Scheda #3535 - Banche Dati Gonzaga

Transcript

Scheda #3535 - Banche Dati Gonzaga
Collezionismo Gonzaghesco 1563-1630 - Corrispondenza Gonzaga
Serie di corrispondenza
Operatore
Firenze
Roberta Piccinelli
Scheda
Segnatura
Luogo
469
ASMn, Autografi, b. 10, c. 291 (C)
Firenze
Mittente
Destinatario
Cini Francesco
Corte
Data
1607/10/26
Intermediario
Testo
Glossario
… Gli dirò hora che io ho trovato tanta buona dispositione e fervore nel nostro signor Iacopo Peri, che non solo finirà quanto
prima la favola, già ridotta a buon termine, e con l'esquisitezza altra volta scritta a vostra eccellenza, ma per il desiderio che ha di
darle compita soddisfazione, verrà a Mantova al suo tempo, se sarà con buona gratia di questi principi, come ella presupone, et
ancora canterà non solo una parte, ma due, e farà in ciò quello che per niuno altro havrebbe fatto che per vostra eccellenza
illustrissima. Egli si piglia assunto di comporre tutte le parti che vanno recitate, et oltre a ciò farà il prologo e qualche arietta di
quelle delle ninfe o de' cupidini, anzi si piglia pensiero di tutte queste. Onde non resterà altro che le musiche piene dei cori, cioè
intermedii, e quelle delle deità, che compariscono da ultimo, sì di quelli che cantano soli, come di quelli che cantano in coro. Le
quali musiche ho pensato, se così piacerà a vostra eccellenza, che ella le faccia fare costì al Monteverdi o altri suoi musici, sì
perché son valenti huomini, sì per risparmiar briga e spesa a vostra eccellenza, et anco perché è conveniente, sì per non tirare
addosso l'invidia, sì per honore della casa di vostra eccellenza, perché sì come non è vergogna il provedersi di gente forestiera per
aiuto di quelli di casa, come faremo qua anco noi, havendo chiamato la musica dell'illustrissimo signor Montalto, così sarebbe
poco honore il non havere e servirsi anche dei suoi servitori; e creda pure che, non mescolando di cotesti paesani, etiamdio che si
facessi divinamente tutto, sarebbe sempre mal fatto e lacerato ogni cosa. E perciò sono andato pensando che non solo quanto a'
compositori si tenga questo ordine, ma anco quanto ai cantanti. Onde, considerato bene il tutto, ho pensato che basterà a vostra
eccellenza cinque o sei al più di questi cantanti, cioè che potrà acconciamente il nostro signor Iacopo fare la parte di Proteo, e
quela di Himenco, Giovannino castrato (1) la ninfa Nuntia, Fabio castrato (2) Tetide, il Brandino (3) uno de’ compagni di Peleo, il
più principale, Giovanni Gualberto (4) putto che altre volte è stato costà per il cupido e forse un’altra ninfa. Il Rasi, poi, quale
come servitore di vostra eccellenza si presupone che non mancherà, può acconciamente fare la parte di Peleo e quella di Giove;
una donna, che sento che è costì, potrà fare il prologo. L’altre ninfe, o coro di cupidini, o altri compagni di Peleo, sento che costì
non mancheranno o putti o altri tenori e così verrà vostra eccellenza a esser servita con manco spesa e manco briga e più
lodevolmente, se io non m’inganno. Protestando però che il nostro signor Peri presupone che il Rasi canterà anch’egli, che non
cantando, non intende di farlo se non ha qualche uno ben nato, simile a lui, che canti. Egli farà quanto alla favola quello ho detto
di sopra, e lo farà quanto prima, e i soggetti per cantare proposti saranno tutti dispostissimi a servirla e s’eserciteranno qui con
ogni diligenza pronti a venire un mese avanti alle nozze a Mantova se ella impetrerà licenza da questi signori, come io non dubito
punto che ella otterrà, massime se le nozze di qua non si fanno nel medesimo tempo che costà. Ma avanti si metta mano ad altro, o
si proceda più avanti, è necessario per non incorrer nel secondo errore, che sarebbe peggior del primo tanto quanto offenderebbe
maggior numero di gente, e gente men discreta; che vostra eccellenza s’assicuri di quanto può fare e di quanta autorità si può
valere con i serenissimi signori padre o madre, acciò non si disgustasse loro altezze e vostra eccellenza non rimanesse con
vergogna e questa gente con mala soddisfatione, con la quale io terrò per sicura tutta la volta che io sentirò che ciò sia con buona
gratia dei serenissimi signori suoi e da loro me ne sia dato cenno. Et allhora lasci poi vostra eccellenza fare a me, che l’assicuro
che sarà servita squisitamente, e farà dire per il mondo di sé che e con poca spesa, manco che forse non si crede, e non apparisce
prima facile. Aiutisi di costà vostra eccellenza e guardisi dall’astutie di quello amico, che son più potenti che ella non crede, e me
conservi suo servitore, che nostro Signore Dio le conceda ogni bene. Credo che sarebbe bene che al Rasi fusse dato commessione
mentre dimora qua, che fusse con il nostro signor Iacopo o meco a consultar e esercitarsi intorno a questo servitio, perché sento
che si maraviglia non gli sia stato scritto nulla. E se vostra eccellenza facessi scrivere un verso a messer Marco da Gagliano suo,
che bisognando desse qualche aiuto, o di compositioni o d’altro, so che lo riceverebbe per favore. E se vostra eccellenza è risoluta
che le nozze si faccino a carnevale gli protesto che non perda oncia di tempo, e solleciti con ogni prestezza, perché le cose non
riescono e non si fanno bene se non con molte prove …
Regesto
Disponibilità di Iacopo Peri di musicare una favola e di trasferirsi a Mantova in occasione delle nozze di Francesco Gonzaga
Note
(1) Giovannino Bocchineri.
(2) Fabio Fabbri.
(3) Antonio Brandi detto il Brandino.
(4) Giovanni Gualberto Magli.
Argomento
Luoghi citati nella fonte
Personaggi
Musica
Monteverdi Claudio
Gagliano (da) Marco
Peri Iacopo, detto Zazzerino
Montalto
Rasi
Magli Giovanni Gualberto
Fabbri Fabio
Bocchineri Giovannino
Categoria
Oggetto
Testi
favola
Specifica / Titolo
Autore
Stima
Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te - Mantova - Copyright 1999-2017 - All rights reserved
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