brad Pitt,
Cameron Diaz, Javer
Bardem e Penelope
Cruz.
e Franco Zappalà. Teatro
Zappalà alle 21
PALERMO. 'Straziante
Bellezza del creato. Con
Preziosa Salatino e Alfonso
Biuso. Omaggio a Pier Paolo
Pasolini per parole e musica.
Teatro Atlante ore 21,15
MODICA. Concerto per violino
e pianoforte del Duo Uinskyte
Dilema. Palazzo della Cultura
ore 19.30
Laudamo al femminile
cinema1
CATANIA. Pietro
Scalia, uno dei
rappresentanti italiani
dell'arte del cinema a
Hollywood, due Oscar,
vede il suo talento
confermato da due
premi: i BTC, Behind the
Camera Awards che si
tengono stasera a Los
Angeles, per il
montaggio del film
Prometheus, e il Premio
alla Carriera MIFF
Awards 2012,
rappresentato dal
Cavallo di Leonardo da
Vinci, appena
consegnato all'Istituto
italiano di Cultura di Los
Angeles. Pietro Scalia,
dellʼIris - Con degustazioni del
dolce fritto ripieno di creme
PALERMO. 'A Dio piacendo' di
e con Ernesto Maria Ponte e
Salvo Rinaudo. Send-art di
Stefania Bruno. Musiche di
Tony Greco. Agricantus ore
21.30
PALERMO. 'La vedova allegra'
con Anita Venturi, Cosimo
Diano, Elisabetta Giammanco,
Vinvenzo Bonomo, Toti Sutera
MESSINA. Donatella Venuti e Patrizia Baluci in scena
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
ROMA. A sei anni da
'Lettere dalla Sicilia',
premiato con il Globo
D'oro nel 2006 e
apprezzato da critica e
pubblico, Manuel Giliberti
torna dietro la macchina
da presa. L'8 novembre
arriva nelle sale
cinematografiche "Un
milione di giorni", quattro
storie e quattro donne
sempre sullo sfondo
dell'amata Sicilia. Figure
solo in apparenza
normali, colte ognuna in
un momento
particolarmente
significativo della propria
esistenza che raccontano
del proprio destino
iniziative
indistricabilmente legato
a quello di un uomo. E
con queste storie si
sorride, ci si commuove,
spesso anche si ride. Una
quinta figura femminile,
Concettina, lega il
racconto mentre un
anello, passando di mano
in mano ne
costituisce la
continuità,
attraverso lo
scorrere di un
milione di giorni.
Prodotto da
Camillo Esposito
per Capetown srl e
Franco Laera per
Change Performing Arts,
la nuova opera di Giliberti
è un affresco in costume
con un grande cast di
attori italiani, dove spicca
un perfetto Nino Frassica
(nella foto), la grande
Piera Degli Esposti, Lucia
Sardo, Chiara Caselli,
Galatea Ranzi, Mita
Medic, Luchino Giordana
e Evelyn Famà. Una
Sicilia raccontata con un
"gusto storico" dove
paesaggi inediti si
fondono
con un
pagina 44
racconto lucido che
scava negli animi dei
protagonisti. La pellicola
si vedrà al cinema tra
Roma, Milano, alcune
sale in Sardegna e la
Sicilia, e dall'8 novembre
sarà disponibile anche in
noleggio e acquisto sulla
piattaforma Apple di
iTunes Store (e già ora
disponibile in
pre-order).
L'idea, è della
distribuzione
curata da
Capetown srl, per
restituire la bellezza
e la forza del
racconto di Manuel
Giliberti, la sua Sicilia e le
sue attrici, al pubblico in
tutta Italia e nel mondo.
Picciriddi e strummule
PALERMO. Dallʼ1 al 4
novembre seconda
edizione di ʻPicciriddi e
Strummuleʼ, il festival del
gioco e del giocare
insieme. Mille e un …
gioco per picciriddi di
ogni età coloreranno
Villa Forni, pista di
pattinaggio, lʼarea
sgambamento cani e le
aree verdi limitrofe del
Parco Cassarà e gli altri
luoghi di gioco cittadini.
La celebre indicazione di
Bruno Munari “Giocare è
una cosa seria!” è il leit
motiv della
manifestazione sul quale
si articola la ricca
maratona di attività
ludico culturali coordinate
dallʼAssociazione
Ziggurat, che ne è lʼente
produttore.Un festival
low budget,
autofinanziato, ma di alto
livello, che questʼanno ha
ottenuto il patrocino
gratuito del Comune di
Palermo. In programma
un calendario di
appuntamenti ampio e
trasversale fatto da mille
anime e duplici finalità:
dal recupero delle
tradizioni riproposte in
chiave moderna alla
volontà di proporre e
diffondere la visione
di un mondo
ecosostenibile.
posterweekend
centonove
domenica 4 novembre
S.LUCIA DEL MELA
Novembeer Fest Park,
festa della birra, con
tanta musica dal vivo e
barbecue grill di
salsiccia e altro. Ore
18.30, Parco Urbano
TREMESTIERI
Mercatino dei defunti e
sagra dellʼIris - Con
degustazioni del dolce
fritto ripieno di creme
PALERMO. 'A Dio
piacendo' di e con
Ernesto Maria Ponte e
Salvo Rinaudo. Sendart di Stefania Bruno.
