Alonso Cano - Polo Museale Fiorentino

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Alonso Cano - Polo Museale Fiorentino
scheda XI
2 │ IL COLLEZIONISMO SETTECENTESCO
Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi │ Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 16 giugno – 21 settembre 2015
Alonso Cano
(Granada 1601 – 1667)
Cristo portacroce
inv. 15612 F
Penna e inchiostro e pennello e inchiostro diluito su carta
mm. 135 x 185
Il disegno, attribuito in passato a Simone Cantarini, è oggi ritenuto di Alonso Cano (Granada 1601 – 1667), come
peraltro indicava un’antica iscrizione presente sul recto. Lo studio in corso dei disegni spagnoli presenti agli Uffizi da
parte di un gruppo di ricerca coordinata da Marzia Faietti e Benito Navarrete ha portato all’identificazione da parte
dello stesso Navarrete dell’autografia di Alonso Cano rispetto al foglio in esame, che può definirsi una sua opera
originale da situarsi negli anni 1645-1650.
La vicenda collezionistica del Cristo portacroce è forse tra le più affascinanti e complesse tra quelle dei fogli cantariniani
degli Uffizi. Giuseppe Pelli Bencivenni, Direttore della Reale Galleria degli Uffizi tra il 1775 e il 1793 e primo grande
ordinatore delle raccolte di grafica, lo descrive nell’inventario dei volumi di disegni conservati in Galleria. All’epoca,
infatti, i fogli non erano, come è l’abitudine attuale, conservati sciolti, ma spesso si trovavano incollati in album, che
Pelli inventariò in un catalogo a parte. Al numero 111 dell’inventario, è infatti descritto uno <Schizzo di Simone da
Pesaro, a penna e acquerello, di un Cristo con la croce in spalla>. L’identificazione è al di là di ogni ragionevole dubbio;
ciò che è più interessante, tuttavia, è che il Direttore trascrisse, oltre all’elenco dei disegni, anche alcune indicazioni
manoscritte conservate all’interno del volume in cui erano rilegati. Nel corso dell’Ottocento, nel tentativo di garantire
migliori condizioni di conservazione ai disegni, i fogli vennero staccati dal supporto, che purtroppo non fu conservato.
La nota di Pelli Bencivenni resta perciò l’unica traccia per ricostruire la storia di questo Cristo portacroce.
Secondo il documento, il disegno proveniva da un volume con l’arme della famiglia Michelozzi, intitolato
<Trattenimenti pittorici / Raccolta di diversi disegni di molti valentuomini nell’arte della pittura, e scultura del secolo del
re Filippo IV di Francia fino a questo felice secolo del re Filippo V di Spagna fatta dal P.R. e da me F.M . riordinata,
ripulita, ristaurata, e posta in buona vista per mio divertimento. In Madrid, l’anno 1746>. Si tratta, evidentemente, di
un volume di disegni raccolto da un italiano residente a Madrid, Francesco Michelozzi, che collezionava disegni per
passatempo. Pelli Bencivenni, tuttavia, aggiunge altri elementi alla storia. Il Direttore, infatti, aveva acquistato
direttamente il libro da Michelozzi, raccogliendone la testimonianza e ricostruendo con precisione la storia del volume,
riassunta qui di seguito. Il libro di disegni era stato raccolto a Roma da padre Sebastiano Resta (Milano 1635 – Roma
1714), conte milanese membro della Congregazione degli Oratoriani. Resta, ecclesiastico di colta e nobile famiglia, si
trasferì nel 1661 a Roma, dove entrò in contatto con numerosi artisti e, in particolare, con Giovan Pietro Bellori (Roma
1613 – 1696), il più importante storiografo italiano del Seicento e autore delle celebri Vite de’ Pittori, Scultori et
Architetti moderni (1672). Rinomato conoscitore di disegni, padre Resta raccolse e curò per diversi committenti
collezioni di disegni antichi e contemporanei, delle quali oggi non resta quasi più traccia; la sua personale collezione,
raccolta in un volume con notizie biografiche degli autori rappresentati, fu da lui donata nel 1706 alla Biblioteca
Ambrosiana di Milano, dove tutt’ora di conserva. Il libro con il Cristo portacroce, probabilmente, fa parte di quei volumi
raccolti per piacere personale dal conte, come si desume dalle note autografe a margine dei disegni che Pelli
Bencivenni scrupolosamente descrive. Il volume venne successivamente ceduto a Michel-Ange Hovasse (Parigi 1680 –
Madrid? 1730), pittore francese formatosi a Roma e successivamente trasferitosi in Spagna al servizio del re Filippo V.
Alla morte di Hovasse, nel 1730, fu acquistato da un suo discepolo, pittore al servizio del Principe delle Asturie. Presso
questo anonimo personaggio rimase fino al 1745, anno in cui venne comprato per piacere personale dal mercante
fiorentino Francesco Michelozzi che lo ordinò e lo sistemò. Poco prima di morire, quest’ultimo lo cedette a Giuseppe
Pelli Bencivenni; in questo modo il libro pervenne alla collezione degli Uffizi e, nonostante il suo smembramento, si può
ancora oggi ricostruire l’assetto originario dei fogli in esso contenuti.
bibliografia
Giuseppe Pelli Bencivenni, Indice di CXXII volumi di disegni della R. Galleria. Parte II, inventario manoscritto, Firenze,
Biblioteca degli Uffizi, ms. 463/3.3, c. 59 v, n. 108/111
Luigi Scotti, Catalogo dei disegni originali dei Pittori, Scultori et Architetti, che si conservano nella celebre Collezione
esistente nella Imperiale e Reale Galleria di Firenze, 1832 [agg. fino 1837], Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli
Uffizi, ms. 127, coll. n. 44, c. 36, n. 449
Pasquale Nerino Ferri, Catalogo descrittivo dei Disegni della R. Galleria degli Uffizi esposti al pubblico. Compilato da P.
N. Ferri dal 1879 al 1881, Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, inventario ms. a schede, n. 15612 F
Andrea Emiliani, Simone Cantarini: opera grafica, in Arte antica e moderna, n. 5, 1959, p. 445, n. 54
Paolo Bellini, L’opera incisa di Simone Cantarini, Milano 1980, pp. 72-73, n. 13
Paolo Bellini, Simone Cantarini. Disegni incisioni e opere di riproduzione, Milano 1987, pp. 45, 59, nn. 2, 11