La città di Latina si presenta suddivisa, per quanto riguarda la

Transcript

La città di Latina si presenta suddivisa, per quanto riguarda la
La città di Latina si presenta suddivisa, per quanto riguarda la toponomastica, in Rioni (10, indicati con la lettera R);
Quartieri (5, indicati con la lettera Q); Lottizzazioni (1, indicata con la lettera L). Tali partizioni toponomastiche furono
ideate negli anni '90 dal sindaco Ajmone Finestra, che voleva forse ricalcare la suddivisione toponomastica di Roma
(Rioni, Quartieri, Suburbî, Zone). Tuttavia, a differenza della Capitale, Latina non ha mai veramente preso sul serio
questa iniziativa e, salvo rare eccezioni, i nomi sono usati raramente; qualcuno nemmeno sa della loro esistenza. Ciò
forse anche perché non vi sono dei confini precisi a delimitare Rioni e Quartieri (e se esistono dei confini, non sono in
alcun modo resi noti o segnalati). Invero, all'epoca, questo processo di ripartizione toponomastica ebbe larga eco, tanto
che fu indetto pure un referendum per decidere i nomi delle varie suddivisioni. Va detto infine che tale frazionamento,
se contraddistingue la città, non riguarda invece le campagne; dove gli unici punti di riferimento sono gli 11 Borghi e
qualche frazione o località più nota delle altre.
Di seguito, saranno esaminate le suddivisioni cittadine ed extracittadine, con riguardo non solo alla toponomastica, ma
anche alla conformazione ed alle caratteristiche.
I Rioni della città di Latina, che corrispondono più o meno al centro cittadino di più antica costruzione, sono 10.
Il Rione Littoria, codificato come R0, corrisponde al centro storico di Latina. Proprio per questo motivo, riprende il
nome originario della città: esso deriva dal fascio littorio, simbolo del regime che governò l'Italia nel periodo in cui
Latina venne costruita. Le polemiche che seguirono questa scelta furono in fretta placate dal sindaco Finestra, il quale,
con lo spirito che gli era consueto, notò che da sempre i coloni dell'Agro, dovendosi recare in centro, dicevano “'ndémo
a Litòria”: sembrava perciò inopportuno cambiare le carte in tavola ai vecchî e prodi pionieri così, all'improvviso. I
confini del Rione sono, intuitivamente, i viali che compongono la cosiddetta Circonvallazione. Nel Rione Littoria fanno
bella mostra di sé gli edificî storici della città, dal Comune a Palazzo M, dalla Prefettura alla chiesa di San Marco. Dal
punto di vista della toponomastica, non c'è un contesto univoco: fenomeno, questo, comune alla maggior parte dei centri
storici. Ai toponimi evocativi che contraddistinguono le due piazze più importanti (Popolo, Libertà) s'accompagnano
statisti, patrioti e generali del Risorgimento; qualche toponimo che riguarda la Resistenza; nomi di città e battaglie
famose; senza tralasciare le denominazioni locali (Quadrato, San Benedetto, San Marco) e le date importanti (XXI
Aprile, XVIII Dicembre, XXIV Maggio). A partire dagli anni '90, poi, s'è andata ingrossando la fetta di toponimi
relativi a personaggî della Bonifica, su iniziativa soprattutto del sindaco Finestra. Non bisogna dimenticare, infine, la
particolarità del Parco Arnaldo Mussolini, i cui viali interni (nonché qualche via nei dintorni: Nizza, Spalato, Malta)
sono dedicati alle terre irredente.
Il Rione Frezzotti, codificato come R1, è dedicato all'architetto Oriolo Frezzotti (1888-1965), che nel 1932 redasse il
primo piano regolatore della città e che progettò monumenti e costruzioni in diverse città dell'Agro Pontino. Si trova a
nord-est del centro, ed ospita il Tribunale, la Facoltà d'Ingegneria, la Facoltà d'Economia ed il Conservatorio “Ottorino
Respighi”: quest'ultimi due, in passato, costituivano la gran parte del Campo Profughi “Roberto Rossi Longhi” che,
nato per ospitare i profughi giuliano-dalmati, finì poi per accogliere anche rifugiati dell'est Europa, della guerra in
Corea e del Vietnam. La parte nord del Rione è anche nota come Villaggio Trieste, proprio per la presenza dei suddetti
profughi giuliano-dalmati. Dal punto di vista toponomastico, il contesto che riguarda giuristi dell'antica Roma
(Triboniano, Ulpiano) nella zona che circonda il Tribunale si fonde poco oltre coi toponimi relativi ad autori romani
(Cicerone, Terenzio, Plauto) ed italiani (Ludovico Ariosto, Francesco Petrarca, Vincenzo Monti).
