messina. - Centonove
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centonove Fausto Gennuso Professioni sanitarie, ANNO XIX N. 41 2 NOVEMBRE 2012 EURO 1,50 test col “trucco” E’ giallo sui plichi smarriti all’Università di Messina PAG. 19 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) speciale elezioni e r o t a n r e v o g n U così RIA O T T I V LA CETTA O R C O I R DI ROSA ENSIONISMO . T TRA AS T DEI GRILLINI OI E. ED EXPL ESTE SPERANZ U CON Q NTI RISCHI E TA 2 NOVEMBRE 2012 il punto centonove Beppe Grillo EDIT Il nuovo senza avanzi COME POTEVA vincere un candidato di sinistra per giunta omosessuale dichiarato? Si è detto di tutto su Crocetta. Accusandolo di inciuci, di accordi sottobanco con lʼaltro candidato alla presidenza, Gianfranco Miccichè, ex pupillo di Berlusconi con la lista patrocinata anche dal governatore dimissionario Raffaele Lombardo. Per screditarlo è stata coniata anche la parola “Crocché”, Crocetta-Micciché. Eʼ stata negata perfino la realtà: il suo impegno politico e istituzionale, prima nel Pci, poi come sindaco di Gela, poi come europarlamentare e componente della Commissione antimafia europea. Eppure Crocetta ha vinto. Per la prima volta dal dopoguerra la Sicilia ha un presidente di centrosinistra. Ha vinto nonostante lo schieramento azzoppato: Sel di traverso, ad esempio, che ora resta fuori insieme ad Idv dallʼAssemblea regionale. Ha vinto, portando alla disfatta la lista del Pdl. Ha vinto, dimostrando che ci può essere una alleanza sinistramoderati col pollice alzato. Ora, però, dopo la vittoria, si aspetta il cambiamento. Perché se è vero che nel voto siciliano ci sono molte speranze, è pure vero che se lʼastensionismo supera la metà dellʼelettorato vuol dire che la politica nel suo complesso è finita in un buco nero. Per farla riemergere si può anche strizzare lʼocchio a Miccichè, ma occorre avere soprattutto il coraggio di accogliere posizioni estreme come quelle dei grillini, che promettono di tagliare gli stipendi “poco” onorevoli. O si ha la forza di dare lʼesempio, o non si potrà parlare di nuovo che avanza. Ma di nuovo che è avanzato. Qualcosa è cambiato. Forse La perfomance del Movimento 5 stelle può tradursi in una opportunità unica per la Sicilia. Purchè mantenga la promessa di rimanere fuori dalle alleanze DI DOMENICO BARRILÀ ALLA FINE IL MENO peggio si è imposto. Meno male, date le circostanze. Allo stesso modo, le bracciate di Beppe Grillo nelle acque dello Stretto, sembra abbiano sollevato belle volute di spuma, pure mancando, come prevedibile, il bersaglio grosso. Questʼultima, detto francamente, mi sembra la notizia più rilevante, considerato che gli esponenti del movimento 5 stelle sono ottimi professionisti dellʼopposizione. Governare è un'altra cosa, ci vorrà del tempo, come il tragicomico caso di Parma dimostra, perché richiede qualcosa di più strutturato, oggi reperibile solo in alcuni partiti, non in quelli di destra, incubatrici seriali di imbarazzanti disavventure. La performance del M5S potrebbe tradursi in unʼopportunità unica per la nostra regione. Questo nuovo ceto politico, fatto anche di tanti giovani onesti e competenti, cui la spocchia dei partiti tradizionali non avrebbe mai concesso spazio, potrebbe favorire la nascita del controllo sociale sulla politica e sugli atti amministrativi siciliani. Sarebbe unʼesperienza nuova, quasi inebriante, in un luogo che non ama i ficcanaso. Lʼassenza di opposizioni non consociative, infatti, è causa dei mali siciliani non meno del malgoverno delle maggioranze che si sono succedute. Fanno bene i seguaci di Grillo ad annunciare che non parteciperanno ad alleanze di governo. Non abbiamo bisogno di nuovi opportunisti e scrocconi, ci servono opposizioni che facciano controlli spietati, che stiano fuori dalle liturgie spartitorie, che siano in grado di fare sentire perennemente osservati coloro che manovrano soldi pubblici e destini privati. Forse, in Sicilia, potrebbero fare ancora di meglio, pur senza allearsi, evitando di lasciare Crocetta in balia di Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione:Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile prestatori di voti impresentabili, vista lʼesiguità dei numeri della sua coalizione. Un M5S che gioca le sue carte con una vera attenzione allʼinteresse collettivo, impedirebbe ai malintenzionati di montare la guardia a Rosario Crocetta, facendo passare brutti quarti dʼora ai rappresentanti dellʼinciviltà, politico-amministrativa siciliana. Vedremo, ma soprattutto speriamo non si siciliazzino prima che il gallo faccia i suoi versi mattutini. Sul movimento di Grillo e di Casaleggio, mantengo solide riserve, giacché la democrazia, ancorché mediatica, possiede delle regole che, francamente, non mi paiono limpidamente rappresentate nel M5S. Detto questo, in Sicilia non dobbiamo fare troppo gli schizzinosi, perché anche un circo equestre sarebbe meglio degli indecenti spettacoli cui abbiamo assistito finora. La destra perde, malgrado ciò viene da piangere, se pensiamo che il 25% di Musumeci, unito al 15 di Miccichè e al 10 dellʼUdc, rappresenta ancora oltre metà dellʼelettorato siciliano. Un film dellʼorrore, che parla di elettori autolesionisti impenitenti, giacche in quel recinto ci sono tutti i responsabili delle ultime, catastrofiche, stagioni della politica siciliana. La sinistra più sinistra, invece, sommata allʼIdv, non riesce a fare perdere Rosario Crocetta, in compenso condanna se stessa. Un classico, in Italia, ma in Sicilia le rappresentazioni classiche vengono meglio. Un ringraziamento finale a Miccichè. Se il suo ego ipertrofico, ferito dallʼascesa di Angelino Alfano, non lo avesse sospinto a mettersi in proprio, Rosario Crocetta sarebbe diventato il capo dellʼopposizione. Invece avrà la sua chance e noi possiamo tifare perché la trasformi in una possibilità collettiva. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 2 NOVEMBRE 2012 PRIMO PIANO Crocetta sull’astensionismo Speciale voto, dai trombati eccellenti ai volti nuovi destinati a cambiare lʼArs A PAGINA TOP SECRET 6/12 TEATRO DI MESSINA/1 POLITICA Nuovo direttore, indagati in tre Renzi “cattura” i giovani Gli under trenta del Pd messinese a fianco del rottamatore sindaco di Firenze A PAGINA 14 Dirigenti, chi si rivede Al Comune di Messina va alla firma la delibera sul tesoretto da 18 milioni A PAGINA 15 Scissione, facciamo sul serio Tutti i numeri del nuovo comune Montemare. Il comitato per la costituzione si presenta A PAGINA 16 Tutti gli uomini di Nanni Stazione di Messina Ecco chi sono i trenta esperti gratuiti nominati alla Provincia di Messina A PAGINA Gussio, Foti e i debiti 17 Eʼ scontro tra gli ex sindaci di S. Alessio Siculo. Lʼalbergatore accusato di avere evasio tributi A PAGINA 18 PAG.22 Misericordia, il terremoto! Wanderling, il pop è romantico La confraternita di San Piero Patti organizza la più grande esercitazione mai fatta a Messina A PAGINA 27 Fino al 4 novembre la personale dellʼartista di Messina al Monte di Pietà A PAGINA 43 RUBRICHE ECONOMIA Mi faccio la banca Parte la sottoscrizione azionaria per la “Popolare Unione” A PAGINA Catania stoppa Franza 31 Confcommercio contro il centro commerciale della Infra invest A PAGINA 32 Raffineria-dipendenti Angelo Libetti Lʼeconomia del Comune di Milazzo ruota attorno lʼimpianto industriale. Le proteste fra ambientalisti e dipendenti 33 PAG.31 Imu, stangata in camera 4/5 28/29 30 30 36 36 36 40 43 44/45 44 45 46 46 46 46/47 47 47 47 Settegiorni Zum Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Uomini & Business Occorre sapere Cunsumatori/Consulenti del lavoro Libri/La Classifica Mostre Weekend Nuovevisioni/Musica De Gustibus Ecologia e Ambiente Heritage Io, cittadino Lettere & Commenti Eliodoro Antibuddaci 150 parole da Palermo Dopo gli aumenti Federalberghi lancia lʼallarme. «Molte strutture a rischio». Il caso Lipari e Taormina A PAGINA 34 SICILIA Test, sospetti e ricorsi AllʼAteneo di Messina due plichi scomparsi per accedere a professioni sanitarie A PAGINA 19 Studi online, paghi cash La Sicilia da bere Cresce la produzione di vino. Sdenza penalizzate la qualità A PAGINA Viaggio nelle università virtuali, dove tra iscrizione e tutor si spendono 5000 euro A PAGINA 20 35 POSTER il principe e il povero Sclerosi, “malati abbandonati” Erorismo, La mostra “Gli ultimi Gattopradi”a Messina In Sicilia 277 malati di Sla lasciati soli A PAGINA 21 svela un legame impensabile fra due artisti A PAGINA 38/39 Stazioni, binario morto «Io, folgorato da Miller» Viaggio nella Centrale e alla Marittina di Messina A PAGINA 22/23 A tu per tu con il musicista di Santa Teresa di Riva, Max Dedo A PAGINA 41 In tribunale col... servoscala Si conclude il calvario della famiglia di Venetico che aveva installato nel condominio una poltroncina elettrica A PAGINA «Un parlamento di Scilipoti» Intervista impossibile ad Alcide De Gasperi sulla politica di ieri e di oggi 26 A PAGINA 42 pagina 3 Max Dedo PAG.41 MESSINA. Lʼesclusione di Carmelo Briante dalla selezione per direttore amministrativo del Teatro costa al Sovrintendete Paolo Magaudda unʼinchiesta per abuso ed omissione in atti dʼufficio. Il pm, Camilo Falvo, aveva chiesto lʼarchiviazione ma il Gip, Salvatore Mastroeni, non lʼha accolta e ha fissato lʼudienza per il 14 novembre. Indagati anche Santi Alligo, segretario del Comune e Giuseppe Spadaro, gli altri membri della Commissione dʼesame. TEATRO DI MESSINA/2 Il commissario Cintioli si insedia giorno 5 MESSINA. Si insedierà il prossimo 5 novembre Fulvio Cintioli, designato commissario straordinario del Teatro di Messina. La nomina, approvata in giunta tempo fa, ha superato il passaggio allʼArs e allʼUfficio 1 della Regione, e sarà uno degli ultimi atti firmati dal presidente Raffaele Lombardo prima di lasciare il posto a Rosario Crocetta. VIGILANZA Fallimento Detective in Tribunale il 30 MESSINA. Eʼ fissata per il 30 novembre lʼudienza in cui si deciderà il fallimento della storica società di vigilanza di Messina. Monopolista degli appalti in città, a seguito della morte della titolare Antonia Privitera e della guerra fratricida tra tra le 4 sorelle eredi, è da due anni inattiva. Di recente il Tar ha decretato che non avese titolo per vincere la gara di vigilanza degli uffici giudiziari di Reggio calabria, ultima spiaggia per sopravvivere. Lʼistanza di fallimento è stata proposta da un gruppo di guardie. 2 NOVEMBRE 2012 CHI SALE L Giovanni Ardizzone MESSINA. Nonostante si avviasse a una sicura riconferma, il deputato regionale dellʼUdc non ha abbandonato lo spirito dell'attivista di base della più autentica Dc. Nel giorno del voto, infatti, Ardizzone si è attardato a salutare amici e simpatizzanti fin dentro la scuola sede del suo seggio, sfoderando un sorriso indefesso. L Giovanna Famà MESSINA. La diretrice della Galleria di Arte moderna di Messina anche nei momenti più bui dimostra attaccamento anche al suo mentore politico, lʼex sindaco Peppino Buzzanca. Nonostante la debacle elettorale del deputato del Pdl fosse conclamata, si aggirava stoicamente per i seggi della città annotando i voti. L Angela Bottari MESSINA. Lʼex deputato nazionale del Pci è una combattente eroica. Per inseguire ogni singola preferenza destinata al suo protetto, Filippo Panarello, ha messo a rischio anche la linea. Nello stesso pomeriggio, infatti, è riuscita a prendere fino a tre aperitivi pur di raggranellare qualche voto in più. L Bruno Mancuso SANTʼAGATA MILITELLO. Il sindaco di SantʼAgata Militello punta a fare il deputato nazionale. Dopo avere rinunciato alla candidatura alle Regionali per sostenere Nino Germanà, ora si vedrà restituito il favore. A benedire lʼoperazione politica allʼinterno del Pdl è stato il segretario nazionale Angelino Alfano. L Carmelo Pino 7giorni centonove MESSINA. IL PATRIMONIO DELL’IMPRENDITORE EDILE PASSA ALLO STATO SOCIETA’ Mafia, Pergolizzi confiscato Trapani, ritrovate in un casolare 12 opere d’arte Secondo il Tribunale l’impero stimato in 25 milioni di euro è stato creato grazie alla vicinanza alle organizzazioni criminali MESSINA. Immobili, conti correnti, auto di lusso ed un'imbarcazione.A due anni dal sequestro sono stati confiscati beni per 25 milioni di euro appartenuti allʼimprenditore edile milazzese Vincenzo Pergolizzi, 59 anni. Lʼuomo, titolare dellʼimpresa che ha costruito il complesso Aralia su Montepiselli, è stato ritenuto vicino alle famiglie mafiose dei Cappello di Catania e dei Foti di Barcellona. Il provvedimento, che prevede anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per quattro anni, è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina su richiesta del sostituto procuratore della Dda Vito Di Giorgio. Si tratta della più cospicua confisca di beni mai eseguita in provincia di Messina. Il primo sequestro Vito Di Giorgio fu effettuato nel novembre 2010 al quale pochi mesi dopo fece seguito il secondo. In base agli accertamenti eseguiti dai Carabinieri furono scoperti i collegamenti tra Pergolizzi, già allʼepoca personaggio noto alle forze dellʼordine, ed esponenti di rilievo della criminalità organizzata di Catania, Messina e Barcellona. Secondo gli inquirenti, lʼimprenditore edile, attraverso società a lui direttamente o indirettamente riconducibili, e grazie ai rapporti con Salvatore Cappello e Carmelo Vito Foti è riuscito a guadagnarsi una importante fetta di mercato, alterando i normali meccanismi della concorrenza ed acquisendo ingenti vantaggi economici. La confisca ha riguardato tre imprese edili, una operante nel settore della panificazione, sei abitazioni, 14 automezzi, tra cui una Cadillac Escalate, una Jaguar ed una imbarcazione di oltre 20 metri. TRAPANI. Recuperate in un casolare abbandonato alla preiferia di Trapani, 12 delle 15 opere d'arte trafugate ad inizio ottobre nella chiesa di san Nicola. L'operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Palermo e del comando provinciale di Trapani. Si tratta del più importante furto di opere chiesastiche fatto in Sicilia negli ultimi dieci anni. Tra le opere recuperate tre dipinti olio su tela del XVII secolo, due del XVIII secolo; sei statue lignee di angeli e un gruppo scultoreo ligneo raffigurante il battesimo di Cristo, risalenti al XIX secolo. Mons. Piero Messana, direttore dell'ufficio beni culturali della diocesi di Trapani, ha lanciato un appello per il restauro. Cancro colon, farmaco “silenzia” staminali PALERMO. Interrompendo una cascata di segnali chimici legati alle staminali tumorali, le cellule 'progenitrici' dei tumori, è possibile renderli meno aggressivi. Lo ha dimostrato, finora solo sugli animali, uno studio di Maria Giovanna Francipane, ricercatrice che grazie alla Fondazione Ri.Med si divide fra Palermo e Pittsburgh, presentato nel capoluogo siciliano. "Abbiamo prima studiato un meccanismo legato alle staminali tumorali mediato da una proteina chiamata mTor, e poi un farmaco in grado di inibirlo - spiega l'esperta - Nei test sugli animali i tumori al colon trattati avevano una minore aggressività, e una vascolarizzazione ridotta, che li rende meno propensi a formare metastasi". Prostituzione, altri 5 arresti a Caronia CARONIA. Nuovi arresti stamani della polizia a Caronia nell'ambito dell'operazione anti prostituzione "Dolce vita", su ordine del gip di Mistretta. In carcere sono stati portati i gestori del night 'Dubai Night Club' Giuseppe Lo Re, 50 anni, di Caronia, e Dimona Dimitrova Gueorguieva, 34 e Francesco Alessandrino, 27. Agli arresti domiciliari invece Vincenzo Semilia, 47 e Emanuele Dilati, 50. Sono accusati di reclutamento e sfruttamento della prostituzione. Il Night Club è stato sequestrato. LAMPEDUSA. MAXI OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, 30 IMMOBILI NEL MIRINO Abusivismo, squestrata anche la villa di Claudio Baglioni LAMPEDUSA. Operazione antiabusivismo sull'isola di Lampedusa, dove la Guardia di Finanza ha sequestrato trenta immobili, tra cui la villa del cantante Claudio Baglioni (nella foto). 90 gli indagati, ma il cantautore romano non risulta tra gli iscritti nel registro degli indagati. Il provvedimento è firmato dal gip del Tribunale di Agrigento Alberto Davico. Indagati alcuni dei proprietari degli immobili, alcuni tecnici del Comune e della Soprintendenza di Agrigento. Le accuse formulate dalla procura, a vario titolo, sono di lottizzazione abusiva. Questa è la terza tranche di un'attività investigativa delle Fiamme gialle, che nei mesi scorsi avevano già sequestrato decine di ville e case abusive a Cala creta. LUPETTI. IL GRUPPO AGESCI MESSINA 13 INAUGURA L’ANNO 2012 - 2013 A FORTE SAN JACHIDDU Vita da Scout MESSINA. Il sindaco di Milazzo da quando ha lasciato il Pdl non ha mai indossato una casacca politica. A quanto pare, però, il rapporto con Francantonio Genovese, leader del Pdl locale,si fa sempre più stretto. Pino e molti dei suoi assessori hanno contribuito alla rielezione del deputato Franco Rinaldi. MESSINA. Tradizionale cerimonia di apertura dellʼanno scout 2012-2013 per il gruppo Agesci Messina 13 del santuario Madonna di Pompei. Circa cinquanta i ragazzi, tra lupetti, guide, esploratori e rover che questʼanno hanno risposto allʼatteso appuntamento che segna lʼavvio delle attività sociali del sodalizio. Gli scout con le rispettive famiglie si sono pagina 4 ritrovati a Forte San Jachiddu dove hanno trascorso due giorni tra giochi, divertimento, riflessioni e preghiera. Nel corso della cerimonia si sono svolti i tradizionali rituali di accoglienza di nuovi scout, di nomina dei capisquadriglia, del passaggio al reparto e al clan, della “partenza” e infine della rotazione dei capi. A guidare il gruppo saranno i capiscout Daniele Caliri e Agnese Lando coadiuvati dai capi Lillo, Nicola, Salvatore, Stefania, Nino, Alessia e Antonio. F.TU centonove 7giorni CONVEGNI. INIZIATIVA DEL CISEM SUL PARCO ARCHEOLOGICO DI PIAZZA ARMERINA La “villa” restaurata PIAZZA ARMERINA. Dal 7 al 10 novembre si terrà a Piazza Armerina, presso la prestigiosa sede di Palazzo Trigona, nella piazza del Duomo, il Convegno Internazionale “La Villa restaurata e i nuovi studi sulllʼedilizia residenziale tardoantica”. Promosso dal Cisem (Centro Interuniversitario di Studi sullʼEdilizia abitativa nel Mediterraneo) ed organizzato in collaborazione con il Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e la Città di Piazza Armerina, il convegno si articolerà Mosaici di Piazza Armerina in tre giornate dedicate allʼapprofondimento ed sintesi delle proprie ricerche con alla discussione di tematiche generali comunicazioni brevi e posters. sullʼedilizia residenziale tardoantica, Le sessioni prevedono la presentazione del sviluppate dai rappresentanti delle diverse tema proposto da parte dei rappresentanti di sedi italiane del Centro (Roma, Bologna, ogni gruppo con lʼintervento di specialisti Padova, Foggia ed Enna) e degli Istituti di italiani e stranieri. Eʼ prevista la ricerca Italiani e stranieri che vi aderiscono, partecipazione di più di 70 relatori. Si partirà oltre che da studiosi che presenteranno una 2 NOVEMBRE 2012 dalla Sicilia, con la presentazione dei risultati delle ultime ricerche in contesti urbani e rurali, per ampliare le indagini al resto dellʼItalia e del Mediterraneo romano; tra i temi in discussione il rapporto tra edilizia residenziale e potere pubblico, i programmi architettonici e decorativi di case e ville, la produzione, le grandi residenze di prestigio in età tardoantica ed altomedievale. Una particolare attenzione sarà dedicata alla Villa del Casale, non solo per quanto riguarda ricerche di carattere storico-archeologico, ma soprattutto per la presentazione delle ultime campagne di scavo e dei lavori di restauro e musealizzazione, anche al fine di valutare il ruolo che tali interventi possono avere a livello internazionale nella valorizzazione e nella fruizione di siti archeologici dello stesso tipo. Una sessione darà dunque dedicata ai temi del restauro e della conservazione. Con questa iniziativa il Cisem intende avviare le proprie attività nellʼambito delle ricerche sullʼedilizia residenziale nella tarda antichità, proponendosi come un punto di incontro e confronto tra gli specialisti di diverse discipline per approfondire, integrare e sviluppare le conoscenze scientifiche in questo settore dellʼarcheologia tardoantica e, contestualmente per affrontare in unʼottica “globale” le tematiche legate alla valorizzazione e fruizione di siti e monumenti avvalendosi anche dellʼapporto delle nuove tecnologie applicate ai beni culturale, ed aprendo dunque le sue ricerche ad un pubblico più ampio possibile. Il convegno si arricchirà delle visite alla Villa del Casale ed allʼarea archeologica di Sofiana. Carla Sfameni PALERMO. ARRIVA IN SICILIA LA CAMPAGNA PER DIRE BASTA ALLA MORTALITA’ INFANTILE ROSA E NERO Every One, dalla parte dei bambini Buon compleanno nonno Alfonso PALERMO. Arriva a Palermo la campagna globale 'Every One' di Save the children, per dire basta alla mortalità infantile. Un bambino su tre muore a causa della malnutrizione, ma 1/3 della produzione agricola mondiale viene sprecata o perduta, anche nel nostro Paese. In Sicilia ben il 44% delle famiglie butta il cibo almeno una volta alla settimana. Un valore nettamente superiore alla media nazionale. Presso il Centro aggregativo per minori ''Al centro dei miei pensieri'' si è svolta la dodicesima tappa del viaggio del Palloncino Rosso, organizzato in collaborazione con Uisp (Unione italiana Sport per Tutti) e Csi (Centro Sportivo Italiano) con la partecipazione dei bambini della scuola Carmelo Maneri del quartiere Brancaccio e delle scuole elementari Cesare Abba e La Masa. Presente l'assessore alla Cittadinanza sociale del Comune di Palermo, Agnese Ciulla. Tra l'altro, Palermo ed il Monte Pellegrino sono protagonisti assoluti della campagna sui social media di Save the Children, con il lancio di migliaia di contatti in rete della ''cartolina-meme'' che ritrae la montagna mentre scompare con lo slogan: "Se da Palermo sparisse il Monte Pellegrino te ne accorgeresti? Pensa che ogni 5 secondi scompare un bambino e non se ne accorge nessuno". ''Iniziative come queste - ha detto Ciulla rappresentano opportunità di crescita e di confronto tra bambini, bambine ed adulti e costituiscono un elemento di forza che aiuta la città ad attivare percorsi ed elementi di sviluppo. Il diritto al gioco ed il diritto di crescere sono elementi fondanti per una città che riconosce ai bambini lo stato di cittadini''. AGRIGENTO. Grande festa a Realmonte per il compleanno di nonno Alfonso Cottone che il 30 ottobre ha spento 103 candeline. Si tratta dell' uomo più longevo della provincia che, per l'occasione, dopo una messa officiata in suo onore da don Pino Agozzino, ha condiviso una maxi torta con l'amministrazione comunale e i concittadini. Amante della buona cucina, nonno Alfonso, predilige la pasta al pomodoro, non perde un film con Bud Spencer e Terence Hill e subisce il fascino del mondo virtuale: passa infatti gran parte del suo tempo libero col nipote che gli insegna a navigare in internet. Morto a Tirana, funerali a Catania CATANIA. Sono stati celebrati a Catania, nella chiesa Santissimi Pietro e Paolo, i funerali di Luca Olivotto, il giovane di 27 anni morto, il giorno del suo onomastico, il 18 ottobre scorso, a Tirana dopo una terapia a base di bicarbonato di sodio per curare un tumore al cervello, indicata dal medico italiano Tullio Simoncini e somministratagli in una ospedale privato nella capitale albanese. Durante la cerimonia sono stati proiettati su un tele bianco alcune diapositive con immagini del giovane. I genitori, affranti dal dolore, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. ISul caso sono aperte due inchieste: una in Albania e l'altra dalla Procura di Roma, in collaborazione con i magistrati di Catania. pagina 5 CHI SCENDE M Nino Germanà MESSINA. Adesso che è stato finalmente eletto allʼArs, gli amici e i conoscenti del neodeputato del Pdl potranno tirare un sospiro di sollievo. Per tutta la campagna elettorale, complici le tecnologie, Germanà ha bombardato di sms un poʼ tutti, superando di gran lunga persino Raffaele Lombardo. M Filippo Panarello MESSINA. Il deputato regionale del Pd “toppa” a pochi minuti dalla sua rielezione. Per festeggiare, infatti, Panarello ha fatto portare un bel poʼ di bottiglie per brindare. Peccato, però, che si trattasse di stucchevole spumante dolce. Che i membri del comitato hanno bevuto per niente soddisfatti. M Piero David MESSINA. Lʼex segretario della Sinistra giovanile di Messina è rimasto arruffone come ai tempi in cui era... giovane. Invece di allestire un banchetto come si deve per raccogliere le firme a favore di Bersani in vista delle primarie, ha sequestrato il tavolino di un locale, che ha poi malamente ricoperto con alcuni manifesti. M Rosario Crocetta PALERMO. La prima apparizione televisiva del nuovo presidente della Regione ha messo in allarme gli alleati. Invitato a Ballarò, Crocetta ha messo in mostra un bel caratterino, riuscendo in tre minuti a litigare con il “rottamatore” Matteo Renzi, col direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti e con la consigliera del movimento 5 Stelle Federica Salsi. M Franco Mondello MESSINA. Lʼex vicesindaco dellʼUdc ha un poʼ troppo preso alla lettera i dettami del suo partito sulla famiglia. Nella serata elettorale di domenica, Mondello ha “obbligato” i giornalisti a mangiare la focaccia che il candidato Ardizzone aveva comprato. “Mancu me matri fa a sta manera”, il commento più gettonato. SpecialeVoto 2 NOVEMBRE 2012 centonove “RE DI SICILIA”. Rosario Crocetta SVOLTE. Il candidato di Pd e Udc vince le elezioni in cui a votare è stato solo il 47% Crocetta sull’astensione L’eurodeputato ed ex sindaco antimafia di Gela è già a lavoro per la nuova giunta. Ma gli accordi con i partiti «sono estenuanti». Ecco l’agenda del governatore. Tra bilancio, precari e rifiuti DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Promette una maggioranza bulgara, è pronto a tagliare le teste di tutti i dirigenti generali («a cominciare Ludovico Albert alla Formazione), assicura che taglierà a metà la propria indennità ma che, allo stesso tempo, non farà demagogia per cavalcare lʼantipolitica (ad esempio la riduzione dello stipendio dei deputati in stile 5 Stelle). A dire tutto ciò è il nuovo “re di Sicilia”, Rosario Crocetta, che, per lʼaffluenza alle urne di chi lo ha eletto presidente della Regione, fa pensare più a Barack Obama. Rosario Crocetta, lʼantimafioso ex sindaco di Gela che ha unito Pd e Udc, è rimasto quello di sempre. E non è disposto a fare inciuci. Ma neanche a chiudere le porte. Mentre sui commissariamenti... I PRELIMINARI. Ancor prima del suo insediamento, il nuovo governatore di Sicilia si deve barcamenare con gli alletati rispetto ad alcune questioni fondamentali. In primo luogo a chi assegnare gli assessorati, che con le poltrone portano non solo peso politico ai partiti, ma anche tutta una serie di posti “collaterali”, ovvero quelli disponibili nei gabinetti (segreterie personali e tecniche). Ogni posizione ha un suo peso specifico, secondo il manuale Cencelli, e quindi tutto va calibrato perfettamente, dalle deleghe alle cariche elettive in assemblea. Magari lasciando anche qualche posto libero per raggiungere quella “maggioranza Bulgara” evocata” dal nuovo presidente. Dovrebbero restare fuori dai giochi direttamente politici, invece, le direzioni generali, che, secondo Crocetta, dovranno andare a chi merita. FRANCANTONIO GENOVESE leader di Innovazioni, fra i principali artefici del quarto governo Lombardo, è anche uno dei maggiori elettori di Crocetta. In giunta vorrebbe avere lʼopzione sulla Formazione, imponendo nuovamente Mario Centorrino o il cognato Franco Rinaldi E I PROBLEMI IN AGENDA. Neanche giunto a Palazzo dei Normanni, il governatore dovrà mettere mano a quanto lasciato in piedi dal precedente governo. In attesa dellʼinsediamento, infatti, rimangono nel pieno delle proprie funzioni gli assessori della giunta di Raffaele Lombardo. Ma anche dirigenti e funzionari degli uffici di gabinetto, che decadranno, assieme agli attuali assessori, non appena Crocetta si sarà insediato. Il primo nodo allʼordine del giorno è sufficientemente “vecchio”, ovvero il rispetto del Patto di Stabilità, a cui dovrà seguire la predisposizione di bilancio e finanziaria (che fine farà la ex tabella H?), magari evitando di ricorrere, come negli ultimi due anni, ad estenuanti esercizi provvisori. Crocetta dovrà poi mettere mano alla questione precari, senza «fare macelleria sociale»: «Quelli degli enti locali non perderanno il posto. Troveremo le GIANPIERO DʼALIA il coordinatore regionale dellʼUdc è colui che ha incoronato Crocetta candidato derlla coalizione. Insieme a Genovese, ha portato lʼex sindaco di Gela alla vittoria. Non gli dispiacerebbe una poltrona di peso per il suo Giovanni Ardizzone: o assessore o presidente Ars pagina 6 SUL WEB L’ultimo pizzino di Saro ABBIAMO INIZIATO la nostra campagna elettorale con un megafono, lo zainetto, un paio di scarpe da tennis. Abbiamo percorso strade e sentieri e abbiamo incontrato giovani anziani donne e uomini lavoratori e disoccupati imprenditori che non vogliono pagare più il pizzo. Agricoltori che non vogliono più essere derubati. Cittadini che rivendicano il diritto alla propria dignità. Ragazzi che vogliono andare a scuola. Disabili che stanno in carrozzina e vogliono camminare. Ciechi che vogliono vedere. Madri che non vogliono più piangere. Cittadini che vogliono urlare. Non basta più la rabbia e la protesta. È tempo di rivoluzione, di cambiamento, di innovazione. È ora di governare con un progetto chiaro. Senza più mafie e clientele. È tempo i lavoro, è tempo di responsabilità. È tempo di cacciare chi ha distrutto la Sicilia e lʼItalia. La Rivoluzione è già cominciata con uno zainetto sulle spalle. Un megafono e un paio di scarpe da tennis. Abbiamo camminato tanto gli ultimi 100 metri facciamoli insieme. Vi voglio bene. BEPPE LUMIA Sin dalle primarie del Pd aperturista nei confronti di Lombardo, il senatore del Pd è legato da antichi rapporti di amicizia a Rosario Crocetta. Per lui potrebbe esserci un posto di assessore, visto che per le politiche potrebbe non scattare una deroga alla ricandidatura SpecialeVoto centonove ANTONELLO CRACOLICI Il capogruppo uscente del Pd allʼArs ha dichiarato che non vuol tornare nel suo vecchio ruolo. Cracolici ambisce a un salto di qualità oi come assessore o come presidente dellʼArs soluzioni», ha detto parlando dei 18 mila lavoratori degli enti locali siciliani, a molti dei quali i contratti scadranno a fine anno». Altro nodo importante da sciogliere, al di là di quelli più facili e “antipolitici” sarà il definitivo riordino, con conseguente scioglimento, delle società partecipate interamente o in parte dalla Regione. A Crocetta andrà bene quanto fatto dal suo predecessore? Cʼè poi la questione relativa ai Beni Culturali, e non solo. Una sentenza della Consulta ha sancito lʼincostituzionalità della legge che ridefiniva lei criteri di nomina nellʼambito della riorganizzazione regionale creata da Lombardo, che quindi sarebbe da azzerare. Una questione che la precedente giunta sta lasciando come pesante eredità al nuovo presidente, che dovrà decidere il da farsi. Da definire, infine, la gestione dei rifiuti e lʼenergia, rimasta al palo. GIACOMO SCALA Il nome dellʼex presidente dellʼAnci Sicilia, non promosso dalle urne, è uno di quelli proposti dal Pd per la composizione della giunta insieme a quello di Salvo Nicosia, segretario regionale dei Giovani democratici, che risponderebbe a logiche di rinnovamento LUIGI COCILOVO Ex eurodeputato e sindacalista, è uno dei nomi maggiormente accreditati per ricoprire lʼincarico di assessore regionale al Lavoro della giunta guidata da Rosario Crocetta I PRIMI ATTI. «La mia sfida si basa sull'onestà e la competenza. Troverò all'Assemblea regionale tanti uomini di buona volontà. Come primo atto revocherò le consulenze esterne, sulla base dello spoil system», ha assicurato. «Saremo miti con durezza. Sono un uomo del dialogo e non dello scontro. Sceglierò gli assessori in base a rigore, onestà e competenza. Certo dovrò fare in fretta, ma voglio fare bene. La legge mi consente, dopo la proclamazione, di tenere le deleghe per un poʼ. Ascolterò i partiti ma sicuramente non ne sarò ostaggio e non raccoglierò curricula perché non faccio lotterie», ha detto con vago e sarcastico riferimento al modus operandi di 5 Stelle. Riguardo alla squadra, comunque, Crocetta ha confermato la delega alla Sanità per Lucia Borsellino, figlia del magistrato assassinato nella strage di via LINO LEANZA Se non riuscirà ad agguantare la presidenza dellʼArs, lʼex Mpa, oggi Udc, punterà a un assessorato. Quale potrebbe essere non si sa, anche se il suo antico amore è sempre stato il Lavoro CALOGERO FIRETTO Insieme a Lino leanza e Giovanni Ardizzone (entrambi in predicato anche per la presidenza dellʼArs) quello del sindaco di Porto Empedocle è uno dei nomi che lʼUdc intende proporre per la giunta Sopra, da sinistra, Nello Musumeci, candidato di Pdl e Pid uscito sconfitto dalle elezioni, e Lucia Borsellino, già designata assessore alla Sanità. Accanto, da sinistra, Gianfranco Miccichè, Raffaele Lombardo e il dirigente Ludovico Albert stato eletto da una alleanza e quella rimane». Il presidente, poi, intende agire fuori dalla Sicilia: «Andrò a Bruxelles per affrontare il tema dei fondi strutturali, perché è impensabile che la Sicilia non abbia speso 5,7 miliardi. E poi chiederò un incontro a Monti: molti comuni siciliani rischiano il default, a cominciare da Messina, che ha oltre 250 milioni di debiti». DIRIGENTI ADDIO. Non solo la rimozione di tutti i consulenti esterni. Crocetta revocherà gli incarichi a tutti gli attuali dirigenti generali, i superburocrati che gestiscono i dipartimenti della Regione, centri nevralgici del sistema amministrativo: «Nessuno pensi di essere inamovibile. Non credo che la rotazione determinerà panico, magari ci vorrà un mese per assestare le cose ma voglio creare le condizioni ottimali per affrontare le questioni importanti, a partire dalla vigilanza sul bilancio regionale». MA SUI COMMISSARI. Il presidente che ancora deve insediarsi non ha parlato, però, dei tanti commissariamenti operati da Raffaele Lombardo anche dopo la legge blocca nomine. Tutte designazioni che Crocetta potrebbe far cadere con un colpo di penna, anche alla luce di un recente parere (non vincolante) del Consiglio di Giustizia amministrativa che dichiarava come fossero contrarie allo spirito del provvedimento votato dallʼArs. Propio queste ultime nomine, attualmente non toccate, sono il reale terreno sul quale si troverà la futura intesa con Miccichè e, soprattutto con Lombardo. Il Pds, infatti, è disponibile ad appoggiare Crocetta, ma adesso è prematuro. Si inizierà con lʼappoggio su alcune proposte di legge e poi si vedrà, anche in relazione alle politiche. LO SCONFITTO. Nello Musumeci, candidato dal Pdl e dal Pid uscito sconfitto, siederà allʼArs. E promette opposizione dura, anche se, a suo parere «questo governo, questo presidente, non durerà a lungo per le contraddizioni nelle quali cadrà». Per quanto riguarda il suo risultato, però, non risparmia critiche: «Quando si perde non ci sono scuse. Di solito la responsabilità la assume il condottiero, il caposquadra, e io la responsabilità me la assumo per intero. Ho il dovere però di dire che ci sono stati alcuni elementi, esterni ed interni, che hanno contribuito a determinare questo risultato». D'Amelio. Nessun incarico vista per lʼex assessore Massimo Russo, che per Crocetta «non è in agenda». «Anche se sarà dura con i partiti, io voglio che il 50% della mia giunta sia composta da donne». Unʼaffermazione surrogata da unʼaltra ancor più perentoria: «Il mercato degli inciuci è finito. Il mio governo sarà sostenuto dall'alleanza con la quale sono stato eletto. Non interferirò sulla scelta del nuovo presidente dell'Assemblea regionale, non mi compete. Voglio un Parlamento che mi controlli, mi dia indirizzi, mi contesti e mi approvi quando sarà necessario. Crocetta intende comunque aprire un dialogo con tutti i deputati appena eletti all'Ars. E ed è disponibile a dialogare anche con Gianfranco Micciché («Se lui è disponibile a condividere il mio progetto, non c'é problema. Ma sia chiaro, io sono MANLIO MELE Un tempo nella Rete e già sindaco di Terrasini, è fra i papabili assessori proposti dal Partito democratico a Rosario Crocetta. La delega che si gli vorrebbe fare assegnare è una delle più “pesanti” e con maggior numero di personale, i Beni Culturali pagina 7 2 NOVEMBRE 2012 BALDO GUCCIARDI Non rieletto allʼArs, è destinato ad accendere lo scontro allʼinterno dellʼarea “Innovazioni” tra Francantonio Genovese e gli altri leader. Il suo nome, infatti, sarebbe caldeggiato da Nino Papania come assessore alla Formazione, a dispetto dei voleri di Genovese 2 NOVEMBRE 2012 SpecialeVoto centonove A URNE CHIUSE. L’astensionismo stravolge gli assetti. E l’aula si popola di volti nuovi Sessanta novizi all’Ars Solo trenta i “sopravvissuti” e un mare di esclusioni eccellenti. A portare la bandiera del rinnovamento sono i quindici 5 Stelle. In attesa dell’opzione di Cancelleri PALERMO. Per lʼIstituto Cattaneo di Bologna, lʼastensionismo ha colpito il centrosinistra e favorito i grillini. A urne chiuse, però, cè un dato evidente che gli studiosi non analizzano: lʼAssemblea regionale che viene fuori dalla tornata anticipata e anomala è la più “innovativa” della storia dellʼistituzione. Mai era capitato che 60 deputati su novanta fossero new entry e che, di queste, 15 fossero donne. Ma ecco come è la nuova mappa dellʼassemblea regionale Siciliana. CENTROSINISTRA. Sono 14 i deputati eletti nelle fila del Pd in Sicilia, oltre ai cinque della lista Crocetta e agli 11 dell'Udc, i partiti della coalizione che ha sostenuto l'elezione di Rosario Crocetta superando la soglia di sbarramento del 