Musiche Tony Greco.
Agricantus ore 21.30
PALERMO. 'La
vedova allegra' con
Anita Venturi, Cosimo
Diano, Elisabetta
Giammanco, Vinvenzo
lunedi' 5 novembre
Bonomo, Toti Sutera e
Franco Zappalà.
Teatro Zappalà alle 21
PALERMO.
'Straziante Bellezza del
creato. Con Preziosa
Salatino e Alfonso
Biuso. Omaggio a Pier
Paolo Pasolini per
parole e musica.
Teatro Atlante ore
21.15
degli anni ʼ60. Cʼè troppa legna che brucia in questo
dramma. Tante le tesserine che sʼintrecciano, da non
riuscire sempre a ricomporre il puzzle. Cʼè una madre
che la Venuti interpreta in stile neo-realista, da donna
sicula vecchio stampo che si esprime in un
comprensibile dialetto, quasi a mostrare la sua intensa
esperienza di vita dalla quale ha dovuto trarre virtù, sì
da poter convivere con una figlia sfacciata che le si
rivolta spesso contro e che nonostante le sue
rimostranze stravede per la sua “picciridda” che
vorrebbe proteggere e difendere da una società
sempre più violenta e criminale. E cʼè una figlia che
crescendo rifiuta gli insegnamenti cautelativi e
ossessivi della madre. E cʼè uno zio in odore di mafia
che non compare mai, che mantiene economicamente
entrambe le donne, forse perché espia il fattaccio
dʼaver ucciso il padre della ragazza e dʼ”averle fatto la
festa” quando costei aveva quindici anni, la stessa età
di Rosetta, figlia di Cesira, di cui qui si vedrà uno
spezzone del film “La Ciociara” di Vittorio De Sica, tratto
dal romanzo di Moravia, allorquando un gruppo di
soldati marocchini violentano madre e figlia in una
chiesa diroccata: (scena oltremodo didascalica di cui la
Venuti poteva farne a meno). Per Giada Vadalà, credo,
sia stato il lavoro più impegnativo che ha interpretato,
dovendo diversificare con corpo, viso e voce le varie
età della figlia e gli atteggiamenti che doveva assumere
quando andava indietro nel tempo o quando ri-viveva i
fatti reali o sognati assieme ad una madre che
compariva come uno fantasma sulla scena di Franco
Lombardo, agghindata con sette lastre di specchi,
quanti i peccati capitali, disposti a semicerchio coperti
da drappi con al centro un bianco talamo. I costumi
erano di Duse, i brani musicali a cura di Arcadio
Lombardo. Luci e fonica di Danilo Scuderi.
lirica
Rossini al Bellini con applausi
CATANIA. Divertente e
grottesco l'allestimento de
'L'italiana in Algerì di Giacchino
Rossini che, dopo 18 anni di
assenza, ha debuttato ial Teatro
Bellini di Catania per la stagione
lirica 2012, in un nuovo
allestimento ideato da Michele
Mirabella. Sul palco danzatrici,
saltimbanchi, una scena e
costumi coloratissimi e
decisamente sgargianti, e voci
quasi tutte da applaudire senza
riserve, con l'orchestra del teatro
diretta da Giuseppe La Malfa ai
consueti, 'soliti', livelli di
eccellenza, e il coro diretto da
Tiziana Carlini che si è
perfettamente adattato alle
richieste del regista Michele
Mirabella. Alla fine dello
spettacolo, applausi calorosi per
tutti, a cominciare da bassbaritono Simone Alaimo,
istrionico, a suo agio nei panni
ingombranti (sotto tutti i punti di
vista) di Mustafà, e dalla bella e
brava Manuela Custer nel ruolo
di Isabella. Attorno a loro, un cast
di buone voci sulle quali
svettavano il Taddeo di
Clemente Antonio Daliotti e la
Elvira di Sonia Peruzzo. Applausi
anche per Loredana Megna
(Zulma), Salvo Todaro (Haly),
Daniele Zanfardino (Lindoro), per
le coreografie di Silvana Lo
Giudice , per le scene e i costumi
di Alida Cappellini e Giovanni
Licheri, per il light designer
Franco Ferrari. Si replica pfino al
3 novembre.
MONGIUFFI MELIA.
Sagra della Cuzzola. In
occasione della festa di San
Leonardo. Musica e
degustazioni a partire
dalle 8
MESSINA. Gli ultimi
Gattopardi al
Palacultura
Antonello. Tra arte,
letteratura e alchimia Circuito del Mito
martedi' 6 novembre
MONGIUFFI
MELIA.
Sagra della
Cuzzola. In
occasione
della festa di
San
Leonardo.
Musica e
degustazioni
a partire
dalle 8
MESSINA.
Pop
romantic art al
Monte di
Pietà. Mostra
personale di
Ranieri
Wanderlingh.