Il Rione Piccarello, codificato come R2, riprende il nome di un importante canale di bonifica, il Fosso Piccarello
appunto, che nasce dal Canale delle Acque Medie e prosegue scorrendo nella zona. Si trova ad est del Rione Frezzotti, e
gravita attorno alla grande Piazza Aldo Moro. Il Rione, un tempo noto come Quartiere Latina Beton, dal nome
dell'impresa edile che edificò la più parte dei palazzi, ospita soprattutto costruzioni residenziali; ma punti degni di nota
sono il convento delle clarisse, attiguo alla chiesa di Santa Chiara, e le due grandi discoteche della città, il Felix ed il 24,
nonché il vasto impianto sportivo del CONI. Fatta eccezione per la piccola zona dedicata ad autori italiani, al confine
col Rione Frezzotti, la toponomastica appare monopolizzata da un unico contesto, quello delle antiche popolazioni
italiche (Aurunci, Etruschi, Volsci): nient'altro che eccezioni sono la piazza principale, dedicata ad Aldo Moro, e Via
San Francesco d'Assisi, che collega il Rione a Latina Scalo. Nei pressi del CONI vi sono però alcune vie dedicate a
musicisti (Antonio Vivaldi, Vincenzo Bellini, Pietro Mascagni). Il Rione Piccarello è stato oggetto, a partire dal 2007
circa, di una discreta espansione nella zona dove si trovava Villa Flora: questa palazzina ora demolita, tutt'altro che
amena, come invece il nome vorrebbe suggerire, era un fatiscente condominio, spesso occupato da inquilini abusivi. Va
segnalato che le strade di questa nuova espansione sono ancora, dopo tanti anni, prive di toponimo; e risultano ancora
come “segue numerazione” delle vie circostanti.
Il Rione Prampolini, codificato come R3, ricorda Natale Prampolini (1876-1959), l'ingegnere che fu uno dei principali
fautori della Bonifica Pontina. Corrisponde alla parte sita a sud del centro storico, e copre una vasta area. Il Rione ospita
lo Stadio “Domenico Francioni”, la Clinica “San Marco”, l'Ospedale “Santa Maria Goretti”. I contesti toponomastici
sono diversi, e vanno dalle battaglie del Risorgimento (Aspromonte, Teano, Calatafimi, Quarto), ai personaggî meritorî
della Bonifica (Giovanni Cena, Gaetano Rappini); alle antiche città dell'Agro Pontino (Polusca, Feronia, Albiola),
passando per gli artisti italiani (Tiziano, Giotto). Nel Rione Prampolini trova spazio anche il Parco San Marco, uno dei
polmoni verdi della città.
Il Rione Goretti, codificato come R4, deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria Goretti, una delle più importanti di
Latina, dedicata alla compatrona della città. Il Rione occupa un'area non molto estesa, situata a nord-ovest del centro
storico; e vede presenti, oltre alla suddetta chiesa ed al campo da calcio “Sa.Ma.Gor.”, per la maggior parte edificî
residenziali. La sua parte sud è anche conosciuta come Quartiere Nicolosi, in onore di Giuseppe Nicolosi, l'architetto
che la progettò: la zona, che gravita attorno a Viale Emanuele Filiberto, ospita le prime case popolari di Latina, alternate
da viali pedonali, piazze e giardini. Il contesto toponomastico è pressoché univoco, relativo alla I Guerra Mondiale, ai
suoi combattenti, ed alle sue battaglie (Pasubio, Montesanto, Tagliamento). Tuttavia, le due principali vie del Rione
vanno in altre direzioni: una è dedicata al Duca d'Aosta Emanuele Filiberto di Savoia; l'altra invece ricorda il
malariologo Giovanni Battista Grassi (invero, un altro malariologo è ricordato dalla vicina Via Ettore Marchiafava).
Il Rione Torre La Felce, codificato come R5, riprende il nome di un'antica costruzione presente nella zona, ancora
prima della bonifica. Si trova nella parte nord-ovest della città, e si sviluppa su Via Piave e Via Saturnino Piattella. È un
Rione a vocazione pressoché esclusivamente industriale e commerciale: ospita infatti alcuni grandi siti manifatturieri,
anche dismessi (ad es. la SVAR); e sempre nel Rione si trova il Centro Artigianale Arco. Altri luoghi rilevante del Rione
sono le nuove autolinee e l'Istituto Tecnico Guglielmo Marconi, che si trova alla fine di Via Reno. Dal punto di vista
toponomastico, le strade sono quasi tutte dedicate ai fiumi italiani (Po, Adige, Scrivia, Belice): caso particolare è Via
Piave, che non ricorda il fiume veneto, bensì l'omonimo Borgo a cui conduce. Eccezioni, che riguardano le principali
direttrici del Rione, sono anche Via Saturnino Piattella, che ricorda un industriale locale; e Via Amerigo Vespucci,
dedicata al noto esploratore.