5%. Complessivamente trenta deputati ai quali si aggiungono gli otto componenti del listino previsti dal premio di maggioranza per il vincitore. Sono Mariella Maggio, segretaria regionale della Cgil, Marika Di Marco, dirigente Pd a Siracusa che fa parte dell'area del segretario del Pd Giuseppe Lupo, e Alice Anselmo, figlia del docente universitario Aurelio. Nel listino anche l'ex sindaco Udc di Porto Empedocle Lillo Firetto, l'ex vice presidente della Regione Lino Leanza transitato dal Mpa all'Udc, l'ex questore di Gela questore Antonio Malafarina, voluto fortemente da Crocetta, Nino Oddo per i socialisti e Antonella Milazzo di area "Innovazioni" che fa riferimento all'ex ministro Salvatore Cardinale. A Palermo il più votato del Pd è stato il segretario regionale del partito Giuseppe Lupo che ha avuto 8.715 voti. Siederà a sala d'Ercole anche Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie del centro sinistra a Palermo come candidato a sindaco poi sconfitto da Leoluca Orlando. Ritorna a Palazzo dei Normanni anche Antonello Cracolici, capogruppo uscente. Seguono Giovanni Panepinto, Giuseppe IL LEADER E IL CANDIDATO. Beppe Grillo e Gianfranco Can GRANDE ESCLUSO. Innocenzo Leontini Arancio, Concetta Raia e Toni Barbagallo, Mario Alloro, Franco Rinaldi, Giuseppe Laccoto, Filippo Panarello, Pippo Di Giacomo, Bruno Marziano e Baldo Guicciardi. Per la lista Crocetta sono stati eletti Nello Di Pasquale, Gianfranco Vullo, Marcello Greco, Giovanni Di Giacinto e Giambattista Coltraro. Undici saranno i parlamentari dell'Udc: ad Agrigento Margherita La Rocca Ruvolo, a Caltanissetta Gianluca Micciché, a Siracusa Pippo Sorbello, a Ragusa Orazio Ragusa, a Messina Giovanni Ardizzone, a Catania Luca Sammartino, Pippo Nicotra e Marco Forzese, a Palermo Nino Dina e Totò Lentini, a Trapani Mimmo Turano. CENTRODESTRA. Le forze politiche che sostenevano Nello Musumeci, eletto perché arrivato secondo dopo Rosario Crocetta, avranno all'Assemblea 20 deputati. La truppa maggiore sarà quella del Pdl con 12 parlamentari, quattro saranno gli esponenti del cantiere popolare (ex Pid) e quattro della Lista Musumeci. Tra le bocciature clamorose quelle degli ex capigruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, e del Pid, Rudy Maira (che allʼArs avevano propugnato lʼalleanza dei moderati). Per il partito di Berlusconi il più votato nel collegio di Palermo è il presidente uscente dell'Ars Francesco Cascio. Riconfermati anche l'ex assessore regionale Francesco Scoma e il presidente della commissione attività produttive Salvino Caputo. E ancora eletti Vincenzo Fontana, ex presidente della provincia di Agrigento, Nino D'Asero e Marco Falcone nel collegio di Catania. A Messina viene confermato Santi Formica e vince Nino Germanà. Nel collegio di Ragusa ce l'ha fatta Giorgio Assenza, in quello di Siracusa riconfermato Vincenzo Vinciullo. Eletto infine l'ex sindaco di Trapani, Mimmo Fazio. Nelle liste del cantiere popolare hanno ottenuto un seggio all'Ars IL FLOP Maira, fuori con stile Il capogruppo del Pid accetta la bocciatura Rudy Maira (Pid) PALERMO. È uno dei grandi scofitti di questa tornata, Rudy Maira. Il capogruppo del Pid, che allʼArs era stato eletto con lʼUdc, non è stato rieletto. Ad ogni modo, fa “gioco di squadra”: «Cantiere popolare è un partito vero, fatto di uomini, di donne, di giovani, di volontari. Un partito che vive di rapporti autentici, di amicizia, di confronto, di idee. Per noi contano le persone, non le tessere. Il mio più generoso grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo successo di Cantiere popolare e che è stato possibile perché noi abbiamo un ideale, il popolarismo, che ci guida anche e soprattutto nei momenti difficili per la politica e per la democrazia, come quello che stiamo vivendo. Il centrodestra in Sicilia ha perso - osserva Maira - nonostante il buon risultato di Cantiere popolare. Questo non ci rallegra, anzi: siamo già pronti a dare il nostro contributo per la ricostru- pagina 8 zione del centrodestra, ma ben sapendo che non esistono rendite di posizione né gerarchie prestabilite. Divisi si perde, uniti si vince. I personalismi e i regolamenti di conti nei partiti sono letali. I generali e i colonnelli, senza le truppe, non contano nulla. Ogni riferimento a Stefania Prestigiacomo e a chi la pensa come lei è puramente voluto». Su un altro fronte, invece, il Pid si prepara a dare battaglia: «In seguito alla verifica dei voti di lista attribuiti nel collegio di Siracusa, Pippo Gianni ha rilevato una anomalia, relativa alla trascrizione, per ben due volte, dello stesso dato, ossia 141 voti attribuiti al candidato Giuseppe Gennuso. Gianni ha quindi presentato una relazione all'ufficio circoscrizionale del comune di Melilli e una denuncia querela alla Procura, a sua firma. In attesa di un controllo e di una verifica, è stata bloccata l'assegnazione del seggio». A dirlo è il coordinatore nazionale Saverio Romano. Cha aggiunge: «La differenza dei voti ottenuti dal candidato del Partito dei siciliani Gennuso rispetto a quelli ottenuti da Pippo Gianni del Cantiere popolare è di 48 in favore del primo. Se fosse confermato l'errore della doppia trascrizione il risultato verrebbe ribaltato». centonove SpecialeVoto 2 NOVEMBRE 2012 In alto, da sinistra, la più giovane dellʼArs, Gianina Ciancio (5 Stelle), Franco Mineo (non eletto con Grande Sud), Fabrizio Ferrandelli (eletto con il Pd) e Nello Dipasquale, vincente con Crocetta (era prima Pdl). Da sinistra, i due volti catanesi del Pds, Toti Lombardo e Nicola DʼAgostino ncelleri Salvatore Cascio di Sciacca e Valeria Sudano nel collegio di Catania. Due gli eletti a Palermo: Toto Cordaro, alla seconda legislatura, e l'assessore comunale Roberto Clemente. Infine i quatto della Lista Musumeci sono Gino Ioppolo, Pippo Currenti, Salvo Lo Giudice e Paolo Ruggirello. SICILIANISTI. Grande sud e Partito dei siciliani (ex Mpa) avranno all'Ars 15 deputati. Il leader degli arancioni Gianfranco Micciché non ce l'ha fatta ad essere eletto né governatore né deputato, ma il suo partito avrà cinque parlamentari. A Palermo per Gs salgono Riccardo Savona (uscente) ed Edi Tamajo. Non ce l'ha fatta invece Franco Mineo, deputato uscente sotto processola cui candidatura aveva scatenato polemiche. Gli altri deputati di Grande Sud sono stati eletti ad Agrigento, dove l'uscente Michele Cimino, ex assessore al Bilancio si riconferma, a Enna, dove l'ha spuntata Annunziata Luisa Lantieri, e a Messina, dove diventata deputata Bernadette Grasso. Il più votato del Partito dei Siciliani è stato Nicola D'Agostino, ex capo gruppo all'Ars del Mpa, che nel collegio di Catania ha ottenuto 13.374 IN CALENDARIO Designazioni a suon di Cencelli RINNOVAMENTO O MENO, lʼArs che verrà dovrà fare i conti con le antiche logiche del “Manuale Cencelli” per quanto riguarda le poltrone di peso da assegnare alla maggioranza ed, eventualemente, allʼopposizione. Quella più di peso, ovviamente, è la presidenza dʼaula, ambita dallʼUdc con Giovanni Ardizzone e Lino Leanza (visto che il Pd ha il governatore), ma anche dagli stessi democratici con Antonello Cracolici, che non intende fare più il capogruppo (perr la poltrona è favorito Franco Rinaldi, messinese, in predicato anche per un assessorato). Ai tempi dellʼelezione di Lombardo, la presidenza dʼaula andò al Pdl, che ebbe anche una delle vicepresidene (lʼaltra toccò al Pd). Altra poltrona di peso è il presidente del Collegio dei Questori, che nel 2008 andò ad Ardizzone. Il partito a cui è destinata dipende dalla designazione più importante. Così come le presidenze delle commissioni. voti. Eletto anche Toti Lombardo, figlio del presidente della Regione uscente Raffaele, che però ha preso “solo” 9.633 voti. Gli altri parlamentari saranno Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Giovanni Lo Sciuto, Vincenzo Figuccia, Giuseppe Picciolo e Cataldo Fiorenza. CINQUESTELLE. Comporranno il gruppo più numeroso, gli eletti di 5 Stelle. E sono tutti debuttanti doc. I “cittadini”, come intendono farsi appellare, sono il candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri, primo degli eletti a Palermo, Caltanissetta e a Catania (sul web verrà votato chi gli deve subentrare e subito dopo eserciterà lʼopzione). A Palermo il movimento ha eletto quattro deputati. Oltre che per Cancelleri, il seggio è scattato per Claudia La Rocca, 30 anni, impegnata in un progetto imprenditoriale nell'ambito del turismo sostenibile, Salvatore Siragusa, 45 anni, addetto all'assistenza tecnica nel settore dei computer e Giorgio Ciaccio, 31 anni, che lavora nel settore dell'alimentazione biologica. Se il portavoce optasse per l'elezione in un'altra provincia, subentrerebbe Giampiero Trizzino. Anche a Catania, sono scattati tre seggi: con Cancelleri sono risultati eletti Angela Foti, e Gianina Ciaccio di 22 anni. In caso di diversa opzione di Cancelleri, subentrebbe Francesco Cappello. Già certi invece i due eletti a Trapani: Valentina Palmeri e Sergio Troisi, 42 anni, ingegnere elettronico. In tutte le altre province siciliane è scattato per i 5 Stelle un solo seggio: ad Agrigento per Matteo Mangiacavallo (informatico), a Enna per Antonio Venturino, a Messina per Valentina Zafarana, a Ragusa per Vanessa Ferreri, a Siracusa per Stefano Zito (vigile del fuoco) e a Caltanissetta, dove, se Cancelleri scegliesse di essere eletto in unʼaltra provincia, subentrerebbe Giuseppe Lo Monaco. J’ACCUSE Cascio a ruota libera Il presidente chiede una svolta ad Angelino Alfano PALERMO. A urne chiuse si è sfogato, Francesco Cascio. Il presidente uscente dellʼArs, che era stato anche corteggiato come papabile candidato, spiega a chiare lettere: «Mai come in questo caso, ho incontrato difficoltà a convincere la gente a votare il Pdl. Era come se tutti si premurassero di precisare che avrebbero votato me, la persona, e non il partito. È stato imbarazzante, a volte», ha dichiarato al sito Livesicilia Cascio a parlato a tutto tondo: «Credo che Nello Musumeci abbia peccato un po' di presunzione. La mia impressione è che non abbia voluto fare “gioco di squadra”. Penso ad esempio al suo ostentato rifiuto nei confronti della possibile visita di Berlusconi, o anche la scelta di non accompagnarsi con i candidati del Pdl, come a volerne prendere le distanze. Credo si sia trattato di un peccato di superbia che, alla fine, l'ha solo penalizzato». Qualche parola anche sul vincitore, Rosario Crocetta, al quale propone un governo di “resposabilità regionale”, «un esecutivo, insomma, nel quale Crocetta decida di includere le maggiori forze di opposizione». L'altra possibilità di Crocetta secondo Cascio è «fare come Lombardo: spaccare i partiti, ricorrere agli inciuci, agli accordi di piccolo cabotaggio. Ma si tratterebbe di un governo balneare. Avrebbe vita breve. Non credo che Crocetta voglia presentarsi come il governatore che assicura la continuità col “lombardismo”. E credo sappia bene che Lombardo e Micciché sono stati i maggiori responsabili del disastro in cui si trova oggi la Sicilia. Se Crocetta si alleasse con loro, diventeremmo tutti “grillini”». Il dialogo tra Micciché e Crocetta, secondo Cascio, «è impossibile, inverosimile». Chiude lʼintervento, uno sfogo sul suo partito: «Il Pdl oggi “vanta” deputati che non sono conosciuti nemmeno nei loro condomini, ci sono vallette e veline ovunque. E soprattutto, sono troppi, oggi, i dirigenti impresentabili», dice Cascio, augurandosi che «Angelino Alfano abbia il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto fare da tempo: piazza pulita»: «Spero che abbia la forza di innescare e portare a termine questo processo». pagina 9 Francesco Cascio SpecialeVoto 2 NOVEMBRE 2012 FUORI DAI GIOCHI. L’ex sindaco manca la riconferma all’Ars. Ecco perchè. E cosa cambierà Buzzanca resta a secco Tiene in città, crolla in Provincia, finisce dietro a Santi Formica e Nino Germanà. Analisi del voto che ha determinato la sconfitta del medico Barcellonese. Che nel Longano... DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Lʼanalisi più lucida, quando ancora i seggi scrutinati non erano che poche decine, lʼha fatta Ciccio Rella, consigliere provinciale non ancora trentenne del Pdl che del grande sconfitto Peppino Buzzanca è stato esperto a titolo gratuito e “delfino”. “Non ce la faremo, stavolta abbiamo sbagliato in troppe circostanze”. Quando la giovanissima seconda linea del Pdl pronuncia queste parole, Buzzanca è ancora in vantaggio sia su Nino Germanà che su Santi Formica, i “nemici” del Pdl che, in serata, lo relegheranno al ruolo di primo dei non eletti. Cosa è successo? Di tutto. E di più. I GIORNI DELLʼIRA. Negli ultimi dieci giorni, le velleità di Buzzanca di tornare (dopo due decadenze) in parlamento regionale sono state travolte da una serie impressionante di eventi. Prima la rivolta dei dipendenti comunali, fatto mai accaduto prima e che ha visto la sonnacchiosa massa dei duemila e passa lavoratori di palazzo Zanca, che cascasse il mondo il 27 di ogni mese ricevevano lʼaccredito sul conto, incrociare le braccia e inveire contro lʼex sindaco. Poi, in contemporanea, lʼoccupazione di palazzo Zanca da parte dei dipendenti Atm (tre mesi di stipendi arretrati) e il minaccioso assembramento fuori dai cancelli di quelli di Messinambiente (senza un euro in cassa a tal punto da non avere più nemmeno il gasolio per far scendere i mezzi in strada), entrambe partecipate messe in liquidazione dallʼamministrazione Buzzanca e lasciate lì in attesa che gli eventi, come sta accadendo, le travolganessero. Nonostante tutto, però, non è stata Messina a tradire Buzzanca. Che non ha perso i voti che aspettava. FUORI DAI GIOCHI. Giuseppe Buzzanca DOVE HA PERSO BUZZANCA. I 7776 voti non sono bastati allʼex sindaco di Messina per tornare in quellʼaula allʼArs che in estate aveva abbandonato per fare il sindaco di Messina (carica che, un mese dopo, ha lasciato per correre per lʼArs), schiacciato sia dalle 8502 preferenze accumulate da Nino Germanà che dagli inaspettati 9850 di Santi Formica. Dovʼè che esattamente ha perso Buzzanca? Non in città, forte di 3665 preferenze, un dato che, date le catastrofi dei giorni immediatamente precedenti, non erano in molti a pronosticare. Una mole di voti insidiata da molto vicino, però, da Germanà, che di preferenze ne ha prese qualcuna in più di tremila (Formica si è fermato invece a 1722). Da lì in poi, per Buzzanca è stata una debacle. Ha tenuto nel collegio di Taormina, appannaggio di Formica con 998 voti (576 per il nutrizionista, 272 per Germanà), ma è stato travolto a Patti, feudo di Germanà che ha fatto segnare 2408 voti (1274 per Formica e solo 732 per Buzzanca), e soprattutto a Mistretta. Sui Nebrodi, infatti, Formica e Germanà si sono sfidati in un testa a testa (1805 voti contro 1708, cento preferenze appena di differenza) lasciando Buzzanca al palo a contare i suoi 642 voti. Ad essere decisiva, però, è stata la sua città natale. Barcellona. IL GIOCO DI SQUADRA. Nei collegi intorno al Longano, Santi Formica ha fatto il vuoto dietro di sè. Quattromila voti, centonove quasi metà dellʼintero bottino, numero che ha doppiato quello di Buzzanca, fermo a 2161 (che a sua volta ha “dato il giro” a Germanà, fermo a 1055). Un dato bizzarro, dato che a Barcellona città i due sono stati praticamente appaiati: 1022 preferenze per Formica, ottanta in più per Buzzanca. Allʼex sindaco, è la teoria più gettonata, sono mancati gran parte dei voti che avrebbe potuto mettergli a disposizione Mimmo Nania, (senatore e padrino politico di Buzzanca, ma anche di Formica), che pilatescamente se ne è lavate le mani ed ha lasciato che a sbrigarsela fossero i due contendenti con le loro forze. E Poi ci sono i voti che secondo gli osservatori Roberto Corona (che si è tirato fuori dalla competizione elettorale per via dei guai giudiziari della vicenda Ascom) avrebbe messo a disposizione di Buzzanca. Se non fosse che dove “pescava” lʼex deputato regionale, Patti e dintorni, Buzzanca è stato massacrato dagli altri due contendenti. NIENTE RESA DEI CONTI. Chi si attendeva una resa dei conti in un partito che in quattro anni ha perso oltre 20 punti percentuali, però, è destinato a restare deluso. La raccolta di firme che Angelo Burrascano, vicepresidente del consiglio comunale e “cavallo di ritorno” del Pdl, nei corridoi di palazzo Zanca stava cercando di mettere assieme per “costringere” Buzzanca alle dimissioni da presidente provinciale del partito, è stata rimbalzata da praticamente tutti. E poi cʼè il fair play. Roberto Nicolosi, consigliere di provata fede forzista che non può essere nemmeno lontanamente sospettato di eccessive simpatie verso gli ex di An, è stato chiaro. “Una discorso simile avremmo dovuto farlo tempo fa, perchè i disagi non nascono dal voto, hanno radici lontane. Oggi sarebbe un accanimento nei confronti del perdente”. SOTTO A CHI TOCCA. Nel frattempo, le nuove leve scalpitano. I ragazzi della Giovane Italia, quelli che Nello Musumeci ha voluto accanto a sè sul palco messinese, tenendo ben lontano candidati e maggiorenti, sono pronti a guidare la rivolta. “Ci attendiamo perlomeno una riflessione - spiega Ferdinando Croce - perchè se il partito è destinato a cambiare pelle, gli elettori restano”. Tradotto, Croce e Piero Adamo, i più in vista del movimento, stanno annunciando la discesa in campo. Lì misureranno le loro ambizioni. IN GIRO Scene dai comitati Come è stata vissuta la “due giorni” nelle segreterie MESSINA. La segreteria del riconfermato Franco Rinaldi domenica 28 ha “mugghiato i pupi”quando mancavano due ore alla chiusura dei seggi, come se non ci fossero dubbi sulla rielezione. Ma la “bile” presa a secchi da alcuni dei suoi alla visione dei primi exit poll che davano Grillini, Musumeci e Miccichè, davanti a Crocetta, non è stata cosa di poco conto. Il segretario cittadino del Pd, Peppe Grioli, arrivato lunedi mattina al comitato di Rinaldi “con la pressione a duecento” ha persino detto alla moglie “Possiamo fare le valigie e andare in Polonia”. Più rilassato, invece, il coordinatore dei gruppi consiliari Felice Calabrò. Tutti in fondo sapevano che il cognato di Francantonio Genovese puntava al traguardo di primo eletto nelle file del Pd in Sicilia. Il centrista Gio- vanni Ardizzone ha invece chiuso la serata del 28 in compagnia di amici ed esponenti dell'Udc con birra, focaccia e caldarroste. Da Ardizzone anche il lunedì di spoglio è trascorso in un'atmosfera di festa con Luciano Ordile in farfallino rosso scuro a guidare le danze, mentre, con rigore e precisione, il consigliere comunale Giuseppe Melazzo, armato di taccuino e iPad, segnava voti e incrociava dati, mentre lʼassessore provinciale Bruno Cilento e lʼex sindaco Franco Mondello, forti di decenni di campagne elettorali sulle spalle, ostentavano sicurezza. A fare visita al comitato di Ardizzone anche Ninni Bruschetta, assessore alla cultura designato da Claudio Fava. Al comitato di Elvira Amata, invece, a fare da contraltare a una serena mattinata, un pomeriggio di delusione: arrivati i dati provinciali, con la “pole” di Bernadette Grasso, la Amata ha iniziato a fumare una sigaretta dopo lʼaltra. Sul davanzale una bottiglia terminata di Glen Grant. Lo scaramantico Giuseppe Picciolo, così come nel 2008, ha chiesto ai suoi di passare le ore di spoglio pagina 10 nello studio di Luigi De Domenico, sulla via T. Cannizzaro, luogo della sua prima elezione alla Regione. Sicuro del risultato in città, ha iniziato la festa dopo la conta dei voti raccolti in provincia. Una coppa per il comitato più nervoso va all'accoppato Peppino Buzzanca. Si è iniziato la mattina del 29 con la faccia smunta del senatore Mimmo Nania attaccato al telefono e i sostenitori dell'ex sindaco a mugugnare verso Nino Germanà. Tensione anche nel pomeriggio con la consorte Daniela D'Urso che, sbattendo la porta, ha mandato tutti fuori dalla stanza in cui Buzzanca era trincerato. Per poi uscire, a sconfitta acclarata, radunando i presenti davanti alla sua scrivania. Ma... Quella non era una conferenza stampa. Buzzanca, incalzato dai suoi (soprattutto da quei “giovani” che, pur avendo duramente contestato il verticismo del Pdl locale, lo hanno appoggiato in questa tornata regionale) ha così commentato la cocente sconfitta “Prendiamoci qualche giorno di riflessione, non finisce quì”. Tiziana Caruso centonove SpecialeVoto 2 NOVEMBRE 2012 MESSINA. La domenica amara di chi palazzo dei Normanni lo vedrà solo nei Tg Chi ce l’ha fatto fare... Per Saro Sidoti non scatta il secondo seggio Udc, Nicola Barbalace arriva ad una manciata di voti dal primo dei non eletti Francesco Calanna. Ecco nomi e alleanze che non hanno funzionato MESSINA. Ci aveva sperato fino allʼultimo Elvira Amata, di essere eletta al primo colpo allʼArs. E invece, man mano che dalla provincia arrivavano i primi responsi, lʼex assessore della giunta guidata da Giuseppe Buzzanca ha visto il nastro del traguardo allontanarsi, e venire tagliato da Bernardette Grasso, vedendosi superare in dirittura dʼarrivo anche dallʼex assessore provinciale Giuseppe Sciotto. Magrissima consolazione, per Elvira Amata, è che anche il suo diretto mentore politico, Gianfranco Miccichè, lʼArs la vedrà dai tg regionali. Ci sperava anche Nicola Barbalace, che qualcosa da recriminare, in tema di voti mancanti, ce lʼha eccome. Anche perchè le sue 3343 preferenze gridano vendetta, vicine così come sono ( solo 150 in meno) a quelle di Francesco Calanna, che allʼArs già cʼè stato nel 2006, ed è risultato il primo dei non eletti del Pd. Nel Mpa, a parte il blockbuster Giuseppe Picciolo, piangono tutti. Più degli altri Antonio DʼAquino, ex enfant prodige messinese, che paga lo scotto di essere rimasto ai margini della Carmelo Lo Monte politica che conta per troppo tempo, e che di voti ne prende 2868, piazzandosi terzo. A porgergli la spalla, il secondo classificato di lista Fortunato Romano, sostenuto come sempre dal Mcl, che di voti ne ha preso una manciata in più, fermandosi comunque ad un soffio dai tremila. A Romano, probabilmente ha nuociuto il fatto di aver fatto segnare traguardi in settori di poca visibilità. Si deve a lui il piano di protezione civile del comune di Messina, ma a nessuno sembra importarne granchè. Una beffa non da poco, invece, lʼha subita Daniela Bruno. Lʼex assessore provinciale (così come lʼuscente Santino Catalano) ci ha provato tra le file del Pid-Cantiere popolare: la formazione supera lo sbarramento del 5%, ma a Messina non ottiene alcun seggio. Unʼalleanza che non ha funzionato per nessuno è stata quella tra Carmelo Lo Monte e lʼItalia dei valori. Il seggio lʼhanno visto da lontano sia Gaetano Duca (espressione del primo) che Nino Alessi (coordinatore provinciale dei secondi). Il partito dipietrista avrebbe dovuto cavalcare queste consultazioni, invece è stato scavalcato dal movimento 5 Stelle che ha eroso praticamente tutti i consensi che, a rigor di logica, Idv avrebbe dovuto intercettare. Fino alle sei e mezza di lunedi sera il seggio per Saro Sidoti era praticamente certo. Poi, in un paio dʼore, il tracollo: per lʼUdc la poltrona allʼArs sarebbe stata solo una. Uno spiraglio, per Sidoti, è arrivato ad urne chiuse, con un errore nel caricamento dei dati: 524 voti del collegio di Montagnareale e 15 di quello di Barcellona sono stati caricati per errore ad Angela Varisco. Nonostante questo, a Sidoti, che non ha davvero niente da rimproverarsi, visti i 6329 voti personali, il secondo seggio Udc non è scattato. Non è andata meglio ai due outsiders scudocrociati: Pio Amadeo, che comunque ha messo insieme oltre 3500 Cateno De Luca IL VICEPRESIDENTE. Claudio Fava Antonio D’Aquino preferenze, e soprattutto Enrico Bivona, punta di diamante della new entry Udc Nino Beninati (deputato uscente). Bivona, consigliere provinciale, ha praticamente dimezzato i voti che nella primavera del 2008 lʼhanno portato a palazzo dei Leoni. “Siamo stati penalizzati dallʼaver iniziato la campagna elettorale in ritardi rispetto agli altri”, si è giustificato senza convincere nessuno Giuseppe Chiarella, consigliere comunale che ha seguito Beninati nel suo trasloco dal Pdl ai centristi, poco più di un Santino Catalano mese fa. Cateno De Luca, in questa campagna elettorale, ha guadagnato almeno un paio di kg per via delle focacciate e salsicciate, minimo due a sera, e una denuncia per aver “forzato” lʼingresso del comune di Messina. In cambio, ne ha ottenuto un misero uno e qualcosa per cento che lʼha tenuto ben lontano da palazzo dei Normanni e non soddisfa certo chi da “Scateno” avrebbe voluto, come da motto elettorale, la rivoluzione. (A.C.) AGLI ESTREMI La sinistra delusa. A metà MESSINA. E la sinistra? Piange, ma solo con un occhio. Perchè, nonostante non abbia superato lo sbarramento del 5%, a Messina città la lista di sinistra passa dal 3,14 del 2008 al 4, 3 di quelle del 2012. In più, Gino Sturniolo ha fatto segnare un ottimo risultato personale in città, riuscendo a portare a casa 1203 preferenze, cosa che lo mette in condizione di potersi presentare alle prossime amministrative guidando la lista verso il traguardo del 5%. Chi non è di certo contento è Pietro Currò, che nonostante i trascorsi ha segnato 1146 mediocri voti. Il più votato, con 1841 preferenze, è stato il consigliere provinciale Salvatore Chiofalo. Lʼerrore “strategico”? Quello di non aver fatto lista in comune con Italia dei valori. Colpa che da sinistra si imputa Claudio Fava esclusivamente al movimento di Antonio Di Pietro. TRACOLLI Redde rationem per Fli La catastrofe del partito di Carmelo Briguglio MESSINA. La lista non arriva che al 4%, chi la capeggia, nonostante il ruolo da vicepresidente nazionale del partito, raccimola meno di quattromila voti. La misura della debacle di Futuro e libertà è nel dato di Letojanni, paesino ionico in cui Carmelo Briguglio ha casa. Avrebbe dovuto stravincere e invece non solo le busca da Carmelo Currenti, ex del partito di Fini convertitosi qualche settimana prima delle elezioni alla causa di Musumeci presidente, che di voti ne prende ben 170, ma anche da Filippo Panarello del Pd che si ferma ad una sola preferenza da Currenti, a 169. E Briguglio? Cinquantanove. Che il momento non fosse felice per Futuro e libertà era abbastanza palese. Che dalle urne arrivasse un risultato così disastroso, invece, non se lʼaspettava nessuno. Sarebbero serviti più o meno 110mila voti, e non sono arrivati. E sono iniziate le analisi. Mar- tedi pomeriggio, a urne ancora calde, Carmelo Briguglio ha riunito i suoi ormai pochi fedelissimi per analizzare il voto. E trovare i “colpevoli”. Dito puntato, quindi, sia verso Currenti che verso Giuseppe La Face, entrambi transitati nei listini dei due presidenti (Currenti con Musumeci, La Face con Crocetta) a qualche giorno dallʼinizio della campagna elettorale. La sconfitta, però, anche allʼinterno del partito qualche strascico lʼha lasciato. Nello Pergolizzi, per esempio, nonostante il risultato personale positivo (1100 voti in città, 400 in più di quelli presi alle amministrative pur con elettorato quasi dimezzato) che in prospettiva potrà spendere per le prossime amministrative, è stato chiarissimo: “non mi candiderò più se non cʼè la certezza del 5%”. Lʼesperienza di Fli, è quello che è venuto fuori dalla riunione, va rivista e rifondata insieme ad altre forze politiche che vogliono una coalizione più larga di moderati, ma sempre nellʼambito del centrodestra, anche se si esclude un rientro nel Pdl. Anche perchè, stando così le cose, Fli non avrà i voti per avere rappresentatività in parlamento alle prossime politiche. A Briguglio, nel frattempo, toccherà raccogliere i cocci. (A.C.) pagina 11 Carmelo Briguglio (Fli) SpecialeVoto 2 NOVEMBRE 2012 Pippo Currenti Giuseppe Picciolo Pippo Laccoto Giovanni Ardizzone Marcello Greco VINCITORI. L’area della Provincia di Messina elegge tre deputati e diventa determinante Indispensabili Nebrodi Oltre alla sindachessa di Caprileone, tributano la vittoria al ”novellino” Nino Germanà e all’uscente Pippo Laccoto. Mentre nel capoluogo domina Franco Rinaldi. Votato senza effetto astensione MESSINA. Nella città rimasta senza seggi assegnati con i resti, Messina, il dato elettorale può essere letto in tre maniere differenti. O raccontando chi non rientra allʼAssemblea regionale (e i “caduti” sono tanti, dallʼex sindaco Peppino Buzzanca allʼuscente del Mpa Fortunato Romano), o sui chi vi entra per la prima volta (oltre alle due donne, Bernadette Grasso e Valentina Zafarana, ci sono Nino Germanà del Pdl e Marcello Greco con Crocetta presidente) o, infine, partendo da un dato geografico: i Nebrodi. Che si rivelano ancora una volta determinanti per lʼelezione e regalano allʼAssemblea regionale due riconfermati e una new entry. Nebroideo è lʼex sindaco di Brolo Pippo Laccoto, che ha conquistato il secondo posto nella lista del Pd. E nebroidei sono anche Nino Germanà di Brolo (che ha anche la “doppia cittadinanza” messinese) e la già citata Bernadette Grasso, che è sindaco di Caprileone. La zona ionica, invece, segna solo un deputato. Si tratta di Pippo Currenti, originario di Gallodoro e vicesindaco del Comune di Giardini Naxos, che ha riconquistato lʼArs con un mix composto da poco meno di quattromila voti (3467) e il fortuito scatto del seggio nella lista “Musumeci Presidente”, a cui era approdato dopo il divorzio dal coordinatore regionale di Fli, Carmelo Briguglio. La restante parte della deputazione (riconfermata ad eccezione della debuttante Zafarana) proviene invece dalla città. NINO SCALZA PEPPINO. Ottomilacinquecentodue voti è il bottino che porta a casa Nino Germanà, che così “lascia a casa” lʼuscente Giuseppe Buzzanca (7776). Deputato nazionale del Pdl che si avvia a optare per lʼArs, il giovane Nino, detto “Ninitto”, è la testa di ponte di unʼalleanza multiforme che vede come nucleo centrale il suo gruppo familiare (composto dal padre Basilio e dallo zio Ninì, che ammette “siamo riusciti a contattare direttamente non più del 40% di dei nostri amici e referenti”, vista la candidatura improvvisa, ma anche dalla famiglia Ragno), lʼarea ex Forza Italia del Pdl (capeggiata dal presidente della Provincia, Nanni Ricevuto) e lʼapporto dei giovani ex Fli, guidati da Alberto De Luca. Con una campagna senza respiro su tre fronti (incontri, comizi e web), Germanà è riuscito nellʼoperazione, diventando deputato. Un passaggio che si incastra, inevitabilmente, anche alle prossime amministrative, dove il pallino non sarà più in mano agli ex An, prima dominanti. GLI INOSSIDABILI. La carrellata di coloro che sono riusciti a rientrare allʼArs può aprirsi con un compagno di lista di Germanà. Si tratta di Santi Formica, ex sindaco di San Pier Niceto, ex assessore regionale e vicepresidente uscente dellʼArs, che in tempi di “magra” ha conquistato 9850 voti. Una “miseria”, Sopra, al centro, Nino Germana, che debutta allʼArs dopo quattro anni da deputato nazionale del Pdl. Il giovane ha tagliato fuori dallʼAssemblea lʼuscente Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina. Nelle foto piccole, da sopra, due riconfermati del Pd, Filippo Panarello e Pippo Laccoto. Accanto, al debutto, Valentina Zafarana (5 Stelle) e Bernadette Grasso (Udc), le due elette pagina 12 centonove Santi Formica certo, rispetto agli oltre ventimila delle elezioni senza astenuti del 2008, ma che significano tanto. Innanzi tutto che il più forte, nellʼarea ex Alleanza nazionale, è lui e non più tanto il senatore Mimmo Nania, capocorrente che appoggiava Buzzanca. Vittoria anche per un altro veterano, questa volta dellʼUdc, Giovanni Ardizzone. Con i suoi 8010 voti, il presidente del collegio dei Questori rimane ancora una volta lʼunico eletto dei centristi, nonostante lʼottimo risultato del candidato del deputato Pippo Naro (insieme al coordinatore Gianpiero DʼAlia leader dellʼUdc in riva allo Stretto), Saro Sidoti (6329). Conferma pure per Laccoto del Pd, che si ritorna ad essere secondo eletto con 8993 voti, staccando il terzo riconfermato democratico, Filippo Panarello, ancora allʼArs ma con meno preferenze dellʼultima volta: 5182. RINALDI BATTE GLI ASTENUTI. Ma è il primo degli eletti democratici, colui che è destinato a entrare nel libro della storia delle elezioni. Franco Rinaldi, infatti, è lʼunico che ha preso voti come se lʼaffluenza alle urne fosse stata piena. Le sue 18664 preferenze, infatti, sono un dato clamoroso in tutto il territorio siciliano. Ma anche la dimostrazione dei muscoli di suo cognato, lʼex segretario regionale Francantonio Genovese, che, in queste elezioni, ha fatto di tutto per riaffermare la propria leadership. CHI CAMBIA VINCE. Cʼè poi chi, cambiando casacca, è stato premiato. Oltre al già citato Pippo Currenti, spicca sicuramente Giuseppe Picciolo. Un passato nellʼUdeur, lʼuscente era transitato nel Pd per approdare, a fine legislatura, nel Mpa (oggi Pds). Con i suoi 8389 voti, Picciolo ha sbaragliato due ex colleghi (Fortunato Romano e Antonio DʼAquino) e dimostrato che nei suoi elettori scorre sangue autonomista.... (D.D.J.) centonove SpecialeVoto RIVOLUZIONI. Per la prima volta l’area dello Stretto porta il rosa in Assemblea Donne, doppio debutto A sedere sugli scranni saranno Bernadette Grasso di Grande Sud e Valentina Zafarana di 5 Stelle. La prima ha la politica nel sangue dalla nascita. La seconda, invece, la passione dei venti anni MESSINA. La prima ha una storia politica alle spalle che inizia dallʼinfanzia, allʼombra del padre. La seconda, invece, ha la passione che solo la giovinezza può dare, e che la porta a poco meno di 32 anni (li compirà il prossimo 14 novembre) a sedere tra i banchi di quello che, un giorno, spera potrà essere chiamato consiglio regionale e non Assemblea. Sono Bernadette Grasso e Valentina Zafarana, le due elette messinesi destinate a passare alla storia innanzi tutto per un motivo: sono le prime donne del capoluogo dello Stretto (e provincia) a varcare lʼingresso di Palazzo dei Normanni. Due donne diverse tra loro ma che, a sentirle parlare, hanno le idee più chiare di tanti colleghi uomini, riconfermati e debuttanti. BERNADETTE DA CAPRILEONE. «Non mi chiami sindaco e neanche onorevole. Basta Bernadette, come fanno i miei concittadini, o anche avvocato, visto cher è un titolo che mi sono guadagnato». È un fiume in piena, la figlia di Giuseppe Grasso, che fu per 39 anni primo cittadino del Comune guidato dalla neoeletta allʼArs. Una vita vissuta nel segno della politica: «Mio padre è nato con Gaetano Martino ed era liberale convinto. Nel 1969 Malagodi lo voleva candidare al senatore, ma lui non accettò. Ho respirato politica da quando ero giovane, ma non lʼho fatta se non dopo la morte di papà. Nel 2001 racconta - il senatore Mimmo Nania mi voleva candidare, ma mio padre disse no. Subito dopo la sua scomparsa ho seguito le orme di Vincenzino Leanza, sbarcando in Forza Italia. Da lì inizia il mio rapporto con Gianfranco Miccichè». Per Bernadette Grasso, la politica è anche coerenza, per questo, «ho sempre condiviso lʼazione di Miccichè nei confronti del Pdl, che ha cambiato strategia e non ha lasciato BRINDIAMO! Bernadette Grasso stappa con i suoi sostenitori 5 STELLE. Valentina Zafarana spazi». «Io, nel 2005, ho criticato aspramente la scelta di non candidarlo per fare spazio a Raffaele Lombardo, dicendo che era stata fatta una cosa scellerata. Avevo cercato di dare il mio contributo anche al partito, perché uno che fa politica e lavora, non chiedendo cariche, vuole spazi». Oggi, con Grande Sud, il sindaco di Caprileone lo spazio lo ha trovato e lo ha allargato nel corso della campagna elettorale: «Io non mi sono divisa tra unʼala e lʼaltra del Pdl, sono stata sempre coerente. Per queste elezioni ho cercato il consenso parlando con le persone, e i miei voti ne sono il frutto. Siamo partiti dal mio paese con un griuppo di sostenitori. E, da lì, ne abbiamo trovati altri di comune in comune. Man mano li ho conosciuti, ho parlato del mio programma. Ad 2 NOVEMBRE 2012 appoggiarmi istituzionalmente sono state solo le amministrazioni di Capo dʼOrlando e San Salvatore di Fitalia. Per il resto, e questo mi riempie di soddisfazione - i miei consensi sono venuti un poʼ da tutta la provincia». Ma cosa farà Bernadette Grasso allʼArs? «Rappresenterò Grande Sud e non ci saranno mie azioni personali. Auspico, però, che questa volta prevalga il buonsenso, diversamente ci troveremo con una fotocopia di ciò che cʼè stato. Va dato un segnale di cambiamento di merito e di metodo. La Sicilia ha un problema di Bilancio e il governo dovrà essere forte anche in termini programmatici. Io, da sindaco, mi sono candidata per far capire le difficoltà degli enti locali. Si può lavorare subito, se si indirizza la spesa. Poi vanno tagliati gli sprechi, a cominciare dai costi della politica, uscire dallʼemergenza, riformare le Ato, stabilizzare i precari, rivedere la legislazione parchi urbani e trattare col governo nazionale». NON SOLO GRILLINA. Giovane ma con le idee chiare, Valentina Zafarana ha vinto le elezioni impegnando 150 euro in tutto: «Sono stati spesi per spostamenti, contributo per i manifesti cumulativi, autotassazioni varie e gli “inevitabili santini”». Valentina, consigliere regionale nellʼanimo ma formalmente onorevole, è emozionata non tanto per lʼincarico in sé quanto per «la gioia di vedere il successo di una idea che tutti stiamo portando avanti». Emozione che si mescola a senso di responsabilità: «LʼArs va affrontata con sobrietà e serietà. Lì ci muoveremo seguendo i punti cardine del nostro Movimento e votando di volta in volta i progetti di legge a seconda dei loro contenuti. La nostra prima battaglia, comunque, sarà la proposta di riduzione degli emolumenti. A noi basteranno 5000 euro al lordo, e ogni spesa sarà rendicontata. In Sicilia esiste, a differenza delle altre regioni, lʼesercizio del rifiuto dello stipendio. In ogni caso, qualora non fosse possibile rinunciare, troveremo una via dʼuscita, magari creando un fondo comune da utilizzare per progetti meritori». In attesa dellʼinsediamento, Valentina Zafarana (figlia