IGB n° 1 - Gnomonica by Nicola Severino

Transcript

IGB n° 1 - Gnomonica by Nicola Severino
International Gnomonic Bulletin
Bollettino elettronico di informazione Gnomonica ideato e realizzato da
Nicola Severino nell’autunno del 2003.
Electronic Bulletin created by Nicola Severino on October 2003
Number 1
November 2003
Two medieval sundials from Italy
and Greece (N. Severino)
Important signs to discover
another greco-roman sundial in
Turkey (N. Severino)
Astro
Compass
Assistance
requested…
The U.S. Patent Office(F. Sawyer)
Charlot Diallist (G. Agnelli)
A sundial for blind children,
Zeisth, Netherlands (F. deVries)
A method to find the meridian line
from ancient books of C. Clavio
and other…(A. Gunella)
Did Moses make sun dials?
Canonical sundials from France
(F. Pineau)
Roman conical sundial from Avezzano AQ (Italy),
photo by N. Severino
IInntteerrnnaattiioonnaall G
Gnnoom
moonniicc BBuulllleettiinn
By Nicola Severino
[email protected]
Introduzione
International Gnomonic Bulletin vuol essere uno strumento semplicissimo di divulgazione delle
piu’ disparate informazioni relative alla gnomonica, realizzato attraverso il mezzo di comunicazione
piu’ semplice ed immediato che è la posta elettronica. Un bollettino elettronico, quindi, senza la
pretesa di voler essere importante come una rivista (che sia essa cartacea od elettronica), ma
senz’altro un comodo mezzo di approvvigionamento informativo su tutto quanto puo’ essere
considerato di interesse gnomonico. Lo scopo piu’ importante di questo progetto è pero’ quello di
unire e rafforzare lo spirito di collaborazione di tutti gli appassionati del mondo.
Per questo motivo, tale iniziativa puo’ essere migliorata ed arricchita dal libero contributo di ogni
appassionato nell’inviare notizie o piccoli articoli riguardanti la storia, le tecniche, le iniziative e
ogni cosa possa concernere il tema degli orologi solari e la misurazione del tempo.
Lo “spazio elettronico” di cui sarà formato ogni numero puo’ variare a seconda del materiale
destinato alla pubblicazione, ma in ogni caso ristretto ad un certo “numero” di kbytes, per esempio
possibilmente non superiore 500-700 kb, per far si che il file si possa scaricare nella propria casella
di posta elettronica senza grandi problemi.
Ogni notizia, informazione, articolo, ecc., avrà un piccolo “titolo” e sarà classificato per tema.
Buona lettura!
Nicola Severino
To receive or download the International Gnomonic Bulletin, please, join the IGB Yahoo
Group.
Hello!
The International Gnomonic Bulletin has a new group and a new mailing list for suggestions. The
Bulletin can be downloaded for free directly from the web site. Please join the new group for free
at:
http://groups.yahoo.com/group/igbulletin/
Post message:
Subscribe:
Unsubscribe:
List owner:
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Archeognomonica/Orologi Solari Greco-Romani (Nicola Severino, Italy)
Un nuovo importante indizio
A circa 45 km da Izmir, in Turchia, c’è il centro turistico abitato denominato Gumuldur, ricco di siti
archeologici. Uno di questi è quello di Ahmetbeyli (Claros) a est della città, ove si trova un
colossale tempio di Apollo è in stile dorico e risale al II secolo a.C. A nord dell’altare attribuito al
tempio di Apollo è conservato molto bene un orologio solare con una iscrizione in cui si dice che
l’orologio fu donato all’agorà in tempo ellenistico. L’iscrizione riportata su una pietra dell’altare
cita Quintus Tullius Cicero, governatore della provincia dell’Asia.
Chi riesce ad avere maggiori informazioni su tale orologio, probabilmente di tipo conico, puo’
scrivere alla redazione ed integrare questo testo.