Il Rione Isonzo, codificato come R6, prende nome dalla strada su cui sorge, appunto Via Isonzo: anche qui, come nel
caso di Via Piave, il toponimo ricorda il Borgo a cui la via porta. Il Rione si trova a sud del centro storico, ed ospita
soprattutto edificî residenziali (ad es. gli altissimi Palazzi Barletta, che devono il nome al costruttore) e scuole (l'Istituto
Professionale Luigi Einaudi, il Liceo Scientifico Ettore Majorana, la Scuola Media Giuseppe Giuliano). L'edificio più
rilevante è la sede vescovile, in Piazza Paolo VI, con annessa chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Il Rione Isonzo
inoltre accoglie anche la sede centrale del corpo dei Vigili Urbani di Latina, il centro di smistamento postale, ed il
grande Piazzale della Fiera: quest'ultimo è un esteso parcheggio che, periodicamente, ospita mercati, fiere ed eventi
d'ogni tipo. Il contesto toponomastico è bipartito. Nella parte ad est di Via Isonzo, la toponomastica riguarda
esclusivamente i comuni della Provincia di Latina (Pontinia, Terracina, Aprilia, Priverno), con le eccezioni di Via Don
Luigi Sturzo, Via San Tommaso d'Aquino, Piazza Paolo VI e Via Bortolo Terzariol. La parte ad ovest di Via Isonzo vede
ricordati alcuni grandi scrittori e letterati italiani (Aldo Manuzio, Carlo Goldoni, Giuseppe Giusti, Giovanni Boccaccio).
Il Rione Campo Boario, codificato come R7, deve il suo nome al fatto che, fino agli anni '40, funzionarono in zona una
fiera agricola ed un mercato bovino, con annessi servizî specifici dedicati all'allevamento. Il Rione è situato a nord della
città, tra il Rione Goretti ed il Canale delle Acque Medie. Si sviluppa attorno a Piazza Enrico Berlinguer, ed è noto per
essere stato uno dei quartieri più malfamati di Latina (il che gli valse, nel tempo, i nomignoli di Bronx, Zingaropoli e
Shangai): oggi, con la costruzione di nuovi palazzi e l'apertura di molte attività commerciali, le sorti del Rione Campo
Boario si sono risollevate. Il Rione fu detto anche Quartiere dei Ventosari, per il fatto che negli anni '50 vi trovarono
residenza molte persone originarie di Ventosa, frazione del comune di SS. Cosma e Damiano oggi quasi spopolata. Nel
Rione Campo Boario si trova la Caserma dei Vigili del Fuoco, intitolata al pompiere Giuliano Carturan. La
toponomastica riguarda per la maggior parte personaggî e condottieri della storia romana (Giulio Cesare, Coriolano,
Muzio Scevola, Tacito); oppure città e personaggî del Risorgimento (Giuseppe Sirtori, Milazzo, Marsala). Sono
ricordati da vie e piazze di una certa importanza anche il già nominato Giuliano Carturan ed uno dei santi simbolo
dell'area pontina, San Carlo da Sezze. Una zona di recente edificazione sita su Via Pionieri della Bonifica ricorda
appunto, nei suoi toponimi, alcuni personaggî relativi alla Bonifica Pontina (Ottorino Perazzotti, Enrico Nasi, Sante
Palumbo, Gelasio Caetani). Va segnalato che dapprima le varie lottizzazioni abusive, ed oggi le nuove costruzioni,
hanno creato alcune strade che, attualmente, sono ancora prive di toponimo: un esempio è fornito dalle molte traverse di
Via San Carlo da Sezze, o da alcune laterali di Via Giuseppe Sirtori.
Non esistono, per qualche motivo destinato forse a restare ignoto, Rioni contrassegnati dai numeri 8 e 9.
Il Rione Gionchetto, codificato come R10, deve il suo nome ad un piccolo canale di bonifica, affluente del Fosso del
Gionco, che attraversava la zona: oggi è in molti tratti interrato. Il Rione sorge a nord della città, oltre il Canale delle
Acque Medie, ad ovest di Strada Epitaffio. Come il Rione Campo Boario, anche questo è stato caratterizzato da
abitazioni sorte spontaneamente e dall'abusivismo edilizio. È una zona prettamente residenziale, con qualche
divagazione sull'industriale lungo Strada Epitaffio; e non ospita edificî di grande rilevanza. La toponomastica vede
come protagoniste le montagne italiane, ricordate da tutte le strade del Rione (Monte Bianco, Gran Sasso d'Italia, Monte
Terminillo).
Il Rione Pantanaccio, codificato come R11, prende nome dalla strada che lo attraversa, Strada Pantanaccio. Si trova a
nord di Latina, oltre il Canale delle Acque Medie, ad est di Strada Epitaffio. Come i due Rioni precedenti, anche questo
ha goduto e gode ancora, talvolta, di cattiva fama; ed ha condiviso col Rione Campo Boario il soprannome spregiativo
di Zingaropoli. Tuttavia, a partire dal 2014, sono iniziati dei lavori di riqualificazione, concentrati soprattutto nella
zona tra Strada Pantanaccio ed il Canale delle Acque Medie (chiamata informalmente Quartiere Porta Nord): questi
lavori dovrebbero condurre, in futuro, alla realizzazione di un parco in prossimità di Via Selene, di numerosi edificî
residenziali, di un nuovo palazzetto dello sport e di un ponte di collegamento col Rione Frezzotti. Il Rione Pantanaccio
non ospita edificî di grande rilevanza, se si eccettua il sito industriale oggi dismesso della Kurly Kate. La toponomastica
ricorda esclusivamente pianeti e corpi celesti (Mercurio, Asteroidi, Sirio, Orione).