di Renato, del preside dellʼIstituto dʼArte Basile) sta studiando il regolamento parlamentare. Al debutto si vestirà con sobrietà, «senza eccessi, come è giusto che sia per chi ricopre un ruolo istituzionale». (D.D.J.) LA SCHEDA Raggiunta quota quindici Le vincitrici sono quasi quanto le elette nella storia MESSINA. Al piccolo record di Messina, che manda per la prima volta non una ma due elette allʼArs, le elezioni dellʼastensione segnano un grande primato: per la prima volta le signore che sbarcano a Palazzo dei Normanni sono addirittura quindici. Un record, se si considera che nelle quindici legislature precedenti, dal 1947 al 2008, le donne in aula erano state appena 17. Le uscenti erano soltanto quattro: Anna Finocchiaro (che optò per il Senato), Giulia Adamo (che si è dimessa anzitempo), Marianna Caronia e Concetta Raia. Adesso, invece, ad affollare lʼArs saranno innanzi tutto le sei del Movimento 5 Stelle. Oltre a Valentina Zafarana, ci sono Gianina Ciaccio (ventiduenne della circoscrizione di Catania), Claudia La Rocca (trentenne di Palermo), Vanessa Ferreri (impiegata di quaranta anni), Angela Foti (eletta a Catamnia e impegnata nel volontariato) e Valentina Palmeri (laureata di Trapani). Eletta con il centrodestra che appoggiava Nello Musumeci, invece, la sola Valeria Sudano (Pid-Cantiere popolare). Grande Sud di Gianfranco Miccichè e il Pds di Raffaele Lombardo “donano” allʼArs Annunziata Luisa Lantieri (Piazza Armerina) e la già citata Bernadette Grasso. Pd, Udc e lista Crocetta presidente, che hanno sostenuto il candidato vincente e ottenuto 30 seggi, oltre ai nove del listino (compreso Rosario Crocetta), portano sei donne, quanto i 5 Stella: Mariella Maggio (segretaria regionale uscente della Cgil), Marika Di Marco (dirigente Pd a Siracusa), Alice Anselmo, Antonella Milazzo, la riconfermata Concetta Raia e Margherita La Rocca Ruvolo. All'Assemblea siciliana per intere legislature non c'è stata la presenza di una sola donna, come accaduto nella quarta, nella quinta e nella settima. La presenza più numerosa è quella registrata nella prima legislatura del '47, quando furono elette le democristiane Ines Giganti Curella e Paola Verducci Tocco, laureata il Lettere la prima e farmacista la seconda, e la casalinga Gina Mare Pani del Blocco del Popolo. pagina 13 RIELETTA. Concetta Raia (pd) Politica 2 NOVEMBRE 2012 IN PRIMA LINEA. I “Giovani per Renzi” di Messina MESSINA. Gli under trenta del Pd dello Stretto costituiscono un comitato per il rottamatore Renzi “cattura” i giovani La scelta sancisce la rottura tra il segretario dei Gd, Gabriele Lo Re, e il leader indiscusso del partito, l’ex leader regionale Francantonio Genovese. Il sindaco di Firenze sarà in Sicilia il 3 novembre DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Neanche il tempo di tirare il fiato dopo la campagna elettorale per le regionali, incomincia una nuova battaglia per il Pd siciliano. Una battaglia tutta interna, che vede su due fronti contrapposti i seguaci del sindaco di Firenze Matteo Renzi e quelli del segretario nazionale Pierluigi Bersani. Uno scontro che registra un vero e proprio terremoto a Messina. Il segretario dei Giovani democratici, Gabriele Lo Re, insieme ad altri esponenti di peso degli under 30, come Guglielmo Sidoti (membro dellʼesecutivo regioanle dei Gd) hanno deciso di dare vita al Comitato “Giovani per Renzi”, presentato lo scorso 30 ottobre. Il primo parto è stato un documento politico frutto della partecipazione di ragazze e ragazzi appartenenti all'organizzazione giovanile. I PROMOTORI. Oltre a Lo Re e Sidoti, hanno firmato il documento Andrea Scaglione e Paola DʼArrigo (entrambi della direzione Provinciale Giovani Democratici di Messina), Salvatore Condò (Senatore Accademico dellʼUniversità degli Studi), Giulia Iapichino (consigliere di Dipartimento dellʼAteneo), Gianmarco Orlando (presidente Consulta Provinciale degli Studenti), Carla Bollani (vice-Presidente Consulta Provinciale degli Studenti), Alberto Coglitore, Giovanni Santoro, Giulia Fagioli e Santi Enrico Bruno (tutti rappresentanti degli Studenti), Alessandro Carcione, Carlo Ansaloni, Giuseppe Da Campo, Isabella Musolino, Luca Ranieri, Martina Cosetta, Pedro Magliarditi, Riccardo Mangiapane e Roberta Spadaro (tutti studenti delle scuole). Sono membri fondatori del comitato giovani tra i 16 ed i 25 anni. Il documento sottolinea non solo lʼappoggio a Renzi, ma anche un altro dato: “Per la prima volta nella storia delle primarie italiane i ragazzi tra i 16 ed i 18 anni saranno esclusi non potendo votare, non sarà permesso il voto degli italiani all'estero ed il contributo per partecipare raddoppierà da uno a due euro. Noi, Giovani X Renzi, riteniamo tale scelta un colpo basso nei confronti di quelle migliaia di iscritti ai Giovani Democratici ed al Partito che oggi si vedono negata la possibilità di partecipare alla scelta del futuro leader di coalizione da quello stesso partito nel quale militano e confidano per centonove cambiare l'Italia. Sedici anni per la militanza, per i tesseramenti al partito e i congressi, 18 per i diritti, per poter esprimere la propria partecipando democraticamente alla vita del proprio partito. I ragazzi tra i 16 ed i 18 anni non sono la seconda o la terza scelta, ma dovrebbero essere considerati l'orgoglio di un'organizzazione”. Poi, il Comitato accende un faro sulla dimensione messinese: “Ci sono gli amministratori locali del Pd, e non solo, che quotidianamente non si limitano a "rottamare", ma lavorano seriamente sul proprio territorio adottando principi di efficienza, trasparenza e competenza nella gestione della cosa pubblica”. Lo strappo di Lo Re e gli altri, a Messina, è significativo. Il democratico, infatti, era vicino allʼex segretario Francantonio Genovese, col quale adesso le posizioni divergono. Lʼex segretario regionale del Pd, infatti, sostiene Bersani, così come lʼarea ex Ds e quella che si raccoglie attorno allʼex segretario della Sinistra Giovanile, Piero David. RENZI IN SICILIA. Il rottamatore sarà in città i primi di 3 novembre. Quella in riva allo Stretto sarà una delle tappe di un rapido tour siciliano, visto che subito dopo si terrà il “congresso” alla “Leopolda” di Firenze. In Sicilia, Renzi toccherà alcuni luoghi “simbolo” della storia italiana e isolana: Capaci, Pozzallo (luogo di nascita di Giorgio La Pira), forse Caltagirone (luogo sturziano). E poi le due tappe principali, che saranno Palermo (sotto la regia di Davide Faraone e del suo gruppo) e Messina, sotto la regia del comitato locale pro Renzi. Le due tappe saranno quelle dove il format di presentazione sarà “al gran completo”, con la proiezione dei filmati, le musiche ed i momenti più emozionali che il format prevede. Il comitato provinciale “Messina per Renzi” (creato dai presidenti della Quarta e Quinta Circoscrizione, Alessandro Russo e Francesco Palano Quero, da Giacomo DʼArrigo e da Filippo Cangemi), che coordina tutti i gruppi nati lavora per tenere in città il sindaco di Firenze anche la sera per fargli fare un “bagno di folla”. Per quel che riguarda, invece, l'aspetto più politico, il comitato renziano locale, in sinergia con la rete dei comitati siciliani, sta preparandosi a chiedere alle segreterie provinciale e cittadina, di vedersi riconoscere i posti che spettano all'area negli organismi che dovranno organizzare le primarie: dove saranno allestiti i seggi, la loro composizione, il controllo sulla regolarità del voto. CENTRODESTRA Vento di primarie nel Pdl Gli aderenti alzano la voce dopo le regionali Ciccio Rizzo MESSINA. Complice lʼuragano delle regionali, anche tra i giovani del centrodestra qualcosa si muove. Lo racconta la spaccatura tra gli ex forzisti (in appoggio a Nino Germanà) e gli ex An (a supporto di Giuseppe Buzzanca), ma anche i commenti a caldo. Come quello di un supporter del neodeputato regionale, Ivan Cutè: “Dispiaciuto per Nello Musumeci, ma è questo che succede ad un candidato a Presidente che gira 40 comuni con a fianco Nania! (mimmo, senatore, co-coordinatore regionale del Pdl, ndr). Al di là delle divisioni, la parola dʼordine che circola è “rinnovamento”. Come quello propugnato da Ciccio Rella, consigliere provinciale vicinissimo a Buzzanca: «Nel Pdl deve aprirsi una nuova fase che ha come presupposto un definitivo passo indietro di Silvio Berlusconi. Non so dire se il miglior candidato per le nostre primarie sarà Angelino Alfano o qual- pagina 14 cun altro, perché potrebbero venire fuori nuove realtà. Spero - spiega. che si possa anche ragionare, con valore simbolico, alla candidatura di un giovane del Pdl che potrebbe avere una ricaduta pure a livello locale. Dove le primarie per le amministrative devono essere celebrate». Più netto lʼex consigliere comunale e del Teatro di Messina, Ciccio Rizzo: «Sulle primarie sono ovviamente dʼaccordo, dʼaltronde è un tema che ha sempre portato avanti la Destra Sociale. Primarie le abbiamo chieste a Lipari, la scorsa primavera. Richiesta totalmente disattesa. La tematica - spiega Rizzo - è il superamento del centrodestra così come è stato concepito fino ad ora. Per questo ho fondato “Vento Eoliano”, mettendo insieme tutte le categorie sociali, non solo giovani, attorno ad alcune tematiche. Il Pdl - sottolinea - non ha futuro ed è alla canna del gas. È un partito strangolatore che ha ucciso tutta la classe dirigente media. È un partito che non conosce la meritocrazia e ha commesso una serie di errori infinitio. Berlusconi deve “levarsi dai mnaroni”. Per le amministrative ci di Messina - conclude - sono necessarie le primarie ma anche una progettualità reale con radicamento territoriale». (D.D.J.) centonove Politica 2 NOVEMBRE 2012 Antonino Cama Ferdinando Coglitore PALAZZO ZANCA. Alla firma la delibera sul “tesoretto” da 1,8 milioni Dirigenti, chi si rivede... Costituito il fondo per le indennità di posizione e di risultato del 2011. I sindacati sul piede di guerra, ma Croce, un mese fa, aveva bloccato tutti i pagamenti “indifferibili” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Il contestatissimo milione e ottocentomila euro di fondo per il 2011 a favore dei dirigenti di palazzo Zanca era uscito dalla finestra mesi fa, giusto per tornare oggi dalla porta. La determina porta la firma del dirigente al Personale Antonino Cama, ed è pronta da giugno. Oggi, alla firma del commissario straordinario Luigi Croce, ci va con la relazione del ragioniere generale Ferdinando Coglitore. Che spiega nel dettaglio a chi andrà il milione e 866mila euro. E perchè. I DIRIGENTI BATTONO CASSA. A metà ottobre, esattamente nello stesso istante in cui i dipendenti di palazzo Zanca per la prima volta nella storia incrociavano le braccia per via del fatto di non aver ricevuto lo stipendio di settembre, dalla scrivania di Coglitore partiva, destinazione Cama prima e Croce poi, la descrizione analitica della somma che i dirigenti percepiranno: 825mila euro sono lʼimporto destinato al finanziamento del trattamento di posizione e di risultato di tutte le funzioni dirigenziali per l'anno 1998. Quasi novantamila euro sono destinati ai dirigenti in pensione da quella stessa Luigi Croce data come “retribuzione individuale di anzianità”. Poi ci sono 37mila euro di integrazione per il 1999, e quasi ottocentomila euro, scrive Coglitore, “in caso di attivazione di nuovi servizi o processi riorganizzativi finalizzati all'accrescimento dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi esistenti, ai quali sia collegato un ampliamento delle competenze con incremento del grado di responsabilità e di capacità gestionale della dirigenza ovvero un incremento stabile delle relative dotazioni organiche”. Eʼ questo il punto che ha fatto incazzare come le bisce i sindacati. I SINDACATI PROMETTONO GUERRA. Dove le trova palazzo Zanca tutte queste risorse quando non è in grado di pagare gli stipendi ai suoi dipendenti e sta riducendo alla fame quelli delle partecipate? “La copertura finanziaria spiega Coglitore nella relazione - è stata garantita dagli stanziamenti già esistenti nel bilancio di previsione 2011 sia per la parte già corrisposta (retribuzione di posizione) sia per quanto non ancora corrisposto (retribuzione di risultato), le somme necessarie sono state correttamente riportate fra i residui passivi”. Una capriccio dei dirigenti in epoca di vacche magrissime, quasi morte? Nientʼaffatto. “Le disposizioni vigenti in materia obbligano gli Enti alla definizione del fondo prima della predisposizione del bilancio annuale di previsione in modo tale che le somme determinate con il medesimo vengano previste nello strumento finanziario”, scrive Coglitore nella relazione. E invece la costituzione del fondo è arrivata ad esercizio finanziario 2011 ampiamente concluso, “per cui l'Area Economico Finanziaria ha dovuto impegnare al 31/12/2011 la quota relativa al fondo per un importo maggiore rispetto alle attuali giuste previsioni”, conclude Coglitore. E Croce? Come lʼha presa? IL COMMISSARIO DI TRAVERSO. La posizione del commissario straordinario del comune di Messina è chiarissima. Finchè non passa la tempesta, non si paga nulla in più dello stretto necessario. Detto fatto, con una determina ed un colpo di penna Croce, in uno dei suoi primi atti da commissario, ha bloccato “tutti i mandati di pagamento che non riguardano servizi essenziali o, comunque, possano determinare danno erariale per il comune di Messina”. A farne le spese sono state le indennità di risultato dei dirigenti. Un fondo che Croce aveva bloccato. Ma non estinto. E che ora si ripresenta. Dalla porta. POLEMICHE Urbanistica, cosa succede? Professionisti in rivolta: le pratiche delle sanatorie di 27 anni fa ancora bloccate. E il nuovo dirigente... Raffaele Cucinotta MESSINA. Non era mai stato un esempio di efficienza, il dipartimento di via Industriale. Oggi, senza un assessore al ramo (cʼera Pippo Corvaja, ma si è dimesso tre giorni prima che la giunta fosse azzerata dalla decisione dellʼex sindaco Giuseppe Buzzanca di correre per le regionali, a fine agosto), con un nuovo dirigente, e con un trasloco da fare nei locali del real convitto Dante Alighieri (Lʼimpresa che svolgerà i lavori di adeguamento è quella di Mariano Nicotra), gli uffici sono entrati nel caos. Sulle scrivanie dei funzionari ci sono migliaia di pratiche di sanatoria, centinaia delle quali risalenti ai condoni degli anni ʻ80, affidate a tecnici esterni nel 2007 e mai esitate. Alcune, pagina 15 dopo le “minacce” ai tecnici esterni da parte del dirigente facente funzione di Raffaele Cucinotta, sono tornate indietro. E giacciono in sala concessioni, senza che i richiedenti ne sappiano nulla. Alcune delle pratiche sono addirittura firmate da Francesco Rando, ex dirigente alla lotta allʼabuso edilizio in pensione da cinque anni. Un danno erariale di un certo livello, dato che, una volta sanati gli abusi, ci sono somme da pagare al Comune: da 100 a 750 euro, a seconda della cubatura. Nel frattempo i professionisti sono sul piede di guerra. Riccardo Pagano, fresco di nomina a capo dellʼUrbanistica, ha bloccato temporaneamente tutti gli iter, in attesa di capire dove e come intervenire. Situazione che Pagano dovrebbe conoscere bene, essendo stato già a capo del dipartimento Concessioni in passato. In mezzo, ci sarebbero da esaminare le concessioni edilizie, se non fosse che per la Dia (dichiarazione di inizio attività), vale il principio del silenzio assenso dopo 30 giorni, col risultato che le costruzioni partono senza che nessuno abbia mai controllato cosa si costruisce. (A.C.) Politica 2 NOVEMBRE 2012 MESSINA. Tutti i numeri del nuovo comune “Montemare”. Da costituire Scissione, facciamo sul serio Il comitato per la costituzione presenta il “progetto di valutazione territoriale”. Per sganciare gli ex XII e XIII quartiere da palazzo Zanca. Ecco il costo dell’operazione DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Si immaginava fosse una boutade, invece il progetto di scissione dal comune di Messina dei villaggi di Castanea, Salice e le Masse giù fino alla riviera tirrenica tra Spartà ed Ortoliuzzo. Quasi novemila abitanti, sparsi per i territori che fino alla rivoluzione attuata dallʼallora commissario Bruno Sbordone, con la riduzione dei quartieri a sei, erano la dodicesima e tredicesima circoscrizione. A palazzo Zanca, infatti, è stato presentato il progetto di variazione territoriale. Eʼ il primo passo. MESSINA BYE BYE. “La nostra realtà territoriale, costituita da diversi agglomerati urbani cosiddetti villaggi collinari, ognuno dei quali con gruppi di popolazione cha varia dai 500 a 1000, ai 3000 abitanti circa, pur appartenendo ad oggi al Comune di Messina, non riscontra una effettiva comunanza di bisogni, di continuità fisica e di interessi con la città stessa, e di fatto e senza alcun dubbio rappresenta un'entità territoriale e sociale, per tradizioni e cultura, certamente distante e diversa dalle problematiche di gestione e amministrazione del contesto cittadino”. Queste, in sintesi, le motivazioni alla Bruno Sbordone centonove base della costituzione del comitato per la “scissione”. Come si dovrebbe gestire il nuovo ente locale? “Con un territorio più concentrato ed abitato, diventerà il centro dell'attenzione politico-amministrativa locale e non la periferia di un grosso Comune e potrà, quindi, ottimizzare le proprie risorse per meglio svolgere i propri compiti istituzionali nei confronti della cittadinanza amministrata”, si legge nel documento presentato a palazzo Zanca. Poi si passa ai numeri. MONTEMARE, QUANTO MI COSTI? Prendendo a modello i comuni di Rometta e Tortorici, più vicini al Montemare per comparazione dei dati territorio-popolazione e ritenuti quasi simili per risorse e servizi, i membri del comitato hanno ipotizzato di potersi sostentare con praticamente un milione di euro di entrate tributarie (al comune di Messina di milioni ne servono, dai dati di bilancio, quasi settantaquattro), e tre milioni di trasferimenti da Stato e Regione (a palazzo Zanca ogni anno ne arrivano per poco meno di centocinquanta milioni). Le entrate extratributarie, quindi quelle che derivano da proventi di servizi pubblici, multe, canoni e concessioni, secondo i calcoli potrebbero ammontare a meno di settecentomila euro (il comune di Messina ne incassa più di 35 milioni). In totale, il comitato ritiene che 4 milioni e 751mila euro potrebbero bastare per gestire il comune che andrebbe a crearsi. LA BUROCRAZIA? SNELLA. Ventuno dipendenti per lʼarea amministrativa, sei per quella economico-finanziaria, tredici per i servizi tecnici e tre di polizia municipale. Il comitato crede di potersela cavare con quarantatre dipendenti in pianta organica. Il sindaco verrebbe retribuito con 34mila euro, il vicesindaco si accontenterebbe di 18mila euro, gli assessori di 15mila euro ed i consiglieri comunali di soli diecimila euro. PER MESSINA? UN AFFARE. CHi ne trarrebbe giovamento dalla faccenda? Tutti, secondo il comitato. “Il distacco dell'istituendo comune appare chiaramente ininfluente per Messina, trovandosi con un minore territorio da gestire e quindi con minori costi e migliore razionalizzazione dei servizi. Carlo Rizzo, portavoce del comitato, spiega lʼIter. “Il consiglio comunale di palazzo Zanca valuterà ed esprimerà un parere non vincolante. Alla scadenza dei termini (60 giorni dalla delibera) manderà tutto allʼassessorato regionale degli Enti locali. Palermo, infine, si esprimerà su come e quando concedere il referendum, se tutto va bene”. IL COMMENTO di Giovanni Frazzica Il disagio scritto al muro A MESSINA NON cʼè un circolo anarchico Ponte della Ghisolfa e neanche altra roba forte organizzata dello stesso genere, ma di gente con le scatole rotte che cova odio represso ce ne deve essere abbastanza, almeno a giudicare da quelle scritte sui muri che non si vedevano più da almeno ventʼanni. Le scritte degli anni 70, 80 e 90 che apparivano sui muri della nostra città, quandʼanche non firmate, erano identificabili, non solo dagli agenti della Digos, ma da parte di chi masticava un poʼ di politica. Generalmente erano gli attivisti delle federazioni giovanili dei partiti e dei movimenti di sinistra e di destra che usavano il muro come lavagna. Oggi vediamo apparire scritte su edifici pubblici con contenuto diverso, con nomi di politici e personaggi locali, insultati con lo stile con cui gli ultras delusi del Messina calcio dissacravano quella stessa dirigenza che avevano osannato quando aveva portato la squadra in Serie A. Che pensare allora, che è il popolo del calcio che sta lanciando un messaggio di ribellione? O che in quel popolo del calcio, che ha una sua consuetudine alla mobilitazione, cʼè anche il popolo che soffre e si indigna e che si prepara a scendere in piazza per un motivo meno vago della squadra del cuore. Ora cʼè in gioco il pane, lo stipendio, il lavoro, il futuro e la rabbia anche che investe parlamentari e uomini delle istituzioni, alimentata da una inestinguibile cronaca degli scandali. E mentre negli anni 80 era facile immaginare che fossero i diciassettenni di buona famiglia con le magliette del “Che” che uscivano di casa eroicamente alle tre di notte per imbrattare i muri, oggi non desterebbe stupore se venisse sorpreso con la bomboletta in mano qualche cinquantenne che ha perso il lavoro o qualche cassaintegrato. “Questa crisi – dice Pippo Isgrò – è diversa da quella del 92 che era determinata da una forte indignazione morale e investiva un Paese attraversato ancora da una fase di benessere. Oggi siamo pagina 16 stremati da una situazione economica drammatica che si ripercuote sulle famiglie a basso reddito e sui senza reddito. Il perdurare di questa situazione può generare tensioni”. Gli fa eco Rosario Sidoti, capogruppo Udc alla Provincia: “Per la mia attività incontro tanta gente. Mi sono formato la convinzione che le maggiori tensioni si stanno sviluppando nei grossi centri, Messina soprattutto, ma in misura minore anche a Barcellona e Milazzo, mentre nei centri più piccoli ancora resistono le logiche del confronto e del dialogo”. Beppe Grioli, Segretario cittadino del Pd, appare preoccupato, ma non allarmato. “Come rappresentante di un partito di sinistra ho ritenuto mio dovere incontrare i lavoratori in agitazione della Caronte e della Triscele. Avverto anchʼio grande tensione, tuttavia penso che siamo ancora al di sotto dei livelli di guardia”. Opinioni rispettabilissime che hanno valore in relazione alla durata del disagio. Il nuovo Presidente della Regione dovrà faticare un bel poʼ prima di far ripartire la macchina. centonove Politica 2 NOVEMBRE 2012 MESSINA. Ecco chi sono i trenta esperti gratuiti nominati alla Provincia regionale L’ELENCO Tutti gli uomini di Nanni Da Andaloro a Seminara Il tortoriciano Casella Mariola deve individuare le strade agricole a valenza turistica, Chillè fare da ambasciatore con il mondo della chiesa. Per i fondi europei c’è Scurria DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Natale Bonsignore, Rosario Savoca, Rosalba e Luigi Ristagno, Giuseppe Dilillo, Renato Carlo Mangano, Josè Gambino, Marcello Finocchiaro, Fabio Longo, Alfio Seminara, Ylenia Olivo, Emanuela Scalia, Gaetano Majolino, Pietro Chillè, Salvatore Caliò Harada, Giovanni Pino, Luigi Giacobbe, Carmelo Lembo, Salvatore Ruello, Carlo Caruso, Antonino Casella Mariola, Laura La Scala, Carmelo Collorafi, Giuseppe Claudio Recupero, Pasquale Andaloro, Marcello Scurria, Giovanna Beccalli, Marcantonio Pinto Vraca e Mariaceleste Boemi. MESSINA. Non superano la soglia dei cinquanta come quelli nominati da Buzzanca durante la sua sindacatura e cancellati con un colpo di spugna dal commissario Luigi Croce a pochi giorni dal suo insediamento, ma sono una trentina e, nonostante la nomina a titolo gratuito non comporti dei Siciliani, nominata esperta nel 2009, alcun “costo fisso” nel bilancio di quando tra Pdl e Mpa era ancora idillio sia Palazzo dei Leoni, ma solo a Messina che a Palermo. Un altro esperto eventuali rimborsi relativi a poi candidato tra le file del Pdl, ma alle missioni, qualche “spesuccia”, gli ultime amministrative, è Renato esperti designati dal presidente Mangano. Arruolato da Ricevuto nel 2010 della Provincia, Nanni e sconfitto a Capo d'Orlando nel 2011. Non Ricevuto, in questi quattro anni poteva mancare poi lui, Marcello Scurria, di amministrazione l'hanno già esperto del Comune, oltre che comunque fatta mettere in conto. avvocato dell'ex sindaco Peppino Se non nel 2012, in cui all'Ufficio Buzzanca e anche legale della Provincia missioni di Palazzo dei Leoni in alcuni procedimenti come ad esempio non figura nessuna richiesta di quello relativo alla gestione della riserva di rimborso spese, quantomeno nel Isolabella. Dal maggio 2012, a Palazzo dei 2011, anno in cui il presidente Leoni, Scurria è anche consulente per “lo della Provincia ha nominato più studio e l'approfondimento della esperti (un totale di 11). E' legislazione comunitaria con riferimento variegato e variopinto il mondo alla normativa relativa ai programmi dei consulenti di Ricevuto, ma Nanni Ricevuto comunitari e fondi strutturali per il periodo caso vuole che nelle determine 2014/2020”. Esperto bis è anche il giovane di nomina un topos sia Lui è Pietro Chillè, classe 1938. Tra gli Carmelo Lembo. Al Comune si occupava ricorrente: quello di elaborare “linee esperti di Ricevuto figura anche Salvatore della promozione di politiche a tutela della guida”. Al geometra tortoriciano Antonino Ruello. Nominato consulente nel 2011 per sicurezza dei cittadini e, in tandem con Casella Mariola è stato infatti affidato la riserva di Capo Peloro e qualche mese l'altro esperto comunale Flavio Corpina, l'incarico di consulente per “l'elaborazione fa subentrato in Consiglio comunale in ha redatto il progetto “Casa e\è lavoro”. delle linee guida fondamentali per la quota Udc, dopo le dimissioni di Pippo Alla Provincia è stato arruolato nel 2011 predisposizione di un progetto che Ansaldo. All'avvocato barcellonese con un incarico legato alle politiche riconosca nella viabilità secondaria Gianni Pino, candidato alle ultime giovanili. Lembo, poco dopo l'arrivo a provinciale (strade agricole) le regionali nella lista del Pdl, nel 2011 è stato palazzo, è stato il promotore di un progetto connotazioni più significative come risorse affidato l'incarico di avviare ogni iniziativa che ha portato nelle casse di Palazzo dei di valenza culturale e turistica”. Tutto utile a promuovere l'internazionalizzazione Leoni 100 mila euro provenienti da questo al fine del possibile reperimento di delle attività produttive connesse al Dipartimento della Gioventù della risorse regionali, statali e comunitarie. commercio, all'artigianato e alla pesca. Tra Presidenza del Consiglio, che ha trovato Come dire: “Trasformami una zucca in gli esperti di Ricevuto c'è un'altra candidata anche la sponsorizzazione dell'Upi. carrozza, una strada in bene culturale”. E alle ultime elezioni regionali. Si tratta di Questo uno fra i rari risultati portati a casa soprattutto, come se non fossero Renato Mangano Rosalba Ristagno, quota rosa del Partito dal plotone di esperti di Palazzo dei Leoni. sufficienti il patrimonio culturale e le attrazioni turistiche che l'Ente di corso Cavour ha a disposizione e che non riesce nemmeno a gestire e valorizzare. L'arduo compito di pianificare “iniziative mirate all'individuazione di linee guida utili alla che ha presentato per chiedere a Ricevuto il senso di questa ulterealizzazione di migliori condizioni di riore nomina a pochi mesi oramai dalla scadenza del mandato eletvivibilità nel territorio provinciale” l'ha torale. Il consigliere Rao, contrario allʼaumento degli assessori alla ricevuto nel 2011 Laura La Scala. Provincia di Messina, «unico caso in controtendenza nazionale in Obiettivo tanto ambizioso, quanto materia», ha chiesto lʼacquisizione dellʼelenco nominativo con il nugenerico. C'è poi l'ingegner Luigi MESSINA. Allʼennesima nomina arriva puntuale lʼinterrogazione mero sproporzionato di esperti di Palazzo dei Leoni. «Tutto ciò – Giacobbe a cui è stato affidato l'incarico del capogruppo Pd, Pippo Rao. A far prendere carta e penna al mesottolinea Rao - tra lʼaltro mentre il Commissario Croce al Comune per “lo studio mirato alla redazione di linee dico democratico è stata la determinazione presidendi Messina, come primo atto gestionale ha mandato a guida per la valutazione e riduzione del ziale n. 74 del 16 ottobre 2012, con la quale il presidente casa tutti gli esperti nominati dallʼex Sindaco Buzzanrischio sismico negli edifici di pertinenza Nanni Ricevuto ha affidato a Mariaceleste Boemi lʼinca. Evidentemente però la Provincia di Messina ed il provinciale”. Ci sono poi due donne Ylenia carico di esperto a titolo gratuito per lo studio di “Attività Presidente della Provincia ritengono non solo di Olivo, nominata nel 2010, e l'ultima mirate alla promozione e valorizzazione del patrimonio non potere fare a meno dellʼesercito di esperti noarrivata Mariaceleste Boemi, che si artistico e museale attraverso la realizzazione di prominati ma addirittura si sente lʼesigenza di nomicontendono la valorizzazione dei beni getti divulgativi e didattici rivolti agli studenti delle scuonarne altri». Rao chiede «quanti e quali di questi culturali. Per non farsi mancare nulla c'è le di ogni ordine e grado”. «Dopo lʼimplementazione delesperti hanno negli anni presentato relazioni in meanche l'esperto ai rapporti con le chiese e le poltrone assessoriali, dopo la miriade di legali, ecco rito al proprio incarico, quali benefici lʼente ha avucon l'associazionismo cattolico, perché lʼennesimo esperto nominato alla Provincia di Messina to dallʼapporto di tali professionalità, se questi hanogni ente pubblico che si rispetti, infondo - scrive in una nota il capogruppo del Pd Pippo Rao, Pippo Rao no mai goduto di rimborsi spese». (Gia.C.) infondo, ha bisogno del suo “intercessore”. L’INTERROGAZIONE Ma Pippo Rao non ci sta I consigliere Pd chiede il resoconto dell’attività pagina 17 Politica 2 NOVEMBRE 2012 centonove SANT’ALESSIO. E’ scontro tra gli ex sindaci. L’albergatore accusato di avere evaso tributi Gussio, Foti e i debiti L’avvocato elenca i mancati pagamenti da parte dell’attuale esperto alle Finanze per oneri relativi alla costruzione di alberghi. Lui replica: «Sto versando anche le more, sono in regola». A difenderlo Fichera DI GIUSEPPE PISTONE SANTʼALESSIO SICULO. «Lʼuomo giusto al posto giusto». Così scrive ironicamente Agatino Gussio in una lunga nota in cui accusa apertamente lʼex primo cittadino, Giovanni Foti di non aver pagato, negli anni in cui rivestiva la carica, presunti tributi comunali relativi a beni personali e familiari. «Ha tradito il suo mandato e oggi addirittura – chiarisce Gussio – viene persino premiato con un incarico dʼoro nellʼambito del consiglio di amministrazione della Serit, a cui è stata riservata “soltanto” la carica di vice presidente». In una dettagliata nota, lʼavvocato Gussio prova a fare chiarezza sui debiti per migliaia di euro che Giovanni Foti avrebbe fatto lievitare negli anni tra oneri di urbanizzazione e costruzione, tasse sul passo carrabile e bollette dellʼacqua. Accuse che lʼex sindaco Foti non smentisce, anzi puntualizza. «Durante il mio mandato avevo già trasmesso due diffide di pagamento ai debitori, intimando anche me stesso. Non ho nulla da nascondere ammette Foti. Pagherò fino allʼultimo centesimo tutti i debiti accumulati negli anni. Non sono un evasore fiscale, ho solo rinviato a pagare gli oneri di urbanizzazione e costruzione relativi ad un hotel di cui sono socio al 18% per un Rosanna Fichera Agatino Gussio cambio di destinazione dʼuso da appartamenti privati a struttura ricettiva. Ho sempre pagato tutto. Ho già versato, il 30 ottobre scorso, un primo accredito al comune di 14 mila e 600 euro, entro 4 mesi salderò tutto il mio debito nei confronti del comune di 42 mila euro, lievitato a 57 mila in seguito allʼapplicazione di una mora del 30%». A correre in suo soccorso il sindaco, Rosanna Fichera, ex vice sindaco dellʼamministrazione Foti, che difende apertamente il suo buon operato da ex amministratore. «Foti è stato il primo di una lunga lista che ha già provveduto a saldare i suoi debiti. Non è stata una sua negligenza – giustifica Rosanna – ma solo una dimenticanza, di certo non voleva fare il furbetto come qualcuno. A tutti può capitare avere dei pagamenti arretrati. Non è uno scandalo. Giovanni è sempre stato un oculato amministratore – ci tiene a precisare il sindaco». E da qualche mese lo ha premiato nominandolo esperto di fiducia, per lo Sviluppo economico – turistico del comune, a titolo gratuito. «Un riconoscimento – si legge nella nota di Gussio – per aver fatto mancare dalle casse comunali i denari dovuti per le concessioni rilasciate in suo favore e a favore della società di famiglia». Una storia che scatena una serie di polemiche. Il 21 agosto scorso il sindaco Rosanna Fichera con delibera n°93 ha dato incarico al legale Giancarlo Padiglione per il recupero crediti relativi agli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione. A finire nella lunga lista dei debitori anche la società Castello srl proprietaria di due alberghi a SantʼAlessio di cui è azionista lʼex sindaco Foti assieme al padre Giuseppe. «Aver scoperto che un sindaco durante il suo mandato non ha corrisposto al proprio comune gli oneri di urbanizzazione per somme così rilevanti è deplorevole», dice Gussio, ex sindaco per Giovanni Foti ben due legislature fino al 2002, passando poi il testimone a Giovanni Foti. Il legale così spara a zero contro il suo ex collega Foti, e fa un elenco di tutti i debiti. «Vorremmo cominciare dalla puntualità ed esemplare solerzia dellʼex sindaco nel non avere corrisposto al proprio Comune, nel corso del suo mandato amministrativo, gli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione, per un ammontare di 5.400 euro circa, oltre interessi e accessori, per il rilascio di una concessione edilizia rilasciata a suo nome. Dallo stesso elenco scrive nella sua relazione - emerge pure che una società proprietaria di un albergo, la Castello srl cui il Foti non è estraneo, anzi significativo azionista, con altrettanto zelo e puntualità, si è guardata bene dal corrispondere al Comune gli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione per un ammontare di 57 mila euro circa. Nello stesso elenco figura anche il fratello, Claudio per una somma più modesta 3.700 euro circa. Con eccesso di zelo Foti è riuscito perfino a non accorgersi che lo stesso albergo, in gran parte della famiglia, nello stesso periodo del mandato sindacale, non pagava una sola tassa per passo carrabile, pur beneficiando di più ingressi. Come se non bastasse (e qui il merito supera ogni più fulgida immaginazione), il padre di Foti, Giuseppe, durante lʼultimo mese di sindacatura del figlio ha ottenuto un rimborso per un cambiamento di destinazione dʼuso di un fabbricato di sua proprietà, per lʼimporto di 4.400 euro circa per una concessione edilizia rilasciata nel lontano 1996. Se da un lato, con condotta veramente esemplare, non si pagavano alcune tasse, dallʼaltro, per un titolo analogo, si percepiva un rimborso, con tanta straordinaria disinvoltura. E che dire di una barriera marina soffolta (una scogliera artificiale perfino “rafforzata” rispetto a quella già realizzata) di un centinaio di metri alzata dinanzi allo stesso albergo (una barriera… ad personam)» conclude Agatino Gussio. ROMETTA Abbadessa azzera la giunta ma evita il dissesto Il sindaco cede alle richieste dell’opposizione ROMETTA. «Ci sono solo motivazioni di natura meramente politica alla base delle richieste di azzeramento della giunta». Viene definito così dal sindaco di Rometta “l'aut aut” imposto dall'opposizione, attualmente in maggioranza, per il passaggio di alcuni emendamenti da parte del consiglio comunale. Ad Abbadessa non è rimasto altro che fare “reset” per garantire lʼapprovazione del bilancio di previsione e degli aumenti Imu ed Irpef. La mossa del primo cittadino si è resa necessaria proprio al fine di evitare il dissesto finanziario del comune. Il comune conta infatti un buco nelle cas- se comunali pari a un milione 300 mila euro. «Sono stato digi Politi e Francesco Iarrera, Fortunato Marcianò insieme a sponibile - ha spiegato il sindaco di Rometta - insieme al Giovanni Olivo avevano chiesto con forza una inversione di gruppo che mi sostiene, a lanciare un segnale di distensiorotta ed il gruppo “Vivi Rometta” aveva invocato in più ocne. Ma vorrei sottolineare come la richiesta di azzeramencasioni anche le dimissioni del sindaco. Per superare queto della giunta avanzata dallʼopposizione faccia cadere tutsto stallo nei prossimi giorni, dunque, si assisterà all?enneti i pregiudizi imputati in precedenza alla nostra gestione amsimo rimpasto della giunta, un passo tra l'altro che «avevaministrativa». Infatti, a causare il debito - secondo il sindamo preannunciato - ha commentato Abadessa - per lʼinseco - sono stati i tagli verticali, con i mirimento della quota rosa prevista per legge». Ma la nori trasferimenti statali e regionali, e mancata approvazione del bilancio, intanto, ha portanon certo un cattivo governo della coto anche al blocco dei servizi sociali gestiti nel centro sa pubblica. Ma lʼopposizione aveva da tirrenico dai lavoratori della cooperativa “Azione sotempo messo sotto scacco il primo citciale”. I lavoratori della cooperativa hanno recentetadino attaccando non soltanto sull'inmente protestato all'interno dell'Aula consiliare accucremento di 0,20 punti percentuali delsando consiglieri e amministrazione di poca sensibilità le aliquote Imu e Irpef, ma anche su riguardo alla loro problematica ma il comune è rimasto sprechi a loro giudizio evitabili, le spein stallo non potendo bandire alcuna nuova gara dʼapse sul servizio bagnini e la gita per gli palto, né operare proroghe. anziani. Gli ex alleati di Abbadessa, Lui- Roberto Abbadessa Antonio Bonaccorso pagina 18 Sicilia centonove Fausto Gennuso ATENEO. Due plichi scomparsi e uno semiaperto prima delle prove per accedere alle Professioni sanitarie Test, sospetti e ricorsi L’Unione degli studenti annuncia iniziative giudiziarie per invalidare le prove dell’11 settembre, in cui gli studenti di Messina sono stati i più bravi d’Italia. Il dirigente Gennuso: «Tutto in regola» DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Due plichi contenenti i questionari smarriti e uno semiaperto prima delle prove. E la media punteggio più alta dʼItalia. Tre indizi non fanno una prova ma, anche sulla base di un precedente avvenuto allʼateneo di Catanzaro nel 2007, “rendono fondato il sospetto” che il concorso di ammissione ai 14 corsi di laurea a numero chiuso delle Professioni sanitarie tenute a Messina lʼ11 settembre del 2012 e a cui hanno partecipato 4mila candidati per accaparrarsi 200 posti, “non si sia svolto in maniera del tutto regolare”, come sostiene lʼUnione degli studenti. Lʼorganizzazione che da anni si batte per eliminare il numero chiuso e denuncia le irregolarità da cui sono caratterizzati ogni anno le prove di accesso, sta così preparando una valanga di ricorsi ai giudici amministrativi. PUNTI DI VISTA. Nel 2007, il rettore dellʼateneo di Catanzaro, informato che era stato trovato un plico manomesso denunciò tutto alla Procura. Gli inquirenti scoprirono che da anni un gruppo di persone riusciva ad impossessarsi in anticipo dei questionari grazie alla complicità degli addetti alla vigilanza degli immobili in cui erano custoditi i plichi e così forniva le risposte ad alcuni candidati i quali in cambio offrivano soldi e, in taluni casi, prestazioni sessuali. Cinque anni dopo, a fronte della stessa scoperta, ovvero plichi non rinvenuti e manomessi e nonostante i risultati strabilianti dei candidati, Fausto Gennuso, dirigente delle Segreterie e responsabile della procedura del test, si è limitato a mettere a verbale lʼaccaduto. Come se fosse una fisiologia circostanza. A nessuno è venuto in mente di chiedere un approfondimento allʼautorità giudiziaria, emulando il rettore dellʼUniversità Magna Graecia. NEL DETTAGLIO. «Va rilevato che allʼinterno del pacco sono stati trovati 99 plichi e non 100, come cʼè indicato allʼesterno del pacco», è stato scritto per 2 volte nel verbale del concorso. «Allʼapertura del pacco contenente i plichi si è rilevata un busta semiaperta che è stata annullata», cʼè scritto in un altro passaggio dello stesso verbale. LA POSIZIONE DELLʼATENEO. Fausto Gennuso, responsabile della procedura del test, ribatte con forza: «Non cʼè stato alcun problema. La ditta che si è aggiudicata la gara ha messo nel pacco meno plichi di quelli segnati allʼesterno, uno è rimasto semiaperto. Nel caso del 2007 a Catanzaro i test erano stato predisposti dal Cineca, ente dellʼUniversità che numera i plichi e segna allʼesterno dello scatolo precisamente il numero di plichi contenuti. Eʼ ovvio quindi che unʼeventuale manipolazione dei plichi o smarrimento degli stessi abbia suscitato allarme». Ma la ditta privata, a garanzia dellʼanonimato e della imparzialità e segretezza delle prove, non ha lʼobbligo di rispettare le procedure dettate dal Ministero? «Certo che ce lʼha. La ditta, infatti, ha rispettato tutte le norme», risponde Fausto Gennuso. 