Perimetrazione dei corpi di fabbrica originari

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Perimetrazione dei corpi di fabbrica originari
PARTE F
PERIMETRAZIONE DEI CORPI DI FABBRICA ORIGINARI
EVIDENZIAZIONE DELLE MODIFICHE APPORTATE AI SINGOLI PIANI
PER LE LORO INFLUENZE SUL FABBRICATO1
Il problema della individuazione dei corpi di fabbrica originari si ritrova ogniqualvolta si operi su edifici di caratteristiche storiche.
Tale prassi viene esplicitamente richiesta nella fase di compilazione del quadro “B” del Fascicolo.
In questo caso si prescrive che le documentazioni grafiche debbano essere rapportate alla fase evolutiva del
fabbricato.
Si tenga presente che, ormai le caratteristiche “storiche”, possono essere attribuite anche ad edifici a struttura puntiforme – in cemento armato o in ferro – oltre che a quelli a muratura portante.
Normalmente ogni fabbricato costruito da più di cinquanta anni si presenta come un insieme di trasformazioni dimensionali che determinano la sua forma attuale.
Tali trasformazioni dimensionali, riguardano sia la funzionalità generale dell’edificio – ad esempio:
l’adeguamento di ambienti storici alle condizioni di vita attuale – sia la struttura portante.
Nel caso d’edifici costruiti con elementi cementizi o in ferro modifiche rilevanti attinenti l’ossatura portante
sono alquanto infrequenti.
In questi casi, le modifiche strutturali possono essere ricondotte ai problemi di degrado tipico dei materiali, in
genere dovuto alla mancanza di manutenzione o ad eventuali problemi di spostamento d’elementi funzionali
che determinino una variazione dei carichi agenti sulla struttura.
Nel caso di strutture murarie l’analisi si presenta di ben altra difficoltà. Infatti, gli edifici storici, costruiti con
strutture murarie, presentano alterazioni diffuse e che modificano in modo rilevante anche il comportamento
statico del fabbricato.
Tali alterazioni, di solito, impediscono la comprensione della effettiva consistenza delle strutture architettoniche originarie. In taluni casi, si ha difficoltà di rendersi conto di come possa essere stato concepito un organismo strutturale iniziale e come questo corrisponda agli attuali assetti funzionali.
Si dovrà quindi indagare sulle fasi della trasformazione degli aspetti funzionali e degli aspetti strutturali, che
hanno concorso alla formazione dell’immagine attuale del fabbricato.
L’individuazione delle fasi storiche nelle quali si è determinata l’evoluzione formale, diviene necessariamente
una prassi operativa in grado di comprendere le variazioni che hanno determinato lo stato di fatto attuale.
La presente comunicazione si prefigge di illustrare le metodologie che possono essere messe in atto, per
accertare le trasformazioni che hanno interessato il fabbricato, dall’epoca della sua costruzione ad oggi.
Oltre a ciò la comunicazione si prefigge di illustrare come si possa evidenziare sui grafici attuali esistenti o
derivanti da rilievi o eventualmente da altre fonti, la forma e le caratteristiche delle modifiche riscontrate sul
fabbricato.
IL RILIEVO COME DOCUMENTO CRITICO DELLE CARATTERISTICHE DEL FABBRICATO
Nei casi di forti dubbi sull’effettiva rispondenza tra elaborati grafici disponibili (il Fascicolo richiede la
“disponibilità” di alcuni elaborati tipici come i progetti, se esistenti, le varianti, elaborazioni tecniche di modifiche od altro) e stato di fatto dell’edificio, è necessario procedere ad un rilevamento completo e scientifico
dell’edificio.
Un rilievo così definito rappresenta un’operazione di notevole impegno finanziario. Non a caso, nelle note
alla compilazione del Fascicolo, viene esplicitamente evidenziato, che si dovrà procedere con rilievi solo in
casi limite e con apposito incarico.
Un’altra specifica delle note di compilazione consiglia, in mancanza di grafici, di ricorrere all’uso di planimetrie catastali.