Dopo i Rioni, è d'uopo soffermarsi sull'unica Lottizzazione presente, l'unica almeno che ha guadagnato un posto nelle
suddivisioni toponomastiche latinensi.
La Lottizzazione Agora deve il proprio nome alla via su cui s'è sviluppata, una delle più importanti di Latina: Via
dell'Agora. Si trova a sud del centro, tra il Quartiere Italia ed il Rione Isonzo. È uno dei quartieri eleganti di Latina, e si
connota per la presenza di grandi ville e giardini rigogliosi: non ospita, per il resto, edificî di grande importanza. Nel
parlare comune, è spesso definita anche coi nomi di Quartiere Santa Domitilla, dal nome della chiesa, che sorge quasi
al confine col Quartiere Persicara; e di Quartiere Cucchiarelli, dal nome dell'imprenditore edile che per primo edificò
la zona. La toponomastica ricorda quasi esclusivamente regioni e zone d'Italia (Toscana, Lazio, Emilia, Salento), ma vi
sono anche due intitolazioni a ricordo di combattenti della II Guerra Mondiale: Via Luciano Bonanni e Via Giorgio
Cocchi.
I Quartieri sono 5, e corrispondono alla parte di sviluppo più recente della città. Si concentrano tutti nella zona sudovest.
Il Quartiere Italia, codificato come Q1, trae il nome dal fatto che le prime sue vie furono intitolate a città italiane. È
situato tra il Rione Prampolini, il Rione Isonzo e la Lottizzazione Agora, ed è perlopiù un quartiere residenziale: al suo
interno si trovano due grandi centri commerciali, il Centro Morbella ed OBI; ma nessun altro edificio di particolare
importanza. Una parte del Quartiere, che ospita numerosi alloggî popolari, è chiamata anche Quartiere Gescal, dal
nome dell'ente che le costruì (Gestione Case Lavoratori). Il Quartiere è chiamato anche Quartiere Santa Rita, dal
nome della chiesa principale. La toponomastica è eterogenea: si parte da antiche città del Lazio (Cerveteri, Tarquinia)
per poi trovare intitolazioni a ricordo delle vittime del terrorismo (Guido Rossa, Vittorio Bachelet); per finire quindi,
come già accennato, con le città italiane (Milano, Torino, Fiuggi). Sono ricordati, in modo sparso, anche personaggî
della Bonifica (Nerio Burchi, Nallo Mazzocchi Alemanni).
Il Quartiere Europa, codificato come Q2, fu chiamato così per il fatto che la quasi totalità delle sue vie ricorda nazioni
o città europee. È uno dei quartieri più estesi, e si trova a sud-ovest del centro. Ospita perlopiù costruzioni a carattere
residenziale, a cui s'aggiungono grandi centri commerciali, il cimitero comunale e la zona del Centro Direzionale:
quest'ultima doveva rappresentare, nelle intenzioni originarie, il cuore pulsante commerciale ed amministrativo della
città, ma ciò non s'è realizzato appieno. Nel Centro Direzionale si trovano gli ufficî del Ministero del Tesoro, il Palazzo
di Vetro, la Cittadella Giudiziaria (non ancora terminata); nonché uno degli edificî più alti d'Italia: la Torre Pontina. La
parte nord-est del Quartiere è detta anche Quartiere Asves, dal nome dell'impresa edile che lo costruì. La
toponomastica, come accennato, riguarda per la maggior parte nazioni (Germania, Francia, Polonia, Gran Bretagna) e
città europee (Bruxelles, Varsavia, Londra, Mosca). Vi sono però alcune eccezioni, in special modo per quanto riguarda
le direttrici principali, che ricordano il Presidente USA John Fitzgerald Kennedy, gli architetti Le Corbusier e Pierluigi
Nervi, ed i bonificatori Aldo Zanetti ed Ubaldo Zani. Sono ricordati anche dei fiumi (Bradano, Liri, Sele, Brenta),
residuo di quando la zona ancora non era edificata ed il contesto toponomastico rifletteva quello del Rione Torre La
Felce. Va segnalato che vi sono due toponimi che esulano, senza speciali motivi, dai contesti toponomastici: sono
Piazzale Apuleio, il solo a ricordare un autore latino; e Via S. Chiarello, la sola nel quartiere a ricordare un musicista.
Va segnalato poi che la zona del Centro Direzionale presenta numerose aree prive di toponimo: si tratta di parcheggî o
strade interne, la cui conformazione è talvolta molto ramificata, con grande disorientamento di chi non conosce la zona.