Dalle ore 10
alle 13 e dalle
16.30 alle
19.30
CATANIA
2 NOVEMBRE 2012
mercoledi' 7 novembre
PALERMO
Al
Conservatorio
Vincenzo
Bellini di
Palermo avrà
luogo un
concerto
interamente
dedicato a
Johann
Sebastian
Bach. Al
pianoforte
Gianfranco
PappalardoFiumara. Ore
21
MESSINA.
Pop romantic
art, personale
di Wanderlingh
al Monte di
Pietà
giovedi' 8 novembre
MESSINA.
Gli ultimi
Gattopardi al
Palacultura.
Tra arte,
letteratura e
alchimia MESSINA.
Pop romantic
art al Monte di
Pietà. Mostra
personale di
Wanderlingh.
Dalle ore 10
alle 13 e dalle
16.30 alle
19.30
MESSINA.
Mostra di
Tindaro Calia
alla Chiesa
Santa
Maria
Alemanna.
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Bollicine del Sud
Savi Manna (foto Simona Grillo)
Com’è importante Savi Manna
Allo Zo la nuova “prova” del drammaturgo
CATANIA. Certo, se il primo spettacolo è andato benissimo, metter su il secondo diventa impresa difficile, ansiogena, faticosa per chi lo crea e per chi lo produce. È questa la cifra con cui si può in qualche modo descrivere “Importante, molto importante” lo spettacolo che, il fine settimana scorso il regista, drammaturgo e attore catanese Savi Manna ha presentato nella scena di ZO a Catania, a tre anni esatti dalla
raffinata narrazione di “Turi Marionetta”. Si tratta di
una trilogia di pezzi brevi (“sesso, droga, rock and roll”)
che Manna interpreta insieme con la giovane e brava
Ilenia Maccarrone e che senza dubbio rivelano una
significativa accuratezza nellʼelaborazione: nulla è lasciato al caso e, al contrario, ogni battuta è pensata,
ogni silenzio riempito di senso, ogni gesto provato e
riprovato, ogni cambio di luce meditato. Nel primo pezzo unʼesuberante e bellissima prostituta straniera sʼinnamora di un cliente, un taciturno violinista che la paga solo per guardarla, ma per lei non ci sarà il tempo
per vivere quellʼamore, per rivelare ciò che è “importante, molto importante”. Nel secondo pezzo una coppia di amanti e spacciatori di rango internazionale (una
hostess che gira il mondo trasferendo cocaina e un
catanese trasferitosi sul “continente” per scampare alla mafia) si accusano reciprocamente e reciprocamente si fanno del male per non saper trovare un punto dʼequilibrio su ciò che per entrambi è importante
davvero. Nel terzo pezzo ci sʼimbatte in un fugace episodio di seduzione che, tra leggerezza e stralunato
incanto, riporta in scena il violinista del primo episodio e la spacciatrice del secondo, per concludersi ancora una volta con la delusione acida di unʼassoluta
incapacità dʼintendersi tra uomini e donne. Ed è appunto questa incapacità dʼintendersi tra uomini e donne il tema centrale di questo spettacolo, il motivo che
accomuna i tre episodi. Uno spettacolo cui non mancano difetti però: appare acerbo, fragile dal punto di
vista drammaturgico e in questa fragilità spiccano negativamente da un lato lʼartificiale nonchalance,
ostentatamente “catanese”, con cui Manna (citando
Carmelo Vassallo) interpreta i suoi ruoli e che in qualche modo indebolisce il senso dei silenzi che sanno
parlare invece e dare senso allo spettacolo, mentre
dallʼaltro lato non apportano molto di più le citazioni o
i richiami filosofici che Manna lascia cadere senza permettere che nella dinamica dello spettacolo se ne possano ravvisare davvero echi ed effetti.