History/ Medieval sundials (Nicola Severino, Italy)
A beautifull medieval sundial from Drama Archeological Museum
Uno straordinario orologio solare medievale, finora sconosciuto ai rotocalchi della gnomonica, ho
potuto trovare nel Museo Archeologico di Drama, in Grecia. Ricchissimo di reperti dell’Alto
Medioevo e di epoca bizantina, scavati dai siti di Drama e Philippi, tra monete e statue è emerso
uno stupendo orologio solare ritrovato nell’area archeologica di Palaiohori. Il Museo stabilisce
essere risalente al 1069 (evidentemente lo strumento deve riportare una data precisa iscritta). Le ore
sono indicate nell’arcaico modo delle lettere greche, come indicato dagli storici dell’antichità.
History/ Medieval sundials (Nicola Severino, Italy)
A medieval sundial from Cesena Abbey (Italy)
Un’altra bella scoperta è questa lastra-meridiana conservata nel grande Duomo di Cesena la cui
unica descrizione trovata su un sito internet è la seguente: “Uscendo dalla cripta, dalla parte
opposta, ed entrando quindi nella navata di sinistra, si puo’ subito osservare, murata accanto alla
porta interna di accesso alla sacrestia, una lastra fittile che fungeva da meridiana. Nel 1959,
durante gli scavi, fu rinvenuta a due metri e mezzo dalla gradinata che
sale al presbiterio, 35 cm sotto il vecchio pavimento. Il cimelio è del sec.
VII (forse VIII) ed p certamente appartenuto alla vecchia cattedrale dello
Sterlino, poiché reca un’iscrizione riferita al vescovo Marco (fra il 680 e
il 769). Tale lastra-meridiana fu portata in duomo dal vescovo
Malesardi, che alla sua morte gli venne messo accanto alla tomba”.
Anche queste poche notizie possono essere arricchite dalla ricerca di
qualche buon volenteroso appassionato di gnomonica che vive nei pressi
di Cesena per fare una visitina a questo orologio e darcene una piu’
dettagliata descrizione.
News/ Fred Sawyer (U.S.A. North American Sundial Society)
The U.S. Patent Office recently awarded a patent to Thomas R. Hughes, Jr. for a Sidereal Sundial.
Patent #6,604,290 issued on 12 August 2003 may be viewed by searching at
http://www.uspto.gov/patft/index.html
The dial adds an opaque ecliptic half-plane to a transparent equatorial disk with a sidereal hour
scale. By rotating the plane and disk together to minimize the shadow being cast by the ecliptic
plane, one can easily determine the local sidereal time using the sun.
A full explanatory article by the inventor will appear in an upcoming issue of The Compendium
(Journal of the North American Sundial Society).
News/ Fred Sawyer (U.S.A. North American Sundial Society)
Astro Compass – Assistance requested with research into inspiration, development and production.
This instrument was featured in an article in the September 2003 Compendium by Rene J. Vinck on
page 23. David Pawley ( UK ) is carrying out research into the inspiration, development and
production of the Astro Compass as used by the American, Canadian, British - Air Forces and
others, during the WW2 era, and since on Polar flights, etc.
If you know of any Astro Compasses, would you kindly send :All words, numbers, letters and dates marked on :The Astro Compass. Is the sight, a vertical bar, or a cross bar ?
The Storage Box (not packing instructions. )
Rubber stamp examination, overhaul, dates (Often inside the lid of the box)
Material of the box (eg. wood, bakelite)
This data is required to build up a list of all the various models with batch/serial numbers, etc. and
hopefully dates of production.
Plus any information on development, prototypes and manufacturers.
All pieces of infomation most welcome, however small, including hints to locating sources of data
and hardware (other than ebay.) Museums etc. Also useful – any alternative uses and conversions
made of the Astro Compass.
He is also looking for information on the Bumstead Sun Compass circa. 1920 / 1926, and, similar
by Goperz in the same period. Would like to have sight of an actual instrument.
Please only send text emails, no photographs at this stage, although inform if these are available.
Talk to any old timers who maybe were involved in the design and production of these Astro
Compasses.