Su questo tipo di elaborati grafici si suggerisce di non far molto affidamento. In effetti le planimetrie catastali,
quelle in scala 1:100 o 1.200, anche elaborate abbastanza recentemente, come quelle risalenti agli anni 3050, sono poco attendibili, in modo particolare, nell’informazione sulla forma planimetrica delle singole proprietà.
Le maggiori imperfezioni sono riscontrabili in planimetrie compilate in tempi più antichi, mentre, una maggiore attendibilità si ha con le mappe catastali più recenti.
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Autore: Prof. A. Sartor, della Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma.
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La ricostruzione di un fabbricato utilizzando mappe catastali che provengono da svariate manipolazioni è
un’operazione difficilmente realizzabile, di scarsa attendibilità per la rappresentazione dello stato di fatto.
Gli elaborati catastali non indicano misure altimetriche, l’altezza degli ambienti viene indicata sommariamente con punti quotati non sempre ben definiti.
Sostituire la descrizione grafica di un edificio utilizzando le planimetrie catastali al posto di un rilevamento è
un’operazione improponibile.
Si dovrà anche considerare che, il rilevamento scientifico dello stato di fatto di un fabbricato di cui non si abbiano sufficienti informazioni, rappresenta un elevato valore aggiunto.
Il rilievo, una volta eseguito, potrebbe per esempio, divenire il riferimento di tutte le successive varianti funzionali, evitando che, le modificazione che si dovessero rendere necessarie, possano interferire con il sistema strutturale dell’edificio.
Il rilievo scientifico, come meglio evidenziato in seguito, potrebbe essere utilizzato per comprendere l’origine
delle cause dei dissesti statici e quindi l’intervento che potrà essere in atto per porre rimedio a questi.
In generale si può affermare che: conoscere la realtà dimensionale del fabbricato è indispensabile ad ogni
tipo d’indagine.
Naturalmente, questa conoscenza non è legata solamente all’esecuzione di rilievi, in molti casi, specialmente con edifici relativamente recenti, sono disponibili i grafici di progetto, anche esecutivi. Sarà cura del
compilatore del Fascicolo individuare i gradi d’attendibilità degli elaborati ed eventualmente apportare le variazioni del caso.
Il rilevamento degli edifici, com’è noto, comprende la fase della ripresa dei dati dimensionali e quella della
restituzione di questi in forma grafica, in un determinato rapporto di riduzione.
La qualità della restituzione definisce la qualità del rilevamento.
Per qualità di restituzione s’intende:
1. la rispondenza della dimensione grafica a quella reale in relazione alla scala di rappresentazione
2. l’uso di tecniche grafiche corrispondenti al rapporto di riduzione
3. la leggibilità dei dati rilevati anche in forma simbolica quando non sia possibile evidenziarli come segni iconici.
Il primo punto fa riferimento alla precisione grafica che, come è noto, nei rilievi, è la più probabile misura
d’elementi di cui non è nota l’effettiva dimensione. La precisione grafica è stabilita anche in funzione della
scala di rappresentazione.
Il secondo punto è riferito alla scelta delle scale di rappresentazione relative alla dimensione degli elementi da riprodurre nei grafici. Partendo dal rapporto teorico, 1/1 aumentando il denominatore della frazione,
si ha la sequenza delle scale di rappresentazione adatte alle varie esigenze e i codici grafici che sono impiegabili, a partire dalla dimensione e dal tipo di linee utilizzate.
Lo spessore delle linee disegnate, com’è noto, è un limite grafico per la rappresentazione.
In generale, ritenendo che la dimensione più consona ad una corretta interpretazione dei rilievi, alle varie
scale, è la griglia di 2X2mm. (ad esempio 10X10cm reali alla scala 1/50, 20X20 cm alla scala 1/100 ecc.) il
disegno dovrà comprendere almeno tutte le informazioni contenute in tale griglia, informazioni che saranno
differenziate in rapporto alla scala di riduzione.
Lo spessore del segno grafico dovrà essere proporzionato a tale rapporto.
Il terzo punto si richiama alla forma di rappresentazione che, in genere, viene utilizzata nella grafica dei rilievi. Dovendo rappresentare elementi tridimensionali su piani è correntemente impiegata la proiezione ortogonale su piani diversi.