Paolo Randazzo
pagina 45
NON Eʼ VERO che nel meridione non si facciano ottimi spumanti
a metodo classico, quelli che una volta, prima che i francesi ci
impedissero di farlo, venivano detti champenoise. Eccovene un
paio da comprare a cominciare da una novità il Donnafugata Brut
Cuvée Prima un metodo classico da uve chardonnay vendemmiate nel 2007, vinificate in acciaio, che sostano sui lievito più di
30 mesi prima del degorgement Giallo paglierino brillante, perlage fitto ed elegante, profuma di frutta esotica fiori gialli e ha una
bella nota minerale in bocca è pieno, persistente e di eccellente
beva. Di livello anche il Bruto 2010 di Planeta da Carricante, prodotto sullʼEtna in contrada Sciara Nuova a 850 metri di quota,
per questo metodo classico sono 18 i mesi di sosta sui lieviti prima del tiraggio. Paglierino verdolino dai riflessi brillanti, ha un
perlage fitto e durevole, al naso è floreale, poi seguono profumi
più erbacei e di frutta gialla. Bella beva, piacevolissima scandita da freschezza acida e sapidità. Molto buono anche il Murgo
Extra Brut 2006 della cantina di santa Venerina della famiglia
Scammacca del Murgo che produce spumanti sullʼEtna da una
ventina d'anni. LʼExtra Brut ʼ06 solo da nerello mascalese vinificato in bianco sosta sui lieviti per 48 mesi prima della degorgiatura. Ha un bel perlage fitto e persistente e una perfetta presa di
spuma al palato. Al naso profuma di pasticceria, fiori gialli e frutta come susine e albicocche a cui si aggiunge una fresca nota
minerale, alla beva si presente elegante, ben distribuito, de con
un bel finale di lunga persistenza. Decisamente buono anche
lʼAlmaneti Brut ʼ09 della calabrese Librandi, un metodo classico
da uve chardonnay vinificate in acciaio . Molto piacevole anche
al palato fresco e persistente. Sempre Librandi produce il Rosaneti Brut Rosato Metodo Classico Millesimato 2009 metodo
classico da gaglioppo che riposa almeno un'anno e mezzo in
bottiglia sui lieviti, profuma di piccola frutta rossa, fiori di campo
e macchia mediterranea, fresco, sapido e ricco di frutto.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Ossa dei Morti
DELIZIA DELLA FESTA PER I MORTI. Ingredienti 300g di zucchero semolato, 275g farina 00, 1 cucchiaio di miele millefiori,
70 ml acqua, 1/4 cucchiaino di cannella in polvere, 1/4 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere. Procedimento: pesare
tutti gli ingredienti e mettere la farina in un impastatrice o nel robot da cucina con le lame. Scaldare l'acqua e quando arriva
quasi ad ebollizione spegnere la fiamma e versarvi lo zucchero, il miele e le spezie. Si otterrà uno sciroppo granuloso dal momento che lo zucchero non può sciogliersi del tutto vista la concentrazione molto alta. Intiepidire per 5 minuti e versare lo sciroppo a filo sulla farina facendo lavorare l'impastatrice. Impastare per ottenere un impasto sodo e omogeneo. Trasferire su
un piano da lavoro infarinato, dare la forma di una palla e ricavare subito tanti filoncini di circa 1,5-2 cm di diametro. Tagliare
in diagonale a tocchetti di 3 cm. Decorare, imprimendo su ogni
tocchetto i rebbi di una forchetta.Vadano messi ad asciugare
sotto il caldo sole, coperti da un velo, per almeno 3 giorni. Mai
capovolgerli. La parte inferiore deve restare umida. In alternativa si asciugano al
forno con una procedura definita.
Disio Hostaria
Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me)
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2 NOVEMBRE 2012
IO, CITTADINO di Eugenio Caputo
Quando l’acquisto
è incauto
COSA SI intende per
incauto acquisto?
Federico-Messina
Il reato di ricettazione, previsto
dall'articolo 648 del codicepenale, è
molto simile a quello di acquisto di cose
di sospetta provenienza, aisensi
dell'articolo 712 del codice penale,
meglio noto proprio come
incautoacquisto. La differenza tra le
due fattispecie di reato è dato
dallʼelementosoggettivo dellʼanimus
assunto dal soggetto agente al
momento dell'acquisto delbene: se
acquisti la merce rubata senza essere a
conoscenza della suaprovenienza
illecita, quindi colposamente,
risponderai ai sensi del 712 c.p.;se,
invece, il bene è acquistato sapendo
per certo che è di provenienzaillecita,
cioè rubato, allora visto il dolo, cioè
lʼaver agito con volontà
econsapevolezza, risponderai di
ricettazione. Lʼelemento soggettivo del
reato diricettazione è caratterizzato
dalla consapevolezza della
provenienza delittuosa del bene, il che
significa avere cognizionedellʼorigine
illecita del bene acquistato al fine di
trarne un profitto o unqualsiasi
vantaggio. Il reato contravvenzionale
del cosiddetto incauto acquistoè
sanzionato con lʼarresto fino a 6 mesi o
lʼammenda non inferiore a 10 €,
perché,pur avendo in comune con il
reato di ricettazione la condotta di
acquisto oricezione incriminata non ne
condivide lʼanimus. Chi acquista non ha
la consapevolezzadellʼorigine dei beni
acquistati ma è sanzionato per la sua
negligenzain quanto, prima
dellʼacquisto non ha accertato la
provenienza illecita delbene.
Per ulteriori informazioni
i consulenti restano
a vostra disposizione
[email protected] - tel. 0909430208
fax 0909430210
ECOLOGIA E AMBIENTE
posterlettere&...
[email protected]
centonove
HERITAGE
Al liceo classico La Farina?
Classi piene e contente
Non solo libri all’Ospe
vetrina di idee
GENTILE DIRETTORE, i docenti del liceo La Farina le scrivono in relazione
allʼarticolo apparso lo scorso 21 settembre su questo giornale e intitolato
“Presidi, scontro fratricida”, articolo che porta la firma del vostro
collaboratore Marino Rinaldi. Nellʼesprimere il nostro apprezzamento per lo
spazio che il vostro settimanale dà alle tematiche e alle problematiche della
scuola, vorremmo soffermarci sullʼarticolo già ricordato, un “pezzo”
abbastanza articolato nel quale la scuola italiana che ragiona con i tagli e i
dimensionamenti appare in tutta la sua drammatica realtà.
