Nota storica - CAI Cividale

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Nota storica - CAI Cividale
CLUB ALPINO ITALIANO
Sottosezione “VAL NATISONE”
I COMBATTIMENTI NELLA VAL RESIA
DURANTE LA BATTAGLIA DI CAPORETTO
di
Mariano Moro
Il 24 maggio 1917, dopo ventinove mesi di aspra, terribile, sanguinosa e logorante guerra di
posizione, dove però il Regio Esercito Italiano si era tenuto in prevalenza all’offensiva, le unità
della 14a Armata Austro-Tedesca, al comando del Generale tedesco Otto von Bellow, diedero inizio
alla 12a battaglia dell’Isonzo, meglio conosciuta come la battaglia di Caporetto.
Alle ore 2,00 di quel drammatico giorno, l’artiglieria Austro-Germanica (facendo largo uso anche di
proiettili a gas asfissianti e incendiari) cominciò con un violento fuoco che investì le posizioni dello
schieramento difensivo italiano nel tratto compreso tra il Rombon e la Bainsizza. L’azione calò
d’intensità tra le 4,30 e le 5,30 per poi riprendere tambureggiante a carattere di distruzione sulle
prime linee.
Nella Conca di Plezzo, presidiata dai reparti appartenenti alla 50a Divisone del IV Corpo d’Armata
Italiano, dove l’azione dei gas ebbe effetti notevolmente devastanti, le truppe imperiali del Gruppo
Krauss1, sfondate le prime linee italiane alle ore 09,30, dilagarono per il fondo valle, ma alle ore
1
Nel settore della 50a Divisione italiana era schierato il I Corpo d’Armata austro-germanico agli ordini del gen. austriaco Alfred von
Krauss composto da quattro divisioni (tre austro-ungheresi e una germanica): “22a (Muller) fortemente scaglionata in profondità
sulla fronte Plezzo-pendici del Rombon, con il compito di guadagnare l’obiettivo dello Stol; 55a (Schwarzenberg) a sinistra della
precedente con obiettivo la conca di caporetto da raggiungere lungo la direttrice Vrsic-Polounik-Planina Za Kraju. Obiettivo
eventuale: Matajur; 3a Edelweiss (Wieden) dietro la 22a per proseguire l’azione oltre a Saga, in Val Uccea e concorrere
all’attacco della Sella Prevala […] avanzando per le pendici del Rombon e Pluzne; Jäger (Wodtke) inizialmente dietro la 3a
Edelweiss con il compito di seguire, lungo il fondo valle Isonzo, il movimento del gruppo d’urto principale (22a Divisione) fino a
Saga, donde, puntare su Caporetto, MINISTERO DELLA DIFESA – STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO
STORICO, MINISTERO DELLA DIFESA – STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO STORICO, L’Esercito
Italiano nella Grande Guerra (1915-1918) Volume IV – Le operazioni del 1917, Tomo 3° - Gli avvenimenti dall’ottobre al
Dicembre (Narrazione), Roma – 1967, p. 242.
1
12,00 la loro avanzata si arrestò difronte alle difese regie della Stretta di Saga, tenute da tre
battaglioni Alpini e da altri due di fanteria appoggiati da alcune batterie di vario calibro2.
Il Comandante della 50a Divisione, Generale Arrighi, però: “avuta la notizia che il nemico era
riuscito a superare, sulla destra, la linea del Krasji e che era stata occupata Caporetto [….] vide,
per questo scoperti tanto il fianco destro quanto i rovesci del suo schieramento e considerò del
tutto insufficienti le forze di riserva a sua disposizione […] a sbarrare l’ampia fronte […] che
sarebbe stato necessario coprire. Ritenne che […] non avrebbe potuto mantenere il possesso della
Stretta di Saga dove un’ulteriore permanenza avrebbe costato la perdita dell’intera divisione e la
conseguente rinuncia a un suo impiego in successive difese contro l’avanzata del nemico [… ] alle
ore 18,00, quindi dispose il ripiegamento della divisione sulla linea di Armata -Monte GuardaUccea-Prvi Hum-M. Stol.” 3
Nella notte del 24 ottobre le unità di punta Austro-Ungariche del Gruppo Krauss superarono la
stretta di Saga, abbandonata dagli italiani, e avanzarono lungo la Valle Uccea minacciando
concretamente il delicatissimo tratto della giuntura fra i settori di competenza del IV Corpo
d’Armata e la Zona Carnia. Infatti, la penetrazione in questa parte del fronte avrebbe portato le unità
imperiali a raggiungere la Valle del Tagliamento mettendo così in crisi le unità italiane schierate in
Carnia e intrappolato la 36a Divisione italiana in ripiegamento dalla Val Canale.
Dal pomeriggio del 25 ottobre, le truppe della Divisione Edelweiss iniziarono l’attacco alle difese
italiane in Valle Uccea, tra Monte Caal, Monte Chila e Monte Plagne. Tali capisaldi furono
conquistati dalle truppe asburgiche, dopo furiosi combattimenti con perdite notevoli per entrambi i
contendenti, nella mattinata del giorno successivo.
