SVASSO MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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SVASSO MAGGIORE - Uccelli da proteggere
Specie protette dalla Direttiva Uccelli
SVASSO MAGGIORE
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Podiceps cristatus
Ordine: Podicipediformes Famiglia: Podicipedidae
Sono gli specchi d’acqua gli ambienti prediletti dagli svassi maggiori. È possibile avvistarli nei laghi di tutta Europa,
comprese Scandinavia e Islanda, ma la specie è presente anche in Asia, Africa e Oceania. In Europa e in Asia occidentale
e centrale vive la sottospecie nominale cristatus cristatus . In Africa, se pure con una distribuzione piuttosto frammentata,
è presente la sottospecie infuscatus , mentre in Australia e Nuova Zelanda risiede la sottospecie australis .
In Italia lo Svasso maggiore è una specie parzialmente sedentaria e nidificante in quasi tutte le regioni, anche se le
concentrazioni maggiori sono rilevate in Pianura Padana e sull’Appennino centro-meridionale.
Lo Svasso maggiore presenta un becco lungo e appuntito; possiede un corpo slanciato, la cui lunghezza varia dai 46 ai 51
cm. L’apertura alare va dai 53 ai 73 cm. Il peso si aggira intorno agli 800-1.400 grammi. Entrambi i sessi sfoggiano sul
capo una doppia cresta e ciuffi marroni e neri, che assumono una posa eretta durante il corteggiamento. La livrea nuziale
è molto vivace e vaporosa e il becco, in questa fase, si tinge di rosa. Nella rimanente parte dell’anno il piumaggio degli
adulti, così come quello dei giovani, è grigio nella parte superiore e bianco in quella inferiore. La specie è facilmente
riconoscibile anche grazie al canto frequente e squillante.
La dieta è costituita da pesce, che solitamente cattura durante lunghe immersioni. Si nutre anche di girini, gamberetti,
ragni, insetti d’acqua e semi. Il nido è costruito utilizzando parti di piante galleggianti ed è di solito nascosto tra la
vegetazione sulla riva dei laghi. Gli svassi maggiori covano 3-4 uova nel corso di 27-29 giorni. Capita di vedere i pulcini
nascosti nel piumaggio del dorso degli adulti, che portano i giovani ad esplorare l’ambiente circostante prima che abbiano
raggiunto la completa autosufficienza.
Prospettive
Lo Svasso maggiore è una specie ben studiata, nel nostro Paese, con particolare riguardo alla fase riproduttiva, monitorata
nel dettaglio sia nelle regioni settentrionali (Lombardia orientale) sia in quelle centrali (Lazio e Abruzzo) e meridionali
(Campania). In base ai dati raccolti, è stato osservato come la popolazione nidificante abbia conosciuto un forte
incremento numerico negli anni ’80 e ’90 e risulti attualmente stabile, nel complesso, nonostante le ultime rilevazioni
abbiano messo in evidenza un moderato declino in alcuni siti.
Da questo punto di vista, è consigliabile proseguire le attività di monitoraggio, in particolare su quelle popolazioni già
oggetto di precedenti studi, con l’obiettivo di ottenere serie storiche significative nel medio-lungo periodo. La necessità di
ulteriori studi – utili per formulare considerazioni valide sullo stato di salute della specie – è ancora più marcata per
quanto riguarda il contingente svernante, vista la scarsità di dati, ad esempio, su alcuni siti di sosta marini e costieri.
In linea generale, le prospettive della specie appaiono buone, dati gli incrementi registrati a partire dalla fine degli anni
’70, che si sono ulteriormente accentuati nel decennio successivo (quando è stata osservata anche la ricolonizzazione della
Sicilia). Più di recente – se si eccettuano alcuni casi di declino a livello locale – i segnali sono stati orientati alla stabilità,
mentre tra il 1979 e il 2006 i siti di presenza della specie sono cresciuti in modo significativo, passando da 31 a 204, con
un incremento del 558%.
Trattandosi di una specie prevalentemente coloniale, non è comunque possibile formulare un Valore di Riferimento
Favorevole (FRV), mentre la consistenza media delle colonie conosciute va dalle 5 alle 50 coppie, con punte anche di
500. Considerando che la principale minaccia è rappresentata dalla distruzione e dal degrado degli ambienti adatti alla
nidificazione, essenziale è quindi mettere in atto adeguate strategie di tutela e ripristino.
Minacce
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Nella fase della riproduzione, lo Svasso maggiore frequenta solitamente zone umide d’acqua dolce, nei pressi di luoghi
ricchi di vegetazione palustre e di fauna ittica. Nidifica nelle acque calme dei bacini lacustri, sia naturali sia artificiali, e in
misura minore in paludi, stagni, cave, fiumi, canali e lagune. Circa l’81% nidifica in zone pianeggianti fino a 300 metri
s.l.m., il 15% tra i 300 e i 600 metri e solo il 4% oltre i 600 m. Le quote più elevate di nidificazione sono state osservate
sull’Appennino Abruzzese e al Lago di Campotosto (1.100-1.300 m), e soprattutto in Alto Adige, dove può spingersi fino
a 1.500 metri. È difficile, comunque, trovare coppie nidificanti in specchi d’acqua inferiori ai 10 ettari.