Dimensionamento e tagli, tuttavia, non hanno come equivalente necessario
e fatale aule vuote e pochi alunni. E “pochi iscritti e tante aule libere” sono
stati attribuiti al liceo “La Farina” da chi ha firmato lʼarticolo. Unʼaffermazione
che ci indignerebbe se non ricordassimo che sul vostro giornale, qualche
mese fa, e precisamente lo scorso 1 giugno, il liceo “La Farina” appariva
invece, nellʼarticolo a firma di Chiara Miccoli, come è realmente, e cioè una
scuola piena di alunni motivati e talentuosi e dal comportamento maturo che
si distinguono nel rendimento curricolare e in tante attività culturali, dal
laboratorio teatrale alle gare di latino e greco, dal giornale scolastico, ai
concorsi di poesia e narrativa, dalle gare sportive alle olimpiadi di
matematica (e, ci creda, potremmo continuare ancora). Ebbene, per
ritornare allʼarticolo che ci ha- per così dire- stupito (per usare un
eufemismo), siamo a conoscenza del fatto che il dottor Marino Rinaldi, molto
gentilmente, ha verificato di persona, come suole avvenire nellʼattività
giornalistica più professionale, che non è assolutamente vero che al “La
Farina” (scuola che il cronista, peraltro, riconosce come “storica”) ci siano
“pochi iscritti e tante aule libere”. Unʼaffermazione che- ripetiamo- oltre a non
corrispondere ad una realtà effettiva, potrebbe nuocere allʼimmagine stessa
dellʼistituto e, senza dubbio, dare informazioni inesatte ai cittadini, in tempi
tristi nei quali la mala informazione danneggia uomini, cose e luoghi. Si
conclama la crisi degli studi classici e invece, piuttosto che continuare a
parlare per luoghi comuni spieghiamo perché i giovani scelgono il liceo
classico: perché sono studenti aperti al mondo di oggi, giovani che imparano
un rigoroso metodo di studio coniugando competenze logico-deduttive con
lʼapprendimento di contenuti umanistico-scientifici fondamentali per la
formazione dellʼindividuo. Pertanto, dato che, da buoni lettori di questo
giornale non abbiamo visto una rettifica della notizia le chiediamo se è
possibile sperarla in un prossimo numero. Intanto, la ringraziamo per
lʼospitalità che ci concede.
I docenti del liceo classico “G. La Farina”
Messina
Nessuno ha messo in dubbio il rendimento e la soddisfazione degli studenti,
né la qualità dell'offerta formativa. È invece un dato di fatto il calo di iscritti
che ha colpito tanti licei classici dʼItalia. Nell'anno scolastico in corso, gli
iscritti al La Farina sono 441 (a fronte di una quota di 600 stabilita dal
Ministero per il mantenimento dell'autonomia scolastica). Appena qualche
anno fa, gli iscritti erano circa 900 (dati forniti dalla Dirigenza). È opportuno
ricordare, inoltre, che la precedente dirigenza dell'Istituto ha fatto richiesta
per l'attivazione di un corso di Liceo Linguistico che dovrebbe essere
attivato, previa autorizzazione del Miur, proprio nei locali di Via Oratorio
della Pace.
Marino Rinaldi
DI SERGIO BERTOLAMI
MESSINA. Non credo che questa città sia consumata, come spesso sento dire. Credo piuttosto che occorra ricomporre il tessuto connettivo fra sparute isole di sapienza. Per le librerie, ad esempio.
Aldo Cazzullo ne ha tracciato un quadro
nazionale sconsolante, espressione di una
crisi che costringe a rinunce e chiusure.
«Salvare le librerie storiche, e i loro librai,
è nell'interesse di tutti: di chi i libri li scrive,
di chi li pubblica, di chi li compra. E degli
italiani consapevoli che una libreria fa parte del paesaggio di una città, concorre a
definirne l'identità, ne custodisce un frammento di anima che non deve volare via».
È vero quando non si limitano a proporre
soltanto la grande editoria, ma contribuiscono a far germogliare un fermento culturale. Chi ricorda cosʼera lʼOSPE, intende. Una fucina dʼidee, di programmi, dʼiniziative trascinanti. Perché Antonio Saitta,
deus ex machina, con “il Fondaco” era riuscito a far convivere il negozio dei libri con
i segni dellʼarte: quadri, litografie, serigrafie, sculture. Rammento, nel palpitare degli ultimi anni, lʼespressione soddisfatta di
un distinto signore cui non dispiaceva parlare con un ginnasiale come me affascinato dai suoi eventi. I più anziani ricordano
come riuscisse a calamitare letterati ed artisti, nel ristretto spazio di un seminterrato.