2 NOVEMBRE 2012 IL PACCO... Secondo la normativa che regola la procedura concorsuale i pacchi contenenti i plichi devono essere sigillati con materiale antieffrazione. Eʼ andata davvero così? Fausto Gennuso, confermando le testimonianze di molti candidati e finisce per smentire se stesso: «I plichi erano messi in normali scatoli da supermercato. Ed erano chiusi con normale scotch», dice Gennuso. Che a scanso di equivoci, precisa: «Gli scatoli mi sono stati consegnati dalla ditta alle 8 della mattina del test. Li ho aperti davanti ai vigilanti. Le prove sono iniziate alle 11. Se la ditta, per assurdo, avesse voluto “vendersi” il test non aveva certo bisogno di aprire gli scatoli» IL SILENZIO ASSORDANTE. Ma dove sono stati custodi i plichi a Messina? Eʼ possibile che i plichi fossero in numero minore di quelli indicati sullo scatolo? E come mai cʼera un plico semiaperto? La responsabile della ditta Eurosistemi Srl che per due euro e 90 centesimi a plico si è aggiudicata la gara, Simona Abela, a queste domande, proposte anche via mail, non vuole rispondere: «Se mi chiama ancora la denuncio per stalking», minaccia. I PIUʼ BRAVI DʼITALIA. Il punteggio massimo che i candidati possono totalizzare rispondendo correttamente a tuttte le domande è 80. Basta dare uno sguardo alle graduatorie dei 14 corsi di laurea per scoprire che sono stati a decine i candidati che hanno sfiorato lʼen plein. Così, ad esempio, cʼè chi pur avendo totalizzato un punteggio pari a 70 non è riuscito ad aggiudicarsi i posti messi in palio in Logopedia. Lʼultimo ammesso al corso di laurea in Fisioterapia, il più ambito delle Professioni sanitarie perchè dà certezza di sbocco lavorativo ha ottenuto 71 punti su 80: lo score più alto di tutta Italia. Per fare un paragone, a Palermo, lʼultimo ammesso a Fisioterapia ha ottenuto 53 punti. A Catania 55,25 ma i posti messi in palio erano 15 posti contro i 50 di Messina. I risultati strabilianti degli “aspiranti professionisti sanitari” messinesi urta con quelli pessimi realizzati al test di ammissione (eguale per tutti in tuttʼItalia) a Medicina e chirurgia: in Italia il punteggio nazionale minimo più alto per i corsi di laurea di Medicina e Odontoiatria si è verificato nelle sedi aggregate di PadovaTrieste-Udine con 44,50. Il più basso a Messina con 37. Fausto Gennuso ha una spiegazione: «Le domande erano particolarmente facili. Ma facili lo erano per tutti allo stesso modo». IL CASO Affari privati in gara Le Università affidano alle ditte e non al Cineca la preparazione dei questionari. Nonostante errori e dubbi MESSINA. Per legge, gli atenei si possono rivolgere al Cineca, lʼente pubblico che prepara i test per lʼaccesso a Medicina. Invece alcuni, come quello di Messina, fanno una gara dʼappalto e affidano ad una ditta privata il compito di elaborare i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso nelle Professioni sanitarie. Il risultato? Errori su errori. E un sospetto, espresso dal legale che da anni si occupa del test di ammissione ai corsi a numero chiuso: «Chi garantisce che le ditte private o alcuni loro funzionari infedeli non si vendano o regalino il questionario prima che questo si svolga? Nessuno», sottolinea Santi Delia. «Dʼaltro canto la gara è aggiudicata con il metodo del massimo ribasso e il ricavo per le ditte finisce per essere modesto. Gli interessi e le pressioni dei candidati, che si sottopongono a corsi di preparazione estiva costosissimi, ad aggiudicarsi i posti è, invece, molto alta. Lʼesperienza in tuttʼItalia dimostra che sui test tentano di speculare organizzazioni criminali di varia specie. Le ditte, per poter predisporre i plichi, vengono a sapere nelle settimane precedenti le generalità di tutti i candidati. Mettiamo che uno di questi per coincidenza sia il parente di un funzionario della ditta», spiega il legale di Messina. Che conclude: «Senza contare che, al di là dei possibili illeciti, le ditte private non danno nessuna garanzia di qualità». Ed, infatti, I test di ammissione ai corsi di Laurea delle Professioni sanitarie bandite nel 2011 dallʼateneo di Palermo e confezionati dalla ditta privata Selexi Srl, sono stati annullati dai giudici amministrativi per violazione dellʼanonimato. Questʼanno, allʼUniversità di Messina, non si sono potuti tenere i test di accesso al corsi magistrale delle professioni sanitarie previste per il 24 ottobre 2012. Il motivo? La stessa ditta che ha predisposto quelli per i corsi triennali, Euro Sistemi Srl, ha preparato un unico questionario: doveva farne uno per ogni corso di studio. (M.S.) pagina 19 Santi Delia Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 MESSINA. Viaggio negli atenei virtuali, dove tra iscrizione e tutor si superano i 5000 euro Studi online, paghi cash A dividersi il mercato sono E-Campus (emanazione del Cepu), UniSu e “Nicolò Cusano”. Che offrono facoltà, corsi di laurea e crediti formativi. E discendono dal “Consorzio Nettuno” DI VALENTINA COSTA MESSINA. Studiare online? Costa quattromilanovecento euro allʼanno per la didattica e 30 ore di tutor. La tariffa è delllʼUniversità telematica e-Campus, che con Unicusano si divide il mercato messinese. Tutto cominciò con il Consorzio Nettuno, nato dallʼiniziativa di ben 41 atenei, tra cui quello Peloritano, e diverse aziende. Erano gli anni Novanta, la adsl non cʼera e, per fare lezione“a distanza”, si usava un canale Rai sul satellite. Poi sono arrivati il “web 2.0” e Letizia Moratti: è cominciata lʼepopea degli atenei telematici che, facendo didattica online, consentono di acquisire un titolo di studio universitario con perfetto valore legale ovunque lo studente si trovi. Tra le insinuazioni di chi li considera “diplomifici”e lʼentusiasmo di chi, invece, può finalmente acquisire la tanto agognata laurea senza dover sacrificare famiglia e lavoro per sottostare agli orari e alle assurdità burocratiche degli atenei statali, le “e-university” hanno visto crescere esponenzialmente i propri iscritti e moltiplicare le “segreterie” in tutta Italia. Messina è, dal 2009, una delle tre sedi italiane dellʼUniversità e-Campus, istituita con decreto ministeriale il 30 gennaio 2006; da questʼanno è anche learning center della “Niccolò Cusano”, lʼUniSu, università non statale istituita dal Miur. E-LEARNING. Le università telematiche Condividono con le università tradizionali tipologia di corsi di laurea, piani di studio, crediti formativi. Differiscono invece per la didattica: le “lezioni” si seguono tramite piattaforme online, da cui scaricare il materiale di studio e comunicare con i professori. A chi si trova in difficoltà con le materie, offrono un servizio di “tutorato” di presenza. DIDATTICHE. “Raramente chi si iscrive ha bisogno del servizio aggiuntivo di tutorato”, spiega una signorina molto cortese contattata al learning center della Niccolò Cusano di Via Garibaldi. “Per mia esperienza posso dire che è richiesto principalmente dal papà del ragazzino che ha poca voglia di studiare, che preferisce pagare per garantirsi che il figlio combini qualcosa”. E paga profumatamente: lʼiscrizione alla “UniSu” è relativamente abbordabile, poco più di 2400 euro lʼanno, mentre il servizio “Mentore” di assistenza didattica individuale arriva a costare 5900 euro per 180 ore di lezione complessive. “La maggior parte dei nostri iscritti sono lavoratori che si impegnano a fondo nello studio, ma con i propri ritmi: finanzieri, centonove carabinieri, insegnanti, impiegati. Si iscrivono per ottenere quel titolo non preso in gioventù che consente loro un avanzamento professionale”. Dopo lʼiscrizione, lo studente si vede attivata la piattaforma didattica, dalla quale scarica il materiale da studiare: video-lezioni, dispense, testi, slide. Oltre alla comodità dellʼapprendimento da casa, a tutte le ore, “ci sono ben 9 appelli per gli esami, che si svolgono, al momento, allʼHotel Royal. Gli esami sono in forma scritta, in tutta Italia nello stesso giorno. Il numero di crediti massimo conseguibile durante un anno accademico”, conclude la referente, “è di 60 CFU”. Una precisazione che vuole fugare il campo da ogni insinuazione su eventuali “sconti” temporali nel conseguimento del titolo universitario. LʼuniCusano ha quattro facoltà (Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza e Scienze della Formazione) e unʼofferta di cinque corsi di laurea. Maggiore è lʼofferta formativa della e-Campus, con ben 5 facoltà (Economia, Giurisprudenza, Lettere, Psicologia ed Ingegneria) e 9 corsi di laurea a disposizione. Maggiore anche il costo di iscrizione: il “pacchetto-base” è di 4900 euro per la didattica, più 30 ore annue di tutorato “in presenza”; diventano 7900 per 60 ore di assistenza e 11900 per 96. “Una volta immatricolati, si viene affidati a un tutor telematico, che aiuta lo studente ad organizzare il proprio percorso personalizzato: le ore da dedicare quotidianamente allo studio, le materie da cui cominciare”, spiega la dottoressa DʼArrigo, responsabile della sede di Messina dellʼe-Campus. “Si accede poi alla piattaforma di e-learning, da cui scaricare le dispense dei professori, che rappresentano lo scheletro delle materie. A questo si aggiunge il servizio di tutor in presenza”. I tutor si possono incontrare anche in non ben specificate “sedi distaccate” di e-Campus, che, senza troppi misteri, si appoggiano al più famoso centro di assistenza italiano agli esami universitari, il Cepu. Guarda caso, a presiedere la fondazione e-Campus che gestisce lʼomonima università, è proprio il patron di Cepu, Francesco Polidori. E gli esami? Si svolgono anche presso la sede di Messina: sono caratterizzati da un giornata di seminario intensivo, a cui segue lʼesame vero e proprio in forma scritta e orale. Afferma un cultore della materia che assiste le commissioni dʼesame: “avevo dei pregiudizi inizialmente, ma ho potuto verificare che gli esami sono accurati quanto quelli dellʼuniversità tradizionale. I professori bocciano, eccome”. TESTIMONIANZE La crociata di Tomarchio Il quarantenne di Piazza Armerina e il suo sito Giuseppe Tomarchio PIAZZA ARMERINA. Diverse le ombre che si addensano attorno alle università telematiche. Oltre ai non chiari rapporti tra queste ultime e i centri per la preparazione agli esami universitari, molti dubbi riguardano i contratti dei docenti, quasi mai impiegati “a tempo indeterminato”, e lʼofferta formativa proposta, spesso insufficiente nel rapporto qualità-prezzo. Esemplare la vicenda di Giuseppe Tomarchio, 41 anni, perito elettronico, responsabile dei sistemi informativi del Comune di Piazza Armerina (Enna), dove risiede. “Ho avuto sin da giovanissimo la passione per lʼinformatica. A 19 anni, dopo tre mesi di università, ho interrotto gli studi per cominciare a lavorare”. Nel 2009, ormai sposato e padre di due figli, Giuseppe decide di riprendere gli studi. “Volevo ottenere la laurea in Ingegneria Informatica: mi sarebbe stata pagina 20 utile per il lavoro”. Appurata lʼimpossibilità di frequentare lʼuniversità pubblica e, contemporaneamente, lavorare, Giuseppe approda su e-Campus. “Incontrai il mio riferimento a Palermo, nella sede Cepu”. Dopo essersi iscritto e aver pagato, allora, 3700 euro, trascorrono due mesi prima dellʼattivazione della piattaforma di e-learning. “Mi ci è voluto poco per rendermi conto che si trattava di materiale didattico assolutamente inadeguato: erano slide sterilissime, senza un filo logico, assolutamente insufficienti per sostenere lʼesame di una materia scientifica, se non supportati da altri testi o da un tutor”. Giuseppe intavola prima una corrispondenza con il tutor di riferimento a Palermo, poi con i vertici di e-Campus: chiede la rescissione dal contratto e la restituzione della somma di iscrizione. Tutto inutile. Allora decide di aprire un sito, LibeRibelli, in cui “raccontare la propria storia, affinché altri non facciano il mio stesso errore”. Un obiettivo raggiunto: LibeRibelli raccoglie le esperienze di molti utenti “caduti nella trappola e-Campus”. E, conclude Giuseppe, “è riuscito a far desistere molte persone dallʼiscriversi”. (V.C.) centonove Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 IL CASO. In Sicilia 277 malati di Sla e le loro famiglie denunciano la solitudine e accusano le Istituzioni di distrazione Sclerosi, “malati abbandonati” Diego D’antoni a Messina mette in vendita il rene per aiutare la moglie. Da Milazzo a Barrafranca un grido: «Mancano strutture e mezzi per l’assistenza». Ma 8 milioni sono congelati a Palermo A sinistra, Michele La Pusata con la moglie. Lʼuomo di Barrafranca è affetto da Sla da 5 anni. Sopra, Diego DʼAntoni, marito di Lucia Guerrera malata da 10 anni. DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. «Sono disposto a vendere un rene pur di non far soffrire mia moglie più di quanto non soffra». Non parla. Non muove neanche un dito. E comunica solo con gli occhi. La vita di Lucia Guerrera ha iniziato a non essere più vita 10 anni fa quando gli è stata diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica, la Sla, malattia del sistema neuromuscolare che lentamente porta prima alla paralisi e poi alla morte. Non è la prima volta che il marito, Diego Dʼantoni, storico fruttivendolo di Piazza San Vincenzo di Messina, chiede aiuto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dichiarandosi disposto a tutto pur di alleviare la sofferenza della moglie. «La malattia di mia moglie non solo ha sconvolto lʼesistenza di tutta la mia famiglia ma comporta spese che non sono più in grado di sostenere. I malati di Sla hanno bisogno di unʼassistenza di 24 ore al giorno. Ho chiesto più volte aiuto alle Istituzioni ma invano», ha scritto nellʼappello al Capo dello Stato, lʼuomo di 70 anni. Nella stessa situazione di Diego Dʼantoni, ci sono in Sicilia 277 famiglie: mamme, padri, mariti, mogli e fratelli sorelle e figli di malati di Sla. Cʼè chi ha lasciato il lavoro per stare vicino al proprio caro. Chi ha rinunciato alla sua vita. Tutti devono fare i conti con le insufficienze dellʼassistenza sanitaria, la scarsità delle risorse. E la burocrazia. E già. Perchè quando le risorse ci sono rimangono impelagate nelle fredde pastoie degli uffici. Nel 2011, per aiutare le famiglie a sopperire al dispendio economico che lʼassistenza dei malati di Sla comporta il Governo nazionale ha messo a disposizione 100 milioni di euro. Otto di questi erano destinati alla Sicilia: 400 euro a mese a famiglia e un progetto personalizzato per i malati più gravi di questo si trattava in soldoni. Un anno dopo, di questi otto milioni, nessuno ha visto neanche un euro e i progetti non sono partiti. Michele La Pusata, 46 anni, di Barrafranca da 5 malato di Sla, referente per la provincia di Enna dellʼAisla, lʼAssociazione che raggruppa i malati di Sla, ha lanciato lʼallarme. «Il patto di stabilità imposto alla Sicilia aveva impedito che fossero firmati i mandati di pagamento. Il governo Monti ha firmato la deroga e tutto si dovrebbe risolvere a breve», spiega La Pusata, che per interagire con gli altri è costretto ad usare il comunicatore vocale. Lʼex dipendente del Dipartimento Foreste va oltre il caso degli otto milioni di euro. «La Sicilia è tra le ultime regioni in Italia sulla presa in carico globale dei malati di Sla. Non esistono centri specializzati per la diagnosi. Molti di noi sono costretti ad andare in altre regioni per sapere con certezza di quale malattia soffrono. Non esistono strutture che permettono al malato di essere seguito durante tutto il periodo della malattia in modo che anche il peso sulla famiglia venga alleviato. Dopo la diagnosi il malato viene abbandonato. Tutto viene lasciato alla famiglia. Eppure, il piano sanitario regionale, sulla carta prevede di tutto e di più. Nella realtà non esiste nulla. Le aziende provinciali non si sono curati di attuarlo», spiega Michele La Pusata. La moglie di Michele, Maria Stella Salvaggio, aggiunge: «La nostra è una famiglia numerosa e in qualche modo riusciamo a garantire a Michele una vicinanza costante. Ma ci sono famiglie meno fortunate di noi che vanno aiutate. Anche una mosca che si poggia sul viso per un malato di Sla è un problema». Giuseppe Perrone, 49 anni, di Milazzo, per dedicarsi completamente alla cura della moglie, Giuseppa Sgrò, 45 anni, affetta da Sla dallʼetà di 39 anni, due anni fa, a 47 anni, è stato costretto a lasciare il lavoro di carabiniere: «Avendo pure due figli piccoli, non ho avuto scelta. Mia moglie dipende unicamente da noi. Le pubbliche istituzioni sono distanti. Questi 400 euro che dovevano essere dati comunque non bastano a garantire il costo dellʼassistenza. Occorre di più e di meglio». Diego Dʼantoni, rincara la dose: «Le Istituzioni non possono imporci di fare di tutto per tenere invita i nostri familiari e, al tempo stesso, lasciarci soli». Solo, assistito dai soli familiari, morì due anni fa, Augusto Parisi, lʼuomo di Pace del Mela, affetto da Sla. A nulla valsero gli appelli dei figli e della moglie che chiedevano lʼaiuto delle istituzioni per alleggerire il loro compito. Meglio andò allo stesso Diego DʼAntoni, autore nel 2008 di un appello analogo a quello di ora. «Fra i tanti politici che si interessano del mio caso lʼunico che mi diede un aiuto concreto fu Salvatore Cuffaro: lʼallora governatore della Sicilia prese 10mila euro dal suo conto e li trasferì sul mio. Eʼ stato arrestato con lʼaccusa di aver favorito la mafia ma per me sotto il profilo umano rimane il vero presidente dei cittadini», racconta il fruttivendolo che per cercare di migliorarne le condizione di salute portò la moglie in Cina perchè fosse sottoposta al costoso trapianto di cellule staminali. LA BATTAGLIA Sciopero per la vita I disabili gravi contro la distrazione delle Istituzioni MESSINA. Sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla. Distrofia muscolare. Ma anche stato vegetativo. Una parte dei disabili gravi dopo le rassicurazioni di alcuni esponenti del Governo hanno sopseso lo sciopero della fame. Una buona parte non si è fatta incantare. E hano decisione di continuare la protesta. Protestano contro la scarsa attenzione del Governo verso la loro condizione di malati gravi, bisognosi di assistenza 24 ore su 24. «Il governo ha destinato parte dei 658 milioni della legge sulla Spending Review alla non autosufficienza ma ancora non cʼèʼ un piano per la destinazione delle risorse» spiega Mariangela Lamanna, presidente del Comitato 16 novembre Onlus.«Lo sciopero della fame consiste in una progressiva riduzione degli alimenti. Si tratta – spiega Lamanna – di malati gravissimi, quasi tutti tracheotomizzati e allettati, tutti bisognosi di assistenza continua e vigile 24 ore al giorno.. Unʼassistenza costosissima, in quanto ogni malato eʼ attaccato a dei macchinari, ad esempio respiratori, che devono essere disponibili in misura doppia, percheʼ se uno si ferma lʼaltro deve essere subito pronto». Allo sciopero ha aderito Sicilia Risvegli Onlus, lʼassociazine fondata da Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore che l'11 Settembre del 2003 vittima di uno spaventoso incidente stradale entra prima in coma, e poi successivamente in Stato vegetativo. Il comitato 16 novembre ha piuʼ volte sollecitato un piano per la assistenza ai non autosufficienti, le cui competenze sono divise tra i Ministeri dellʼeconomia, del lavoro e della salute. Basta palleggio delle responsabilità. I malati e le famiglie non possono piuʼ aspettare, lʼassistenza ha dei costi altissimi». Il Comitato 16 novembre ha presentato il progetto ʻRestare a Casaʼ che consiste nellʼassistere al proprio domicilio i malati di questa patologie facendoli rimanere nel loro ambiente familiare ma dotandoli di tutti gli strumenti e i macchinari necessari alla sopravvivenza. Per far questo eʼ stato richiesto da parte dello Stato un contributo di 20mila euro lʼanno ad ogni famiglia. pagina 21 Salvatore Crisafulli con la madre Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 FASCIO TRIPOLI E STERPAGLIE I dieci binari del “Fascio Tripoli”. Precedentemente utilizzati per le movimentazioni e le manovre dei treni merci, oggi condannati a una coperta di ruggine e sterpaglia MARITTIMA SCALE OFF-LIMITS Le scale mobili della stazione marittima sono inaccessibili, in entrata ed uscita, da oltre dieci anni. Dovrebbero collegare agli imbarchi pedonali da e per le navi attravero passerelle ormai chiuse centonove PASSERELLE VERSO IL NULLA Le passerelle passeggeri della stazione marittima, a cui si giunge attraverso il corridoio che accoglie la “Sala del Mosaico", si perdono nel vuoto sotto le imbarcazioni attraccate REPORTAGE. Viaggio alla Centrale e alla Marittima di Messina. In totale abbandono Stazioni, binario morto Traffico ridotto al minimo, rotaie in disuso da anni, spazi commerciali sfitti, scale mobili che non funzionano, passerelle sul vuoto. Il lento declino dei due templi del viaggiatore DI TIZIANA CARUSO MESSINA. La crosta di ruggine che arrossa i binari e l'erba secca che si issa dalla massicciata. E' questo il distico che incarna, forse più di ogni altro particolare, la progressiva decadenza della stazione centrale di Messina. Perché lì il passaggio treni non accarezza più le rotaie. Perchè è anche così che si consuma il declino di un'area che, soprattutto per collocazione, potrebbe ancora dare davvero tanto alla città. Tra la vergogna di spazi immensi non utilizzati e una “bandiera bianca” rispetto alla vitalità d'un tempo che però, alla “mezz'asta”, non ci vuole arrivare. Senza staccare la spina, insomma, ma comunque “in coma”, soprattutto rispetto al passato. E' così che, in parte, appare il mezzo chilometro quadrato di quello che un tempo rappresentava forse uno degli impianti ferroviari più trafficati del Mezzogiorno. Non per nulla, le aree della stazione sono state, proprio negli ultimi tempi, il teatro di alcune tra le vertenze occupazionali più “accese” della città. Dai marittimi, ai Ferrohotel, passando per il clamore suscitato dagli ex Servirail. Una struttura architettonica che, dopo essere stata fortemente compromessa durante il terremoto del 1908, fu ricostruita nello stile razionalista dell'epoca fascista e da lì si è pian piano abbellita con aree interne a verde e spazi da adibire a locali commerciali, ma anche con la contigua stazione “Marittima”. Oggi la fotografia della “Centrale” di Messina è questa: una “Corte commerciale” praticamente deserta e trenta binari. Dieci di essi, quelli che maggiormente riempiono la vista di ruggine e sterpaglie, sono ormai completamente in disuso. Si tratta dei binari del cosiddetto “Fascio Tripoli”. Un tempo utilizzati per le movimentazioni e le manovre dei treni merci. Oggi parcheggio funereo di carrozze abbandonate, le cui aree “ospitanti” sono state inserite nei piani “Messina 2020”, il libro dei sogni immaginato dallʼex assessore comunale Gianfranco Scoglio. Tra gli altri venti binari, i primi dieci sono destinati al traffico passeggeri, i restanti a quello che rimane del trasporto merci. Si fa fatica a crederci, ma la stazione di Messina, un tempo “Nobile Siciliae caput”, è una delle poche in Italia a non avere una sala d'attesa dedicata all'accoglienza dei passeggeri. O, meglio, l'area attrezzata esiste ma non è più aperta al pubblico a causa dei clochard. All'interno della stazione, gli unici esercizi commerciali funzionanti sono un bar, un'edicola e un tabacchino che chiudono i battenti alle nove di sera. Gli ultimi due, la domenica, hanno l'uscio serrato. E, come se non bastasse, ovviamente, “piangono miseria”. A disposizione, in tutta l'area della stazione centrale, ci sono circa una ventina di spazi sfitti. Nel 2003, dopo interventi di ristrutturazione, l'ex chiosco che storicamente era collocato vicino al binario 1 si è trasferito in uno dei locali gestiti oggi da Centostazioni, società per azioni partecipata dal gruppo Fs, che regola anche i contratti di locazione degli immobili della stazione. L'edicola ha avuto però vita breve. Nello spazio di un anno le saracinesche sono state abbassate a causa dei pochi introiti che non consentivano di far fronte agli esosi costi d'affitto dei locali. All'interno, tra scope e polvere, sono rimasti abbandonati complementi d'arredo e persino merce. Fino a qualche tempo fa, appeso sulla vetrina, c'era un foglio di protesta indirizzato proprio a Fs. Per uno dei locali commerciali della stazione, parecchio tempo fa, era stata avanzata l'ipotesi di realizzare un Mc Donald. Idea PUBBLICHE VIRTU’ Le celebrazioni sul web Il sito di Centostazioni racconta un’altra storia Uno dei tanti locali sfitti della Centrale MESSINA. A sottolinearlo sono stati più volte soprattutto i sindacati. I rapporti tra i dirigenti di Fs e la città di Messina non possono proprio definirsi idilliaci. Ai reggenti locali di Fs (è ormai risaputo) è praticamente impossibile strappare dichiarazioni su tutto ciò che riguarda la situazione della stazione peloritana. Nonostante ciò, la descrizione degli spazi ferroviari che emerge dalla “vetrina” attraverso cui Centostazioni promuove l'area ferroviaria peloritana, ovvero il sito istituzionale, sia uno sfavillare di servizi e offerte. Messina viene descritta come la stazione “di testa” della Sicilia con oltre una ventina di servizi tra cui parafarmacia, cappella e sala d'attesa. Una triade di servizi, però, che seppur “nelle intenzioni” ha un luogo, di fatto, non assolutamente fruibile. Non c'è un ristorante, né un negozio per lo pagina 22 shopping. Sebbene i locali commerciali della stazione di Messina siano quasi tutti sfitti, a causa, probabilmente, degli esosi canoni di locazione, anche perché pare che i costi d'affitto siano abbastanza omogenei su scala nazionale (a Messina come a Roma), le aree non risultano inserite tra gli “spazi in vetrina” disponibili all'interno dell'Asset di Centostazioni, come opportunità di business commerciale. Se ancora, poi, la stazione di Messina viene “elogiata” come “una piazza che offre possibilità di comunicazione molteplici e funzionali, dando unʼimportante opportunità di visibilità per quei partner, nazionali o locali, alla ricerca di locations per campagne pubblicitarie, attività di sampling, distribuzione di brochures, allestimenti e aree engagement, corner dedicati multimediali o con hostess”. Alla stazione, soprattutto negli ultimi anni, non si è mai visto niente di tutto questo. Il responsabile locale di Centostazioni, lʼingegner Raffaele Farinelli, però declina l'invito a raccontare la “sua” stazione e rimanda agli uffici di Palermo ogni eventuale comunicazione di dati. (T.C.) centonove Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 SALA DʼATTESA SENZA PERSONE La sala d'attesa della stazione centrale chiusa da tempo con la “giustificazione” di essere stata nel tempo letteralmente presa d'assalto dai senzatetto. È una delle parti più belle IL GIARDINO DEGLI ULIVI Il “Giardino degli ulivi”, dedicato a tutti i ferrovieri morti sul posto di lavoro, ècircondato da quella che viene definita la seconda area commerciale della stazione, completamente sfitta Nella pagina accanto, lʼatrio con la statua di Colapesce. Si tratta di unʼarea realizzata allʼepoca del restauro della Stazione Centrale e utilizzata solo poche volte. Accanto, la torre degli uffici della Stazione di Messina. Al centro, la Galleria dei Mosaici della Stazione Marittima, di sicuro uno dei luoghi più belli e suggestivi. Le scale mobili per accedervi sono chiuse da tempo. Lo spazio doveva servire ai passeggeri per imbarcarsi sulle navi ormeggiate attraverso un sistema di passerelle. Negli ultimi anni, però, è entrato in disuso e i passaggi portano al vuoto che avrebbe potuto in qualche modo dare un po' di vita agli spazi di piazza della Repubblica, ma poi tutto si è risolto in una delle solite bolle di sapone. A qualche metro da quella che doveva rappresentare la “Corte commerciale” della stazione, c'è la piazzola all'aperto con la statua di Colapesce chiusa però dall'interno e, in parte, transennata. Tempo addietro l'area è stata utilizzata per un convegno organizzato da una sigla sindacale. Con enormi difficoltà burocratiche, l'evento ha rappresentato uno dei pochi momenti in cui di recente quegli spazi della stazione sono stati, in parte, “rianimati”. Oltre a quelli della “Corte”, sono completamente vuoti anche tutti gli spazi commerciali alla destra dell'entrata principale, ovvero le aree che circondano il cosiddetto “Giardino degli ulivi”. Una zona spartana, ma estremamente suggestiva: al centro una fontana dove non sgorga un filo d'acqua e alberi che grondano di vita piantati in memoria dei ferrovieri che, sui binari della stazione di Messina, ci hanno lasciato la pelle. Qui, tra il deserto delle aree da adibire a negozi, c'è un centro diurno, inaugurato qualche tempo fa dalla Croce Rossa, per i numerosi senzatetto che affollano di giorno e di notte la “Centrale”. Ma chi la stazione la bazzica quotidianamente giura di non averlo mai visto aperto. Dentro c'è di tutto. Cucina, tavoli, sedie e persino scaffali pieni di libri. La porta è serrata e la percezione regalata all'esterno dalle vetrate è quella dell'agghiacciante immobilità delle cose. C'è poi lo stabile adibito agli uffici amministrativi con le serrande abbassate e la torre a chiocciola che si staglia al cielo. O i due corpi di palazzine dedicati ai ferrovieri e agli ex Ferrohotel. Con il terzo corpo, realizzato dalla ditta Vinciullo, praticamente a 20 metri dai binari, e oggi posto sotto sequestro dalla magistratura. Un'altra vergogna è rappresentata dallo stato di totale abbandono in cui versa, dalla parte opposta, la “Marittima”. A fare da contraltare ai locali degli ex Servirail (ancora all'interno della “Centrale”), a pochi passi, ci sono gli uffici di Metromare, la mensa dei ferrovieri e CENTRO DIURNO CROCE ROSSA Il centro diurno per senzatetto allestito dalla Croce Rossa, nei pressi del “Giardino degli Ulivi”, è stato inaugurato non troppo tempo fa e, a quanto pare, non è stato mai utilizzato dai bisognosi un'altra area all'aperto, attrezzata con alberi e panchine, unico “felice intramezzo” che incanala verso la desolazione degli spazi al chiuso della “Marittima”, dove lo “storico” tabacchino sopravvive in solitaria accanto alla biglietteria. «Un tempo aperto anche la notte - racconta il gestore - oggi è inutile, si fatica persino a rientrare dalle spese». Nella stessa area c'è l'ex bar. Ormai da qualche anno la saracinesca è abbassata. Idem quella dell'edicola. Anche qui l'economia ha lasciato spazio all'abbandono. Proseguendo negli spazi della “Marittima”, a dare tristemente l'idea di una vera e propria “stazione-fantasma” ci sono incompiute su incompiute. A cominciare dalle scale mobili “gratate”, in entrata ed uscita, ormai da tempi immemori, per finire con le passerelle che dovrebbero agevolare il traffico pedonale sugli imbarchi navali, ma che, invece, si perdono nel vuoto sotto la Logudoro attraccata. Per accedere alle passerelle si attraversa uno degli spazi sicuramente più belli della “Marittima”. Un corridoio curvato chiamato “Sala del Mosaico”. Lì, a far raggelare il sangue, è proprio il mosaico disegnato dalla mano Michele Cascella e commissionato allʼOpificio delle Pietre Dure della Scuola del Mosaico della Reverenda Fabbrica di San Pietro. È in parte danneggiato e, alla vista, non fa altro che accrescere la rabbia per uno spazio da ammirare tolto alla fruibilità e all'utilizzo da parte dei messinesi. Incastonati sul muro del corridoio pezzi di storia raffigurano classici “motivi” legati alla Sicilia che si mescolano alla scena del discorso di Mussolini a Palermo in cui il duce elevava l'isola “all'onere di essere il Centro dell'Impero”. Il corridoio è oggi parzialmente diventato un parcheggio per i pochi averi dei senzatetto o ogni tanto, soprattutto la sera, fa da sala prove per giovani breakers o perfomers hip hop. Oltre agli sfortunati clochard, sono loro gli unici a vivere quegli spazi quando attorno a mezzanotte e mezza l'ultimo treno striscia via da Messina e sia la Marittima che la Centrale diventano davvero isole del deserto. LA SCHEDA Cosa resta in movimento Cinquantotto treni in arrivo e 116 convogli MESSINA. Sui dieci binari occupati dai vagoni dedicati al traffico passeggeri, ad oggi, sono 58 in arrivo e altrettanti in partenza, i treni che transitano all'interno della stazione ferroviaria di Messina nell'arco delle ventiquattro ore, per un totale di 116 convogli. Trenta di essi sono a “lunga percorrenza” e raggiungono le destinazioni di Roma e Milano, altri Siracusa e Palermo, mentre, le rimanenti, sono tutte carrozze “regionali”. Le fasce orarie di maggiore traffico sono quelle mattutine (dalle 7 alle 9) in cui in transito sulle rotaie messinesi ci sono 14 treni e quelle serali (dalle 18 alle 21) in cui si tocca quota 18 convogli. Ma, senza dubbio, la fascia oraria più movimentata risulta quella pre-pomeridiana (dalle 12 alle 15) in cui i binari peloritani accolgono 23 treni. La media di viaggio è di circa1500 passeggeri. Con l'ulti- mo treno in transito a Messina che parte alle 00.35. La notte, la stazione di Messina, equivale al deserto. Se questi sono i dati della movimentazione passeggeri, un tasto forse ancora più dolente è rappresentato dalla diminuzione del traffico relativo ai treni merci, sono circa 12 al giorno quelli che attraversano la stazione centrale peloritana. Soprattutto i convogli, che viaggiano sugli altri dieci binari fruibili, sono tutti dediti al trasporto di acqua, legname e ferro, soprattutto per le acciaierie di Pace del Mela o a prodotti del settore petrolchimico che viaggiano alla volta di Gela. Un duro colpo per il transito dei treni merci alla stazione di Messina è stato rappresentato dalla scomparsa dei convogli che ospitavano carrozze dirette alla fabbrica Fiat di Termini Imerese. Ma non solo. Il calo del trasporto merci su rotaie e l'aumento, invece, degli spostamenti merci su gommato, ha fatto sì che addirittura, presso le aree della stazione ferroviaria all'altezza della Santa Cecilia, i magazzini che un tempo servivano da deposito proprio per le merci trasportate sui binari ferroviari, siano, ormai da anni, completamente vuoti. (T.C.) pagina 23 Binari in disuso Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 centonove LA FISICA SANITARIA DELL’AZIENDA OSPEDALI RIUNITI “PAPARDO-PIEMONTE” DI MESSINA MESSINA. Nell'ambito della Azienda Ospedaliera la Fisica Sanitaria svolge attività polispecialistiche sanitarie, nonché attività di progettazione, controllo e gestione connesse con l’impiego di apparecchiature emettenti radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e quelle relative alla sicurezza e alla radioprotezione del paziente, dei lavoratori e della popolazione. Contribuisce alla formazione dei fisici e dei