Le piante possono essere assimilate alle proiezioni eseguite su piani orizzontali, mentre le sezioni e i prospetti alle proiezioni su piani verticali.
Sempre in relazione al rapporto di riduzione dei grafici la raffigurazione dell’oggetto rilevato risulterà più o
meno leggibile nella forma iconica più consona alla rappresentazione dell’architettura. In alcuni casi e nei
casi d’informazione tematiche aggiuntive rispetto all’architettura si dovrà ricorrere a codici simbolici possibilmente standardizzati.
Il tecnico che decidesse di procedere con rilievi dovrà accertare, nella fase preliminare di sopralluogo, quali
elementi dovranno essere evidenziati negli elaborati da produrre e, quindi scegliere le opportune scale di riproduzione che ne conseguono.
Una particolare attenzione dovrà essere posta nella grafica informatizzata che è sempre più diffusa
nell’ambito della graficizzazione dei rilievi architettonici.
Le notevoli capacità che il mezzo informatico dispone, così come vengono utilizzate nella progettazione architettonica, non sono sfruttate nel migliore dei modi.
Nell’uso del computer e relativi programmi di disegno, si ha in genere un’utilizzazione più vicina alla grafica
tradizionale, anche se con le precisioni, a volte controproducenti, tipiche dello strumento e con le possibilità
di memorizzazione e di variazione quasi illimitate che si possono introdurre anche nei grafici definitivi.
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Meno usata è un’utilizzazione più complessa della macchina, quella che introduce disegni con la terza dimensione. Questa possibilità è in grado di produrre modelli virtuali dell’oggetto rilevato.
Nei casi di edifici storici non monumentali, i casi che rappresentano la maggior percentuale d’indagine, anche l’informatizzazione semplificata dei soli grafici di restituzione, indica una concezione della rappresentazione più avanzata, non più dipendente dalle approssimazioni del disegno tradizionale.
Da non sottovalutare le possibilità del disegno informatico come fonte d’informazione di tematismi non altrimenti rappresentabili.
Il rilievo informatico può anche usufruire della ripresa dei dati dimensionali effettuata tramite la tecnica fotogrammetrica e la tecnica del rilievo mediante laser.
La ripresa fotogrammetrica che si può esprime con metodi semplificati anche a partire da foto amatoriali e
spingersi fino a metodologie di tipo digitale, con le quali, senza uso di fotografie tradizionali, ma con immagini direttamente ottenute per via informatica, si ottiene una restituzione tridimensionale su schermo delle parti
dell’oggetto rilevato.
Alla fotogrammetria si possono collegare altre tecniche di rilevamento, che consentono un’uscita dei dati tridimensionale, permettendo così di completare il rilievo anche nelle parti non rappresentabili. L’uso dei laser
collegati a strumenti topografici può essere anche considerato utilizzabile ai fini di un rilevamento economicamente sostenibile, mentre il rilievo con l’utilizzo dei sistemi laser automatizzati sembrerebbe ancora inaccessibili per i casi comuni, eventualmente adoperabili solo in casi di organismi architettonici particolarmente
complessi e di notevole pregio.
Una particolare menzione fa fatta per la documentazione fotografica.
Ogni elemento dell’edificio dovrà essere illustrato da foto dalle quali sia possibile evidenziare le caratteristiche geometriche e di conservazione superficiali dell’intero edificio. Le foto sono esplicitamente richieste dalle
norme di compilazione del Fascicolo e rappresentano un’aggiunta al rilievo o ai disegni dell’edificio.
Si tenga presente che dall’insieme delle foto che rappresentano i prospetti dell’edificio, considerati assimilabili a piani, si possono ricavare dei fotopiani sui quali si è in grado di dedurre misure e cause di deterioramenti superficiali che possono interessare alcuni o tutti i prospetti dell’edificio.
Ritornando al disegno di rilievo, questo dovrà avere le seguenti caratteristiche:
estrema chiarezza rappresentativa in tutte le sue parti;
rappresentazioni in varie scale corrispondenti alle problematiche del rilievo;
essere costituito da più grafici in pianta, prospetti e sezioni che illustrino i vari orizzontamenti e le zone più significative;
contenere tutti i particolari che illustrano in modo completo l’aspetto architettonico e costruttivo
dell’edificio;
essere elaborato preferibilmente in un sistema CAD.