Potevi imbatterti in Salvatore Pugliatti o
VannʼAntò, mitici, che sfogliavano un libro;
ma potevi anche ascoltarli nelle molteplici
occasioni dove fiorivano idee. Si discuteva di teatro, cinema, letteratura, ma anche
di politica. All'OSPE vivevano l'Accademia
della Scocca, lʼarte moderna delle mostre,
i versi del premio nazionale di poesia. Agli
incontri partecipavano persino i “pendolari” come Giacomo de Benedetti, Galvano
della Volpe, Lucio Gambi, Ruggero Moscati. Facevano scuola in facoltà, ma sapevano come riverberarne lo spirito anche
fuori. E in quel gruppo dʼintellettuali era una
vena di leggerezza ed autoironia. Come
sono monotone, senza fantasia, certe librerie self service dʼoggi.
[email protected]
di Anna Giordano
Homo insipiens
MENTRE SCRIVO PIOVE, cʼè allerta meteo e spero che
non succeda nulla, lʼautunno è arrivato e ci ricorda la
fragilità di questa terra dove lʼuomo ha tentato e tenta
tuttora di modificare le leggi di natura, continuando
imperterrito a violarle insieme a quelle umane. Leggo che
per compensare lʼeventuale non realizzazione del ponte,
si vorrebbe dare il via libera alle opere che il comune
aveva richiesto, e tra queste la presunta autostrada fino a
Faro, la copertura di ben quattro torrenti e non so che
altro. Intanto non si deve accontentare nessuno: il ponte
non si deve fare e basta e zero penali, poi che per giunta ci
si inventino opere extra, con ulteriori sbancamenti e
distruzione di quel poco che è rimasto fuori dalle grinfie
cementizie di queste amministrazioni e che si voglia
ancora oggi coprire le fiumare, beh, è semplicemente folle.
Un conto è mettere in sicurezza laddove
la presenza umana è diventata nonostante tutto - costante, altro è
coprirle. Dove possibile, bisognerebbe
rinaturalizzarle, ma non con progetti
deliranti (ne ho letti diversi, inenarrabile),
semplicemente togliendo tutto ciò che
non è naturale e lasciando che la natura rimodelli il
percorso. Già, sarebbe così semplice, eppure ricordo
perfettamente che nel 2009 e poi nel 2010, nonostante le
acque piovane incessanti di quel lungo autunno e lungo
inverno ci avessero spiegato bene quale fosse il ruolo
delle fiumare, i lavori per la chiesa sulla fiumara
dellʼAnnunziata sono continuati, senza sosta. La specie
umana viene chiamata homo sapiens, ma di sapiens ha
ben poco, salvo alcuni sapiens sparsi per il mondo, con
concentrazioni più o meno elevate in alcune aree. Per
alcuni avvocati (e non solo loro), una volta che un torrente
pagina 46
è coperto, non è più un torrente. Non per spirito di
vendetta, ma non mi dispiacerebbe che questi stessi
avvocati si ritrovassero un giorno su un – secondo loro non torrente (perché coperto) e vedessero come alla
pioggia che cade non gliene frega nulla dei loro cavilli e
relative elucubrazioni, e trasformasse la strada in fiumara,
(coperta però), quindi inesistente per questi scienziati di
turno, salvo vedere lʼacqua che scorre velocissima e
pericolosamente inarrestabile e assolutamente non
deviabile altrove. Ormai ho capito: se un distributore di
benzina prenderà il posto di un agrumeto, il tutto in mezzo
alle case (accanto ad un torrente coperto), come ahimè
accadrà a San Licandro (Messina), nonostante anni e anni
di opposizione, vuol dire che siamo tutti vittime del nostro
sistema, inclusa la non sapienza della nostra specie,
lʼunica in grado di distruggere la casa in cui vive.
Purtroppo prima di farlo definitivamente, distruggerà le
altre specie che di sapiens hanno molto più di noi.
centonove
poster...commenti
LA LETTERA di Antonella Intersimone
Beni culturali spa? Una risorsa
GENTILE DOTTOR Basso,
ho letto con interesse il suo articolo
“Beni culturali Sogno infranto”
pubblicato il 19 ottobre con le sue
considerazioni sullʼamministrazione
del patrimonio culturale siciliano e
sul fatto che sia stato gestito in
maniera approssimativa. Lʼarticolo
evidenzia lʼassenza dei custodi che
accolgano i turisti in visita ai siti, le
esorbitanti spese per la pulizia, che
superano di gran lunga il minimo
introito della biglietteria, nonché la
chiusura estiva di importanti poli
museali. Diciamo che, se i dati
riportati fossero tutti veri, il quadro
che ci si presenta è decisamente
sconfortante e fa ben comprendere
perché le gare per la gestione dei siti
minori siano andate deserte.
