viaggio culturale a verona 20 marzo palafitte

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viaggio culturale a verona 20 marzo palafitte
VIAGGIO CULTURALE A VERONA 20 MARZO
Con visita alla mostra Palafitte, al Museo di Scienze Naturali, sede di un’eccezionale
raccolta di fossili da Bolca, e alla Galleria di Arte moderna Achille Forti
Il Veneto ospita alcuni siti palafitticoli di grande rilevanza e riconosciuti dall’UNESCO. La mostra “Palafitte” è dedicata
proprio a questi rilevantissimi contesti e offre insieme l’opportunità, oltre al resto, di scoprire gli eccezionali fossili
della “Pesciaia” di Bolca, uno dei più importanti giacimenti a livello mondiale, esposti nella stessa sede, il Museo di
Scienze Naturali di Verona, in Palazzo Pompei. La visita alla Galleria di
Arte Moderna di Verona, uno spaccato sull’arte italiana fra ‘800 e
‘900, con una selezione di artisti e filoni assolutamente da conoscere
competa il viaggio.
PALAFITTE
“PALAFITTE. Un viaggio nel passato per alimentare il futuro”, è
dedicata al tema dell’alimentazione nell'età del Bronzo (II millennio
a.C.) I siti palafitticoli dell’Arco alpino offrono una visione unica della
vita nei primi villaggi agricoli e per la loro eccezionalità sono stati
iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.
La mostra vuole raccontare, attraverso le testimonianze materiali dei
quattro siti palafitticoli veneti, gli aspetti salienti del grande tema
dell'alimentazione, dalle conoscenze agropastorali alle produzioni
degli ingredienti, dalla preparazione dei cibi alla loro conservazione,
con particolare attenzione anche ai prodotti secondari. L’esposizione
propone i dati scientifici provenienti dalle più aggiornate ricerche
paleobotaniche e archeozoologiche e gli aspetti salienti sul tema
“alimentazione” di un fondamentale momento della nostra storia: il
mondo palafitticolo. “Seminare, raccogliere, allevare, conservare,
trasformare, mangiare, bere, …” sono solo alcune delle parole chiave
che caratterizzeranno il percorso espositivo, volto anche a diffondere la conoscenza di un particolare aspetto di un periodo
storico, l’età del Bronzo, in cui la struttura abitativa veniva realizzata su impalcati lignei, in ambienti umidi.
Il progetto si prefigge un duplice obiettivo: fornire al pubblico informazioni sul tema dell’alimentazione antica, partendo
dall’origine di alcuni cibi che sono ancora oggi alla base della nostra nutrizione, alle loro implicazioni nell’economia e
nell’organizzazione delle società antiche e aggiornare, alla luce delle nuove scoperte, le conoscenze che si hanno sui
villaggi palafitticoli del Veneto, le loro strutture, le capacità ingegneristiche, il rapporto con il territorio. La possibilità di
realizzare una mostra su questo tema è un’occasione per esporre reperti solitamente conservati nei depositi della
Soprintendenza, del Museo Civico di Storia Naturale di Verona,
del Museo Archeologico Nazionale Atestino e dei Musei locali.
PALAZZO POMPEI, IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI E
GLI ECCEZIONALI FOSSILI DI BOLCA
Palazzo Pompei, sede del Museo civico di Storia Naturale
di Verona, è uno degli edifici più importanti dal punto di vista
storico e architettonico della città. Commissionato dalla ricca
famiglia Lavezzola tra gli anni 1530 e 1550 al geniale
architetto Michele Sanmicheli, divenne successivamente
proprietà della famiglia Pompei e nel 1833 il
conte Alessandro Pompei lo donò al Comune di Verona per
accogliere esposizioni, raccolte d'arte e collezioni
scientifiche di notevole prestigio e importanza della città.
La sezione di Geologia e Paleontologia possiede un
patrimonio conservato stimato in circa 200.000 campioni tra
reperti fossili, rocce e minerali, corrispondenti ad oltre 64.000,
suddivisi in collezioni tematiche.
La collezione dei fossili di Bolca è certamente quella più
importante e nota in tutto il mondo. Il nucleo della collezione è
costituito dalle raccolte storiche, frutto di una lunga tradizione
di collezionismo naturalistico, che a Verona si sviluppò già a
partire dal ‘500. Il Museo negli anni ha incrementato questa
preziosa eredità con nuovi scavi presso i giacimenti della
Pesciara e del Monte Postale. L’attuale collezione ha
raggiunto una consistenza di oltre 9400 esemplari fossili.
Le collezioni paleontologiche sono stimate in circa
50.000 esemplari mentre le collezioni mineralogiche
e petrografiche hanno raggiunto i 7900 campioni, tra
cui una collezione gemmologica di 40 pietre.
La sezione di preistoria conserva una ricca e
importante raccolta di reperti risalenti al lungo
periodo che va dal Paleolitico antico all’età del
Ferro. Fra i reperti più importanti ricordiamo quelli
provenienti dalla palafitta di Tombola di Cerea (sito
UNESCO seriale e transnazionale “Palafitte
Preistoriche dell’Arco Alpino”) e la collezione
paleoantropologica, con alcuni dei più antichi e
importanti fossili umani d’Italia, i reperti provenienti da oltre 20 insediamenti palafitticoli dell’area
del lago di Garda e della pianura veronese e la ricchissima industria litica da vari siti dei Monti
Lessini, tra cui il Riparo Tagliente, la Grotta di Fumane, il Ponte di Veja.