Il Quartiere Persicara, codificato come Q3, prende nome da una delle strade che lo attraversava: oggi infatti Via
Persicara ricade tutta entro il Rione Torre La Felce per un tratto ed entro il Quartiere Europa per un altro; mentre il tratto
che si trova nel Quartiere Persicara ha attualmente i nomi di Via Francisco Goya e Via Silvestro Lega. Si tratta di un
piccolo quartiere residenziale, a ridosso della S.R. 148 Pontina, caratterizzato da ville, piccole palazzine ed ampî spazî
verdi. Eccezion fatta per l'Hotel Garden, non vi si trovano edificî rilevanti. Quanto al contesto toponomastico, esso
riguarda solamente artisti del '900 (Pablo Picasso, Francisco Goya, Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani); con una
particolare attenzione a quelli che raffigurarono le Paludi Pontine o la Bonifica (Duilio Cambellotti, Silvestro Lega,
Giuseppe Raggio, Enrique Serra).
Il Quartiere Nuova Latina, codificato come Q4, si chiama così poiché è la prima espansione della città di Latina oltre
quello che, fino agli anni '70 – '80, era considerato un po' il confine della città: la Mediana (oggi ricompresa nella S.R.
148 Pontina). Il Quartiere ha una fortissima connotazione residenziale, con poche attività commerciali limitate in gran
parte al Centro Commerciale Lestrella. Non vi sono eccezionali punti d'interesse, a parte la monumentale e travagliata
fontana sulla rotonda che divide Quartiere Nuova Latina e Quartiere Nascosa; ed un monumento, al centro di un'altra
rotonda, che ricorda i campionati mondiali di tiro con l'arco che si svolsero nel quartiere nel 2010. Un punto di forza di
questo Quartiere è la presenza di numerosi giardini (il cui insieme forma la cosiddetta “Oasi Verde”), che sono spesso
collegati da una ramificata ed estesa pista ciclabile, che permette anche di raggiungere il Lido di Latina. La
toponomastica è monotematica: a parte qualche eccezione per quanto concerne alcune aree verdi, strade e piazze
ricordano esclusivamente i musicisti italiani (Nicolò Paganini, Giangiacomo Carissimi, Giovanni Paisiello, Antonio
Salieri).
Il Quartiere Nascosa, codificato come Q5, deve il proprio nome al fatto che s'è sviluppato a nord di Strada Nascosa.
Come il Quartiere Nuova Latina, anche questo sorge oltre la S.R. 148 Pontina ed ospita quasi esclusivamente edificî
residenziali; entrambi i Quartieri poi si strutturano su viali semicircolari e presentano numerose aree verdi. Il Quartiere
Nascosa non presenta edificî di pregio o di rilievo. Anche la toponomastica ricalca il contesto del Quartiere Nuova
Latina: ogni strada ed ogni piazza ricorda anche qui i musicisti italiani (Giovanni Pierluigi da Palestrina, Marcantonio
Cesti, Alessandro Scarlatti, Ottorino Respighi).
Non possono definirsi frazioni i due quartieri che compongono il Lido di Latina, visto che hanno conosciuto negli ultimi
anni un periodo di grande sviluppo, non solo territoriale. Meritano quindi di essere menzionati a parte, non facendo però
nemmeno parte del novero dei Quartieri “ufficiali”.
Il Quartiere Foce Verde si trova a sud di Borgo Sabotino, compreso tra la foce del Canale delle Acque Alte (la quale dà
il nome alla zona: il colore verde è causato dal gran numero di alghe che la connota) e Strada Casilina Sud. È un
quartiere dedicato al turismo marittimo, ed è veramente attivo solo d'estate, quando le case vengono abitate ed i
numerosi stabilimenti balneari iniziano a funzionare. Tuttavia, i molti buoni locali e ristoranti funzionano spesso e
volentieri anche in periodo invernale. Punti rilevanti, oltre al mare, sono la bella Piazza dei Navigatori e l'oasi
naturalistica “Rewetland”, costruita nel 2014. Nella parte nord si trova un grande consorzio, il Villaggio Giornalisti,
costruito negli anni '60 proprio su iniziativa di alcuni giornalisti. La toponomastica riguarda per la maggior parte le isole
italiane (Montecristo, Isola Bella, Panarea, Santo Stefano). Sono anche ricordati alcuni personaggî rilevanti nella storia
della città: è il caso dei Fratelli Dal Chiele, pionieri a cui è dedicato un grande piazzale; o di Giuseppe Massaro,
giornalista e storico dedicatario di una delle vie principali.
Il Quartiere Capoportiere deve il proprio nome all'impianto idrovoro che si trova al suo ingresso, che a sua volta
riflette il toponimo del luogo. Si sviluppa ad est di Strada Casilina Sud, e condivide le proprie caratteristiche di quartiere
prettamente turistico con Foce Verde. A Capoportiere si trovano la chiesa Stella Maris, di recente costruzione; lo storico
impianto idrovoro, sito in corrispondenza del Canale della Lanterna; ed il Pontile Gaetano Loffredo, una vera e propria
terrazza sul mare. La toponomastica ricorda più che altro le isole italiane (Ponza, Ventotene, Elba, Asinara); ma trovano
spazio anche i bonificatori, come ad esempio Domenico Andriollo.