Many thanks for all your help
Email:- [email protected]
News: CD-rom Orologi solari Greco-Romani, aggiornamento al catalogo di S. Gibbs. The first
updated books about new greek-roman sundials. For more information, please send an email
to [email protected]
New sundials/ Fer deVries (Netherlands)
A sundial for blind children
Zeist, Netherlands
It took Gerard Sonius over six years to realize a sundial for blind children.
A lot of time went into the right choice of materials, in finding suitable suppliers and in rounding up
sponsors.
In 1991, his idea became reality on the grounds of the Bartiméus Institute for the Blind in Zeist.
It was ever his wish to create a sundial for precisely these children.
It is an equatorial sundial, consisting of a large rotatable disk.
A photocell rotates with the disk, and when it detects the bright light of the shining sun, a loud tone
sounds indicating that the disk is aimed at the sun.
A fixed index next to the disk then indicates the hour. Two indices, rather - one each for standard
and daylight saving time.
Since everything is in relief, the blind children are able to "read" the time with their hands.
On the sundial are manuals in Braille and in plain writing.
When the sundial was inaugurated, it was a splendid sight how children took possession of the
sundial and found out it would tell them the time.
Some children would compare with their Braille watches, only to be surprised at the agreement.
Fer de Vries
English translation: RH
History/ Alessandro Gunella – 2003 - (Italy)
[email protected]
Un “divertimento geometrico”
Un metodo per trovare la linea meridiana.
A method to find the meridian line written from C. Clavio and others….
Qualcuno osserverà che mi ripeto, ed ho una corda sola. EBBENE, SI’!
Intendo riproporre un metodo per trovare la linea meridiana, illustrato probabilmente per la prima
volta dal Clavio (Prop. 23 – libro 1° di Gnomonices libri octo) e poi ripreso da Muzio Oddi (Degli
orologi Solari… 1614) e da Padre Fuligatti S.J. (Degli oriuoli a sole 1616).
(Un piccolo gossip: Oddi odiava il Fuligatti, perché riteneva che gli avesse rubato interi capitoli di
un suo libro sugli orologi solari, libro che fu poi pubblicato postumo a Venezia, con una lunga
prefazione di accusa nei confronti del presunto trafugatore)
Non risulta che altri abbiano propagato il metodo, che presenta non poche difficoltà di precisione
grafica, anche se teoricamente è ineccepibile.
Lo illustro qui (completando un argomento già trattato in parte nel mio saggio sull’Analemma che
molti gnomonisti posseggono, ed è a disposizione di chiunque lo voglia), perché partendo da esso è
facile immaginare una applicazione con strumenti moderni, atti a raggiungere una adeguata
precisione nella determinazione della posizione del Sud.
Bisogna conoscere preventivamente Latitudine e data, e da quest’ultima individuare la declinazione
del sole nel giorno in cui si opera (si deve inoltre ammettere che essa rimanga costante per tutto il
giorno, il che è duro da digerire per l’astronomo).
Su una tavoletta orizzontale, al momento X della giornata,
l’ombra dello gnomone verticale ZO sia ZM, di cui si
individuano lunghezza e direzione. L’altezza del Sole in
quel momento sarà α. (Fig. 1a)
Nell’Analemma siano CD l’orizzonte, AOB la linea
d’equatore, e TR il percorso del Sole (la linea di
declinazione) di quel giorno. (Fig. 1b)
Se OZ è l’altezza dello Gnomone nella tavoletta, e ZM la
lunghezza misurata dell’ombra, vuol dire che al momento
della misura il Sole si trovava nel punto E
dell’Almicantarat SQ, di cui E0 è la traccia sul piano
verticale dell’Analemma.
Se ora facciamo la proiezione dell’Almicantarat SQ,
vediamo che il Sole, per creare l’ombra della lunghezza
ZM misurata, poteva trovarsi solo in due posizioni, a
seconda che fosse mattino o pomeriggio, e cioè essere in
E1 oppure in E2. Anche la direzione della linea d’ombra
sulla tavoletta poteva essere solo una delle due: E1O,
oppure E2O.
