MUSEO DEL TESSUTO DI CITTÁ DI CASTELLO APPROFONDIMENTI

Transcript

MUSEO DEL TESSUTO DI CITTÁ DI CASTELLO APPROFONDIMENTI
MUSEO DEL TESSUTO DI CITTÁ DI CASTELLO
APPROFONDIMENTI
Nelle splendide sale di Palazzo Tomassini si trova la “Collezione tessile di Tela Umbra”. Il
palazzo era già sede del “Laboratorio Tela Umbra”, istituito nel 1908 dai Baroni Alice Hallgarten
e Leopoldo Franchetti per la conservazione dell’antica arte della tessitura con telai a mano.
Inizialmente erano quindici le donne impegnate nel laboratorio, più due maestre di telai; in seguito
le lavoratrici divennero una quarantina, numero che andò decrescendo con il passare degli anni. Le
condizioni di lavoro delle tessitrici erano estremamente moderne; gli orari erano stabiliti in modo
che le donne avessero, prima di tutto, il tempo necessario per occuparsi delle proprie famiglie.
Venne addirittura istituito, all’interno del laboratorio, un asilo nel quale le lavoratrici potevano
lasciare i loro figli. Ancora oggi, negli stessi locali di cento anni fa, dalle abili mani delle tessitrici
vengono realizzati tessuti in puro lino di elevatissimo pregio quali tovagliati, asciugamani, coperte e
tendaggi. Nello stesso palazzo in cui si trova il laboratorio è stato allestito anche il museo, che nasce
dal proposito di tutelare e promuovere questo tipo di artigianato artistico, così fortemente radicato
nella realtà socio-culturale del nostro territorio. La Collezione, collocata in nove sale sapientemente
sistemate ed ordinate, raccoglie al suo interno pezzi unici dell’arte tessile: dalle tovaglie umbre
rinascimentali a fasce decorate, ai tessuti della tradizione popolare, ai preziosi merletti a fuselli, fino
ai meravigliosi tappeti ed arazzi di produzione attuale. Nelle teche sono esposti campionari di
tessitura prodotti dal laboratorio di Tela Umbra; una parte del salone è riservata all’esposizione di
strumenti tipici per la tessitura come il telaio, il filatoio, l’aspo; altre sale contengono parte degli
effetti personali dei Baroni Franchetti, quali oggetti di arredamento, corredo, l’epistolario di Alice
Franchetti, nonché diplomi di benemerenza, attestati e fotografie relative alle attività socio-culturali.
L’itinerario museale prevede sia la visita alla Collezione Tessile e che al Laboratorio di Tessitura,
unico in Italia in cui ancora oggi tutte le fasi della lavorazione dall’orditura alla rifinitura sono
ancora esclusivamente manuali. I tessuti, realizzati con grande abilità, centimetro dopo centimetro,
rappresentano ancora oggi la gloria di questo laboratorio. Il percorso museale comprende, inoltre, la
riproposizione di “un’aula tipo” delle scuole di Rovigliano e della Montesca, in cui veniva applicato
il metodo Montessori ideato da Maria Montessori, amica della Baronessa Alice e da lei fortemente
sostenuto, anche se Alice Franchetti, oltre all’istruzione, intraprese tante altre iniziative sociali ed
economiche di importanza determinante per la storia di Città di Castello. Adiacente all’aula vi è una
sala con l’archivio fotografico e documentario a disposizione degli eventuali ricercatori interessati a
tematiche relative alla storia dei Baroni e della tessitura. Adiacente al museo c’è il negozio bottega
d’arte “Tela Umbra”.