Tuttavia le ultime righe dellʼarticolo
mi hanno lasciato piuttosto
perplessa. Nellʼultima parte lei cita,
quale cartina al tornasole
dellʼincompetenza nella gestione dei
beni culturali, apogeo del disastro
creato dallʼautonomia, la creazione
della società Beni Culturali spa
dichiarando che tale atto,
unitamente alla fusione in una
“Multiservizi dagli imprecisati
compiti”, serva solo a creare una
“holding di lavoratori parcheggiati” a
scapito dellʼassunzione di ben 1000
archeologi e 30.000 precari che, a
suo dire, costituirebbero il cardine
del nostro futuro. Ma, come lei ben
sa, il patrimonio siciliano non è
circoscritto (e meno male) a quello,
pur importantissimo, dei beni
archeologici e quindi la soluzione da
lei ventilata sarebbe se non inutile,
sicuramente insufficiente. Quello
che mi preme capire davvero bene,
però, è come abbia individuato nella
creazione della società Beni
Culturali spa il punto di entropia. Non
so da dove abbia tratto le notizie che
riguardano questa parte dellʼarticolo
ma, una volta lette le righe
conclusive del suo scritto, ho avuto
qualche dubbio sullʼattendibilità delle
fonti. Come avrà già intuito, sono
una dipendente della Beni Culturali
spa, appartenente per di più alla
categoria catalogatori e pertanto
sento il dovere di precisare quanto
appresso. La Sicilia, proprio grazie
allʼautonomia e alla competenza
esclusiva in materia di beni culturali,
ha potuto dotarsi di leggi di tutela
avanzate e disporre di cospicue
risorse. Nel 1995, data lʼestrema
vulnerabilità del patrimonio culturale,
da sempre soggetto a furti, veniva
avviato in tutta la Sicilia, il Progetto
Emergenza (art. 111 della legge
25/93), un piano triennale per
lʼinventariazione del patrimonio
presente nellʼisola. Tale progetto
prevedeva, in un secondo step, la
creazione di una banca dati per la
consultazione on line, del patrimonio
presente nella nostra regione (le
schede cartacee prodotte nel
triennio lavorativo sono conservate
presso le Soprintendenze). Ultimato
il Progetto Emergenza i catalogatori
andarono ad ingrossare, per circa un
anno, le fila dei nuovi schiavi, gli
LSU, e cioè dei precari sottopagati:
la stessa categoria cui lei
affiderebbe, con molta leggerezza,
gli scavi archeologici sotto la
sorveglianza dei 1000 archeologipanacea assunti dalla Regione.
Negli anni 2003/2008 un ulteriore
progetto di catalogazione, stavolta
finanziato con fondi POR dalla
Comunità Europea, si occupò del
secondo step sopra accennato: la
creazione della banca dati. Ad oggi il
patrimonio archeologico,
architettonico, archivistico, demoetnoantropologico, storico-artistico e
bibliografico, catalogato è presente
sia nella banca dati PaCus che nel
sistema SBN Web, per quanto
riguarda i beni librari. Nel 2007 la
finanziaria del governo Prodi, stabilì,
per tentare di risolvere il problema
del precariato cui è stata
condannata unʼintera generazione,
di stabilizzare tutti quei precari che
avevano determinati requisiti tra cui
quello di essere personale
selezionato tramite procedure di
natura concorsuale: arrivò così la
legge 24/2007 che prevedeva la
stabilizzazione nellʼorganico del
personale catalogatore dopo la
definizione della pianta organica. Nel
2009 ultimato il progetto POR i precari
qualificati impiegati (architetti,
archeologi, archivisti, etnoantropologi,
bibliotecari, storici dellʼarte, nonché gli
assistenti archivisti, bibliotecari,
etnoantropologi, geometri, disegnatori
e storici dellʼarte), in attesa della
definizione della pianta organica,
vennero assorbiti dalla Beni Culturali
spa, per continuare a svolgere lo
stesso lavoro che la legge istitutiva del
concorso, da lei definito
impropriamente “dei catalogatori”,
rendeva ormai attività istituzionale.
Lʼespletamento del concorso,
superato sia dai precari della scuola
che della catalogazione, nonché da
personale esterno, riguardava solo
alcuni profili professionali tra tutti quelli
previsti, lasciando di fatto vuoti
nellʼorganico che ben si riflettono nelle
inefficienze da lei denunciate
nellʼarticolo. A tuttʼoggi i catalogatori
continuano ad operare nella società
svolgendo tale lavoro istituzionale,
propedeutico e imprescindibile per
qualsivoglia azione di tutela e
fruizione del patrimonio siciliano verso
cui lei mostra particolare sensibilità.
Capirà che, dopo tanti anni passati a
svolgere con professionalità un
lavoro, pur tra mille difficoltà e
frustrazioni, spiace lʼessere
annoverata, agli sciacqualattughe,
ladri e incompetenti cui fa riferimento
nella conclusione dellʼarticolo. Ultima
precisazione: Multiservizi non è una
società costituenda come da lei
scritto, bensì una società in
dismissione i cui dipendenti lavorano
per lʼAssessorato alla Sanità con
compiti ben precisi presso gli
ospedali. Quando la società verrà
liquidata, i dipendenti confluiranno
nella consortile SAS che accorperà
Beni Culturali spa, Biosphera e
Multiservizi e ciò in base a quanto
stabilito dalla spending rewiew che ne
prevede, comunque, la vendita entro il
2013. Da quel momento scatteranno i
licenziamenti e si potrà procedere
allʼassunzione dei 30.000 + 1000 che
ne sono certa, potranno far rinascere
il Sogno dei Beni Culturali.