Immaginiamo di essere al mattino: e quindi la direzione
giusta è da E2 verso O. Bisognerà dunque riportare sulla
tavoletta l’angolo η per avere la direzione Sud, e di
conseguenza la linea meridiana. (ancora Fig. 1a)
Il metodo ovviamente non offre adeguate garanzie, perché
gli errori di graficismo possono essere assai elevati. Difatti
sia la posizione della linea di declinazione TR
sull’Analemma, che il tracciamento dell’Almicantarat SQ
sono determinabili con scarsa precisione, rendendo incerta
la posizione di E0 e di conseguenza l’intero disegno.
Se però ci si servisse di strumenti moderni come un
teodolite (o un sestante, se si ha una linea d’orizzonte di
confronto), di qualche semplice calcolo e di adeguate
tavole di Declinazione del Sole, cioè del corrispondente
numerico della costruzione sull’Analemma, la teoria
illustrata in questa operazione potrebbe riacquistare
validità.
(Del resto è pratica usuale, oggi, determinare ombra e
ora del giorno, e poi vedere sulle tavole, o calcolare,
l’angolo η, corrispondente all’Azimuth del Sole in quel
momento; però qui la misurazione è diretta, senza
possedere elementi come ora e longitudine, che
all’epoca degli Autori citati erano di fatto non
determinabili con precisione)
La stessa operazione può essere ripetuta anche su un
piano verticale declinante, (Fig. 2a) e permette, sempre
con i debiti dubbi di carattere grafico, di individuare la
posizione della linea del mezzodì. La soluzione
proposta, illustrata da Clavio, permette di operare
direttamente sul piano verticale, come se fosse la
tavoletta orizzontale.
Se D (Fig. 2a) è il punto d’ombra del vertice A dello
gnomone, il triangolo ACD è il triangolo d’ombra
corrispondente a MZO della figura dell’Analemma (A
corrisponde al punto d’ombra M, e D al centro O
dell’Analemma), utile ad individuare l’angolo α d’altezza del Sole, cioè l’Almicantarat.
AC è la direzione dell’ombra sul piano orizzontale: è l’Azimut del momento del rilevamento del
punto D.
Il disegno prospettico riproduce in sostanza l’operazione fatta sulla tavoletta orizzontale: la linea
AM è la direzione del Sud, che incontra la linea d’orizzonte in M individuando così la linea
meridiana, intersezione del piano meridiano con la parete verticale.
Al disotto del disegno prospettico si è riprodotta l’operazione (Fig. 2b), come proposta da Clavio:
ribaltiamo A in A0 e costruiamo BA0C = BAC direttamente sul muro.
Riportando l’angolo η dall’Analemma, si trova la retta A0M, che individua sulla linea d’orizzonte il
punto M, da cui passa la linea Meridiana, risolvendo quindi il problema.
Con una costruzione analoga (ma questa volta il triangolo CA0M va disegnato su un foglio a parte)
è possibile operare anche su superfici non verticali, tracciando l’intersezione di un piano verticale
passante per AM con la superficie del quadrante.
Oltre ad M, la cui determinazione lungo la linea d’orizzonte avviene in modo identico a quanto
illustrato, un secondo punto della linea meridiana potrebbe essere l’intersezione della verticale
uscente da A con il piano del quadrante. Con un filo a piombo (possibilmente dotato di laser) si
costruisce agevolmente questo secondo punto.
History/ Luciano Agnes (Italy)
Mosè costruiva orologi solari?
Una querelle letteraria dell’antichità.
Abstract:
Did Moses make sun dials?
Apion in the third book of his History of Egypt describes how Moses built shrines and sun dials in
Heliopolis. In place of obelisks he set up pillars, beneath which was a concave base of a sun dial.
The shadow cast on this basin by the human figure surmounting the pillar described a circle
corresponding to the course of the sun in the heavens. Josephus, jewish historical writer, in his
book Against Apion denies with vehemence the entire Apion’s story.