Su quest’ultimo argomento è importante evidenziare come i sistemi di disegno informatico, in genere CAD,
non sono considerati comparabili, come resa grafica architettonica, con i disegni tradizionali.
La resa grafica delle due tipologie di restituzione è sostanzialmente diversa e non paragonabile. Il disegno
tradizionale si presta ad interpretazioni più compatibili con il soggetto architettonico al quale tradizionalmente
risulta legato per la sua “iconicità” specifica, mentre il disegno al CAD, risulta essere più adeguato dal punto
di vista tecnico e può essere elaborato molto efficacemente per rappresentare l’architettura in sostituzione
del disegno tradizionale.
INTEGRAZIONE DELLE ANALISI STORICHE CON IL RILIEVO
La ricostruzione del percorso storico di come un edificio sia pervenuto fino a noi, comparando ricerche
d’archivio e rilievi della forma attuale è fondamentale per la conoscenza delle informazioni necessarie alla
verifica della consistenza statico-funzionale richiesta dal fascicolo.
Naturalmente, se sarà possibile, si dovrà risalire alle prime edificazioni, non solo dell’edificio ma anche alle
eventuali preesistenze nell’area dove sorge l’edificio stesso.
Sarà opportuno quindi, oltre ad individuare lo stato di fatto attraverso gli strumenti descritti, operare attraverso idonei mezzi, per ottenere una completa documentazione dell’origine e della storia dell’opera su cui si
opera.
La prima analisi da effettuare è quella diretta in modo da individuare ogni elemento – come sopraelevazioni,
ampliamenti, superfetazioni - risultante evidentemente incongruo con le strutture principali dell’edificio.
Tali elementi costituenti varianti, da considerarsi dimensionali rispetto alla costruzione originaria, andranno
segnalati sul rilievo dello stato attuale.
Un’altra analisi da effettuare a vista è quella delle eventuali strutture di sedime dell’edificio, analisi da effettuarsi con una accurata verifica delle strutture interrate per accertarsi della presenza o meno di resti archeologici o di costruzioni precedenti alle strutture costituenti il corpo principale del fabbricato.
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Queste analisi saranno collegate a quelle esplicitamente richieste dalle norme per la compilazione del Fascicolo che riguardano la relazione geologica del terreno.
Anche in questi casi si dovrà indicare nel modo più esatto possibile le caratteristiche tecniche e posizionali
delle preesistenze rilevate.
Un esame che può essere eseguito attraverso un attento sopralluogo, è quello concernente l’inserimento
d’elementi costruttivi discordanti con le strutture originarie.
Il problema s’incontra quasi esclusivamente nel caso di strutture murarie originarie comportanti orizzontamenti lignei o a volta, nelle quali per ragioni varie si sia introdotto elementi di rinforzo d’altra natura o anche
di materiali omogenei ma posizionati non correttamente rispetto alla statica generale dell’edificio.
Si tratta in generale di modifiche apportate sulle strutture verticali: quali inserimenti di tiranti, modifica di
aperture, creazione di archi o di piattabande su aperture, rifacimenti di elementi strutturali e sulle strutture
orizzontali: quali inclusione di catene, realizzazione di cordoli, sostituzione di strutture in legno con altre.
L’esame poi si potrà indirizzare verso le strutture di copertura che essendo le più esposte a fenomeni di degrado sono sottoposte a frequenti interventi di sostituzione di elementi strutturali e non.
In genere queste operazioni producono variazioni d’assetto statico non sempre facilmente individuabili senza
un’appropriata analisi dell’insieme delle strutture.
Più in generale, per ricavare l’insieme delle modifiche apportate allo schema originario si dovrà ricorrere ad
una serie di documentazioni che, per la città di Roma, non presentano eccessive difficoltà per la loro reperibilità.
Documentazioni storiche e reperibili presso archivi specifici
Disegni, rilievi, rappresentazioni esistenti, documentazioni catastali
Progetti per variazioni d’uso e di ristrutturazione con incrementi di cubatura.
Progetti per interventi di restauro e, più recentemente, per manutenzione.