medici specialisti nelle relative scuole di specializzazione, del personale infermieristico e TSRM nei relativi corsi di laurea. Opera come servizio di diagnosi e cura ed ha strette inter-relazioni con i Servizi di Radiodiagnostica, di Radioterapia e di Medicina Nucleare. Le attività di fisica medica quindi sono essenzialmente rivolte a garantire l’ottimizzazione e il miglioramento dei percorsi diagnostici e terapeutici, la sicurezza del paziente e dei lavoratori, lo sviluppo, la valutazione e l’introduzione di nuove tecnologie mediche e fanno capo, cosi come stabilito nell’atto Aziendale, ad una struttura organizzativa complessa inserita nel Dipartimento di Diagnostica. SETTORI DI COMPETENZA La molteplicità e la complessità delle attività di fisica medica derivanti dal progressivo sviluppo tecnologico avvenuto negli ultimi anni presso l’Azienda in tutte le discipline mediche ha portato ad articolare la medesima attività, al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, nel pieno rispetto della normativa, in una adeguata articolazione settoriale di seguito riportata. - Fisica Medica applicata alla Radioterapia. - Fisica Medica applicata alla Medicina Nucleare. la parte più burocratica della radioprotezione e a quella gestionale è presente almeno una - Fisica Medica applicata alla Radiologia e Diagnostica per Immagini. - Tecnologia - Gestione e valutazione delle Tecnologie (HTA). - Innovazione e sviluppo tecnologico. ORGANICO La consistenza dell’organico che costituisce la struttura di Fisica Sanitaria dipende strettamente dal numero dei settori di competenza che insistono presso l’Azienda, dal numero e tipologia delle apparecchiature impiegate e dal loro livello di complessità di appartenenza e delle prestazioni erogate. L’AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica), tenendo conto degli effettivi carichi di lavoro correlati all’erogazione delle diverse prestazioni e alle Linee Guida ISS (Istituto Superiore di Sanità), ha elaborato e mantiene aggiornato un algoritmo generale per la quantificazione del fabbisogno di dirigenti fisici della struttura. E’ compito del Direttore della struttura complessa organizzare l’equipe secondo le diverse funzioni esercitate e i relativi livelli di responsabilità, fornendo quindi alla Direzione Aziendale un organigramma in cui vengono individuate le diverse posizioni funzionali, come previsto dal CNL. Per gli aspetti tecnici i dirigenti fisici sono adeguatamente supportati dal personale tecnico prevalentemente del profilo professionale TSRM con adeguata preparazione. Per tutte le mansioni di segreteria e anche come supporto al- pagina 24 L’èquipe di fisica sanitaria unità amministrativa/infermieristica adibita a queste funzioni. Giovanni Mannino Fisico Dirigente Nicola Settineri Fisico Dirigente Fabio Platania Fisico Dirigente Santino Villari Collaboratore Professionale I cat. Stefania Colaiocco Tecnico Sanitario di Radiologia Medica Carmelo Carnabuci Tecnico Sanitario di Radiologia Medica Il sistema integrato PET/CT della Medicina Nucleare centonove Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 nell’impiego di apparecchiature di Risonanza Magnetica: D.M. 29/11/1985 e D.M. 2/8/91. In questo ambito la normativa individua come figura professionale responsabile della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti, nonché della qualità dell’immagine, definita Esperto Responsabile della Sicurezza, un tecnico in possesso di un diploma di laurea e di un curriculum professionale specifico. Sin dalle prime installazioni lo specialista in fisica medica, vista la specifica competenza, assicurata dal percorso formativo della laurea magistrale e della scuola di specializzazione, sia in materia di campi elettromagnetici che di “imaging”, ha svolto tale ruolo, che attualmente gli è di fatto riconosciuto. TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: L’acceleratore lineare usato in radioterapia oncologica I TSRM operano sotto la guida della Fisica Medica sono in atto in forza ad altre strutture lità alla apparecchiature radiologiche e per la radioprotezione degli operatori e della popolazione DOTAZIONE STRUMENTALE La dotazione strumentale è commisurata e adeguata alle attività svolte, per essa è garantita la manutenzione e la calibrazione periodica. La rapida evoluzione tecnologica nell’area radiologica diagnostica e terapeutica, il processo di digitalizzazione della diagnostica per immagini e della radioterapia richiede anche un continuo aggiornamento della strumentazione dedicata al controllo e alla dosimetria di queste apparecchiature. Alcuni strumenti utilizzati per il controllo di qua- DOTAZIONE STRUTTURALE La struttura di Fisica Medica è allocata in idonei spazi atti ad ospitare l’organico e a far fronte alla molteplicità e complessità delle prestazioni erogate. Essa è attigua e facilmente collegata con la struttura di radioterapia e di medicina nucleare e radiologia. Sono previsti studi per la dirigenza, locali per il laboratorio generale, per il laboratorio di dosimetria e per la sala per i piani di trattamento. L’attuale possibilità di connessione in rete di tutte le postazioni di lavoro, prevede per una più efficiente attività, che il monitoraggio dell’impianto di smaltimento dei reflui radioattivi prodotti dai pazienti sottoposti ad indagini di medicina nucleare e quello degli ambienti a rischio, vengono concentrate nei locali della Fisica Medica. _______________ Strumentazione di fisica sanitaria Sicurezza e garanzia di qualità I recenti adempimenti richiesti dal D.Lgs. 81/2008 in materia di radiazioni elettromagnetiche e radiazioni ottiche debbono ovviamente essere applicati anche all’impiego di apparecchiature biomedicali per la diagnosi e terapia (apparecchiature laser e apparecchi che impiegano radiazioni non ionizzanti). Nelle strutture sanitarie, dove non vi sono altre figure professionali che associano la cono- Strumentazione di fisica sanitaria scenza di questi fenomeni fisici con le competenza in materia di protezione e sicurezza, la gestione delle attività relative alla prevenzione e sicurezza nell’ambito dell’impiego delle suddette apparecchiature deve essere ricondotta allo specialista in fisica medica, che collabora con il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e con la Direzione Aziendale. In particolare allo specialista in fisica medica viene normalmente affidato l’incarico di “addetto alla sicurezza LASER” come “persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e controllare i rischi causati dai laser e ha la responsabilità di supervisione sul controllo di questi rischi. AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991 pagina 25 Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 centonove VENETICO. Si conclude il calvario di una famiglia che aveva installato nel condominio una poltroncina elettrica MILAZZO In tribunale col... servoscala Una scuola a portata di studente down La figlia Adele è disabile e non poteva raggiungere l’abitazione al primo piano. Nel mirino l’ufficio tecnico comunale che avrebbe ostacolato la pratica. Gli atti del processo finiscono in procura DI GIANFRANCO CUSUMANO VENETICO. Aveva montato un servoscala per consentire alla figlia disabile di potere accedere alla propria abitazione al primo piano. Una di quelle poltroncine elettriche che consentono di salire i gradini senza fatica. Lʼinizio di un calvario sfociato prima nel sequestro del servoscala, con lʼapposizione dei sigilli, e poi in un processo al tribunale di Messina che si è concluso nei giorni scorsi, dopo tre anni di patemi. Il sorriso sul viso della signora Maria Pollicino, però, è ritornato. Non solo lei e la suocera (proprietaria dellʼimmobile) è stata assolta (a difenderle lʼavvocato Pinuccio Calabrò), ma il giudice del tribunale di Messina ha rispedito gli atti in procura per accertare eventuali responsabilità penali da parte dellʼufficio tecnico comunale allʼepoca guidato dallʼarchitetto Dario Emmi. Lʼufficio, come si evince dal dibattito, fin dal primo momento Il servoscala divenuto oggetto della disputa avrebbe creato problemi. Addirittura il servoscala per disabili avevo grossi problemi a sorreggerla, ma sarebbe stato assimilato ad un carrello adesso per me è impossibile elevatore con la relativa denuncia per considerato che anchʼio sono invalida. abuso edilizio. E alcuni testimoni Inoltre, visto che mio marito lavora fuori avrebbero anche parlato di “pressioni” paese e rientra solo il fine settimana, da parte di terze persone affinchè il avevo pensato di aggirare lʼostacolo servoscala destinato ad alleviare le rappresentato dalla rampa di scala sofferenze ad Adele, la ragazzina installando un servoscala. Ma i nostri disabile oggi sedicenne, fosse smontato. Ipotesi che dovrà accertare la buoni propositi sono andati in fumo». La procura. La famiglia abita al primo piano signora non si sarebbe mai aspettato che un simile atteggiamento dallʼufficio di un edificio di proprietà della suocera tecnico comunale di Venetico. Quasi un e aveva pensato di installare un accanimento. Più di un anno fa infatti, la servoscala che consentisse alla figlia di famiglia aveva pensato di acquistare un entrare e uscire di casa agevolmente. servoscala usufruendo dei contributi «Quando mia figlia era più piccola – previsti da unʼapposita legge che dichiara la signora Pollicino – non riguarda il superamento e lʼeliminazione delle barriere architettoniche, con una previsione di spesa che oggi supera i 9 mila euro. Per questo aveva inoltrato una richiesta al comune per ottenere le relative autorizzazioni. Lʼufficio tecnico però, una prima volta, respingeva la domanda perché viziata nel contenuto (non era riportata la data di inizio lavori). Sanata la “mancanza” la signora Pollicino ha ripresentato la richiesta allʼufficio tecnico ma la pratica per consentire ad una portatrice di handicap di entrare in casa, era sottoposta ad una scrupolosa attenzione, quasi si trattasse di un abuso collegato ad una gigantesca MILAZZO. Sensibilizzare il sistema scolastico alle esigenze degli studenti down. Eʼ stato questo lo scopo dellʼincontro organizzato nella sala convegni dellʼUnità di Neuropsichiatria Infantile di Messina, in occasione della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down. Lʼincontro organizzato dal dirigente scolastico Stefania Scolaro dellʼI.T.E.T. “Leonardo da Vinci” di Milazzo, responsabile dellʼex Distretto 37, in collaborazione Vittorio Cannata, presidente dellʼAipd, Associazione italiana persone down di Milazzo e Messina e con lʼUfficio scolastico provinciale. «Lʼobiettivo è stato quello di sensibilizzare e favorire sinergie tra gli specialisti del settore, della scuola, dei genitori e degli stessi ragazzi affetti da Sindrome di Down. Nel sistema scolastico italiano si avverte lʼesigenza di una seria riflessione» si legge in una nota. speculazione edilizia. Il responsabile dell'ufficio tecnico comunale, l'architetto Dario Emmi aveva dato, infatti, disposizione di sospendere i lavori in quando ritiene necessaria il rilascio di una autorizzazione edilizia in dettato a quanto disposto dallʼart. 5 della legge regionale 37/85. A questo punto la signora si affida ad un legale che specifica che la pratica non riguarda lʼistallazione di una piattaforma servoscala, «ma di un servoscala il cui lavoro è assimilabile al solo intervento di impiantistica di arredo, non costituente elemento edilizio». Il responsabile dell'ufficio tecnico Dario Emmi, a sua volta, aveva dichiarato che «la signora Pollicino ha eseguito dei lavori totalmente abusivi, senza la denunzia di inizio attività, senza specificare chi era il direttore lavori, senza spiegare chi era lʼimpresa che stava eseguendo lavori e allʼinterno di una struttura che non era sua ma di altri condomini che hanno fatto una denunzia». Una situazione che ora è finita sul tavolo della procura di Messina che dovrà indagare meglio sulle presunte “pressioni” subite dallʼufficio tecnico. (ha collaborato Pamela Arena) MESSINA Verbali manipolati, 4 a giudizio Il funzionario dell’Inps, Iraci Sareri, accusato di truffa tentata. Come i tre aspiranti disabili MESSINA. Entrava nel sitema informatico dellʼInps di Messina e ribaltava lʼesito della visita diretta ad accertare il diritto alla pensione di invalità. Il pubblico ministero Fabrizio Monaco ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio di Antonino Iraci Sareri, l' impiegato dell' istituto di previdenza arrestato ai primi di agosto dalla polizia postale di Catania dopo un'i ndagine durata mesi. Con lʼaccusa di tentata truffa ai danni dell' ente, sono stati rinviati a giudizio anche i tre potenziali beneficiari degli assegni di invalidità: Rosetta Rizzo, Francesco Cupiraggi e Paolo Mallemaci. Nelle scorse settimane i giudici del Tribunale del Riesame dopo aver confermato il quadro accusatorio prospettato dal sostituto procuratore Monaco, che aveva chiesto la misura restrittiva al gip Massimiliano Micali, avevano rigettato la richiesta di scarcerazione confermando gli arresti domiciliari. Secondo le indagini della Polizia postale di Catania, Iraci Sareri avrebbe più volte violato il sistema informatico dell' Inps per falsificare documenti vari, allo scopo di far ottenere pensioni d' invalidità ai tre coindagati che non ne avevano i titoli, e per farlo avrebbe adoperato le password in dotazione ad alcuni dirigenti medici. L' indagine della Polposta etnea scaturi da u n a s e g n a l a z i o n e i n P r o c u r a d e l Malaspina pagina 26 direttore sanitario della sede provinciale dell' Inps che si era accorto di anomalie in alcune pratiche. Le indagini si basano su attività di natura informatica ma anche su perquisizioni e sequestri di documentazione, interrogatori ed analisi dei dati. Il legale di Iraci, Carmelo Scillia, durante l' udienza davanti al Tribunale della Libertà aveva sostenuto che al sistema informatico avevano avuto accesso dallo stesso computer altri funzionari e dunque nessuna prova in termini di certezza ci potesse essere sul fatto che le manipolazioni dei verbali fossero opera di Iraci. Prima ancora che fosse arrestato Iraci era stato sospeso dal servizio dal direttore dellʼInps di Messina Giuseppina Malaspina. (M.S.) centonove Sicilia 2 NOVEMBRE 2012 LA STORIA. La confraternita di San Piero Patti organizza sui Nebrodi la più grande esercitazione mai fatta a Messina Misericordia, il terremoto! A Patti, Librizzi, Montagnareale, Sinagra, Montalbano, Ucria, Raccuja e Floresta simulato un sisma dell’ottavo grado. Settecento volontari, 240 feriti, 50 ambulanze. Salvati dalle macerie uomini e opere d’arte SAN PIERO PATTI. Duecentoquaranta feriti, una chiesa a rischio crollo, tutte le scuole e gli edifici pubblici evacuati. Uno scenario apocalittico quello di San Piero Patti devastata da un sisma dellʼVIII grado della scala Mercalli. Sangue, gente bloccata sotto le macerie causate dallo scoppio di bombole a gas, ambulanze e soccorritori sparsi dappertutto impegnati anche a salvare preziosi reperti artistici. Attorno gente che mangiava gelati, bambini che giocavano a calcio, nonni con il pane caldo nella borsa della spesa. Tranquilli. Quella descritta, infatti, è stata la maxi-esercitazione, svoltasi dal 19 al 21 ottobre, che ha coinvolto i comuni di San Piero Patti, Patti, Librizzi, Montagnareale, Raccuja, Sinagra, Montalbano Elicona, Ucria e Floresta, nella quale è stata simulata una situazione di rischio sismico con criticità e allarme diffuso su tutto il territorio. “Nebros 2012” è stata la più grande esercitazione della provincia messinese, mai realizzata prima. A certificarlo i numeri: 700 sono stati i volontari che si sono accreditati presso il campo base allestito presso il campo di calcio di San Piero Patti, 50 le Associazioni che hanno aderito allʼesercitazione, di cui 35 Fraternite di Misericordia provenienti da tutta lʼisola, per un totale di circa 240 “vittime” soccorse tra feriti, intrappolati, ustionati, intossicati, folgorati, sepolti, dispersi e deceduti, nei ben 13 scenari e 7 Le foto sono state scattate durante l’esercitazione di San Piero Patti e concesse da Maurizio Biondo sottoscenari. Ad organizzata la Fraternita di Misericordia di San Piero Patti, con il supporto e la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile Regionale Siciliana, la collaborazione dei Comuni con i rispettivi nuclei di Protezione Civile Comunale, e con lʼ intervento della Prefettura di Messina, delle forze dellʼordine (Polizia di Stato e Carabinieri), dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e della Struttura dʼEmergenza 118. «Questo dato rappresenta un vanto e un orgoglio per la Misericordia Sampietrina dice il responsabile Santino Mondello che, in una singola esercitazione, è riuscita a mettere in piedi svariati scenari che hanno previsto numerose situazioni di emergenza, come lʼevacuazione di scuole ed edifici pubblici, lo scoppio di bombole di gas, il crollo di edifici, la ricerca di dispersi in montagna, gli incendi di abitazione e di interfaccia, gli interventi in aree industriali e di recupero di beni storico/artistici». La simulazione ha avuto inizio alle 12:30 di venerdì 19 ottobre, quando è stato simulato un terremoto dellʼ VIII grado della scala Mercalli. Da quel momento, i sindaci, insieme ai Comandanti della polizia municipale ed ai responsabili degli Uffici di Protezione Civile, hanno avviato la fase di allertamento del personale comunale, dei gruppi di volontariato locali e istituito il Centro operativo comunale, convocato lʼunità di crisi e richiesto lʼintervento del Dipartimento Regionale della Protezione Civile. Importantissimo per la valutazione della macchina dei pagina 27 soccorsi è stato lo scenario organizzato nellʼarea artigianale di Patti, dove è stato testato il Piano di emergenza ospedaliero per il massiccio afflusso di feriti. Dai vari capannoni coinvolti nella simulazione sono partite le chiamate dʼemergenza al 118, e dopo aver inviato i primi mezzi di soccorso il nucleo di valutazione ha predisposto lʼistallazione del Posto Medico Avanzato con compiti di accoglienza, stabilizzazione e valutazione delle vittime precedentemente recuperate. Dirottati al presidio ospedaliero “Barone Romeo” di Patti le 30 “vittime gravi” da curare simultaneamente. La struttura ospedaliera è stata costretta ad aprire un secondo pronto soccorso e richiamare tutti i medici in servizio. Coinvolgenti e spettacolari le ultime due simulazioni dʼintervento a San Piero Patti dove sono stati “soccorsi” 35 “feriti” con lʼintervento di 35 ambulanze. I “feriti” sono stati soccorsi nella piazza principale, nelle vie secondarie, nei bar del centro e nelle due chiese principali, dove sono intervenuti gli alpini che si sono calati in soccorso di alcune “vittime” dai campanili delle chiese mentre il gruppo di tutela del patrimonio artistico ha “portato in salvo” alcune opere artistiche dalla chiesa di Santa Maria. Gianfranco Cusumano zum 2 NOVEMBRE 2012 pagina 28 centonove centonove zum 2 NOVEMBRE 2012 pagina 29 Qui Scuola 2 NOVEMBRE 2012 centonove INFO-TRASPARENZA. LE RISPOSTE ALLA QUERELLE SUI SOLDI VERSATI DAI GENITORI AGLI ISTITUTI SCOLASTICI NON TUTTI SANNO... Contribuisco? Sì... se voglio Dalla rendicontazione alla deducibilità fiscale Continuano proteste e segnalazioni su presunti abusi. Ma il Miur è chiaro: il pagamento non è obbligatorio e serve solo per arricchire l'offerta formativa. Ecco cosa sapere DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. Le domande si moltiplicano veloci sul web. Da un sito all'altro, da un blog ad un forum. Che sia l'Adiconsum o skuola.net, il punto interrogativo è lo stesso: devo pagare il contributo scolastico? La querelle dal web passa alla piazza, infiammando genitori e studenti in tutta Italia. Dove in tempi di crisi ogni "voce" al capitolo spesa pesa quanto un macigno. C'è anche un'interrogazione parlamentare nel marzo 2012. E la risposta del Miur, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. Ma le richieste di chiarimento e le segnalazioni di presunti abusi continuano: dalla paventata mancata iscrizione fino alla minaccia di bocciatura in caso di non pagamento. Ma sarà vero? Ed, allora, cosa fare? Come si regolano scuole e genitori? Lo abbiamo chiesto a Grazia Murabito, dirigente scolastica di una storica scuola messinese, la media "Mazzini", da 72 anni nel cuore della città, oggi parte dell'Istituto Comprensivo omonimo per il piano dimensionamento 2012-2013 con quelle dell'infanzia e primaria "Cristo Re" e "Buon Pastore". Che dice: «Noi teniamo presente rigorosamente e scrupolosamente la Grazie Murabito, dirigente scolastica Mazzini circolare ministeriale del 20 marzo 2012». Ovvero la 312 di protocollo a tutti i direttori degli uffici scolastici regionali dal Dipartimento per l'Istruzione del Miur con indicazioni sull'uso dei contributi scolastici delle famiglie. Che interviene su pratiche segnalate poco trasparenti nelle richieste e nella gestione dei contributi dei genitori a favore delle scuole e su denunce della prassi di richiedere il versamento come condizione necessaria all'iscrizione degli studenti con tanto di caso di una scuola INCONTRI Docenti a “lezione” di valutazione GIORNATA DI FORMAZIONE SULLA DELICATA tematica della valutazione, quella svoltasi nei giorni scorsi al Salone delle Bandiere del Comune di Messina, con la partecipazione di 320 docenti degli Istituti Comprensivi “S. D'Acquisto”, “E. Drago”, “Villa Lina” ed il “CD S. Margherita”e di numerosi altri partecipanti. L'iniziativa è stata organizzata dalla sezione provinciale ANP (Associazione Nazionale Presidi) di Messina in accordo di rete con i Dirigenti Scolastici Giovanna Messina, Giusi Scolaro, Giovanna De Francesco e Laura Tringali (pure Presidente provinciale ANP). Ha introdotto Concetta Barone dell'Ufficio XIV dell'APT; relatrici Grazia Fassorra e Luisa Giordani, esperte in formazione e appartenenti allo staff nazionale. che "minacciava" il mancato pagamento come infrazione disciplinare, incidente sulla valutazione del comportamento studentesco. Dopo una nota, la 1007 del 2011 del Capo Dipartimento per la Programmazione con cui si era avviata un'indagine sui casi segnalati, senza riscontrare particolari irregolarità, il Miur è tornato sulla questione per l'appunto con la 312. E dice chiaro: i contributi sono volontari anche in rispetto al principio di obbligatorietà e gratuità dell'istruzione inferiore e non possono riguardare le attività curriculari ma solo l'ampliamento dell'offerta culturale e formativa. «Nessuna tassa, perchè siamo scuola dell'obbligo ma solo un contributo minimo volontario annuale, deliberato dal Consiglio d'Istituto per attività extrascolastiche», spiega la Murabito. Insomma in parole povere si paga per arricchire l'offerta, solo se si vuole. Ma per il Miur resta fermo l'obbligo di rimborsare la scuola per alcune spese sostenute per conto delle famiglie come per la stipula del contratto d'assicurazione individuale per gli infortuni e la responsabilità civile degli alunni, per i libretti delle assenze o per le gite scolastiche. I soldini poi versati con il contributo volontario che è deliberato dal NON SOLO I contributi per ampliare l'offerta formativa sono volontari ma le istituzioni scolastiche devono informare al riguardo le famiglie, distinguendoli dalle tasse scolastiche. Che sono obbligatorie ma solo nelle scuole secondarie superiori, tranne i casi di esonero per motivi economici o d'appartenenza a speciali categorie, come la tassa di diploma di 15,13 euro per il rilascio del diploma, o anche per ragioni di merito, quella d'iscrizione di 6,04 euro per l'intero ciclo di studi, di frequenza annuale di 15,13 euro, e quella di 12,09 d'esame per la domanda di esami d'idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato. Ma a partire dall'anno scolastico 2006-2007 il diritto-dovere all'istruzione e formazione professionale comprende i primi 3 anni delle superiori e dei percorsi di formazione professionale, per cui gli studenti del I, II e III anno non devono pagarle: l'obbligatorietà e gratuità dell'istruzione, innalzati alla durata di 10 anni, mentre l'età per l'accesso al lavoro da 15 passa a 16, sono ribaditi dal comma 622 della legge finanziaria 2007. Per i contributi volontari le scuole devono in rispetto alla trasparenza ed efficienza informare preventivamente circa la destinazione delle somme, sì da sapere le famiglie quali attività finanzino, scegliendo quelle a cui partecipare, oltre a stilare una rendicontazione annuale su somme spese e benefici, nonchè all'atto del versamento circa la possibilità di dedurre i contributi, le cosiddette "erogazioni liberali" per innovazione tecnologica, edilizia scolastica ed ampliamento dell'offerta formativa secondo l'art. 13 della legge n.40 del 2007. (M.T.S.) Consiglio d'Istituto, non possono andare ad attività di funzionamento ordinario ed amministrativo che ricadono solo indirettamente sull'educazione studentesca: nel proprio sito il Miur precisa che le scuole non possono chiedere contributi obbligatori per fotocopie, materiale didattico o altro connesso all'assolvimento dell'obbligo scolastico. ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith Concorso, dichiarazione titoli entro il 21 novembre ANCHE SE DA più parti politiche e sindacali viene chiesto lʼannullamento del concorso, prosegue spedito lʼimpegno del MIUR per far svolgere con regolarità e puntualità la prova di selezione del concorso a cattedra bandito il 24 settembre. Così, con avviso del 24 ottobre scorso, che faceva seguito a quello del 22 ottobre, ha precisato che la sezione dei titoli valutabili, che in ogni caso ciascun aspirante deve compilare, può essere acquisita o eventualmente modificata entro le ore 14 del 21 novembre. E per non creare equivoci, nella stessa nota il ministero “ribadisce che il termine ultimo di presentazione delle domande rimane fissato alle ore 14,00 del 7 novembre 2012, così come previsto dallʼart 3, comma 4 del Bando”. Pertanto, lʼinserimento dei titoli nellʼapposita sezione della domanda sarà possibile esclusivamente per i candidati che hanno inviato la domanda nel termine del 7 novembre p.v.. In data 26 ottobre, invece, il Capo dipartimento Lucrezia Stellacci , con la nota n° 2870, è intervenuta per rispondere ai quesiti ricevuti in merito alla validità del diploma sperimentale linguistico conseguito presso gli istituti magistrali come titolo di accesso al concorso di scuola primaria. Il diploma di maturità linguistica, non priva il titolo di studio conferito dallʼ istituto magistrale della sua natura di diploma di maturità magistrale a pieno titolo, ma aggiunge qualche cosa di più, senza modificarne la tipologia originaria. Detta validità è stata riconosciuta con la sentenza n° 2172/2002 del Consiglio di Stato – Sezione VI giurisdizionale - e lʼassunto trova altresì pagina 30 conferma dalla formulazione del Bando che prevede solamente di dichiarare il possesso del titolo di studio conseguito entro lʼanno scolastico 2001/2002, ovvero al temine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dellʼ Istituto Magistrale, senza ulteriore specificazione. Va detto anche che la notizia circolata nei giorni scorsi del pagamento della tassa di 25 euro per partecipare al concorso, regolarmente prevista dal bando del Trentino il cui contribuito e confluisce nelle casse della provincia autonoma di Trento, si è rivelata destituita da ogni fondamento. Pertanto, la partecipazione al concorso a cattedra bandito il 24 settembre è gratuita. Remunerata, ma senza esonero dal servizio, sarà invece lʼattività delle commissioni esaminatrici alle quali verrà corrisposto lo stesso compenso previsto per le commissioni dei concorsi a dirigente scolastico dal decreto interministeriale del 12 marzo 2012. Economia 2 NOVEMBRE 2012 PALERMO. Parte la sottoscrizione azionaria per la “Popolare Unione” Mi faccio la banca Quote da cinquecento euro ciascuna per raggiungere gli otto milioni di capitale sociale per l’istituto che pesca a piene mani dai quadri dirigenti Unicoop. Ecco chi c’è DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. Lʼatto costitutivo del comitato promotore è del 29 luglio del 2012, la prima modifica di qualche giorno successiva. Davanti al notaio Maria Assunta Lo Piccolo sono comparsi i 33 promotori della Banca Popolare Unione che uniti in comitato, con sede in via Ottavio Ziino a Palermo si propongono “un asse ultraregionale di supporto ai programmi di investimento per lo sviluppo sia della Sicilia che delle altre regioni”. Come realizzarlo? Con una sottoscrizione per il raggiungimento del capitale sociale necessario alla costituzione della cooperativa che darà vita alla banca. Ciascun socio potrà sottoscrivere quote da cinquecento euro ciascuna, previo versamento di 400 euro per la costituzione del fondo cassa occorrente per la copertura delle spese istruttorie iniziali. Della banca potranno diventare soci Grazia Romano tutti coloro che sottoscriveranno almeno cinque azioni: quindi fanno 2500 euro (mentre quello massimo non potrà superare lo 0,50% del capitale sociale). Il controvalore da raggiungere è quello imposto per legge, da sei milioni e 300mila euro, capitale sociale minimo da trasferire in un conto bloccato, e indisponibili Angelo Libetti fin quando la centonove banca non ottenga le autorizzazioni necessarie ad operare. Lʼapertura delle sottoscrizioni è iniziata con il disbrigo della formalità previste dalla Consob, e terminerà tra tre anni. Chi cʼè dentro? TUTTI A BORDO. Il presidente del comitato è Salvatore Nicolicchia, palermitano, pensionato ed ex funzionario di banca. Il suo vice è Felice Coppolino, vicario nazionale e presidente regionale di Unicoop. Tesoriere è Alberto Pedaci, dirigente Unicoop e Confapi, mentre il ruolo da segretario è toccato a Sabrina Rasconà. Tra i soci del comitato ci sono i messinesi Angelo Libetti e Grazia Romano. Libetti, presidente di Unicoop Messina che ha tentato lʼaccesso al consiglio comunale non riuscendoci, è uno storico esponente del mondo cooperativo messinese, attivo soprattutto nel settore delle coop edilizie. Grazia Romano è unʼimprenditrice nel settore della sanità: già “numero uno” della casa di cura Cappellani (poi venduta al gruppo Giomi), è tuttora proprietaria della Santa Rita, casa di cura da mesi però chiusa per una grave crisi finanziaria. Anna Maria Di Vanni è dirigente generale della partecipata regionale Lavoro Sicilia s.p.a (e dirigente Unicoop come parecchi altri), mentre Andrea Marchione è console onorario della Repubblica Ceca. AI BLOCCHI DI PARTENZA. A fine luglio la Consob rilascia lʼautorizzazione per lʼattivazione delle procedure di sottoscrizione della Banca Popolare Unione. Grande soddisfazione espressa dal Presidente del Comitato Promotore, Salvo Nicolicchia, che ha dichiarato “lʼautorizzazione della Consob rappresenta il coronamento di un duro lavoro durato ben due anni. Ringrazio tutti gli amici del Comitato Promotore e la Kpmg per la fattiva collaborazione. Vogliamo rappresentare un punto di riferimento per le famiglie e le imprese siciliane”. Un cammino che è iniziato il 12 aprile, con lʼapprovazione del programma di attività per la costituzione della sottoscrizione pubblica. Il 20 giugno, però, la Consob chiede che al programma siano apportate modifiche. Nelle quali viene quantificato il numero minimo e massimo di azioni: sedicimila e trentamila rispettivamente, per un importo complessivo di capitale sociale che va da otto a quindici milioni. ZOOM Cosa dice il piano industriale Servizi internet affiancati a quelli tradizionali, prodotti assicurativi e previdenziali. Si inizia da Palermo Il logo del nuovo istituto PALERMO. Il territorio di riferimento della banca, allʼinizio, sarà quello della Sicilia, con un “focus” iniziale sullʼarea della provincia di Palermo. Perchè questa scelta? Lo spiega il piano industriale: “crescente domanda di prossimità dei centri decisionali delle banche corrispondente al fenomeno di progressiva concentrazione del settore” e “territorio di riferimento caratterizzato da future opportunità di crescita”. Attualmente nella provincia di Palermo operano oltre 98 mila imprese. Il numero di imprese nellʼarea è cresciuto nel corso del periodo favorevole 2004 – 2007, con un tasso di crescita medio annuo pari al 1,2%. A fronte di ciò, il sistema bancario della provincia di Palermo è pagina 31 caratterizzato ad oggi da 416 sportelli, di cui il 50% di banche di grandi dimensioni. La maglia in cui la nuova banca vuole inserirsi, quindi, è questa: le esigenze delle piccole e medie imprese locali, alle quali è rivolta lʼofferta di servizi. Quali? “La Banca intende offrire una gamma completa di prodotti e servizi estesa a tutti i segmenti tradizionali, Retail, Small Medium Enterprise, Corporate e Private secondo un modello di banca universale, sfruttando un modello di sourcing flessibile per i servizi specialistici, e offrirà anche prodotti assicurativi e previdenziali”. Non mancherà lʼattenzione alle nuove tecnologie. “Le attività saranno presidiate anche attraverso lʼutilizzo di canali innovativi per rispondere efficacemente alle nuove esigenze della clientela di riferimento (internet banking, phonebanking, ecc.)”