Apione, greco di Alessandria (I° sec. d.C.), grammatico, storico, antigiudaico, nel III° libro della
sua Storia dell’Egitto racconta che:
“Mosè, come ho ascoltato dagli anziani in Egitto, era nativo di Eliopoli e, seguendo le tradizioni dei
padri, eresse nei vari quartieri della città, luoghi di culto all’aperto, tutti rivolti a est così come era
Eliopoli. Al posto degli obelischi fece costruire delle colonne che sorreggevano statue di figure
umane. Ai piedi delle colonne pose degli orologi solari a forma concava (scáfe). L’ombra della
statua segnava sull’orologio dei cerchi corrispondenti al corso del sole in cielo.”
Giuseppe (Flavio), storico giudeo che viveva a Roma nel I° sec d. C. alla corte dei Flavi (da qui il
soprannome), nella sua breve opera Contro Apione riporta il racconto di Apione contestandolo
aspramente. Secondo Giuseppe, Mosè non avrebbe mai osato ornare di figure umane un luogo di
culto e così si comportò Salomone quando costruì il Tempio a Gerusalemme impedendo ogni
ricercatezza di natura artistica nel luogo di culto.
E allora chi dei due ha ragione?
Apione fa una descrizione dell’orologio solare molto fantasiosa e molto poco scientifica. A volte lo
scafo (o emiciclo), munito del suo gnomone metallico, veniva posto in cima a un pilastro e non
aveva bisogno sicuramente di una statua come gnomone.
Pertanto pensiamo di dare ragione a Giuseppe.
Charlot Gnomonista / Charlot Diallist
By Giacomo Agnelli
Canonical Sundials / Françoise Pineau (France)
Sazilly est une petite commune située à environ 5 km au sud-est de Chinon, au bord de la Vienne sur la rive gauche.
Autrefois ce fief relevait de L’île-Bouchard. Son prieuré dépendit de l’abbaye de Marmoutier jusqu’au XVI ème siècle,
époque où il fut réuni au prieuré de Tavant. L’église Saint Hilaire date de la fin du XII ème siècle, la nef est à voûtes
angevines, le cœur est à chevet plat et le clocher est carré avec des contreforts. Le cimetière est accolé à l’église, il faut
dont pénétrer dans celui-ci pour accéder au mur sud où sont gravés 6 cadrans qui semblent être des canoniaux.
Les cadrans canoniaux.
Ces cadrans qui datent du XII ème au XIV ème siècle se trouvent gravés exclusivement sur des édifices religieux. Leur
vocation n’est pas d’indiquer des heures mais les moments de la journée où doivent être célébrés les différents offices
prescrits par la règle de Saint-Benoît. Ces 7 célébrations sont Laudes, Prime, Tierce, Sexte, None, Vêpres et Complies.
Ces cadrans solaires sont d’une précision plus que médiocre et montrent une certaine régression par rapport à ceux
(scaphés et autres) fabriqués par les Grecs, les Romains ou les Egyptiens. Le style, c’est à dire la tige qui porte ombre,
était constitué d’un simple bâton planté dans le mur, il n’en reste jamais rien aujourd’hui si ce n’est le trou de fixation.
Ce style était perpendiculaire au plan du mur, c’est ce qui explique le manque de précision de ces cadrans qui
indiquaient des heures inégales aussi bien au fil d’une même journée que selon la saison. Il est surprenant de constater
que plusieurs siècles ont été nécessaires avant que l’on songe à incliner le style et le mettre parallèle à l’axe de rotation
de la Terre et ainsi indiquer des heures toujours égales. Ces cadrans solaires ont été relativement peu étudiés et ils
restent entourés de beaucoup de mystères. Il semble que leur nombre soit beaucoup plus important qu’on ne pouvait le
penser auparavant. Certains sont gravés très régulièrement mais beaucoup sont d’une facture très grossière. Les
cadrans solaires « classiques » sont en général situé en hauteur pour être vus de loin et à l’abri des vandales, les
canoniaux eux, sont plutôt à hauteur d’homme. Ils sont souvent gravés en plusieurs exemplaires sur le même mur d’une
église sans que l’on sache vraiment pourquoi, mais parfois on n’en trouve qu’un seul. On ne sait pas exactement qui les
a gravé, sans doute des moines, mais les canoniaux ne se retrouvent pas uniquement sur les abbayes mais aussi sur les
petites églises rurales et des collégiales.
