LO STIPENDIO DI GENNAIO
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LO STIPENDIO DI GENNAIO
LO STIPENDIO DI GENNAIO La Finanziaria alla prova busta paga Chi sperava in una retribuzione molto più pesante, grazie alla riduzione dei contributi pensionistici rimarrà deluso. Daniele La Rocca di Inaz Paghe: "Chi ha figli si salva con gli assegni" Una manciata di euro in più per i contribuenti con redditi medio-bassi e un piccolo aggravio per i cittadini più ricchi. Cambiano così le buste-paga degli italiani a partire dal mese di gennaio, per effetto della Finanziaria 2007 e del conseguente ritocco alle aliquote Irpef. Chi sperava in una retribuzione molto più pesante, grazie alla riduzione dei contributi pensionistici, rimarrà invece deluso. Anzi, l’ultima legge di bilancio prevede un aumento (pari allo 0.3%) dell’aliquota previdenziale a carico dei lavoratori. Sorge spontanea una domanda: dove sono finiti gli effetti del taglio del cuneo fiscale e contributivo, di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi? Nell’applicare gli sgravi promessi, il governo ha intrapreso due strade. Per le imprese, ha scelto di ridurre il costo del lavoro di circa il 3%, attraverso alcune deduzioni sull’Irap. Per i lavoratori, invece, gli effetti del cuneo fiscale sono già in gran parte compresi nelle nuove aliquote Irpef, in vigore dal 1° gennaio. Niente sconti sui contributi, dunque. Vi sarà soltanto un aumento degli assegni familiari, erogati dall’Inps a chi ha figli a carico. Conti alla mano, capire chi guadagna e chi perde con la Finanziaria 2007 non è facilissimo. Molte sono le casistiche possibili, che dipendono da vari fattori, compresa la regione di residenza del contribuente. Meglio dunque chiarirsi le idee con qualche esempio, realizzato da Daniele La Rocca (nella foto), consulente del lavoro e collaboratore di Inaz Paghe, la società leader in Italia nella gestione delle retribuzioni per conto delle aziende. Tre sono i profili di lavoratore presi in considerazione: un contribuente che abita a Milano, con 70mila euro lordi di reddito annuo e un coniuge a carico; c’è poi un cittadino bolognese con moglie e figli a carico (di cui uno minore di 3 anni) e con 45mila euro di retribuzione lorda. Infine, il terzo esempio riguarda un lavoratore di Firenze senza carichi familiari e con uno stipendio lordo di 30mila euro ogni 12 mesi. Quest’ultima tipologia di salariato è quella che guadagna di più in busta-paga per effetto della Finanziaria: il beneficio è di poco superiore ai 16 euro al mese. Il merito non va tanto a un alleggerimento dell’Irpef lorda da pagare, quanto piuttosto al ripristino delle detrazioni per lavoro dipendente. Il peso fiscale aumenta invece per i contribuenti con 45mila euro e 70mila euro di reddito. "Chi ha i figli e il coniuge a carico — fa però notare La Rocca di Inaz Paghe — si salva grazie all’aumento degli assegni familiari" (che negli esempi riportati sono contrassegnati dalla sigla ANF). Si tratta di un esborso in danaro erogato ogni mese dall’Inps e completamente esentasse. Dunque, un capofamiglia che lo scorso anno guadagnava 2.317 euro netti, nella prossima busta paga percepirà quasi 12 euro in più, il prezzo di un caffè ogni tre giorni. Il contribuente 'più ricco' residente in Lombardia vedrà invece il proprio stipendio assottigliarsi di circa 30 euro al mese: da 3.117 euro scenderà a 3.076 euro circa. Colpa dell’inasprimento delle aliquote Irpef, nonostante gli assegni familiari compensino in parte il giro di vite del Fisco. Ma il denominatore che accomuna tutte e tre le categorie di lavoratori è soprattutto uno: l'aggravio dello 0.3% dei contributi pensionistici da versare ogni mese. Questo balzello si traduce, al lordo delle tasse, in un maggior esborso mensile che va dai 6 euro pagati dal lavoratore fiorentino, sino ai 15 euro versati dal salariato della Lombardia. di Andrea Telara