. E poi? Unʼopera di leggero “lobbying”: “possibilità - recita il piano industriale - di sfruttare la leva della gestione delle relazioni intrattenute dai soci fondatori nel territorio siciliano e, in particolare, nellʼarea della provincia di Palermo per ampliare la base di clientela”. (A.C.) Economia 2 NOVEMBRE 2012 GRANDE DISTRIBUZIONE. Confcommercio contro il centro commerciale della Imfra invest Catania stoppa Franza Il Tar sblocca l’iter per la costruzione del “mall” a Motta S. Anastasia bloccato in conferenza dei servizi. Ma l’ente camerale presenta un esposto in Procura Olga Franza Gianfranco Scoglio DI ALESSIO CASPANELLO CATANIA. Confcommercio Catania “stoppa” il gruppo Franza. Lʼente dei commercianti ha annunciato un esposto alla Procura catanese per un centro commerciale che dovrebbe sorgere in contrada Palazzello, a Motta Sant'Anastasia, sullʼautostrada Catania Palermo: 11 edifici, in 53 mila metri quadri coperti. La ditta è la Imfra Invest, una delle emanazioni della galassia imprenditoriale del gruppo Franza. QUEL CENTRO NON SʼHA DA FARE. La storia va avanti da cinque anni, dal 2007, quando Silvestro Polizzi, procuratore della Imfra Invest, presenta domanda per lʼapertura di un centro commerciale, lʼennesimo, a Catania. Viene convocata la conferenza dei servizi, che esprime un diniego netto allʼopera. La società dei Franza, però, non ci sta, e porta la battaglia di fronte alla giustizia amministrativa, scegliendo di farsi patrocinare da Gianfranco Scoglio, ex assessore allo Sviluppo della giunta del comune di Messina guidata da Giuseppe Buzzanca. Allʼinizio di ottobre, il tar di Palermo esprime sentenza favorevole al progetto, ribaltando il parere negativo espresso a febbraio in conferenza dei servizi. Perchè? A Scoglio, ed alla famiglia Franza, viene in soccorso il "Decreto salva Italia", che riguardo ai centri commerciali, ha previsto l'eliminazione del cosiddetto contingentamento, di fatto liberalizzando limitazione di aree, Piero Agen centonove dimensioni e collocazione dei nuovi siti. Vicenda conclusa? Nemmeno per sogno. CONFCOMMERCIO SI OPPONE. Il 18 ottobre la conferenza dei servizi, nuovamente convocata, dà il via al progetto. Se a favore del centro commerciale cʼè il sindaco Angelo Giuffrida e tutto il consiglio comunale di Motta santʼAnastasia, ci sono i pareri negativi da parte di Regione, Camera di Commercio, e Provincia di Catania. A mettersi di traverso è però Confcommercio Catania, che annuncia la presentazione di un esposto alla Procura. “Abbiamo fatto rilevare errori che a nostro avviso annullano la conferenza dei servizi – spiega Pietro Agen, presidente regionale Confcommercio - Il Comune ha fatto le convocazioni in modo difforme da quanto previsto dalla normativa vigente, avendo omesso di invitare il Comune di Camporotondo Etneo e i rappresentanti dei lavoratori e dei consumatori. Pertanto riteniamo che il modus operandi non sia stato conforme alla legge - continua Agen - e sarà poi la magistratura a stabilirlo”. POSTI A PERDERE. Chi alla notizia della riapertura dellʼiter si è allarmato sono i sindacati. “Pensiamo saranno creati 300 posti di lavoro precario, a 20 ore ed a tempo determinato - ha spiegato Toni Fiorenza della Cisl - e ogni posto precario toglie lavoro ad uno strutturato”. E poi cʼè la questione “ambientale”. “Si acquistano terreni agricoli e, attraverso una variante, si costruisce. Ecco perchè chiediamo un piano regolatore commerciale” conclude il sindacalista. “Il centro commerciale sarà costruito in piena zona agricola E”, avvertono dalla Camera di Commercio catanese. "La ditta ha ottenuto una variante al Prg per il lotto di terreno interessato dai lavori: quello impermealizzato, con il cemento, sarà grande da 90mila a 135mila metri quadrati”. Se mai sarà realizzato, il centro commerciale targato Franza sarà in affollata compagnia. A Catania il rapporto “superficie di vendita per 1000 abitanti" è doppio rispetto alla media d'Italia: 375 mq per mille abitanti, che salgono a 539 considerando l'area metropolitana. Prima del 2000 i metri quadrati occupati dai centri commerciali erano 40mila: dopo, sono schizzati a 364mila. Il più grosso è La Tenutella, a Misterbianco (74 mila metri quadrati) seguito da Etnapolis (58 mila) e Porte di Catania (48 mila). CRISI Aligrup, ore contate Conto alla rovescia per salvare il gruppo: il 5 novembre il tribunale si pronuncerà sulla messa in liquidazione Nello Scuto CATANIA. Mentre il gruppo Franza fa la battaglia per aprirlo, un centro commerciale, cʼè la Aligrup di Catania che i suoi, invece, li ridimensiona e li piazza sul mercato a causa della crisi che ha colpito lʼimpero della grande distribuzione trascinato nel baratro dai guai giudiziari del patron storico Nello Scuto. Il gruppo Arena ha sottoscritto lʼaccordo per rilevare quattro punti vendita, tra cui Balatelle e lʼEurocash di San Giovanni La Punta. La notizia giunge come una boccata dʼaria per 130 dei 1660 dipendenti in bilico. Il gruppo Arena è il primo e finora unico che si è approcciato al gruppo di san Giovanni La Punta. Il 12 settembre infatti, a ti- pagina 32 rarsi indietro è stata la Coop, colosso della grande distribuzione intenzionata a rilevare 25 punti vendita. Trattativa che si è poi arenata. Eʼ previsto in settimana lʼincontro con il gruppo Abate, interessato ad altri otto punti vendita, e quello con i rappresentanti di Re Leone SRL (che gestisce i supermercati a marchio Pam), che dovrebbe rilevare altre due strutture di vendita. Accordi che, se portati a buon fine, interesseranno altri 180 dipendenti. Nel frattempo, il 5 novembre, la sezione fallimentare del tribunale di Catania, si pronuncerà in merito alla messa in liquidazione della società. Della questione, una settimana fa, secondo quanto riferito dai sindacati, è stato coinvolto il prefetto di Catania, Umberto Postiglione, che si è reso disponibile a interloquire con il commissario liquidatore di Aligrup Maurizio Verona e con lʼamministratore giudiziario Massimo Consoli per conoscere lo stato dellʼarte e cercare di stimolare altre aziende a entrare in trattativa per lʼaffitto del ramo dʼazienda della società catanese. centonove Economia 2 NOVEMBRE 2012 S. FILIPPO DEL MELA Le incertenze dell’Edipower SAN FILIPPO DEL MELA. Rimane nel limbo il futuro della centrale Edipower. Da quando la proprietà è passata alla A2A, multiutility lombarda, non si conoscono ancora i piani dellʼazienda per il rilancio dellʼimpianto di San Filippo del Mela. Anzi le voci di un disimpegno si fanno sempre più diffuse. Il piano industriale si attendeva dopo lʼestate, ma non è arrivato. L impianto ha ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ha ammodernato i filtri, ma risulta obsoleto e con il raddoppio dellʼelettrodotto di Terna (Sorgente - Rizziconi) potrebbe diventare antieconomica. La seconda è quella a carbone di Brindisi, ha la stessa potenza: 1.280 MW. Nel 2005 venne sequestrata dalla magistratura perché non a norma e l'impianto momentaneamente spento. Giorgio Foti MILAZZO. L’economia del comune ruota attorno al discusso impianto industriale Raffineria-dipendenti I lavoratori contestano gli ambientalisti nel corso di una conferenza. La chiusura degli impianti metterebbero sul lastrico 2000 famiglie. La Ram paga 30 milioni di euro di stipendi l’anno. E non solo DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Milazzo come Taranto? Guai ad associare le due realtà. Ne sanno qualcosa il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che stava prendendo parte ad una conferenza stampa assieme al consigliere comunale Peppe Marano, che si è intestato ormai da anni una battaglia ambientalista che vede nel mirino quasi quotidianamente il colosso industriale. Questa volta, però, a presentarsi allʼincontro fissato al municipio mamertino sono arrivati a bordo di quattro pullman circa 300 lavoratori della Ram, capeggiati dai componenti della rappresentanza sindacale unitaria, che hanno protestato pacificamente contro gli attacchi nei confronti dellʼazienda. Un caso unico a Milazzo. Che si spiega con la crisi e con la maglia aperta dalla magistratura a Taranto dove sono state chiuse le acciaierie Ilva. Ma cosa ha spinto i lavoratori a protestare in modo così eclatante? Su denuncia degli ambientalisti, qualche settimana fa, la procura di Barcellona ha acquisito materiale informatico e documenti sulla movimentazione dei prodotti petroliferi. Lʼindagine è collegata all'alluvione del 22 novembre scorso che a Milazzo ha provocato lo sversamento in mare di idrocarburi. Una vicenda che ha scosso lʼambiente ovattato della raffineria e che fa temere ai lavorartori provvedimenti tragici legati alla sicurezza. La Raffineria di Milazzo, joint venture paritaria tra Eni e Kuwait Petroleum, può essere considerato il maggiore azionista dellʼeconomia milazzese. Basti pensare che paga 30 milioni di euro di stipendi (compresi gli onori fiscali) a 600 dipendenti diretti. Cifra che raddoppia se si considera che grazie allʼindustria lavorano complessivamente 2000 persone lʼanno: operai delle ditte specializzate, autisti delle autobotti, portuali. Senza considerare che la Ram versa centinaia di migliaia di euro di tributi locali (dai rifiuti, 320 mila euro, allʼImu, 300 mila). Ogni anno, inoltre, patrocinia iniziative o si accolla le spese per realizzare opere a disposizione della comunità: dal parco giochi del Ciantro alla illuminazione dello stadio Grotta Polifemo (pare sia costata 800 mila euro). Lʼincidenza sul territorio è di almeno 60 milioni di euro. Nel quinquennio 2012-2016 è stato previsto un piano di 450 milioni di euro a cui vanno ad aggiungersi 300 milioni per interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di fermata. Complessivamente 750 milioni. «Il programma di investimento è legata al rilascio dellʼAutorizzazione integrata ambientale (Aia), lʼautorizzazione necessaria per le aziende per uniformarsi ai requisiti previsti al Ministero dellʼAmbiente, con lʼobiettivo di ridurre lʼinquinamento. Allʼinterno del piano è previsto la realizzazione di un impianto ad idrogeno (Hmu3) per cui è stata già ottenuta la Valutazione dʼimpatto ambientale (Via), il nuovo camino dellʼimpianto di recupero zolfo, il secondo impianto di recupero vapori ai pontili, sarà potenziato lʼimpianto di trattamento delle acque, e realizzati interventi di “ringiovanimento” del suolo e di smaltimento dellʼamianto presente. La Raffineria di Milazzo ha un capitale sociale di 171,1 milioni, lavora in media ogni anno 9 milioni di tonnellate di petrolio annui, impiega 600 dipendenti diretti e un indotto che nelle varie fasi varia tra i 500 e i 1500. ZOOM «Non siamo come Taranto» I sindacalisti dicono basta alle denunce “facili”. I Verdi insistono: «Necessaria la riconversione» Angelo Bonelli e Peppe Marano MILAZZO. «I lavoratori della Raffineria di Milazzosi sono stancati a vedere equiparata la propria realtà lavorativa a quella di altri siti con diversi e ben più gravi problemi di impatto ambientale, soprattutto dopo decenni di costruttivo impegno all'interno dell'azienda portato avanti insieme alle organizzazioni sindacali». A lanciare il grido di allarme i rappresentanti della Rsu di Cgil-Cisl e Uil dell'azienda che con 300 lavoratori della Ram e dell'indotto hanno fatto "irruzione" pacifica ad una conferenza stampa aperta al pubblico orgaizzata dal consigliere Peppe Marano assieme al presidente dei Verdi, Angelo Bonelli reduce da una battaglia ambientale all'Ilva di Taranto. I lavo- pagina 33 ratori hanno chiesto ed ottenuto di leggere un documento in cui scrivono che «non intendono più sottostare alla campagna mediatica di disinformazione che da mesi si trascina nei confronti del proprio posto di lavoro, ovvero di quell'azienda che oggi garantisce - nel pieno rispetto delle regole e delle leggi - una occupazione dignitosa a migliaia di famiglie tra dipendenti diretti, aziende dell'indotto e settori ad essa collegati». A replicare i verdi con una nota di Raffaella Spadaro, della federazione dei Verdi di Messina. «La collocazione di attività industriali nei siti a Rischio di dissesto idrogeologico - scrive - le ritengo inadeguate al territorio, auspico, in tal senso, una rapida riconversione, riconducendo gradualmente il territorio alla sua vocazione naturale, quella turistica. I lavoratori devono abbandonare timori e titubanze e chiedere all'azienda ed alle rappresentanze Istituzionali che si intraprenda al più presto la fase di transizione, necessaria al recupero dello stato di migliore benessere ambientale e dalla salute. Economia 2 NOVEMBRE 2012 centonove Christian Del Bono Il lungomare di Lipari LIPARI. Dopo gli aumenti, Federalberghi lancia l’allarme: «Molte strutture chiuderanno» Imu, stangata in camera Con l’innalzamento dell’aliquota al 9,6 per mille gli imprenditori verseranno fino a 40 mila euro l’anno in più. Il presidente del consiglio Sabatini: «Non si può colpire solo il ceto medio basso» DI GIANFRANCO CUSUMANO LIPARI. «Nessuna persecuzione nei confronti degli albergatori. LʼImu è stata aumentata nel rispetto della legge per far quadrare i bilanci ed evitare il default». Il presidente del consiglio comunale di Lipari, Adolfo Sabatino, difende lʼoperato dellʼaula dalle accuse che provengono da Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Eolie. Il consiglio ha approvato un aumento dello 0,2 per mille delle aliquote Imu per le seconde case e strutture ricettive portandola al 9,6 per mille. Una “stangata” che consentirebbe al comune di incassare almeno 2 milioni di euro di fondi, ma che porterebbe alcuni imprenditori a pagare anche 40 mila euro in più lʼanno. «In passato avevamo aumentato la percentuale delʼIrpef, dunque avevamo già messo le mani nelle tasche del cento medio basso continua Sabatini -ora abbiamo votato un aumento lineare per tutti coloro che hanno altri edifici oltre alla prima casa». SullʼImu, dunque, gli albergatori eoliani, dovranno fare i conti. In tutti i sensi. «Ci ritroveremo a versare importi maggiorati di 10, 20, 30 e, in alcuni casi, anche 40 mila euro rispetto a quanto versavamo con lʼIci - dice Christian Del Bono -. Importi del tutto insostenibili per strutture stagionali di dimensioni mediopiccole. Dopo svariate consultazioni, Adolfo Sabatini documenti, comunicati e quasi 10 ore di consiglio comunale in soli due giorni, le istanze della categoria rimangono purtroppo del tutto inascoltate». A nulla è servito lʼaccorato intervento in consiglio comunale da parte del presidente Christian Del Bono che ha illustrato un documento che recepiva le istanze delle categoria. «Si è scelta la scorciatoia dellʼaumento lineare e indifferenziato che penalizza spropositatamente le vaste superfici immobiliari. Non si è tenuto conto dei diversi moltiplicatori di base né del fatto che questi, già dal 2013, aumenteranno ulteriormente da 60 a 65». Lʼamministrazione del sindaco Marco Giorgianni si è impegnata a rivedere gli aumenti nel 2013. «Se arriveranno finanziamenti non previsti da parte di Stato e Regione non esisteremo a ripristinare le aliquote originarie», aggiunge il presidente del consiglio. Federalberghi cita i percorsi seguiti da altre realtà turistiche. «Abbiamo avuto modo di dimostrare come in altri comuni turistici di Italia – ad esempio, Cortina DʼAmpezzo – le aliquote siano state applicate in modo oculato proprio per evitare le eclatanti sproporzioni anticipate in questi giorni dalla Federalberghi. Adesso bisognerà correre ai ripari: già prevista per i prossimi giorni una riunione di assemblea per discutere il da farsi. Auspichiamo, comunque, conclude Del Bono, che per futuro lʼamministrazione possa rivedere una posizione che attualmente penalizza oltre misura la principale classe produttiva dellʼarcipelago». Il sindaco Marco Giorgianni ha spiegato in aula che «le proteste sono legittime ma è la scelta meno dolorosa. TAORMINA «A pagare saranno i clienti degli hotel» L’assessore Italo Mennella difende gli operatori. «Arriveranno stangate da 350 mila euro» TAORMINA. «Se si mette in ginocchio il settore turistico, per Taormina sarà la fine». A fare la cassandra è il presidente dellʼAssociazione albergatori, Italo Mennella, che riveste anche il ruolo di assessore comunale. Una doppia veste che non gli impedisce di lanciare un grido di allarme sullʼaumento dellʼaliquota Imu per fare cassa. «Fino ad oggi Taormina si è difesa sul mercato con una politica dei prezzi aggressiva - ammette Menella - che negli ultimi mesi, in controtendenza, ci ha consentito di ottenere un risultato con 15% di tutta la spesa corrente al Comune di Taormina, ma segno più. Ma non so se riusciremo a mantenere questi lisenza riscontro. Non ci sarebbero i margini, dunque lʼImu rivelli. I costi dellʼImu inevitabilmente si ripercuoteranno sulmane lʼunica strada per innalzare le entrate. Lʼattività delle offerte. Senza considerare che si sta discutendo anche la lʼente è imbrigliata da decine di contenziosi tra cui alcuni mitassa di soggiorno che da cinque euro stiamo tentando di lionari, la gestione in rosso dellʼAzienda servizi municipalizfar scendere almeno a due euro e mezzo». I prozata. Non sono state curate nè valorizzate le enblemi economici, però, non risparmiano nemtrate dei cespiti del Comune; è stata continuameno le casse della capitale turistica e allʼammimente rinviata la discussione sulla tassa di sognistrazione Passalacqua non è rimasto altro che giorno e non sono stati recepiti i provvedimenti innalzare la tassa al massimo dellʼaliquota sulle del governo sulla riduzione di spesa. «La Giunattività economiche e la seconda casa. Il gettito ta ha preparato lʼennesimo regalo alle attività dovrebbe essere di 2 milioni 100 mila euro. Lʼulproduttive della città e si dovrà assumere tutte tima parola spetta al consiglio comunale, ma i le responsabilità aver chiuso un bilancio che non margini di manovra rispetto alla proposta delconsentirà al Consiglio di applicare nessun lʼassessore alle Finanze Fabio DʼUrso. Il presicorrettivo - ha detto Raneri - così si pagherà dente Eugenio Raneri aveva chiesto di evitare la il doppio rispetto allʼimporto a suo tempo verstangata che colpisce gli imprenditori turistici sato per lʼIci». chiedendo agli uffici di prevedere un taglio del Italo Mennella R.C. pagina 34 centonove Economia 2 NOVEMBRE 2012 TREND. Cresce la produzione di vino. Senza penalizzare la qualità La Sicilia da bere Oltre il 7 per cento in più dopo anni di crisi e nelle cantine si tira un sospiro di sollievo. A far lievitare le bottiglie anche la drastica riduzione della vendemmia verde DI ETTORE IACONO LA SICILIA QUEST'ANNO può tornare a brindare con i suoi migliori vini. In alto i calici non solo per quantità, con una crescita del 7 per cento dopo anni di pesanti sofferenze, ma anche per la qualità di tutte le uve più famose e pregiate dell'Isola - dal Catarratto al Grillo, dall'Inzolia al Nero dʼAvola favorita dal particolare clima caldo di quest'anno, con piogge solo a settembre. Clima che però, in alcuni casi, ha costretto i produttori ad anticipare la vendemmia di alcuni giorni rispetto al tradizionale calendario. Una misura necessaria ad evitare lo stress idrico delle uve (in particolare il Marsala) dovuto alla prolungata siccità e alla carenza di rugiada. A far lievitare il numero di bottiglie che prossimamente arriveranno sulle tavole di tutto il mondo, soprattutto la drastica riduzione della vendemmia verde. Nel 2012 questa ha interessato mediamente 3.500 ettari di vigneti contro i circa 13mila di un anno fa. E i risultati sarebbero stati anche migliori se la siccità e il caldo intenso - che hanno colpito in particolare le varietà internazionali poste su terreni non irrigui - avessero avuto una durata inferiore. In calo sarebbero anche abbandoni delle terre ed estirpazioni con premio, mentre si registra l'entrata in produzione di qualche nuovo impianto. I vigneti siciliani occupano una superficie di oltre 106mila ettari (poco meno della metà nella sola provincia di Trapani, seguita da quella di Agrigento con 23mila ettari), contro i circa 122mila dell'anno 2000. Per le cantine siciliane il 2012 è dunque un anno straordinario, ma non solo per la decisa inversione di tendenza rispetto all'ultimo decennio (basti pensare che nel 2011 si è registrato un calo del 29 per cento rispetto al 2010). Con 5,180 milioni di ettolitri, in crescita del 7 per cento rispetto ai 4,823 milioni del 2011 (dato Ismea e Unione italiana vini), la Sicilia produce un ottavo del vino italiano e quest'anno si distingue da tutto il resto del Paese, dove la vendemmia è risultata la più scarsa dal 1950. In Italia si produrranno infatti 39,3 milioni di ettolitri, in calo dell'8 per cento rispetto ai 42,705 milioni di un anno fa. Mai così male da oltre sessant'anni. Crollano soprattutto le produzioni di TAORMINA importanti competitor dei vini siciliani, come quelli di Puglia (-15 per cento), Friuli Venezia Giulia (-21 per cento), Umbria (- 20 per cento), Veneto (-12 per cento), Trentino Alto Adige (-10 per cento). Una lieve ripresa (+8 per cento) si registra invece in Campania dove però la produzione complessiva è di soli 1,815 milioni di ettolitri. Per la Sicilia, dunque, una decisa inversione di tendenza che non colma il divario rispetto ai 7,285 milioni di ettolitri prodotti nel 2005, ma che arriva in un contesto a prima vista favorevole. Dei 5,180 milioni di ettolitri di vino stimati per questa annata, con la solita prevalenza dei bianchi (attorno al 50 per cento) sui rossi (35 per cento), la maggior parte riguarda le Igt (Indicazione geografica tipica), che si attesterebbe attorno al 60 per cento, mentre più o meno stabili risulterebbero le produzioni a marchio Doc ancora piuttosto marginali rispetto all'intero contesto vitivinicolo isolano e nazionale. Le Igt siciliane rappresentano più o meno un quinto dell'intera produzione italiana. A vigilare anche in Sicilia sulla qualità delle produzioni vitivinicole 2012, gli uomini dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (Icqrf). E sono incoraggianti i dati relativi alla vendemmia di quest'anno. L'ufficio di Palermo dell'Ispettorato che fa capo al ministero dell'Agricoltura ha sequestrato soltanto 30mila litri di succo di uve ottenuto presumibilmente a partire da uve da tavola e 285 chilogrammi di acido tartarico, detenuto senza la necessaria documentazione di cantina. Rispetto alla mole dei controlli effettuati e delle quantità prodotte, dunque, l'entità dei provvedimenti adottati sembra dimostrare l'alta qualità e la sicurezza delle produzioni vinicole siciliane. LEGALMENTE REGIONE SICILIANA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE - ENNA AVVISO ESTRATTO BANDO DI GARA Si da avviso che il giorno 22/11/2012, alle ore 09,30, presso I'U.R.EG.A. seziorie di Enna si terrà la gara relativa ai lavori per la realizzazione delle opere di adeguamento e messa a norma del Presidio Ospedaliero "C. Basilotta" di Nicosia. Ala - Est. CIG 4621580875. Importo complessivo dei lavori (compresi oneri per la sicurezza) Euro 1.490.729,56 Cat.Prev.: OGI class. III. La gara sarà espletata mediante pubblico incanto al sensi dell'art. 55 del .D.Lvo 163/06 e ss.mm.ii. Termine presentazione offerta ore 13.00 del giorno 19/11/2012. Il Responsabile degli Adempimenti di Gara è il Dott. Cesare Maddalena. L'estratto del bando sarà pubblicato sulla GURS n. 44 del 02/11/2012. Il Commissario Straordinario Dott. Nicola Renato Baldari Eccellenze al San Domenico COMUNE DI MOTTA S. ANASTASIA SONO GIA CIRCA sessanta le cantine che parteciperanno al nuovo evento organizzato da Cronache di Gusto. Parola dʼordine della manifestazione iil territorio prima di tutto”, che si terrà al San Domenico Palace Hotel il 19 novembre a partire dalle 15. L'ingresso alla degustazione è gratuito per gli operatori del settore (come albergatori, commercianti, addetti alla ristorazione) previa prenotazione all'indirizzo email [email protected] da inviare entro e non oltre il 12 novembre. Nella sala chiesa adibita alla maxidegustazione non mancheranno i food corner che daranno la possibilità di assaggiare alcuni prodotti alimentari di eccellenza tra olii e formaggi, salumi e conserve. Previste anche una serie di eventi collaterali compresa la cena con i cuochi stellati Michelin di Taormina. Provincia di Catania AREA IV “TECNICA” Via Napoli n. 70 Tel. 095.306150 – 095.307382 fax 095.308989 Oggetto: Procedura aperta affidamento Lavori per il progetto di ampliamento della scuola elementare con la costruzione di n. 5 aule e la realizzazione di due sezioni di scuola materna Cod. CUP: I33B0900170005 Cod. CIG: 18192826FE RENDE NOTO I lavori di cui in oggetto sono stati aggiudicati alla Ditta Di Bella S.r.l. Costruzioni Generali, Via Nazioni Unite n. 1, Paternò ( CT) che ha ottenuto il punteggio di 83.6666, ribasso dʼasta 21,1717% sullʼimporto a base dʼasta di €.1.483.063,39. F.to IL RESPONSABILE AREA TECNICA (Ing. Antonio Di Rosa) pagina 35 Economia 2 NOVEMBRE 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Rifiuti elettronici, adeguarci conviene IL 13 AGOSTO 2012 sono entrate in vigore nuove norme sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti elettronici (cioè dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ossia RAEE). Tali disposizioni fanno parte della direttiva RAEE, entrata in vigore nel febbraio 2003, la quale prevede l'istituzione di un sistema di raccolta che consenta ai consumatori di restituire gratuitamente i loro rifiuti elettronici. La nuova direttiva segna un chiaro progresso verso la protezione ambientale e favorisce un impiego più efficiente delle risorse sul territorio europeo. Lʼobiettivo è di prevenire eventuali danni alla salute umana e allʼambiente causati da sostanze pericolose contenute nei RAEE; allo stesso tempo si vuole aumentare il riciclaggio e/o il riutilizzo di prodotti e materiali. A questo proposito, la raccolta sistematica e un corretto smaltimento sono indispensabili per il riciclaggio di oro, argento, rame e metalli rari usati per la produzione di TV, computer portatili e telefoni cellulari. Ad oggi solamente un terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici dell' Unione europea è oggetto di raccolta differenziata nel quadro del regime documentato. Lʼattuale tasso di raccolta stabilito per l'UE è di 4 kg di RAEE pro capite, che corrisponde a 2 milioni di tonnellate allʼanno, a fronte delle circa 10 tonnellate annue di rifiuti generate. Si stima che entro il 2020 il volume dei RAEE aumenterà di 12 milioni di tonnellate, centonove perciò lʼambizioso obiettivo finale della nuova direttiva è quello della raccolta dellʼ85% della produzione complessiva di RAEE: nel 2020 la raccolta differenziata riguarderà allʼincirca 10 milioni di tonnellate di rifiuti, lʼequivalente di 20 kg pro capite. Al più tardi entro il 14 febbraio 2014, gli Stati membri saranno tenuti a modificare la legislazione nazionale in vigore in materia di RAEE per conformarsi alle disposizioni della nuova direttiva e ai relativi obiettivi. I consumatori possono consegnare rifiuti elettronici di piccole dimensioni presso i negozi al dettaglio, fatta eccezione nel caso in cui sistemi alternativi già in uso dimostrino di essere di pari efficacia. La direttiva fornisce inoltre agli Stati membri gli strumenti per combattere con maggior successo le esportazioni illegali di rifiuti. Esse costituiscono infatti un grave problema, in particolare se nascoste sotto forma di spedizioni legali di apparecchiature usate per raggirare la normativa UE in vigore. Per far fronte a questa problematica, la nuova direttiva imporrà agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni sospettate d'illegalità. Infine, a partire dalla data di attuazione nazionale della direttiva, si applicherà unʼinversione dellʼonere della prova alle spedizioni di apparecchiature usate sospettate di contenere rifiuti illegali. Janez Potočnik, Commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: “In un contesto di crisi economica e di aumento dei prezzi delle materie prime, rendere più efficiente lʼimpiego delle risorse vuol dire coniugare i vantaggi per l'ambiente e le opportunità di crescita innovative. Ora siamo chiamati ad attivare nuovi canali di raccolta per i rifiuti elettronici e a migliorare lʼefficienza di quelli già operativi. Invito gli Stati membri ad allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del termine ultimo di attuazione." A partire dal 2016, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta del 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale. Inoltre, dal 2018, lʼambito di applicazione della direttiva si estenderà dalle categorie attualmente considerate a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infine, nel 2019, l'obiettivo di recupero passerà al 65% delle apparecchiature vendute, o, in alternativa, all'85% dei RAEE prodotti. Gli Stati membri potranno infatti scegliere liberamente quale tra questi due benchmark adottare. Un ulteriore progresso sarà la riduzione degli oneri amministrativi, raggiunta grazie all'armonizzazione degli obblighi nazionali in materia di registrazione e comunicazione. La Commissione farà uso dei poteri a lei conferiti dalla nuova direttiva per armonizzare la frequenza del flusso di comunicazioni dei produttori, il formato previsto per la registrazione e le comunicazioni verso i registri nazionali. Essa riesaminerà inoltre l'impatto di determinate modifiche introdotte con la nuova direttiva; ad esempio, nell'ambito di applicazione, con il fine di individuare eventuali risvolti indesiderati. AEROPORTI NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Stretta sulle partite Iva LE MODIFICHE DEI CONTRATTI flessibili operate dalla riforma del lavoro hanno portato ad un giro di vite sullʼutilizzo delle cosiddette partite Iva, vale a dire quelle prestazioni lavorative rese da persone titolari di posizione fiscale ai fini dellʼimposta sul valore aggiunto. Peraltro i contratti di collaborazione a partita Iva in essere al 18 luglio scorso dovranno essere allineati alle nuove regole entro 12 mesi dallʼentrata in vigore della riforma (18 luglio 2013). Per queste ragioni, i committenti di rapporti di collaborazione “a partita Iva” sono chiamati a effettuare una serie di verifiche. Intanto, secondo le disposizioni della norma – la quale si riferisce infatti ai rapporti di collaborazione con “persone” titolari di partita Iva – pare siano escluse dal nuovo regime le prestazioni effettuate da lavoratori autonomi che svolgono attività sotto forma di impresa nonché dei soggetti societari. In presenza invece delle fattispecie messe sotto esame dalla riforma, occorre allora “passare” la prestazione al vaglio dei vincoli introdotti dalla legge 92/2012: a. la durata della collaborazione non deve superare gli otto mesi annui nellʼarco di due anni; b. Il corrispettivo non deve costituire più dellʼ80% dei corrispettivi complessivamente percepiti dal collaboratore nellʼarco di due anni; c. il collaboratore non deve disporre di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente. Qualora, infatti, ricorrano almeno due dei presupposti elencati, la prestazione può confluire in un rapporto di lavoro subordinato. Vi sono però due eccezioni in virtù delle quali non opera la presunzione di subordinazione, vale a dire quando: il lavoratore possiede competenze teoriche elevate o tecnico-pratiche; la prestazione riguarda il titolare di un reddito annuo da lavoro autonomo non inferiore a 1,25 volte il livello minimo imponibile ai fini del versamento dei contributi alla gestione Inps commercianti. Infine, rimangono al riparo dalle modifiche della legge 92 le prestazioni lavorative svolte nellʼesercizio di attività professionali “per le quali lʼordinamento richiede lʼiscrizione a un ordine professionale”. I consulenti del lavoro possono supportare i committenti non solo per la verifica delle collaborazioni in essere, rispetto alle nuove regole introdotte dalla riforma, ma sono anche in grado di assisterli nella stipula di nuovi contratti. ECOSHOPPING Sisili a Messina, primo negozio a km0 MESSINA. Si chiama “Sisili” ed è il primo negozio di abbigliamento e accessori a km0, tutto made in Sicily quello inaugurato dallʼimprenditrice-giornalista Matilde Cannavò a Messina. Taglio del nastro per “Sisili” che si propone di promuovere tuttoil meglio della produzione isolana - giovedì scorso allʼAthena Gallery (ex magazzini Piccolo). AUTOMOBILE CLUB MESSINA Massimo Rinaldi eletto presidente MESSINA. I Soci dellʼAutomobile Club Messina hanno eletto i componenti del Consiglio Direttivo dellʼEnte per il quadriennio 2012-2016. Dopo una consultazione elettorale che ha coinvolti i circa 6.000 Soci del sodalizio peloritano sono risultati eletti: presidente Massimo Rinaldi, vice presidente Marco Messina. Componenti: Tullio Lanese, Giuseppe Pirrone, Nazzareno Russo. CONSUMATORI Comiso, si firma convenzione Evav C’è poca...mediazione RAGUSA. A tappe forzate verso la firma della convenzione tra la Soaco e l'Enav per il servizio di assistenza al volo dell'aeroporto di Comiso. Si firma il prossimo 5 novembre a Roma nella sede del ministero dei Trasporti ma nel frattempo la convenzione Enav deve superare altri passaggi propedeutici: l'approvazione della bozza da parte del nuovo Cda di Intersac e la fideiussione richiesta da Enav a garanzia del pagamento del primo biennio. Riguardo alla convenzione il consiglio di amministrazione del socio di maggioranza Soaco è stato convocato, subito dopo si riunirà quello della società di gestione che dovrà ratificare tutti i passaggi. LA CORTE COSTITUZIONALE ha bocciato la mediazione obbligatoria. Introdotto con il decreto legislativo n. 28/2010, il procedimento di mediazione era previsto obbligatoriamente in numerose materie (condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazioni, comodato, affitto di azienda, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica, risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti) con la conseguenza che, chi intendeva promuovere una causa relativa ad una delle suddette materie, doveva preliminarmente attivare la procedura conciliativa presso un organismo accreditato. La legge infatti stabiliva lʼimprocedibilità dei procedimenti avviati senza il tentativo di mediazione. Inoltre era prevista una sanzione a carico della parte che, senza giustificato motivo, ometteva di partecipare al procedimento di mediazione. La questione di illegittimità costituzionale della normativa, che ha introdotto il procedimento di mediazione, è stata decisa dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la previsione dellʼobbligatorietà. Francesco Suria Adiconsum Messina pagina 36 centonove ARTE ED EROTISMO, IL PRINCIPE E ILPOVERO Alla mostra “Gli ultimi Gattopardi” il legame tra Alliata e Laaksonen PAGINA 38 poster 2 NOVEMBRE 2012 RANIERI WANDERLING IL POP E’ ROMANTICO Cinquanta opere dellʼartista messinese in mostra al Monte di Pietà PAGINA 43 MURALES DI UMANITA VARIA INIZIATIVE. GRUPPO D’ACQUISTO SOLIDALE PRESENTATO AL SALONE DEL GUSTO DI TORINO MILANO Messina a tutto Gas Sicilia in scena al Golosaria Nato dalla collaborazione tra Fondazione di Comunità e Slow Food Valdemone. Base operativa a Forte Petrazza. Tra impegno sociale ed educazione al gusto Premiato il vino dei fratelli Cambria di Furnari e i Burgio di Siracusa MESSINA. Si chiama Eco-Gas-Tronomia e nasce dalla collaborazione tra Fondazione di Comunità di Messina e Slow Food Valdemone. È il gruppo d'acquisto solidale che sostiene le produzioni che raccontano storie di inclusione sociale, legalità, impegno di lotta alle mafie, sostenibilità e giustizia sociale. Eʼ stato presentato sabato 27 ottobre dalla Fondazione di Comunità di Messina, in collaborazione con Slow Food Valdemone, al Salone del Gusto di Forte Petrazza Torino. Eco-Gastronomia, nasce forte della partecipazione di circa 300 famiglie, le stesse che attraverso un bando hanno aderito al progetto Luce è Libertà mettendo a disposizione le proprie abitazioni per realizzare gli impianti fotovoltaici di Fondazione di Comunità Messina. Le famiglie aderenti sono oggi beneficiarie della produzione energetica dellʼimpianto fotovoltaico, mentre il conto energia è a disposizione della Fondazione per finanziare sul lungo periodo i propri programmi sociali, culturali, di ricerca e sviluppo. Tra questi, la costituzione di Eco-Gas-tronomia. Il Gas avrà la sua base operativa a Forte Petrazza, complesso architettonico ottocentesco di grande pregio, situato su un colle che domina lo Stretto di Messina. Un valore aggiunto di Eco-Gas-tronomia sarà la sua propensione didattica di educazione al gusto. Tutti i prodotti saranno MILANO. La Sicilia “sbanca” a Golosaria Milano, giunta alla sua 7^ edizione, che premia le migliori realtà produttive italiane recensite nel libro Il Golosario 2013 (Comunica Edizioni, 25.00 euro), la guida alle cose buone d'Italia scritta e ideata da Paolo Massobrio e giunta alla 14^ edizione. La regione Sicilia sarà protagonista dell'evento "Arriva L'Ascolto del Vino con i Top 2012” domenica 18 novembre (alle ore 14) nell'area Agorà con la premiazione dellʼazienda Cambria di Furnari con il Nocera "Mastronicola” 2010, di Arianna Occhipinti di Vittoria con il Sicilia "Il Frappato” 2010. I riconoscimenti del Golosario alla regione Siclia saranno conferiti anche domenica 18 novembre (ore 16) sempre nell'area Agorà, con l'evento Botteghe del formaggio. nellʼambito della rassegna, il premio andrà allʼazienda dei fratelli Burgio - “Il gusto dei sapori smarriti” di Siracusa, mentre per le trattorie sarà premiata la Nangalarruni di Castelbuono, paesino tra Nebrodi e Madonie in provincia di Palermo. I produttori e le eccellenze gastronomiche della regione Sicilia recensiti da Paolo Massobrio sul Golosario sono in tutto 566 così suddivise: 133 cantine, 27 ristoranti, 241 luoghi del gusto, 165 produttori di cose buone (compresi i produttori di olio a cui è dedicata una sezione specifica). I riconoscimenti del Golosario riguarderanno quest'anno 78 realtà italiane suddivise in 16 categorie: Botteghe del Gusto, Pasticcerie, Panetterie, Macellerie, Gelaterie, Lounge Cafè, Botteghe del formaggio, Locande di nuova concezione, Trattorie, Agriturismi, Pizzerie, Ristoranti di pesce, Migliori tavole dell'anno, Relais di charme e gusto, Maestri della cucina italiana, Civiltà Contadina. presentati settimanalmente attraverso i Laboratori del Gusto Slow Food, alla presenza del produttore, in modo che ci sia una conoscenza approfondita non solo delle qualità organolettiche del prodotto e del suo legame con il territorio, ma anche un incontro e un racconto dei saperi artigianali del produttore. In prima linea ci saranno i prodotti dei Presidi e delle comunità Slow Food della Provincia di Messina. In modo particolare saranno sostenuti i giovani agricoltori della comunità di Giampilieri, recentemente colpiti da disastri ambientali e che con il loro lavoro stanno ricominciando a coltivare sui terreni alluvionati. Inoltre, coerentemente con l'imperativo etico che da sempre contraddistingue tutte le iniziative di Fondazione di Comunità di Messina, attraverso il GAS si perseguirà l'obiettivo del reinserimento di soggetti svantaggiati. PROGETTI Arti culinarie, arriva l’accademia PALERMO. Presto anche la Sicilia potrà fregiarsi di un'accademia di arti culinarie, un centro di studio, formazione e promozione della cultura enogastronomica regionale aperta a studenti, professionisti e cultori della tradizione millenaria isolana. Lo ha annunciato al Salone del gusto a Torino Nicola Fiasconaro, tra i sostenitori del progetto, nel corso di un incontro sul panettone biologico, promosso in collaborazione con l'università degli studi di scienze gastronomiche. Fiasconaro, la cui produzione è interamente realizzata a Castelbuono con materie prime locali biologiche, produce un panettone biologico a elevata digeribilita'. A margine dell'incontro è stato anche annunciato l'accordo in forza del quale gli studenti dell'università di scienze gastronomiche di Pollenzo (To) inizieranno un periodo di stage formativo alla bottega di pasticceria Fiasconaro. pagina 37 2 NOVEMBRE 2012 PARCO VIGELAND (NORVEGIA) Realizzato dallo scultore Gustav Vigeland, è caratterizzato da oltre 200 sculture che ritraggono scene di vita quotidiana. Culmina con un obelisco con scolpiti 121 corpi avvinghiati posterproibito LOVELAND JEIEU (COREA DEL SUD) È un parco tematico composto da sculture di marmo e bronzo fortemente erotiche. Opere dʼarte erette per il piacere del pubblico pagante.Si va dal semplice bacio tra due amanti a opere molto più spinte MESSINA. La mostra “Gli ultimi Gattopardi” svela un legame impensabile Erotismo, il principe e il povero Gli inediti fogli di Raniero Alliata di Pietratagliata anticipano e corrono paralleli alla produzione di Touko Laaksonen. Divenuto per il mondo gay Tom of Finland DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Non si sono conosciuti, sono nati a distanza di decenni lʼuno dallʼaltro (in luoghi praticamente agli antipodi culturalmente e geograficamente), hanno avuto storie diverse (uno era di umili origini, lʼaltro un blasonato occultista) eppure sono uniti da una “trasgressione privata” che, in tempi differenti, è diventata pubblica. Si tratta di Tom of Finland, nome dʼarte di Touko Laaksonen, e Raniero Alliata di Pietratagliata. A rivelare il legame che unisce i due personaggi, la mostra “Gli ultimi Gattopardi”, allestita a Messina nellʼambito de “Il Circuito del Mito, dove, per la prima volta, sono in mostra 21 disegni del nobile palermitano forniti allo studioso di storia patria Franz Riccobono. Illustrazioni strettamente private che, per volontà dello stesso autore, dovevano restare occulte fino alla sua morte. E che, adesso, vedono la luce in tutta la loro prepotente eroticità. I fogli, che presentato anche illustrazioni colorate e successivamente corrette a penna, sono disegnati su entrambi i lati. Hanno una numerazione, che lascia immaginare la sterminata produzione, ma mancano di data. Anche se dalle vesti e dalle acconciature si può desumere una loro datazione, che corre da prima della Guerra alla morte dellʼautore, nel 1979. L’CCULTISTA. Raniero Alliata di Pietratagliata TOM OF FINLAND. Touko Laaksonen BINARI PARALLELI. Raniero Alliata di Pietratagliata nasce nel 1886. Figlio più giovane di Luigi di Pietratagliata e Bianca Notarbartolo, è stato un anello di congiunzione, per motivi temporali e parentali, tra due generazioni di “Gattopardi”. Entomologo, studioso a tutto tondo delle scienze, intellettuale e sperimentatore, dopo un collasso economico si ritirò nella villa di famiglia dove rimase fino alla morte, lavorando di notte (lanciava dalla finestra anatemi contro la speculazione edilizia circostante, tenendo un teschio in mano) e dormendo di giorno. Fino alla recente