Cadran N°1
C’est le moins facile à découvrir, il reste peu de chose du tracé sur une pierre du premier contrefort
en partant de l’ouest. Par chance, il est parvenu jusqu’à nous car les pierres l’entourant ont été
remplacées par des neuves lors d’une restauration récente. Seul le trou de fixation du style est
facilement repérable, on voit aussi une ligne verticale et une autre horizontale partant vers la droite.
Dans le coin inférieur droit on devine un arc de cercle. Ce cadran est situé à 1,20 mètre au dessus du
sol actuel.
Cadran N°2
Situé aussi à 1,20 mètre du sol sur une pierre du mur sud à droite du premier contrefort, ce cadran
mesure 33 cm de diamètre. Là encore le trou central est bien marqué. Au premier coup d’œil ce
cadran semble tracé dans un demi cercle, en fait le cercle est entier mais moins marqué et masqué
partiellement par du ciment dans sa partie supérieure. La partie inférieure est divisée en secteurs
inégaux délimités par des lignes gravées plus ou moins fortement. La verticale, la ligne à gauche de
celle-ci et les deux horizontales sont évidentes, dans le quart inférieur droit deux autres lignes sont
visibles dont celle à droite de la verticale qui ne converge pas exactement vers le trou central
comme les autres. Dans le quart inférieur gauche semble apparaître une septième ligne entre
l’horizontale et la plus marquée, mais cela pourrait aussi être le hasard de l’érosion qui ait fait son
œuvre tellement le tracé est peu évident.
Cadran N°3
Sur le contrefort gauche du clocher se trouve un groupe de trois cadrans. Le supérieur, situé à
environ 1,40 mètre au dessus du sol, mesure 13 cm de diamètre. Il s’agit cette fois d’un demi cercle
dans lequel sont tracées 12 lignes bien marquées qui convergent vers le trou central. Ces 12 lignes
délimitent donc 11 secteurs, 6 à gauche et 5 à droite. A noter que les lignes de gauche sont moins
rectilignes que celles de droite.
Cadran N°4
Juste au dessous, un autre cadran est gravés beaucoup plus grossièrement. A environ 1,20 m du sol,
un cercle irrégulier de 9 cm de diamètre contient des lignes rayonnant autour d’un trou central.
Comme dans le cadran N°2, certaines lignes ne convergent pas exactement vers le centre. Est-ce dû
à la maladresse du graveur ? Peut-être que non car on rencontre souvent ce cas sur les canoniaux. Il
est possible que ce soit une manière d’améliorer la précision. En effet, le style étant constitué par un
bâton assez gros, l’ombre était large et on traçait peut-être certaines lignes en bordure de l’ombre et
non dans l’axe.
Cadran N°5
Le plus bas du groupe des trois est situé à 1 mètre du sol et mesure environ 15 cm de diamètre. Son
tracé est peu évident, même le trou central est peu marqué et ne semble pas avoir pu recevoir un
style. Dans un demi cercle, quelques lignes peu rectilignes convergent. Il s’agit peut être
simplement de l’ébauche d’un cadran jamais terminé.
Cadran N°6
Situé à environ 1,30 mètre au dessus du sol, sur le pilier droit du clocher, ce cadran mesure 20 cm
de diamètre. Il diffère beaucoup des précédents, à tel point qu’on se demande s’il date bien de la
même époque. Les cercles sont tracés très régulièrement, certainement à l’aide d’un compas, les
rayons les plus marqués sont rectilignes mais d’autres moins creusés semblent avoir été creusés à
main levée. Le trou central est moins grossier que les précédents mais semble peu adapté pour la
fixation d’un style en bois. Ce tracé ressemble peu aux canoniaux que l’on rencontre
habituellement, s’agit-il de l’ébauche d’un cadran à style polaire, ou simplement un dessin
décoratif ?
Cadran N°1
Cadran N°3
Cadran N°5
Cadran N°2
Cadran N°4
Cadran N°6