GALLERIA D’ARTE MODERNA ACHILLE FORTI, PALAZZO DELLA RAGIONE
Il complesso monumentale del Palazzo Della Ragione, che comprende la Torre dei Lamberti, la Cappella dei Notai e
la Scala della Ragione, espone in quattro magnifiche sale opere straordinarie, dal 1840 al 1960. Deve il nome del
grande mecenate Achille Forti (1878-1937), botanico di origine borghese, che lasciò al comune di Verona la maggior
parte del suo vasto patrimonio, il palazzo dove risiedeva e la sua collezione d’arte.
Il percorso ha inizio nella Sala della Torre, dove i visitatori sono accolti da due importanti sculture: l’Achille ferito (1833 - 1835)
di Innocenzo Fraccarolo e il marmo dell’allora scandalosa Orgia (1851-54) di Torquato della Torre. La Sala delle
Colonne ospita i grandi protagonisti della pittura e della scultura ottocentesco (bronzo di Dante di Ugo
Zannoni (1850-1899), la Scala del Cortile del Mercato Vecchio (1875-1899) di Vittorio
Avanzi, la Veduta del Cortile del Mercato Vecchio a Verona (1865) di Giuseppe
Ferrari e Piazza Erbe(1839) del Ferrarin).
La Sala Quadrata è dedicata all' Ottocento, che nel transito verso il secolo successivo si
muove fra la sensibilità della pittura scapigliata, un nuovo verismo e un inedito rapporto con la
luce “dipinta”: ecco il tema del verismo (Foglie cadenti (1898) di Angelo Dall’Oca Bianca, le
opere di Alfredo Savini: Pini sul Garda e La pace (Tomba tra i cipressi). Due opere
fondamentali della collezione Forti chiudono il percorso: il dipinto di Angelo
Morbelli S’Avanza (1896) e la tela di Giovanni Fattori Grandi manovre (1904).
La Sala Picta ospita alcuni esempi dei grandi fermenti artistici dell'inizio del XX
secolo, tra verismo e avanguardia: i temi della ritrattistica verista e quelli del
paesaggio, nelle opere di Ettore Beraldini (I vecchi, 1912), Alfredo
Savini (Pescatori a Garda,1900-1904), e di Arturo Tosi (Paesaggio, 1896), che
testimoniano il procedere della pittura verso l’astrazione figurativa. La seconda
parte è dedicata alle tensioni della neoavanguardia secessionista, giunta dal nord Europa a Verona nel
transito verso Venezia (Gino Rossi con Ritratto di Signora (1914), il gruppo di ritratti di Pio Semeghini
e altri). Il percorso continua con i ritratti di Umberto Boccioni Ritratto di Achille Tian e Ritratto
dell’avvocato C. M. (Carlo Manna) entrambi eseguiti nel 1907, l’opera Bagnanti (1915) di Giorgio Morandi e le Nature morte (1917)
di Gino Severini, che nel loro insieme mostrano l’altro lato delle avanguardie attive in quest’arco temporale che
abbraccia il periodo precedente e attorno alla prima guerra mondiale.
La SALA ORIENTALE è dedicata all’approfondimento dei principali movimenti della cultura
visiva italiana, negli anni che precedono il secondo conflitto mondiale. Il percorso prosegue
con il tema del Realismo, dove una singolare natura morta di Giorgio de Chirico, I
Cocomeri con corazze e paesaggio del 1924 fa da apripista alle tele di matrice
espressionista di Ottone Rosai e al nucleo di opere di Filippo de Pisis, tra le quali
spiccano l’imponente Natività Omaggio a Bassano (1925), le nature morte e la curiosità
dell’opera La gabbietta di Cocò (1938), l’inseparabile pappagallo dell’artista, dipinta a
quattro mani insieme a De Chirico, Campigli e Tosi.
Il tema centrale di questa sala è il Realismo Magico, come è raccontato nelle tele
di Antonio Donghi, Il giocoliere del 1936 e Ubaldo Oppi, I (tre) chirurghi del 1926
(giunto per l’occasione dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza) e, soprattutto, nel gruppo di opere di
Cagnaccio di San Pietro, appartenenti alle Collezioni Cariverona e Domus.
A questa sezione principale sono affiancate altre importanti opere: tra queste i tre rari dipinti del futurista e
aeropittore veronese Renato Di Bosso, le tele monumentali del maestro Guido Trentini, e il capolavoro in
marmo Donna che nuota sott’acqua (1941-42) di Arturo
Martini. Il percorso espositivo si chiude in un confronto tra il tema
del monumentale e quello dell’intimità della nuova ricerca
artistica. Queste due tensioni sono rappresentate da un lato
dall’intimismo dei dipinti di Giorgio Morandi e dall’antimonumentalità del Cavaliere (1945) di Marino Marini, dall’altro
dall’enorme tela del pittore veronese Pino Casarini, La disfida di
Barletta (1939).