Quando non è in fase riproduttiva, lo Svasso maggiore ama sostare presso laghi naturali d’acqua dolce dai fondali
profondi e ricchi di pesce di cui nutrirsi. In casi sporadici, la specie è stata avvistata anche in acque marine e zone umide
salmastre. Nel Medio Adriatico lo Svasso maggiore può – se pure raramente – spingersi fino a 4-5 miglia dalla costa.
Gli interventi di distruzione, trasformazione e degrado degli habitat di nidificazione e alimentazione sopra indicati,
influiscono negativamente sulla sopravvivenza della specie. Lo Svasso maggiore risente anche della presenza di reti da
pesca nelle aree di alimentazione, dove non di rado gli individui finiscono impigliati. Altre minacce per lo Svasso
maggiore sono rappresentate dalla bruciatura primaverile dei canneti, dal disturbo da parte di imbarcazioni a motore, dalla
contaminazione da idrocarburi e pesticidi organoclorurati.
Fattori negativi per l’esito della riproduzione della specie sono rappresentati anche dalla variazione del livello delle acque
– di solito più impattante nei bacini artificiali – e dall’eventuale maltempo durante la deposizione delle uova e la cova. Un
fattore limitante è anche rappresentato dalla presenza di predatori come la Nutria e il successo riproduttivo pare essere
influenzato negativamente dalla presenza di Esox lucius .
Essenziale, per la sopravvivenza della specie, appare la tutela e il ripristino di ambienti d’acqua dolce ricchi di
vegetazione ripariale, un mantenimento costante dei livelli delle acque – specialmente in periodo riproduttivo – e azioni di
controllo della Nutria. È inoltre importante arginare il disturbo antropico nelle aree di riproduzione e svernamento.
Stato di salute
Lo stato di salute dello Svasso maggiore è considerato favorevole sia nell’Unione europea sia a livello continentale.
Nell’Europa “comunitaria”, nel periodo che va dal 1990 al 2000, la popolazione nidificante è stata registrata in leggera
diminuzione mentre, nello stesso decennio, la popolazione svernante è risultata in leggero incremento.
Per quanto riguarda la popolazione nidificante, si stimano 140.000-210.000 coppie all’interno dell’Unione europea, pari al
47% della popolazione continentale complessiva e al 25-49% della popolazione globale della specie. In Italia, il numero
delle coppie nidificanti è di 3.000-3.500, anche se un successivo censimento della popolazione ha restituito stime
leggermente diverse (2.135-3.045 coppie).
Gli individui svernanti nell’Unione europea raggiungono le 140.000 unità, mentre la popolazione svernante italiana è
composta da 16.000-22.000 individui, con valori medi – in base al censimento condotto dall’Istituto nazionale per la
fauna selvatica, oggi Ispra – di 15.308 individui presenti in 180 siti tra il 1991-1995 e 20.033 in 314 siti tra il 1996 e il
2000. Le zone più frequentate sono i laghi prealpini (Garda, Iseo, Como, Maggiore), i grandi bacini lacustri dell’Italia
centrale (Laguna di Orbetello, Lago di Burano, Lago Trasimeno) e l’Alto Adriatico.
La popolazione nidificante nel nostro Paese rappresenta circa il 2% di quella dell’Unione europea e lo 0,71-1% circa della
popolazione europea nel suo complesso, percentuali che, apparentemente, rendono abbastanza limitate le responsabilità
del nostro Paese per la conservazione della specie. Per contro, l’Italia è un quartiere di svernamento relativamente
importante per lo Svasso maggiore, dato che la popolazione svernante alle nostre latitudini rappresenta l’11-15% del
totale svernante nell’Unione europea.
Lo Svasso maggiore non è ad oggi considerato dalla Lista Rossa Nazionale. Risulta specie non cacciabile ai sensi della
legislazione venatoria (157/92).
Semaforo
La popolazione italiana di Svasso maggiore è stata, per decenni, in deciso incremento, così come sono aumentati in modo
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consistente i siti di presenza. Nel complesso, lo stato di conservazione della specie nel nostro Paese risulta favorevole,
così come la qualità degli habitat idonei, se pure in un quadro di complessiva fragilità di questi ecosistemi
particolarmente esposti all’inquinamento e al disturbo antropico .
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
In aumento
Favorevole
Popolazione
Complessivamente in aumento
Favorevole
Habitat della specie
Stabile
Favorevole
Complessivo
Favorevole
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Lo Svasso maggiore non emette un vero e proprio “canto”, ma un latrante “karr-arr” alternato ad altri richiami di
diversa natura. Nel complesso, il suo verso fonde insieme suoni molto diversi tra loro. I pulcini della specie sono molto
rumorosi e, soprattutto quando dipendono ancora dai genitori, emettono un richiamo sonoro e squillante, che ripetono
frequentemente. Anche gli adulti sono piuttosto rumorosi, in particolare durante la danza dell’accoppiamento, con grida
e richiami che fanno da naturale sottofondo alle coreografie della coppia.
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