Sempre per la città di Roma le documentazioni storiche su fabbricati risultano reperibili in vari archivi.
Si potranno distinguere gli archivi se viene ricercata una documentazione per un settore urbano nel quale si
colloca l’edificio o per singolo edificio.
Nel caso del singolo edificio la documentazione è reperibile in luoghi diversi in relazione alla destinazione
d’uso dell’edificio stesso che potrà essere ricondotta essenzialmente ad:
edifici a carattere abitativo ad uso di famiglie,
edifici a carattere residenziale di famiglie nobili o dell’alta borghesia,
edifici a carattere residenziale per religiosi,
chiese e conventi,
edifici governativi.
Ognuna di queste categorie ha in genere un archivio distinto, ad esempio i documenti degli edifici di abitazione esistenti a Roma fin dal medioevo sono rintracciabili attraverso le compravendite conservate negli archivi notarili, le documentazioni degli edifici che più recentemente sono stati oggetto di modifiche possono
essere individuate negli archivi comunali.
Gli edifici appartenuti o appartenenti a famigli nobili hanno quasi sempre un proprio archivio documentario
storico di riferimento.
Gli edifici residenziali religiosi hanno la documentazione conservata nel loro archivio privato o queste sono
rintracciabili presso archivi Vaticani o trasferiti nell’Archivio di Stato. Lo stesso avviene per chiese e conventi.
Gli edifici governativi se risalenti al periodo papale hanno riferimenti documentali sia in Vaticano che
nell’Archivio di Stato. I documenti degli edifici del dopo unità d’Italia sono conservati nell’Archivio di Stato.
In genere le documentazioni descritte possono contenere rappresentazioni dello stato di fatto all’epoca in cui
sono stati redatti.
In questi casi, si considera l’esistenza di tali documentazioni grafiche, come possibili riferimenti a quanto è
pervenuto fino ai nostri giorni, sempre che si abbia a disposizione i rilievi della situazione attuale.
Documentazione grafica storica è disponibile:
per le piante storiche della città dal 1550 ai giorni nostri, Archivi Vaticani, pubblicazioni varie;
planimetrie di edifici privati, Atti Notarili, compravendite immobiliari;
planimetrie edifici nobiliari ed ecclesiastici, negli archi nominati
planimetrie di edifici pubblici storici, archivi nominati;
catasti storici, le planimetrie catastali della città sono disponibili a partire dalla primi anni del XIX secolo (catasto Gregoriano) le particelle singole dalla metà del secolo
La qualità delle rappresentazioni catastali non è molto elevata e, come già accennato, non può sostituire un
rilievo. È però possibile ricavare da tali grafici, innumerevoli informazioni sulla consistenza planimetrica delle
singole particelle.
Il catasto storico generale della città è molto più attendibile, rappresenta una delle planimetrie che descrivono la consistenza urbana con una precisione superiore anche a molte rappresentazioni successive.
Le planimetrie che corredano le richieste di licenze edilizie sono molto più tarde, nell’archivio capitolino se ne
rintracciano diverse datate alla metà del XIX secolo.
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La città in questo periodo conosce uno dei suoi ricorrenti periodi di espansione edilizia che, per le abitazioni
storiche, consiste in un adeguamento delle case di abitazione, ancora legate agli schemi rinascimentali o
tardo medievali, con accorpamenti e espansioni in altezza. In questi anni si assiste ad una particolare forma
di restauro dei vecchi edifici: s’interviene con rimaneggiamenti strutturali allo scopo di ottenere, partendo da
abitazioni unifamiliari a non più di due piani eventualmente accorpate, abitazioni d’affitto con più appartamenti distribuiti su più piani.
Questa pratica operativa ha cambiato il volto stesso della città che acquista così il suo aspetto ottocentesco.
Dal punto di vista strutturale questi interventi hanno significato una profonda modifica alle strutture originarie,
con la creazione di vuoti, di pieni, con lo spostamento di vani scala e con lo sconvolgimento delle forme tipologiche abitative così come derivate dalla tradizione.