L’avanzata austriaca a questo punto si sviluppò in tre direzioni: “ parte delle forze risalendo la Val
Uccea sino alla sella Carnizza doveva puntare su Resiutta in Val Resia; una seconda parte,
avanzando verso nord doveva tentare di raggiungere, attraversando la Val Resia, il paese di
Chiusaforte, in Val Fella; una terza parte infine si diresse verso occidente al passo Tanamea, alle
pendici nord di Monte Maggiore, al fine di arrivare al Tagliamento presso Venzone” 4.
A sostegno dell’avanzata delle truppe Asburgiche, considerata dal Comando della 14a Armata
Austro-Tedesca di alto valore strategico, la divisione Edelweiss ebbe quale rinforzo la divisione
tedesca Jäger, (Deutche Jäger Division), la quale in giornata raggiunse la parte orientale
dell’abitato di Uccea5 .
2
Si trattava dei battaglioni Alpini Ceva, Monviso, Argentera e due battaglioni del 280° Reggimento fanteria protetti da una batteria e
mezzo da 149 mm. , da una autobatteria 102 mm. e due batterie da 105 mm., MINISTERO DELLA DIFESA – STATO
MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO STORICO, op cit., p. 235.
3
MINISTERO DELLA DIFESA – STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO STORICO, op. cit, p. 290.
4
ALBERTO MONTICONE, La Battaglia di Caporetto, Gaspari Editore, Udine, 1999, p.133;
5
ALBERTO MONTICONE, op.cit. p.133;
2
Le unità della Edelweiss, nella loro progressione continuarono a conquistare terreno e a metà della
giornata del 26 ottobre conquistarono Sella Carnizza, occuparono il Monte Guarda e raggiunsero
Stolvizza in Val Resia.
I reparti italiani, ormai costretti dagli avvenimenti a ripiegare dalla Val Uccea, ebbero l’ordine di
retrocedere per schierarsi su una nuova linea difensiva a cavallo della Val Resia, da monte Posar a
Monte Cuzzer, per bloccare le unità nemiche provenienti sia dalla parte di Stolvizza che della Val
Uccea. La difesa di queste posizioni fu assunta dal Gruppo Alpini Alliney6 e da altri reparti di
Fanteria7.
Queste truppe resistettero per quattro giorni (dal 26 al 29 ottobre 1917) agli attacchi sferrati dalle
agguerrite e ben equipaggiate unità Austro-Tedesche appartenenti agli Jäger della Divisione
Cacciatori Germanica e dai soldati austro-Ungarici della 3a Divisione Edelweiss.
La tenace resistenza dei sodati italiani nella Val Resia evitò la veloce penetrazione nemica verso la
Valle del Tagliamento, che sicuramente avrebbe comportato gravissime conseguenze per le armi
italiane, consentendo lo sganciamento della 36a Divisione italiana dal Canal del Ferro.
BIBLIOGRAFIA:
ORIO DI BRAZZANO, La Grande Guerra sulla Fronte Giulia (1915-17), Dalla Conquista del
Monte Nero , Edizioni Panorama – Trento, 2002;
MINISTERO DELLA DIFESA – STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO
STORICO, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918) Volume IV – Le operazioni del
1917, Tomo 3° - Gli avvenimenti dall’ottobre al Dicembre (Narrazione), Roma – 1967.
ALBERTO MONTICONE, La Battaglia di Caporetto, Gaspari Editore, Udine, 1999;
MARCO PASCOLI E ANDREA VAZZAZ, I Forti del sistema difensivo del Friuli, Gaspari
Editore, Udine ,2005;
6
Colonnello degli Alpini Emilio Alliney, comandante del 3°Reggimento Alpini fin dal 1908, il 24 ottobre ebbe il Comando delle
Truppe di Val Resia e Uccea. MARCO PASCOLI E ANDREA VAZZAZ, I Forti del sistema difensivo del Friuli, Gaspari Editore,
Udine ,2005. p.76;
7
In Val Resia: “si realizzò una prima linea di sbarramento […], lungo le postazioni di: Valle-MontePlagna-Monte Cuzzer. A
presidiarle, furono destinati: il battaglione Alpini Mercantuor, due compagnie del battaglione Alpini Pinerolo un battaglione del
35° fanteria (Brigata Pistoia), un battaglione ciclisti ed altri elementi minori.
Queste unità erano tratte, in maggior parte, [da quelle]appartenenti [alla].: 63a Divisione (Brigate Parma e Pistoia); VIII Gruppo
Alpini ;5 battaglioni ciclisti.Dietro questa prima linea, ne veniva creata una seconda che andava da Staulizza a M. Pleghie e di qui
a M. Sflincis. La sua difesa era affidata ad un battaglione del 35° fanteria (Brigata “Pistoia”), un battaglione bersaglieri ciclisti,
altre unità varie (Cavalleria, Carabinieri, presidiarie, d’istruzione) della forza complessiva di oltre un battaglione”, MINISTERO
DELLA DIFESA – STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO – UFFICIO STORICO, op. cit, pp. 366 e 367;
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