Turchia |Attivisti, curdi, anarchici. I tifosi antagonisti al potere di

Transcript

Turchia |Attivisti, curdi, anarchici. I tifosi antagonisti al potere di
sabato 20 febbraio 2016
| pagina 99we
ARTI | 45
DANIEL ETTER / REDUX / CONTRASTO
ELEONORA VIO
n ISTANBUL. «In Turchia il calcio è
politica, c’è poco da fare», dice Fuat
Eraslan, studente dell’Università
Tecnica del Medio Oriente (Metu) di
Ankara e membro del team locale del
Karakizil. Mentre i partiti fanno a
gara per accaparrarsi poltrone all’interno delle squadre locali e nazionali,
e i presidenti dei club stringono le
mani a politici, banchieri e imprenditori, i tifosi abbandonano gli spalti
e cercano vie alternative a partire dal
calcio stesso, una passione per alcuni, una ragione di vita per altri.
«Quale modo migliore per cambiare
le cose se non dall’interno?» domanda ironicamente Fuat.
I curiosi profili riuniti al Pub Livorno, «in omaggio a uno dei fan
club di sinistra più noti nel mondo»,
sono la risposta a qualunque quesito.
Fuat, Organ, Momi, Secin, sono solo
alcuni dei membri delle 19 squadre
di calcio che compongono l’Ozgur
Lig, o Campionato Libero, che dall’aprile 2015 continua a raccogliere
adesioni tra gruppi e organizzazioni
contrari al sistema elitario del Partito di Libertà e Giustizia (Akp) al potere. «In nome di un momento storico importante, proponendo l’idea di
una causa superiore comune», spiega Fuat, «abbiamo ribattezzato l’Ozgur Lig “Calcio di Gezi”».
Non essendo riconosciuto ufficialmente dalla Federazione Calcistica
Turca (Tff), l’Ozgur non basa le sue
iscrizioni su considerazioni tecniche
o economiche, ma per farne parte basta aderire al suo manifesto, frutto di
un lavoro iniziato con le proteste antigovernative del 2013. Assieme al rifiuto pressoché totale del calcio moderno e industriale, l’Ozgur Lig è
compatto nella sua battaglia contro
l’omofobia, la transfobia, il sessismo
e qualunque discriminazione di razza o genere e, come spiega un altro
giocatore del Karakizil, Baris Karacasu, «fa del calcio una potente forma di solidarietà per alcune cause come quella curda, di cui in Turchia, in
quanto tabù, non si parla quasi mai».
Se il calcio è centrale nella vita di
tutti i partecipanti, c’è differenza
tra chi ne ha fatto uno stile di vita, e
si è unito all’Ozgur Lig da membro
di qualche fun club nazionale o locale, e chi invece vi vede un’opportunità per abbinare al pallone il suo
libero calcio
in libero Parco
Turchia | Attivisti, curdi, anarchici. I tifosi antagonisti
al potere di Erdogan lasciano gli stadi. E fondano l’Ozgur
Lig, torneo che tiene vive le proteste di Gezi Park del 2013
personale attivismo in altri campi.
Muhammed Ilcin è un fedelissimo
del Fenerbahce, club più ricco e potente di Istanbul e campione indiscusso del campionato turco, ma an-
La comunità Lgbt ha istituito
4 squadre, con nomi e inni
come «Toccami» e «Lesbiche
sul campo/tette al vento»
che parte integrante del Tasra, o
“Sobborghi”. «Il nome non è stato
scelto a caso», spiega. «È vero che tifiamo Fenerbahce, ma se da un lato
siamo dislocati qui ad Ankara e siamo lontani dal suo quartier generale,
dall’altro non aderiamo a tante dinamiche del mondo calcistico e per
questo siamo degli outsider».
Dall’altra parte del tavolo del Pub
Livorno Organ Yigit prende la parola. «Anche noi del Karakizil all’inizio
tifavamo Fenerbahce, ma eravamo
considerati le pecore nere per via di
tutte le campagne antifasciste che
abbiamo lanciato dentro e fuori dagli
stadi», spiega con un sorriso beffardo. «Poi abbiamo deciso di spezzare
la tradizione, che vuole che la fede
calcistica giri sempre intorno a una
delle tre squadre istanbuliote, e, opponendoci alla generale visione filostatale o apolitica dei tifosi sugli spalti, abbiamo cominciato a supportare
il Genglerbirlisi di Ankara». Oggi,
«nessuno può impedirci di essere gli
ottavi», recita Organ: un motto che
rimanda alla posizione della squadra
in campionato, ma anche alla volontà di distinguersi dai vertici politici
che governano il Paese e il calcio.