mostra, la sua figura è stata legata soprattutto allʼoccultismo, celebrata dal libro di Bent Parodi di Belsito, “Il Principe Mago”, in cui giornalista di nobile casato racconta i segreti di Raniero, che lo chiamava affettuosamente Papillo. La sua produzione erotica? Era conosciuta Accanto e al centro, due disegni di Raniero Alliata di Pietratagliata e Tom of Finland. In entrambi i casi, al di là dei personaggi e dei loro abiti (si tratta di decenni diversi della prima metà del XX secolo), lo spirito dellʼapproccio che prelude al sesso è identico. A destra, Parco di Göreme, in Turchia. Nella foto i cosiddetti camini delle fate, formazioni rocciose naturali che alcuni vedono come falli scolpiti dalla natura pagina 38 centonove centonove posterproibito FUTURA GALLERY (PRAGA) PAN E LA CAPRA (NAPOLI) Una delle opere più note è di David Cerny. La scultura è percorribile entrando dal deretano. Allʼinterno, politici che cantano i Queen Proveniente da Villa Ercolanese dei Papiri, dopo la sua scoperta, a causa dellʼimmagine scabrosa, la scultura fu chiusa nel Gabinetto Segreto dellʼArcheologico A sinistra e a destra, due disegni di Raniero Alliata di Pietratagliata e di Touko Laaksonen. Disegnate in tempi differenti, con soggetti diversi, sono accomunate da una spericolata visione del sesso attraverso posizioni che sfidano, spesso, le gelli della fisica, oltre che abbattere le barriere del “comune senso del pudore”. Le figure del principe sono donne dotate di un fallo maschile, quasi a richiamare lʼantico mito dellʼermafrodita. Quelle di Laaksonen, invece, sono uomini. A Tom of Finland si deve una svolta nella visione dei rapporti omosessuali, che dal luogo comune dellʼeffemminatezza diventano “virili” un poʼ da tutti coloro che lo avevano conosciuto, ma nessuno lʼaveva mai vista. Diverse le vicende di Touko Laaksonen, nato 41 anni dopo (lʼ8 maggio del 1920) a Kaarina, vicino Turku, sulla costa meridionale della Finlandia. Figlio di maestri, crebbe in unʼatmosfera familiare densa di spunti artistici e, al contempo, in un contesto popolato di terra di frontiera, circondato da contadini e boscaioli. A differenza di Raniero 2 NOVEMBRE 2012 Alliata, che si sposò solo una volta ma non disdegnava avventure senza sosta, Touko sin da piccolo si sentì diverso, attratto dal suo stesso sesso. La svolta, per lui, arriva nel 1939, quando va alla scuola per pubblicitari a Helsinki. In città, da ragazzo proveniente dalla campagna, viene letteralmente inebriato dal porto, popolato da marinai, poliziotti, operai e , dopo lʼinizio della Seconda Guerra Mondiale, da soldati. Dopo il conflitto, a Accanto, due ermafroditi di Raniero Alliata di Pietratagliata. Il disegno risale, presumibilmente, agli anni Venti. Al centro, un disegno di Tom of Finland mai pubblicato sulle riviste. A destra, un classico dellʼarte erotica. Un particolare delle sculture del Tempio del Sole, edificio religioso risalente al XIII secolo che si trova nella città di Konark, nello stato di Orissa, in India pagina 39 qualche anno di distanza dallʼinizio della produzione di Raniero Alliata, ritorna alla pratica adolescenziale di chiudersi nella sua stanza, di spogliarsi nudo e disegnare sui fogli i suoi famosi “dirty drawings”. Fogli che rimangono segreti fino al 1956, quando, spinto da un amico, decide di inviarne alcuni a una rivista americana, “Physique Pictorial”. Il successo arriva però sul finire della sua vita, negli anni ʻ70: grazie ai soldi accumulati come pubblicitario, decide di dedicarsi solo ai suoi disegni. Nel 1973 espone ad Amburgo (e alcuni lavori vengono rubati), ma la svolta arriva nel 1978, in occasione del primo viaggio in America, con una mostra a Los Angeles (ne seguiranno altre a San Francisco e New York). Quanto basta per far diventare Touko “Tom of Finland”, come è riconosciuto e amato dal mondo gay planetario. Lʼartista muore nel 1991. TRASGRESSIONI A CONFRONTO. Una cifra stilistica accumuna Raniero Alliata di Pietratagliata e Touko Laaksonen. Lʼestrema fantasia nel fissare accoppiamenti ai limiti delle leggi fisiche e delle capacità umane, ma anche gli stessi incontri (che poi diventano spesso orge), popolati da scambi di sguardi, ammiccamenti, provocazioni più a meno palesi. Fino ad arrivare quasi a un punto di contatto, come nellʼimmagine grande al centro di queste due pagine, realizzata da principe, in cui campeggia una scritta “Cook (a)gency” che sembra citare (non solo nella spericolata posizione) i lavori del Finlandese. Ma se a Touko, omosessuale, si deve aver mutato la visione del sesso fra uomini, reso virile e non effeminato, il mondo privato di Raniero resta intimamente legato allʼantichità e allʼesoterismo. Protagonisti delle sue storie erotiche, infatti, sono donne dotate di fallo che richiamano il mito dellʼermafrodita. Ma la verità sulla loro natura, ad ogni modo, è morta con il principe. posterlibri 2 NOVEMBRE 2012 centonove SAGGI. E’ morto l’inglese che ha scritto i best-seller della storia La mafia secondo Hobswamm Attento alle vicende siciliane, sosteneva che la criminalità organizzata ha una strategia politica di lunga durata. Non a caso gli interessi si concentrano su Palermo DI AUGUSTO CAVADI PALERMO. Erich Hobsbawm è stato uno storico anomalo per almeno due ragioni: è rimasto un marxista, sia pur critico e creativo, sino alla fine dei suoi giorni; ha scritto di storia in maniera così accattivante che alcuni suoi titoli (uno per tutti: Il secolo breve) sono diventati, meritoriamente, dei best seller. Ma questo è noto e in queste settimane, in occasione della sua scomparsa, è stato ricordato da più parti. Meno nota - e mi pare da nessuno ricordata – lʼattenzione di Hobswamm alle vicende siciliane, soprattutto nel suo I ribelli. Forme primitive di rivolta sociale (del 1959 e tradotto in italiano dallʼ Einaudi nel 1966). Una prima chiarificazione riguarda la necessità di distinguere ciò che nellʼimmaginario comune viene troppo spesso – e disastrosamente – confuso: il banditismo sociale con la mafia. Il banditismo è “rurale, non urbano”; si limita a società contadine “profondamente e tenacemente tradizionali, a struttura precapitalista”; è “un fenomeno prepolitico”. La mafia siciliana, al contrario, è tanto rurale quanto urbana; è originata “dalle ambizioni delle classi medie”; è organizzata secondo “vere e proprie ʻcatene di comandoʼ e di iniziativa, forse sul modello degli ordini massonici”. A suo modo - arriva a sostenere Hobsbawm, ma la sua tesi andrebbe ulteriormente precisata – la mafia ha una strategia politica di lunga durata: i suoi alfieri, i “gabellotti”, vogliono e realizzano “il trasferimento del potere dalla classe feudale al ceto medio” (rurale prima, cittadino dopo). Infatti presto gli interessi mafiosi si concentrano su Palermo, la capitale dove “risiedevano gli avvocati (che di solito erano figli o nipoti istruiti della borghesia campagnola), che stipulavano i trasferimeni di proprietà; i funzionari e i tribunali da ʻorientareʼ; i commercianti che disponevano A CURA DI CARMELO CELONA Eric Hobswamm dei prodotti tradizionali, quali bestiame e grano, e dei nuovi prodotti ad alto reddito quali aranci e limoni”. La svolta decisiva si ebbe con lʼavvento al potere della Sinistra storica (dunque allʼinterno dellʼunica ideologia politica dominante, il liberalismo) nel 1876: si instaura “il vero regno della Mafia” che, grazie allʼalleanza con la classe politica al governo, diventa “una grande potenza”. Con una coniugazione al passato (che non esclude un prolungamento sino al presente), lo storico inglese annota: “I suoi membri sedevano in Parlamento a Roma e affondavano le mani nella parte più ricca della greppia governativa: grandi banche, scandali nazionali”. Altro che identificazione fra banditismo e mafia, insomma! “La Mafia manteneva lʼordine pubblico con mezzi privati e, generalmente parlando, difendeva lapopolazione proprio LACERTI DI LETTURE La statistica Quando si ha contezza del limite della vita, questa comincia a dilatarsi e il tempo gocciola enfatico come certi rubinetti nel buio della notte. “Con il virus nel sangue e con quella che i medici chiamano”aspettativa di vita” non superiore a due o tre anni, la gioia della vita è grande. E come se la vita si fosse ampliata, vedo di più, sento di più, so che ho amato di più.” Certa morale fonda i suoi valori sul pregiudizio della maggioranza e mai sul senso e sulla ragione. “La normalità, questo concetto statistico, trapiantato improvvidamente nel campo morale, di cui è una categoria.” La sofferenza che la qualità, essendo in minoranza, deve pagare quale tributo alla banale diffusa normalità, fondata sullʼirrazionale e sullʼignoranza. “La normalità, nella sua mera accezione statistica, applicata alle esperienze esistenziali.” Siamo noi che contro il banditismo”. Almeno un secondo tema affrontato da Hobsbawm va ricordato: il movimento dei fasci siciliani (1892 – 93) che, a suo avviso, meriterebbe molta più attenzione da parte degli storici (alcuni decenni dopo gliela avrebbe dedicata Umberto Santino). Infatti, nel contesto europeo, “oltre ad essere il più esteso, è anche il primo che possa essere definito come un movimento organizzato con dei capi, unʼideologia moderna e un programma: è questo, in effetti, il primo movimento contadino che si distingua da una semplice reazione spontanea dei contadini” (come quella raccontata da Giovanni Verga nella novella Libertà). Sappiamo come è finito questo movimento di riscossa popolare in cui attese millenaristiche e teorie socialiste si intrecciarono (a Piana degli Albanesi si registrò una originale, “triplice fedeltà: al comunismo, agli albanesi e alla Chiesa greca” che si tradusse in alcune aziende agricole a conduzione cooperativistica capaci di sopravvivere alla reazione padronale e governativae sino agli anni in cui lo storico marxista scriveva). Esso resta, comunque, un possibile modello per il presente: unʼesperienza collettiva di mobilitazione per ragioni economiche ma non priva di ideali morali e politici che aiuti la gente, soprattutto i ceti sociali più deboli (come oggi i disoccupati, i sotto-occupati e i precari a vita) , ad uscire da uno stato ibrido di “parassitismo e ribellione”, a convergere su un progetto complessivo minimamente coerente e a scongiurare la tentazione più ricorrente (in queste settimane di scottante attualità): “la mancanza di interesse” da parte dei cittadini, soprattutto dei proletari, “nei confronti della politica”. LA CLASSIFICA di Felice Irrera Carlo Galli, I riluttanti. Le élites italiane di fronte alla responsabilità, Laterza 2012, pp. 130, € 14,00 Molto si è detto, particolarmente in questo periodo, sul ruolo delle classi dirigenti e sulla loro inadeguatezza corruzione. In questo denso saggio, lʼautore ricerca una costante nella storia italiana, rintracciandola in un degrado, che fa seguito a periodi più o meno lunghi di regime politico-istituzionale (Risorgimento, Resistenza), cui fa seguito una crisi di sistema che porta allʼavvento di nuove élites (per lungo tempo “riluttanti”) che rimettono ordine nel sistema stesso. Sarebbe il caso, ai nostri giorni, del governo Monti. Follett - L' inverno del mondo. The E. L. James - Cinquanta sfumacentury trilogy. Vol. 2 - Mondadori ture di rosso - Mondadori 1Ken 4 E. L. James - Cinquanta sfumaPaolo e Rossella Simoncelli - Il grigio - Mondadori Sic - Rizzoli 2E.tureL. diJames 5nostro - Cinquanta sfumaCarmine Abate - La collina del 3ture di nero - Mondadori 6vento - Mondadori wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore progettiamo le nostre catene, e la società nella quale ci integriamo le costruisce. “I miei occhi sono pieni di pietà quando osservo chi si è costruito tutti gli impedimenti alla vita, chiusa fra ideologie, sicurezze, carriere, e che da questa prigione è così bloccato, che non riesce non solo ad uscirne , ma nemmeno a guardare cosa succede fuori.” Nel dolore senza soluzione, una notte dʼamore da consolazione infinita. “Se lʼamore, la passione e anche far lʼamore, nella salute e nella quotidianità è gradevole e confortante, nel dramma assume una valenza assoluta, palpitante, si stacca dalla normalità ancora di più, e ascende forse fino alla divinità.” Purtroppo solo dal dolore sʼimpara. “Il dolore affina, nobilita, allarga, ingigantisce, spappola, rompe, disintegra, fa impazzire, paralizza, è unʼesperienza importantissima, forse e di più: modifica. Eʼ un educatore.” La caccia allʼuntore moderna avviene attraverso i media ed ha un clamore devastante sulle incolpevoli vittime. “Ci siamo sentiti appestati, ma non era pagina 40 il virus che ci appestava, era lʼopinione pubblica, era quello che la gente pensava, quello che la televisione e la stampa ci faceva sentire, come ci descriveva.” Lʼamore non è un sentimento di esclusiva pratica tra uomini e donne. Lʼamore è universale. “Detestava gli omosessuali, i gay, non si riteneva appartenere a tali categorie, ed aveva ragione. Si diceva un uomo che ama un altro uomo.” Il sonno consolatore è quasi sempre un sonno sicuro. Spesso questa sicurezza ci arriva attraverso il calore dellʼaltro che ci dorme accanto. “Insieme abbiamo ricostruito la vita, il nostro amore, dormivamo vicini dopo aver fatto lʼamore, il più delle volte spossati, metteva le dita sotto il mio fianco, sentiva che cʼero, doveva sentirlo anche fisicamente e così ci addormentavamo.” Lacerti tratti da: “La bellezza è negli occhi di chi guarda ” 1993 Luigi Cerina postermusica centonove 2 NOVEMBRE 2012 L’INTERVISTA. Progetti e speranze del musicista di Santa Teresa di Riva «Io, folgorato da Miller» Max Dedo racconta gli esordi con filicorno nella banda del paese. Poi l’incontro col trombone e artisti di fama internazionale. «Con James Taylor una emozione che non si dimentica» DI ANGELO SAVASTA MESSINA. Lʼincontro con MaxDedo, musicista e cantautore di Santa Teresa di Riva, avviene nei camerini di un teatro in maniera insolita. Appena smesso di mangiare, cerco di provocarlo chiedendogli in prestito lo spazzolino da denti. Non batte ciglio: «Prendilo tu stesso. Eʼ nella ventiquattrʼore». Eʼ bastato poco percapire Max. Eʼ così. Un ragazzo intelligente che non perde mai la bussola e ama rimettersi continuamente in discussione. Non staremo ad elencare la sua riccacarriera musicale in Rai, Sanremo, Domenica in... Come, quando e dove il tuo primo incontro con la musica? «Il mio primo incontro con la musica è stato con Glenn Miller in tv, quando vidi questo signore elegante suonare questo strano strumento, il trombone, rimasi molto colpito e chiesi subito ai miei genitori di studiare musica... così mi mandarono in banda dove dapprima mi misero in mano uno strano strumento chiamato flicorno tenore ma non contento del flicorno ben presto chiesi di cambiarlo con il trombone. Iniziai a studiare trombone prima in banda e molto presto al conservatorio.». E' stato per caso che ti sei trovato un trombone tra le mani, o è stata una scelta mirata? Qualche volta, e molto piacevolmente direi, ci è capitato di sentirti fare delle escursioni jazz che ci hanno molto impressionato. E' un territorio che ti appartiene? «Sin da giovane a casa mia si ascoltava molta musica, mio padre ascoltava la musica classica e i jazzisti di inizio secolo... sono cresciuto a suon di rimsky korsakov e bix beiderbecke. Mi sento figlio dei classici quanto del jazz». In campo nazionale sei un estimatissimo professionista, con molte esperienze sia in Rai che a Mediaset oltre che a Sanremo e Max Dedo qualche anno fa hai anche fatto parte dell'orchestra di "Domenica in" diretta da Pippo Caruso. Che ricordo hai di quell'esperienza? «Lavoro dal 2001 nell'orchestra della Rai con Pippo Caruso e Baudo, ho partecipato a numerosi festival di sanremo e ho suonato in tantissimi programmi tv con Panariello, Lorella Cuccarini, Simona Ventura, Carlo Conti e tanti altri. Queste esperienze importanti mi hanno dato la possibilità di accompagnare artisti di fama nazionale ed internazionale del calibro di James Taylor, George Benson, Michael Bublè, Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart, Michael Bolton, Vasco Rossi, Riccardo Cocciante, Eros Ramazzotti, Renato Zero, Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Tiziano Ferro, Gianni Morandi e Pooh». Tu vivi a Roma ma non puoi fare a meno di ripercorrere, con molta frequenza, la strada che ti riporta al luogo natio? «Vivo a Roma e penso alla Sicilia. La mia terra mi ha dato tanto ma per far carriera sono dovuto scappare a Milano per oltre 10 anni e successivamente a Roma dove risiedo da circa cinque anni». Se dico Kunsertu, Nemas project e Bandamariù, cosa ti viene in mente? «Mi viene in mente un comune denominatore: il dialetto e la musica originale. Il mio primo turno discografico professionale l'ho fatto con i Kunsertu nel 1990 il vinile si chiamava Zambra ed è stata un'esperienza emozionante. Nemas project è un progetto di Nello Mastroeni al quale ho preso parte in veste di arrangiatore dei fiati e di strumentista. Bandamariù è una band che ho fondato nel 2003 a Milano e che ha un ruolo fondamentale nella mia vita. Oggi composta definitivamente da musicisti messinesi doc sta vivendo un momento di particolarmente florido». Qual è stata la più bella esperienza che ti sia capitata nel mondo della musica? «In ogni concerto che faccio provo delle emozioni diverse ma sempre alte. Ho provato una forte emozione di recente suonando con James Taylor nel programma tv "Panariello non esiste"». A parte la musica, coltivi qualche hobby in particolare? «Fino a qualche anno fa coltivavo l'hobby della pittura, ho fatto parecchie mostre collettive e personali. Oggi non trovo più il tempo di dipingere perchè la musica assorbe quasi tutto il mio tempo, ma prima o poi riprendo...». C'è, secondo te, una qualche relazione tra il cibo e la musica? «Penso che la musica sia una componente insostituibile e indispensabile per uno sviluppo armonioso dellʼessere umano almeno quanto il cibo. Cibo e musica rispondono a stimolazioni sensoriali dirette magistralmente dal nostro cervello. Secondo me quando mangiamo del buon cibo il nostro cervello “risponde” attivandosi esattamente come quando ascoltiamo della musica, al punto tale da variare diverse funzioni vitali nel nostro organismo». Tra i grandi trombonisti, qual è stato quello che ti ha influenzato di più o perlomeno che ti ha affascinato di più? «Come dicevo prima il mio primo incontro trombonistico è stato con Miller ma probabilmente quello che mi ha formato ed affascinato di più è stato jj johnson Il re indiscusso del trombone bebop, jj era talmente musicale che anche i respiri che prendeva tra una nota e l'altra suonavano come le note eseguite». Nel tuo modo di porti, in genere, traspare tanta autoironia. E' il tuo modo di essere? «Mi piace molto ironizzare, forse anche troppo, non mi piace prendermi sul serio quindi quando posso rido e cerco di divertirmi». Che tipo di papà sei? «Non so ancora che papà sono spero di essere un buon padre». Cos'è per Max Dedo la musica? «La musica è salvezza, voglia di aiutare il mondo, amore, cibo per l'anima, rigore, allegria e melanconia. Il contenuto dell'anima di un'artista si espande in tutte le direzioni e nel momento in cui ha raggiunto un certo grado interiore, la forma esteriore si pone a disposizione dell'intimo valore di questo grado». Cosa ti piacerebbe dire ai Messinesi? «Il dormiente si è svegliato...». LA SCHEDA Tutto iniziò con la sinfonica Trombonista e cantautore messinese, Massimo De Domenico inizia la sua carriera musicale nellʼambito classico/sinfonico esibendosi in tour con numerosi direttori dʼorchestra tra cui Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini e Giuseppe Sinopoli. In Italia ha collaborato suona ed inciso per Mario Venuti, Cristiano De Andrè, Tosca, Elio e le Storie Tese, Nomadi, Daniele Silvestri, Arisa, Marina Rei e Franco Fasano. Fondatore ed autore della Bandamariù, ha anche suonato nei musicalʼs A Chorus Line, Hallo Dolly, Saranno Famosi, La febbre del sabato sera, My fair lady, A Qualcuno piace caldo, Dance, Sette spose per sette fratelli, Evita e Jesus Christ Superstar. Da diversi anni suona nellʼOrchestra RaI per varie edizioni del Festival di Sanremo e per numerosi programmi Rai tv di successo accompagnando artisti come James Taylor, George Benson, Michael Bublè, Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart, Diane Krall, Michael Bolton e Vasco Rossi. pagina 41 2 NOVEMBRE 2012 postersocietà INTERVISTE IMPOSSIBILI. A tu per tu con Alcide De Gasperi «Un parlamento di Scilipoti» La politica di ieri e di oggi vista con gli occhi dell’ex leader della Dc fischiato nel ‘48 a Messina. «Oggi si accetta tutto. Corruzione, trasformismo e ignoranza» DI GIUSEPPE LOTETA Giuseppe Loteta, messinese doc, si laurea in giurisprudenza a Messina dove ha iniziato la sua attività politica. Socialista libertario parte per Roma nel 1959. Approda a L'Astrolabio, importante rivista diretta da Ferruccio Parri. Quindi a Il Messaggero dove per un trentennio fa il commentatore politico e l'inviato speciale. Non dimentica mai la sua Messina al quale resta legato indissolubilmente. Ha scritto diversi romanzi improntati sempre alla "messinetudine". Pur vivendo a Roma ha sempre l'occhio attento sulla sua città. RIMPIANTO E NOSTALGIA sono stati dʼanimo. Legittimi in chi non è più giovane. Ma né lʼuno né lʼaltra mi hanno spinto a immaginare tre interviste attuali con De Gasperi, Togliatti e Nenni. Eʼ stata piuttosto la constatazione che viviamo in tempi disastrosi, con una crisi economica che non ha precedenti (neppure in quella del 1929) e con una classe dirigente che ha abdicato al suo ruolo, anteponendo in molti casi il tornaconto personale allʼinteresse generale. Nani, se confrontati ai primi leaders della democrazia cristiana e dei partiti comunista e socialista. Questi tre statisti hanno creato la democrazia nellʼItalia post-fascista e, pur nellʼinevitabile confronto politico, hanno portato il nostro paese, distrutto dalla guerra, al miracolo economico e a una posizione di tutto rilievo nellʼEuropa e nel mondo. Chissà cosa penserebbero – mi sono detto- della situazione attuale, della morte dei loro partiti, degli uomini che hanno preso il loro posto, della confusione imperante? E ho cercato di dare una risposta. Cominciando con Alcide De Gasperi Presidente buongiorno, come sta? “Come vuole che stia? Bene, se non fosse per le cattive notizie che mi arrivano dallʼItalia”. Quali notizie? “Non ne parliamo”. Parliamone, invece. “La più recente? Quella di un tal Fiorito e delle sue ostriche dʼoro a carico della regione Lazio. E pare che non fosse il solo e non soltanto nel Lazio. Vede, noi le regioni le avevamo create nellʼAssemblea Costituente, ma abbiamo ritardato di qualche decennio la loro attuazione. Forse non eravamo del tutto convinti della loro utilità. Ed avevamo ragione”. Ma lʼautonomia regionale non è stata una conquista? “Se guardo al Lazio, alla Lombardia, al Piemonte, alla Sicilia di Cuffaro e di Lombardo, devo dire proprio di no. Vede, prima della Grande guerra il Trentino era austriaco, era il Tirolo del sud. Ed io, molto giovane, ero deputato al Parlamento di Vienna. Ebbene, sʼè cʼè un esempio in Europa di efficienza e di correttezza amministrativa, fin nelle più lontane province, è quello dellʼimpero austroungarico, unitario e accentratore”. Lo sa che tra pochi mesi ci saranno in Italia le elezioni politiche? “Certo. Cosa crede che qui non ci teniamo infornati? Ma vedo nero, vedo nero”. Perché? “Le parlerò con franchezza. Sono stato presidente del Consiglio per tutta la durata della prima legislatura, dal 1948 al 1953? Sa chi cʼera in Parlamento? Nel mio partito, la Democrazia cristiana, uomini del calibro di Dossetti, Gronchi, La Pira, Fanfani, Moro, Pella, Piccioni, Taviani, Zoli, Scelba, Zaccagnini, Enrico Mattei. Ma non soltanto da noi. Tra i comunisti, Togliatti, Terracini, Di Vittorio, Longo, Amendola, Li Causi, Camilla Ravera. Tra i socialisti, Nenni, Saragat, Pertini, Calamandrei, Calosso, Lombardi, Santi, Lussu, Tremelloni. E poi i repubblicani, Pacciardi, La Malfa, Conti, Parri, Sforza. I liberali, Benedetto Croce, Corbino, Cocco Ortu, Martino. Il monarchico Alfredo Covelli. E nel gruppo misto Vittorio Emanuele Orlando e Francesco Saverio Nitti”. Tutti grossi personaggi. Ma che cʼentrano? “Cʼentrano, perché mi viene da ridere, anzi da piangere, se guardo al vostro Parlamento di oggi. I deputati nominati dai segretari dei partiti, partiti senza identità, parlamentari che cambiano casacca a ogni giro di valzer, corruzione, trasformismo, ignoranza, gli Scilipoti a non finire. E non credo che nella prossima legislatura andrà molto meglio”. Ma in Parlamento e nei partiti ci sono molti ex democristiani… “Glieli raccomando. Da destra a sinistra: Formigoni, Buttiglione, Rosy Bindi…Loro e tanti altri con la vecchia Dc non hanno nulla a che vedere. Sono integralisti cattolici, pronti ad obbedire ad ogni ordine che viene dal Vaticano, a fare propria ogni ingerenza della chiesa nella vita politica e parlamentare del nostro paese. Certo, nella Dc eravamo cattolici, ma cercavamo di contemperare il nostro credo religioso con il senso dello Stato. Proprio a me, un povero cattolico della Valsugana, è toccato di dire no al Papa. Eʼ stato alle elezioni amministrative romane del 1952. Pio XII temeva lʼavvento di un sindaco comunista e per questo aveva immaginato un listone civico con dentro la Dc e il Movimento sociale italiano, i neofascisti. Aveva mandato da me il povero don Sturzo a patrocinare la sua proposta. Gli risposi che, se il Papa me lʼavesse imposto, avrei chinato la testa, ma avrei rinunciato alla vita politica. Erano con me Saragat, Pacciardi, i laici al governo. Il Vaticano dovette rinunciare allʼimpresa”. Ma cʼè ancora in pista qualche vecchio democristiano… “Dei miei tempi, no. Ah sì, uno, Giulio Andreotti. Eʼ stato mio segretario e sottosegretario nei mei governi. Era giovane, intelligente, assolutamente spregiudicato, molto diverso da me”. E allora perché se lʼè tenuto? “Perché in un grande partito di maggioranza, quale era la Dc, anche i tipi come Andreotti erano utili. Poi, forse, ha strafatto”. Che ne pensa di Monti? “Ha salvato lʼItalia dal baratro. Ma, a parte questo, ammiro la dignità, lo stile e la competenza con le quali si muove sul piano internazionale. Ben lontane dai comportamenti del suo predecessore. Vede, io a queste cose tengo molto. Nel 1946 ero presidente del Consiglio da un anno. LʼItalia aveva perso la guerra ed era in condizioni stremate. Andai alla Conferenza di pace di Parigi. Sapevo che ci avrebbero imposto condizioni molto dure, come poi avvenne. Cominciai il mio intervento così: “Signori, io sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me”. E andai avanti senza abbassare la testa. Alla fine mi applaudirono”. Il momento peggiore del lungo periodo in cui è stato presidente del Consiglio? “Certamente lʼattentato a Togliatti, il 14 luglio del 1948. Il 25 aprile avevamo vinto le elezioni e i pagina 42 Alcide De Gasperi centonove comunisti erano allʼopposizione. Gli animi erano sovreccitati. Un giovane di destra sparò tre colpi di pistola a Togliatti. Per fortuna non lʼuccise. Ma seguirono giorno tremendi. Sollevazioni popolari, interventi della polizia, morti e feriti. Eravamo sullʼorlo della guerra civile”. E come finì? “Bene, per fortuna. Una leggenda vuole che sia stata la vittoria di Bartali al giro dʼItalia a monopolizzare lʼinteresse degli italiani, distogliendoli da intenzioni barricadiere. Ma non è vero. Fummo Togliatti ed io ad impedire che si verificasse il peggio. Lui, dal letto dʼospedale ordinò a Luigi Longo e a Pietro Secchia di impedire che i disordini si trasformassero in rivolta. Io convinsi il ministro dellʼInterno, Mario Scelba, ad andarci piano con le sue camionette della polizia. Togliatti migliorò, guarì, e la calma fu ristabilita”. Lei, presidente, ha visitato più volte tutte le città dʼItalia. Una domanda cattiva: in quale è stato accolto peggio? “Male in più di una, per la verità. Ma ho un ricordo particolarmente spiacevole del comizio tenuto a Messina per le elezioni del 1948. Era stato preparato con cura. Affluenza dalla provincia, piazza del Municipio gremita. Ma comunisti e socialisti avevano portato più gente di noi. Avevo appena cominciato a parlare che una bordata di fischi partì dalla piazza. Provai a continuare. Non fu possibile. Fischi e urla a non finire. Dovetti interrompere il comizio, non senza avere gridato, sdegnato: “Chi non vuol farmi parlare non è degno dʼascoltarmi”. E andai via”. Ma era questo il clima? “Anche peggio. I comunisti ci chiamavano forchettoni e noi affiggevamo manifesti con i cosacchi che abbeveravano i cavalli in Piazza San Pietro”. Da allora non è cambiato nulla, allora? “Sì, molto e non certo in meglio”. Grazie, presidente, torni a riposare. “Chi le dice che ci riposiamo?”. Non so, non conosco le vostre abitudini. “Prima o poi le conoscerà. Arrivederci”. postermostre centonove “Femme” (2012), di Ranieri Wanderlingh “Arlecchino” (1994), di Ranieri Wanderlingh MESSINA. Fino al 4 novembre la mostra personale al Monte di Pietà Wanderlingh, il pop è romantico Cinquanta opere su tela ripercorrono la carriera dell’artista, che presenta il riva allo Stretto il suo nuovo stile pittorico. In bilico fra Andy Warhol e il Romanticismo storico europeo DI MARINO RINALDI MESSINA. I suoi quadri si riconoscono a prima vista. Non cʼè bisogno di leggere la firma, né di sfogliare il catalogo. Basta solo unʼocchiata, anche furtiva, per identificare senza timor di smentita le tecniche espressive, gli elementi costanti - o più semplicemente la poetica - di Ranieri Wanderlingh, il poliedrico artista messinese che fino a domenica 4 novembre esporrà una raccolta della sua produzione pittorica, con le sue opere più rappresentative, nelle sale del Monte di Pietà. Inaugurata il 20 ottobre dal Presidente della Provincia Nanni Ricevuto e dallʼassessore provinciale alla Politiche culturali Giuseppe Crisafulli, la mostra “Pop Romantic Art” rappresenta unʼoccasione unica per avventurarsi, tela dopo tela, nel variegato e complesso percorso artistico del pittore, e per scoprire, al contempo, il suo nuovo stile pittorico, definito “Pop romantico” e presentato per la prima volta sulle rive dello Stretto. Lʼesposizione, corredata da un volume monografico, comprende circa cinquanta opere su tela ed alcuni disegni e modelli, compreso quello originale della fontana “Bios”, realizzata a Messina nel 2005 e installata alla Passeggiata a Mare. SE IL POP È ROMANTICO. Il termine, quasi un ossimoro, si deve a Teresa 2 NOVEMBRE 2012 Pugliatti. Fu la storica dellʼarte messinese a coniare, nel corso di una mostra del 1999, la sintetica definizione che racchiude al meglio le due “anime” dellʼartista. Da una parte il “pop” in quanto recupero dellʼimmagine, anche se spesso geometrizzata, ironica, persino grottesca. Dallʼaltra il “romanticismo” che pervade le opere, che parlano e raccontano dellʼuomo, del suo io e della sua interiorità. Un raro amalgama che “trasfigura” oggetti semplici della vita quotidiana, circoscritti e quasi monumentali sulla tela, in entità altre che non raffigurano (solo) se stesse ma sembrano suscitare ed evocare uno stato dʼanimo. È il pathos che emerge dallʼapparente semplicità delle cose, una emozionalità viva e così distante - quasi agli antipodi - dalla freddezza ritrattistica di Andy Wahrol. «Se questʼultimo - scrive Pasquale Fameli in “Classicismo e Romanticismo nella Pop Art” - evitava di esprimere lʼemozione e guardava esclusivamente al mondo esterno, caleidoscopio di nuovi stimoli visivi forniti dalle istanze pubblicitarie, Wanderlingh esplora contesti alternativi al sociale o al quotidiano, stilando un manifesto pittorico dellʼesistenza e del valore umano naturale». Svincolando il linguaggio Pop dal riporto “tale e quale”, Wanderlingh opera così un rovesciamento che, parafrasando il culturologo canadese Marshall McLuhan, si potrebbe definire “dal cliché allʼarchetipo”: anziché operare freddi prelievi alla Roy Lichtenstein da fumetti preesistenti per trasporli in pittura in maniera quasi meccanica, lʼartista messinese reinventa un suo personale iconismo fumettisticoprimitivista, caratterizzato da ampie e brillanti campiture cromatiche. I suoi grandi close-up del 1994 come “Tania” o “Velia”, oppure il più recente “Morositas” (2012), in cui si avverte forte lʼeco matissiana, puntano a ristabilire, attraverso la frontalità dei volti, la flessuosità della sintesi formale e uno spiccato decorativismo, una rivalutazione della soggettività e un recupero del valore umano primigenio. «Proprio perché Ranieri non sa rinunciare a dare sentimento alle sue figure - scrive Teresa Pugliatti in “Arte Contemporanea a Messina (19801997)” - e, direi, a “ricevere” sentimento da loro, attraverso i loro sguardi, attraverso la loro aria buffa e divertente, ma anche attraverso le loro patetiche anomalie, che non possono se non suscitare una forma di tenerezza. Mi sembra dunque da proporre come definizione di questa sua pittura, quella di “pop romantico”». COSIʼ DIVERSO, COSIʼ UGUALE. Dai primi anni ʻ80, contraddistinti da una poetica legata agli espressionismi dei Neue Wilden e al nuovo immaginario pop-graffiti, passando per i dipinti “psicoespressionisti” degli anni ʻ90, fino al nuovo stile che unisce la pop art americana al Romanticismo storico europeo, la mostra allestita al Monte di Pietà sarà così lʼoccasione per scoprire lʼintero percorso artistico di Wanderlingh, contraddistinto da una continua diversità dei temi e delle tecniche espressive, e, al contempo, da un immutato riscontro di elementi costanti che costituiscono lʼ”impronta” autoriale dellʼartista. Una “cifra” stilistica che rende perfettamente riconoscibili opere lontane nel tempo e nello stile. Senza nemmeno leggere la firma. Ranieri Wanderlingh (a destra) con il mecenate di Tusa Antonio Presti pagina 43 posterweekend 2 NOVEMBRE 2012 come... dove... quando... venerdi' 2 novembre CATANIA. L'Italiana in Algeri, dramma giocoso in due atti di Angelo Anelli. Musiche di Gioacchino Rossini, con Gioacchino Rossini. Mustafà Simone Alaimo, Elvira Sonia Peruzzo, Zulma Loredana Megna, Haly Salvo Todaro. Teatro Massimo Bellini ore 17.30 TREMESTIERI ETNEO MUSICA sabato 3 novembre Mercatino dei defunti e sagra dellʼIris - Con degustazioni del delizioso dolce fritto ripieno di creme PALERMO. 'A Dio piacendo' di e con Ernesto Maria Ponte e Salvo Rinaudo. Send-art di Stefania Bruno. Musiche di Tony Greco. Agricantus ore 21.30 PALERMO. 'La vedova allegra' con Anita Venturi, Cosimo Diano, Elisabetta Giammanco, Vinvenzo Bonomo, Toti Sutera e Franco Zappalà. Teatro Zappalà - ore 21 PALERMO. 'Straziante Bellezza del creato. Con Preziosa Salatino e Alfonso Biuso. Omaggio a Pier Paolo Pasolini per parole e musica. Teatro Atlante ore 21.15 CATANIA. L'Italiana in Algeri, dramma giocoso in due atti di Angelo Anelli. Musiche di Gioacchino Rossini, con Gioacchino Rossini. Mustafà Simone Alaimo, Elvira Sonia Peruzzo, Zulma Loredana Megna, Haly Salvo Todaro. Teatro Massimo Bellini ore 17.30 TREMESTIERI ETNEO Mercatino dei defunti e sagra Videogioco per suonare UN TEMPO SI COMPRAVA il libriccino di Kent “Chitarristi in ventiquattro ore”; cult sul quale si sono formate intere generazioni di chitarristi da falò. Oggi si cambia suonata. Se si è appassionati di videogiochi e si vuole velocemente imparare qualche rudimento di chitarra cʼè una nuova possibilità: si chiama “Rocksmith”, ed è un videogioco che promette di trasformare i neofiti della 6 corde in chitarristi rock. Il tutto, si legge nella presentazione, giocando e con poca fatica, collegando una qualsiasi chitarra elettrica alla consolle (anche se il videogioco si può acquistare con una Gibson Epiphone al costo di circa 200 euro). Senza chitarra invece, il videogioco di Activision (disponibile su PS3, Xbox 360 e PC) costa circa 60 euro. Contiene una cinquantina di successi rock attuali e classici e trasforma il segnale che esce dalla chitarra amplificandolo direttamente tramite TV o computer. Corde e tastiera sono visualizzati sullo schermo e le note vengono verso il fruitore e devono essere suonate quando raggiungono un determinato punto del percorso. di Marco Olivieri Il ritorno di Bertolucci CON UNA DEDICA al fratello Giuseppe, regista sensibile, Bernardo Bertolucci ritorna al cinema grazie a un film potente e denso di suggestioni. Dallʼomonimo romanzo di Nicolò Ammaniti (anche sceneggiatore con Bertolucci, Contarello e Marciano), lʼautore di “Ultimo tango a Parigi” e “Novecento” immerge lo spettatore in una cantina oscura e ricca di sorprese, nella quale il quattordicenne Lorenzo (lʼesordiente Jacopo Olmo Antinori) si rifugia per una settimana in modo da distaccarsi dalla pochezza del mondo degli adulti (in primis i genitori) e dallʼincubo di una settimana bianca con i compagni di scuola. Qui incontra la tossica sorellastra Olivia (la rivelazione Tea Falco, catanese), tanto dissestata quanto capace di instaurare un legame profondo con il ragazzo. In quel rifugio si dipana un film toccante, nello stile evocativo di un maestro cinematografico. “Io e te” alla Multisala Apollo e allʼUci Cinemas di Messina Due spettacoli “recuperati” dopo il blocco dei fondi regionali DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Sono stati recuperati alla Sala Laudamo i due spettacoli “al femminile” di Donatella Venuti e Patrizia Baluci, rispettivamente “Requiem for my mother” della prima (di cui non occorre traduzione) e “Amaro ma non troppo” della seconda. Bloccati nel giugno scorso, come qualcuno ricorderà, perché la regione Sicilia aveva tagliato, a stagione in corso, del -22% (pari a un milione quattrocento settantamila Euro) il contributo annuale allʼEnte Teatro di Messina che è di sei milioni 962mila Euro. Lo spettacolo scritto-direttointerpretato dalla Baluci, in scena il prossimo venerdì ( 9 novembre con repliche il 10), ha per sottotitolo “Lʼinsolita storia di Anna Pellegrino in arte Dolcelatte”, una donna che dopo aver Donatella Venuti e Giada Vadalà. In basso, Patrizia Baluci perduto ogni bene, compresi casa e famiglia, diventa una singolare prostituta. solo dietro alla porta una vita di delirante solitudine. Le Nel senso che la scelta di abbracciare questa scene sono di Riccardo Di Leo, i costumi di Francesca professione avviene casualmente, non per ripiego o Placuzzi, il commento musicale di Federico Fischetti.dettata dal bisogno, così come fortuito è lʼincontro con “Requiem for my mother” scritto-diretto-interpretato da tale Amedeo che diventa suo compagno e protettore. Donatella Venuti con accanto Giada Vadalà, andato in I suoi incontri con i clienti si caratterizzano per le scena alla Laudamo la scorsa settimana, è una sorta di cenette eleganti ed estrose a base di prelibati piatti e psicodramma che una madre e una figlia consumano manicaretti che prepara con le sue mani. Un rituale, nellʼarco di 70 minuti. Un rapporto caratterizzato da “cibo-sesso”, che occupa molto più tempo dei suoi elettrici ed elettrizzanti momenti che le due donne riintrattenimenti erotici. Passano gli anni e ad un tratto vivono, ripercorrendo almeno un quarantennio di vita, da Amedeo muore svelando un tristissimo, surreale quando la figlia-bambina non può avere una Barby retroscena esistenziale sinora tenuto nascosto. Il perché considerata dalla madre unʼamericanata, a mondo di Anna crolla e inizia il suo disfacimento quando adulta insegnante di lettere vomita che questo è psicofisico. Niente più cenette, niente più momenti di lʼunico mestiere che una donna può fare in una Sicilia “angelo azzurro”, niente fornelli e cucina, lʼattende cinema2 Scalia, premio alla carriera La Sicilia raccontata in “Un milione di giorni” nato a Catania il 17 marzo 1960 e pluripremiato talento del montaggio con due Oscar (JFK nel 1992 e Black Hawk Down nel 2002), due Nomination (Genio Ribelle nel 1998 ed Il Gladiatore nel 2002) e molti altri grandi film al suo attivo (Hannibal, American Gangster) è volato a Los Angeles da Londra dove sta lavorando al nuovo film di Ridley Scott, The Counselor, con Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Javer Bardem e Penelope Cruz. e Franco Zappalà. Teatro Zappalà alle 21 PALERMO. 