Le campagne della città di Latina sono costellate dai Borghi (11, nel Comune di Latina), nati come piccoli centri
contadini e poi sviluppatisi nel tempo. Quasi tutti portano il nome di luoghi-simbolo della I Guerra Mondiale, scelti tra
il 1933 ed il 1935 dal primo podestà Valentino Orsolini Cencelli, per onorare i moltissimi pionieri che avevano
combattuto. Molti Borghi presenti nel Comune di Latina sono stati protagonisti d'una vera e propria rivoluzione
toponomastica negli anni '90, mirata a rendere più “civili” (secondo il discutibilissimo parere del Comune) i nomi delle
strade.
Borgo Montello, costruito a ridosso dell'antico abitato di Conca (il cui nome derivava dalla conformazione del luogo),
è forse il Borgo più lontano dalla città, tant'è che è dotato anche di un cimitero autonomo. La toponomastica era
incentrata principalmente sui luoghi di scontro della I Guerra Mondiale (Carnia, Marna, Caporetto); ma oggi i nomi
delle strade ricordano più che altro le antiche città del Lazio (Minturnae, Corioli, Ficana, Suessa Pometia), con qualche
deviazione verso personaggî religiosi di spicco (San Lidano d'Antena, Monsignor Cesare Boschin). Unitamente a Borgo
Montello è bene trattare anche della vicinissima Le Ferriere, località industriale sviluppatasi attorno ad un'industria
metallurgica (da cui il nome), dove si trovano la Casa del Martirio di Santa Maria Goretti e le rovine dell'antica
Satricum. Il contesto toponomastico di Le Ferriere non è molto sviluppato, essendo la frazione sostanzialmente un
incrocio: gli unici toponimi dunque riguardano le vie principali (Nettunese, Campomorto, Le Ferriere, Cavaliere) ed il
piazzale antistante la Casa del Martirio, dedicato a Giovanni Paolo II. Va segnalato che è ormai diffusa la moda di
chiamare questa località Borgo Le Ferriere: è una denominazione del tutto errata, in quanto non si tratta di un abitato
costruito durante la Bonifica, ma di un centro preesistente.
Borgo Bainsizza è stato costruito nel 1932 in una località detta Piano Rosso o Casolare; e si tratta di un piccolo abitato
a vocazione pressoché totalmente agricola. Fino agli anni '90 la toponomastica era inesistente, ed oltre alle tre vie
principali (Bosco, Scopeto, Speranza), esisteva soltanto la piccola Strada della Fortuna (oggi Via Flavio Stilicone).
Attualmente la toponomastica, ampliatasi insieme al Borgo, ricorda antichi condottieri romani come Marco Agrippa,
Caio Mario e Quinzio Cincinnato.
Borgo Santa Maria è l'unico Borgo ad essersi sviluppato dopo la fine della Bonifica: è infatti nato negli anni '50,
attorno alla chiesa di Santa Maria della Letizia (dalla quale deriva il nome). Precedentemente, la località si chiamava
Gnif Gnaf, nome curioso sia nella forma che nell'etimologia: infatti deriva dal suono onomatopeico degli stivali che
camminano nel fango. Originariamente la toponomastica ricordava solo alcune denominazioni locali (Santa Maria,
Macchia Grande, Canale, Canaletto). Oggi, le molte nuove aree di circolazione sono intitolate alle regioni geografiche
italiane (Le Langhe, Gallura, Cinqueterre, Versilia).
Borgo Sabotino nasce in località Foce Verde nel 1929, ed assume il nome di Passo Genovese: esso deriva dal fatto che,
anticamente, presso questi luoghi facevano scalo alcune navi commerciali, provenienti soprattutto dalla Repubblica di
Genova. È noto per la vicina centrale elettronucleare, spesso al centro di polemiche. Punto rilevante del Borgo è il
Procoio, antico edificio che fungeva da rimessa per le bufale, ed oggi convertito a museo. La toponomastica s'è
sviluppata solo a partire dai tardi anni '90, e ricorda alcuni personaggî locali (Adriano Massaccesi, Vincenzo Giannelli,
Don Vincenzo Onorati, Bernardo Borretti). La rotonda al centro del Borgo è stata dedicata, non senza polemiche, al
politico Giorgio Almirante. Va segnalato che molte traverse di Strada Foce Verde, di recente costruzione, sono prive di
toponimo. Inoltre, una di esse è stata intitolata al musicista Domenico Cortopassi: è l'unica strada dedicata ad un
compositore nel raggio di chilometri.