A prescindere da dove batte il cuore calcistico, le squadre che concorrono nell’Ozgur Lig sono tutte indistintamente contrarie al Passolig,
una manovra adottata dalla Federazione Turca nell’aprile scorso che ha
istituito una carta di credito contenente i dati personali di ciascun tifoso come unico sistema per acquistare i biglietti per le partite. Che la
banca cui il Passolig fa riferimento,
cioè l’Aktifbank, sia stata istituita
espressamente dalla Calik Holding
– di proprietà del genero del presidente Erdogan – e che i dati dei tesserati siano facilmente accessibili
alle autorità in ogni momento, ha indotto milioni di fan a boicottare gli
stadi. «Siamo tifosi, non consumatori» dice Fuat a nome di tutti. «Rifiutiamo il calcio come macchina industriale e il partito Akp promotore
di questa iniziativa». Il governo dice
di averlo fatto per motivi di sicurezza, ma i tifosi vedono nella manovra
uno strumento per contenere gli slogan politici negli stadi. Intanto,
mentre i club calcistici turchi hanno
visto un drammatico calo nel numero di adesioni, gli stadi un flop di
vendite, e anche Calik ha girato le
spalle al governo ritirando la sua
partecipazione al progetto, il Passolig va avanti.
Ozgur Lig non è soltanto calcio, e
vede sfidarsi sui campi decine di attivisti per l’ambiente, per l’infanzia
o per i lavoratori; donne e uomini,
I membri si radunano al Pub
Livorno, così chiamato
in omaggio a una delle curve
di sinistra più note al mondo
socialisti e anarchici, curdi e aleviti
(una minoranza dello sciismo più
mistico).
Il manifesto del campionato libero
si è da subito presentato come l’occasione perfetta per dare spazio e voce
alla comunità Lgbt locale. Per lei, la
prima esperienza col pallone risale a
qualche anno fa quando, al termine
CORI Tifosi del Besiktas e
del Fenerbahce in marcia verso
piazza Taksim per manifestare
contro il governo nel giugno
del 2013. I supporter dei tre club
della città – compreso il più noto,
il Galatasaray – hanno messo
da parte le rivalità,
compattandosi nelle proteste
attorno a Gezi Park
di un pic-nic, alcune ragazze lesbiche
e bisessuali si misero a giocare a calcio e a pensare che sarebbe stato bello poterlo fare anche in città. In poco
tempo istituirono una prima squadra di 15 ragazze e nel giro di qualche
mese altri quattro team, con nomi e
inni provocatori come Toccami e Lesbiche sul campo/ tette al vento.
«L’industria del calcio non ha solo
a che vedere con lo sport; è soprattutto un’arena politica», spiega Selcin
Tulcel di Sportiv Lesbon (ispirato al
club portoghese Sporting Lisbona) e
attivista dell’organizzazione Lgbt
Kaos GL. «Quando è cominciata a girare la voce dell’Ozgur Lig, ci siamo
mobilitate per farne parte e farci finalmente sentire nello spazio pubblico, da cui le autorità cercano in
ogni modo di estrometterci».
Se le altre squadre sono le prime
sostenitrici di Sportiv Lesbon, che
conta ora anche transessuali ed
eterosessuali, e si battono contro le
discriminazioni cui la comunità
Lgbt è sottoposta (nella società come nel calcio), tutte lottano contro
ogni forma di fascismo e, soprattutto in questi ultimi mesi in cui la
guerra civile nel sud-est a maggioranza curda miete sempre più vittime, si fanno promotrici di diversi
messaggi di pace.
«Cos’è l’Ozgur Lig per noi?», dice
Turna Arabaci, giovane curda e fan
sfegatata del Tasha. «È un mondo
utopico, dove la gente si rispetta e,
anche se radicalmente diversa, condivide quei valori che dovrebbero
essere alla base del mondo reale».
Molti dei ragazzi del “calcio di Gezi”
dubitano che la loro voce sia abbastanza forte per cambiare le cose.
Ma a guardarli uscire assieme dal
Pub Livorno, avvolti nelle sciarpe
delle loro squadre del cuore, è impossibile ignorare non solo quanto
reale, ma addirittura spettacolare,
sia tutto questo.