Di tutto ciò resta una corposa trascrizione grafica che, oltre a stabilire l’inizio di quella che potremmo definire,
una “nuova originarietà” degli edifici così trasformati, testimonia la forma stessa della città preottocentesca,
tutti i grafici di progetto dell’epoca riportano la situazione “ante operam” degli edifici che venivano trasformati.
Ricorrere a queste testimonianze è fondamentale per comprendere come le strutture che noi oggi andiamo
ad analizzare, abbiano sopportato, con il passare del tempo, i cambiamenti di condizioni statiche verificatesi
circa cento cinquanta anni orsono.
Un altro capitolo di queste particolari testimonianze è quello costituito dal cambiamento delle destinazioni
d’uso che, molti edifici destinati a residenze private con la presenza di vasti ambienti e notevoli superfici
ormai non più giustificabili e ne sostenibili dagli antichi proprietari, divengono edifici con utilizzazioni diverse,
alcune delle quali incompatibili con quelle per le quali erano stati concepiti.
In tali situazioni, le modifiche che in genere si riscontrano, sono quelle di una moltiplicazione dei vani esistenti, con l’ovvio accrescimento dei carichi sugli orizzontamenti e di conseguenza sulle strutture murarie
verticali.
La conoscenza di queste turbative delle condizioni statiche iniziali è di fondamentale importanza sulla diagnostica da eseguirsi su tali edifici. Si fa notare che la pratica del riuso di edifici monumentali storici adattati
a altre funzioni è tuttora attuata, anche se con un approccio molto più rispettoso della preesistenza.
CARATTERISTICHE DEL RILIEVO DIMENSIONALE
Il rilievo dimensionale di base, se ritenuto necessario, o in alternativa la documentazione grafica esistente,
dovrà contenere due tipi d’informazioni generali, mancando le quali, non si potrà procedere alle altre indagini
relative alla consistenza statico-funzionale dell’edificio.
Le informazioni indispensabili richieste sono:
il sito
la geometria complessiva della costruzione
Per quanto riguarda il sito, si è già accennato al problema dell’indagine sulle fondazioni e sulle eventuali
strutture sotterranee precedenti alla costruzione dell’edificio.
Normalmente, il rilevamento delle strutture di fondazione si presenta notevolmente problematico, dovendo
utilizzare a questo scopo, data la quasi totale impossibilità di accesso alle strutture sotterranee, quello che
risulta visibile o quanto appare come strutture esterne alla fondazione.
Come è noto le strutture di fondazione, anche nella loro geometria, costituiscono un fattore fondamentale
per la comprensione dei fenomeni di dissesto strutturale delle costruzioni.
Si potrà, in questi casi procedere a campionature cercando di estendere le rilevazioni effettivamente eseguite con metodi statistici per le zone irraggiungibili.
Le osservazioni ed i rilievi delle strutture di fondazione s’integrano con le informazioni sulla geologia del sottosuolo che, dovrebbero essere disponibili presso il comune o come previsto dalle norme di compilazione
eseguite in modo sommario da un geologo che, in presenza di dubbi, potrà richiedere un’effettiva perizia
geologica.
Oltre all’indagine sulle fondazioni il sito è anche importante per la posizione che l’edificio occupa nell’ambito
della città.
Per evidenziare i rapporti tra gli edifici vicini e, più in genale, con la parte della città che include l’edificio, più
che un rilievo, necessita un’analisi delle varie rappresentazioni cartografiche che rendono esplicito il legame
tra l’edificio e i suoi dintorni.
Da queste si ricavano:
i rapporti tra edifici e sistema viario urbano o extraurbano
i rapporti tra altezze di edifici contermini
le reciproche interferenze tra edifici
le modifiche dimensionali dell’intero edificio attraverso le fasi storiche.
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Dalla geometria complessiva della costruzione discende la possibilità di evidenziare la geometria delle parti
strutturali in elevazione.
Tali parti, sia nel caso di strutture puntiformi, sia nel caso più generale – trattandosi d’edifici storici – di strutture murarie fanno parte integrante del rilievo architettonico.
Per quanto riguarda le strutture verticali si tratterà di verificare le dimensioni geometriche, operazione in genere eseguibile senza difficoltà.