Borgo Podgora nasce nel 1927 col nome di Sessano, dal nome d'un antica torre nei pressi, oggi non più esistente: il
toponimo è d'origine incerta, e secondo alcuni deriva addirittura dall'antica città di Suessa Pometia. È uno dei Borghi
più sviluppati ed estesi, ed è stato uno dei più toccati dalla rivoluzione toponomastica degli anni '90. I toponimi bucolici
delle origini, volti a ricordare oggetti e personaggî dell'agricoltura locale (Strada del Buttero, Strada del Massaro, Strada
della Carbonaia, Strada del Coltivatore) sono stati sostituiti dalle più razionali intitolazioni a scienziati e matematici
(Galileo Galilei, Albert Einstein, Antonio Meucci, Carlo Linneo).
Borgo Piave è nato nel 1932 in località Passo Barabini, ed è oggi quasi incorporato nella città. È una delle porte
d'ingresso di Latina, ed è sede di numerose aziende. La toponomastica, incentrata originariamente su pietre e minerali
tipici della zona (Tufo, Argilla, Creta); verte oggi su scrittori e giornalisti (Matilde Serao, Gaetano Salvemini, Curzio
Malaparte, Ignazio Silone) o su personaggî politici (Leonida Bissolati, Guido Dorso, Giorgio La Pira).
Borgo Carso viene edificato nel 1932 in località La Botte, ampliando un primitivo insediamento di proprietà della
famiglia Caetani. L'originaria toponomastica ricordava soprattutto denominazioni locali (Botte, Campominore,
Frangivento). Oggi sono ricordati soprattutto personaggî dell'antichità ellenica (Tucidide, Pericle, Fedro, Erodoto) o
romana (Petronio Arbitro, Sallustio). La piazza principale è però dedicata al benemerito locale Giovanni Stefanato;
mentre il giardino al centro del Borgo all'eroico carabiniere Salvo D'Acquisto.
Borgo Isonzo è nato nel 1932 in località Bivio Antonini, ma è oggi quasi incorporato nella periferia cittadina. È stato
l'unico Borgo a trarre beneficî dalla rivoluzione toponomastica avvenuta negli anni '90: le originarie intitolazioni
riguardanti la fauna ittica (Strada Vongola, Strada Triglia, Strada Trota, Strada Orata) sono infatti state rimpiazzate da
toponimi volti a ricordare gli storici delle Paludi Pontine (Giuseppe Lugli, Pietro Pantanelli, Arturo Bianchini,
Ferdinand Gregorovius), gli artisti che fecero opere riguardanti l'Agro Pontino (Rinaldo Saltarin, Giulio Aristide
Sartorio), ed altri personaggî meritevoli (Carlo Alberto Blanc, Giuseppe Bastianelli, Zì Mario).
Borgo San Michele è stato costruito nel 1929 col nome di Capograssa, derivante da quello d'una vicina lestra. È oggi
un centro con una spiccata vocazione industriale. Anche la toponomastica di questo abitato è stata forse migliorata dalla
famosa “rivoluzione”. Se originariamente le strade del Borgo erano dedicate agli uccelli (Passero, Fagiano, Folaga,
Quaglia), oggi ricordano importanti scrittori italiani (Guido Gozzano, Giuseppe Gioacchino Belli, Luigi Mercantini,
Giovannino Guareschi).
Borgo Faiti nasce nel 1932 in una località già piena di storia: Foro Appio. Essa è infatti un'antica stazione di posta
della Via Appia, e qui transitò San Paolo, oggi patrono del Borgo e dedicatario della piazza principale. La
toponomastica era proprio incentrata su questo evento, e si potevano dunque trovare Via Tarso e Via Saulo. Oggi invece
i toponimi ricordano le grandi famiglie nobili del Lazio, con una spiccata preferenza per i conti (Conti d'Anagni, Conti
dei Marsi, Conti d'Aquino, Conti di Sora). A tal proposito, i borghigiani hanno da tempo chiesto al Comune di
ripristinare la vecchia toponomastica, che più rispecchiava la storia locale, nonché di aggiungere altri toponimi più in
sintonia col territorio: a tutt'oggi nessun riscontro è arrivato, forse anche perché alcuni dei toponimi proposti sono già
esistenti in altre zone della città, come ad es. Pio VI ed Appio Claudio.
Borgo Grappa fu costruito nel 1928 col nome di Casal dei Pini, mutuato da un'antica costruzione in loco. Prima
ancora, la località si chiamava Porcareccia (per la grande presenza di maiali) ed Archi di San Donato (dal nome d'un
vicino bosco, la Selva di San Donato). La toponomastica, che in origine riguardava pesci e denominazioni locali,
ricorda oggi i mari di tutto il mondo (Mar Mediterraneo, Mar Rosso, Mar Morto, Mar di Marmara), con una ragionevole
eccezione: c'è infatti una strada dedicata alla prima maestra del luogo, Anna Sellan.
Oltre ai veri e proprî Borghi, nel Comune di Latina si possono incontrare anche altri agglomerati più o meno grandi.