'Straziante Bellezza del creato. Con Preziosa Salatino e Alfonso Biuso. Omaggio a Pier Paolo Pasolini per parole e musica. Teatro Atlante ore 21,15 MODICA. Concerto per violino e pianoforte del Duo Uinskyte Dilema. Palazzo della Cultura ore 19.30 Laudamo al femminile cinema1 CATANIA. Pietro Scalia, uno dei rappresentanti italiani dell'arte del cinema a Hollywood, due Oscar, vede il suo talento confermato da due premi: i BTC, Behind the Camera Awards che si tengono stasera a Los Angeles, per il montaggio del film Prometheus, e il Premio alla Carriera MIFF Awards 2012, rappresentato dal Cavallo di Leonardo da Vinci, appena consegnato all'Istituto italiano di Cultura di Los Angeles. Pietro Scalia, dellʼIris - Con degustazioni del dolce fritto ripieno di creme PALERMO. 'A Dio piacendo' di e con Ernesto Maria Ponte e Salvo Rinaudo. Send-art di Stefania Bruno. Musiche di Tony Greco. Agricantus ore 21.30 PALERMO. 'La vedova allegra' con Anita Venturi, Cosimo Diano, Elisabetta Giammanco, Vinvenzo Bonomo, Toti Sutera MESSINA. Donatella Venuti e Patrizia Baluci in scena di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove ROMA. A sei anni da 'Lettere dalla Sicilia', premiato con il Globo D'oro nel 2006 e apprezzato da critica e pubblico, Manuel Giliberti torna dietro la macchina da presa. L'8 novembre arriva nelle sale cinematografiche "Un milione di giorni", quattro storie e quattro donne sempre sullo sfondo dell'amata Sicilia. Figure solo in apparenza normali, colte ognuna in un momento particolarmente significativo della propria esistenza che raccontano del proprio destino iniziative indistricabilmente legato a quello di un uomo. E con queste storie si sorride, ci si commuove, spesso anche si ride. Una quinta figura femminile, Concettina, lega il racconto mentre un anello, passando di mano in mano ne costituisce la continuità, attraverso lo scorrere di un milione di giorni. Prodotto da Camillo Esposito per Capetown srl e Franco Laera per Change Performing Arts, la nuova opera di Giliberti è un affresco in costume con un grande cast di attori italiani, dove spicca un perfetto Nino Frassica (nella foto), la grande Piera Degli Esposti, Lucia Sardo, Chiara Caselli, Galatea Ranzi, Mita Medic, Luchino Giordana e Evelyn Famà. Una Sicilia raccontata con un "gusto storico" dove paesaggi inediti si fondono con un pagina 44 racconto lucido che scava negli animi dei protagonisti. La pellicola si vedrà al cinema tra Roma, Milano, alcune sale in Sardegna e la Sicilia, e dall'8 novembre sarà disponibile anche in noleggio e acquisto sulla piattaforma Apple di iTunes Store (e già ora disponibile in pre-order). L'idea, è della distribuzione curata da Capetown srl, per restituire la bellezza e la forza del racconto di Manuel Giliberti, la sua Sicilia e le sue attrici, al pubblico in tutta Italia e nel mondo. Picciriddi e strummule PALERMO. Dallʼ1 al 4 novembre seconda edizione di ʻPicciriddi e Strummuleʼ, il festival del gioco e del giocare insieme. Mille e un … gioco per picciriddi di ogni età coloreranno Villa Forni, pista di pattinaggio, lʼarea sgambamento cani e le aree verdi limitrofe del Parco Cassarà e gli altri luoghi di gioco cittadini. La celebre indicazione di Bruno Munari “Giocare è una cosa seria!” è il leit motiv della manifestazione sul quale si articola la ricca maratona di attività ludico culturali coordinate dallʼAssociazione Ziggurat, che ne è lʼente produttore.Un festival low budget, autofinanziato, ma di alto livello, che questʼanno ha ottenuto il patrocino gratuito del Comune di Palermo. In programma un calendario di appuntamenti ampio e trasversale fatto da mille anime e duplici finalità: dal recupero delle tradizioni riproposte in chiave moderna alla volontà di proporre e diffondere la visione di un mondo ecosostenibile. posterweekend centonove domenica 4 novembre S.LUCIA DEL MELA Novembeer Fest Park, festa della birra, con tanta musica dal vivo e barbecue grill di salsiccia e altro. Ore 18.30, Parco Urbano TREMESTIERI Mercatino dei defunti e sagra dellʼIris - Con degustazioni del dolce fritto ripieno di creme PALERMO. 'A Dio piacendo' di e con Ernesto Maria Ponte e Salvo Rinaudo. Sendart di Stefania Bruno. Musiche Tony Greco. Agricantus ore 21.30 PALERMO. 'La vedova allegra' con Anita Venturi, Cosimo Diano, Elisabetta Giammanco, Vinvenzo lunedi' 5 novembre Bonomo, Toti Sutera e Franco Zappalà. Teatro Zappalà alle 21 PALERMO. 'Straziante Bellezza del creato. Con Preziosa Salatino e Alfonso Biuso. Omaggio a Pier Paolo Pasolini per parole e musica. Teatro Atlante ore 21.15 degli anni ʼ60. Cʼè troppa legna che brucia in questo dramma. Tante le tesserine che sʼintrecciano, da non riuscire sempre a ricomporre il puzzle. Cʼè una madre che la Venuti interpreta in stile neo-realista, da donna sicula vecchio stampo che si esprime in un comprensibile dialetto, quasi a mostrare la sua intensa esperienza di vita dalla quale ha dovuto trarre virtù, sì da poter convivere con una figlia sfacciata che le si rivolta spesso contro e che nonostante le sue rimostranze stravede per la sua “picciridda” che vorrebbe proteggere e difendere da una società sempre più violenta e criminale. E cʼè una figlia che crescendo rifiuta gli insegnamenti cautelativi e ossessivi della madre. E cʼè uno zio in odore di mafia che non compare mai, che mantiene economicamente entrambe le donne, forse perché espia il fattaccio dʼaver ucciso il padre della ragazza e dʼ”averle fatto la festa” quando costei aveva quindici anni, la stessa età di Rosetta, figlia di Cesira, di cui qui si vedrà uno spezzone del film “La Ciociara” di Vittorio De Sica, tratto dal romanzo di Moravia, allorquando un gruppo di soldati marocchini violentano madre e figlia in una chiesa diroccata: (scena oltremodo didascalica di cui la Venuti poteva farne a meno). Per Giada Vadalà, credo, sia stato il lavoro più impegnativo che ha interpretato, dovendo diversificare con corpo, viso e voce le varie età della figlia e gli atteggiamenti che doveva assumere quando andava indietro nel tempo o quando ri-viveva i fatti reali o sognati assieme ad una madre che compariva come uno fantasma sulla scena di Franco Lombardo, agghindata con sette lastre di specchi, quanti i peccati capitali, disposti a semicerchio coperti da drappi con al centro un bianco talamo. I costumi erano di Duse, i brani musicali a cura di Arcadio Lombardo. Luci e fonica di Danilo Scuderi. lirica Rossini al Bellini con applausi CATANIA. Divertente e grottesco l'allestimento de 'L'italiana in Algerì di Giacchino Rossini che, dopo 18 anni di assenza, ha debuttato ial Teatro Bellini di Catania per la stagione lirica 2012, in un nuovo allestimento ideato da Michele Mirabella. Sul palco danzatrici, saltimbanchi, una scena e costumi coloratissimi e decisamente sgargianti, e voci quasi tutte da applaudire senza riserve, con l'orchestra del teatro diretta da Giuseppe La Malfa ai consueti, 'soliti', livelli di eccellenza, e il coro diretto da Tiziana Carlini che si è perfettamente adattato alle richieste del regista Michele Mirabella. Alla fine dello spettacolo, applausi calorosi per tutti, a cominciare da bassbaritono Simone Alaimo, istrionico, a suo agio nei panni ingombranti (sotto tutti i punti di vista) di Mustafà, e dalla bella e brava Manuela Custer nel ruolo di Isabella. Attorno a loro, un cast di buone voci sulle quali svettavano il Taddeo di Clemente Antonio Daliotti e la Elvira di Sonia Peruzzo. Applausi anche per Loredana Megna (Zulma), Salvo Todaro (Haly), Daniele Zanfardino (Lindoro), per le coreografie di Silvana Lo Giudice , per le scene e i costumi di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, per il light designer Franco Ferrari. Si replica pfino al 3 novembre. MONGIUFFI MELIA. Sagra della Cuzzola. In occasione della festa di San Leonardo. Musica e degustazioni a partire dalle 8 MESSINA. Gli ultimi Gattopardi al Palacultura Antonello. Tra arte, letteratura e alchimia Circuito del Mito martedi' 6 novembre MONGIUFFI MELIA. Sagra della Cuzzola. In occasione della festa di San Leonardo. Musica e degustazioni a partire dalle 8 MESSINA. Pop romantic art al Monte di Pietà. Mostra personale di Ranieri Wanderlingh. Dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 CATANIA 2 NOVEMBRE 2012 mercoledi' 7 novembre PALERMO Al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo avrà luogo un concerto interamente dedicato a Johann Sebastian Bach. Al pianoforte Gianfranco PappalardoFiumara. Ore 21 MESSINA. Pop romantic art, personale di Wanderlingh al Monte di Pietà giovedi' 8 novembre MESSINA. Gli ultimi Gattopardi al Palacultura. Tra arte, letteratura e alchimia MESSINA. Pop romantic art al Monte di Pietà. Mostra personale di Wanderlingh. Dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 MESSINA. Mostra di Tindaro Calia alla Chiesa Santa Maria Alemanna. DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Bollicine del Sud Savi Manna (foto Simona Grillo) Com’è importante Savi Manna Allo Zo la nuova “prova” del drammaturgo CATANIA. Certo, se il primo spettacolo è andato benissimo, metter su il secondo diventa impresa difficile, ansiogena, faticosa per chi lo crea e per chi lo produce. È questa la cifra con cui si può in qualche modo descrivere “Importante, molto importante” lo spettacolo che, il fine settimana scorso il regista, drammaturgo e attore catanese Savi Manna ha presentato nella scena di ZO a Catania, a tre anni esatti dalla raffinata narrazione di “Turi Marionetta”. Si tratta di una trilogia di pezzi brevi (“sesso, droga, rock and roll”) che Manna interpreta insieme con la giovane e brava Ilenia Maccarrone e che senza dubbio rivelano una significativa accuratezza nellʼelaborazione: nulla è lasciato al caso e, al contrario, ogni battuta è pensata, ogni silenzio riempito di senso, ogni gesto provato e riprovato, ogni cambio di luce meditato. Nel primo pezzo unʼesuberante e bellissima prostituta straniera sʼinnamora di un cliente, un taciturno violinista che la paga solo per guardarla, ma per lei non ci sarà il tempo per vivere quellʼamore, per rivelare ciò che è “importante, molto importante”. Nel secondo pezzo una coppia di amanti e spacciatori di rango internazionale (una hostess che gira il mondo trasferendo cocaina e un catanese trasferitosi sul “continente” per scampare alla mafia) si accusano reciprocamente e reciprocamente si fanno del male per non saper trovare un punto dʼequilibrio su ciò che per entrambi è importante davvero. Nel terzo pezzo ci sʼimbatte in un fugace episodio di seduzione che, tra leggerezza e stralunato incanto, riporta in scena il violinista del primo episodio e la spacciatrice del secondo, per concludersi ancora una volta con la delusione acida di unʼassoluta incapacità dʼintendersi tra uomini e donne. Ed è appunto questa incapacità dʼintendersi tra uomini e donne il tema centrale di questo spettacolo, il motivo che accomuna i tre episodi. Uno spettacolo cui non mancano difetti però: appare acerbo, fragile dal punto di vista drammaturgico e in questa fragilità spiccano negativamente da un lato lʼartificiale nonchalance, ostentatamente “catanese”, con cui Manna (citando Carmelo Vassallo) interpreta i suoi ruoli e che in qualche modo indebolisce il senso dei silenzi che sanno parlare invece e dare senso allo spettacolo, mentre dallʼaltro lato non apportano molto di più le citazioni o i richiami filosofici che Manna lascia cadere senza permettere che nella dinamica dello spettacolo se ne possano ravvisare davvero echi ed effetti. Paolo Randazzo pagina 45 NON Eʼ VERO che nel meridione non si facciano ottimi spumanti a metodo classico, quelli che una volta, prima che i francesi ci impedissero di farlo, venivano detti champenoise. Eccovene un paio da comprare a cominciare da una novità il Donnafugata Brut Cuvée Prima un metodo classico da uve chardonnay vendemmiate nel 2007, vinificate in acciaio, che sostano sui lievito più di 30 mesi prima del degorgement Giallo paglierino brillante, perlage fitto ed elegante, profuma di frutta esotica fiori gialli e ha una bella nota minerale in bocca è pieno, persistente e di eccellente beva. Di livello anche il Bruto 2010 di Planeta da Carricante, prodotto sullʼEtna in contrada Sciara Nuova a 850 metri di quota, per questo metodo classico sono 18 i mesi di sosta sui lieviti prima del tiraggio. Paglierino verdolino dai riflessi brillanti, ha un perlage fitto e durevole, al naso è floreale, poi seguono profumi più erbacei e di frutta gialla. Bella beva, piacevolissima scandita da freschezza acida e sapidità. Molto buono anche il Murgo Extra Brut 2006 della cantina di santa Venerina della famiglia Scammacca del Murgo che produce spumanti sullʼEtna da una ventina d'anni. LʼExtra Brut ʼ06 solo da nerello mascalese vinificato in bianco sosta sui lieviti per 48 mesi prima della degorgiatura. Ha un bel perlage fitto e persistente e una perfetta presa di spuma al palato. Al naso profuma di pasticceria, fiori gialli e frutta come susine e albicocche a cui si aggiunge una fresca nota minerale, alla beva si presente elegante, ben distribuito, de con un bel finale di lunga persistenza. Decisamente buono anche lʼAlmaneti Brut ʼ09 della calabrese Librandi, un metodo classico da uve chardonnay vinificate in acciaio . Molto piacevole anche al palato fresco e persistente. Sempre Librandi produce il Rosaneti Brut Rosato Metodo Classico Millesimato 2009 metodo classico da gaglioppo che riposa almeno un'anno e mezzo in bottiglia sui lieviti, profuma di piccola frutta rossa, fiori di campo e macchia mediterranea, fresco, sapido e ricco di frutto. SICILIA DA ASSAGGIARE! Ossa dei Morti DELIZIA DELLA FESTA PER I MORTI. Ingredienti 300g di zucchero semolato, 275g farina 00, 1 cucchiaio di miele millefiori, 70 ml acqua, 1/4 cucchiaino di cannella in polvere, 1/4 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere. Procedimento: pesare tutti gli ingredienti e mettere la farina in un impastatrice o nel robot da cucina con le lame. Scaldare l'acqua e quando arriva quasi ad ebollizione spegnere la fiamma e versarvi lo zucchero, il miele e le spezie. Si otterrà uno sciroppo granuloso dal momento che lo zucchero non può sciogliersi del tutto vista la concentrazione molto alta. Intiepidire per 5 minuti e versare lo sciroppo a filo sulla farina facendo lavorare l'impastatrice. Impastare per ottenere un impasto sodo e omogeneo. Trasferire su un piano da lavoro infarinato, dare la forma di una palla e ricavare subito tanti filoncini di circa 1,5-2 cm di diametro. Tagliare in diagonale a tocchetti di 3 cm. Decorare, imprimendo su ogni tocchetto i rebbi di una forchetta.Vadano messi ad asciugare sotto il caldo sole, coperti da un velo, per almeno 3 giorni. Mai capovolgerli. La parte inferiore deve restare umida. In alternativa si asciugano al forno con una procedura definita. Disio Hostaria Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. 2 NOVEMBRE 2012 IO, CITTADINO di Eugenio Caputo Quando l’acquisto è incauto COSA SI intende per incauto acquisto? Federico-Messina Il reato di ricettazione, previsto dall'articolo 648 del codicepenale, è molto simile a quello di acquisto di cose di sospetta provenienza, aisensi dell'articolo 712 del codice penale, meglio noto proprio come incautoacquisto. La differenza tra le due fattispecie di reato è dato dallʼelementosoggettivo dellʼanimus assunto dal soggetto agente al momento dell'acquisto delbene: se acquisti la merce rubata senza essere a conoscenza della suaprovenienza illecita, quindi colposamente, risponderai ai sensi del 712 c.p.;se, invece, il bene è acquistato sapendo per certo che è di provenienzaillecita, cioè rubato, allora visto il dolo, cioè lʼaver agito con volontà econsapevolezza, risponderai di ricettazione. Lʼelemento soggettivo del reato diricettazione è caratterizzato dalla consapevolezza della provenienza delittuosa del bene, il che significa avere cognizionedellʼorigine illecita del bene acquistato al fine di trarne un profitto o unqualsiasi vantaggio. Il reato contravvenzionale del cosiddetto incauto acquistoè sanzionato con lʼarresto fino a 6 mesi o lʼammenda non inferiore a 10 €, perché,pur avendo in comune con il reato di ricettazione la condotta di acquisto oricezione incriminata non ne condivide lʼanimus. Chi acquista non ha la consapevolezzadellʼorigine dei beni acquistati ma è sanzionato per la sua negligenzain quanto, prima dellʼacquisto non ha accertato la provenienza illecita delbene. Per ulteriori informazioni i consulenti restano a vostra disposizione [email protected] - tel. 0909430208 fax 0909430210 ECOLOGIA E AMBIENTE posterlettere&... [email protected] centonove HERITAGE Al liceo classico La Farina? Classi piene e contente Non solo libri all’Ospe vetrina di idee GENTILE DIRETTORE, i docenti del liceo La Farina le scrivono in relazione allʼarticolo apparso lo scorso 21 settembre su questo giornale e intitolato “Presidi, scontro fratricida”, articolo che porta la firma del vostro collaboratore Marino Rinaldi. Nellʼesprimere il nostro apprezzamento per lo spazio che il vostro settimanale dà alle tematiche e alle problematiche della scuola, vorremmo soffermarci sullʼarticolo già ricordato, un “pezzo” abbastanza articolato nel quale la scuola italiana che ragiona con i tagli e i dimensionamenti appare in tutta la sua drammatica realtà. Dimensionamento e tagli, tuttavia, non hanno come equivalente necessario e fatale aule vuote e pochi alunni. E “pochi iscritti e tante aule libere” sono stati attribuiti al liceo “La Farina” da chi ha firmato lʼarticolo. Unʼaffermazione che ci indignerebbe se non ricordassimo che sul vostro giornale, qualche mese fa, e precisamente lo scorso 1 giugno, il liceo “La Farina” appariva invece, nellʼarticolo a firma di Chiara Miccoli, come è realmente, e cioè una scuola piena di alunni motivati e talentuosi e dal comportamento maturo che si distinguono nel rendimento curricolare e in tante attività culturali, dal laboratorio teatrale alle gare di latino e greco, dal giornale scolastico, ai concorsi di poesia e narrativa, dalle gare sportive alle olimpiadi di matematica (e, ci creda, potremmo continuare ancora). Ebbene, per ritornare allʼarticolo che ci ha- per così dire- stupito (per usare un eufemismo), siamo a conoscenza del fatto che il dottor Marino Rinaldi, molto gentilmente, ha verificato di persona, come suole avvenire nellʼattività giornalistica più professionale, che non è assolutamente vero che al “La Farina” (scuola che il cronista, peraltro, riconosce come “storica”) ci siano “pochi iscritti e tante aule libere”. Unʼaffermazione che- ripetiamo- oltre a non corrispondere ad una realtà effettiva, potrebbe nuocere allʼimmagine stessa dellʼistituto e, senza dubbio, dare informazioni inesatte ai cittadini, in tempi tristi nei quali la mala informazione danneggia uomini, cose e luoghi. Si conclama la crisi degli studi classici e invece, piuttosto che continuare a parlare per luoghi comuni spieghiamo perché i giovani scelgono il liceo classico: perché sono studenti aperti al mondo di oggi, giovani che imparano un rigoroso metodo di studio coniugando competenze logico-deduttive con lʼapprendimento di contenuti umanistico-scientifici fondamentali per la formazione dellʼindividuo. Pertanto, dato che, da buoni lettori di questo giornale non abbiamo visto una rettifica della notizia le chiediamo se è possibile sperarla in un prossimo numero. Intanto, la ringraziamo per lʼospitalità che ci concede. I docenti del liceo classico “G. La Farina” Messina Nessuno ha messo in dubbio il rendimento e la soddisfazione degli studenti, né la qualità dell'offerta formativa. È invece un dato di fatto il calo di iscritti che ha colpito tanti licei classici dʼItalia. Nell'anno scolastico in corso, gli iscritti al La Farina sono 441 (a fronte di una quota di 600 stabilita dal Ministero per il mantenimento dell'autonomia scolastica). Appena qualche anno fa, gli iscritti erano circa 900 (dati forniti dalla Dirigenza). È opportuno ricordare, inoltre, che la precedente dirigenza dell'Istituto ha fatto richiesta per l'attivazione di un corso di Liceo Linguistico che dovrebbe essere attivato, previa autorizzazione del Miur, proprio nei locali di Via Oratorio della Pace. Marino Rinaldi DI SERGIO BERTOLAMI MESSINA. Non credo che questa città sia consumata, come spesso sento dire. Credo piuttosto che occorra ricomporre il tessuto connettivo fra sparute isole di sapienza. Per le librerie, ad esempio. Aldo Cazzullo ne ha tracciato un quadro nazionale sconsolante, espressione di una crisi che costringe a rinunce e chiusure. «Salvare le librerie storiche, e i loro librai, è nell'interesse di tutti: di chi i libri li scrive, di chi li pubblica, di chi li compra. E degli italiani consapevoli che una libreria fa parte del paesaggio di una città, concorre a definirne l'identità, ne custodisce un frammento di anima che non deve volare via». È vero quando non si limitano a proporre soltanto la grande editoria, ma contribuiscono a far germogliare un fermento culturale. Chi ricorda cosʼera lʼOSPE, intende. Una fucina dʼidee, di programmi, dʼiniziative trascinanti. Perché Antonio Saitta, deus ex machina, con “il Fondaco” era riuscito a far convivere il negozio dei libri con i segni dellʼarte: quadri, litografie, serigrafie, sculture. Rammento, nel palpitare degli ultimi anni, lʼespressione soddisfatta di un distinto signore cui non dispiaceva parlare con un ginnasiale come me affascinato dai suoi eventi. I più anziani ricordano come riuscisse a calamitare letterati ed artisti, nel ristretto spazio di un seminterrato. Potevi imbatterti in Salvatore Pugliatti o VannʼAntò, mitici, che sfogliavano un libro; ma potevi anche ascoltarli nelle molteplici occasioni dove fiorivano idee. Si discuteva di teatro, cinema, letteratura, ma anche di politica. All'OSPE vivevano l'Accademia della Scocca, lʼarte moderna delle mostre, i versi del premio nazionale di poesia. Agli incontri partecipavano persino i “pendolari” come Giacomo de Benedetti, Galvano della Volpe, Lucio Gambi, Ruggero Moscati. Facevano scuola in facoltà, ma sapevano come riverberarne lo spirito anche fuori. E in quel gruppo dʼintellettuali era una vena di leggerezza ed autoironia. Come sono monotone, senza fantasia, certe librerie self service dʼoggi. [email protected] di Anna Giordano Homo insipiens MENTRE SCRIVO PIOVE, cʼè allerta meteo e spero che non succeda nulla, lʼautunno è arrivato e ci ricorda la fragilità di questa terra dove lʼuomo ha tentato e tenta tuttora di modificare le leggi di natura, continuando imperterrito a violarle insieme a quelle umane. Leggo che per compensare lʼeventuale non realizzazione del ponte, si vorrebbe dare il via libera alle opere che il comune aveva richiesto, e tra queste la presunta autostrada fino a Faro, la copertura di ben quattro torrenti e non so che altro. Intanto non si deve accontentare nessuno: il ponte non si deve fare e basta e zero penali, poi che per giunta ci si inventino opere extra, con ulteriori sbancamenti e distruzione di quel poco che è rimasto fuori dalle grinfie cementizie di queste amministrazioni e che si voglia ancora oggi coprire le fiumare, beh, è semplicemente folle. Un conto è mettere in sicurezza laddove la presenza umana è diventata nonostante tutto - costante, altro è coprirle. Dove possibile, bisognerebbe rinaturalizzarle, ma non con progetti deliranti (ne ho letti diversi, inenarrabile), semplicemente togliendo tutto ciò che non è naturale e lasciando che la natura rimodelli il percorso. Già, sarebbe così semplice, eppure ricordo perfettamente che nel 2009 e poi nel 2010, nonostante le acque piovane incessanti di quel lungo autunno e lungo inverno ci avessero spiegato bene quale fosse il ruolo delle fiumare, i lavori per la chiesa sulla fiumara dellʼAnnunziata sono continuati, senza sosta. La specie umana viene chiamata homo sapiens, ma di sapiens ha ben poco, salvo alcuni sapiens sparsi per il mondo, con concentrazioni più o meno elevate in alcune aree. Per alcuni avvocati (e non solo loro), una volta che un torrente pagina 46 è coperto, non è più un torrente. Non per spirito di vendetta, ma non mi dispiacerebbe che questi stessi avvocati si ritrovassero un giorno su un – secondo loro non torrente (perché coperto) e vedessero come alla pioggia che cade non gliene frega nulla dei loro cavilli e relative elucubrazioni, e trasformasse la strada in fiumara, (coperta però), quindi inesistente per questi scienziati di turno, salvo vedere lʼacqua che scorre velocissima e pericolosamente inarrestabile e assolutamente non deviabile altrove. Ormai ho capito: se un distributore di benzina prenderà il posto di un agrumeto, il tutto in mezzo alle case (accanto ad un torrente coperto), come ahimè accadrà a San Licandro (Messina), nonostante anni e anni di opposizione, vuol dire che siamo tutti vittime del nostro sistema, inclusa la non sapienza della nostra specie, lʼunica in grado di distruggere la casa in cui vive. Purtroppo prima di farlo definitivamente, distruggerà le altre specie che di sapiens hanno molto più di noi. centonove poster...commenti LA LETTERA di Antonella Intersimone Beni culturali spa? Una risorsa GENTILE DOTTOR Basso, ho letto con interesse il suo articolo “Beni culturali Sogno infranto” pubblicato il 19 ottobre con le sue considerazioni sullʼamministrazione del patrimonio culturale siciliano e sul fatto che sia stato gestito in maniera approssimativa. Lʼarticolo evidenzia lʼassenza dei custodi che accolgano i turisti in visita ai siti, le esorbitanti spese per la pulizia, che superano di gran lunga il minimo introito della biglietteria, nonché la chiusura estiva di importanti poli museali. Diciamo che, se i dati riportati fossero tutti veri, il quadro che ci si presenta è decisamente sconfortante e fa ben comprendere perché le gare per la gestione dei siti minori siano andate deserte. Tuttavia le ultime righe dellʼarticolo mi hanno lasciato piuttosto perplessa. Nellʼultima parte lei cita, quale cartina al tornasole dellʼincompetenza nella gestione dei beni culturali, apogeo del disastro creato dallʼautonomia, la creazione della società Beni Culturali spa dichiarando che tale atto, unitamente alla fusione in una “Multiservizi dagli imprecisati compiti”, serva solo a creare una “holding di lavoratori parcheggiati” a scapito dellʼassunzione di ben 1000 archeologi e 30.000 precari che, a suo dire, costituirebbero il cardine del nostro futuro. Ma, come lei ben sa, il patrimonio siciliano non è circoscritto (e meno male) a quello, pur importantissimo, dei beni archeologici e quindi la soluzione da lei ventilata sarebbe se non inutile, sicuramente insufficiente. Quello che mi preme capire davvero bene, però, è come abbia individuato nella creazione della società Beni Culturali spa il punto di entropia. Non so da dove abbia tratto le notizie che riguardano questa parte dellʼarticolo ma, una volta lette le righe conclusive del suo scritto, ho avuto qualche dubbio sullʼattendibilità delle fonti. Come avrà già intuito, sono una dipendente della Beni Culturali spa, appartenente per di più alla categoria catalogatori e pertanto sento il dovere di precisare quanto appresso. La Sicilia, proprio grazie allʼautonomia e alla competenza esclusiva in materia di beni culturali, ha potuto dotarsi di leggi di tutela avanzate e disporre di cospicue risorse. Nel 1995, data lʼestrema vulnerabilità del patrimonio culturale, da sempre soggetto a furti, veniva avviato in tutta la Sicilia, il Progetto Emergenza (art. 111 della legge 25/93), un piano triennale per lʼinventariazione del patrimonio presente nellʼisola. Tale progetto prevedeva, in un secondo step, la creazione di una banca dati per la consultazione on line, del patrimonio presente nella nostra regione (le schede cartacee prodotte nel triennio lavorativo sono conservate presso le Soprintendenze). Ultimato il Progetto Emergenza i catalogatori andarono ad ingrossare, per circa un anno, le fila dei nuovi schiavi, gli LSU, e cioè dei precari sottopagati: la stessa categoria cui lei affiderebbe, con molta leggerezza, gli scavi archeologici sotto la sorveglianza dei 1000 archeologipanacea assunti dalla Regione. Negli anni 2003/2008 un ulteriore progetto di catalogazione, stavolta finanziato con fondi POR dalla Comunità Europea, si occupò del secondo step sopra accennato: la creazione della banca dati. Ad oggi il patrimonio archeologico, architettonico, archivistico, demoetnoantropologico, storico-artistico e bibliografico, catalogato è presente sia nella banca dati PaCus che nel sistema SBN Web, per quanto riguarda i beni librari. Nel 2007 la finanziaria del governo Prodi, stabilì, per tentare di risolvere il problema del precariato cui è stata condannata unʼintera generazione, di stabilizzare tutti quei precari che avevano determinati requisiti tra cui quello di essere personale selezionato tramite procedure di natura concorsuale: arrivò così la legge 24/2007 che prevedeva la stabilizzazione nellʼorganico del personale catalogatore dopo la definizione della pianta organica. Nel 2009 ultimato il progetto POR i precari qualificati impiegati (architetti, archeologi, archivisti, etnoantropologi, bibliotecari, storici dellʼarte, nonché gli assistenti archivisti, bibliotecari, etnoantropologi, geometri, disegnatori e storici dellʼarte), in attesa della definizione della pianta organica, vennero assorbiti dalla Beni Culturali spa, per continuare a svolgere lo stesso lavoro che la legge istitutiva del concorso, da lei definito impropriamente “dei catalogatori”, rendeva ormai attività istituzionale. Lʼespletamento del concorso, superato sia dai precari della scuola che della catalogazione, nonché da personale esterno, riguardava solo alcuni profili professionali tra tutti quelli previsti, lasciando di fatto vuoti nellʼorganico che ben si riflettono nelle inefficienze da lei denunciate nellʼarticolo. A tuttʼoggi i catalogatori continuano ad operare nella società svolgendo tale lavoro istituzionale, propedeutico e imprescindibile per qualsivoglia azione di tutela e fruizione del patrimonio siciliano verso cui lei mostra particolare sensibilità. Capirà che, dopo tanti anni passati a svolgere con professionalità un lavoro, pur tra mille difficoltà e frustrazioni, spiace lʼessere annoverata, agli sciacqualattughe, ladri e incompetenti cui fa riferimento nella conclusione dellʼarticolo. Ultima precisazione: Multiservizi non è una società costituenda come da lei scritto, bensì una società in dismissione i cui dipendenti lavorano per lʼAssessorato alla Sanità con compiti ben precisi presso gli ospedali. Quando la società verrà liquidata, i dipendenti confluiranno nella consortile SAS che accorperà Beni Culturali spa, Biosphera e Multiservizi e ciò in base a quanto stabilito dalla spending rewiew che ne prevede, comunque, la vendita entro il 2013. Da quel momento scatteranno i licenziamenti e si potrà procedere allʼassunzione dei 30.000 + 1000 che ne sono certa, potranno far rinascere il Sogno dei Beni Culturali. ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Cani, com’è triste il trucco e parrucco MESSINA. Nei giorni 27 e 28 ottobre la cittadella fieristica messinese ha ospitato lʼennesima mostra canina. A un fan del cartone animato “Oliver & company” la prima idea che salta in mente è quella della divertentissima cagnetta fashion Georgette, esemplare di razza, che si tiene in forma con sedute dʼaerobica in cassetta, si trucca, si incipria, si profuma, cura la perfetta messa in piega con i bigodini. Una vera diva, insomma, fiera dei premi vinti dopo una serie interminabile di competizioni e sfilate. Ma forse è il caso di frenare la fantasia. Il motivo? Semplice: il “trucco e parrucco” per i cani (e per tutti gli altri sfortunati animali che i padroni amano mettere in vetrina) non è affatto una passeggiata. Messa in piega, stiratura, acconciature varie non sono cose nate per loro, a cui non interessa non avere un pelo fuori posto o posare per calendari e servizi fotografici. Sono vittime della vanità dei padroni, che pretendono di avere il cane o il gatto più ammirato e sono capaci di protestare ed arrabbiarsi in caso di sconfitta del loro candidato. Pensando alle mostre canine e feline, più che alla disinvolta e frivola Georgette si dovrebbe pensare allʼinfelice figlia di Anna Magnani, in “Bellissima”: vittima delle (frustrate) velleità artistiche di gioventù della mamma, la bambina è condotta controvoglia dal parrucchiere, a provini e sfilate. Alla fine la Magnani, resasi conto di stare arrecando solo danno alla figlia, la smetterà. Quando certi padroni troppo agguerriti saranno colpiti dalla stessa folgorazione? pagina 47 2 NOVEMBRE 2012 ELIODORO Burocrazia sorda per l’impiegato cieco S.MARIA DI LICODIA Ha vinto un concorso per centralinista, ha due sentenze a favore, ma il sindaco non vuole assumerlo perche nel frattempo è ... scomparso il centralino. Protagonista della vicenda pirandelliana un ipovedente. "Se lo assumo sforo il patto di stabilita`", aggiunge il sindaco. E la sentenza? 150 PAROLE DA PALERMO Le età dell’uomo SE ABITI PER TANTO tempo nello stesso quartiere, negli anni vedi sfilarti davanti la coppia fresca di viaggio di nozze, poi con tre figli, che poi si separa. Vedi i bambini che giocavano a palla, giocare oggi a palla con i propri bambini. Vedi imbiancare i capelli al panettiere e al signore che vende panelle. Vedi passare la nera signora che, senza preavviso, si porta via la figlia dellʼostetrica, poi Antonio, così gentile allo sportello del Caaf, infine gli occhi azzurri del signore del primo piano. Allora, con Guccini, ascolti e non capisci, la vita come è fatta e come uno la gestisce … i mille modi, i tempi, le scelte, il fato, le possibilità. … Diremo forse un giorno, ma se stava così bene, avrà il marmo con lʼangelo che spezza le catene… A poco a poco andrà via dalla nostra mente piena, soltanto un' impressione che ricorderemo appena ... Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Il partito del non voto MESSINA. Sono tante le novità delle elezioni regionali. Innanzitutto l'astensionismo come sintomo di protesta. Se fosse stato il risultato di un referendum, il non raggiungimento del quorum (solo il 47,43 dei siciliani è andato a votare) avrebbe invalidato la prova referendaria. Sarebbe stato quindi un no alla democrazia rappresentativa o, quantomeno, a questo sistema di partiti. Ma la novità non è stata solo l'enorme numero di astensioni. La protesta dei siciliani si è espressa anche con il voto attribuendo un enorme successo ai grillini che adesso dovranno dimostrare con i fatti la loro capacità di proposta, oltre che di denuncia. Lʼinsuccesso di Gaspare Sturzo, poi, conferma che non esiste un voto cattolico e che è sterile continuare a cercarlo come se fosse qualcosa di omogeneo. Infine, per la prima volta un candidato proveniente dalle file della sinistra è stato eletto direttamente presidente della regione (Angelo Capodicasa era diventato presidente dal 1998 al 2000 con un ribaltone). Crocetta deve la sua vittoria alla provincia di Messina dove l'asse Pd Udc è stato fortissimo. A conferma che l'unico modo per provare a vincere in Sicilia è l'alleanza Pd-Udc. Questa esperienza regionale incoraggerà le prospettive di un'alleanza a livello nazionale e locale, non solo messinese. Si pone comunque il problema della governabilità. Crocetta potrà dire no a tutti gli inciuci, ma per governare è necessario fare la maggioranza e realizzare larghe convergenze, se non fosse possibile in maniera stabile ed organica, almeno nell'approvazione di singole leggi. La scelta fra Musumeci e Miccichè appare quindi ineludibile se non si vuole negoziare in continuazione con singoli deputati, come faceva il presidente Lombardo. [email protected]