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Cani, com’è triste il trucco e parrucco
MESSINA. Nei giorni 27 e 28 ottobre la cittadella
fieristica messinese ha ospitato lʼennesima mostra
canina. A un fan del cartone animato “Oliver &
company” la prima idea che salta in mente è quella
della divertentissima cagnetta fashion Georgette,
esemplare di razza, che si tiene in forma con
sedute dʼaerobica in cassetta, si trucca, si incipria,
si profuma, cura la perfetta messa in piega con i
bigodini. Una vera diva, insomma, fiera dei premi
vinti dopo una serie interminabile di competizioni e
sfilate. Ma forse è il caso di frenare la fantasia. Il
motivo? Semplice: il “trucco e parrucco” per i cani
(e per tutti gli altri sfortunati animali che i padroni
amano mettere in vetrina) non è affatto una
passeggiata. Messa in piega, stiratura,
acconciature varie non sono cose
nate per loro, a cui non interessa non
avere un pelo fuori posto o posare per
calendari e servizi fotografici. Sono
vittime della vanità dei padroni, che
pretendono di avere il cane o il gatto
più ammirato e sono capaci di protestare ed
arrabbiarsi in caso di sconfitta del loro candidato.
Pensando alle mostre canine e feline, più che alla
disinvolta e frivola Georgette si dovrebbe pensare
allʼinfelice figlia di Anna Magnani, in “Bellissima”:
vittima delle (frustrate) velleità artistiche di gioventù
della mamma, la bambina è condotta controvoglia
dal parrucchiere, a provini e sfilate. Alla fine la
Magnani, resasi conto di stare arrecando solo
danno alla figlia, la smetterà. Quando certi padroni
troppo agguerriti saranno colpiti dalla stessa
folgorazione?
pagina 47
2 NOVEMBRE 2012
ELIODORO
Burocrazia sorda
per l’impiegato cieco
S.MARIA DI LICODIA Ha vinto un concorso
per centralinista,
ha due sentenze
a favore, ma il
sindaco non vuole
assumerlo perche nel
frattempo è ...
scomparso il
centralino.
Protagonista della
vicenda
pirandelliana un
ipovedente.
"Se lo assumo sforo il
patto di stabilita`",
aggiunge il sindaco.
E la sentenza?
150 PAROLE DA PALERMO
Le età dell’uomo
SE ABITI PER TANTO tempo nello stesso quartiere, negli
anni vedi sfilarti davanti la coppia fresca di viaggio di nozze, poi con tre figli, che poi si separa. Vedi i bambini che
giocavano a palla, giocare oggi a palla con i propri bambini. Vedi imbiancare i capelli al panettiere e al signore
che vende panelle. Vedi passare la nera signora che, senza preavviso, si porta via la figlia dellʼostetrica, poi Antonio, così gentile allo sportello del Caaf, infine gli occhi
azzurri del signore del primo piano. Allora, con Guccini,
ascolti e non capisci, la vita come è fatta e come uno la
gestisce … i mille modi, i tempi, le scelte, il fato, le possibilità. … Diremo forse un giorno, ma se stava così bene, avrà il marmo con lʼangelo che spezza le catene… A
poco a poco andrà via dalla nostra mente piena, soltanto un' impressione che ricorderemo appena ...
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Il partito del non voto
MESSINA. Sono tante le novità delle elezioni
regionali. Innanzitutto l'astensionismo come
sintomo di protesta. Se fosse stato il risultato di un
referendum, il non raggiungimento del quorum (solo il
47,43 dei siciliani è andato a votare) avrebbe invalidato la
prova referendaria. Sarebbe stato quindi un no alla
democrazia rappresentativa o, quantomeno, a questo
sistema di partiti. Ma la novità non è stata solo l'enorme
numero di astensioni. La protesta dei siciliani si è espressa
anche con il voto attribuendo un enorme successo ai grillini
che adesso dovranno dimostrare con i fatti la loro capacità
di proposta, oltre che di denuncia. Lʼinsuccesso di Gaspare
Sturzo, poi, conferma che non esiste un voto cattolico e
che è sterile continuare a cercarlo come se fosse qualcosa
di omogeneo. Infine, per la prima volta un candidato
proveniente dalle file della sinistra è stato eletto
direttamente presidente della regione (Angelo Capodicasa
era diventato presidente dal 1998 al 2000 con un
ribaltone). Crocetta deve la sua vittoria alla provincia di
Messina dove l'asse Pd Udc è stato fortissimo. A conferma
che l'unico modo per provare a vincere in Sicilia è
l'alleanza Pd-Udc. Questa esperienza regionale
incoraggerà le prospettive di un'alleanza a livello nazionale
e locale, non solo messinese. Si pone comunque il
problema della governabilità. Crocetta potrà dire no a tutti
gli inciuci, ma per governare è necessario fare la
maggioranza e realizzare larghe convergenze, se non
fosse possibile in maniera stabile ed organica, almeno
nell'approvazione di singole leggi. La scelta fra Musumeci
e Miccichè appare quindi ineludibile se non si vuole
negoziare in continuazione con singoli deputati, come
faceva il presidente Lombardo.
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