Il principale è senza dubbio Latina Scalo, costruita nel 1934 come Villaggio Cupido (dal nome d'un fosso che scorre
tuttora in zona). Qui si trova la stazione di Latina, paradossalmente quasi al confine col Comune di Sermoneta. Questa
località costituisce quasi una città a sé stante, tanto che spesso qualcuno chiede che venga trasformata in comune
autonomo. La toponomastica è ben varia: si passa dai toponimi generici (Viale della Stazione, Viale delle Industrie) alle
denominazioni locali (Murillo, Sorgente, Cupido, Belladonna); dai filosofi greci (Socrate, Empedocle, Aristotele,
Senofane) a piante e fiori (Glicini, Olmo, Rose, Salici). Va segnalato che vi sono molte strade, in zone di recente
edificazione, ancora prive di toponimo.
Altro importante centro è Chiesuola di Piscinara, che prende nome dall'antica chiesetta dedicata a San Carlo, oggi
scomparsa (ma sostituita da una di dimensioni simili). Questa località doveva diventare un Borgo, col nome di Borgo
Tagliamento, ma l'inizio della II Guerra Mondiale interruppe i lavori. Essendo poco più che un incrocio, la
toponomastica è poco sviluppata e riguarda solo denominazioni locali (Chiesuola, Cava, Congiunte Destre).
Farneto è un discreto agglomerato agricolo e residenziale, sviluppatosi ai lati di Strada Lunga a partire dagli anni '60. Il
suo nome deriva dal vicino Fosso Farneto Nascoso. Fino al 2008 circa, la toponomastica era inesistente, e le strade
erano tutte considerate come traverse di Strada Lunga. Oggi invece hanno nomi che ricordano denominazioni locali
(Riserva Tatti, Mazzacornuta, Passo Genovese, Loricino). Va segnalato che vi è un solo toponimo (unico nella zona)
che ricorda una scrittrice: si tratta di Strada Grazia Deledda.
Acciarella è un piccolo centro abitato d'origine molto antica: apparteneva infatti alla famiglia Borghese, e faceva parte
della loro tenuta di Nettuno. Vi è un solo toponimo, Strada Acciarella: vi sono comunque, nel territorio circostante,
diverse stradine campestri senza nome.
Tor Tre Ponti è anch'esso preesistente alla Bonifica, e deve il suo nome alla presenza di una torre (oggi scomparsa) e di
un ponte a tre arcate (l'antico Ponte Traiano, sull'Appia). La toponomastica riguarda solo denominazioni locali (Tor Tre
Ponti, Carrara, Calambra).
Fogliano è un piccolo centro a ridosso dell'omonimo lago, il quale a sua volta prende nome da una deformazione del
nomen dell'antica gens romana che aveva possedimenti nei dintorni. Non è abitato, e gli edificî presenti sono soprattutto
d'interesse storico. Oltre a dei ruderi ed all'orto botanico, vi sono un'estesa area verde e boschiva ed un museo
naturalistico. La poca toponomastica presente riguarda solo denominazioni locali (Fogliano, Colmata La Fossella).
Santa Fecitola è un piccolissimo centro situato all'incrocio tra Strada Tor Tre Ponti e Borgo San Michele. La
toponomastica riguarda solo denominazioni locali. Non vi sono punti di particolare interesse.
Saraceno, è un piccolo abitato situato lungo Strada Torre La Felce, all'incrocio con Strada del Saraceno, sviluppatosi
attorno alla chiesetta di Sant’Antonio. È destinato in futuro ad un’estesa urbanizzazione: qui infatti è progettata la
costruzione di un centro commerciale e di altri edificî (la futura espansione dovrebbe chiamarsi Parco dei Pini).
Nel redigere i testi di questo sito, mi sono reso conto che non tutte le aree di circolazione delle campagne latinensi
potevano essere ricondotte ad una precisa appartenenza territoriale: non ogni strada, insomma, appartiene con certezza
ad un Borgo o frazione. Perciò ho arbitrariamente designato alcune zone, troppo lontane o comunque indipendenti dai
centri abitati più vicini, con dei toponimi relativi alle strade principali che le attraversano od alla storia locale.
Con Acciarella-Valmontorio ho indicato la zona compresa tra la già menzionata località di Acciarella, Borgo Santa
Maria e Borgo Sabotino.
Argilla-Malconsiglio indica la zona compresa tra Borgo San Michele, Borgo Grappa e Borgo Isonzo.
Casal Traiano è la zona tra Borgo San Michele, la Via Appia ed i Comuni di Sabaudia e Pontinia.
Con Cicerchia, dal nome del canale che l'attraversa, ho indicato l'ampia zona compresa tra Strada Sabotino e Via
Isonzo, in cui ricadono Strada Cerreto Alto e la zona di Prati di Coppola.
Pantano d'Inferno indica il territorio compreso tra la Via Appia, Borgo Faiti ed il Fiume Sisto.
Con Piscinara indico la zona circostante Strada Epitaffio.