Per gli orizzontamenti la misura più importante è lo spessore, qualche volta di difficile determinazione, quando ci si trova in presenza di ostacoli vari e per incertezze su eventuali vuoti tra piano di calpestio superiore e
altezza “solaio - pavimento” inferiore.
A maggior ragione, negli edifici voltati, le difficoltà di comprendere l’esatta geometria aumentano e quasi
sempre, anche avendo a disposizione disegni esistenti, si dovrà effettuare almeno una verifica della forma
geometrica delle volte.
In presenza di ambienti voltati si dovrà porre la maggior attenzione, oltre alla definizione planimetrica, alle
sezioni longitudinali e trasversali del sistema voltato e la congruità geometrica delle superfici curve con il
presumibile progetto di copertura voltata deducibile dalle consuetudini e dalla storia dei sistemi strutturali.
Particolare cura si dovrà avere nella determinazione della geometria delle strutture di copertura, in genere
tetti a falde, specie per quanto riguarda la livellazione delle linee di gronda e la pendenze delle linee di colmo, che sono spesso un sicuro indizio delle condizioni statiche dell’intero edificio.
Per ottenere grafici di rilievo di sicura attendibilità si dovrà operare abbinando tra loro differenti metodi di ripresa dei dati dimensionali.
In tutti i casi, per i rilievi architettonici, è fondamentale partire da rilevamenti topografici di base, come il tracciamento di poligonali d’appoggio e il fissaggio di vertici sull’oggetto da rilevare, sempre con metodi topografici, integrati da eventuali riprese con il laser per i punti inaccessibili.
Una volta fissata la base topografica si potrà proseguire con metodi differenziati, di tipo tradizionale, fotogrammetrici ed altro.
La verifica delle geometrie strutturali prevede una rappresentazione di dettaglio o, come già accennato,
l’introduzione di codici simbolici per l’evidenziazione di aspetti non descrivibili con codici iconici.
Sui grafici di base dovranno essere riportate tutte le informazioni ritenute indispensabili per una chiara comprensione del sistema strutturale con particolare riguardo alle strutture orizzontali.
Le osservazioni sulle strutture potranno giovarsi d’eventuali dettagli, di descrizioni fotografiche e indicazioni
esplicative dei componenti strutturali.
In un’ottica più avanzata si potrà concepire un database interattivo con i disegni di base, una forma di G.I.S.,
che integri ai disegni le osservazioni sulle strutture.
INDIVIDUAZIONE DEI DISSESTI DEDUCIBILI DA RILIEVI
Da rilievi eseguiti in modo scientifico possono ricavarsi dati molto precisi d’eventuali problemi di alterazioni
geometriche degli edifici.
Un rilievo eseguito con mezzi topografici e fotogrammetrici per quanto riguarda la presa dei dati dimensionali
e restituito in CAD con indicazioni 3D potrà essere utilizzato per:
individuare con estrema precisione: sulle strutture verticali, problemi ed l’entità di spostamenti angolari e lineari, spanciamenti positivi e negativi, quadri fessurativi e deformazioni di vario genere; sulle
strutture orizzontali, verifiche di orizzontalità dei solai e delle coperture
eseguire un monitoraggio di tipo non distruttivo con la ripetizione dei rilievi a tempi determinati.
Le possibilità descritte derivano dalla precisione con la quale si possono rilevare elementi architettonici utilizzando indifferentemente metodi topografici e metodi fotogrammetrici.
Per apprezzare le precisioni che si possono conseguire con questi metodi, ai quali si sono recentemente aggiunti, come già accennato, i metodi con sistemi laser automatici - apparecchiature in grado di descrivere
superfici esplorate con un doppio raggio laser, con assoluta precisione e inviare la lettura dei dati in file in un
computer, per essere elaborati - si considera che su prospetti si possono rilevare lesioni e fessure con dimensioni di pochi millimetri e divaricazione dalle verticali e dalle orizzontali di qualche grado.
Naturalmente tali sistemi di rilevamento sono molto costosi sia per quanto riguarda le attrezzature, sia per
l’impiego di personale altamente specializzato. Il maggior costo di tali operazioni può essere comunque in
parte assorbito dalla estrema funzionalità che si ottiene per l’indagine su questi aspetti della ricerca sulle
cause di dissesti strutturali.
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