Dal museo del Tessuto di Città di Castello emerge la figura forte e appassionata di Alice Hallgarten
Franchetti, donna di grande volontà, umanità e capacità, nella vita e nell’impresa. Alice era nata a
New York il 23 Giugno 1874, da genitori ebrei tedeschi. Saranno i suoi principi di dignità, umanità,
diritto al lavoro, che ispireranno la sua vita e la fondazione del laboratorio di Tela Umbra, con una
preminente motivazione sociale, quella di dar lavoro a donne che erano per la maggior parte
contadine e che, oltre a fare le “bucature”, sapevano solo tessere, inoltre nell’assunzione privilegiò
soprattutto le ragazze madri. Nell’Umbria degli inizi del Novecento, Alice, che aveva una
formazione e una cultura cosmopolita, non trascurò tuttavia questa tradizione locale, creando un
laboratorio con caratteristiche imprenditoriali, allora assolutamente innovative, per la conservazione
dell’antica arte umbra della tessitura e per la tutela dell’arte tessile nella realtà socio-culturale del
territorio. Allo stesso tempo ebbe la perspicacia e l’intuito di trasferire nel laboratorio la sua idea,
decisamente innovativa, di dare dignità e libertà alle lavoranti, perché solo il lavoro poteva
contribuire a migliorare le difficili condizioni di vita di donne analfabete spesso collocate ai margini
della società di allora. Di certo Alice operò in completa sintonia con il marito Leopoldo Franchetti,
un nobile progressista e dallo spirito umanitario che la sostenne in tutte le sue iniziative, e ciò le
permise scelte coraggiose come la distribuzione alle sue operaie degli utili della propria azienda. Si
può dire che a Città di castello, Alice e Leopoldo si dedicarono a una serie di iniziative educative
rivolte all’emancipazione delle classi contadine, in particolare delle donne e dei bambini. In questo
contesto va ribadita l’amicizia con Maria Montessori, come precedentemente detto, di cui Alice fu
intima amica e convinta sostenitrice, tanto che quando l’imprenditrice nel 1901 aprì due scuole a
Villa Montesca e poi a Rovigliano per dare l’istruzione elementare gratuita ai figli dei contadini,
Maria Montessori fu chiamata a tenervi i suoi corsi, sostenuta dai Franchetti che finanziarono la
ricerca didattica della Montessori. Alice e Leopoldo si sposarono nel 1900 e per undici anni
condussero una vita molto intensa tra Roma e Città di Castello, ricca di viaggi legati alle loro
iniziative socio-umanitarie, politiche e culturali. Alice applicava il suo stile imprenditoriale, la sua
grande capacità organizzativa e manageriale moderna, derivata dalla sua formazione tedescoamericana, nel promuovere sia l’immagine del marito che quella dell’azienda tessile. Un altro
aspetto importante della personalità sia di Leopoldo che di Alice è la tendenza a dare lavoro, e non
soldi, ai bisognosi. L’armonia affettiva e la completa sintonia operativa con il marito erano
fondamentali per Alice. L’impresa più importante e più duratura di Alice fu senz’altro la fondazione
del Laboratorio “Tela Umbra”. Alice riuscì a trasformare attività tradizionalmente casalinghe, il cui
sapere e fare erano trasmessi di generazione in generazione, in attività lavorative professionali il cui
apprendistato si realizzava nel laboratorio dell’azienda soprattutto sulla base del procedimento
dell’apprendere con gli occhi. Alice decise di aprire il laboratorio convinta che il lavoro fosse
strumento principe di emancipazione. L’azienda, sin dall’inizio, presentava alcune caratteristiche
imprenditoriali assolutamente innovative, come la presenza di un asilo annesso al laboratorio per i
figli delle operaie. Il laboratorio venne inaugurato il 1 maggio del 1908, giorno della festa del
lavoro e ovviamente non era un fatto casuale. Alice era un’ottima promotrice dei prodotti di Tela
Umbra che vendeva alle amiche italiane e straniere e pubblicizzava con campionari di tele e merletti
che lei stessa, o altre amiche intellettuali, presentavano in occasioni di conferenze, per lo più su
questioni legate all’emancipazione femminile. I tessuti prodotti dal laboratorio erano non soltanto in
lino come oggi ma anche in canapa, cotone, lana, seta e filati metallici, e venivano utilizzati anche
per l’abbigliamento. I capi venivano realizzati da una sartoria interna. Alice morirà di tisi, in
Svizzera, il 22 ottobre del 1911, lasciando un vuoto incolmabile nella vita del marito che la seguirà
sei anni dopo, ma lasciando anche il suo ricordo ancora vivo nella grande impresa del Laboratorio
di Tela Umbra, che peraltro ancora vive.